Fri 29 Oct 2010, 19.50 - Stampa
Il dottor De Simone di Fideo Confcommercio Palermo mi informa cortesemente dell'avvenuta iscrizione del suo confidi all'elenco speciale. Cito dal comunicato stampa:
Fideo Confcommercio Palermo, che nel 2009 ha garantito finanziamenti alle aziende per 140 milioni di euro, con questo prestigioso traguardo, diventerà ancora di più il partner finanziario di eccellenza per le imprese, con un ventaglio di servizi di assoluta valenza ed una specifica attenzione alle esigenze del singolo imprenditore.
Auguri di buon lavoro!

Luca
Fri 29 Oct 2010, 10.34 - Stampa
La newsletter Quantrix di ottobre parla delle nostre esperienze d'uso di questo foglio elettronico evoluto. In particolare racconto dell'esperienza con gli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di pianificazione finanziaria.

Luca
Thu 28 Oct 2010, 18.12 - Stampa
L'amico Saverio Tani mi ha gentilmente informato che da oggi alle 16.00 è in linea il nuovo portale di Italia Com-Fidi (www.comfidi.it).
Italia Com-Fidi è il secondo confidi italiano per dimensioni, iscritto all'elenco speciale da maggio 2010. Nasce dalla fusione per incorporazione in Toscana Com-Fidi di tre confidi operanti prevalentemente in Lombardia (Euroconfidi Impresa), Piemonte (Ciessepi Confesercenti Fidi) e Veneto (Eurofidi Veneto). Tutti i partner di Italia Com-Fidi sono di area Confersercenti.
Sul portale trovate contenuti molto ricchi, compresa l'informativa su procedure di erogazione, privacy e trasparenza.

Luca
Wed 27 Oct 2010, 09.54 - Stampa
Il 6 ottobre la Commissione Europea ha avviato una consultazione sulla "Modifica del quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica". Qui c'è la pagina principale e qui il documento di consultazione in italiano. La consultazione si è chiusa ieri.
Riassunto delle puntate prcedenti: il 19 gennaio 2009 è stato adottato un quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica. Ne avevo parlato qui. La scadenza del quadro di riferimento temporaneo era prevista al 31 dicembre 2010.Il quadro di riferimento temporaneo è stato modificato nel febbraio 2009 e nel dicembre 2009 allo scopo di introdurre alcuni adeguamenti tecnici, in particolare per quanto riguarda gli aiuti concessi sotto forma di garanzie (riduzione del 15% della "soglia di sicurezza" dei premi, ovvero del livello equo di mercato rispetto a cui si calcola l'elemento di aiuto, ed estensione della quota garantita al 90%).
La consultazione ha per oggetto la proroga delle misure temporanee (in tutto o o in parte) di un anno, al 31/12/2010. Il piatto forte riguarda il c.d. pseudo de minimis, ovvero la previsione di un regime di aiuto in conto capitale con un massimale di 500.000 euro in tre anni. Pseudo de minimis perché come il de minimis non prevede requisiti specifici per l'assegnazione (anche se non è un vero de minimis). La Commissione propone di abolire questa eccezione da gennaio 2011.
La Commissione intende prorogare le concessioni in materia di garanzie: si conferma fino a fine 2011 la riduzione del 15% dei premi "di sicurezza"; le agevolazioni si considerano compatibili con le norme UE se l'importo garantito non supera l'80% del prestito (qui si toglierebbe l'estensione al 90% concessa nel 2009).
L'AECM (associazione europea dei confidi) ha presentato un position paper nel quale raccomanda di mantenere in essere tutte le misure rilevanti sopra descritte (psudo de minimis e quota garantita al 90%), perché ocorre ancora contrastare le difficoltà di accesso al credito da parte delle Pmi che persistono, nonostante i segnali di uscita dalla crisi.
Tue 26 Oct 2010, 21.53 - Stampa
Da una news ANSA:
(ANSA) - JESI (ANCONA), 25 OTT - Nuovo sostegno alle Pmi artigiane delle Marche. Banca Marche ha sottoscritto le nuove convenzioni con i Confidi marchigiani 107: i consorzi fidi con requisiti patrimoniali rafforzati, intermediatori finanziari vigilati da Bankitalia. L'accordo coinvolge la Cooperativa Pierucci (Cgia), Fidimpresa Marche (Cna) e la Societa' Regionale di Garanzia Marche. BdM potra' finanziare in misura maggiore e a condizioni migliori le piccole e medie imprese che aderiscono ai Confidi. ''Una collaborazione - ha detto il presidente della banca Michele Ambrosini - che ci ha consentito anche in questi ultimi tempi di mobilitare notevoli risorse in una situazione congiunturale difficile''. (ANSA).
I tre 107 marchigiani stanno facendo un discreto gioco di squadra (a cominciare dal sistema informativo, non è cosa da poco), anche grazie all'occhio di riguardo di banche radicate in regione come Banca Marche. Nic e Gabri, abbiamo un testo interessante da esaminare per lo studio sulle convenzioni. A proposito, a giorni daremo notizia del seminario Smefin sull'argomento.

Luca
Mon 25 Oct 2010, 11.23 - Stampa
Su Repubblica-Affari&Finanza di oggi si parla di due proposte presentate nel recente Congresso nazionale dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili.
La prima proposta, attualmente in discussione tra l'Ordine, ABI e Unioncamere, affiderebbe a commercialisti o revisori legali (avvocati) iscritti ad un apposito albo il compito di attestare nei confronti delle banche la congruità delle grandezze economiche e patrimoniali critiche (fatturato, magazzino, s.a.l.) dichiarate dalle aziende.
La seconda riguarda invece le procedure di recupero verso i debitori non fallibili, che nella soluzione delle crisi hanno minori tutele e soprattutto fronteggiano tempi incerti e interlocutori non coordinati. I commercialisti aiuterebbero il debitore (privato o piccolo imprenditore) a definire piani di rientro poi approvati dai creditori. Servirebbe qualche modifica legislativa per dare efficacia a questo istituto.

Luca
Sun 24 Oct 2010, 16.41 - Stampa
Dal Mattino di Padova:
Per quanto riguarda l'aumento di capitale di Veneto Sviluppo - oggi il patrimonio vigilato ammonta a 112 milioni - dovrebbe essere realizzato per la quota parte Regione (51%) attraverso il conferimento di partecipazioni da parte della stessa e per la parte banche (che controllano il 49%) in contanti. Non è escluso, anche se si tratta di una possibilità ancora sondare, che per l'occasione venga rispolverato un vecchio progetto. Ovvero quello che puntava ad allargare la compagine sociale della finanziaria coinvolgendo il sistema delle Bcc.
Centro servizi. Con la realizzazione del fondo di garanzia regionale e l'emissione degli Zaia bond, Veneto Sviluppo punta anche a istituire un centro servizi comune a supporto dei confidi vigilati che affianchi alle funzioni di garanzia e co-garanzia attuate dal fondo regionale compiti di supporto gestionale. Si tratterebbe, in sostanza, di uno strumento facilitatore rispetto a impegni, per i confidi, sempre più gravosi e che potrebbe fare anche da volano al processo di crescita dimensionale dei confidi.
Fondo regionale. La dotazione, come noto, sarà di 50 milioni (35 milioni nel 2010 e 15 nel 2011). La gestione sarà affidata a Veneto Sviluppo la quale, secondo il progetto, sarebbe chiamata a emettere garanzie innanzitutto a fronte di finanziamenti agevolati a valere sui fondi rotativi. Secondo le previsioni (che considerano un moltiplicatore 10-15) il fondo potrà generare rotativamente impegni di garanzia per un importo compreso tra 500-750 milioni corrispondenti a finanziamenti garantiti fino a 1,5 miliardi.
Zaia bond. L'emissione di prestiti subordinati a capitalizzazione dei confidi regionali vigilati ricalca, nel meccanismo, l'operatività dei Tremonti bond destinati al rafforzamento del patrimonio degli istituti di credito. Veneto Sviluppo sarebbe, quindi, chiamata a erogare risorse ai confidi sotto forma di prestiti subordinati per un importo che non è stato ancora definito. In ipotesi, però, si sta ragionando su una disponibilità di 20 milioni. Questa somma dovrebbe essere integrata da altri 30 milioni: sono in corso dei contatti per avere un supporto finanziario da parte del sistema camerale. L'interesse applicato (che, ad esempio, è risultato fondamentale per lo scarso appeal incontrato dai Tremonti bond) è stato indicato, ancora in via non definitiva, in un 4-7%. La durata minima del prestito - riservato solo ai confidi vigilati - dovrebbe essere invece di 5 anni. Facendo conto su una disponibilità di 50 milioni, vengono ipotizzate nuove garanzie confidi per 500-750 milioni in grado di attivare nuovi affidamenti per 1,5 miliardi.
La Regione Veneto, tramite la sua finanziaria, interviene in vari modi per sostenere i confidi. Il Fondo di garanzia sembra avere un impianto tradizionale (senza garanzia di ultima istanza della Regione, quindi non eleggibile). Le dimensioni sono ragguardevoli, e il pooling del rischio dovrebbe essere efficace, concentrazione permettendo. Il Centro servizi può essere un'idea, peraltro i quattro confidi 107 veneti già iscritti, e i due in istruttoria, si saranno già attrezzati in termini di IT e consulenze: magari ci sono delle aree scoperte o migliorabili (a supporto dei 106) su cui può intervenire il Centro. Quanto agli Zaia bond, noto che prevedono una remunerazione teoricamente di mercato, servono però maggiori dettagli per apprezzare l'impatto che potranno avere sul capitale libero e quindi sul potenziale di erogazione dei confidi che li useranno. E' certo che non sono un apporto al capitale né ai fondi rischi, in quanto producono oneri finanziari da spesare in conto economico e, almeno sulla carta, devono essere rimborsati, o comunque escono dal patrimonio supplementare 1/5 per anno quando la durata residua scende sotto i 5 anni.
Aspettiamo maggiori dettagli.
Luca
Fri 22 Oct 2010, 13.07 - Stampa
Da questa news apprendo che FinPromoTer, confidi di secondo livello della rete Confcommercio, è stato iscritto nell'elenco speciale degli intermediari finanziari. Se non vado errato, il confidi aveva presentato domanda lo scorso agosto, per cui l'istruttoria si è conclusa, positivamente, in tempi davvero rapidi.
Congratulazioni e auguri di buon lavoro al CdA e alla struttura di FinPromoTer.

Luca
Thu 21 Oct 2010, 12.52 - Stampa
Da Varese News:
Domattina 21 ottobre 2010 dal Notaio varesino Leotta nasce “i FIDI” il consorzio fidi che unisce le tre province. E la sua presentazione ufficiale avverrà nel pomeriggio a Palazzo Mezzanotte, nel cuore della city milanese: ad essa parteciperanno tra gli altri Andrea Gibelli, ViceGovernatore della Regione Lombardia, Sergio Silvestrini, Segretario nazionale CNA, Fausto Cacciatori, presidente CNA Lombardia.
Il motivo è simbolico ma anche pratico: la sede legale della nuova società sarà infatti a Milano. Una scelta deliberata il 15 luglio, quando si è svolta a Varese l’Assemblea straordinaria di Fidimpresa: in essa infatti era stata deliberata la fusione, il cambio di ragione sociale (in "i FIDI Società Cooperativa") e il nuovo indirizzo della sede Legale (Milano) con tre sedi operative (Bergamo, Milano e Varese), l’adozione del nuovo testo di statuto e la nomina dei nuovi Amministratori. Presidente di IFIdi sarà Matteo Zambusi (nella foto, attuale Presidente di Fidimpresa Varese), vice presidente sarà Romano Zannetti (attuale Presidente di Fidimpresa Milano) mentre Roberto Villa (Presidente Confidart di Bergamo) diventerà Amministratore Delegato.
La struttura milanese lascerà però alle future filiali il massimo della operatività, e ad ognuna di loro verranno inoltre dislocate alcune funzioni centrali: Varese si occuperà dell’intera amministrazione della società e ne esprimerà il direttore generale, Diego Celeste, attuale direttore di Fidimpresa. A Bergamo faranno capo il Ced e la sezione dei finanziamenti agevolati, mentre a Milano farà capo l'ufficio legale nonchè la funzione di Risk management, prevista dalla Banca d’Italia con l’adesione del confidi alle norme dell’articolo 107 del testo unico bancario: “i FIDI” è il primo Confidi del Sistema CNA Lombardo infatti che si presenta con i numeri corretti per richiedere l’iscrizione a Banca d’Italia nell’albo degli intermediari finanziari ex art. 107 del Testo Unico Bancario.
Attualmente, iFidi conta su 12.088 soci: questa è al 30 settembre 2010 la somma dei soci di Fidimpresa Varese (4762) Confidart Bergamo (3524) e Fidimpresa Milano (3802). Il patrimonio iniziale invece è di oltre dodici milioni di euro: più precisamente 12.266.673, 5.269.523 Provenienti da Varese, 4.259.071 da Bergamo, 2.738.079 da Milano. iFidi conterà su un totale deliberato di 86.759.189 euro: la somma dei deliberati al 30/9/2010 di Varese (33.041.992 euro), Bergamo (37.806.775) e Milano (15.910.422). L'importo erogato al 30/9/2010 di iFidi è invece di 78.419.218: 29.852.693 euro provenienti da Varese, 35.218.091 da Bergamo, 13.348.434 da Milano. iFidi conta infine anche su 106.663.780 euro di garanzie in essere, provenienti dai tre confidi di Varese (38.809.290), Bergamo (47.450.797) e Milano (20.403.693).
Mi dispiace di non poter partecipare alla presentazione, ma oggi abbiamo esami di laurea a Trento. Saluto l'amico Roberto Villa (neo Amministratore Delegato) augurando buon gioco a questa nuova importante realtà (e mi raccomando, squadra corta!).

Luca
Thu 21 Oct 2010, 11.54 - Stampa
Paola Leone e Pasqualina Porretta mi segnalano che potete scaricare le slide delle relazioni presentate al convegno sui confidi del 14 ottobre (ne ho parlato qui e qui).
Buona lettura.

Luca
Wed 20 Oct 2010, 13.42 - Stampa
Come riferisce questo articolo di MF, la trattativa per l'acquisizione del Mediocredito Centrale rischia lo stallo, e con essa il decollo in tempi rapidi della Banca del Mezzogiorno. I due principali soci "industriali" - Poste italiane e Iccrea - non riescono (pare) a intendersi sul prezzo a cui rilevare MCC e sulla governance post-acquisizione. La scommessa del Governo è forte, e anche il commitment delle Poste. La convergenza con l'altro partner non era scontata fin dall'inizio. Vediamo ora se il progetto di business della Banca del Mezzogiorno con motore MCC sarà tanto attraente da dissipare queste divergenze.

Luca
Wed 20 Oct 2010, 13.32 - Stampa
Questo articolo di MF fornisce aggiornamenti interessanti sul Fondo Italiano di Investimento, ovvero la SGR di private equity voluta dal Ministro dell'economia per sostenere progetti di turnaround di medie imprese. Si è allargata la platea delle banche socie, che ora include oltre a Intesa Sanpaolo, Unicredit e Montepaschi un gruppo di banche popolari e il loro istituto centrale di categoria.
A regime il Fondo, guidato da Marco Vitale (presidente) e Gabriele Cappellini (AD) dovrebbe avere un team di 40 persone e gestire investimenti per 1,2 miliardi di euro.

Luca
Wed 20 Oct 2010, 09.08 - Stampa
Il Sole 24 ore di oggi riprende un articolo del New York Times a firma di un giurista, il prof. Peterson. Secondo Peterson, molte banche USA che hanno concesso mutui passati a default avrebbero garanzie ipotecarie non validamente documentate e quindi inefficaci.
Il problema nasce dalla Mers, che sta per Mortgage electronic registration systems. Questa società con sede nel Delaware (in passato controllata da JP Morgan) avrebbe registrato il 60% dei mutui in essere negli Stati Uniti. Aveva un ruolo centrale nel boom delle cartolarizzazioni, in quanto evitava di dover interloquire con i registri immobiliari dei diversi stati, fornendo un'anagrafe comune per i mutui erogati e cartolarizzati in tutta l'Unione. Quest'ente (la cui natura non mi è ancora chiara) doveva svolgere un ruolo di certificatore della validità dei titoli di garanzia delle banche segnalanti. Peccato che Mers, a quanto pare, sia una società priva di personale; di fatto i segnalanti firmavano loro stessi i moduli immessi sul sito web del registro, figurando come "vice-president" pro tempore della Mers. Il tutto presenta qualche falla, tanto da mettere a rischio il diritto di escussione della garanzia.

Alla faccia del legal risk! Ci lamentiamo del nostro ordinamento giuridico pesante e bizantino, però anche il sistema anglosassone non scherza quanto a mal di pancia.

Luca
Tue 19 Oct 2010, 21.20 - Stampa
La Banca d'Italia ha pubblicato un documento di consultazione sulle modifiche che alla normativa ex Basilea 2 sulle cartolarizzazioni. Più precisamente (cito):
Il presente documento di consultazione dà attuazione alle modifiche alle disposizioni della direttiva 2006/48/CE in materia di cartolarizzazioni e recepisce le indicazioni contenute nel documento di consultazione del CEBS che detta linee guida per l’applicazione dell’art. 122a della direttiva.[...]
I principali interventi riguardano: - una più puntuale definizione dei requisiti organizzativi richiesti agli intermediari che a vario titolo sono coinvolti in operazioni di cartolarizzazione (cedente, promotore, investitore).[...];
- l’introduzione di meccanismi volti a favorire l’allineamento tra gli interessi del soggetto che dà origine alle attività cartolarizzate e quelli dell’investitore finale, attraverso l’impegno del cedente o del promotore a trattenere una quota di rischio nell’operazione (“interesse economico netto”);
- la definizione di regole armonizzate per la verifica del significativo trasferimento a terzi del rischio di credito da parte del cedente, presupposto per il riconoscimento dell’operazione di cartolarizzazione a fini prudenziali;
- la revisione del trattamento prudenziale di alcune tipologie di esposizione verso la cartolarizzazione per tenere conto del loro effettivo profilo di rischio (linee di liquidità).[...]
Ulteriori disposizioni in materia di cartolarizzazione (trattamento delle operazioni di ri- cartolarizzazione e delle esposizioni verso cartolarizzazioni allocate nel trading book, informativa al pubblico) sono contenute nella proposta di modifiche alla direttiva 2006/48/CE attualmente all’esame del Parlamento UE (CRD III). In base all’ultima versione del testo disponibile l’entrata in vigore di queste disposizioni sarebbe posticipata al 31 dicembre 2011.
Come recita il frontespizio:
Osservazioni, commenti e proposte possono essere trasmessi, entro 45 giorni dalla data di pubblicazione, a: Banca d’Italia, Servizio Normativa e politiche di vigilanza, Divisione Normativa Prudenziale, via Milano 53, 00184 ROMA. Una copia in formato elettronico dovrà essere contestualmente inviata all'indirizzo e-mail NPV.NORMATIVA_PRUDENZIALE@bancaditalia.it
Il tema è rilevante per le tranched cover, specialmente le nuove regole sul trattenimento di una quota di rischio da parte dell'originator, che potrebbe spiazzare molte strutture di risk transfer altrimenti fattibili.

Luca
Tue 19 Oct 2010, 14.07 - Stampa
Da una news di Aosta Sera:
La posizione presa dal presidente della Regione, Augusto Rollandin, e dall’assessore alle Finanze, Claudio Lavoyer durante l’incontro sulla manovra finanziaria della scorsa settimana con i soggetti economici finanziari valdostani suona come un ultimatum. O si crea un unico consorzio di garanzia fidi per tutti i settori produttivi o la regione chiude i rubinetti. “E’ l’unico modo per fare massa critica e ottenere condizioni favorevoli con le banche”, ha ribadito oggi Rollandin, durante la conferenza stampa della Giunta regionale.
“L’altro aspetto che non può più funzionare è che ci sono cinque Confidi convenzionate con 11 banche per un totale di 55 convenzioni diverse. Quindi è indispensabile un’uniformità per avere maggior controllo sull’intervento di denaro pubblico per l’abbattimento del costo del denaro”.
L’obiettivo dell’amministrazione regionale che dà contributi pubblici ai Confidi è l’abbattimento del costo del denaro, ma spesso gli istituti bancari applicano condizioni meno favorevoli perché il patrimonio di ogni singolo Confidi non è sufficiente. “Questo viene a cadere se c’è un unico interlocutore che ha la forza per mettere i soldi messi a disposizione della regione. Se non avverrà così non daremo più le risorse” ha minacciato Rollandin.
La decisione è stata presa venerdì dalla Giunta regionale e verrà notificata ai Confidi nei prossimi giorni.
Non è la prima volta che un governo regionale fa la voce grossa per indurre i confidi del suo territorio a fondersi. A volte ci si riesce, a volte meno. Ho solo un consiglio: Presidente Rollandin, si assicuri di avere nel sistema un manager bravo e di riconosciuta capacità e autonomia, e gli deleghi la responsabilità del progetto con licenza di picchiare i pugni sul tavolo e, perché no, di dare qualche ceffetto (incrocio tra buffetto e ceffone).
Se il progetto finisce nelle vasche di decantazione dei comitati delle associazioni, con le società di consulenza a mettere in bella i compromessi raggiunti, lei non raggiungerà i suoi ragionevoli intenti.

Luca
Tue 19 Oct 2010, 11.07 - Stampa
Sul sito BRI è stato pubblicato il documento The Basel Committee's response to the financial crisis: report to the G20: è un resoconto del programma di riforma della normativa prudenziale, noto come Basilea III.

Luca
Mon 18 Oct 2010, 12.17 - Stampa
Mi è giunta voce che è in corso la procedura di selezione del nuovo gestore del Fondo centrale di garanzia per le Pmi.
Attualmente il fondo è gestito dal Mediocredito Centrale. Pare che siano in valutazione due offerte, una (ovviamente) di MCC, l'altra di Artigiancassa (gruppo BNL - Paribas). Il Mediocredito, come annunciato qui, dovrebbe essere ceduto a Iccrea (per il sistema BCC), Poste Italiane e Ministero dell'Economia per diventare il nucleo della Banca del Mezzogiorno. Nelle intenzioni dei promotori, la nuova banca per il Sud dovrebbe diventare il pivot del sistema di garanzia creditizia nelle regioni meridionali. La gestione del Fondo centrale sarebbe un asset cruciale per dare corpo a quella strategia. Anche l'altro concorrente è un gestore storico di programmi di rifinanziamento e garanzia con fondi pubblici, e l'attuale proprietà francese intende mantenere viva la tradizione.
In novembre dovremmo conoscere il vincitore.
In caso di parità, si ricorrerà al voto del pubblico da casa come in x-factor?

Luca
Mon 18 Oct 2010, 10.59 - Stampa
Un amico visitatore mi ha segnalato il Forum europeo sull’accesso al credito delle PMI tenutosi il 28 settembre scorso. Ecco le conclusioni:
  • in primo luogo le PMI che debbano far fronte a difficoltà temporanee potranno usufruire di un periodo di grazia, che consenta loro di differire il pagamento degli interessi e del capitale sui loro mutui bancari. Questa idea deriva da una pratica seguita con successo in Italia;
  • in secondo luogo vari Stati membri, tra cui Francia, Belgio e Germania, hanno rilevato che un mediatore creditizio può riuscire a risolvere i casi in cui le richieste di credito delle PMI siano state inizialmente respinte;
  • in terzo luogo il considerevole successo degli enti di mutua garanzia (confidi) e dei programmi pubblici di garanzia ottenuto dalla maggior parte degli Stati membri durante la crisi ha dimostrato come le garanzie sui crediti agevolino considerevolmente il ricorso al credito in momenti difficili. Nel 2009 di tali garanzie hanno usufruito circa 1,8 milioni di PMI;
  • in un ambiente finanziario in rapida evoluzione le PMI devono infine dimostrarsi molto più consapevoli delle alternative e delle condizioni relative ai finanziamenti di cui possono usufruire, il che conferisce un’importanza fondamentale alla formazione ed all’accesso a servizi di consulenza.
. In quest'occasione l'Italia e i suoi confidi hanno fatto un figurone (in effetti le azioni ci sono state); non è però il caso di dormire sugli allori; la tradizione dell'associazionismo, e il radicamento territoriale delle banche, sono beni preziosi, ma deperiscono se non si rinnovano profondamente, e anche le sfide cambiano, ed esigono risposte adeguate ai tempi.
A conclusioni simili sono giunti i partecipanti al Seminario annuale dell'AECM tenutosi a Bled (Slovenia) il 14 ottobre (sul sito non ci sono ancora i materiali).

Luca
Mon 18 Oct 2010, 09.06 - Stampa
Sabato scorso sono partito per Mantova, per festeggiare i vent'anni di attività di Fiditer, confidi aderente a Confcommercio. L'invito ricevuto dal Presidente Enos Righi mi ha consentito di parlare dal palcoscenico del Teatro Scientifico del Bibiena, gioiello settecentesco che potete ammirare nella foto.
Lo stesso presidente ha introdotto i lavori parlando del rilancio di Fiditer, che sta crescendo a ritmi sostenuti. Dopo i saluti delle Autorità, ho fatto una breve relazione su Basilea 3 e impatto sul credito alle Pmi. A seguire, Ernesto Ghidinelli, responsabile del settore credito di Confcommercio, ha condotto un panel, con la partecipazione di Ercole Montanari (Presidente dell'Ascom Mantova), Aldo Poli (Presidente Federascomfidi), Carlo Alberto Panigo (Presidente di Asconfidi Lombardia), il dott. Piazza (responsabile imprese di Monte Paschi per Mantova e presidente del locale comitato ABI), e di nuovo io. Gli interventi hanno spaziato, con buon ritmo e sintonia tra i relatori, dallo stato dell'economia, all'impatto locale, di nuovo a Basilea 3, ai rapporti banca-impresa, ai confidi. Tutti sono d'accordo sul fatto che debbano rinsaldarsi i rapporti tra imprese e banche, ragionando sulle prospettive spesso incerte, ma proprio per questo da seguire e giudicare insieme.
Sono contento di questo invito dal mondo Confcommercio. Ero intervenuto due volte a convegni Federascomfidi, ma diversi anni fa. Avevo la sensazione di una divergenza abbastanza netta tra le posizioni di questo soggetto associativo sul sistema confidi e le mie opinioni. In realtà c'è attenzione reciproca, e quindi dialogo.
Il discorso non vale solo per Confcommercio. Come ho notato in diverse occasioni, i livelli che rappresentano i confidi fanno i conti con un quadro normativo più complesso di come se lo aspettavano, uno scenario segnato dalla crisi e istanze della base non sempre componibili. Di qui il disagio e la difficoltà di cambiare. Alla radice non c'è soltanto la difesa degli interessi costituiti, e anzi non è l'ostacolo determinante. Il vero problema è avere coraggio, energia, capacità di rischiare. E qui non possiamo ignorare il problema della formazione e del "lancio" di giovani talenti, perché l'esperienza è preziosa, ma certe cose le possono fare soltanto i giovani.
Penso che sia questa la scommessa su cui si gioca il futuro dei confidi, oggi, più ancora che sull'avere i fondi per chiudere le falle patrimoniali e rialimentare le erogazioni.
Finito il convegno, ho fatto due passi nella bellissima Mantova (una delle nostre piccole grandi città-capitale) rendendo vista alla pasticceria Pavesi: una vetrina di dolci regionali da provare tutti (no, non è possibile in una sola volta); però se passate da quelle parti, non privatevi del piacere di un bicchierino (in realtà è un pasticciotto) alla crema burro e rhum, o di una torta sbrisolona, di tagliatelle, Paradiso (alta 15 cm), Elvezia oppure al Vultun (e non sarebbe finita).
Siamo un paese ricchissimo, che non finisce mai di stupire. Non dobbiamo adagiarci, ma nemmeno scordarlo.

Luca
Fri 15 Oct 2010, 12.18 - Stampa
[continua dal post precedente] Il panel del pomeriggio è stato aperto da Andrea Giotti (DG, Eurofidi), che si è soffermato sul pricing di equilibrio della garanzia nel contesto attuale di PD elevata.
Più di tante parole dicono i numeri che ha portato come esempio: il costo annuo di una garanzia personale 107 in assenza di aiuti è stato quantificato nel 15,2%, di cui 2,2% incidenza dei costi operativi, 5% di perdita attesa, 8% di assorbimento patrimoniale congruo; con la controgaranzia al 90% del Fondo centrale il costo annuo scende al 4,5%, composto dal 3,2% di costi operativi (maggiorati dagli oneri di gestione della contro-garanzia), 0,5% di perdita attesa e 0,8% di assorbimento patrimoniale. Giotti mi ha confermato le chiavi di lettura del foglio informativo Eurofidi che avevo avanzato qui: l'assorbimento patrimoniale entra direttamente nel costo della garanzia, nel senso che in assenza di trasferimento del rischio l'impresa deve metterci anche il patrimonio aggiuntivo che serve al confidi per coprire la nuova esposizione (nei modelli di pricing canonici entra la remunerazione annua del capitale, non tutto il caitale). Quindi, di fatto, l'apporto di capitale pubblico o la controgaranzia a ponderazione zero sono condizioni necessarie per far lavorare i confidi. Sono rimasto un po' così: questi numeri, mi pare, danno ragione ai fans dalla garanzia diretta. Perché serve un confidi? Perché la banca spenderebbe (e farebbe pagare) più del 3,2% per gestire la pratica con MCC?
Ferruccio Vannucci (DG, Artigiancredito Toscano) ha raccontato l'esperienza dei primi 18 mesi da 107. Vannucci ha parlato di conto economico "sotto assedio". I tassi di default di ACT sono saliti dall'1,15% del 2006 all'1,72% del 2009, ma restano inferiori alle medie di sistema per il retail (Banca d'Italia a livello nazionale ha registrato l'inverso, cioè qualità doppiamente peggiore per il credito garantito). Per difendere l'economicità, non serve aumentare le commissioni (attira aziende più fragili), né aumentare i volumi (brucia i margini di capitale libero): si deve puntare ad arricchire e diversificare i servizi e a contenere il costo del personale. Per questo è bene che i confidi siano guidati da un management forte e autonomo rispetto alle istanze locali delle associazioni sponsor.
Gianni Triolo (AD Commerfin) ha illustrato i caratteri unici del suo confidi di 2° grado ex Legge Bersani, lamentando un vulnus inferto da Basilea: come è noto, le filiere di garanzia a due livelli sono disincentivate perché le contro-garanzie 107 di garanzie 106 non sono eleggibili. In questo contesto Commerfin sta delineando le sue strategie future di 107 di secondo grado (ha presentato quest'anno domanda di iscrizione).
Bartolo Mililli (AD Confeserfidi Scicli) ha parlato soprattutto di distribuzione e consulenza. La rete di agenti e le filiali di Confeserfidi offrono alle aziende un'assistenza di base per la gestione dei rapporti bancari. Inoltre fanno uso di un modello del TAEG di filiera per dimostrare i benefici netti della garanzia (assistita dal contributo regionale sul tasso). Bartolo vorrebbe anche far piccoli prestiti per cassa (fino a 30.000 euro), ma su questo deve convincere la Vigilanza, che invita alla prudenza.
Dino Barranu (DG Finsardegna) ha testimoniato le difficoltà finanziarie e i problemi occupazionali delle piccole imprese sarde, con tassi di default a due cifre in alcuni settori (come le costruzioni). Finsardegna (che come ACT è 107 dal 2009 e opera a livello regionale) ha rinsaldato e qualificato i rapporti con le imprese, cercando una sintonia altrettanto stretta con le banche, per cogliere in tempo i segnali di disagio e intervenire prontamente, anche in forme inedite, come le garanzie sul precontenzioso (ovvero, con intervento ai primi arretrati) e le garanzie sui piani di rientro concordati con l'Agenzia delle entrate (il 25% dell'operatività).
Ha chiuso i lavori Rodolfo Ortolani (DG, Unicredit Banca) che ha sottolineato l'impegno del suo gruppo a sostegno della continuità aziendale delle piccole imprese, non senza sacrifici in conto economico. Mi è piaciuto il suo invito finale ad ascoltare le "urla da futuro" che provengono dai giovani (penso di avere figli in età simile), e a darsi da pare pensando soprattutto a loro.
Il convegno è stato molto ricco. Per iniziative future sarebbe bene dare più spazio alle testimonianze dalla prima linea, perché lì si ha la conoscenza genuina, originale, della realtà e dei suoi problemi.

Luca
PS: Trovate qui le slide di tutti gli interventi.
Fri 15 Oct 2010, 04.52 - Stampa
Ieri a Roma, nell'aula Tarantelli della Facoltà di Economia della Sapienza, ho seguito il convegno "Garanzie, confidi e credito per il dopo crisi: intermediari, confronti e soluzioni operative" (lo annunciavo qui). Paola Leone, che con Pasqualina Porretta e Franco Tutino ha fatto gli onori di casa, ha promesso entro breve di mettere in rete le slide delle relazioni, per cui sarò stringato nei commenti.
Nella prima sessione Ciro Rapacciuolo (Centro studi Confindustria) ha disegnato gli scenari del durante e dopo crisi.
Andrea Bianchi (DG per la Politica Industriale e la Competitività, Ministero dello Sviluppo economico) ha fatto una rassegna delle aree di crisi e del mix di interventi di sostegno, auspicando maggior selettività dei programmi di finanziamento (puntando sui finanziamenti ibridi).
Giovanni Forese (Regolamentazione bancaria e finanziaria, Ministero dell'Economia) ha illustrato il percorso di riforma del TUB (DLgs 141/2010), che interessa anche i confidi, sottolinendo lo sforzo di rioridino della galassia degli intermediari non bancari.
Dopo il break, per rispettare l'agenda, il ritmo è diventato incalzante. Corrado Baldinelli (vice-direttore Supervisione intermediari specializzati della Banca d'Italia) ha parlato di luci e ombre dei confidi visti dal supervisor (c'è molto da lavorare sulle ombre, a cominciare dall'allergia ai controlli che alcuni neo-107 sembrano manifestare gagliardamente). Ha dato chiari messaggi: la Vigilanza vigila, proporzionalità non vuol dire sconti, l'Organismo per i confidi minori avrà compiti rilevanti.
Cataldo (ABI) ha presentato un quadro esauriente degli interventi anti-crisi che hanno coinvolto le banche, a cominciare dall'Avviso comune (moratoria). Collegandosi all'esperienza del Fondo centrale di garanzia, ha auspicato una piattaforma comune alimentata da fondi statali, regionali e privati.
Francesco Bellotti (Presidente Federconfidi) ha ricordato il ruolo di ammortizzatore sociale dei confidi e la crescita esponenziale del Fondo centrale di garanzia. Molti confidi sono sottocapitalizzati: servirebbe quindi un'estensione della garanzia statale a tutte le controgaranzie del fondo centrale, anche quelle precedenti il DL 185/2008; inoltre lo Stato dovrebbe rendere disponibli ai confidi l'analogo dei Tremonti bond.
Roberto Remondi (Responsabile Commerciale Alleanze e Confidi, UniCredit) ha illustrato le politiche del suo gruppo verso i confidi. Nel 2010 si è ridotta l'incidenza dei crediti problematici su quelli in bonis (dall'81% di fine 2009 al 78%). Si lavora molto sulle ristrutturazioni del debito, tuttavia c'è una ripresa dei prestiti per la ricostituzione delle scorte. Unicredit ha investito molto per efficientare le relazioni con i confidi, e intende arrivare presto alla pratica elettronica comune (con firma digitale), e alla pubblicazione sull'apposito portale dei dati di esposizione che servono ai confidi per il monitoraggio e per le segnalazioni di vigilanza.
Ercole Mauro (Direzione Marketing Small Business, Intesa SanPaolo) ha parlato della razionalizzazione delle convenzioni banca-confidi, ricondotte a due testi standard (107 su patrimonio e 106 su fondo rischi), con possiibili parti ad hoc. Tutti i confidi ricevono un rating aggiornato ogni anno, che modula i benefici riconosciuti in termini di facoltà deliberative, assorbimenti patrimoniali e pricing. [Anche Unicredit ha un approccio simile, e dal canto suo anche Intesa SanPaolo, ha investito molto sul portale web per le pratiche di garanzia e lo scambio di informazioni].
E' stata la volta mia. Ho rapidamente fatto un'anticipazione del lavoro in corso con Nic&Gabri sulle convenzioni. Trovate qui le slide (come dicevo prima quelle degli altri relatori saranno presto pubbblicate).
Ha chiuso la mattina Pasqualina Porretta (collega della Sapienza), con i risultati di un indagine su un campione di confidi minori. Ha riscontrato una certa reticenza,, o piuttosto uno iato tra ciò che si afferma e ciò che si fa: stando alle risposte al questionario, i confidi, in maggioranza, stanno sviluppando la consulenza alle imprese su finanza e tesoreria, però si scopre che non hanno un database delle pratiche di fido, per cui sorge la domanda "Chi fa le analisi? Con quali strumenti?".
Bene, dopo la pausa pranzo c'è stato un panel molto ricco, di cui parlerò nel prossimo post, aggiungendo alla fine le mie impressioni.

Luca
PS: Trovate qui le slide di tutti gli interventi.
Fri 15 Oct 2010, 02.00 - Stampa
Una news che mi ha colpito:
Un fondo di 1 miliardo 800 milioni di euro. E’ quello ottenuto da Confartigianato Fidi Ferrara, che con Eurofidi è stata accreditata per l’accesso diretto al Fondo di Garanzia per le piccole medie imprese. [...] il segretario generale, Giuseppe Vancini, ha rimarcato come il successo ottenuto vada a confortare la direzione presa due anni fa, «quando come Confartigianato Ferrara decidemmo di non aderire al confidi regionale [Unifidi] di cui entrarono invece a far parte tutte le altre realtà. Allora ritenevamo che non sempre la coesione può fare la forza ed eravamo certi di poter trovare un’alternativa altrettanto credibile. Oggi i fatti dimostrano che avevamo ragione». [...] Una nota è stata inviata anche da Giuseppe Pezzetto, presidente Eurofidi: «Mi preme sottolineare come l’accordo con Confartigianato Ferrara sia a completo beneficio delle imprese del territorio. Due realtà complementari che, insieme, sono adesso in grado di offrire a ogni tipo di piccola e media impresa soluzioni per favorire l’accesso al credito.
A parte l'incipit del miliardo e dispari (che non so cosa misuri, né come si correli con l'operatività del confidi ferrarese), noto che oggi il mercato della garanzia rischia di diventare una caccia al tesoro (quello del Fondo centrale). Può essere cosa utile, ma non è una strategia, e tanto meno una missione.

Luca
Wed 13 Oct 2010, 16.59 - Stampa
Il collega Paolo Parini, dell'Università di Genova, mi ha inviato il suo contributo ad una ricerca promossa dalla Camera di commercio di Genova, di cui è coordinatore. L'intero rapporto ha per titolo Il nuovo ruolo di confidi nel finanziamento delle piccole imprese tra mito e realtà, ed è stato pubblicato da Eidon Edizioni, Genova, 2009. Potete scaricare qui il capitolo di Parini, Confidi – intermediari finanziari e confidi locali – centro di relazioni.
La tesi dell'autore è che i confidi locali, caratterizzati come centro di relazioni con imprese associate, banche, enti territoriali, rimangono un modello robusto e competitivo rispetto ai confidi di grandi dimensioni con vocazione espansiva (che nel titolo del post indico come egemonici). Per un confidi locale, al di sopra di una scala adeguata, il passaggio a 107 non è quel macigno che molti paventano, secondo Parini. Leggete i dati e le argomentazioni, molto analitiche, del collega e poi magari lasciate un commento con le vostre opinioni.

Luca
Mon 11 Oct 2010, 17.44 - Stampa
Riprendo una telegrafica news MF Dow Jones che comunica l'iscrizione di Confidi Province Lombarde nell'elenco speciale. Congratulazioni al Presidente Massimo Perini, e al Direttore Abele Alloni, che ho il piacere di conoscere da diverso tempo. E, naturalmente, buon lavoro!

Luca
PS Curiosità: la prima notizia dell'iscrizione l'ho trovata in una news titolata Il Confidi Province Lombarde: un aiuto alle imprese del sud, dove il presidente di Confindustria Salerno esprime la sua soddisfazione. Il Confidi industriale milanese opera da tempo a Salerno. Ha scoperto che anche al Sud si può lavorare bene prima di Claudio Bisio ...
Sun 10 Oct 2010, 22.55 - Stampa
Anche la Regione Veneto, come già le consorelle di Lombardia e Piemonte, si sta attivando per convogliare risorse verso il patrimonio dei confidi. Probabilmente l'idea era nell'aria dallo scorso aprile, ed era uscita in un incontro pubblico con lo stesso Governatore Zaia e l'allora AD di Unicredito, Alessandro Profumo. Ecco un'anticipazione dal Giornale di Vicenza:
"ZAIA BOND". L'obiettivo è una sorta di versione veneta dei "Tremonti bond". Quelli servivano a rafforzare le strutture patrimoniali delle banche, in salsa veneta gli "Zaia bond" sarebbero invece strumenti per rafforzare la struttura patrimoniale dei confidi [...].
SOLDI PER LA RIPRESA. «Abbiamo definito una strategia con risorse proprie che sottoporremo alla Regione nei prossimi giorni - si limita a dire il presidente della finanziaria Francesco Borga - a vantaggio delle pmi venete e dell'accesso al credito. Non sarà per sistemare situazioni pregiudicate ma per dare un input forte - da Regione, "Veneto Sviluppo" e banche - alla ripresa».
AUMENTO DI CAPITALE E PRESTITO. Come noto, il "gruzzolo" con cui sostenere i confidi potrà contare sui 19 milioni della cessione delle azioni dell'aeroporto di Venezia. Ma il cda punta anche su un aumento di capitale che potrebbe essere di circa 40 milioni: la Regione (che ha il 51%) metterebbe - lo conferma l'assessore al bilancio Roberto Ciambeti - la sua quota di circa 20 milioni conferendo le sue azioni (il 12,7%) di Finest, società per l'internazionalizzazione controllata dal Friuli. Le banche metterebbero 20 milioni di soldi freschi (e in caso si aprirebbero le porte alle banche di credito cooperativo). Infine, altra novità, la Regione sta valutando di dare un contributo di soldi per il fondo concedendo un prestito subordinato (quindi con cedola) a Veneto Sviluppo.
La variazione sul tema, che ho sentito eseguire anche altrove, è che anche le banche portano capitali, per far leva con le risorse pubbliche (della Finanziaria regionale e della stessa Regione). Aspettiamo ora i dettagli sugli strumenti scelti per veicolare i capitali verso i confidi.
Un piccolo quesito tecnico: come si fa a trasformare il conferimento delle azioni Finest a Veneto Sviluppo in patrimonio di vigilanza dei confidi?

Luca
Sat 9 Oct 2010, 14.48 - Stampa
Come riferisce il Giornale di Ragusa, Commerfidi, storico confidi ibleo, ha ottenuto dalla Banca d'Italia l'iscrizione all'elenco speciale. Congratulazioni sincere al CdA e alla struttura.
E così nel Ragusano sono autorizzati due confidi 107, Commerfidi e Confeserfidi. Nel portalino sono censiti trenta confidi 107 autorizzati. Rinnovo l'invito a trasmettere gentilmente notizie e aggiornamenti sui flussi demografici dei 107.

Luca
Thu 7 Oct 2010, 18.16 - Stampa
La dott.sa Tarantola, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, ha tenuto un'audizione presso la Commissione X Attività produttive della Camera sul tema La revisione delle regole prudenziali: i possibili effetti su banche e imprese. Vi si afferma, in merito all'impatto delle nuove regole sulle PMI:
Anche per le banche italiane, soprattutto quelle di maggiore dimensione, l’impatto non sarà trascurabile. Esse mostrano attualmente livelli medi di patrimonializzazione meno elevati nel confronto internazionale, anche per effetto dei sostanziosi aiuti pubblici ricevuti da molte banche estere. Tuttavia, la qualità complessivamente buona del capitale, il basso grado di leva finanziaria e la prevalenza di un modello di business tradizionale, legato al finanziamento dell’economia reale, dovrebbero rendere meno oneroso l’allineamento ai nuovi requisiti. L’introduzione del leverage ratio e l’inasprimento delle ponderazioni per i rischi di mercato e di controparte riguardano soprattutto attività in titoli e in derivati, al centro della crisi finanziaria; penalizzeranno quindi in misura relativamente minore i modelli di business più orientati all’intermediazione tradizionale e ai comparti al dettaglio, caratteristici delle banche commerciali, rispetto a quelli più incentrati sulla finanza.[...]
[Gli] elementi di debolezza della struttura finanziaria delle piccole imprese, che potrebbero incidere negativamente sulle condizioni di accesso al credito all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove regole per le banche, non sono tuttavia sufficienti a delineare un quadro completo dei possibili effetti della riforma. Vanno infatti adeguatamente considerati diversi fattori che potrebbero attenuare l’impatto su queste imprese.
In primo luogo, è possibile stimare che le imprese con meno di 20 addetti2 sono finanziate in misura minore dalle banche più grandi e complesse che subiranno il maggiore impatto della riforma. La quota di credito concesso da questi intermediari alle piccole imprese è pari a circa il 45 per cento, contro un valore prossimo al 53 per cento per le imprese medio-grandi.
Inoltre, ma si tratta forse del fattore più significativo, va considerato che un buon numero di banche italiane di medie e piccole dimensioni è già oggi caratterizzato da livelli di patrimonio superiori a quelli richiesti dalle nuove regole. Questi intermediari hanno saputo assicurare anche durante la crisi un sostenuto flusso di credito all’economia. È verosimile che le piccole imprese potranno continuare a beneficiare del dinamismo di queste banche, che rappresentano un loro interlocutore naturale soprattutto per il radicamento nel territorio e la spiccata capacità di incorporare nel processo creditizio le informazioni qualitative sul merito di credito della clientela.
Occorre anche ricordare che il nuovo impianto regolamentare conferma integralmente i meccanismi previsti da Basilea 2 per contenere l’assorbimento patrimoniale dei prestiti alle piccole e medie imprese.
Mi trovo in sintonia con questa analisi: il problema non nasce dalle nuove regole, il cui impatto è fin troppo enfatizzato. Semmai il problema è la tenuta della qualità dei crediti che le banche hanno già a bilancio. Non se ne sente parlare spesso negli ultimi tempi. L'allarme credit crunch è coperto dal clamore dell'allarme occupazione e conflittualità, segno che molte situazioni di crisi non sono più contenibili con iniezioni di liquidità.
Moltiplichiamo la vigilanza e le iniziative, sull'uno e sull'altro fronte.

Luca
Thu 7 Oct 2010, 12.34 - Stampa
Il video della prova su strada di un modello ha raccolto un certo interesse (quasi 50 visualizzazioni). Per chi fosse interessato ad approfondire la materia, segnalo la seconda lezione Progettare e costruire un modello, frutto del lavoro di preparazione del mio corso Laboratorio di pianificazione finanziaria.

E' un po' lunghetta (1 ora e 15'), il tempo necessario per spiegare passo passo le funzionalità tipiche di questo foglio elettronico speciale.

Luca
Thu 7 Oct 2010, 12.28 - Stampa
Lorenzo Gai mi ha gentilmente segnalato l'avvenuta presentazione della domanda di iscrizione a 107 di InterconfidiMed, il confidi con sede a Palermo aderente a Federconfidi.
Con questo aggiornamento, arrivo a contare nel portalino 17 domande in istruttoria. Ne mancano due rispetto al dato reso noto dalla Banca d'Italia.
Chi ci aiuta?

Luca
Thu 7 Oct 2010, 12.08 - Stampa
Sul Sole 24 ore di oggi c'è da leggere il commento di Marco Onado sui processi di ricapitalizzazione e gestione delle crisi delle mega-banche internazionali. Da un lato G20 e FSB pilotano una difficilissima convergenza degli accordi internazionali. Dall'altro singoli paesi (la Svizzera), o gruppi, stanno premendo sull'acceleratore, auto-imponendosi ratios di capitale ben più severi dei tanto discussi livelli di Basilea 3. Non è facile capire quello che succederà. Certamente però la questione, come conclude Onado, non si può ridurre alle lamentazioni superficiali su Basilea 3 madre del credit crunch.

Luca
Mon 4 Oct 2010, 15.52 - Stampa
Il periodo continua ad essere parco di notizie sui nostri temi. Sarà anche per il mio isolamento su piazza che mi taglia fuori.
Meno male che la collega Paola Leone mi ha invitato al convegno del 14 ottobre a Roma, dal titolo "Garanzie, confidi e credito per il dopo crisi: intermediari, confronti e soluzioni operative". Come nelle precedenti occasioni, l'appuntamento sui confidi organizzato dalle bravissime colleghe della Sapienza è ricchissimo di contenuti e di testimonianze qualificate. Trovate il programma su questa pagina dell'Ordine dei commercialisti di Roma. Per l'iscrizione (gratuita) seguite queste istruzioni.
Con l'occasione, invito le persone informate dei fatti a segnalarmi le nuove domande di iscrizione all'elenco speciale presentate nel 2010. Il portalino da qualche tempo non ne registra, ma il dott. Mieli - nella relazione presentata a Caserta, contava 19 domande in istruttoria, mentre a me ne risultano soltanto 16. Grazie in anticipo.

Luca
Mon 4 Oct 2010, 15.44 - Stampa
Un intervento di Prometeia, uscito su Repubblica - Affari e finanza di oggi, commenta il sentiment delle banche europee così come riflesso nel Bank Lending Survey della BCE. L'Italia (e la Spagna) presentano andamenti peculiari, che l'articolo commenta così:
Le indagini mettono inoltre in luce una diversa intensità dei fenomeni tra i diversi paesi dell’Uem: in Italia e Spagna si è verificata una maggiore sensibilità alla percezione del rischio rispetto alla media Uem e, soprattutto in Italia, un minore contributo del costo del funding. Anche nella fase di rientro degli indicatori di irrigidimento verificatasi nei primi due trimestri del 2010 il comportamento dell’Italia ha mostrato una diversa caratteristica. I dati delle indagini al secondo trimestre del 2010 indicano infatti che la percezione del rischio delle imprese segnalato dalle banche italiane si è riportato sulla media Uem, mentre il peggioramento del costo del finanziamento rilevato per la media delle banche europee nella fase di massima tensione della crisi del debito sovrano non è stata sentita nel caso italiano.

Luca