Sun 30 Nov 2008, 01:25 AM - Stampa
Oggi ho partecipato alla Colletta alimentare. Come l'anno scorso, ho fatto da capo-équipe al supermercato Lidl di Trento. Dalle 9.00 alle 20.00, orario continuato, abbiamo raccolto 645 kg di alimenti, 85 in più dell'anno scorso.
A differenza dell'anno scorso, non sento il bisogno di scrivere molte cose, voglio soltanto dire che sono contento di questo gesto semplice, soprattutto di averlo condiviso con tanti amici, dai veterani Eleonora e Sokol, ad altri che hanno accolto l'invito per la prima volta, come Paolo (direttore della Cooperativa artigiana di garanzia di Trento); Elena e la sua amica Antonella; Sandro, papà di Eleonora, Laura e i la sua banda di ragazzini Giovanni, Gabriele e Francesco; Silvio, figlio di Sokol, e i suoi compagni Novella e Stefano.
Un grazie a tutti loro, e anche alle persone che hanno donato una parte della loro spesa.

Luca
Sat 29 Nov 2008, 11:52 PM - Stampa
Dopo il mio precipitoso Chi l'ha visto scritto ieri, ecco finalmente le norme del Decreto-legge del 28-11-2008 che, all'art. 11, estendono e potenziano il Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi. Lo commenta una articolo di Carmine Fotina sul Sole 24 ore, da cui cito:
Il Fondo di garanzia per le Pmi e per i confidi, che fa capo al ministero dello Sviluppo, viene esteso alle imprese artigiane e rifinanziato ma, soprattutto, è potenziato attraverso la «garanzia di ultima istanza dello Stato». La dotazione del Fondo potrà inoltre essere incrementata attraverso contributi delle banche, delle Regioni e con l'intervento della Sace. Nel ruolo di gestore del Fondo viene confermato Mediocredito centrale la cui convenzione scade però nel settembre 2009. A quel punto si dovrebbe procedere attraverso gara, anche se nei giorni scorsi era emersa l'ipotesi di far transitare l'incarico a Invitalia (ex Sviluppo Italia).
Criteri e condizioni con cui lo Stato farà da "controgarante" saranno stabiliti con un decreto del ministero dell'Economia che dovrà valutare la compatibilità con le regole di Basilea 2 e i criteri di ponderazione per i Confidi. Primi apprezzamenti dalle imprese, ma restano diversi punti aperti. Il rifinanziamento è per un «massimo» di 450 milioni ma è «subordinato alla verifica della provenienza delle risorse», da individuare nelle revoche degli incentivi concessi con la legge 488. Il tutto «fermo restando il limite degli effetti stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto». Insomma, il potenziamento finanziario che dovrebbe portare il Fondo a 600 milioni (150 sono già disponibili e derivano dal Fondo finanza d'impresa) è ancora sub iudice. Anche la "controgaranzia" statale, si sottolinea nel decreto, è vincolata alle disponibilità del bilancio dello Stato.
Dal testo dell'art.11 traspare la non facile ricerca di un punto d'incontro tra le istanze degli stakeholder (Governo, banche, confidi). Non è arrivata la panacea che forse qualcuno si aspettava (garanzia statale per tutti alle condizioni del Fondo centrale di oggi) e non c'è copertura certa del grosso del rifinanziamento. Per contro, si aprono discorsi interessanti.
Le parole scritte dicono della volontà di potenziare lo strumento, di destinarlo ai confidi per almeno il 30%, di introdurre sotto condizioni la garanzia statale, il tutto condito dai molteplici intralci regolamentari e contabili che si devono superare per farlo. Le intenzioni espresse tra le righe prospettano un Fondo centrale come piattaforma nazionale di supporto al credito alle Pmi, utilizzabile per iniziative cofinanziate o cogarantite da altri soggetti: banche, regioni, altri enti pubblici, come le Camere di commercio (penso io), SACE.
Sulla piattaforma si gioca la partita più importante. €600mn sono tanti, ma divisi per 20 regioni fanno in media €30mn per ciascuna, non molto di più di quanto singole regioni stanno stanziando per il sostegno ai confidi. E non aspettiamoci molta generosità sui plafond di garanzia statale, né diamo per scontato che sarà gratis.
Già, ma quali saranno i modelli di governance e di gestione del nuovo Fondo piattaforma? Attenzione, ciò non equivale a chiedersi: "Chi sarà il nuovo gestore?".
Luca
Fri 28 Nov 2008, 10:53 PM - Stampa
Fresco di e-mail, vi segnalo questo provvedimento della Banca d'Italia del 25 novembre 2008 Computabilità di contributi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi. Cito alcuni passaggi chiari ma non semplicistici:
I fondi pubblici attribuiti ai confidi, tuttavia, spesso presentano vincoli di destinazione (di natura territoriale; riferiti a particolari tipologie di investimento ovvero a specifiche finalità; relativi a specifiche classi dimensionali di imprese; ecc.) che li rendono non pienamente disponibili in quanto utilizzabili soltanto a copertura delle perdite che si manifestano su determinati portafogli di attività e non su tutte le perdite aziendali. In altri casi, i fondi sono assegnati al confidi in semplice gestione (ad esempio, fondi antiusura assegnati ai sensi della legge n. 108/96 e relative disposizioni di attuazione). In tutte le predette ipotesi, i fondi non sono computabili nel patrimonio di vigilanza.
Ciò considerato, l’inclusione dei fondi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi non può essere riconosciuta in via generale ma è valutata dalla Banca d’Italia – nell’esame delle istanze per l’iscrizione nell’elenco speciale o per la costituzione di una banca di garanzia collettiva – previa verifica, caso per caso, della circostanza che detti fondi non siano assegnati in gestione nonché dell’effettiva assenza di vincoli di destinazione, anche sulla base del contenuto delle attestazioni allo scopo rilasciate dall’ente pubblico erogante.
Si ha peraltro presente il disposto dell’art. 1, comma 134, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008), che, nel consentire ai confidi di imputare a fondo consortile, capitale sociale o apposita riserva i fondi rischi e gli altri fondi o riserve patrimoniali costituiti da contributi dello Stato, delle Regioni e di altri enti pubblici, esistenti alla data del 30 giugno 2007, ha espressamente e ope legis eliminato ogni preesistente vincolo di destinazione su detti fondi.
Pertanto, in relazione ai fondi contabilizzati nel bilancio del confidi alla data del 30 giugno 2007 in conformità della citata previsione di legge, non saranno necessarie la preventiva verifica dell’assenza di vincoli di destinazione né apposite attestazioni dell’ente erogante ai fini della valutazione circa la computabilità nel patrimonio di vigilanza. La Banca d’Italia valuterà, in ogni caso, che detti fondi siano effettivamente di pertinenza del confidi, e in particolare che non si tratti di somme per le quali l’intermediario svolge esclusivamente un servizio di gestione per conto dell’ente erogante.
I fondi di origine europea (ad esempio i fondi DOCUP) sono poi menzionati come esempio di fondi con vincoli di destinazione che sono sottratti all'applicazione del citato articolo della finanziaria 2008, non essendo fondi "dello Stato, delle Regioni e di altri enti pubblici". Tali fondi potrebbero essere rendicontati solo per gli eventuali residui post-rendicontazione che fossero lasciati nella disponibilità dell'ente territoriale erogante e da questo conferiti a titolo definitivo al confidi.

Luca
Fri 28 Nov 2008, 10:32 PM - Stampa
Sulle politiche anti-crisi degli USA si trovano tonnellate di analisi brillanti in rete, penso di non aggiungere valore dicendo qui la mia (meglio che mi dedichi a questioni più prossime e più trascurate). Mi asterrò dal commentare, dunque, e mi limiterà a segnalare cose interessanti, come questi tre pezzi: una nota di Bloomberg sul rimbalzo della Borsa statunitense; un articolo dell'Economist sulle azioni congiunte di Tesoro (Henry Paulson), Federal Reserve System (Ben Bernanke e Timothy Geithner) e FDIC per combattere il deleveraging del credito negli USA. Roba che magnano l'americani, roba sana, sostanziosa ...; a seguire, sempre dall'Economist, una lettura delle azioni più caute e forbite dell'Unione Europea.

Luca
Fri 28 Nov 2008, 05:38 PM - Stampa
Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria ha lanciato oggi il processo di consultazione sul tema Supervisory guidance for assessing banks' financial instrument fair value practices (link alla pagina del sito bis.org).
Le linee guida traducono una delle raccomandazioni chiave del Rapporto pubblicato dal Financial Stability Forum nell'aprile 2008 Enhancing Market and Institutional Resilience, di cui è stato pubblicato un follow-up in ottobre.
I principi su cui si basano le linee guida del Comitato di Basilea includono: forti processi di governance delle valutazioni; uso di input affidabili da fonti differenti; processi di verifica e validazione indipendente; comunicazione delle incertezze sulla valutazione agli stakeholder interni ed esterni; coerenza delle pratiche di valutazione per il risk management e il reporting; forte vigilanza delle autorità di controllo sulle pratiche di valutazione delle banche.
I commenti al paper possono essere inviati per e-mail a baselcommittee@bis.org entro il 6 febbraio 2009.

Luca
Fri 28 Nov 2008, 04:29 PM - Stampa
Leggendo dal sito del Sole 24 ore i primi resoconti del piano anti-crisi del Governo troviamo un focus sugli aiuti alle famiglie e misure fiscali (acconti ridotti, IRAP parzialmente deducibile, rimborsi IVA, studi di settore), che non sto a commnetare. Per quanto riguarda il credito alle imprese, si conferma la possibilità per ministero dell'Economia di sottoscrivere fino a tutto il 2009 i bond che le banche quotate emetteranno per rafforzare il loro patrimonio di vigilanza. Si tratterà di obbligazioni convertibili in azioni su richiesta della banca che avrà anche la facoltà di rimborso o riscatto, previa autorizzazione della Banca d'Italia. Il Governo varerà inoltre un osservatorio economico in tutte le prefetture, con il concorso delle associazioni datoriali, per verificare che le banche diano adeguato sostegno al sistema economico, impiegando in prestiti l'abbondante liquidità che possono ottenere dalla Banca Centrale Europea. Nel caso dei mutui alle famiglie, si fissano tetti agli aumenti dei tassi variabili addebitabili ai debitori (un problema che al momento non si pone), e si prevede (auspicio? incentivo? obbligo?) che le nuove erogazioni siano indicizzate al tasso Refi (tasso obiettivo delle operazioni di rifinanziamento principale) della BCE e non al più oneroso Euribor.
Non ho trovato accenno nei comunicati all'annunciato rafforzamento del Fondo centrale di garanzia per le Pmi. Di questo parlava un articolo pubblicato ieri a pag. 24, sempre dal Sole (non l'ho trovato online). L'articolista, a firma C.Fo., parlava di "ultime frenetiche consultazioni" volte a fermare le bocce ancora in movimento su diversi punti essenziali. Primo: meccanismi per consentire ai confidi di utilizzare al meglio il Fondo centrale (penso si riferisca alla concessione della ponderazione zero grazie alla garanzia di ultima istanza dello Stato). Secondo: soggetto gestore, che rimarrebbe pro-tempore il Mediocredito Centrale (gradito agli attuali utenti), ma potrebbe poi diventare Invitalia (ex Sviluppo Italia). Terzo: entità della dotazione, con una richiesta di €650mn di rifinanziamento chiesti da ABI e Confindustria a fronte di disponibilità ancora incerte e in continua limatura (senza nuovi apporti il Fondo sarebbe ridotto "al lumicino" con disponibilità residue impegnabili di soli €12mn).
Non mi fa ben sperare il processo seguito per riformare questo importante strumento, che allo stato è l'unica misura nazionale giocata contro la crisi a sostegno del credito alle Pmi. Non diversamente da quello che vedo in diversi programmi regionali, le imprese premono per fare qualcosa, e presto, ma i fondi pubblici non sono abbastanza, o si ha paura di versarli in buchi già aperti, o comunque di esaurirli subito, accontentando pochi (scelti con criteri da definire) e lasciando una coda di insoddisfatti (a ragione).
E se non bastasse dubbi di ogni genere sull'adeguatezza strutturale degli strumenti: procedure non automatizzate, vaga classificazione del rischio, inefficacia per Basilea 2, incertezza sui regimi di aiuto, pricing troppo generoso o troppo opaco. Remore a non finire, su aspetti contingenti e strutturali, ostacoli politici e tecnici, interessi generali e particolari.
Se qualcuno vede riapparire il capitolo Fondo centrale nei comunicati dell'Esecutivo, ce lo faccia sapere e rettificheremo volentieri.

Luca

PS (un'ora dopo) Idea: perché non avviare un processo di consultazione trasparente (stile Comitato di Basilea) sulla riprogettazione del Fondo, partendo da un documento tecnico che analizzi compiutamente tuti i problemi sopra richiamati? Chi ha commenti e controproposte dirà liberamente la sua. In questa situazione, agire in logica di emergenza significa stare fermi.

PS 29/11 sera Come si vede dal commento di Bartolo, il Fondo è riapparso, ho dedicato alla norma relativa un apposito post.
Fri 28 Nov 2008, 10:03 AM - Stampa
Come commentavo qui, il piano anti-crisi della Commissione Europea non è rivoluzionario, ma non per questo va trascurato, specialmente da parte dei Ministeri e delle Regioni che pilotano l'impiego dei fondi strutturali. Grazie alle facilitazioni annunciate ieri a Bruxelles, le risorse dei Piani Obiettivo 2007-2013 e i fondi FAS, e i residui dei fondi strutturali 2000-2006 a rischio di richiamo, potranno essere anticipate, acquisite e spese più rapidamente, come ricorda questo articolo del Sussidiario.net. E direi che è il caso di farlo in fretta. Certo, se si fosse già provveduto a razionalizzare i fondi di garanzia, le metodologie di calcolo degli aiuti di Stato, a altre partite, sarebbe tutto più facile.

Luca
Thu 27 Nov 2008, 22.27 - Stampa
Anche Bloomberg commenta i nuovi modelli di consumo di chi non può spendere, o non si fida. Boom dell'intrattenimento a domicilio, del noleggio/vendita di DVD e videogiochi, dei social network forieri di amicizie più o meno virtuali. Meno uscite al cinema e al ristorante.
Con i miei inviti a uscire la sera rivolti qui e qui sono in controtendenza. Non sono fautore del consumismo come rimedio ingenuo alla crisi. Mi piacerebbe che si diffondessero nuovi stili di consumo e di impiego del tempo libero che diano un conforto e un aiuto contro la solitudine e lo scoraggiamento, mali endemici che di questi tempi colpiscono con più durezza un maggior numero di persone.
Un po' di deflazione sui prezzi della ristorazione e dell'intrattenimento potrebbe aiutare. Se il mercato fallisse, largo alla libera iniziativa dei cittadini. Cori, balli in piazza, ogni genere di raduno amichevole. L'Associazione Alpini non farebbe mancare un vin brulé (anche questa è protezione civile).
Meno YouTube e più maxi-schermi per video autoprodotti: interviste ai giornalisti di Annozero che fanno la spesa. "Anche tu all'Ipermercato, non ti puoi permettere più il biologico e l'equo-solidale, che prodotti tristi hai nel carrello". Non per contrappasso, soltanto per reciprocità. Attenzione, però, sono sucettibili.

Luca
Thu 27 Nov 2008, 06:33 PM - Stampa
Riprendo da questa agenzia
Genova, 27 nov. (Apcom) - La giunta regionale della Liguria, presieduta da Claudio Burlando, per fronteggiare la crisi economica ha deliberato oggi una operazione finanziaria straordinaria a favore delle imprese per un importo di 150 milioni di euro. Il finanziamento dovrebbe attivare investimenti complessivi da parte delle imprese per 560 milioni di euro. La manovra finanziaria sarà effettuata tramite la Filse (la finanziaria regionale) e dovrebbe concludersi entro il marzo 2009.
Una prima tranche del finanziamento, pari a 29 milioni di euro è legata a bandi già in corso e servirà per finanziare contributi a fondo perduto a piccole e medie imprese, anche di nuova costituzione, e di tutte le tipologie commerciali. Altri 35 milioni di euro, recuperati dai residui passivi dei finanziamenti comunitari, saranno assegnati a fondo perduto e in conto interessi a piccole e medie imprese industriali ed artigiane.
Saranno poi finanziati nuovi bandi per 79 milioni di euro per finanziare investinmenti innovativi,l'internazionalizzazione delle aziende, qualità e sicurezza del lavoro nelle imprese artigiane, commerciali e turistiche. Verrà potenziato il sistema dei Confidi con 2 milioni di euro il che dovrebbe permettere garanzie aggiuntive per 30 milioni di euro consentendo così l'erogazione di ulteriori 60 milioni di finanziamenti.
Infine Ligurcapital (controllata Filse) potrà aumentare di 5 milioni di euro le sue partecipazioni nel capitale di società private. Tutte queste operazioni dovrebbero essere concluse entro la fine di marzo 2009 quando a sua volta entreranno in funzione parte delle misure di sostegno alle imprese previste dal Piano operativo regionale 2007-2013, e quindi scaglionate nel corso degli anni, per un ammontare complessivo di 508 milioni di euro.
Luca
Thu 27 Nov 2008, 00.45 - Stampa
La crisi ha messo in ombra i progetti di aggrgegazione tra confidi, che non si fermano: ecco le novità dalla Valle d'Aosta.
CREDITO:INTESA A 3 PER CREAZIONE MAXI-CONFIDI IN VAL D'AOSTA
(ANSA) - AOSTA, 25 NOV - In vista di un accorpamento o di una fusione, che consentirà la creazione di un maxi-consorzio di garanzia fidi in Valle d'Aosta, i presidenti dei Confidi Commercio turismo e servizi (Cts), Albergatori e Agricoltori hanno sottoscritto un protocollo di intesa.
L'operazione, formalizzata lo scorso 18 novembre, ma presentata oggi alla stampa, dovrebbe portare alla costituzione di un soggetto finanziario con 2.500 soci, un patrimonio di 16,5 milioni di euro, un fondo rischi di 12 mln e uno stock affidamenti di 100 mln di euro. "Potremo così - hanno spiegato Pierluigi Genta (Cts), Pericle Calgaro (Albergatori) e Angelo Laniece (Agricoltori), in una conferenza stampa - relazionarci con le banche con un voce sola, avendo un maggiore peso e sperando di ottenere, tra l'altro, tassi e condizioni bancarie più vantaggiosi". [...]
I tre Confidi - secondo quanto si è appreso oggi - non escludono, nel prossimo futuro, un'allargamento dell'alleanza al consorzio espressione di Confindustria. Tale coinvolgimento è stato solo rimandato per evitare il superamento della soglia di patrimonializzazione, individuata dalla Banca d'Italia, che avrebbe comportato la qualificazione del consorzio come 'intermediario finanziario', con un aggravio di procedure. "Intendiamo fare un passo alla volta - hanno evidenziato i tre presidenti - per raggiungere la vetta con il passo da montagna".
... e in vetta la Vigilanza ci arriva col fiatone!
Luca
Wed 26 Nov 2008, 23.34 - Stampa
Oggi il presidente della Commissione Europea Barroso ha annunciato un insieme di azioni coordinate a lilvello europeo per contrastare la crisi finanziaria e le sue ricadute reali. Trovate i documenti sul sito del Presidente Barroso (non c'è la versione italiana), in particolare la Comunicazione sugli obiettivi e le azioni del Piano. Stralcio i passaggi che riguardano le Pmi.
Il Piano intende migliorare l'accesso delle Pmi ai finanziamenti. La BEI ha impostato un programma di prestiti alle Pmi per €30md nel 2008-2011. In aggiunta, la BEI conferirà al FEI €1md per una linea di finanziamenti mezzanini. Lo stesso FEI dovrà accelerare l'attuazione degli strumenti finanziari nel quadro del CIP (Competitivness and Innovation programme).
Nel frattempo, si auspica che gli stati membri sfruttino al massimo le nuove regole sugli aiuti di Stato, in ispecie quelle che riguardano le Pmi [garanzie comprese]. Per dare assistenza, la Commissione avvierà un programma di semplificazione per decidere più velocemente sugli aiuti notificati.
In aggiunta, la Commissione faciliterà agli Stati Membri la concessione di certi aiuti alle Pmi (ad esempio, prestiti ad investimenti per adeguarsi ai nuovi standard comunitari di protezione ambientale). Analogamente, non sarà ridotto l'impegno di finanziamento della ricerca, che nelle fasi di crisi svolge una funzione anticiclica, ma non solo, può produrre importanti progressi delle tecnologie e delle conoscenze.
Il Piano contiene anche misure concrete e specifiche per ridurre gli oneri amministrativi sulle imprese, migliorare i loro flussi di cassa e aiutare più persone a diventare imprenditori. Queste misure si basano sul Small Business Act e includono: garanzia di poter aprire una nuova impresa in un massimo di 3 giorni; eliminare l'obbligo per le micro-imprese del bilancio annuale (con €7md di risparmio) [e se le banche glielo chiedono?]; pagamento dei fornitori della Pubblica Amministrazione entro un mese.
Non mancano le buone intenzioni. Il piano giudica importante che le banche riprendano a svolgere il loro ruolo nell'economia: fornire liquidità e sostenere gli investimenti. Gli Stati Membri devono far leva sul determinante sostegno finanziario offerto alle banche per incoraggiare il ritorno alla normalità nell'attività di prestito e per assicurare che i tagli dei tassi di intervento delle banche centrali siano passati ai debitori. Questo è affare degli Stati membri. Tuttavia, la Commissione ne terrà conto quando le sarà chiesto di esaminare gli aiuti pubblici alle banche.
Un breve commento: non trovo del Piano novità radicali rispetto alle politiche strutturali già in atto. Non siamo a Washington, nessun missile balistico lanciato, Bruxelles schiera in parata i reparti logistici. Non dispiacerà alle banche la provvista dedicata della BEI. Interessante il rilancio dei programmi FEI sui mezzanini, passo verso la ricapitalizzazione delle Pmi: occorre prepararsi, fare molte centinaia di operazioni, non poche decine come adesso. Il piatto forte del Piano è lo stimolo fiscale tempestivo, focalizzato e temporaneo pari in media all'1,5% del PIL. Il grosso delle risorse (1,2%) sarà a carico degli Stati, la Commissione metterà mediamente lo 0,3% del PIL. La palla torna a Roma e in tutti i capoluoghi di Regione.

Luca
Tue 25 Nov 2008, 11:48 PM - Stampa
Un articolo del Sole 24 ore annuncia oggi l'imminente firma del Ministro Scajola sul DPCM che rende operativo il deposito dei bilanci XBRL. Lo anticipavo qui. Subito sale la temperatura tra gli addetti ai lavori. Alle 15.35 mi chiama Maria Luisa Giachetti dell'ABI che ha seguito il progetto dall'inizio. E' subissata di telefonate che chiedono lumi su questo nuovo linguaggio. Basteranno quattro mesi per produrre il documento di bilancio XBRL? Ci sono strumenti software? Calma, calma, il decreto non cade dal cielo come un meteorite. C'è stato un lungo lavoro di preparazione e sperimentazione. In attesa della ricca informativa aggiornata che sarà fornita dopo la pubblicazione del decreto, vi rinvio alle pagine XBRL del sito Infocamere che spiegano quasi tutto quello che c'è da sapere sugli adempimenti che saranno introdotti dal Decreto. Se siete ancora più curiosi, scaricate, se non li conoscete già, i nostri paper sull'argomento.

Luca
Tue 25 Nov 2008, 23.04 - Stampa
Oggi il Federal Reserve Board ha fatto due annunci per complessivi $800md.
Il primo riguarda un piano di acquisto delle obbligazioni dirette ($100md) e delle mortgage-backed securities ($600md) delle agenzie ipotecarie (ormai al 100% pubbliche) Fannie Mae, Freddie Mac, Federal Home Loan Banks e Ginnie Mae. Questa azione intende aumentare la disponibilità di credito all'edilizia residenziale e contenere gli spread che si sono fortemente allargati.
Il secondo ha per oggetto il Term Asset-Backed Securities Loan Facility (TALF), un programma di finanziamento ai detentori di asset-backed securities AAA correlate a prestiti, nuovi o da poco erogati, su carte di credito, a studenti, acquisto auto, a imprese garantite dalla Small Business Administration. Sarà la New York Fed ad erogare il prestito per importi commisurati al valore di mercato delle ABS meno un scarto, applicando una non-recourse fee. I prenditori pagheranno uno spread sul tasso OIS a un anno fissato con un asta competitiva. La stessa NY Fed potrà subire perdite sul prestito (che è non-recourse come quello concesso a Citigroup), e il Tesoro le potrà coprire fino a $20md con i fondi TARP. Trovate i dettagli qui.
La Fed precisa che non fa questo per liberare liquidità, ma per abbattere i credit spread che sono cresciuti oltre ogni ragionevolezza, con tranche AAA che rendono dal 5% al 9% più dei titoli di Stato. Tripla A, market value: non erano diventati concetti elusivi nel mercato delle ABS?

Luca

PS 26/11 Interessanti questi commenti da Bloomberg. Tra gli altri, Micheal Darda, economista del fondo MKM Partners di Greenwich, Connecticut, dice che si rischia di "sputare controvento", con le banche restie a fare prestiti con default troppo probabile, gli $800md di rifinaziamento dei prestiti liberano liquidità che potrebbe tornare depositata presso la Fed.
Tue 25 Nov 2008, 04:30 PM - Stampa
Lorenzo Gai mi informa di un interessante convegno organizzato da lui con Università di Firenze e RES Consulting su "La nuova attività dei Confidi". L'iniziativa di tiene dopodomani 27 novembre a Firenze presso la Facoltà di economia e ha già raccolto 130 adesioni. Per informazioni e iscrizioni (€150+IVA) andate qui. Ottimo panel di relatori: oltre a Gai, Cinque (Banca d'Italia), Villa (Assoconfidi), Carpinella (KPMG), Varrati (ABI), Consolati (FedartFidi), Gelfi (ConfidiOnLine), Turio (CRFirenze), Troiani (Artigiancassa), Cocchieri (Unicredit), Giacalone (Banca IMI) e l'on. Fluvi.

Luca
Tue 25 Nov 2008, 10:54 AM - Stampa
Leggete dal Sole 24 ore questo giudizio di Luigi Zingales, professore di finanza a Chicago, sul salvataggio di Citigroup. Ne parlavo qui. Sentite questo passaggio dell'articolo:
[...] con il suo comportamento il Governo di Washington ha minato le regole fondamentali del capitalismo e trasformato la Borsa in una ricevitoria di scommesse sulle azioni del Governo. Ha minato le regole perché ha deciso i salvataggi non i base a criteri di merito, ma nell'ipotesi più generosa a caso, e in quella più maligna sulla base delle simpatie personali. E ha trasformato la Borsa in una casa da gioco perché qualsiasi analisi fondamentale sui titoli viene stravolta dalle azioni di un Governo che cambia le sue decisioni una volta alla settimana. Non conta chi ha gestito il suo patrimonio in maniera oculata. Chi è stato prudente. Chi non ha assunto rischi in modo eccessivo. Conta chi è nei favori del potere politico.
In effetti leggendo i blog finaziari (ne raccomando diversi qui a sinistra) si ha l'idea della rete di conoscenze nell'ambito della community finanziaria statunitense: stessi dottorati, esperienze di lavoro condivise tra Fondo Monetario, Tesoro, Fed, Wall Street. E gli amici si vedono nel momento del bisogno. Comprendo l'indignazione di Zingales, ma non credo, come fa lui, che sarebbe meglio gestire questa crisi con gli strumenti ordinari (intervento della FDIC a favore dei soli depositanti) e in modo trasparente, con i mercati finanziari che continuano a svolgere la loro funzione. Se le perdite venissero fuori per quello che realmente sono (ammesso che sia possibile una stima equa) il sistema imploderebbe. Il Governo statunitense e il suo entourage combattono alla giornata.
La bolla immobiliare e finanziaria, gonfiandosi, ha prodotto terrificanti e iniqui trasferimenti di ricchezza. Sgonfiandosi, purtroppo, farà succedere la stessa cosa, non importa se per mano dei governi e in nome della stabilità e del benessere collettivo.

Luca
Tue 25 Nov 2008, 10:24 AM - Stampa
Segnalo i siti web della Commissione Europea dove trovare informazioni aggiornate sulle azioni a favore delle piccole e medie imprese.
Sul sito personale del presidente Barroso c'è la pagina Credit crunch: the UE at work che riepiloga in ordine cronologico fatti, provvedimenti ed eventi di rilievo. In risposta alla crisi la Commissione auspica la pronta attuazione di Basilea 2, introdurrà controlli più severi sulle agenzie di rating e sui piani di incentivo dei manager bancari. Domani, 26 novembre, sarà annunciato un pacchetto di misure di breve periodo per sostenere le economie dei 27 paesi membri, in maniera coordinata con le azioni a livello nazionale. Il prossimo appuntamento è a Roma il 27 novembre presso l'ABI. Se leggete il programma, vedrete che i programmi di garanzia fanno la parte del leone, accanto a quelli di private equity.
Un'altra iniziativa sono gli SME finance days, convegni itineranti nei quali si presentano i programmi di aiuto agli investimenti e al credito, e in particolare il CIP (Competitiveness and Innovation Program) e le azioni del FEI.
Gli interventi si collegano allo Small Business Act, il piano teso a ridurre gli ostacoli burocratici e facilitare l’attività delle PMI, lanciato nel giugno 2008.

Luca
Mon 24 Nov 2008, 22.33 - Stampa
Barack Obama ha presentato oggi il team che governerà l'economia degli USA nel corso del suo mandato: Timothy Geithner sarà segretario al Tesoro, Lawrence Summers sarà il direttore economico della Casa Bianca, Peter Orszag sarà a capo dell'ufficio Budget del Congresso, con un posto di responsabilità nella gestione dei fondi a sostegno dell'economia e Christina Romer guiderà il Council of Economic Advisers (Cea). Tutti collaboreranno con il Presidente della Fed Ben Bernanke, in carica fino al 2010.
C'è una continuità tra il prima, il durante e il dopo nella gestione della crisi. Come commenta Bloomberg, Timothy Geithner, attuale presidente della Federal Reserve Bank of New York, è tra gli ispiratori degli interventi (Fannie e Freddie, AIG, WaMu, Wachovia) e dei non interventi (Lehman Brothers) di settembre e ottobre. La continuità ha radici più lontane, nelle politiche dell'amministrazione Clinton (in cui hanno servito Summers e lo stesso Geithner) quando ha aperto la fabbrica del credito abbondante per finalità sociali (casa, consumi). Oggi sono cambiati i ruoli tra attori pubblici e mercati, ma gli azionisti di controllo (e l'intellighenzia) sono rimasti gli stessi: il sistema della Federal Reserve, la comunità finanziaria di Wall Street, i grandi asset manager (sì, anche quelli degli alternative investments), i grandi economisti ortodossi, le istituzioni finanziarie internazionali, le agenzie di rating. La fabbrica lavora a pieno ritmo per ricollocare i suoi prodotti meno fortunati. Le strutture utilizzate per farlo non sono meno complicate di prima, pochi riescono a conteggiarne i costi. Il cliente questa volta è il Governo, e giurano che i nuovi prodotti bloccheranno la crisi, faranno ripartire l'economia e in più il contribuente ci guadagnerà.
C'è da fidarsi di queste persone? Non giudico la sincerità delle intenzioni, penso soltanto che continueranno ad aggredire un male grave con cure da cavallo sofisticate e mai testate sul campo, e produrranno complicanze anche gravi. Ingenuamente mi viene di sperare che noi, in Italia, siamo vaccinati, ma in realtà non saremo immuni dai danni collaterali. Anche noi abbiamo e avremo bisogno di cure. Spero che siano più semplici, più dirette.
Magari tra qualche mese gli Stati Uniti copieranno i nostri aiuti alle imprese e, loro tramite, alle banche. Il President-elect ha già copiato la promessa dei milioni di posti di lavoro.

Luca
Mon 24 Nov 2008, 03:18 PM - Stampa
Dopo il TARP e l'intervento straordinario in Citigroup, si sblocca l'altra forma di aiuto pubblico alle banche USA attraverso la FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation). Come riferisce Bloomberg, la FDIC ha modificato il Temporary Liquidity Guarantee Program varato in ottobre impegnandosi sul programma con full faith and credit del Governo USA e passando da una commissione minima una tantum dello 0,75% (gravosa per il debito a breve) ad una differenziata per la durata del debito emesso (fee annue pari a 0,5% fino a 184 giorni, 0,75% da 181 a 364 giorni, 1% sopra l'anno). Goldman Sachs e la stessa Citigroup dovrebbero guidare le emissioni garantite previste per più di $400md.
La garanzia FDIC procura all'emittente un rating "implicito" AAA e un coefficiente di rischio del 20% a fini di Vigilanza.

Luca
Mon 24 Nov 2008, 09:42 AM - Stampa
Oggi prima neve a Trento. L'ottimo vicino sig. Facchinelli, con angelica sollecitudine, ha puntualmente spalato alle ore 7.00 il vialetto della nostra schiera. A quel punto mi si poneva il solito angoscioso dilemma: come raggiungere la città dalla collina di Povo, dove abito? Tre le alternative: (a) prendere l'autobus, che però con la neve ritarda, (b) montare le catene, (c) rischiare e scendere senza catene (non uso gomme da neve, sarei sopraffatto dall'idea di cambiarle a inizio e fine stagione). Dopo vari ripensamenti, la pigrizia ha prevalso: opzione (c).
Le strade non erano del tutto pulite. Nel sobborgo di Povo erano percorribili, ma all'inizio della discesa di due Km che porta a Mesiano e da lì in città ho trovato una coda sospetta: il solito c..ne che scende senza catene o gomme da neve, con l'ABS non riesce a frenare, prende paura, si ferma sul lato e blocca il traffico (ho pensato). Non era certo il caso di fare la stessa figura, e sono tornato nel garage di casa a montare il rudimentale ma efficace rimedio. Con qualche slittamento sull'ultima curva in leggera salita, mi sono posizionato in piano e ho eseguito l'operazione in tempi accettabili (a quando le catene in materiale termico anticongelamento?).
Scendendo verso la città al volante delle smefinmobile "messa in sicurezza" ho capito una volta di più che le regole di prevenzione dei rischi devono essere applicate prima di essere in situazione di pericolo. Se le banche avessero applicato questo saggio principio non avrebbero tirato troppo la corda con i rischi dei loro trading book.

Luca
Sun 23 Nov 2008, 16.02 - Stampa
Il TARP (Troubled Asset Relief Program), piano da $700md del Tesoro USA, doveva essere l'azione risolutiva contro la crisi bancaria. Inizialmente, come dice il nome, il TARP doveva portare pulizia negli attivi delle banche, rilevando titoli tossici. Molti hanno criticato il segretario Paulson per questa impostazione, accusata di fare regali alle banche e di essere inefficiente per il fatto di immobilizzare denaro pubblico nell'acquisto di attivi illiquidi dal valore incerto. I 700 miliardi rischiavano di finire in fretta, andare a pochi e contro prezzi poco affidabili. I prezzi applicati avrebbero comunque rappresentato un benchmark per svalutare le posizioni rimaste agli investitori, facendo emergere perdere preoccupanti.
Accogliendo queste obiezioni, il Governo ha riconvertito una larga fetta del piano verso un Capital Purchase Program (CPP) da $250md: meglio iniezioni di patrimonio (supplementare) che acquisti di asset, si è pensato, per far leva sulle risorse pubbliche e affermare la volontà dello Stato di proteggere la solvibilità delle banche USA. Come riporta questo articolo di Risk il Tesoro ha già impegnato $180md su $250md del CPP. Oltre che alle nove banche principali, sono andati a 75 banche statali e savings and loan associations. Altre 92 hanno presentato domanda per $9,2md. Tra i beneficiari anche il gruppo American Express e tre assicuratori i quali, per essere ammessi, si sono riqualificati come holding di savings and loan associations acquisendo società del settore. Il gruppo assicurativo olandese Aegon, che ha già ottenuto €3md dal suo Governo, sta pensando di fare la stessa cosa per bussare alla porta del TARP.
Il mercato delle ABS e delle CDO non ha gradito il cambio di destinazione: per l'Economist The TARP Trap ha prima illuso poi disilluso i mercati che avrebbero beneficiato del piano nella sua prima versione, facendo impennare i credit spread sulle ABS legate a mutui residenziali e commerciali. Una column di Caroline Baum su Bloomberg dà voce allo sconcerto degli operatori per il ripensamento di Paulson.
Il problema di fondo è che questi mega-interventi non sono la cura. I Governi (spalleggiati dalle istituzioni internazionali) non possono stare senza far nulla, e devono sparare alto per rinsaldare la fiducia dei mercati e dei cittadini. Decine o centinaia di miliardi statali non guariscono all'istante gli squilibri accumulati nei bilanci delle banche, delle famiglie e delle imprese, che cùbano cifre incerte, probabilmente di un ordine di grandezza superiore. Senza questi interventi il sistema avrebbe rischiato il collasso. Per la guarigione ci vorrà tempo. E' sempre difficile assegnare forti trasferimenti di denaro pubblico a operatori in difficoltà, gestendo la coda delle richieste in maniera equa ed efficiente. Quando l'aiuto è massiccio, come nel caso del TARP, le richieste arrivano da tutto il mondo tramite gruppi cross-border, e vanno per forza in overbooking.
Se in Italia le banche non corrono rischi immediati, allora è molto meglio puntare sul sostegno finanziario dell'economia reale, come pare intenda fare il nostro Governo (conosceremo i dettagli in settimana).

Luca
PS 24/11 mattina e sera: Annuncio del piano di sostegno di Citigroup, che la scorsa settimana ha perso il 60% del suo valore di Borsa; il Governo USA garantirà, attraverso il Tesoro e la FDIC, $306md di mutui in sofferenza e altre attività e immetterà altri $20md di liquidità che si aggiungono ai $25md conferiti il mese scorso nell'ambito del TARP-CPP di cui sopra. In cambio otterrà $27md di preferred shares (di cui $7md in conto commmissioni di garanzia) con dividendo dell'8%. L'intervento di oggi ha una struttura molto complessa, tesa ad evitare l'eccessiva diluizione delle azioni in essere. Trovate da questo documento della FDIC i dettagli del piano. Il Governo copre il 90% del rischio di seconda perdita (fino a $5md, a carico del Tesoro sui fondi TARP) e terza perdita (a carico di FDIC fino a $10md) sul portafoglio di crediti immobiliari. La first loss grava su Citigroup fino a un cap uguale alle rettifiche di valore già imputate + $29md. Pare roba da poco, perché tutto questo clamore? Aspettate: la parte rimanente del pool di crediti da $300md è finanziato con fondi della Federal Reserve non recourse (dovuti nei limiti dei flussi e del valore di recupero del pool stesso, come dire pro soluto) remunerati al tasso overnight + 3%; tali interessi sono dovuti da Citigroup fuori dalla clausola non recourse. Il TARP rinasce con discrezione dalle sue ceneri e mette su casa nel bilancio della Fed.
Altre tutele per il Governo: riduzione dei dividendi distribuiti e warrant inclusi nelle preferred shares. In crisi come questa il contingency planning non serve molto, il contingency management è tutto.
Sun 23 Nov 2008, 03:37 PM - Stampa
Jaime Caruana, già Governatore della Banca di Spagna, Chairman dal 2003 al 2006 del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e attualmente Financial Counsellor to the Managing Director e Director of the Monetary and Capital Markets Department del Fondo Monetario Internazionale, è stato nominato General Manager della Banca dei Regolamenti Internazionali per cinque anni. In precedenza Caruana è stato direttore generale del Ministero del Tesoro spagnolo e, prima ancora, direttore di società di servizi di investimento e di gestione di fondi.

Luca
Sun 23 Nov 2008, 05.34 - Stampa
Dal ns. quasi omomimo aleablog.com riprendo il link al paper di Antje Berndt e Anurag Gupta su "Moral Hazard and Adverse Selection in the Originate-to-Distribute Model of Bank Credit". Dati alla mano, gli autori dimostrano che i prestiti venduti sul mercato secondario, nei tre anni dopo la cessione rendono meno degli altri prestiti bancari con una differenza negativa tra l'8 e il 14% annuo. Se ne deduce che lo sviluppo di questi mercati può essere socialmente indesiderabile. Per sanare i problemi di selezione avversa e azzardo morale, propongono di limitare le vendite di prestiti, aumentare l'informativa, e istitutire un mercato regolamentato con una clearing house.

Luca
Sun 23 Nov 2008, 04:27 AM - Stampa
La Keidanren, federazione delle associazioni datoriali giapponesi, ha lanciato un appello ai lavoratori giapponesi contro la crisi, ripreso da Bloomberg:
Nov. 21 (Bloomberg) -- Keidanren, Japan's biggest business organization, is worried the nation's workers aren't having enough sex.
The group urged its 1,632 member companies to start so- called family weeks that give employees more time for playing with the kids and having more children to reverse a declining birth rate. A survey by Japan's Family Planning Association of about 3,000 married people under age 49 shows couples are having less sex because long work days leave them with too little energy.
In a country where people over 65 will outnumber children two-to-one in five years, companies say they eventually won't have enough workers. Japan's birth rate has been falling since 1972 and threatens to shrink the labor force 16 percent by 2030 from 66.6 million workers in 2006, according to the health ministry.
"Più bambini contro la crisi", un'idea che giriamo a Confindustria, Confapi, Confartigianato e CNA. E prima portate a cena fuori vostra moglie (anche per far felici Confcommercio e Confesercenti). Fatelo comunque, anche se avete già contribuito alla demografia del Paese. Ristoranti affollati, tavolate di imprenditori gagliardi (altro mio auspicio), e tavoli da due con mogli e mariti di tutte le età desiderosi di ritrovarsi. Uno spettacolo che a vederlo uno si domanderà: "ma cos'è questa crisi?"

Luca
Sat 22 Nov 2008, 04:42 PM - Stampa
L'Economist di questa settimana così titola l'editoriale di apertura: All you need is cash, e approfondisce il concetto in un bell'articolo di finanza applicata. Ad aver disperato bisogno di cash sono le imprese, che devono affrontare una recessione minacciosa. Gli azionisti ora apprezzano le società che accumulano abbondanti riserve liquide, fino a ieri sospettate di inefficienza. L'articolo passa in rassegna i rimedi alla carenza di liquidità. Non ci si può fidare del rinnovo (o della non revoca) delle linee di credito in essere. Per sicurezza, le aziende con margini inutilizzati stanno tirando sulle facilities per avere soldi direttamente sul conto. Per fare cassa si può intervenire sui cicli produttivi e monetari, razionalizzando il circolante (prima di tutto il magazzino). Ci si può alleggerire delle partecipazioni non strategiche, se hanno un mercato. Ci si può arrangiare in maniera più antipatica, spremendo i fornitori, o meno coraggiosa, licenziando il personale e tagliando i budget di investimento.
Mi è piaciuto dell'articolo l'invito a non mollare, se non dopo aver esplorato tutte le possibilità di riorganizzare il proprio business. Le crisi sono periodi di grandi opportunità, che premiano chi è capace di cogliere gusti e bisogni che si modificano drammaticamente. E' proprio il tempo delle strade nuove, delle soluzioni costruite con tentativi pazienti, sfruttando la non breve durata del periodo di crisi. Questo vale anche per la gestione della tesoreria e della finanza di un'impresa: quando la liquidità è preziosa, bisogna gestirla bene, ma le soluzioni non le può trovare la singola impresa. Mi riprometto di esplorare questo tema nelle prossime settimane.

Luca
Fri 21 Nov 2008, 17.38 - Stampa
Dal sito della Banca d'Italia:
9-11-2008
Il Direttorio ha approvato l'aggiornamento della normativa sulla Centrale dei Rischi. A partire dalle segnalazioni riferite a gennaio 2009 la soglia minima di censimento della Centrale dei rischi gestita dalla Banca d'Italia verrà ridotta da 75.000 € a 30.000 €. Le posizioni in sofferenza continueranno ad essere segnalate senza limite di importo.
Qui c'è il link alle disposizioni aggiornate: Testo integrale (aggiornato al 10 novembre 2008 - 11° aggiornamento) in vigore dal 1.1.2009.
Si riconduce ad unità il sistema di segnalazione dei rischi, inglobando le segnalazioni relative ai fidi di importo contenuto, prima gestite da una distinta Centrale gestita dalla SIA (come si anticipava qui). Con questo provvedimento, la CeRi può catturare la quasi totalità delle esposizioni verso imprese, comprese quelle retail. Anche le rilevazioni statistiche sui tassi di interesse e sui tassi di decadimento (di default), che si basano su fonte CeRi, potranno coprire in modo più accurato l'operatività con privati e piccole imprese. Mi auguro che ne derivi uno stimolo virtuoso alla trasparenza, ma non un'ulteriore accentuazione del peso attribuito ai moduli andamentali nei sistemi di rating.

Luca
Fri 21 Nov 2008, 09:58 AM - Stampa
Nel n. 10 di Bancaria è stao appena pubblicato un articolo di Claudio D'Auria dal titolo "Le sfide per i confidi alla luce della nuova normativa prudenziale". In maniera concisa ed efficace, l'autore presenta le sfide poste ai confidi dall'adeguamento alle Disposizioni di vigilanza (leggi trasformazione in 107), e invita ad accoglierle come un'opportunità di crescita dell'efficienza, stabilità ed economicità dei nuovi confidi.

Luca
Thu 20 Nov 2008, 21.08 - Stampa
Mi ha fatto piacere trovare sul Sole 24 un articolo di Nino Amadore, conosciuto al convegno di Taormina, dove si commenta un intervento di Alessandro Profumo ad un convegno della Fondazione Banco di Sicilia, a Palermo, in occasione della giornata mondiale della Filosofia sul tema "Finanza e economia: un circolo virtuoso". Ne cito un passaggio che tocca il tema, a me caro, dell'affiancamento alle imprese in crisi:
«È fondamentale – dice Profumo – che si stabilisca una metodologia chiara e ben definita nell'approccio alle aziende in difficoltà. Purtroppo il numero di imprese con difficoltà congiunturali andrà a crescere in maniera significativa. In molti casi bisognerà evitare che alle imprese sia data solo l'alternativa tra restare operative nelle forme attuali o trovarsi di fronte al rischio di diventare insolventi. Avviare, fin dalle prime evidenze di difficoltà, operazioni di reindirizzo e ristrutturazione è una necessità per evitare che i problemi emergano solo quando la situazione è del tutto deteriorata». E poi Profumo aggiunge: «Come banche ci troveremo sempre più spesso davanti a casi di aziende, magari molto rilevanti sul territorio - per aspetti occupazionali e per il ruolo economico del loro possibile indotto - ma in difficoltà. Ci troveremo nella posizione di scegliere se restare nell'azienda, assumendo rischi economici crescenti, o uscirne, al limite decretandone la chiusura, con gli elevati rischi, per tutte le aree di riferimento, che ci si possono attendere».
Per l'amministratore delegato di Unicredit serve «un'azione comune che avvii un ragionamento senza pregiudizi, per impostare sin da subito una metodologia di gestione di questi casi che preveda una quantificazione chiara dei rischi e benefici di ogni operazione singola, ma anche un impegno, quando possibile, a garantire la continuità di impresa. Ciò vuol dire anche fare cose che, come detto, in tempi normali sono da evitare, quali l'ingresso della banca nell'azionariato delle imprese - da attivarsi solo in casi particolari, su basi chiare, temporanee ed a condizioni certe - o il farsi promotori, in via diretta, di iniziative di ristrutturazione spesso alquanto complesse (vendita dell'azienda, chiusura di rami, separazioni di fasi produttive)».
Apprezzo questa disponibilità. Se si vogliono far seguire i fatti, occorre uno sforzo imponente per formare le persone capaci di questo affiancamento, nelle banche e tra i consulenti vicini all'impresa. E' un mestiere che molte banche, per la loro parte, hanno trascurato. Profumo ha ragione, la banca da sola non può farsi carico di queste situazioni. Le crisi richiedono scelte coraggiose e immaginative. Le recessioni durano a lungo quando grandi masse di credito sono catturate in situazioni irrecuperabili.
Nel nostro progetto smefin ci stiamo lavorando, chi è interessato provi a dare un'occhiata ai paper del WP04 sul crisis management.

Luca
Thu 20 Nov 2008, 05:57 PM - Stampa
Oggi sul sito della Banca dei regolamenti internazionali è stato diffuso un comunicato stampa del Presidente del Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria nel quale si elencano i punti chiave delle proposte di revisione del Framework. Il comunicato riprende il recente intervento di Wellink a Pechino al quale vi rinvio.

Luca
Thu 20 Nov 2008, 01:41 AM - Stampa
Da ieri è visionabile su confeserfidi.tv il video della mia presentazione sugli aiuti di Stato in forma di garanzia, registrato al recente convegno per il decennale Confeserfidi. Se volete seguire l'intervento con le slide, le trovate qui.
Grazie e Bartolo Mililli e al suo staff.

Luca
Thu 20 Nov 2008, 12:27 AM - Stampa
L'economista Raghuram Rajan, noto anche per i lavori in collaborazione con Luigi Zingales, ha parlato alla 5th ECB Central Banking Conference su The Global Roots of the Current Financial Crisis and its Implications for Regulation. Molto stimolante. Qui trovate le slide e qui il paper scritto con Anil Kashyap e Jeremy Stein.

Luca
Thu 20 Nov 2008, 00.12 - Stampa
Godetevi questi scambi di battute raccolti tra il 2006 e il 2007 tra il saggio Peter Schiff e vari brillantoni (tra cui l'economista Arthur Laffer). Peter Schiff è presidente di Euro Pacific Capital Inc., una brokerage firm con base a Darien, Connecticut.


Luca
Wed 19 Nov 2008, 23.49 - Stampa
Kiyoshi Ito, professore emerito dell'Università di Kyoto, è morto lunedì scorso all'età di 93 anni, come riferisce il Japan Times. Noto a tutti gli studiosi, e studenti, di option pricing per il "lemma di Ito", applicato da Black e Scholes per semplificare l'equazione differenziale stocastica del valore di una posizione in opzioni delta hedged. Onore a questo illustre studioso, che non si sarebbe mai immaginato di diventare il matematico più famoso di Wall Street.

Luca
Wed 19 Nov 2008, 11:26 AM - Stampa
Ho ricevuto oggi il volumetto Finanza e credito in Italia, di Francesco Cesarini e Giorgio Gobbi, pubblicato dal Mulino nella collana "Farsi un'idea". Mi ha fatto ricordare il Rapporto sul sistema finanziario e creditizio italiano curato dallo stesso Cesarini con Mario Monti e Carlo Scognamiglio all’inizio degli anni Ottanta per il Ministero del Tesoro. Quante cose sono successe da allora nel sistema finanziario e creditizio, e non solo: il "divorzio" tra Tesoro e Banca d'Italia, l'abbandono della specializzazione tra banche e istituti speciali, lo sviluppo del mercato mobiliare, i fondi comuni, i fondi pensione, e molto altro. Questo nuovo libro ci presenta, in sole 140 pagine, il punto di approdo di questo percorso, di cui restituisce la prospettiva storica. Una lettura utilissima oggi, mentre riscopriamo i pregi di un sistema orientato agli intermediari, dove i mercati sono importanti, ma non bastano.
Gli autori (oltre a Cesarini, Giorgio Gobbi, economista della Banca d'Italia) analizzano le decisioni finanziarie di famiglie e di imprese, la centralità del ruolo delle banche e infine le norme volte a tutelare la stabilità del sistema e la correttezza dei comportamenti degli intermediari, anche con indicazioni che consentono di interpretare le recenti e complicate vicende dei mercati finanziari.
Riprendo da pag. 87-88 una citazione che può interessare i nostri visitatori (il sottolineato è mio):
E' quindi verosimile che nei prossimi anni i rapporti tra banca e impresa subiscano nuovi cambiamenti lungo due linee principali. In primo luogo anche i grandi gruppi bancari potrebbero individuare soluzioni organizzative adatte ad accorciare la distanza con le piccole e medie imprese. Si tratta di un processo che è stato di recente avviato da alcuni gruppi primari, che prevedono una parziale ridistribuzione delle responsabilità decisionali alle filiali alle quali si rivolgono gran parte degli imprenditori.
La seconda possibile linea evolutiva è la diminuzione del contenuto informale dei rapporti tra le banche e le imprese e un contestuale rafforzamento delle tutele contrattuali, ad esempio mediante il ricorso a forme tecniche più garantite quali i mutui ipotecari o i prestiti concessi sulla base di crediti commerciali. Come si è visto, questo processo è in parte giù in atto da qualche anno e ha accompagnato lo spostamento del credito verso scadenze più lunghe. Si muove in questa direzione lo sviluppo conosciuto negli anni recenti dai consorzi di garanzia collettiva fidi, o più brevemente CONFIDI, enti finanziari promossi dalle associazioni di categoria con lo scopo di favorire l'accesso al credito per le imprese di piccola dimensione.

Luca
Wed 19 Nov 2008, 11:09 AM - Stampa
Dagli amici di Unioncamere e Infocamere ricevo una notizia elettrizzante che si collega a questa: il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, ha firmato il DPCM che approva lo schema di bilancio in formato elettronico XBRL. Il provvedimento sarà "immediatamente" trasmesso al Ministero dello sviluppo economico per la firma del Ministro Scajola.
Se abbiamo ottenuto il sostegno del Ministro Brunetta, vorrà dire che nei progetti XBRL non ci sarà posto per i fannulloni.

Luca
Tue 18 Nov 2008, 10:14 AM - Stampa
Torno sui possibili emendamenti a Basilea 2 post-crisi. Che impatto avranno sul credito alle imprese italiane? Ebbene, il Financial Stability Forum raccomandava nell'aprile 2008 di sanare i seguenti vulnera (plurale di vulnus) aperti nelle regole del primo pilastro:
  • esposizioni fuori bilancio e connessi impegni contrattualizzati o reputazionali;
  • cartolarizzazioni, e in particolare le strutture a scatole cinesi e il processo di rating delle agenzie (differenziazione dai rating corporate, più impegno nella verifica dei dati e degli standard di concessione dei fidi, rifiuto di dare un rating a strutture troppo complesse);
  • strumenti illiquidi legati al credito del trading book, con requisiti per il rischio incrementale non inferiori a quelli del banking book;
Non c'è nessuna intenzione di toccare il nuovo Accordo per quanto riguarda i requisiti per rischio di credito, ovvero il menu di approcci (standard, Foundation-IRB e Advanced-IRB) e il corpus di regole costruito per gli approcci IRB, se non marginalmente. Né si intende forzare l'adozione universale di queste regole in tutte le giurisdizioni: nell'Unione Europea tutto il sistema bancario è Basel compliant, negli USA lo sono soltanto la banche globali, e ancora non è chiaro quanto di Basilea 2 sarà applicato, dai rispettivi regulators, alle altre banche e quasi-banche.
Veniamo all'Italia. Basilea 2 è vigente da quest'anno. I gruppi Unicredit (v. pag.62) e Montepaschi (v. pag.46) sono già autorizzati ad applicare l'approccio A-IRB alle imprese, corporate e retail. Il gruppo Credem (v. pag. 32) è autorizzato al F-IRB per il segmento corporate, e prevede di estendere al retail e passare all'A-IRB entro fine 2009. Il gruppo Intesa San Paolo ha questa tabella di marcia (v. Relazione semestrale giugno 2008, pag.95,):
Per quanto riguarda i rischi creditizi, nel corso del 2007 sono stati definiti i modelli di rating per il segmento Corporate ed il processo creditizio di Gruppo che [...] consentirà di avanzare nel secondo semestre del 2008 la domanda di validazione per l’approccio Foundation del metodo basato sui rating interni. Nel corso del 2008 è previsto il completamento, su base unificata di Gruppo, dei modelli di rating e dei processi creditizi per i segmenti Retail e dei modelli di loss given default, con l’obiettivo di accedere ai metodi avanzati nel corso del 2009.
Altre banche sono nella pipeline, con tempi più lunghi di probabile introduzione.
Forse molti non hanno ancora colto la portata di questo evento. Due sono i punti di impatto più rilevanti, il coefficiente di solvibilità e i meccanismi di incentivazione della rete:
  • il Core tier 1 solvency ratio (rapporto tra il capitale di base - esclusi gli strumenti ibridi - e le attività ponderate per il rischio) va spesso in prima pagina. Una banca A-IRB può attivamente migliorarlo agendo sul denominatore. Come? Selezionando gli affidati che ottengono migliori punteggi dal sistema di rating interno, e incentivando i clienti già in casa a far pulizia nei loro bilanci per essere promossi a rating migliori. Andate a vedere la curva dei coefficienti di capitale IRB in funzione della PD e vedrete che l'effetto è robusto;
  • il rating interno condiziona anche i limiti di fido, le rettifiche per perdite attese, le allocazioni di capitale interno alle esposizioni; in altre parole, tutte le leve che la rete gestisce per pilotare i suoi risultati, che convergono verso misure di valore creato tipo EVA di filiale; potete immaginare come questo porti a trattare diversamente due aziende, o due forme di prestito diverse (per LGD) ad una stessa azienda.
Quest'onda lunga è partita ed estenderà i suoi effetti al resto del sistema, comprese le banche che sono e rimarranno "Basel standard". Accentuerà la stretta creditizia per le piccole imprese? Non meccanicamente. Bisogna però prevenire effetti prociclici perversi dovuti a possibili falle dei modelli di rating small business. In questi modelli pesa parecchio, per la mancanza di veri bilanci, lo score andamentale, ovvero il buon comportamento dell'affidato (assenza di sconfinamenti e anomalie). Attenzione, però, perché guidando su un terreno nuovo e accidentato è meglio guardare la strada piuttosto che lo specchietto retrovisore, e lo score andamentale è per sua natura retrospettivo. Se mi dice che il cliente è corretto fa una previsione affidabile, ma anche la moralità non basta contro un mix di credito scarso, tassi in crescita e calo del fatturato. E quindi, non mi stancherò di ripeterlo, anche nello small business occorre una valutazione di prima mano della solidità finanziaria dell'impresa, e del supporto effettivo che può dare il patrimonio familiare in caso di tensione (ma il secondo non deve sopperire alla mancanza della prima).
L'approccio A-IRB apre strade interessantissime per sostenere il credito alle Pmi, pensiamo alla tranched cover con la formula di vigilanza. Si tratta di uno strumento prezioso, ma va difeso nella sua credibilità, e devono pensarci le banche e le imprese, perché tutto si fonda sulla solidità della loro relazione. Se la recessione dovesse innescare massicci declassamenti di rating interni alle Pmi, e questi deprimessero il solvency ratio delle banche IRB, si finirebbe subito sotto i riflettori del Comitato di Basilea, come un qualsiasi strutturatore di CDO di CDO di CDO. Ben venga, quindi, la spinta a rafforzare i bilanci delle imprese per migliorare il rating, però non ci si accontenti di sanare per qualche mese le tensioni di liquidità con il consolidamento a medio termine degli scoperti di conto corrente, che salvano gli score andamentali, ma non intaccano eventuali squilibri economici.
Quesito finale: in questo quadro, è difendibile la benevola indifferenza di molti riguardo alla conformità a Basilea 2 delle garanzie confidi?

Luca
Mon 17 Nov 2008, 05:47 PM - Stampa
Nout Wellink, chairman del comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria, in questo intervento fatto oggi a Pechino ha illustrato la strategia del Comitato per affrontare i punti deboli della normativa, della vigilanza e del risk management emersi con la crisi tra le banche globali.
Il Comitato mira prima di tutto a rafforzare la base patrimoniale e contenere il leverage del sistema derivante dalle esposizioni in bilancio e fuori bilancio. I fondamenti della strategia delineata sono i seguenti:
  • rafforzare la risk capture (stringere le maglie) del quadro di Basilea II, in particolare per il trading book e le esposizioni fuori bilancio;
  • aumentare la qualità del patrimonio di base (tier 1 capital);
  • introdurre nel framework ammortizzatori aggiuntivi degli shock a cui attingere nei periodi di crisi;
  • eventualmente aggiungere alle misure di adeguatezza basate sul rischio (coefficienti di solvibilità rispetto alle attività ponderate per il rischio) delle semplici misure lorde di esposizione (coefficienti di leverage / gearing) sia a fini di vigilanza che di controllo dei rischi;
  • rafforzare la supervisione sulla stabilità della provvista e della liquidità delle banche cross-border;
  • far leva su Basilea II per rafforzare le prassi di risk management e governance delle banche;
  • rafforzare i requisiti patrimoniali, i controlli e la trasparenza sul rischio controparte;
  • promuovere esperimenti di vigilanza coordinata a livello globale.
Il Comitato di Basilea dovrebbe mettere in consultazione proposte su questi punti all'inizio del 2009, dando priorità alle raccomandazioni del Financial Stability Forum dell'aprile 2008. Andate quindi lì per i dettagli. Altri temi saranno affrontati nel corso del 2009.
L'attuazione di Basilea II è vista come una risorsa contro la crisi, ma si vuole vigilare con severità su comportamenti elusivi e su eventuali falle dei meccanismi di cattura del rischio.
Quali implicazioni avranno questi interventi per il credito alle Pmi? Quest'ultimo al momento non è nella lista dei problemi. Come nei primi anni di dibattito sul Basilea II, il Comitato interloquisce principalmente con le banche globali e pensa agli impatti cross-border. Siamo noi a doverci preoccupare degli impatti sul credito domestico. Vi presenterò domani il mio modesto contributo.

Luca
Mon 17 Nov 2008, 08:48 AM - Stampa
La Sicilia rafforza il primato di regione con il maggior numero di blog sui confidi: dopo lo storico sito Confidi siciliani di Bartolo Mililli, arriva ConfidinSicilia. L'ho trovato per caso. Non ho capito chi siano i curatori. Riprende notizie per lo più di rilevanza regionale su confidi, aiuti pubblici, credito, imprese.
Servirebbe, in Sicilia e altrove, qualche blog più personale, con opinioni e notizie di prima mano. Non ci sono blogger tra banche, confidi e settori collegati? I loro capi li fanno lavorare troppo o li diffidano a esprimere le loro opinioni? Coraggio, qualcuno si lanci! E se non ha tempo per aprire un suo blog, le sue esternazioni saranno sempre benvenute su aleablog.

Luca
Sun 16 Nov 2008, 22.58 - Stampa
Dopo un pomeriggio di meditazione sull'autorevole bla-bla del G-20 mi sono ricreato stasera con Once, un film pieno di tenerezza e grande musica. Caldamente consigliato, se non l'avete già visto. Vi farà bene.

Luca
Sun 16 Nov 2008, 09:53 AM - Stampa
Il Summit di Washington del G-20 si è concluso ieri con una solenne dichiarazione, di cui trovate un sunto commentato su Bloomberg.
Si esprime la volontà di agire globalmente ed energicamente contro la crisi. I leader globali non hanno deciso nuove azioni comuni o congiunte, anzi non è stato facile convergere sugli obiettivi di fondo: riavviare la crescita globale e attuare le necessarie riforme del sistema finanziario internazionale. Del resto USA, Regno Unito, Germania, Francia, economie emergenti ed altri hanno attuato sinora interventi a livello nazionale. Di concertato abbiamo visto soltanto le immissioni di moneta dalle Banche centrali, mentre gli stati sovrani si sono gelosamente riservati gli interventi che toccano i budget statali (salvataggi e salvagente bancari, stimoli fiscali e aiuti all'economia).
E anche ieri, a Washington, su questo punto nessuno ha ceduto. In genere, dal summit non è uscito molto di nuovo e di concreto. Fa piacere sentire un deciso no al protezionismo commerciale (e un sì alla ripresa dei Doha round del WTO), un no anche agli aiuti di Stato che scaricano la crisi altrove. Buone intenzioni, ma almeno sono state ribadite.
Mi interessano più da vicino gli intendimenti espressi sul sistema finanziario:
  • trasparenza e responsabilità, migliore informativa contabile sui prodotti finanziari complessi e sui rischi; a medio termine, convergenza su un unico insieme di principi contabili; no agli incentivi selvaggi per i manager legati agli utili a breve;
  • regolamentazione robusta, impegno concorde a rafforzare le regole, l'attività di vigilanza e a far rafforzare il risk management; stringere le maglie in modo che tutti i mercati, prodotti e operatori siano regolati e sorvegliati (hedge fund e derivati su crediti, con plauso per il prossimo avvio di una clearing house per i secondi); supervisione stretta delle agenzie di rating secondo il nuovo codice di condotta IOSCO, con netta separazione tra divisioni di rating e consulenza e fine degli incentivi perversi a far volume (CDOs docent); vigilanza più attenta agli effetti sistemici e alla ciclicità; trasparenza reciproca dei quadri normativi nazionali; però, attenzione a non soffocare il mercato e l'innovazione (speriamo che al lupo non ricresca il pelo) e a tutelare la ripresa degli scambi;
  • integrità dei mercati finanziari con una migliore protezione dei consumatori e degli investitori, lotta ai conflitti di interesse, alle frodi a agli abusi di mercato, sanzioni alle giurisdizioni non trasparenti né collaborative (tempi duri in arrivo per i paradisi fiscali, del resto come si farebbe altrimenti a regolare i soggetti che oggi non lo sono?);
  • cooperazione internazionale tra supervisori, più un appello che un diktat rivolto alle autorità nazionali e regionali perché regolamentino in maniera coerente (l'una con l'altra? penso di sì), e aumentino il coordinamento e la cooperazione in tutti i segmenti dei mercati finanziari a cominciare da quelli su cui transitano capitali cross border; favore ai collegi di supervisori per i gruppi transnazionali; priorità alla collaborazione sulle crisi (prevenzione, gestione e soluzione).
  • riforma delle istituzioni finanziarie internazionali aggiustamento delle rappresentanze per paesi nella governance del Fondo Monetario e della Banca Mondiale per riflettere i pesi mutati delle economie emergenti. Lo stesso dicasi per il Financial Stability Forum e gli standard setter; tutti questi organismi devono insieme stare all'erta rispetto ai punti deboli, elaborare interventi ed attuarli; e serviranno più risorse per finanziarli, ovviamente.
Se leggete tra le righe, noterete che non si stravolge nulla di quello che c'è: regimi regolamentari, principi contabili, divisione dei poteri tra giurisdizioni, filosofia del controllo dei rischi, atteggiamento (non punitivo) verso i mercati finanziari. La normativa e gli standard contabili non si potano né si semplificano (niente Basilea 3 né abbandono del fair value accounting), semmai si complicano nei punti dolenti, come il trattamento dei derivati complessi e delle cartolarizzazioni a scatole cinesi: per chiudere i mercati pericolosi, non è chic porre divieti, lo stile esige che si introducano oneri informativi e responsabilità soffocanti; un film già visto sul mercato dei derivati complessi per le imprese che è rimpicciolito dopo che FASB e IASB hanno imposto lo scorporo del derivato e la rilevazione dello stesso al fair value impatto sul reddito, e anche dopo la Sarbanes Oxley, che ha indotto a uscire dalla Borsa molte società allergiche agli adempimenti informativi soffocanti. Tra i regulators (e le law firms / agenzie di rating / società di IT e servizi professionali che fanno il tifo per questi giri di vite) devono esserci ascendenti sanniti.
Sul futuro di Basilea tornerò a breve, perché tocca da vicino il credito alle Pmi. Per una rassegna a caldo può bastare.
Buona settimana a tutti

Luca
Sat 15 Nov 2008, 21.21 - Stampa
Ho trovato su Bloomberg un'intervista a Bill Gross, gestore del Total return fund di PIMCO (gruppo Allianz), il più grande fondo obbligazionario del mondo. Sul sito c'è anche un video dell'intervista (cliccate sotto la scritta Related video and graphics nella colonna a destra della pagina per farla partire).
Gross è completamente a proprio agio con il mercato del debito USA post-salvataggi. Secondo lui, se il Tesoro investe i soldi del piano Paulson nelle maggiori banche, se amministra e finanzia Fannie Mae e Freddie Mac, perché non seguirlo? Tanto più che il debito subordinato delle banche nel club delle "sostenute" (dal Governo e della FDIC) rende il 9-11% contro il 3-4% dei titoli di Stato. Qualche mese fa criticava aspramente le agencies, e pare che sia andato corto, con profitto, sui loro bond appena prima del loro salvataggio. Gross vede buoni affari pure sul mercato delle CDO declassate (stimando bene le probabilità di recupero) e sul debito delle società di credito al consumo.
Sostenitore del President elect Obama, vede già gli Stati Uniti fuori dal tunnel. Nei suoi libri di investing ammette di avere imparato molto dal blackjack, praticato da professionista. In questo momento chiede carte, il 21 è lontano e il banco non salterà, ne è sicuro.

Luca
Sat 15 Nov 2008, 07:39 PM - Stampa
Segnalo questa interessante rassegna del Sole 24 ore sulle banche che adottano parametri di indicizzazione diversi dall'Euribor, che è sceso dai livelli apicali toccati in ottobre, ma rimane poco rappresentativo per i bassi volumi del mercato interbancario. L'alternativa preferita è il tasso "Refi", quello sulle operazioni di rifinanziamento principali della BCE, attualmente il 3,25%, ma probabilmente destinato a scendere. O forse le banche torneranno a quotare un loro tasso di impiego, tipo prime rate: la struttura dei tassi per comparti (BCE, Titoli di Stato, Euribor) e per scadenze non offre ancora dei punti di appoggio stabili, allora tanto vale negoziare direttamente tra banche e clientela qualcosa che aiuti a governare meglio gli equilibri economici che si stanno assestando.

Luca
Sat 15 Nov 2008, 06:31 PM - Stampa
Il Ministro Brunetta ha presentato il 2 ottobre scorso il Piano industriale per l'innovazione, curato dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione e dal CNIPA. Trovate qui le slide di presentazione. Mi è piaciuto l'attacco, che fissa la filosofia del piano:
  • dalla logica dell’offerta a quella della domanda;
  • dalla logica dei prototipi a quella dei servizi per i cittadini e le imprese>
  • da 1.000 progetti costruiti sulla logica dell’offerta a 60 convenzioni costruite sulle esigenze della domanda;
  • dalla sperimentazione alla standardizzazione.
In materia di norme e standard, si prevede una serie di regole tecniche, e precisamente: firma digitale; dematerializzazione e conservazione documenti; pagamenti elettronici; fattura elettronica; albi on line e, last but not least, XBRL (gestione bilanci d’impresa in formato elettronico) e comunicazione unica d’impresa. Ma c'è di più. Il protocollo 2008 con Ministero dello sviluppo economico e Unioncamere prevede che il portale impresa.gov si trasformi in "impresainungiorno", e sia gestito di concerto tra Unioncamere e l'ANCI (associazione dei comuni italiani). La vetrina ideale per una piattaforma efficiente di comunicazione tra imprese e amministrazioni pubbliche.
Benissimo, ottenuto questo imprimatur si tratta di far funzionare i progetti. La Comunicazione unica verso Fisco, Registro imprese, INPS e INAIL è stato il primo passo avviato nel 2007 verso "Impresa in un giorno". Ha prodotto una rivoluzione copernicana, così mi riferiva Antonio Tonini di Infocamere. Ora si tratta di consolidare su base nazionale le esperienze di integrazione con gli sportelli di competenza locale, già lanciate in diverse regioni. Anche XBRL sarebbe valorizzato in questo ecosistema informativo.
Se il piano decolla, il nostro paese potrebbe sviluppare la più avanzata piattaforma digitale per le imprese. Potrebbe nascere un grande mercato di nuovi servizi di informazione, di pagamento, di comunicazione, di consulenza. Le imprese potrebbero risparmiare dei bei soldi con l'automazione degli adempimenti e della financial supply chain.
Facciamo il possibile per "aprire" le nuove piattaforme, perché siano davvero "costruite sulle esigenze della domanda".

Luca
Fri 14 Nov 2008, 07:44 PM - Stampa
In vista del summit del G-20 a Washington, per una rassegna lucida dei temi sul tappeto legati a crisi finanziaria, rischio recessione e squilibri commerciali e finanziari, vi consiglio questo briefing dall'ultimo numero dell'Economist. Si parla anche della storia, dei meriti, dei limiti, e del futuro degli accordi di Basilea, riprendendo alcune idee di questo libro di Daniel Tarullo, giurista presso la Georgetown University e probabile membro dello staff del neo-presidente Obama.

Luca
Fri 14 Nov 2008, 07:26 PM - Stampa
Secondo anticipazioni raccolte da Risk, la Federal Reserve Bank of New York avrebbe designato il gestore della clearing house centralizzata per i contratti di credit default swap su indici. Si tratta della Clearing Corporation (CCorp) di Chicago, recentemente acquisita dall'Intercontinental Exchange (Ice) di Atlanta, che avrebbe battuto tre forti rivali: l'Eurex di Francoforte; una joint venture tra il Chicago Mercantile Exchange (CME) e l'hedge fund Citadel; e il NYSE Euronext. CCorp avrebbe il placet dell'Operations Management Group (OMG), un consorzio di 16 banche e associazioni di settore tra cui l'International Swaps and Derivatives Association. L'attivazione della Clearing House, prevista per inizio dicembre, risponde all'istanza di maggiore trasparenza e controllo sul mercato non regolato dei derivati su crediti.

Luca
Fri 14 Nov 2008, 07:10 PM - Stampa
Dal Sole 24 ore:
UniCredit ha confezionato una cartolarizzazione di mutui residenziali a undici cifre per 23.789.098.370 euro. Il bond che sarà emesso dal veicolo Cordusio RMBS srl e che ieri ha ottenuto il rating "A1" di Moody's ha un importo mozzafiato, senza precedenti per il mercato italiano e tra i più grandi in Europa: 22,25 miliardi.
L'operazione, come ha spiegato un portavoce di UniCredit, serve per «mettere in cascina» titoli utilizzabili come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento della Banca centrale europea. Ma guarda avanti, ai prossimi mesi perché non risponde ad alcuna necessità immediata. UniCredit «non ha alcun problema di liquidità» e nel breve periodo questa cartolarizzazione non serve per attingere fondi dalla Bce.'
Si conferma quanto commentavo qui: la crisi finanziaria non ha prodotto un ritorno alle origini dell'intermediazione bancaria (depositi e prestiti ben ancorati al bilancio della banca). Le tecniche di finanza strutturata si usano ancora, eccome. Se nell'800 le banche centrali alimentavano il credito all'economia con il risconto di cambiali, oggi erogano rifinanziamento contro cartolarizzazioni di prestiti. Anche lo strumento dei covered bond, che dà all'investitore la doppia garanzia della banca e degli asset, trova buon apprezzamento in queste condizioni di mercato. E le agenzie di rating continuano a fare la loro parte. Quello che è saltato è il modello di business originate to distribute. Ma le tecniche, e le normative, sono più longeve.

Luca
Fri 14 Nov 2008, 04:42 PM - Stampa
Finalmente un aggiornamento sul decreto XBRL (non ne facevo da questo di luglio). Mi è giunta notizia dagli amici (e amiche) di Infocamere che la Conferenza Unificata Stato Regioni ha espresso ieri parere favorevole allo schema di Decreto (DPCM) sul formato elettronico dei bilanci XBRL ed ora siamo in dirittura d'arrivo. Mancano le firme dei Ministri Brunetta (promotore del DPCM) e Scajola.

Luca
Thu 13 Nov 2008, 17.49 - Stampa

Come annunciato qui, ieri, 12 novembre, si è tenuto a Taormina il Convegno "I Confidi, le Banche e la Regione: lo sviluppo delle imprese e l'economia siciliana". Abbiamo festeggiato il decennale di Confeserfidi, ma non è stato soltanto un evento celebrativo.
Sono arrivato il giorno prima, volando da Verona su Catania senza problemi. Gianluca e Lorenzo, della squadra di Bartolo Mililli (non ha bisogno di presentazione), mi hanno prelevato all'aeroporto e in mezz'ora siamo arrivati a Taormina. In albergo, ho fatto in tempo a partecipare ad una simpatica convention con il personale e gli agenti Confeserfidi. Dopo la cena, con sottofondo musicale, siamo andati a fare due passi in centro. Sulla terrazza vicina a Porta Catania si è sviluppata un'animata discussione sulle tranched cover tra Nino Amadore, del Sole 24 ore, e Claudio D'Auria (Allen & Overy, che pure ben conoscono i nostri visitatori). Con Lorenzo Gai (UniFirenze, altro habitué), Bartolo Mililli e Roberto Rizzo (dirigente della Regione Siciliana) abbiamo dato il nostro contributo d'idee, riprendendo poi la strada dell'albergo senza accorgerci che i protagonisti del dialogo platonico non ci stavano seguendo (versione ufficiale); in realtà sospettavamo che sarebbero andati avanti fino a notte fonda, come poi è accaduto, e ci siamo allontanati all'inglese. Ma sulla tranched cover c'è poco da scherzare, perché il giorno dopo, al Convegno, è stata al centro del dibattito. Bartolo ritiene infatti che questa tecnica possa trovare spazio in un Accordo di Programma Quadro sul Credito in Sicilia. Per porre questa ipotesi forte di lavoro ha pensato la scaletta del convegno, e ci ha invitato.
Il giorno del convegno è cominciato con un'alba spettacolare sul mare, ammirata al risveglio. Il sole ci ha favoriti per tutta la giornata, sembrava fine settembre. Taormina si è fatta ammirare in tutta la sua bellezza.
I lavori hanno avuto inizio alle 10.00 con i saluti dell'assessore comunale D'Urso, del presidente Mililli e di Roberto Giannone, consigliere delegato della neonata Fondazione Confeserfidi (un'altra creatura di Bartolo che intende catalizzare idee e denari verso iniziative artistiche e culturali).
Ha aperto le relazioni Roberto Rizzo (il sopracitato Dirigente della Regione responsabile delle politiche verso i confidi), presentando dati interessanti sull'operatività dei confidi siciliani. La Regione ha perseguito una forte razionalizzazione degli interventi, accentrando le competenze su un unico servizio (prima erano distinte per settori), e introducendo il nuovo portale Fidiweb, che a breve gestirà in maniera telematica le pratiche confidi-Regione. I confidi ricevono apporti a fondi rischi e veicolano contributi in conto interessi alle imprese. Sarà riproposto a breve un bando per un fondo di co-garanzia provvisto di una dote di €15mn. Sono poi previsti contributi ad hoc per incentivare le fusioni e il passaggio a confidi 107 ( ci sono due probabili candidati, Confeserfidi e Unifidi, di area CNA).
Lorenzo Gai ha analizzato i requisiti di eleggibilità delle garanzie per Basilea 2, con una chiara tassonomia delle forme efficaci e no. Claudio D'Auria ha spiegato la tranched cover, possibile anello di congiunzione tra le garanzie confidi di vecchia e di nuova generazione, fornendo una chiara analisi dei suoi meccanismi, dei benefici e dei requisiti per applicarla. Ho chiuso la mattinata parlando di normativa europea sugli aiuti di Stato e di metodologie di calcolo dell'intensità di aiuto basate sul rating.
Pausa pranzo: ottimo buffet con catering ragusano doc; il primo premio va a un falso magro (lesso) di maiale in gelatina al limone, troppo buono. E dopo, il tempo per una passeggiata al teatro greco, guidata dall'assessore D'Urso, con vista sulla costa, l'Etna, la Calabria. Sottraendoci al fascino di questi luoghi, siamo tornati al Palacongressi, dove alle 15.00 sono ripresi i lavori (ammirate la nostra abnegazione!).
Nel pomeriggio gli interventi di policy. Maria Iaculo di Intesa San Paolo ha illustrato le forme di partnership tra le banche del suo gruppo e i confidi: condivisione dei sistemi di rating Pmi, azioni di sviluppo concertate, strutture di garanzia differenziate per rating e assetto del confidi. Ha parlato poi Mario Filippello, segretario della CNA regionale e coordinatore di Assoconfidi Sicilia: un saggio di oratoria, impreziosita da un'ironia tutta siciliana. Filippello ce lo ha offerto toccando con pertinenza tutti i temi sul tappeto, dalla crisi, alle politiche regionali per i confidi, agli aiuti di Stato, e sollecitando la costituzione di un tavolo banche - associazioni - confidi, con il patrocinio della Regione. Sicché non ci siamo accorti del tempo che doveva passare, senza cesure, fino all'arrivo dell'assessore regionale al bilancio Michele Cimino. E l'on.Cimino ha concluso i lavori esaltando il ruolo dei confidi nelle politiche di sostegno allo sviluppo dell'economia regionale.
I tempi e i passaggi del dibattito ce li ha dettati il chairman Nino Amadore (già nominato), osservatore serio e testimone appassionato delle vicende economiche in Sicilia e nel Mezzogiorno (vi consiglio il suo blog cinquelire).
E' tutto per la cronaca di questa giornata intensa, fonte di meritatissime soddisfazioni per Bartolo e la sua società. Come sempre, torno da questi incontri con un turbinio di pensieri in testa. Ma ci sarà tempo nei prossimi giorni per tornare sui singoli, specifici problemi discussi nel convegno, che interessano la Sicilia, ma non solo.
Viaggio di ritorno senza sorprese, un bacio a Cristina, mezzo blog, e a nanna.

Luca
PS: Su confeserfidi.tv trovate i video di tutti gl interventi.
Thu 13 Nov 2008, 05:34 PM - Stampa
Mi è stato gentilmente segnalato da Nomisma il Quaderno Gli effetti reali degli eccessi finanziari globali. La situazione del mercato immobiliare italiano e le ricadute sul sistema bancario, di Giorgio De Rita, Luca Dondi dall’Orologio e Marco Marcatili (potete scaricarlo dal link). Si introduce la dinamica della crisi, se ne apprezza l'impatto diretto in Italia, e si approfondiscono i suoi effetti sul mercato immobiliare, di cui Nomisma studia le transazioni e i valori. Si considera poi l'offerta di mutui bancari, il ricorso alla cartolarizzazione e la dinamica delle sofferenze.
Il rapporto sottolinea nelle conclusioni la difficoltà di valutare la tenuta dei valori delle garanzie ipotecarie in un mercato perturbato. Per verificare i rapporti loan-to-value, come richiesto dalle regole di Basilea 2, occorre uno studio sistematico del mercato condotto su fonti diversificate. Questo tema è stato sviluppato in una precedente pubblicazione di Nomisma, pubblicata da Agra Editrice, Il Valore delle Garanzie Immobiliari. Basilea 2 tra vincolo e opportunità

Luca
Thu 13 Nov 2008, 00.18 - Stampa
Condivido una notizia gentilmente segnalata dall'amico Vito Lozito:
Un milione di euro per favorire il ricorso al credito delle imprese baresi. E' quanto la Camera di Commercio di Bari mette a disposizione attraverso un bando finalizzato al rafforzamento dei fondi di garanzia dei Confidi. La decisione è stata assunta stamani dalla giunta dell'ente, quale azione per sostenere l'economia reale e le aziende del territorio che rischiano di essere duramente colpite dalla congiuntura sfavorevole.
"Le difficoltà attraversate dalle banche e la prevedibile contrazione del credito alle imprese - dichiara Luigi Farace, presidente della Camera di Commercio di Bari - rende necessari interventi tempestivi di sostegno alle attività imprenditoriali. [...]".
"Sappiamo tutti - afferma il vice presidente della Camera di Commercio di Bari, Antonio Laforgia - quanto il supporto creditizio sia fondamentale, per facilitare gli investimenti in tecnologie innovative, l'accesso ai nuovi mercati, la crescita e la qualificazione delle risorse umane. E sappiamo ancor meglio che il contesto internazionale è assai esigente nei confronti delle nostre piccole e medie imprese in termini di competitività. I Consorzi Fidi, strutture mutualistiche di garanzia, in questo momento storico hanno un ruolo ancora più importante nel favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. [...]".
L'importo globale delle operazioni perfezionate e assistite grazie alle garanzie offerte dai Confidi dovrà essere pari a 10 volte il contributo di 1 milione di euro messo a disposizione dalla Camera di commercio. I Confidi dovranno garantire il 50% di ciascun finanziamento alla singola impresa. Pertanto grazie ad un effetto moltiplicatore lo stanziamento camerale consentirà alle imprese della provincia di Bari di essere facilitare nell'accesso a circa 20 milioni di euro di finanziamenti.

Luca
Tue 11 Nov 2008, 01:56 PM - Stampa
Riprendo da sito della regione Toscana questo passaggio di un articolo pubblicato oggi su Repubblica:
Non passa giorno che un´azienda in Toscana non entri in crisi, racconta il presidente della Regione Claudio Martini, «non passa giorno senza che il mio telefono suoni per segnalare un´emergenza su lavoro ed economia, una fabbrica che chiude, un´impresa che non ce la fa più a pagare i dipendenti, un gruppo di operai che rischia la cassa integrazione. Di fronte a questo quadro preoccupante la Regione, per quel che le compete, deve fare la sua parte». La "parte" di Martini consiste in una serie di provvedimenti che tentano di arginare la crisi e di dare un po´ d´ossigeno alle industrie in maggiore sofferenza, un salvagente lanciato in mare a chi sta affogando. Nel bilancio sono stati rastrellati da altre voci di spesa 54 milioni di risorse aggiuntive: 15 per aiutare le piccole e medie imprese a ristrutturare il passivo e rifinanziare il debito a medio termine, 33 milioni per i nuovi investimenti, 6 milioni ai Confidi per dare garanzie alle imprese associate. Le banche, che Martini in questi giorni ha incontrato per discutere la manovra, grazie alla garanzia della Regione non diminuiranno il budget destinato ai prestiti e manterranno i tassi che applicavano nel 2006. Sono poi previste facilitazioni per la cessione del credito vantato da un´impresa nei confronti della Regione o degli enti collegati.
Sono in partenza per il convegno di Taormina (che è domani) e non ho tempo per approfondire e commentare. Se qualcuno mi dà una mano è il benvenuto.

Luca
Mon 10 Nov 2008, 04:25 PM - Stampa
Il piano TARP del segretario al Tesoro Paulson era concepito, inizialmente, per ripulire i bilanci delle banche USA da asset tossici per $700md. Nel dibattito parlamentare, raccogliendo le critiche dei commentatori e gli insegnamenti del piano anti-crisi britannico, si è trasformato in un cocktail di interventi, di valore complessivo confermato in $700md. Tra questi, la sottoscrizione di strumenti di capitale delle maggiori banche e dell'assicuratore AIG, nazionalizzato e salvato con un prestito statale di $85md, e in procinto di essere ricapitalizzata con denaro pubblico.
Di proporzioni ancora maggiori (circa $2.000md) sono i finanziamenti concessi dalla banca centrale (la Fed) contro pegno di asset di qualità incerta. Diversi osservatori temono che la Fed impegni risorse pubbliche per interventi non meno importanti di quelli del TARP, ma senza controlli di terzi su rischio e congruità dei valori. Tant'è che Bloomberg ha chiesto dettagli sui destinatari di questi interventi presentando il 7 novembre un'interpellanza (federal lawsuit) ai sensi del Freedom of Information Act. La materia è delicata: la trasparenza potrebbe rivelare punti di debolezza del sistema che la Fed preferisce tamponare in maniera più discreta (garantisce che lo farà quanto basta).

Luca
PS 12/12/2008, ecco un aggiornamento con la risposta data dalla Fed l'8 dicembre.
Sat 8 Nov 2008, 03:16 PM - Stampa
Il Presidente di Confindustria Sicilia, e del Banco di Sicilia, Ivan Lo Bello, è intervenuto ieri alle 'Giornate dell'economia del Mezzogiorno', organizzate dalla Fondazione Curella, come riferisce l'ASCA.
Secondo Lo Bello "La strada per risollevare le imprese siciliane colpite dalla crisi dei mercati finanziari è quella di rafforzare i Confidi ma soprattutto e' necessario che i consorzi del Sud si mettano insieme. Solo dalla l'aggregazione il loro ruolo, di grande importanza e sostegno per le imprese, potrà acquisire maggiore forza e credibilità". I venti confidi autorizzati in Sicilia dovrebbero essere ridotti a cinque, e contestualmente si dovrebbe attivare un fondo di garanzia che allarghi il credito alle imprese [ne discutevamo in questo post], avviando infine un piano di pagamenti della Pubblica amministrazione a favore delle imprese fornitrici.

Luca
Fri 7 Nov 2008, 03:22 PM - Stampa
Il piano anti-crisi di Gordon Brown prevede la garanzia statale (contro pagamento di una fee) sulla raccolta obbligazionaria delle banche, ne parlavo qui. I gruppi Royal Bank of Scotland, Barclays Plc e HBOS hanno emesso nell'ultimo mese bond per £8,4md ($13.3 billion) avvalendosi della garanzia statale.
Secondo fonti ben informate, raccolte da Bloomberg, la Spagna è in procinto di varare un piano simile la prossima settimana: €200md in due anni (metà quest'anno e metà nel 2009) per garantire emissioni unsecured delle banche spagnole. La copertura dura tre anni, con un periodo "scoperto" iniziale di 90 giorni (che gli operatori preferirebbero evitare). Similmente al programma britannico, la garanzia statale costerebbe una commissione annua pari a 0,5% più il premio medio sui CDS delle banche emittenti (o di altri di uguale rating) rilevato tra gennaio 2007 e agosto 2008, prima della crisi.
Il Governo di Madrid già aveva rafforzato prima dell'estate le garanzie statali sulle cartolarizzazioni di prestiti alle Pmi, come riferivo qui.

Luca
Fri 7 Nov 2008, 03:16 PM - Stampa
Sapio mi segnala questa news ANSA in cui si anticipano gli ultimi dati dell'indagine sul credito bancario (Bank Lending Survey) per il terzo trimestre 2008, diffusi dalla Banca d'Italia.
Gli intermediari hanno praticato un'ulteriore restrizione dei criteri adottati per l'erogazione di prestiti alle imprese, di intensità maggiore rispetto agli inasprimenti operati nei tre precedenti trimestri.
Ed "anche con riferimento ai prestiti alle famiglie le condizioni di offerta hanno registrato un nuovo irrigidimento, sia nella componente dei finanziamenti per l'acquisto di abitazioni sia in quella del credito al consumo". Le banche "hanno indicato una lieve ripresa della domanda di credito delle imprese, principalmente connessa con esigenze di ristrutturazione del debito".
[...]Le banche rilevano che "nel terzo trimestre del 2008 gli effetti delle tensioni sui mercati finanziari sono tornati a intensificarsi, contribuendo alla restrizione dei criteri per l'erogazione del credito e alle difficoltà incontrate nell'ottenimento di fonti di finanziamento. Secondo le aspettative degli intermediari tali difficoltà persisteranno su livelli elevati anche negli ultimi mesi dell'anno". Al sondaggio "per l'Italia hanno partecipato le capogruppo di otto gruppi bancari: Unicredito Italiano, Intesa SanPaolo, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro, Unione di Banche Italiane, Banco Popolare, Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Banca Popolare di Milano".

Luca
PS Altre indicazioni provengono dal Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi, un'indagine realizzata dalla stessa Banca d'Italia tra settembre e ottobre, così commentata dal Sole 24 ore:
Il 43,4% delle imprese italiane sta subendo un deterioramento delle condizioni del credito. Questo peggioramento, spiega Palazzo Koch, «tende ad avere un impatto negativo sulla realizzazione dei piani di investimento». Poco più di un quarto delle imprese (26,4%) - secondo lo studio - ritiene che l'esposizione debitoria nei confronti delle banche diminuirà nel corso dei prossimi sei mesi, mentre il 23,7% ne stima un aumento.
Oltre la metà delle imprese che denuncia il deterioramento in atto ha menzionato fra i motivi «un peggioramento delle condizioni di costo o garanzia sui nuovi finanziamenti e più di due terzi ha rilevato un incremento del tasso su prestiti già concessi». Tra le aziende a cui non sono state accettate richieste di finanziamento (8,3%), conclude Bankitalia, «quasi due terzi dichiarano di aver compiuto nel 2008 investimenti minori rispetto a quelli preventivati, contro il 21,1% del complesso delle imprese e il 17,5% di quante non hanno riportato un peggioramento delle condizioni di credito».
Aumentano nel 2008 le imprese in perdita. Nel corso dell'anno dovrebbe salire al 17%, si legge ancora nel rapporto di Palazzo Koch, la quota di imprese italiane in perdita. La quota di imprese «che prevede di conseguire un utile nel 2008 è ancora alta (63,8%) - sottolinea Bankitalia - ancorché in diminuzione rispetto al 2007. Per contro, sale la percentuale delle aziende che prevedono una perdita (17% contro l'11,2% del 2007)». I risultati attesi sono tuttavia «lievemente migliori nell'industria in senso stretto rispetto ai servizi".
Fri 7 Nov 2008, 12:27 PM - Stampa
Il professor Busetta ha presentato ieri alle Giornate dell'economia del Mezzogiorno, a Palermo, i risultati preliminari di una ricerca della Fondazione Curella. Qui trovate il comunicato completo di tabelle.
Cito un passaggio interessante:
I finanziamenti intermediati dai consorzi fidi delle varie regioni meridionali sono pari al 7,71%, mentre quelli dell’area Centro-Nord ammontano al 92,29%. Praticamente 675 milioni di euro a fronte di 8,1 miliardi di euro. E’ questo il risultato eclatante di una ricerca in corso di svolgimento i cui dati sono stati anticipati oggi a Palermo nel corso del convegno “Un confronto sulle sfide del nuovo millennio”, svoltosi a Palazzo dei Normanni nell’ambito delle “Giornate dell’Economia del Mezzogiorno” organizzate da Fondazione Curella e Diste assieme ad alcuni partner bancari (Banca Popolare Sant’Angelo, Banca Nuova e Credito Siciliano). I dati presi in considerazione, vista la frammentarietà delle fonti, sono quelli relativi ai confidi aderenti a Federconfidi di Confindustria che, nel panorama del settore, rappresenta la fetta più rilevante. Il sistema bancario del Mezzogiorno eroga appena il 2,89% dei finanziamenti accordati, in tutto 183 miliardi di euro, tramite i confidi, mentre l’area Centro-Nord ben il 4,83% dei finanziamenti concessi alle imprese che in totale sono ben 1.486 miliardi di euro. E’ questa la fotografia impietosa del sistema delle garanzie creditizie nel sud che ripropone, in questo periodo di restrizione di accesso al credito il problema principale per l’impresa del sud.
Non sapevo di questa ricerca. So di un altro progetto sui confidi nel Sud, al quale partecipo, promosso dall'Associazione SRM. Dei confidi c'è particolare bisogno al Sud, ma sono meno diffusi, e intermdiano una quota minore del credito alle imprese (almeno questo è il dato per i confidi Confindustria). C'è margine per crescere. Direi che non è una patologia da denunciare (dando la colpa a chi?), ma un'opportunità da cogliere.

Luca
Fri 7 Nov 2008, 10:48 AM - Stampa
Scusate se torno sul tema appena trattato qui. Il commento di Bloomberg sui recenti tagli dei tassi di intervento in USA, Eurolandia, UK e Giappone (e altrove) prospetta un mondo di tassi nominali nulli (a Tokyo siamo lì, a New York quasi) il che significa, con l'inflazione attuale, di tassi reali negativi. La parsimonia non è più una virtù, a quanto pare, l'imperativo è arrestare la caduta dei consumi, e ammorbidire il rischio recessione. I tassi sono scesi e scenderanno ancora finché c'è margine, con bombardamenti a tappeto di liquidità: questo il messaggio dei banchieri centrali del G-7. E non solo i tassi monetari a brevissimo, ma anche quelli sui titoli di Stato. Se servirà, lo Stato (o la Banca centrale) forniranno la provvista là dove la domanda di mercato non basta: capitale delle banche, commercial paper, credito a medio-lungo alle imprese. Lo stanno già facendo.
Perché la manovra abbia effetto, devono crederci anche gli investitori e le banche, che invece non seguono l'ardita manovra delle banche centrali. Calano i tassi più brevi, e i rendimenti di massima sicurezza (T-bond, Bund), ma l'economia non ne beneficia appieno perché salgono i premi al rischio: in Borsa coi prezzi calano i multipli price/earnings, in banca salgono i credit spread applicati alle imprese e alle famiglie, per non parlare dei premi per il rischio paese dei paesi emergenti, o meglio, dei paesi non safe haven (ci siamo anche noi).
Faccio fatica ad orientarmi in questo scenario inedito. Sono andato a rileggere il discorso di Bernanke del 2002 che commentavo qui, sulle armi per combattere deflazione e recessione. Le politiche di oggi sono ispirate dalla paura di ripetere gli errori del passato: quelli commessi dopo il 1929 negli USA, o negli anni novanta in Giappone.
In particolare, Bernanke sottolinea le cause dell'insuccesso della lotta contro la deflazione in Giappone: (a) i massicci squilibri patrimoniali (da perdite latenti su crediti, immobili e azioni) delle banche e delle imprese, una gigantesca spugna che ha prosciugato per anni gli stimoli espansivi; (b) l'impasse del dibattito politico sui rimedi strutturali alla crisi, per risanare la finanza delle banche e delle imprese, che hanno dei costi da ripartire, e non è facile mettersi d'accordo sul come. Il problema (a) ce l'hanno oggi gli USA, il Regno Unito, altri paesi. Per evitare il problema (b) gli stessi paesi hanno sparato subito con l'armamento pesante monetario, e ora fiscale. I costi dei dissesti (con l'eccezione di Lehman) sono stati trasferiti in larga parte sugli Stati, negli USA attraverso il bilancio delle banche centrali.
Gli squilibri patrimoniali sono rimasti. Come saranno riassorbiti? Con un lungo periodo di tassi reali negativi sui depositi monetari e sul debito di maggiore qualità, in un contesto (si spera) di inflazione bassa bassa. Almeno, questa è la mia lettura ingenua delle dichiarazioni e dei fatti, e in cuor mio auguro tutto il successo a questo piano ardito dei Grandi della terra, perché se non funziona è il caos. Ci devono pensare bene, perché con i loro interventi le banche centrali e le istituzioni finanziarie pubbliche stanno montando portafogli non meno squilibrati di quelli delle monoline, dei bond insurer, delle SIV: alta leva e fortissimo mismatching di rischio e di durata. A differenza di quelli non possono fallire, d'accordo, ma a tutto c'è un limite: queste passività sono finanziate in gran parte da investitori di altri paesi.
E noi, in Italia? L'effetto della recessione ci espone al problema (a), e lo Stato non ha l'armamento fiscale dei nostri partner del G-7 per stroncarlo sul nascere, o per provarci. Non c'è alternativa: dobbiamo prendere per le corna il problema (b). Prevenire e risanare le situazioni di crisi finanziaria nel settore privato, affrontandole una ad una. E nel farlo, rispettare gli equilibri di finanza pubblica. Un lavoro eroico. E' difficile che lo faccia la politica, salvo casi clamorosi (vedi Alitalia), e a quale prezzo. Devono farsene carico le imprese, e quelle che lo faranno avranno migliori motivi per chiedere un aiuto alla politica.
Un caso esemplare di sussidiarietà.

Luca
Sull'efficacia dei piani anti-crisi contro la recessione leggete questo contributo dal blog Accrued Interest.
Fri 7 Nov 2008, 05.17 - Stampa
La Bank of England ha sorpreso tutti abbassando di 150bps il tasso di rifinanziamento, sceso al 3%, livello che non si toccava del 1954 (non ero ancora nato). Più prudente la Banca Centrale Europea che ha abbassato l'analogo tasso Refi di 50 bps al 3,25%. Per la prima volta dal 1999 il tasso di intervento sulla sterlina è sceso sotto quello sull'euro.
Prosegue quindi la politica di monetary easing ad oltranza. Si aspetta a settimane un ulteriore taglio di almeno 50bps da Francoforte.
Il commento del Sole 24 ore punta il dito sulla viscosità dei tassi interbancari: ieri pomeriggio, dopo il taglio di mezzo punto del Refi, l'Euribor a tre mesi è sceso di soli 7 bps, al 4,50%. Si afferma:
Nei fatti con il Refi al 3,25%, l'Euribor a tre mesi dovrebbe valere intorno al 3,50%, invece viaggia ben 100 punti base sopra il suo livello naturale.
Parlare, di questi tempi, di "livelli naturali" degli spread fra Euribor e tassi di policy è un paradosso. Purtroppo, la fiducia sull'interbancario non è ancora tornata, ma - aggiungo - nemmeno le aspettative sulla struttura per scadenze sono stabili. Il Refi e il deposit rate della BCE (il secondo è 50 bps più basso, oggi al 2,75%) limitano il corridoio del tasso overnight. In condizioni normali, l'Euribor a 3 mesi dovrebbe riflettere le aspettative sull'overnight più un premio al rischio di durata commisurato alla volatilità attesa dell'overnight, che rende incerte le aspettative. Oggi incorpora premi per i rischi di default (di qualche banca), e di liquidità. I due rischi sono correlati: per quanto tempo le banche centrali sosterrano questa impostazione espansiva (sebbene il rischio inflazione pare remoto)? Quale tenuta assicurano le reti di protezione pubblica dal rischio default (garanzie sull'interbancario e iniezioni di capitale)? Le banche sono incentivate a portare alla luce i loro problemi latenti di credito e liquidità? C'è ancora incertezza su questi punti, e si preferisce accumulare riserve presso la BCE al tasso di deposito, non disprezzabile, del 2,75% piuttosto che prestarle ad altre banche.
Dall'altro lato i tassi a lunga, a cominciare dal quelli sui titoli di Stato, subiranno i loro assestamenti. Le emissioni nette di Government bonds saranno enormi nei prossimi mesi ($1.000md solo negli USA), i premi al rischio sovrano si differenziano (purtroppo per noi). Anche qui avremo azioni di sostegno per stabilizzare e sostenere i tassi? Leggi: acquisti delle banche centrali con creazione di base monetaria?
In questo quadro saltano i punti di riferimento. L'Euribor è giudicato troppo alto per prezzare i prestiti a tasso variabile alla clientela. La Banca popolare di Milano sta lanciando mutui indicizzati al tasso refi della BCE (come una volta si indicizzava al TUS, tasso ufficiale di sconto). Uno scenario che pone rischi inediti di asset-liability management: il rischio è pareggiato se il rifinanziamento BCE (o l'overnight) diventa una parte della raccolta strutturale della banca (quella che finanzia i prestiti), uno scenario difficile da immaginare, ma i banchieri centrali stanno instillando nel mercato la convinzione che questo potrebbe accadere, e non sarebbe un dramma. C'è da fidarsi?
Di questi tempi è difficile prevedere dovre andrà il costo del credito alle imprese. Con i parametri variabili messi in discussione, l'assestamento dei tassi a medio-lungo, la ricomposizione della raccolta bancaria, il cambio di regime delle attese sui default, prezzare è un enigma. Avremo tassi e spread più differenziati, e non soltanto per il rating azienda. Una cosa è certa: gli spread sono aumentati, e rimarranno alti, con tutte queste fonti di incertezza.

Luca
Thu 6 Nov 2008, 03:34 PM - Stampa
Secondo Andrea Cicione BNP Paribas, riferisce Bloomberg, il mercato dei CDS lascia a desiderare quanto a trasparenza. Le statistiche pubblicate dalla Depository Trust & Clearing Corporation, organismo che sovrintende al regolamento dei credit default swap stipulati su circuiti telematici, non comprenderebbero contratti stipulati con rapporti bilaterali che, si stima, valgono il 40% di questo mercato.
In questi contratti desaparecidos rientrano i senior CDS sulle tranche "alte" delle CDO su mutui che hanno portato all'insolvenza l'American International Group. AIG ha rivelato per la prima volta agli investitori di detenere $440md di queste vendite di protezione, che hanno prodotto enormi fair value negativi a seguito del declassamento delle CDO sottostanti. In settembre AIG è stata salvata con un prestito governativo di $85md.
Rischi dello stesso genere hanno colpito MBIA e Ambac, già leader nel mercato della bond insurance. A causa delle perdite latenti su CDS Moody's ha declassato Ambac da AAA a Baa1.
Gli operatori e i regulator concordano sulla necessità di maggiore trasparenza di questo mercato.

Luca
Thu 6 Nov 2008, 12:26 PM - Stampa
Riprendo questo articolo dal quotidiano Trentino, che ci aggiorna sul piano anti-crisi della Provincia di Trento di cui parlavo qui:
Più di duecento domande per una cifra compresa tra i 40 ed i 50 milioni di euro. E' la misura, davvero eccezionale, dell'interesse con cui le imprese hanno aderito all'operazione di ristrutturazione del debito. In soli due giorni le richieste hanno "bruciato" quasi metà della liquidità che la manovra si prefiggeva di immettere nel sistema produttivo. Tanto da indurre i Confidi a porre il 30 novembre come termine per accedere alle agevolazioni. Poi si vedrà.
Un forte gradimento, in una misura quasi inaspettata. I direttori dei tre enti di garanzia - Sergio Anzelini di Confidimpresa, Paolo Nardelli della Cooperativa artigiana di garanzia e Claudio Grassi di Cooperfidi - già nelle settimane scorse avevano, in verità, registrato l'interesse per la manovra anti crisi. Tanto che si erano attrezzati per fornire ai soci informazioni e moduli per formulare correttamente le domande e presentare i piani finanziari. Ma non si aspettavano questa «carica da Marcialonga» - così s'è espresso un direttore - all'apertura degli sportelli, lunedì scorso.
Ieri alla riunione del tavolo tecnico tra Confidi, banche e Provincia il primo bilancio: oltre duecento domande, mediamente attorno ai 200 mila euro, divise sopratutto tra Confindimpresa e Cooperativa artigiana, considerato l'anticipo di cui ha goduto Cooperfidi per il sostegno alle aziende zootecniche.[...]
Il Trentino in un paio di settimane ha deliberato la spesa, mobilitato i Confidi, definito la convenzione con Casse Rurali, Btb, Unicredit. E in due giorni, come s'è visto, duecento piccole imprese hanno deciso di consolidare i propri debiti, trasformando l'esposizione a breve in un mutuo a 5-10 anni. Ad un tasso concordato: ovvero l'euribor (ieri 4,663%) più l'1%, diminuito del 2,5% pagato dalla Provincia. A conti fatti, aggiungendoci pure qualche centesimo per la garanzia prestata, poco più del 3%. E' un costo del denaro che spiega da solo tanto interesse.
Il piano della nostra Provincia ha avuto ampia risonanza sui media. Anche le imprese hanno espresso un alto gradimento, per i motivi evidenti detti nell'articolo. Aggiungo che il tasso applicato alle imprese è uguale per tutti, non differenziato per rating. Molte imprese vogliono approfittare di questo strumento per rientrare di scoperti di c/c che le banche locali (casse rurali in primis) concedevano generosamente e a tassi non eccessivamente penalizzanti rispetto all'autoliquidante e ai mutui. Con la crisi anche le rurali abbandonano queste prassi di fido accomodanti.
Il Trentino è, attualmente, il territorio con i tassi di default più bassi d'Italia e il credito meno caro. Se le aziende trentine hanno risposto così, cosa ci si può aspettare nel resto d'Italia?

Luca
Thu 6 Nov 2008, 11:57 AM - Stampa
Ho ricevuto stamattina dall'amico Domenico Piatti dell'Università di Bergamo un cortese omaggio (grazie): la copia del suo volume I Confidi. Gestione delle garanzie, redditività e pricing, appena pubblicato da Bancaria Editrice (il link vi porta alla pagina dell'editore).
Conoscevo i lavori di Domenico sulla redditività dei confidi. Lo abbiamo invitato a nostri seminari, e so che i suoi studi sono molto apprezzati anche tra gli operatori. Il libro incentra l'analisi sulla gestione economica del confidi, scomposta nelle aree che concorrono alla generazione dei ricavi e dei costi, e all'assunzione/gestione dei rischi. Dal modello di equilibrio economico si ricavano le condizioni di sostenibilità che devono essere verificate e rispettate nelle politiche di pricing.
Nella parte conclusiva di presentano le evidenze empiriche da uno studio dei confidi artigiani della Lombardia (sui bilanci fino al 2003). Capisco la difficoltà incontrata dall'autore nel reperire dati più aggiornati, perché ho fatto i conti anch'io con la qualità variabile dei bilanci confidi.
Il lavoro è importante (358 pagine) e merita una lettura attenta, che gli dedicherò perché i temi trattati sono tra quelli che più sto seguendo (vedi nostro paper sulla tranched cover e quelli su regole di pricing e condizioni di equilibrio gestionale dei 107).

Luca
Wed 5 Nov 2008, 17.58 - Stampa
Da Alessandro Profumo un annuncio di grande impatto: Impresa Italia, un programma di finanziamento rivolto in particolare alle micro-imprese. Ecco uno stralcio del comunicato dal sito di Unicredit:
Attraverso “Impresa Italia”, UniCredit – valorizzando la garanzia dei Confidi - renderà disponibili 5 miliardi di euro di nuovi finanziamenti destinati alle aziende di piccole dimensioni [...].
Presentando oggi a Roma il progetto, Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di UniCredit Group, ha firmato una lettera di intenti - insieme ai rappresentanti delle principali Associazioni di Categoria (Casartigiani, CIA, CNA, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria) e delle cinque principali Federazioni dei Confidi (CreditAgri, Fedart Fidi, Federascomfidi, Federconfidi, Fincredit) - per dare il via ad un intervento attraverso il quale l’Istituto si impegna da subito a fornire il proprio concreto sostegno alla ripresa dell’economia. "Molti segnali indicano che la crisi che ha colpito i mercati finanziari è destinata a trasferirsi sull’economia reale – ha dichiarato Profumo - Compito prioritario del sistema bancario, in questa fase, è operare per ridurre l’impatto della crisi assicurando, attraverso il credito, il necessario sostegno all’economia. Con questa iniziativa UniCredit vuol dare un segnale concreto della propria volontà di essere al fianco delle imprese e, in particolare, di quelle di piccole dimensioni, che rappresentano una parte fondamentale del tessuto produttivo del Paese."
L'articolo del Sole 24 ore fornisce precisazioni interessanti:
Dei cinque miliardi, che verranno finanziati attraverso Confidi, tre miliardi sono destinati alle microimprese. Per chiarire, Profumo fa l'esempio del settore alberghiero, che sta subendo una forte crisi. I restanti due miliardi sono invece da distribuire alle imprese medio-piccole, quelle che, chiarisce Profumo, hanno un fatturato che supera i 5 milioni di euro. «La nostra metodologia di lavoro – promette l'amministratore delegato di Unicredit – prevede che i quattrini arrivino solo alle imprese che meritano di riceverli». Concretamente, le aziende potranno contare sia su crediti a breve termine per il rafforzamento della gestione del circolante aziendale, sia su finanziamenti a medio-lungo termine per effettuare i propri investimenti.
Rincuorante il messaggio di Profumo, che interpreto come un appello al sistema paese, senza distinzioni di sigla e di settore. Molto opportuno, e tempestivo.
L'attenzione politica e mediatica per il credito alle Pmi non è mai stata così vibrante. Approfittiamone. Ci sono tante cose da cambiare in meglio, e tante persone di buona volontà presso imprese, banche, ministeri, regioni associazioni, confidi, che stanno prendendo il coraggio per farlo. Speriamo che facciano sentire la loro voce, e che trovino ascolto nelle sedi giuste.

Luca
Wed 5 Nov 2008, 03:57 PM - Stampa
Come riferisce un articolo su FT.com, il presidente Sarkozy presenterà delle proposte al Summit del G-20 del 15 novembre sulla riforma del sistema finanziario globale, con l'appoggio di altri Stati dell'UE. Le proposte intendono chiudere i buchi della rete di supervisione bancaria internazionale che hanno lasciato campo libero alla crisi. I rimedi individuati sono: (a) collegi di vigilanza sovranazionali per tutti i gruppi bancari cross-border; (b) meccanismi più rigidi di controllo dei rischi nelle istituzioni finanziarie; (c) codici di condotta sull'assunzione di rischi eccessivi; (d) regole più stringenti sulle agenzie di rating; (e) definizioni armonizzate del capitale di vigilanza per consentire confronti. Londra abbozza: non si entusiasma all'idea di squadre di funzionari di vigilanza francesi, tedeschi, italiani, spagnoli in giro per la City.
Una cosa è certa: non mancherà materia per la convegnistica su Basilea 2.x

Luca
Wed 5 Nov 2008, 02:54 PM - Stampa
Il prossimo mercoledì 12 novembre Confeserfidi, che in dieci anni di attività è cresciuto fino a diventare il maggiore confidi, festeggia con un convegno su "I Confidi, le Banche e la Regione: lo sviluppo delle imprese e l'economia siciliana" in programma a Taormina, presso il Palacongressi. E' soltanto il primo evento di una serie di celebrazioni, ideate dall'incontenibile presidente Bartolo Mililli, che si concluderanno con una notte bianca a Scicli il prossimo 6 gennaio.
Tra i relatori Roberto Rizzo (Dirigente servizio confidi Regione Siciliana), Lorenzo Gai (Università di Firenze), Claudio D'Auria (Allen & Overy), me stesso, Maria Iaculo (Divisione Banca dei Territori–Banca Intesa Sanpaolo), Benedetto Mineo (Direttore Dipartimento finanza e credito Assessorato al Bilancio Regione Siciliana), Mario Filippello (Coordinatore regionale Assoconfidi Sicilia). Le conclusioni sono affidate a Raffaele Lombardo Presidente della Regione Siciliana. L'iscrizione è gratuita, e va fatta online su questa pagina, dalla quale potrete anche scaricare il programma dettagliato.
Dopo qualche mese di stanca sul fronte delle convegnistica confidi, un evento con vari nomi ben noti nel settore e un focus sulle politiche del credito regionali. La bellezza del luogo, poi, invita ad andarci.

Luca
Wed 5 Nov 2008, 12:58 PM - Stampa
A complemento delle azioni della Regione, le Camere di commercio lombarde e Unioncamere Lombardia hanno annunciato la creazione di un Fondo regionale da €35mn finalizzato a co-garantire gli interventi dei confidi innalzando la percentuale coperta fino al 70%. Cito dal comunicato disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia (formato word).
Nasce dunque “Confiducia”, un fondo di garanzia costituito dalle 12 Camere di Commercio lombarde e da Unioncamere Lombardia, rivolto alle PMI lombarde di tutti i settori economici, con una dotazione complessiva superiore ai 35 milioni di Euro, destinati a garantire flussi di finanziamento dalle banche alle imprese del proprio territorio. Alcune Camere hanno già definito l’importo del proprio fondo: per Milano 10 m.ni di Euro, 6 per Brescia, 5 per Bergamo, 1,5 per Pavia, 1 per Monza-Brianza, 0,8 per Lecco e 0,6 per Lodi. Altre hanno un orientamento di massima che sarà formalizzato in questi giorni: 3 milioni per Varese, 1 ciascuno per Mantova, Cremona e Como; 0,5 milioni per Sondrio. Infine 5 milioni per Unioncamere Lombardia, finalizzati ad accrescere l’effetto leva complessivo ed a sopperire in via transitoria ad eventuali insufficienti disponibilità di singole Camere che vedessero esaurirsi il fondo.
Da quanto riportato, presumo che si tratti di interventi gestiti in autonomia a livello provinciale, con possibili integrazioni da Unioncamere. I contributi camerali sono attribuiti, di regola, ai fondi rischi dei singoli enti di garanzia, ma questo programma sembrerebbe diverso, ovvero basato su fondi di co-garanzia contabilmente separati e condivisi dai confidi di uno stesso teritorio. Rettifiche e precisazioni sono benvenute.

Luca
Wed 5 Nov 2008, 11:07 AM - Stampa
I dati sul mercato dei credit default swap resi noti dalla Depository Trust & Clearing Corp. e ripresi da Bloomberg mostrano un'attività in crescita sul debito sovrano dell'Italia. Il premio pagato sui contratti a 10 anni è ancora all'1,08% annuo (ha raggiunto un massimo di 1,38% il 24/10). Anche sul debito spagnolo c'è fermento, con premi di 0,79% (da 1,12% lo stesso 24/10). Gli spagnoli sono messi peggio come credito al settore privato (specialmente nell'immobiliare), ma hanno un debito pubblico meno gravoso.
Avevo accennato qui alle attenzioni riservate all'Italia e al differenziale BTp vs. Bund. Dall'estero continuano a tenerci sotto osservazione, come paese con finanza pubblica (e privata) che rischia di più dall'aggravarsi della recessione. Non dimentichiamolo quando progettiamo i nostri rimedi anti-crisi: occorre invertire queste attese negative formulate alle nostre spalle, e per farlo servono annunci forti e azioni che li seguano.
La preoccupazione è ben presente nei commenti rilasciati dal nostro Ministro dell'economia da Bruxelles, riportati dal Sole 24 Ore.

Luca
Wed 5 Nov 2008, 10:30 AM - Stampa
Dal Sole 24 ore di oggi, riprendo questo annuncio:
Si partirà con il Fondo di garanzia per le Pmi, che sarà esteso alle imprese artigiane attraverso un emendamento a uno dei decreti salva-banche. «Il Fondo avrà una dotazione complessiva di 650 milioni, dei quali 480 aggiuntivi, in seguito a un'operazione di rifinanziamento per la quale sarà sufficiente - dice Scajola - un decreto interministeriale che potrà essere firmato entro questa settimana o la prossima».
Il Fondo del ministero è destinato alla parziale assicurazione dei crediti concessi dalle banche a favore di Pmi con l'esclusione, secondo la norma attuale, delle imprese iscritte all'albo artigiano per il quale era stato creato un differente strumento. Con l'emendamento allo studio, anche queste ultime verranno ammesse al Fondo di garanzia, che era stato già potenziato nel 1997 dalla legge Bersani. Uno dei compiti essenziali di questo strumento è prestare controgaranzie statali ai consorzi collettivi fidi (Confidi) che a loro volta intermediano per facilitare l'accesso al credito dei loro associati.
Il provvedimento dovrebbe trovare spazio nel terzo decreto anti-crisi che il Governo è in procinto di emanare (forse nella riunione del Consiglio dei ministri della prossima settimana, come si prospetta in questa notizia dal Velino).
Bene, aspettiamo i dettagli con alcuni interrogativi: ci sarà la garanzia di ultima istanza dello Stato per avere ponderazione Basilea 2 = 0? Come è emerso dal dibattito sul blog, la garanzia del Fondo è oggi inefficace sui requisiti patrimoniali, sebbene alcune banche la iscrivano - si dice - a nome MCC e non a nome Fondo Pmi, facendola passare per una fidejussione bancaria pesata al 20%. Le linee di intervento saranno le stesse di ora, ovvero compresenza di garanzia diretta alle banche e contro-garanzia tramite i confidi? Si terranno le attuali procedure di trasmissione delle pratiche, di istruttoria e di delibera (molto agili)? Le percentuali di copertura e le commissioni saranno quelle di oggi, differenziate per regioni e dimensioni aziendali, non differenziate per rischio (appetibilissime con il balzo dei credit spread che c'è stato)?
Se le procedure rimangono immutate (salvo l'ammissione, sensatissima, delle imprese artigiane) con in più la firma dello Stato, il server del Mediocredito Centrale sarà subito inondato di richieste, come quello del Ministero dell'Interno ai tempi della sanatoria dei lavoratori stranieri. Plafond subito esauriti, un po' di esposizioni (meno di €5md dai nuovi €480mn di apporto al Fondo, con gli attuali moltiplicatori) trasferite sullo Stato, senza saper nulla in più sulla situazione finanziaria delle nostre Pmi, e senza dare incentivi a nessuno (né alle banche, né ai confidi) per accompagnarle in percorsi di risanamento o di rilancio.
Mi rendo conto che c'è una pressione politica fortissima per uscire in fretta con un provvedimento subito operativo. Io però non perderei l'occasione per razionalizzare questa piattaforma, a costo di chiudersi in una stanza per due mesi lavorando 14 ore al giorno.

Luca
Tue 4 Nov 2008, 12:05 PM - Stampa
Dal sito di ebeteinfiore.it (da S.Giovanni in fiore) ho appreso che i Presidenti Mario Oliverio (Provincia di Cosenza) e Giuseppe Gaglioti (Camera di Commercio di Cosenza) intendono promuovere la costituzione di una Banca di garanzia collettiva fidi, ovvero il confidi del terzo tipo previsto dalla legge 326/2003. L'iniziativa intende coinvolgere le Associazioni di categoria, il sistema dei Confidi e il sistema bancario operante in provincia di Cosenza.
Il sistema delle Camere di commercio sta ispirando diversi progetti di nuovi enti di garanzia a livello regionale e provinciale. A quanto ho inteso, nascono dall'intento di controllare l'efficacia dei contributi ai confidi che la Camere di commercio erogano.
Questo progetto cosentino punta su una forma, quella della banca di garanzia, poco analizzata nell'annoso dibattito sul riassetto dei confidi. La banca di garanzia collettiva fidi, regolata da apposite disposizioni della Banca d'Italia rappresenta un'alternativa per l'esercizio dell'attività in oggetto con lo status di intermediario vigilato. Siffatto modello non pare al momento offrire vantaggi rispetto al confidi 107, ma al contrario risulta soggetto a limitazioni del bacino di competenza territoriale e a più onerosi requisiti di Vigilanza: ad esempio il coefficiente di solvibilità è quello delle banche (8%, se non mi sfugge qualche deroga specifica) e non quello dei "107" che non fanno raccolta tra il pubblico (6%). Di contro, la BGCF non dovrebbe essere sottoposta ai limiti minimi di volume di attività per l'iscrizione (gli €75mn fissati invece per i confidi 107), o meglio, per l'autorizzazione all'esercizio dell'attività. Potrebbe quindi essere un veicolo appetibile per iniziative di scala locale, come appunto quella di cui stiamo parlando, che ambiscono allo status di intermediario vigilato. Tra l'altro, i limiti alla competenza territoriale di cui sopra non sono in questo caso un problema.
Per costituire una banca di garanzia collettiva occorrono almeno 200 soci (Pmi) e un capitale minimo di €2mn, fatto di capitale sociale versato e riserve disponibili.
Un'idea valida? Lo si potrà dimostrare soltanto sul campo, progetto industriale alla mano.

Luca
Tue 4 Nov 2008, 06.35 - Stampa
La Governatrice Mercedes Bresso ha comunicato ieri le misure della Regione Piemonte a sostegno dei confidi con una delibera della . Verranno erogate ai confidi nuove risorse per €20 milioni, e saranno aboliti i vincoli di destinazione e di restituzione su altri €49 milioni apportati negli anni scorsi, che potranno quindi essere girati a riserve di capitale valide a fini di Vigilanza per i futuri 107.
“L’obiettivo - afferma il vicepresidente Paolo Peveraro - è favorire il rafforzamento el’aggregazione dei Confidi per consolidarne il ruolo a sostegno del credito alle imprese. In particolare, i cinque di dimensione più significativa, ovvero Eurofidi, Unionfidi, Cogart e quelli di Confartigianato e Confersercenti, anche grazie al contributo regionale potranno intraprendere il percorso che li porterà all’iscrizione nell’elenco speciale degli intermediari finanziari previsto dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. Ogni consorzio di garanzia, comunque, verrà sostenuto proporzionalmente alle proprie dimensioni in modo tale che il sistema complessivo dei Confidi piemontesi possa aumentare la propria capacità di garanzia [...]”.
“E’ anche allo studio - aggiunge l’assessore Andrea Bairati - un intervento per la riduzione dei tassi di interesse che le imprese pagano alle banche in modo da fronteggiare la crescita dell’indebitamento”.
Anche in Piemonte si è deciso di agire sollecitamente facendo leva sui confidi. Che in questa Regione contano la struttura più grande d'Italia (Eurofidi), uno dei maggiori confidi di area Confindustria (Unionfidi) e altre realtà significative, ma non così cresciute. Sarà interessante vedere tra qualche mese che effetto avrà questa batteria di azioni anti-crisi sulla struttura del settore, non soltanto in Piemonte.
L'attenzione delle politica e dei media per i confidi non è mai stata alta come in questi giorni. Si coglierà l'occasione per fare un salto di qualità?

Luca
Mon 3 Nov 2008, 13.41 - Stampa
L'Associazione Italiana Tesorieri d'Impresa mi ha gentilmente fatto avere il video della mia relazione al convegno del 17 ottobre scorso a Roma, dal titolo "Nuovi assetti della finanza d'impresa in un mercato del credito in trasformazione".
L'ho rielaborato aggiungendo la schermata delle slide. Che lavoro produrre un audiovisivo, ancorché artigianale! E' un esperimento che vorrei perfezionare.
Per guardare il video cliccate qui (andrete ad una nuova finestra). Dovete avere installato Adobe Flash e javascript abilitato nel browser.
Ricordo che sono scaricabili le slide in formato pdf.
Non fate mancare i vostri commenti, su quello che ho detto al convegno, intendo (se volete anche sulla produzione video).

Luca
Mon 3 Nov 2008, 11:41 AM - Stampa
Riprendo da questo comunicato alcuni segnali di cambiamento dei rapporti banca-impresa in provincia di Belluno raccolti dalla locale Associazione Industriali con circa 60 interviste telefoniche:
... Se il cosiddetto “credit crunch” (razionamento del credito) non pare essersi ancora verificato, pressoché tutte le imprese contattate dai funzionari di Assindustria denunciano un generale e sensibile aumento degli spread e delle commissioni richiesti dalle banche, in alcuni casi tanto da rendere l’operazione così onerosa da costringere l’azienda, in modo surrettizio, a rinunciare all’operazione stessa.
Si è riscontrato inoltre un aumento dei tempi di istruttoria da parte delle banche, che hanno anche attivato un nuovo controllo sull’effettivo utilizzo da parte delle imprese degli affidamenti concessi.
In un caso, è stato negato l’aumento degli affidamenti inizialmente promesso, mentre in un altro è stato richiesto di chiudere gli utilizzi “extra-fido”.
Maggior selettività, dunque, ma non allarme credit crunch.
Sempre interessanti, queste indagini. Ancora più interessanti sarebbero dei dati sulla situazione economico-finanziaria delle imprese.

Luca
Sat 1 Nov 2008, 01:21 AM - Stampa
Sull'ultimo numero della rivista dell'Associazione Artigiani di Trento è presente un mio breve articolo che ho intitolato "Affrontare la crisi finanziaria a viso aperto". E' molto importante parlare con gli imprenditori, e grazie all'invito dell'amico Paolo Nardelli della Cooperativa artigiana di garanzia di Trento ho avuto questa bella occasione.
Spero che ce ne siano tante altre, lo auspicavo anche qui parlando di micro-rimedi.

Luca
Sat 1 Nov 2008, 00.27 - Stampa
Vi confesso che i festeggiamenti di Halloween mi rompono. Li trovo estranei, meccanici, la stessa goliardia deteriore che si scatena in facoltà il giorno delle lauree. Anzi, dopo aver rispedito al mittente i CDO subprime e il modello originate to distribute, vorrei che si facesse lo stesso con le zucche, i travestimenti, i trucchi e le maschere splatter, tenendo dell'America le tante cose buone e belle, come la cheese cake e il primo film dei Blues Brothers.
Se non fosse che questo secondo carnevale in salsa macabra è ormai entrato nel costume, nei bioritmi dei nostri figli. Non lo possiamo liquidare con distacco da bacchettoni. I festeggiamenti sono sempre benvenuti, basta che il motivo sia buono. E motivi belli si trovano anche nella tradizione di Halloween, come spiega lo scrittore Paolo Gulisano in questa intervista.
Cristina, mia moglie, lo ha preso alla lettera e ha organizzato con il suo gruppo di mamme scatenate (zavorrate da qualche papà aggregato) un festone per i ragazzi da 6 a 16 anni. Pare che si siano divertiti molto.
Questa sera mi ha preso il credit crisis blues, e non ci sono andato. Per festeggiare ho celiato con voi scrivendo queste righe.

Luca