Fri 31 Jul 2009, 18.03 - Stampa
Domenica parto per una settimana al mare, quindi non troverete aggiornamenti sul blog.
Ci risentiamo per gli auguri di buon ferragosto.

Luca
Fri 31 Jul 2009, 18.02 - Stampa
Da una news AGI:
(AGI) - Roma, 30 lug. - Firmato davanti al notaio l'atto di fusione per incorporazione di Artigiancredito del Lazio in Coopfidi, il Confidi unitario dell'artigianato e delle PMI promosso da Acai, Cna e Confartigianato di Roma e del Lazio.
Con la firma dei 2 Presidenti, Luciano Peduzzi per la Coopfidi e Cesare Cocchi per Artigiancredito del Lazio, si e' conclusa ieri l'importante processo di aggregazione che ha coinvolto Artigiancredito, il confidi di secondo grado che operava quale ente funzionale della Regione per il rafforzamento del comparto artigiano e Coopfidi, il piu' grande confidi del Lazio che ha ormai superato i 13.000 soci e che nel solo I semestre del 2009 ha garantito nuovi finanziamenti erogati dalle banche convenzionate a circa 500 imprese per un ammontare di 36 milioni di euro.

Luca
Fri 31 Jul 2009, 17.41 - Stampa
Il Ministero dello sviluppo economico ha lanciato un proprio sito web con tutte le informazioni tecniche sul funzionamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI. Dal sitosi può comodamente accedere alla piattaforma web per la presentazione delle domande premendo il pulsante "FONDO DI GARANZIA" e successivamente il pulsante "PRESENTAZIONE ON LINE DELLE DOMANDE".   
La nuova versione del sito ospita nella home page, fra le altre funzioni, anche una pratica guida per le imprese che offre le prime informazioni utili; per sapere cos’è la garanzia pubblica, cosa fare per ottenerla e chi può usufruirne. Insieme alla Guida, è disponibile una scheda sintetica sul funzionamento del Fondo che ne illustra le modalità di intervento ed i principali aspetti normativi. Segnaliamo la pubblicazione della nuova sezione “In evidenza” che accoglie tutti gli aggiornamenti normativi sull’operatività del Fondo.
Il sito è raggiungibile  all’indirizzo www.fondidigaranzia.it, dal sito di MCC www.incentivi.mcc.it accedendo dalla sezione “Incentivi Nazionali/ Fondi di Garanzia” ovvero dalla sezione "Fondo di Garanzia" del sito della D.G. per l'Incentivazione delle Attività Imprenditoriali del Ministero dello Sviluppo Economico www.incentivialleimprese.it.

Luca
Wed 29 Jul 2009, 15.34 - Stampa
Il plurielogiato sistema dinamico di accantonamento a fondi rischi ha protetto bene il sistema bancario spagnolo dalla crisi, che pure ha colpito duramente l'economia reale (a cominciare dall'immobiliare). Ne parla José María Roldán, direttore generale del servizio normativa bancaria del Banco de España in questa intervista esclusiva rilasciata a Risk News.

Luca
Wed 29 Jul 2009, 15.21 - Stampa
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha diffuso oggi due paper in materia di rischio operativo (li potete scaricare tutti e due dal link seguente): Results from the 2008 Loss Data Collection Exercise for operational risk e Observed range of practice in key elements of Advanced Measurement Approaches (AMA).

Luca
Wed 29 Jul 2009, 15.18 - Stampa
Potete scaricare qui le elaborazioni in formato excel della più recente Indagine sul credito bancario svolta dalla Banca d'Italia nell'ambito del Bank lending survey della BCE.

Luca
Wed 29 Jul 2009, 05.54 - Stampa
Dall'Economist cito un passaggio da un pezzo, intitolato The barbarians are coming, again, sulla ripresa possibile del settore del private equity, pur duramente colpito dalla crisi:
For all its recent difficulties, private equity still has plenty going for it—not least an estimated $400 billion of uninvested capital. True, the credit-fuelled mega-deals of old are unlikely to return soon. Deals will be mostly financed with equity rather than debt, which means that private-equity groups will need to improve the fundamentals of the businesses they buy rather than just profiting from financial engineering. The first area to see an increase in dealmaking is likely to be “roll-ups”, in which firms already backed by private equity will consolidate fragmented industries by buying small competitors from their troubled owners.
However, for the big private-equity firms like KKR, the greatest opportunity may come in diversifying. Already KKR has raised money to invest in distressed securities and infrastructure development. It may also see a chance to snap up stakes in other private-equity firms through the fast-growing secondary market for limited partnerships. It also has an advisory business, and is said to see an opportunity in helping firms raise capital. With the investment-banking industry a shadow of its former self, could it be that the future of the newly public KKR, along with Blackstone and maybe others, will be to become increasingly like, and competitive with, Goldman Sachs?
Nelle ultime settimane, anche in Italia si è parlato molto di capitale di rischio per le imprese. Sarebbe interessante capire se in Italia c'è spazio per politiche proattive, o se le nostre imprese diventeranno semplicemente bersagli delle strategie di roll-up dei mega-investitori internazionali in private equity.

Luca
Wed 29 Jul 2009, 05.34 - Stampa
Potete scaricare l'Indagine sulle imprese industriali e dei servizi 2008 realizzata dalla Banca d'Italia nei primi mesi del 2009. I dati raccolti sono già stati commentati nella Relazione Annuale della Banca pubblicata lo scorso 29 maggio 2009. L'indagine mette in luce gli effetti della crisi economica e finanziaria sul sistema produttivo italiano. Un'analisi più approfondita, basata sulla stessa rilevazione campionaria, sarà pubblicata nella collana Questioni di economia e finanza.
I dati raccolti sono messi disposizione degli studiosi mediante il sistema di elaborazione a distanza BIRD.
Luca
Sat 25 Jul 2009, 09.44 - Stampa
Da oggi fino a martedì prossimo mi prendo una prima tranche di vacanza (in montagna). Non avrò modo di seguire né di aggiornare il blog.
Se volete commentare, accomodatevi, altrimenti a risentirci più avanti.

Luca
Fri 24 Jul 2009, 15.33 - Stampa
Oggi il nostro server è andato giù tra le 12.15 e le 15.45.
Siamo spiacenti per l'interruzione.

Luca
Thu 23 Jul 2009, 18.00 - Stampa
Questo breve articolo dall'Economist spiega chiaramente i ragionamenti di Ben Bernanke, presidente della Fed, sull'uscita dalla crisi. Nessun rischio inflazione dall'enorme liquidità creata, perché le Banche centrali potranno alzare i tassi nel caso in cui il sistema decidesse di espandere i prestiti oltre misura. Ci sarà tempo per preoccuparsi, dato che con l'economia stanca di adesso dovrà proseguire la terapia di tassi zero per un non breve tempo.

Luca
Wed 22 Jul 2009, 10.17 - Stampa
Tra accese polemiche prosegue la discussione alla Camera sui provvedimenti anti-crisi. Ce ne sono due legati ai temi che più seguiamo sul blog.
Il primo è la moratoria sui crediti alle imprese, sulla quale si dice (dal Sole 24 ore):
[...] per sostenere le piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria, il ministro dell'Economia é autorizzato a stipulare entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un'apposita convenzione con l'Abi per favorire l'adesione degli istituti di credito a pratiche finalizzate all'attenuazione degli oneri finanziari sulle citate piccole e medie imprese, anche in relazione ai tempi di pagamento degli importi dovuti, tenendo conto delle specifiche caratteristiche dei soggetti coinvolti.
Una notizia buona per le falegnamerie (nuovi tavoli in arrivo ...). I legislatori non riescono proprio a far di meglio su un problema così pressante?
Il secondo è l'incentivo fiscale alla ricapitalizzazione delle imprese, su cui riferisce il Corriere:
Arriva l'emendamento al decreto anti-crisi che prevede sgravi del 3% sull'aumento del capitale sociale delle imprese fino a 500 mila euro: questo varrà per l'anno in cui l'aumento viene effettuato e nei quattro anni successivi.
Dal reddito imponibile si potrà dedurre, se passa l'emendamento, un interesse figurativo pari al 3% dell'aumento di capitale effettuato.
Vedremo cosa rimarrà nel testo approvato in aula.

Luca
Tue 21 Jul 2009, 12.15 - Stampa
L'autorevole rivista di programmazione Dr Dobb's journal pubblica un articolo sui vantaggi di Inline XBRL, il formato che consente di incorporare dati XBRL all'interno di "normali" documenti in formato xhtml o pdf.

Luca
Mon 20 Jul 2009, 18.48 - Stampa
Cari amici, dato che mancano novità clamorose, siamo in piena estate e il dibattito langue, lasciatevi cullare da una delle più belle canzoni napoletane: Eddy Napoli canta "Mandulinata a Napule", accompagnato dall'Orchestra Italiana di Renzo Arbore. Il video non è granché, ma l'interpretazione è splendida.

Luca
Sun 19 Jul 2009, 19.15 - Stampa
In febbraio la Regione Piemonte (vedi post) aveva lanciato un fondo da €40mn per riassicurare i prestiti alle Pmi. Il fondo era dato in gestione, pro quota, a Finpiemonte e Artigiancassa. Banche e confidi dovevano stipulare apposite convenzioni per erogare e garantire finanziamenti a medio termine fino a cinque anni per il consolidamento dell’indebitamento a breve, ovvero per rinegoziare finanziamenti in essere oltreché per concedere nuove ed aggiuntive linee di breve termine.
Un comunicato della Regione fa il punto sullo stato dell'iniziativa:
Dopo le difficoltà iniziali, il fondo di riassicurazione per le pmi piemontesi sta diventando operativo: sono oltre 350 le imprese per le quali è già stata deliberata la garanzia che consentirà l’erogazione dei finanziamenti.
È quanto è emerso dal tavolo di lavoro convocato il 18 luglio nel palazzo della Regione dal vicepresidente Paolo Peveraro e dall’assessore all’Industria, Andrea Bairati, a cui hanno preso parte i Confidi ed i rappresentati delle associazioni di categoria e gli enti gestori del Fondo (Finpiemonte e Artigiancassa), con l’obiettivo fare il punto sull’operatività di questo strumento per contrastare gli effetti della crisi economica a due settimane dal precedente incontro con le principali banche.
“Siamo disposti a fluidificare i vincoli imposti - assicurano Peveraro e Bairati - purché non venga cambiato il principio da cui il fondo ha avuto origine nell’ambito dei provvedimenti anticiclici pensati a sostegno delle imprese strangolate dalla stretta creditizia. Da parte nostra c’è comunque la volontà di ricorrere a interventi correttivi, se necessario, nella logica di migliorarne e renderne più efficiente l’utilizzo”.
Alla richiesta dei Confidi di introdurre la premialità per i consorzi che si posizionano più in alto nella percentuale di garanzie concesse la Regione ha confermato che è pronta a ragionare su meccanismi semplici di premialità da verificare con i gestori.
Come nel caso lombardo, assistiamo a un lento e laborioso avvio di un provvedimento urgente. E' così difficile mettersi d'accordo - tra enti pubblici, banche e confidi - sui meccanismi giusti?

Luca
Sat 18 Jul 2009, 14.38 - Stampa
Ieri si è tenuta a Roma l'assemblea Federconfidi, annunciata in questo post. Il Sole 24 ore riprende l'intervento del presidente Francesco Bellotti:
Aumentano le domande delle imprese rivolte ai Confidi per ottenere garanzie sui crediti. Solo nel mese scorso c'è stato un aumento delle domande presentate dell'83%, che si è tradotta in un aumento dei finanziamenti richiesti del 154% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. «Se ci sarà un' ulteriore crescita delle domande forse sarà necessario riconsiderare i tempi di erogazione delle risorse», ha detto il presidente di Federconfidi (i Confidi aderenti a Confindustria, che oggi sono 60) aprendo l'assemblea annuale.
Per fare un confronto in termini assoluti, nel 2008 complessivamente sono state presentate 8.148 domande, per 1,34 miliardi di finanziamenti; solo nei primi sei mesi di quest'anno sono state presentate 12.611 domende, per 2,4 miliardi di finanziamenti.
Bellotti ha sottolineato l'importanza del ruolo dei Confidi in questa fase di scarsa liquidità delle imprese. E ha anche sollecitato incentivi e strumenti ibridi di patrimonializzazione (i Tremonti bond) per favorire un rafforzamento patrimoniale delle strutture. Una misura che servirebbe soprattutto a quelli che superano il tetto dei 75 milioni di garanzie in essere e che in base alla legge di riforma del settore (2003) dovranno trasformarsi in intermediari finanziari, sotto la vigilanza della Banca d'Italia.
Nel suo intervento, ripreso da ASCA, Stefano Mieli (Banca d'Italia) ha espresso la visione della Vigilanza sul settore confidi, nelle sue componenti 107 e 106
Piu' in particolare, in merito ai Confidi, Mieli ha sottolineato che dei 778 Confidi ci sono state 352 cancellazioni di cui 260 avvenute per fusioni e aggregazioni. Il numero complessivo degli iscritti - ha detto - rimane elevato e ''sorgono perplessita' su alcuni soggetti''.
La Banca d'Italia ''non ha nessun potere di controllo sui Confidi esclusi dagli intermediari finanziari, e questo pone l'intero settore a rischi reputazionali'', ha sottolineato Mieli. La legge comunitaria consente di ridefinire comportamenti e funzioni di tutti gli intermediari - ha concluso - potrebbe essere una occasione per una 'riflessione': le scelte strategiche sul futuro dei Confidi non possono essere rinviate''.
La Banca d'Italia ''guarda con particolare interesse ai Confidi vigilati: e' dalla parte dei Confidi vigilati - ha detto in ultimo - tutto cio' anche in considerazione dell'importante sostegno che offrono al tessuto industriale''.
Infine Vittorio Grilli (MEF) ha ricordato:
Per uscire dalla crisi 'gli strumenti ci sono, dobbiamo imparare ad usarli''. [...] Grilli si e' infatti soffermato sulle misure messe a punto dal governo attravero la Cdp e la Sace. Ha poi detto che per quanto riguarda i Confidi, ''tutto il sistema si e' rafforzato'', ed ha ricordato l'appuntamento del 31 dicembre 2009, giorno in cui scade il termine per i Confidi che vorranno sottoporsi alla Vigilanza Bankitalia.
Eh sì, la scadenza del 31/12 si avvicina, e Banca d'Italia manifesta scarsa simpatia per i 106 di debole reputazione. La domanda di garanzie aumenta, e c'è bisogno di confidi capaci di soddisfarla. Ma quanto lavoro c'è ancora da fare, quante cose da imparare! Il tempo si fa breve per la lunga marcia verso la terra dei 107. Motus in fine velocior.

Luca
Fri 17 Jul 2009, 15.40 - Stampa
Da una news (il sottolineato è mio):
(Teleborsa) - Roma, 16 lug - E' stato siglato tra il Ministero dello Sviluppo economico e l'Unione Italiana delle Camere di Commercio un accordo di programma con uno stanziamento di 30 milioni per la realizzazione di iniziative a sostegno del sistema delle piccole e medie imprese. Lo si legge in una nota. "L'accordo tra il Ministero dello Sviluppo economico e l'Unioncamere - ha dichiarato il Ministro Scajola - darà priorità a iniziative per agevolare l'accesso al credito e sostegno all'occupazione di piccole e medie imprese nell'attuale difficile congiuntura economica. Questa iniziativa si affianca alle altre misure già in vigore, a partire dal Fondo di Garanzia per le Pmi, che è stato rifinanziato con 1,6 miliardi, è stato esteso all'artigianato e da inizio anno ha aumentato del 75% la propria attività assicurando il credito di oltre 13 mila Pmi, di cui 1400 imprese artigianali. L'intesa con Unioncamere estende queste attività, con l'obbiettivo di garantire il credito ed evitare l'asfissia finanziaria delle imprese".
Il Presidente dell'Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha dichiarato: "Esprimo la mia grande soddisfazione per l'Accordo siglato con il Ministro Scajola. Le Camere di Commercio si impegneranno a fondo affinché queste risorse possano contribuire a ridurre le difficoltà di accesso al credito delle nostre piccole e medie imprese e a favorire la tenuta dei livelli occupazionali, anche attraverso progetti di nuova imprenditorialità".
Le risorse previste dall'accordo provengono dai bilanci delle Camere di commercio e gli interventi potranno riguardare il sostegno al credito per la micro-imprenditorialità e l'occupazione; il sostegno ai Confidi attraverso la contribuzione a fondi di garanzia e fondi rischi; il finanziamento, o co-finanziamento in collaborazione con le Regioni e gli Enti locali, di fondi di controgaranzia e co-garanzia; contributi in conto interesse e in conto capitale alle piccole e medie imprese al fine di agevolare l' accesso al credito e il sostegno all'occupazione in particolare nel Mezzogiorno. Un Comitato di gestione misto Ministero Sviluppo-Unioncamere di 5 membri effettuerà l'analisi e la valutazione degli interventi delle Camere di Commercio e delle loro Unioni regionali.
Apprezzo l'impegno a coordinare gli interventi del sistema camerale con quelli del Ministero che cura la regia delle politiche di aiuto alle imprese. Dal comunicato, pare che le risorse camerali andranno, in parte cospicua, a integrare la dotazione del Fondo centrale di garanzia per le Pmi
Luca
Thu 16 Jul 2009, 18.58 - Stampa
Pubblicato il numero di luglio 2009 del Bollettino economico Banca d'Italia. Cito il passaggio sulla redditività delle banche italiane (pag 37), a voi la scoperta del resto.
Il peggioramento della redditività bancaria osservato nello scorso anno è proseguito nei primi mesi del 2009. Secondo le relazioni consolidate, nel primo trimestre gli utili dei cinque maggiori gruppi si sono ridotti del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008; il rendimento del capitale e delle riserve (ROE) delle attività ricorrenti si è dimezzato, attestandosi al 4,5 per cento. La crescita del margine di interesse, rimasta positiva per tutto il 2008, si è arrestata. E' proseguita la flessione degli altri ricavi, per effetto della riduzione del flusso di commissioni; il risultato dell’attività di negoziazione è tornato lievemente positivo. Nel complesso, il margine d’intermediazione si è ridotto del 3 per cento. Il risultato di gestione è rimasto invariato grazie al contenimento dei costi operativi. Gli accantonamenti a fronte del rischio di credito sono più che raddoppiati e hanno assorbito la metà del risultato di gestione, a fronte di meno di un quarto nei primi tre mesi del 2008.

Luca
Thu 16 Jul 2009, 18.31 - Stampa
Consiglio di leggere la vibrante testimonianza di Alessandro Cocci, imprenditore del tessile pratese, raccolta dal sussidiario.net. Cocci dice la sua, di getto, su tutela del made in Italy, gravità della crisi, rapporti con le banche, concorrenza cinese, efficacia degli aiuti pubblici e delle associazioni.

Luca
Thu 16 Jul 2009, 17.59 - Stampa
Il Sole 24 ore riprende i commenti di alcuni quotidiani europei sullo scudo fiscale, e in particolare quello del Financial Times (cito un passaggio):
Ma questa volta, l'amnistia si applicherà solo ai soldi che tornano in Italia, non basta che siano semplicemente dichiarati e tenuti in un conto offshore. «Se questo riesce ad aiutare gli imprenditori italiani a regolarizzare la loro situazione fiscale e a iniettare nuovo capitale nelle loro aziende durante l'attuale credit crunch, difficilmente può essere una cosa cattiva».
Qui trovate il puntuale commento di Bloomberg.

Luca
Tue 14 Jul 2009, 17.40 - Stampa
Dal denaro.it:
Nel pieno della crisi globale nasce Kampanom-Confidi, un consorzio di garanzia collettiva fidi, iscrivibile quale soggetto 107 che sarà vigilato dalla Banca d'Italia, con un vantaggio in termini di costo e di accesso al credito da parte delle Pmi. "Gli oltre 50 Confidi presenti in Campania - dichiara il presidente Rosario Manes Rossi, esperto di diritto bancario - rappresentano solo se stessi e non sono di alcun aiuto per lo sviluppo del territorio, oltre al fatto che la gran parte del divario del costo del denaro tra Nord e Sud, pagato dalle imprese, è addebitabile alla loro scarsa efficienza. E' proprio per rispondere ai bisogni di strutture più adeguate ai servizi prestati, di maggiore professionalità e di maggiori dimensioni che nasce Kampanom, il cui direttivo è formato appunto da un team di professionisti ed imprenditori campani".
Nello zaino del soldato c'è il bastone di maresciallo. Nello zaino di un confidi neo-costituito c'è il biglietto per il viaggio verso l'iscrizione a 107. Non ho capito però come il nuovo confidi, Kampanom (antico nome osco della regione intorno a Capua), intende far meglio degli oltre 50 già presenti in regione, e come pensi di fare i volumi per candidarsi a 107. Se avete notizie più precise, commentate, grazie.

Luca
Tue 14 Jul 2009, 10.37 - Stampa
Da un articolo di Tito Boeri, "Il credito senza cultura", uscito oggi su Repubblica
Bene anche sviluppare istituti come il multiaffidamento che, come messo in luce da Fabiano Schivardi su lavoce.info, potrebbe evitare che le piccole imprese si vedano chiudere i rubinetti del credito contemporaneamente da tutte le banche (mediamente sono 5 per ogni piccola impresa) presso cui prendono a prestito.
Secondo l'opinione corrente, e specialmente oggi con i modelli automatici di scoring andamentale, quando una banca revoca un'impresa multiaffidata è probabile che le altre seguano a ruota (il classico gioco del cerino acceso). Il citato articolo di Schivardi, la vede diversamente (cito)
È anche possibile che un’impresa multiaffidata incontri minori difficoltà a sopperire alla chiusura di una linea di credito ottenendo credito addizionale da una delle banche di cui è già cliente. [...] È possibile che le grandi banche siano più interessate dal multiaffidamento, mente le piccole a vocazione locale tendono di più a essere il prestatore principale di imprese locali. Se è così, è necessario pensare a politiche che contrastino la tendenza. [...] Forme di coordinamento fra le banche creditrici sono quindi possibili e potrebbero evitare il firm run. Potrebbero anche rendere più facile ristrutturare il debito dell’impresa, evitando comportamenti opportunistici da parte di singole banche. Episodi di questo tipo sono numerosi e hanno portato a buoni risultati. Il caso più noto è quello della ristrutturazione del debito Fiat da parte di un pool di banche, che ha permesso all’impresa di rilanciarsi. Estendere su larga scala questo metodo è complicato, perché richiede il coordinamento delle scelte creditizie rispetto a migliaia di imprese.
Un messaggio interessante: banche, trattate il piccolo negoziante o il terzista come la Fiat, si tratta soltanto di trovare modi efficienti di "coordinare le scelte creditizie rispetto a migliaia di imprese". Una visione molto alta del problema: chi dobbiamo chiamare, un bravo esperto di teoria dei contratti?
E ancora Boeri, chiudendo il suo articolo, afferma che cose del genere non si fanno per una mancanza di cultura:
Ci vogliono banche che, invece di fornire credito a prezzi stracciati ai soliti noti, imparino a selezionare i progetti imprenditoriali, sapendo valutare le potenzialità che ci sono in molte piccole imprese.
Non sono argomenti su cui intendo scherzare, accetto una sfida di questo tipo. Ma ci rendiamo conto del lavoro immane che c'è da fare, a livello di cultura (d'accordo), di strumenti giuridici e finanziari, di procedure, di impegno sul caso specifico, per gestire le crisi aziendali in maniera coraggiosa e collaborativa? Occorre sporcarsi le mani, e avere buoni motivi per farlo. Il resto sono discorsi.

Luca
Tue 14 Jul 2009, 06.54 - Stampa
Tra le anticipazioni sugli emendamenti alla manovra d'estate del Governo, ne ho ho trovata una interessante di Gianni Credit, sul sussidiario.net. Cito
L'operazione "scudo" - la terza lanciata da Tremonti dopo quelle del 2001 e del 2003 - questa volta sembra alzare l'asticella dei suoi obiettivi, il cui raggiungimento questa volta andrà probabilmente valutato in termini qualitativi e non solo quantitativi. I due precedenti hanno registrato un buon successo, facendo emergere un'ottantina di miliardi di capitali italiani all'estero e portando un paio di miliardi di incasso per l'Erario.[...] Le attese sull'aliquota (6-7% quella ordinaria, 5% quella agevolata, legata alla sottoscrizione di titoli per la ricostruzione dell'Abruzzo) sembrano già promettere una "mano politica" più ferma, meno condiscendente sul piano finanziario con chi ha accumulato capitali all'estero (diversa sarà ovviamente l'analisi della sanatoria sul piano legale-penale).
Ma all'indomani della Grande Crisi, l'obbiettivo vero di un ministro come Tremonti non può essere che "scuotere l'albero" dei flussi globali di capitali. Ancora in sintesi: questa volta non basterà "legalizzare" i capitali italiani; bisogna farli tornare concretamente in Italia.[...]
Però l'operazione-Tremonti deve raggiungere i suoi target veri: riportare i capitali nelle banche italiane (almeno in termini di depositi stabili, indipendentemente dalla forma tecnica); favorire il loro dinamismo in termini di investimenti finanziari e reali; dirottarne una parte verso progetti pilotati in senso lato dallo Stato, ad esempio intermediati verso le infrastrutture dalla Cassa depositi e prestiti. Oppure dalla Sace. La "vecchia" Società di assicurazione del credito all'esportazione, controllata dal Tesoro, è infatti in fase di avanzata mutazione strutturale-strategica. È già stata menzionata dal primo decreto anticrisi come veicolo per il sostegno del credito alle imprese e il suo ruolo prospettico è sempre più delineato dal provvedimento sui crediti vantati dalle imprese verso la Pubblica amministrazione.
La Sace, infatti, sta valutando l'acquisto della Factorit, la società di factoring delle Popolari, specializzata appunto nello sconto "pro soluto" di crediti. L'Economia sta ora valutando un maxi trasferimento dei crediti delle imprese verso la Pa (che sarà possibile certificare entro la fine del 2009) verso il sistema bancario, e già questa si profila come una "manovra colbertista" niente affatto piccola. Significa che grandi banche private e quotate in Borsa (come lo sono Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Ubi, Banco Popolare, etc) di fatto si faranno carico di crediti che lo Stato tarda a onorare alle imprese, a condizioni di fatto fissate dallo Stato stesso. Ma è probabile che una parte dell'operazione venga gestita direttamente dalla Sace (cioè dal Tesoro): ma in questo caso il sistema bancario sarebbe comunque chiamato a rifinanziare la "banca Sace", che si affiancherebbe alla "banca Cdp".
Se avete la pazienza di leggere (o rileggere) il mio paper su iCash troverete convergenze col disegno che il commentatore citato attribuisce al Ministro dell'economia.

Luca
Tue 14 Jul 2009, 06.16 - Stampa
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nella riunione dell'8-9 luglio ha approvato una serie di misure (avviate nel gennaio 2009) per rafforzare i requisiti patrimoniali sul rischio di mercato e sanare alcuni dei limiti dell'attuale normativa emersi durante la crisi.
Sul rischio di mercato, il Comitato ha innalzato i requisiti minimi di capitale incrementali per il rischio di credito delle attività di trading complesse. Ha inoltre apportato affinamenti generali, includendo in particolare un requisito di stressed Value-at-risk (VaR) che dovrebbe smorzare la ciclicità dei requisiti di capitale basati sui modelli VaR interni, famigerati per la loro attitudine a segnalare rischi calanti con mercati in fase di boom (per la riduzione delle volatilità storiche a breve, che sono il principale input dei modelli) e rischi esplosivi in situazioni di "fuga verso la qualità".
Sul rischio di credito, nelle regole del Primo Pilastro, il Comitato ha tamponato le falle aperte con la crisi dei subprime, andando ad applicare requisiti più severi alle cartolarizzazioni di secondo livello (CDO di ABS, CDO di CDO) e alle linee di credito a favore di veicoli fuori bilancio (come SIV e conduit che investivano in subprime). Le banche dovranno inoltre effettuare analisi più rigorose delle cartolarizzazioni dotate di rating esterno. Su questi ed altri rischi elusivi, sono inoltre rafforzati i processi di controllo del Secondo Pilastro e i requisiti di informativa esterna del Terzo.
Le modifiche al Secondo Pilastro sono immediatamente esecutive. Quelle al Primo e al Terzo lo diventeranno entro il 31/12/2010. Sono inoltre prorogate oltre il 2009 le clausole di salvaguardia per le quali il capitale minimo non può scendere oltre uno scarto percentuale massimo sotto il livello calcolato con le regole di Basilea 1.

Non si tratta di modifiche rivoluzionarie. E' però allo studio un più ampio programma di riforma e rafforzamento del quadro di vigilanza che intende introdurre nuovi standard su
  1. promozione dell'accumulo di riserve tampone di capitale a cui attingere nei periodi di tensione;
  2. rafforzamento della qualità del capitale bancario [riducendo gli incentivi a emettere strumenti innovativi e ibridi];
  3. introduzione di un coefficiente minimo di leverage sull'attivo non ponderato come ulteriore pavimento alla dotazione minima di capitale.
In questo programma, il Comitato sta inoltre impostando misure per attenuare l'eccessiva ciclicità dei requisiti minimi di capitale e per promuovere un approccio più anticipativo agli accantonamenti per rischio di credito.
Su questo programma ampio (che mi azzarderei a chiamare Basilea 3) sarà diffuso un documento di consultazione nel primo trimestre 2010.

Luca
Sun 12 Jul 2009, 22.49 - Stampa
Dal Sole 24 ore alcune anticipazioni sulla moratoria dei rimborsi:
Altra partita da giocare per concedere un po' di ossigeno alle imprese, strette dalla morsa del credito, è quella del congelamento dei pagamenti dovuti dalle aziende. Già questa settimana, secondo quanto hanno riferito sia la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sia il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, dovrebbe svolgersi il primo incontro fra esecutivo, banche e imprese. L'intesa potrebbe non riguardare tutte le aziende ma soltanto alcune tipologie e alcuni profili di rischio. Strettamente connesso al raggiungimento dell'accordo c'è un altro intervento, annunciato da Tremonti all'assemblea Abi, per compensare gli istituti di credito: sgravi fiscali sulla deducibilità delle svalutazioni dei crediti bancari in sofferenza. Se la strada per lo stop alle rate sarà spianata allora i benefici potrebbero confluire nel dl anti-crisi con un emendamento già questa settimana.
... e sullo scudo fiscale:
Le ipotesi allo studio delle bozze parlamentari sono oscillate tra il 5% del capitale rimpatriato (il doppio del primo scudo ma di poco superiore al secondo scudo) fino al 7 per cento. Viene dato per bocciato da Bruxelles il canale del rimpatrio volto all'acquisto di titoli di Stato o buoni postali emessi dalla Cassa depositi e prestiti, dirottati per la ricostruzione dell'Abruzzo. Sono tenute in considerazione formule più innovative e alternative, come l'imposta del 50% sugli interessi maturati negli ultimi cinque anni (potrebbe risultare poca cosa al netto delle perdite dovute alla crisi). Resta tuttavia difficile applicare paletti temporali e raccogliere documentazione su investimenti pregressi effettuati nei paradisi fiscali, notoriamente scarni in registrazioni cartacee e computerizzate.
Aspettiamo le versioni ufficiali per commentare.

Luca
Fri 10 Jul 2009, 17.38 - Stampa
Una news che riprendo dal sussidiario.net
Intervenendo all'assemblea degli Industriali di Salerno, Marcegaglia ha detto: «Abbiamo scritto al premier Berlusconi e al governatore Draghi per chiedere la sospensione per un periodo di tempo, oppure il rallentamento dell'introduzione delle regole di Basilea 2, che costituisce un problema soprattutto per le piccole imprese».
«Sia il ministro Tremonti che il governatore Draghi hanno espresso la volontà di lavorare su questa richiesta».

Sospendere Basilea 2. Che cosa può significare? Che le banche autorizzate ai metodi IRB smettono di utilizzare modelli di stima della PD per selezionare il credito e fare i prezzi? Perché sono previsioni che auto-avverano (hai una PD alta, ti revoco, tu fallisci, la frequenza dei default aumenta)? Perché le banche standard le copiano e fanno lo stesso?
Condivido le critiche all'effetto meccanico e prociclico di rating Pmi basati per più di metà sullo score andamentale. Buttiamoli pure via, ma soltanto se abbiamo qualcosa di meglio da mettere al loro posto. I rischi ci sono, e vanno affrontati.

Luca
Fri 10 Jul 2009, 12.45 - Stampa
Torniamo a parlare di aiuti di Stato. Ieri ho ricevuto due informazioni:
  1. la Commissione Europea (grazie a Luigi che me lo ha segnalato) ha dato risposta ai quesiti formulati dal nostro Ministero dello Sviluppo Economico sulla possibilità di utilizzare i fondi strutturali FESR (gestiti a livello regionale coi POR) per interventi di sostegno finanziario alle imprese;
  2. sta partendo la seconda tranche del programma "Riassetto finanziario" nella provincia di Trento, che riguarda prestiti con abbattimento del tasso e/o garantiti dai confidi di importo compreso tra 500 mila e 2 milioni di euro.
Sul punto 1, Bruxelles precisa che i fondi FESR non finanziano il consolidamento del debito, né il reintegro di liquidità a fronte di investimenti già effettuati. Ci sono però dei casi "grigi" su cui si può intervenire con le risorse UE: ad esempio, i fondi di garanzia pubblici possono supportare la rinegoziazione di prestiti esistenti purché accompagnata dall'erogazione di nuovi prestiti.
Il FESR può cofinanziare fondi di private equity, garanzie e/o prestiti partecipativi per interventi di rilancio (turnaround) a condizione che l'impresa presenti un piano che promette il mantenimento dei livelli occupazionali (valgono gli altri paletti sugli aiuti di Stato in questa forma).
In tutti i casi le aziende beneficiarie non devono essere in crisi finanziaria (con la facilitazione introdotta dalle misure temporanee del novembre 2008, secondo le quali la situazione di non-crisi deve essere attestata all'1/7/2008).
Che cosa ne concludo? Che distribuire aiuti alle imprese richiede una rete qualificata di assistenza. Le maggiori risorse sono su misure che richiedono sempre un piano di sviluppo, di risanamento, articolati negli aspetti strategici, occupazionali, economico-finanziari. Bisogna attrezzarsi per fare queste cose, tanto più ora che la scommessa si gioca sulla ricapitalizzazione: tante imprese non sono o non saranno più traghettabili attraverso la crisi col debito garantito e agevolato; parte dell'attuale debito dovrà essere convertito in patrimonio, e in contropartita i proprietari dovranno mettere denaro fresco. Si tratta di interventi complicati e ad alto consumo di capitale (il de-leveraging non è soltanto un nome). Si devono fare, subito. Chi è capace di farli su ampia scala? Le banche? I confidi? Le imprese? I loro consulenti?

Sul punto 2, ho appreso che molte imprese trentine non potranno ottenere la garanzia confidi sul mutuo "riassetto" perché hanno già consumato il de minimis triennale di 200.000 euro; non viene qui in aiuto lo pseudo-de minimis di 500.000 euro introdotto dalle misure temporanee perché non può essere speso per aiuti in forma di garanzia (è pseudo, appunto).
Di aiuti e garanzie abbiamo parlato lungamente sul blog. La regola "de minimalista" dell'aiuto stimato al 13,33% del credito garantito non soltanto è ad alto consumo, ma non può essere applicata fuori dal regime de minimis in senso stretto (lo sottolineo perché ho letto autorevoli pareri legali che affermano che la regola sarebbe trasponibile ai regolamenti di esenzione). La situazione si può sbloccare soltanto facendosi approvare una metodologia di calcolo dell'intensità di aiuto basata sul rischio (in alternativa si devono applicare commissioni "di mercato" alle Pmi, presunte tali se superiori ai "premi esenti" fissati dall'UE, pur ridotti dalle misure anti-crisi, vedi qui).
In proposito non posso che rilanciare la mia proposta di far convergere le misure regionali e nazionali basate su garanzie verso un'unica metodologia italiana da notificare a Bruxelles. Lo so che è complicato, e che è difficile coordinare tanti soggetti autonomi e sovrani. Ma adesso non ci sono scuse: eludere il problema significa negare alle imprese risorse che sono lì per sostenerle.

Si sta compiendo un peccato mortale di omissione. Il peccatore è un soggetto collettivo e anonimo, formato da numerosi attori con nomi e compiti precisi, i quali però non si mettono d'accordo per interessi particolari, rivalità, indolenza, pressapochismo. Se avete voce in capitolo e non volete essere tra i suddetti, agitate le braccia e fatevi riconoscere, diamo voce alla protesta, e alle proposte concrete.
La crisi sta per darci una scrollata. Se ci svegliamo prima, è meglio per tutti.

Luca
Fri 10 Jul 2009, 12.42 - Stampa
Sapio mi segnala questo interessanti articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere di oggi. Qualche passaggio:
Goldman Sachs e Barclays Capital stanno ricominciando con la finanza ad alto ritorno delle cartolarizzazioni. Le investment banks ci riprovano. Questa volta, giurano, sarà tutto a regola d'arte.[...]
I Global legal standards e i nuovi criteri contabili del Financial Stability Board promettono un cambiamento. Ma per definirli in concreto e poi adottarli ci vorrà tempo e fatica.[...]
L'Italia, per dire, ha un'opinione sul limite minimo del 5% del rischio che una banca americana potrà trattenere sui suoi conti nel cartolarizzare proprie attività? Se reputasse che sia meglio il 10% o il 15%, e non sarebbe follia, che farebbe quando una banca nazionale si riempisse di carta americana promettente certo, ma tanto rischiosa?

Luca
Thu 9 Jul 2009, 18.04 - Stampa
Dal Sole 24 ore un commento all'ultimo Bollettino della BCE:
C'è una spada di Damocle sui bilanci pubblici dell'eurozona: le passività potenziali legate agli interventi a sostegno del settore bancario potrebbero avere, nel 2009, un impatto massimo previsto pari a circa il 20% del Pil dell'area. È il calcolo che fa la Bce nel Bollettino mensile di luglio.

La Bce indica, tra i big dell'eurozona, passività potenziali in Germania pari al 6,3% del Pil e un impatto massimo previsto che sale al 18,7%. Nessun impatto, invece, degli interventi a sostegno delle banche in Italia, dove, di fatto, non sono stati effettuati salvataggi.
Adesso però facciamo il possibile per evitare o contenere al minimo interventi futuri.

Luca
Thu 9 Jul 2009, 17.33 - Stampa
Segnalo un interessante convegno promosso da Bureau Van Dijk (vendor di banche dati contabili, tra cui AIDA) e K-Finance (società di consulenza in finanza), sul tema "E’ possibile prevedere il fallimento di un’impresa? Analisi ed approfondimenti sulle novità del modulo AIDA PD per la valutazione del rischio di insolvenza.". Si terrà il 14 Luglio 2009 dalle ore 9.30 alle 13.00 presso il Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61. Lo segnalo anche perché conosco Francesca Grasselli (K-Finance), relatrice col presidente Giuseppe Grasso; tra l'altro è amica della nostra Eleonora.
La partecipazione al workshop è gratuita previa registrazione via e-mail a marketing.italy@bvdep.com

Luca
Thu 9 Jul 2009, 17.17 - Stampa
Ho ricevuto il cortese invito a partecipare all'assemblea annuale di Federconfidi il prossimo venerdì 17 luglio a Roma, alle 10.00, presso la Sala Andrea Pininfarina - Confindustria, Viale dell'Astronomia, 30. Il programma prevede la relazione del presidente, FRANCESCO BELLOTTI e, a seguire, gli interventi di CORRADO FAISSOLA (Presidente ABI), VITTORIO GRILLI (Direttore Generale del Tesoro del Ministero dell’Economia e Finanze), STEFANO MIELI (Direttore Centrale dell’Area Funzionale Vigilanza Bancaria e Finanziaria di Banca d’Italia), GIUSEPPE MORANDINI (Presidente Piccola Industria Confindustria), e PAOLO SAVONA (Presidente di Unicredit Banca di Roma).
Dopo un coffee break, FREDERIK GEERTMAN (UniCredit Group) e GIAN DOMENICO MOSCO (Luiss Guido Carli) parleranno del ruolo gestionale e di monitoraggio degli amministratori dei confidi. Funzioni, responsabilità, sanzioni.
Seguirà buffet.
Penso che come gli anni scorsi la partecipazione sia per inviti. Per informazioni contattare FEDERCONFIDI, Tel: 06.5903608 - 06.5903596; e-mail: federconfidi@confindustria.it

Luca
Thu 9 Jul 2009, 12.15 - Stampa
Da Varese news:
Bloccato in Regione Lombardia dallo scorso novembre – troppo tempo per le imprese che di quel fondo non hanno ancora visto un centesimo – ora Confiducia ha trovato attenzione in Regione Lombardia, grazie al tramite di Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture e Mobilità, che ha sottoposto la questione all’assessore all’Artigianato Domenico Zambetti e al Governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
Il progetto Confiducia, è partito nel novembre 2008. Dalla proposta iniziale di Unioncamere Lombardia, si era passati ad un programma di co-garanzia con cap di perdita sponsorizzato anche dalla Regione. Pare che la formula non avesse incontrato il gradimento delle banche e dei confidi, tant'è che l'iter di avvio si era incagliato, fino alla levata di scudi degli artigiani varesini. Ora, il progetto dovrebbe, finalmente, passare in realizzazione. Se ne è parlato anche ieri al workshop dei confidi lombardi (sempre a Varese).
Da quanto ho intuito, è stato difficile far convergere i desiderata della rete di erogazione delle garanzie (i confidi lombardi, con Federfidi Lombarda nel ruolo di gestore dei fondi) con quelli degli sponsor pubblici. Oggi i confidi premono per apporti al loro patrimonio (di base o supplementare), che lascino autonomia nel configurare le garanzie. Gli enti pubblici prediligono schemi rotativi con destinazione controllabile, quindi forme segmentate di tipo tranched cover. Le banche non gradiscono i cap (relata refero). La soluzione che sta venendo fuori (non la conosco nel dettaglio) dovrebbe conciliare le diverse istanze, con il ricorso alla sottoscrizione di passività subordinate di Federfidi.
Otto mesi di stallo sono un'enormità per un provvedimento anti-crisi urgente, inteso a sostenere la liquidità delle imprese in difficoltà finanziarie. Non voglio dar la colpa a nessuno, ma è certo che bisogna cambiare passo nelle azioni contro la crisi, in Lombardia e nel resto del paese. E occorre soprattutto cambiare spirito quando ci si trova attorno a tavoli più o meno affollati per convergere verso le soluzioni più efficaci.

Luca
PS ore 17.15: potete scaricare la delibera di giunta regionale che approva le modifiche del progetto Confiducia.
PS ore 23.15: Ho letto la delibera e gli allegati; l'operazione ora prevede una co-garanzia o contro-garanzia personale (senza cap) di Federfidi, supportata dal finanziamento subordinato della regione più la parte, proporzionalmente maggiore, coperta dal credito di firma di Unioncamere. Questa seconda ha il cap. Il subordinato è in realtà un ibrido tra una credit link note, defalcata della sua quota di perdite del portafoglio Confiducia, e un debito subordinato. Sarà ammessa da Banca d'Italia come strumento di capitale supplementare valido? Nella sostanza, dà realmente alle banche beneficiarie una copertura migliore di un fondo di garanzia destinato? L'unico vantaggio mi sembra la possibilità di creare un pool di rischio unico per le garanzie Federfidi, mentre con il cap si sarebbero creati tanti pool quante le banche convenzionate.
Dal lato positivo, il bando ora torna a prevedere la pubblicità delle condizioni di costo del credito convenzionato e della garanzia (che era ancor meno gradita dei cap).
Wed 8 Jul 2009, 23.50 - Stampa
A Varese, nella splendida cornice (è il caso di dirlo, col favore del bel tempo) di Villa Andrea Ponti ho partecipato oggi ad un incontro di lavoro promosso da Artigianfidi Varese, e ben coordinato dall'amico Andrea Bianchi (vice DG), e animato dall'entusiasmo e dalla comunicativa del DG, Marino Bergamaschi. C'era un'ampia rappresentanza dei confidi lombardi: oltre ai padroni di casa, Federfidi Lombarda, Confidi Province Lombarde, Confidi Lombardia, Confapi Lombardia fidi, Sinvest, Artfidi Lombardia. Hanno portato interessanti testimonianze delle esperienze di aggregazione Ferruccio Vannucci (Artigiancredito Toscano), Elena Biagetti (Unifidi Emilia Romagna), e Riccardo Giorcelli (Confartigianato fidi Piemonte). Con me, come esperto, c'era Claudio D'Auria, che ritrovo sempre con piacere.
Tutti i confidi presenti o sono già 107 (AC Toscano) oppure hanno presentato, o stanno per presentare, la domanda di iscrizione a 107. I cantieri sono aperti, il lavoro ferve. Non c'è da meravigliarsi se il dibattito è stato intenso e stimolante. Cresce la consapevolezza di quello che serve, e che non sempre si trova pronto per l'uso. Ci sarebbe grande interesse per iniziative di sistema volte a definire standard (pensiamo soltanto al flusso di dati tra banche e confidi).
Vi racconterò meglio di cosa si è discusso nei prossimi giorni, perché ho raccolto tante idee su modelli di equilibrio economico, sistemi informativi, convenzioni, costi di organizzazione, etc. L'unico dispiacere è stato il non poter avere con noi Sapio, che preferisce (per ora) rimanere nella clandestinità (scherzo).
Ritorno tranquillo, approfittando della presenza a Varese per una visita ai genitori di mia moglie.
Bel posto, Varese, si fanno incontri interessanti (anche se il mio, in realtà, è avvenuto ad una vacanza in Valfurva).

Luca
Wed 8 Jul 2009, 23.00 - Stampa
Due passaggi ampiamente ripresi dai media dal Sole 24 ore di Mario Draghi (qui il testo completo) ...
«Da aprile la variazione su tre mesi é divenuta negativa: in maggio era pari a -0,9 per cento su base annua. I prestiti alle famiglie continuano ad espandersi ma a ritmi inferiori». «L'aumento del rischio di credito - sottolinea Draghi - si é tradotto in un ampliamento del divario nel costo del credito tra piccole e grandi imprese con effetti negativi per chi oggi ha maggiormente bisogno di accedere al finanziamento bancario». Draghi sottolinea che va evitato «un eccesso di automatismi» nella valutazione del merito di credito e che c'è «l'esigenza di non far mancare il sostegno finanziario alle imprese con buone opportunità di crescita, reali capacità di superare la crisi».
Affondo anche sulla commissione di massimo scoperto. «Ora le banche devono risolvere la questione alla radice; sostituiscano spontaneamente, una volta per tutte, le commissioni complesse e opache con commissioni ragionevoli sui fondi messi a disposizione; per il resto si riconduca tutto all'applicazione trasparente dei tassi di interesse». Draghi ha sottolineato come è stato «necessario l'intervento del legislatore» dopo che «la ripetuta azione di moral suasion sortiva effetti solo nei confronti dei maggiori gruppi».
e Giulio Tremonti (mia la sottolineatutra)
«È arrivato il tempo per il nuovo inizio. Abbiamo comune responsabilità per il nostro Paese. Quanto fatto è stato necessario. Ma ora, proprio ora, può essere necessario fare di più. Qualcosa che può prendere un avviso comune da produrre subito prima di agosto. Nel rispetto delle regole del patrimonio delle banche, su base non obbligatoria e volontaria. Possono prendere la forma di uno sforzo ulteriore quanto di una moratoria sulle scadenze più pressanti dei crediti delle imprese».
Che il Ministro abbia letto il mio post?

Luca
Wed 8 Jul 2009, 22.47 - Stampa
Questo report di Fitch (serve registrazione gratuita) parla della crescita dei default degli emittenti di obbligazioni. La loro frequenza è in crescita, ma i valori di recupero post default sono in calo. Quindi i rischi di PD e LGD si confermano tra loro correlati, specie nelle crisi.

Luca
Tue 7 Jul 2009, 15.10 - Stampa
Oggi è stata pubblicata la lettera enciclica Caritas in veritate, la terza del pontificato di Benedetto XVI. Cito il paragrafo che riguarda la finanza:
65. Bisogna, poi, che la finanza in quanto tale, nelle necessariamente rinnovate strutture e modalità di funzionamento dopo il suo cattivo utilizzo che ha danneggiato l'economia reale, ritorni ad essere uno strumento finalizzato alla miglior produzione di ricchezza ed allo sviluppo. Tutta l'economia e tutta la finanza, non solo alcuni loro segmenti, devono, in quanto strumenti, essere utilizzati in modo etico così da creare le condizioni adeguate per lo sviluppo dell'uomo e dei popoli. È certamente utile, e in talune circostanze indispensabile, dar vita a iniziative finanziarie nelle quali la dimensione umanitaria sia dominante. Ciò, però, non deve far dimenticare che l'intero sistema finanziario deve essere finalizzato al sostegno di un vero sviluppo. Soprattutto, bisogna che l'intento di fare del bene non venga contrapposto a quello dell'effettiva capacità di produrre dei beni. Gli operatori della finanza devono riscoprire il fondamento propriamente etico della loro attività per non abusare di quegli strumenti sofisticati che possono servire per tradire i risparmiatori. Retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti. Se l'amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito.
Tanto una regolamentazione del settore tale da garantire i soggetti più deboli e impedire scandalose speculazioni, quanto la sperimentazione di nuove forme di finanza destinate a favorire progetti di sviluppo, sono esperienze positive che vanno approfondite ed incoraggiate, richiamando la stessa responsabilità del risparmiatore. Anche l'esperienza della microfinanza, che affonda le proprie radici nella riflessione e nelle opere degli umanisti civili — penso soprattutto alla nascita dei Monti di Pietà –, va rafforzata e messa a punto, soprattutto in questi momenti dove i problemi finanziari possono diventare drammatici per molti segmenti più vulnerabili della popolazione, che vanno tutelati dai rischi di usura o dalla disperazione. I soggetti più deboli vanno educati a difendersi dall'usura, così come i popoli poveri vanno educati a trarre reale vantaggio dal microcredito, scoraggiando in tal modo le forme di sfruttamento possibili in questi due campi. Poiché anche nei Paesi ricchi esistono nuove forme di povertà, la microfinanza può dare concreti aiuti per la creazione di iniziative e settori nuovi a favore dei ceti deboli della società anche in una fase di possibile impoverimento della società stessa.
Il Santo Padre richiama al fondamento etico irrinunciabile della finanza. Tutta l'economia e tutta la finanza devono essere utilizzati in modo da creare le condizioni adeguate per lo sviluppo dell'uomo e dei popoli. Questa premura è compatibile con la ricerca di buoni risultati, se alimentata da un amore intelligente. Passa poi ad esemplificare alcune forme, definite utili, quando non indispensabili, in cui questo amore intelligente si esprime in modo più dichiarato. Indica in particolare la cooperazione di credito e la microfinanza (tanto spazio alla seconda, collegata con la "nostra" tradizione dei Monti di Pietà, mi ha colpito). Sono esempi, appunto, il richiamo fondamentale è alla loro origine. Avremmo potuto aggiungere i confidi, come possibilità altrettanto buona (mi farebbe piacere parlargliene personalmente). Una stessa sollecitudine può animare coloro che lavorano in una grande banca, o in un fondo pensioni o - perché no? - in un hedge fund o in una finanziaria di investimento. L'etica non vive separata dai soggetti, personali, sociali ed economici, che vivono per tradurla in "iniziative finanziarie in cui la dimensione umanitaria sia dominante". Abbiamo avuto tanti esempi di iniziative nelle quali la dimensione dominante era l'avidità rapace, scientificamente perseguita. Loro pure sono nate da un'intenzione etica: "là dov'è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore". Il bene, o il male, nascono da lì. Le leve finanziarie moltiplicano l'uno, o l'altro.

Luca
Tue 7 Jul 2009, 12.48 - Stampa
Da non perdere questo pezzo sul Corriere di oggi di Massimo Mucchetti. Cito un passaggio:
Ma pure noi sappiamo ormai che i Masters of Universe sono stati molto più dannosi del truffatore. La sola Aig, che vendeva protezione a tutto il mondo senza averne i mezzi, è costata al contribuente americano il triplo di quanto non sia costato il perfido Bernie ai suoi avidi clienti. E siamo sicuri che ci siano poi tante differenze tra il castello di carte costruito dal cultore dello schema Ponzi, e quelli messi su dai raffinati banchieri d' investimento con derivati, credit default swaps e cartolarizzazioni fuori bilancio?

Luca
Tue 7 Jul 2009, 12.19 - Stampa
Sapio mi segnala questo articolo di Giuseppe Turani su Repubblica di ieri:
AL DI LA' di come andranno i mercati finanziari e l'economia reale, una grossa grana sta emergendo qui in Italia, ma ragionevolmente accadrà lo stesso in quasi tutti gli altri Paesi. È quella delle sofferenze bancarie. [...] Da almeno un anno non si capisce quali banche salteranno e quali no. Inoltre, non si discute del fatto che la crisi sta rendendo difficile, se non impossibile, il rimborso dei prestiti. Giorni fa, parlando con un operatore attento a questi aspetti, è emerso che le prime cinque banche italiane potrebbero, alla fine del 2009, dover svalutare crediti per 15-20 miliardi di euro. Una cifra impressionante.[...]
È pur vero che con i tassi ufficiali (l' Euribor a un mese è sotto l' uno per cento) a livelli così bassi molte banche continuano ad addebitare a imprese e privati tassi effettivi altissimi, applicando così spread cioè margini per loro - di cinque o sei punti, quando non di più. Ma fino a quando i margini sugli interessi riusciranno a coprire il buco delle svalutazioni necessarie?[...]
In tutto questo, sta emergendo la grana delle grane, e cioè la questione dell' imponente massa di crediti concessi per le operazioni con alta leva finanziaria, ormai quasi tutte in "default", cioè virtualmente saltate. [...] Tra queste c' è tutto il mondo del private equity più aggressivo, ma anche tutto il mondo immobiliare, abituato a fare mutui per il 90-95 per cento del valore (dell' epoca) degli immobili. Come iscriveranno a bilancio i crediti nei confronti di tali aziende le banche che li hanno concessi? E, a parte l' atteggiamento degli amministratori, i sindaci e i revisori di tali banche come si comporteranno, a partire dalle semestrali che dovranno verificare nei prossimi giorni? [...] Ma per la questione dei crediti di fatto inesigibili (e dei relativi, impossibili, bilanci bancari), chi interverrà? Alla fine si sceglierà di lasciare le cose come stanno, consentendo agli istituti di fare bilanci "un po' " falsi in attesa di tempi migliori?
Qui ci vuole uno sforzo tempestivo e concorde per assestare i modelli di equlibrio delle banche di taglia grande, media e piccola. Sono arrivate alla crisi con percorsi e portafogli diversi, e richiedono rimedi pure differenziati. Ma per favore, non vediamo soltanto il buco nei bilanci bancari, dietro i default ci sono (quanti?) progetti di lavoro e di vita che si sono sfaldati, non sono tutti furbetti finanziati per il 98% a debito. Anche quelle sono ferite da curare. Se non le curiamo, il senso di abbandono farà in modo che il default diventi una via d'uscita normale, giustificabile, con effetti contagiosi.
Degli esperti di rischio creditizio (me compreso) ormai c'è poco da fidarsi. Bisogna guardare in faccia la tempesta che si avvicina, rinforzare i ripari e tracciare i percorsi di evacuazione. E se ingaggiassimo Bertolaso?

Luca
Mon 6 Jul 2009, 18.47 - Stampa
Sapio mi segnala un bell'articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere di ieri, da cui cito:
In chiusura di mandato, Neelie Kroes rilancia la politica europea della concorrenza. Il commissario Ue esorta Lloyd Banking Group e Royal Bank of Scotland a rivendere buona parte delle banche e delle reti di sportelli che avevano comprato: troppo comodo dominare il settore dopo essere stati salvati dal Tesoro al prezzo di 47 miliardi di euro.[...]
La banca è un' impresa per lo più privata che offre un servizio di interesse pubblico. Per questo non viene lasciata fallire ma non necessariamente va nazionalizzata in tempi normali. Basta che la regolazione non tremi se i vincoli di sicurezza deprimeranno i profitti delle banche. Il corso delle azioni si adeguerà, gli hedge funds lasceranno le banche e rimarranno i cassettisti. In tal quadro le stock options si dimostrano un incentivo sbagliato, perché legano l' interesse della dirigenza a quello degli azionisti che forniscono una quota minima del capitale con cui lavora una banca e lasciano il rischio principale ai depositanti o allo Stato garante. Del resto, i banchieri lungimiranti degli anni ' 50, citati a modello dal governatore Mario Draghi, lavoravano senza certi premi.[...]
Il gigantismo bancario è stato un errore. Pur difendendo (ovviamente) Intesa Sanpaolo, lo stesso Corrado Passera avverte: oltre certe soglie, la dimensione genera complessità troppo costose. Ma chi stabilisce le soglie? Tocca alle banche centrali e agli Antitrust che, nel mondo, hanno spesso subito l' egemonia culturale dei banchieri. Questi, anziché rischiare investimenti «industriali» per migliorare lentamente i profitti, hanno preferito la scorciatoia delle aggregazioni per dominare l' offerta e poter tagliare i costi incidendo sulle sovrapposizioni artificialmente create. Conclusione: smontare i giganti appare complicato[...]. Ma la signora Kroes ci dice che smontare è possibile di fronte all' indecenza di banche nazionalizzate e tuttora dominanti. Forse si potrebbe agire, costringendo i gruppi maggiori a requisiti patrimoniali più pesanti degli altri, prima che le indecenze si consumino.
Difficilmente la crisi indurrà a sgonfiare la stazza e l'influenza delle maggiori banche, non fosse altro per evitare ulteriore incertezza. La signora Kroes la pensa diversamente, come Nassim Taleb, per il quale in un ecosistema vitale non c'è posto per organismi troppo invadenti e intrinsecamente fragili.
Non è un nodo che si scioglie con una brillante pensata.

Luca
Mon 6 Jul 2009, 07.06 - Stampa

Da una news di venerdì 3/7:

BERLINO, 3 luglio (Reuters) - La Camera Bassa del Parlamento tedesco ha approvato oggi il piano di una "bad bank" che dovrebbe permettere alle banche di liberare i propri bilanci da miliardi di euro in asset problematici. Potranno accedervi sia le finanziarie del settore pubblico che le banche quotate in borsa.

Il meccanismo è semplice e teso a evitare ulteriori svalutazioni che potrebbero portare gli istituti sull'orlo dell'insolvenza e bloccare i prestiti necessari alla ripresa economica. Le banche potranno mettere in 'special purpose vehicles (SPVs)' con funzione di 'bad banks' i loro asset tossici, valutati da una parte terza secondo il loro valore al 30 giugno 2008, nel periodo antecedente al fallimento di Lehman Brothers, e non al 31 marzo 2009 come era stato deciso precedentemente.

Commerzbank ha già messo circa 38 miliardi di euro di asset a rischio in un fondo speciale interno, mentre Deutsche Postbank , in cui Deutsche Bank detiene una quota di oltre un terzo, ha già detto che il piano potrebbe aiutarla a liberarsi di asset problematici per 6 miliardi di euro.

La Camera Alta tedesca sarà chiamata a votare la misura entro una settimana, per permettere un'approvazione definitiva prima della pausa estiva.

Com si riferisce qui il piano dovrebbe riguardare asset illiquidi (ABS e CDO) per circa €230 miliardi. Le banche cedono gli asset a veicoli che si finanziano con titoli garantiti dallo Stato (pagherebbero una commissione per questo supporto). Alla vendita si applicano i prezzi al 30/6/2008 (prima dell'apice della crisi) ridotti di almeno il 10%. Il veicolo dura al massimo 20 anni. Alla fine, se il valore realizzato dagli asset è più basso del prezzo di conferimento, le banche cedenti sono tenute a coprire la differenza. Tra 20 anni! Possono succedere tante cose nel frattempo.

Luca
Mon 6 Jul 2009, 06.02 - Stampa
Sfogliando Bloomberg ho collegato tra loro due news sintomatiche di una situazione complessa.
La prima riguarda il Public Private Investment Program (PPIP), il piano (esposto a critiche autorevoli) consistente nella cessione di ABS declassate dalle banche a fondi pubblico-privati, con garanzia pubblica sui rischi senior. In marzo si prevedeva una raccolta di $100 milioni, ma pare che gli 8-10 fondi in fase di avvio metteranno insieme circa un quinto di quella cifra. Rispetto al lancio del PPIP questi asset tossici, ma non troppo, sembrano ridiventati un investimento bancabile. Merito del calo dei credit spread rispetto ai livelli da panico dell'inverno 2009-2009? Tra le banche USA è tornata la fiducia nella propria forza patrimoniale? Parrebbe di sì, vista anche la fretta con la quale a metà giugno, hanno rimborsato al Tesoro, laddove possibile, gli strumenti di capitale emessi nel piano TARP. Speriamo che sappiano quello che fanno. Non vorrei che i piani di emergenza da centate di miliardi fossero diventati, nell'immaginario delle grandi banche, una carta di credito revolving.
La seconda analizza le prospettive del mercato dei titoli di Stato americani di qui a dicembre. I gestori di fixed-income funds non si aspettano il consueto rialzo dei prezzi in agosto (dovuta al travaso stagionale da investimenti rischiosi). Questo perché sul mercato premono i programmi di emissione di nuovo debito. Nell'esercizio che termina il 30 settembre 2009, il deficit pubblico toccherà negli USA $1.850 miliardi, il 13% del PIL. Il Tesoro dovrà emettere $2.070 miliardi, con un incremento netto dello stock di $1.530 miliardi.
Per contenere i tassi a lunga, la Fed si è impegnata ad acquistare alcune emissioni del Tesoro, sottoscrivendo dal 25 marzo ad oggi $190,7 miliardi, a fronte di un plafond di intervento annunciato di $300 milioni. Gli operatori si aspettano un impegno calante, comunque non sufficiente a contrastare l'incremento dei rendimenti. Di qui la previsione di una curva dei tassi più alta e inclinata verso l'alto per fine anno. La gigantesca riserva di valore che è il debito pubblico USA, che ha retto bene nell'anno della crisi, come reagirà a questa deriva di volumi? Come reagiranno gli investitori? E' il tema pressoché fisso del bellissimo blog di Brad Setser.
In Italia, secondo autorevoli osservatori, in Italia si prospettano scenari imprevedibili. Anche negli USA?

Luca
Fri 3 Jul 2009, 12.56 - Stampa
Comunicato stampa diffuso oggi:
Il gruppo Intesa Sanpaolo ha erogato al Sistema Italia quasi 500 miliardi di euro in termini di fidi accordati, pari a circa un terzo del Prodotto Interno Lordo nazionale. Lo evidenzia la banca guidata da Corrado Passera in una nota in cui ricorda che circa il 67% di questi finanziamenti è stati indirizzato alle imprese soprattutto a quelle di piccola e media dimensione (50% degli affidamenti complessivi al Sistema Italia). Il comunicato dell'istituto è stato diramato in occasione di un incontro con il mondo imprenditoriale previsto per stamattina a Milano.
In particolare l'ammontare di credito per cassa utilizzato dalle imprese di piccola e media dimensione si è mantenuto, specifica una nota del gruppo, a 152 miliardi di euro "nonostante il forte calo della domanda di credito e il significativo aumento della rischiosità" e con forti erogazioni di prestiti a medio e lungo termine, a sostegno degli investimenti, pari a circa 18 miliardi di euro nel periodo.
Il Gruppo conferma la disponibilità di risorse creditizie per le imprese italiane di piccola e media dimensione nei prossimi 36 mesi per circa 60 miliardi di euro, in termini di fidi già accordati e non utilizzati, e per circa 30 miliardi di euro in termini di nuovi fidi accordati, se richiesti. Il Gruppo prevede circa 50-60 miliardi di euro di nuove erogazioni di prestiti a medio e lungo termine nello stesso periodo (quelle degli ultimi 6 mesi sono state pari a circa 8 miliardi di euro).
Specifici impegni sono stati presi da Intesa Sanpaolo per un maggiore accesso al credito da parte delle imprese, accesso che però, specifica la nota non potrà comunque prescindere dalla qualità del merito creditizio.

Quali saranno le forme di prestito che pesano di più sull'accordato non utilizzato? Mutui in attesa di erogazione? Anticipi sbf? Altro?

Luca
PS 5/7: Nei commenti a questo post, c'è n'è uno magistrale di Sapio che merita un lettura attenta. Caldamente consigliato.
Fri 3 Jul 2009, 06.47 - Stampa

Andrew Haldane, executive director for financial stability della Bank of England, afferma in un paper che le performace superiori del settore dei servizi finanziari negli anni che hanno portato alla crisi fu quasi interamente dovuta alla fortuna e non al talento. Le banche hanno fatto scommesse sempre più forti per tenere il passo con i loro concorrenti. Qui c'è il paper, e qui un commento del Financial Times.

Luca

Fri 3 Jul 2009, 06.19 - Stampa
Siamo in estate. Sono andate in vacanza anche le iniziative in aiuto delle imprese, e pure il dibattito in materia.
Una vacanza lunga, come le mie da bambino.
Che accadrà in settembre?
Non lo so, non ci voglio pensare.
Risposta sbagliata.

Luca
Wed 1 Jul 2009, 12.50 - Stampa
Bloomberg commenta le ottime performance delle obbligazioni societarie nella prima metà del 2009. Alte cedole e prezzi in ascesa hanno portato a un rendimento del 9,2% in sei mesi, più alto delle Borse, più alto dei titoli di Stato che hanno ceduto parte del valore gonfiato dalla fuga verso la qualità. Anche le emissioni sono andate forte: $735md in sei mesi. I credit spread sui bond sono scesi molto dai livelli da panico post-Lehman, così come, sul breve, il TED spread e l'OIS spread. Anche il rischio banca pare meno temuto, anche perché i mercati si sono abituati (nel senso che se le aspettano con fiducia) alle periodiche immissioni di liquidità delle banche centrali, come quest'ultima.
I default aumentano, ma il paradosso è che i prezzi dei bond salgono, anche nelle classi speculative grade. Buoni auspici per le aspettative di ripresa? Speriamo.
Luca
Wed 1 Jul 2009, 07.36 - Stampa
Intervista mandata in onda su RTTR, emittente locale trentina, nella trasmissione Trentino+ il 16 aprile 2009. Il conduttore Franco Delli Guanti parla con Luca Erzegovesi del Business Point, sportello anticrisi promosso dall'Università di Trento.

Luca