Sun 30 May 2010, 17.05 - Stampa
Eurofidi, il più grande confidi italiano, pubblica sul suo sito i fogli informativi sulle condizioni di costo applicati alle garanzie emesse. Li ho scaricati, e mi sono soffermato sul documento relativo alla Garanzia su linee di credito breve e medio-lungo termine. Vi si riporta una tabella del costo pieno della garanzia, che può essere ridotto in caso di ammissione della pratica a controgaranzia (penso si tratti principalmente del Fondo centrale).
Durata: Costo della garanzia (applicato all'importo garantito)
---------------------------------
fino a 6 mesi: 3,10%
fino a 12 mesi: 5,80%
fino a 18 mesi: 7,00%
fino a 36 mesi: 9,10%
fino a 48 mesi: 10,30%
fino a 60 mesi: 11,50%
fino a 72 mesi: 12,20%
fino a 84 mesi: 12,90%
oltre 84 mesi: 14,50%
fino a 180 mesi ipotecari: 10,90%
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Eurofidi addebita il costo della garanzia, in via anticipata per l’intera durata della linea concessa. Le aliquote percentuali sopra riportate coprono le commissioni di garanzia in senso stretto e l'apporto a titolo di versamento a fondo perduto da destinare alla riserva Fondo Rischi Indisponibili (che come è noto è una componente del capitale netto non correlata a specifiche esposizioni). Il versamento a Fondo Rischi Indisponibili può essere sostituito da una sottoscrizione di quote sociali di pari importo, nei limiti delle disponibilità emesse nel quadro dell'aumento di capitale in corso. Non sono richiesti su queste operazioni apporti a depositi cauzionali o fondi di garanzia "solidali" ovvero restituiti alla scadenza della garanzia al netto di una quota trattenuta a copertura delle perdite maturate sul pool in cui rientra la garanzia. Questa forma di tipo "strutturato" (denominata CLO) era utilizzata negli anni scorsi.
Sappiamo che Eurofidi ha una valida funzione di risk management. Queste condizioni, sia pur interpretabili come top rates suscettibili di sconti, danno l'idea dei costi del rischio di perdita attesa e inattesa che si stimano oggi su prestiti chirografari a Pmi. Si noti come il costo in assenza di controgaranzia comprenda una parte "secca" ad integrazione del patrimonio del garante.
Se pensiamo che questi costi si aggiungono a quelli bancari e ad eventuali commissioni pagate a consulenti e mediatori creditizi, possiamo farci un'idea di quanto sono disposte a pagare oggi le imprese a rischio di razionamento. E viene naturale domandarsi se sia davvero necessario (oltre che equo) applicare costi della garanzia inferiori all'1% annuo, senza valutare chi, per quanto, quando e come coprirà la differenza rispetto al costo reale.
Attenzione, non ce l'ho con l'abbattimento della commissione, ma con la sua concessione indiscriminata. Perché? E' evidente, delle due l'una: o le garanzie sono concesse a un club di soci privilegiati tenendosi bassi con i moltiplicatori, oppure il confidi prima o poi brucia il patrimonio, e va a batter cassa o fallisce.

Luca
Sat 29 May 2010, 09.31 - Stampa
Da questa news del 28/5:
Ammonta a circa 15 milioni di euro la cifra aggiuntiva che Regione Lombardia e gli azionisti di Federfidi hanno deciso di mettere in campo a sostegno del sistema delle imprese, provate da una situazione di crisi perdurante.
L'accordo è stato raggiunto al termine di un Tavolo presieduto dal vicepresidente della Regione Lombardia e assessore all'Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione, Andrea Gibelli, e a cui ha partecipato anche, su delega del presidente Roberto Formigoni, il sottosegretario Paolo Alli.
L'intervento che permetterà, dopo il consiglio di amministrazione di Federfidi previsto per domani, di immettere le nuove risorse è basato su 4 misure:
- la riallocazione del fondo rischi per 3 milioni di euro,
- la conversione del fondo ex lege 1068 per 4 milioni di euro,
- l'aumento di capitale dei soci Federfidi che dovrebbe essere di 2 milioni di euro (comunque compreso fra 1.5 e 2.5 milioni)
- il contributo di Regione Lombardi al patrimonio di Confidi che sarà pari al doppio di quanto stanziato da Federfidi aumentato di un fisso di 1,5 milioni di euro.
Lo stanziamento regionale, dunque, dovrebbe essere di 5,5 milioni di euro.
A quanto si desume dalla notizia, Federfidi Lombarda ha sollecitato un cospicuo intervento di ricapitalizzazione per poter sviluppare le nuove erogazioni che altrimenti avrebbero fatto scendere troppo il coefficiente di solvibilità.
Ho partecipato come consulente della Regione ai lavori preparatori della fusione che ha fatto nascere Federfidi, confidi regionale di secondo livello per i settori industria, artigianato, agricoltura e cooperazione (del progetto si era discusso in questo convegno). Nella mia analisi avevo evidenziato possibili punti critici di una struttura di secondo livello che avrebbe gestito un insieme di pool di esposizioni con grado di frazionamento molto eterogeneo (industria vs. small business).
Nel caso dell'industria, a motivo della maggior concentrazione, il rischio di impennate dei tassi di perdita è nettamente superiore. Ne consegue che le banche chiedono garanzie non cappate. Sui pool al dettaglio, invece, l'incidenza delle perdite è più stabile, grazie al frazionamento. Qui troviamo l'habitat naturale per forme di garanzia con cap di perdita.
Un confidi di secondo grado riassicura quote di pool originati da vari enti di primo livello. Può controllare i rischi aggregati molto più facilmente in presenza di cap di perdita, anzi, li può applicare a sua volta nei contratti di cogaranzia o controgaranzia. Naturalmente, il confidi di primo grado accetterà il cap se a sua volta può collocare garanzie cappate.
Nel portafoglio di Federfidi Lombarda, coesistono coperture cappate (per lo più verso confidi artigiani) e non cappate (per lo più verso l'industria). Con i tassi di default del 2009 e (temo) del 2010, le seconde consumano le risorse patrimoniali, e questo non soltanto blocca le nuove erogazioni, ma assottiglia anche i margini di copertura patrimoniale delle prime.
Federfidi ha la missione di sostenere il credito alle Pmi lombarde, lo ha fatto e ne sopporta il conseguente sacrificio economico. Nessuno si sorprende di questo.
La gestione del rischio non è una scienza esatta, e non basta la statistica per neutralizzare una fase molto negativa del ciclo creditizio. Però il controllo del rischio può aiutare a scegliere le tecniche assicurative più adatte nei diversi settori, in modo da prevenire situazioni di emergenza e, soprattutto, di evitare rischi di contagio tra settori.
Creando confidi più grandi non si ottengono necessariamente effetti di contenimento del rischio di perdita inattesa per tutti i soggetti che entrano nell'aggregazione. Perché questo accada, occorrono regole severe di allocazione del rischio tra settori. Se un settore ha rischi più concentrati, si dovrà fissare un'asticella più alta per i rating accettati. So bene che in una situazione di crisi si chiede ai confidi di fare esattamente l'opposto. Ma proprio per questo occorre progettare filiere di garanzia a compartimenti stagni. Anche il Fondo centrale Pmi potrebbe soffrire di un rischio di contagio tra settori, sebbene attenuato dalla sua maggior dimensione e diversificazione geografica.
Mi piacerebbe discutere su queste cose nel seminario sui modelli di equilibrio gestionale che stiamo progettando.

Luca
Sat 29 May 2010, 09.09 - Stampa
Lo scorso venerdì 21/5 si è chiusa la consultazione di cui abbiamo tanto discusso. Come sapete ho inviato un position paper a nome del gruppo Smefin.
A quanto ho appreso da vari amici e conoscenti, le associazioni di confidi hanno elaborato un documento in cui si dà una valutazione sostanzialmente positiva sulla proposta di riforma, sottolineando però l'esigenza di mantenere una specificità della normativa e dei dispositivi di vigilanza per i confidi. Rispetto alle proposte specifiche della bozza in consultazione, le rappresentanze di settore hanno chiesto di istituire un apposito Organismo gestore dell'elenco dei confidi non iscritti all'albo; tale Organismo potrebbe avvalersi nello svolgimento delle sue funzioni delle strutture delle associazioni di categoria. Non ho però raccolto indicazioni più specifiche sulle attribuzioni che l'Organismo dovrebbe avere.
Con l'occasione, Asso Confidi avrebbe richiesto una semplificazione dell'impianto di vigilanza applicato ai confidi attuali 107, che implicherebbe (ad esempio) l'esenzione dall'obbligo di segnalare le esposizioni a Centrale Rischi.
La prima fase della consultazione si è chiusa, ma non deve fermarsi il dibattito sul futuro assetto dei confidi. Occorre che parta subito la discussione sui dettagli di attuazione del TUB riformato, perché è lì che si toccano gli aspetti critici che potrebbero portare dei cambiamenti in positivo. L'ultima cosa di cui il settore ha bisogno è che si prenda tempo per lasciare, nei fatti, le cose come stanno.

Luca
Sat 29 May 2010, 08.56 - Stampa
La riforma del diritto fallimentare ha inteso facilitare le soluzioni non liquidatorie delle crisi aziendali (concordati preventivi, accordi di ristrutturazione dei debiti, piani di risanamento attestati), e lo ha fatto allargando i requisiti di attivazione e attenuando il rischio di revocatoria per gli atti compiuti nella realizzazione di quegli interventi. Non si era però adeguato l'impianto del diritto penale fallimentare, che continuava ad esporre gli attori coinvolti a contestazioni di bancarotta fraudolenta o bancarotta semplice. Lo evidenziava questo rapporto di Bianco e Marcucci. Per facilitare il ricorso a queste procedure, il Consiglio dei ministri ha approvato un DL che mette al riparo gli atti compiuti in esecuzione di un concordato preventivo o di un accordo di ristrutturazione dei debiti se questi sono stati omologati dall'autorità giudiziaria. Lo riferisce il Sole 24 ore di giovedì 27/5.

Luca
PS 7/6 Come osserva Jaures nei commenti, il nuovo art. 217 bis che introduceva l'esenzione dal reato di bancarotta (preferenziale) per i soggetti che finanziavano l'impresa in crisi (normalmente dietro garanzia) è stato espunto dal decreto legge.
Sat 29 May 2010, 08.46 - Stampa
Come riporta il Sole 24 ore del 27/5 a pag. 27, lo Sportello credito di Assolombarda ha presentato un servizio di assistenza alle imprese associate nelle relazioni di affidamento. Le imprese potranno ...
richiedere assistenza nella compilazione del documento da presentare alle banche quando si trovano a rinegoziare i propri affidamenti o a richiederne di nuovi; chiedere l'assistenza degli specialisti per la compilazione del questionario stesso; rivolgersi all'Assolombarda per identificare i fabbisogni di finanziamenti e le offerte di credito; richiedere di essere aiutate nella presentazione delle proprie richieste alle banche ed essere accompagnate direttamente nella relazione.
Rispetto a servizi analoghi che gli sportelli credito e finanza delle associazioni offrono da tempo, questa iniziativa si caratterizza per il lavoro fatto da Assolombarda dal lato banche, per approfondire le ragioni e le logiche dei sistemi di rating dalle stesse applicati.
Le imprese potranno trarre beneficio da questo accompagnamento. Non perdo l'occasione per ribadire che l'assistenza alla gestione finanziaria può essere molto di più.

Luca
Thu 27 May 2010, 12.17 - Stampa
Come riferisce il Sole 24 ore, la Banca di Spagna ha preso una serie di misure per far emergere le perdite latenti nelle posizioni in sofferenza del sistema bancario, in particolare verso il settore immobiliare (crediti o asset rilevati dai debitori). In particolare, gli immobili acquisiti in cambio di un credito deteriorato devono essere svalutati almeno del 10%, quota che sale al 20% dopo un anno e al 30% dopo due anni. A fronte dei crediti in sofferenza, devono essere appostate rettifiche almeno pari al 25% nei primi sei mesi, al 50% fino a nove mesi, al 75% fino a dodici mesi e del 100% oltre l'anno. Con queste regole contabili, non sarà possibile occultare perdite latenti (evitando le zombie banks), e si darà forte incentivo a risolvere le situazioni di crisi con liquidazione degli asset e stralcio delle posizioni (visto che comunque in bilancio emergono perdite). Una scelta coraggiosa, che farà chiudere non poche banche sovraesposte di qui a qualche mese, specie tra le casse di risparmio (per le quali si aspetta una riforma). La Banca di Spagna fa conto su un patrimonio di sistema adeguato a rilevare questi soggetti deboli.
Come si ripartiranno i deficit patrimoniali delle banche espulse tra banche sane, Stato, investitori? Staremo a vedere.

Luca
Thu 27 May 2010, 11.52 - Stampa
Un articolo di Irene Tinagli sulla Stampa denuncia l'esclusione e la marginalità rispetto al mercato del lavoro di milioni di giovani italiani, senza occupazione né formazione adeguata. La denuncia prende spunto dai dati pubblicati dall'ISTAT sui "neet" ("Non in education, employment or training"). Il rimedio non può essere chiedere pazienza e adattabilità a lavori precari, non qualificati, sottopagati. Con molti adulti preoccupati soltanto di difendere lavori stabili e sovrapagati, per evitare il rischio e la fatica di cambiare, rinunciando a qualcosa.
Attenzione, perché questi giovani maltrattati dovranno domani accettare di assisterci e di mantenerci, e gli stiamo togliendo le ragioni per farlo. Ma a parte queste grette considerazioni, non dimentichiamo che sono i nostri figli, abbiamo una responsabilità di cui dovremo rendere conto un giorno, personalmente.

Luca
PS: Nicola Redi, operatore di seed capital, denuncia la scarsità di giovani imprenditori innovativi in Italia in questo articolo. Un altro segnale della mancanza di scuole vere, di tensione educativa.
Tue 25 May 2010, 16.10 - Stampa
Nella legge finanziaria regionale per il 2011 (LR n.11 del 12/05/2010), all'art. 107, la Regione Sicilia (seguendo il Piemonte e la Lombardia) introduce forme di prestito supplementare a favore dei confidi iscritti o iscrivendi all'elenco speciale. Trovate l'articolato su questo numero della Gazzetta Ufficiale regionale. La norma prevede quanto segue:
1. Al fine di favorire i processi di patrimonializzazione dei confidi riconosciuti ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 21 settembre 2005, n. 11, l'assessorato regionale dell'economia è autorizzato a concedere prestiti subordinati volti a rafforzare temporaneamente il patrimonio dei confidi in presenza di percorsi di razionalizzazione, riorganizzazione ed efficienza della propria attività inclusa l'iscrizione, ove esistente, nell'elenco degli intermediari finanziari di cui all'articolo 107 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385.
A differenza dei c.d. "Formigoni loan", il tasso sul prestito regionale è fortemente agevolato, ma come in Lombardia gli interessi sono capitalizzati:
3. Sulle consistenze al 31 dicembre di ogni anno sono rilevati gli interessi ad un tasso annuale lordo posticipato, calcolato su base annua 365/365 (giorni effettivi su giorni effettivi) pari a 2/3 (due terzi) del rendimento dei BOT rilevato alla prima asta di emissione dell'anno solare di pagamento.
4. Gli interessi come determinati al comma 3 sono capitalizzati ed accreditati alle somme rivenienti dal finanziamento alla data di cui al medesimo comma 3.
Essendo il tasso di provvista agevolato, la misura ha una componente di aiuto di Stato. In proposito si prevede quanto segue:
5. Gli aiuti di cui al presente titolo possono essere concessi entro i massimali di intensità previsti per la Sicilia dalla ‘Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013’, pubblicata nella g.u.u.e. serie C 90 dell’11 aprile 2008. Il valore dell'aiuto, da attualizzarsi al fine di ottenere l'equivalente sovvenzione, è calcolato quale differenza tra il tasso applicato al finanziamento pari a 2/3 (due terzi) del rendimento dei BOT annuali e il tasso calcolato in conformità alla comunicazione della Commissione 2008/C 14/02 (pubblicata nella g.u.u.e. serie C 14 del 19 gennaio 2008), tenendo conto della specifica categoria del rating dei Confidi stimato in conformità a quanto previsto dalla comunicazione della Commissione 2008/C 155/02 pubblicata nella g.u.u.e serie C 155 del 20 giugno 2008. [...]
11. L'applicazione degli aiuti di cui al presente articolo, soggetti all'obbligo di preventiva notifica comunitaria, è subordinata all'esito positivo della valutazione di compatibilità da parte della Commissione europea, ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE.
12. Ai fini dell'autorizzazione comunitaria di cui all'articolo 88 del Trattato della Comunità europea, non sono destinate, per il periodo 2007/2013, alle agevolazioni di cui al presente articolo, somme superiori a 50 mila migliaia di euro.
In Sicilia abbiamo già un 107 autorizzato (Unifidi Imprese Sicilia) e quattro in istruttoria (Commerfidi Ragusa, Confeserfidi, Credimpresa e Fideo Confcommercio). Ampia è quindi la platea dei soggetti interessati ai 50 milioni di fondi regionali che potrebbero rafforzare il patrimonio supplementare. I profili di aiuto di Stato sono però ancora da verificare. Non capisco rispetto a quale limite d'intensità d'aiuto si valuterà l'equivalente sovvenzione calcolata ex comma quinto, dato che il beneficiario del tasso ridotto è un intermediario e non una Pmi. Non ho nemmeno capito la sospensiva ex comma 11. Speriamo che questi aspetti siano chiariti per tempo.

Luca
Tue 25 May 2010, 10.17 - Stampa
L'ABI ha diffuso ieri sul proprio sito questo comunicato:
Costruire insieme alle imprese uno strumento di autodiagnosi, con finalità strategiche, per realizzare un “identikit” che permetta di guardare al futuro e non solo al passato delle imprese, valorizzando soprattutto le informazioni qualitative. Con questo obiettivo è pronto il Tavolo di lavoro tra ABI e Confindustria per il vademecum della comunicazione finanziaria tra banche e imprese. L’iniziativa sarà aperta anche ad altre realtà associative.
Il Progetto è stato annunciato oggi a Roma, nel corso della presentazione delle semestrali ABI, da Vincenzo Boccia, Presidente Piccola Industria Confindustria, e Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana. Alla base dell’iniziativa, l’idea di un rapporto banca-impresa che sia fondato anche sullo scambio di informazioni e sul “fare sistema” dal basso: mettere in rete le informazioni significa lavorare insieme su un progetto comune.
Il miglioramento della comunicazione finanziaria impone impegno da entrambe le parti; in particolare, le imprese dovranno attrezzarsi per presentare un quadro esaustivo degli aspetti quantitativi e qualitativi della propria attività. Le banche, da parte loro, dovranno valorizzare sempre più queste informazioni fornite dalle imprese.
L'iniziativa è lodevole. Sarebbe però necessario mettere a tema, prima della comunicazione, la gestione finanziaria delle imprese italiane. Il dibattito è sempre centrato sulla finanza esterna, che si parli di credito (e di garanzie) o di equity (Fondo Italiano di Investimento o Mercato Alternativo del Capitale). Sarebbe più utile fare una campagna di educazione finanziaria, con declinazioni diverse per la grande, la media, la piccola e la micro impresa. Non una mera sensibilizzazione (opuscoli, forum, cartoni animati), bensì un lavoro approfondito e concreto, che vada a caccia di tutti i colli di bottiglia culturali, legali, informatici che oscurano la lettura delle dinamiche finanziarie d'impresa e ritardano le diagnosi, le decisioni conseguenti, l'esplorazione delle opportunità.
Con la crisi, sono poco applicabili gli interventi di private equity basati su investitori "estranei" che puntano ad estrarre valore su pochi anni di investimento.
In Italia ci sarebbe invece bisogno di formule giuridiche, modelli di valutazione condivisi che facilitano investimenti "privati" di imprenditori che si ritrovano attorno a progetti di interesse comune (crescita, innovazione, aggregazione, internazionalizzazione), li seguono in prima persona e ci rischiano soldi loro. Penso che questi soldi ci siano, in molti casi, e le prospettive di rendimento dei mercati finanziari non sono così attraenti come in passato, per cui sarebbe più attraente l'investimento diretto in equity (magari con qualche alleggerimento della fiscalità).
Naturalmente, non scopro l'acqua calda, ben sapendo che si fanno alleanze, joint ventures, aggregazioni, accordi di fornitura strategici, ecc. Penso però che ci siano grandi spazi di miglioramento e di rafforzamento delle piattaforme di condivisione del rischio di impresa.
E' un tema che può interessare a Confindustria, o a Rete Imprese Italia?

Luca
Mon 24 May 2010, 19.03 - Stampa
Sono appena rientrato da una veloce trasferta a Bologna (in auto poco più di due ore da Trento), dove oggi ho parlato ad una tavola rotonda su "Gli scenari dopo la crisi: il ruolo di Unifidi".
Unifidi Emilia Romagna è il confidi unitario regionale dell'artigianato e della piccola impresa, che oggi ha inaugurato la nuova sede (bella e funzionale), facendo seguire un momento di dibattito presso il MAMbo (Museo di arte moderna di Bologna). Moderava Giorgio Costa (Sole 24 ore).
Il presidente di Unifidi Sergio Capatti ha tenuto la relazione introduttiva, ripercorrendo la storia delle cooperative artigiane in Emilia Romagna per arrivare poi ad un primo bilancio (molto positivo) dell'aggregazione avvenuta nell'autunno 2008. Oggi Unifidi garantisce circa 700 milioni di esposizioni. I numeri segnano una crescita fortissima: nel 2009 sono stati acquisiti circa 10.000 nuovi soci, e il flusso non si è interrotto da allora. Punto di forza di questo confidi è il suo radicamento territoriale, in una regione che presenta una buona diversificazione settoriale della piccola impresa. Il portafoglio rischi è molto frazionato. Le escussioni sono in crescita, ma si mantengono su incidenze annue governabili (di poco inferiori all'1% del portafoglio in essere). Con le associazioni sponsor (Confartigianato e CNA) si è stretto un patto chiaro, che lascia alle strutture associative la funzione distributiva, ma con un investimento sulla rete (me lo ha precisato il direttore Domenico Menozzi) per cui gli addetti al front office sono iscritti come agenti in attività finanziarie. Unifidi ha in corso l'istruttoria per l'iscrizione a 107, che dovrebbe completarsi entro breve tempo.
Quando ho preso la parola, ho cercato di essere conciso ma non generico. Tra le cose preparate per l'occasione, ho accennato ai punti che andrebbero affinati del nuovo fondo di co-garanzia regionale (ne abbiamo discusso qui) e alla necessità di avere modelli di controllo dei margini e del rischio nei confidi, 107 e non solo. In chiusura ho rilanciato l'idea della consulenza alla pianificazione finanziaria (è un mio tormentone ormai).
E' stata la volta dei segretari generali delle due associazioni di settore, Franco Ragonesi per Confartigianato e Gabriele Morelli per CNA. Hanno espresso tutt'e due soddisfazione per il traguardo raggiunto con il confidi unico di settore, considerato un'importante leva di sviluppo della base associativa, utile ad entrambe le sigle. Hanno poi molto sottolineato il ruolo svolto nel difendere le imprese associate dal credit crunch.
Ha parlato, in chiusura, l'assessore regionale alle Attività Produttive Gian Carlo Muzzarelli, che intende attivare quanto prima il nuovo fondo di co-garanzia di cui sopra, così come i programmi e le strutture previste dalla legge quadro sull'artigianato. Ha poi detto anche delle priorità che la Regione persegue con le azioni in materia di ricerca e innovazione e green economy.
Durante il buffet, ho salutato la vice-direttrice Elena Biagetti e scambiato due parole con il responsabile dell'Amministrazione, finanza e controllo Massimo Gori e il CIO e risk controller Antonio Catapano (seguono il blog). Hanno dovuto lavorare sodo per realizzare il progetto Unifidi, ma i risultati stanno arrivando.
Bologna è una città accogliente, ordinata, caratteristica. Non mi rapisce col suo fascino, però mi ci trovo sempre bene.

Luca
Sun 23 May 2010, 09.54 - Stampa
Noto negli ultimi giorni pochi interventi a commento dei post, nonostante i molti argomenti importanti (a cominciare dalla consultazione sul Decreto di riforma del Titolo V TUB, conclusasi venerdì).
Va benissimo così, il blog è bello perché ognuno è libero di leggerlo e di intervenire, se vuole. Però mi rimane la curiosità di capire le ragioni di questo silenzio.
E' stagione di assemblee e di bilanci, e quindi molti amici (soprattutto nei confidi) sono sotto pressione. Non parliamo poi dei nuovi iscritti o aspiranti 107, che devono lavorare per adeguarsi ai desiderata della Banca d'Italia, con la sollecitudine che l'Organo di vigilanza giustamente esige.
In genere si sta lavorando in condizioni sempre difficili per quanto riguarda la qualità del credito sulle esposizioni in essere e su quelle nuove. Forse c'è preoccupazione crescente in alcuni confidi (come pure in diverse banche).
Anche di questo dobbiamo parlare, però. Raccogliendo l'invito di Fabio Cutrera, sto progettando un workshop sull'equilibrio gestionale dei confidi nello scenario post crisi. Dovremmo riuscire a organizzarlo prima della pausa estiva. Ne darò immediata notizia su aleablog.
Chi ha idee o esperienze da proporre per il workshop, mi mandi una mail.

Luca
Sat 22 May 2010, 16.35 - Stampa
Dopo un'assenza di tre anni (troppo lunga!) sono tornato in Umbria, per la precisione a Perugia, dove giovedì scorso ho parlato all'assemblea di Fidindustria Umbria. E' stata l'occasione per salutare, con la consueta cordialità, persone conosciute ai tempi del progetto di ricerca sul sistema di garanzia umbro.
Fidindustria è il confidi regionale di area confindustriale, nato dalla fusione dei Confidi di Perugia e di Terni. Risponde al modello "anni ottanta" di confidi industriale: un club di imprenditori attentamente selezionati, con un portafoglio di dimensioni giuste (28 milioni di garanzie a fine 2009), ben capitalizzato (patrimonio a garanzie = 1 a 7). Un servizio offerto dall'Associazione, con bassi costi diretti, inteso a facilitare il rapporto con il sistema bancario, in particolare l'ottimizzazione delle condizioni. Fidindustria non ha il problema di trasformarsi in 107: anche da 106 solido lavora bene con la maggior parte delle banche (non con tutte, dato che alcune applicano sistemi di rating confidi che probabilmente penalizzano la sua dimensione non elevata).
Il mio intervento (a braccio, senza testo scritto né slide) ha toccato diversi punti: come la crisi ha sconvolto il dibattito e i progetti in materia di confidi e sistemi di garanzia, creando una massa di esposizioni per sostegno alla liquidità che gravano sui bilanci dei confidi e sui fondi statali e regionali; i primi passi dei confidi 107 (e i problemi che devono affrontare); i pregi e i limiti delle garanzie cappate; perché mai la filiera credito-garanzia-consulenza non aiuta le imprese a fare pianificazione finanziaria.
A seguire, un giro di tavola rotonda con due direttori di gruppi bancari (Aldo Dante, del gruppo Casse del Centro Intesa San Paolo, conosciuto a Trento nel suo periodo in BTB, e Alfredo Pallini della Banca popolare di Spoleto), l'imprenditore e consigliere Federconfidi Luca Tacconi, e infine Giacomo Porrazzini, presidente della finanziaria regionale Gepafin. Moderava il presidente di Fidindustria Giuseppe Listanti, AD della Eskigel di Terni (i cornetti a marchio Coop escono dai suoi stabilimenti prima di sparire dal mio freezer).
A seguire, un'ottima cena al Decò Hotel, aperta da un carpaccio di ricciola (un'illuminazione dell'amico Alessandro Castagnino) con polpa d'arancia e insalatina, allietata dalle storie aziendali sempre avvincenti degli imprenditori seduti a tavola e chiusa con un fantastico tris (due mousse e una zuppa inglese). Al momento dei saluti, si è discusso di un esemplare ittico dall'occhio dilatato presente nella vetrina frigo del ristorante, che poteva essere una pezzogna o un besugo.
Bella serata, clima molto amichevole.
Venerdì mattina mi sono preso un po' di tempo per completare e spedire il position paper sul Titolo V TUB e per passare da Assisi a dire una preghiera davanti a Gesù e Maria nella Porziuncola e poi rivedere le storie di San Francesco di Giotto nella Basilica Superiore.
Meglio il ritorno via Verghereto - Cesena dell'andata via Firenze, meno traffico e paesaggio più riposante. Alle 16.30 ero già in ufficio a Trento.

Luca
Fri 21 May 2010, 19.02 - Stampa
Bancaria Editrice mi ha gentilmente inviato copia del volume Il futuro dei confidi in Italia, a cura dei colleghi Maurizio Baravelli e Paola Leone, dell'Università di Roma "La Sapienza". Il libro propone un approfondimento dei contenuti discussi nel Convegno tenuto a Roma il 6 maggio 2008 (qui il resoconto del nostro inviato Sapio).
Il libro è molto ricco. Vi si trovano capitoli molto utili di contenuto informativo su regolamentazione (Antonio Cinque), adeguatezza patrimoniale (Claudio D'Auria), eleggiblità garanzie (Fabrizio Maimeri), controlli (Manlio Genro) e IAS (Fabrizio Mandrile). La parte di approfondimento sui modelli gestionali e organizzativi è invece appannaggio dei bravi colleghi della Sapienza: Maurizio Baravelli su Modelli istituzionali e condizioni di efficienza operativa, dove affronta con la sua profonda conoscenza dei modelli organizzativi il tema della catena del valore banca-confidi su cui ho scritto anch'io (come del resto anche Masini, Piatti, e altri); il suo stile è decisamente migliore del mio; Pasqualina Porretta (Palì) sul modello di network di confidi 106 attorno ad un'entità baricentro; Ida Panetta sulla rating quantification, dove sottopone a verifica sul database di Unionfidi Lazio l'ipotesi che i portafogli confidi siano di tipo low default; e Paola Leone sui confidi come piattaforma per l'intervento pubblico a sostegno della finanza d'impresa, con attenzione particolare per le controgaranzie.
Il settore confidi non si può lamentare della copertura accademica delle sue tematiche più attuali e importanti. Questo volume lo dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno.

Luca
Fri 21 May 2010, 18.28 - Stampa
Fitch ha annunciato oggi un interessante report The Role of the ECB in Structured Finance (download gratuito con registrazione) sul ruolo cruciale svolto dalla Banca Centrale Europea nel tenere attivo il mercato (moribund, secondo l'agenzia) della finanza strutturata. Come è noto, questo sostegno indiretto viene dall'allargamento della gamma di titoli asset-backed che la BCE accetta come garanzia su operazioni di rifinanziamento.

Luca
Fri 21 May 2010, 17.52 - Stampa
Stamattina ho spedito al dott. Giuseppe Forese del MEF il position paper nato dal Gruppo di lavoro Smefin, ovvero la sigla che identifica una comunità di studiosi e operatori interessati alla crescita qualitativa del settore confidi che con questo documento fa la sua prima uscita pubblica.
Il sito decretoconfidi.smefin.org rimane aperto per seguire gli sviluppi del Decreto. Nei prossimi giorni il MEF dovrebbe pubblicare sul proprio sito i documenti ricevuti dai vari attori interessati.

Luca
Fri 21 May 2010, 16.47 - Stampa
Cristiano Gianangeli mi ha informato con sollecitudine (lo ringrazio) che la Società Regionale Garanzia Marche oggi è stata iscritta all'elenco speciale ex. art. 107 TUB. SRGM è un confidi al quale partecipano più di 1500 soci Pmi oltre ai confidi marchigiani dell'industria e dell'artigianato. Tra i soci sovventori troviamo Sviluppo Marche, le associazioni datoriali (ancora dell'industria e dell'artigianato) e le banche operanti nella regione Marche.
Congratulazioni al Presidente e AD Carlo Lucarelli e a tutta la struttura.
E così sul portalino si contano 22 confidi 107 autorizzati. Con l'occasione invito i visitatori meglio informati a segnalarmi casi di nuove domande di iscrizione: ormai è stagione di bilanci, e i confidi che hanno superato i 75 milioni di attività finanziarie a fine 2009 dovrebbero avere elementi pressoché certi per sapere se anche a fine giugno 2010 staranno sopra la soglia, e quindi saranno tenuti a presentare domanda di iscrizione all'elenco speciale.

Luca
Thu 20 May 2010, 00.22 - Stampa
Oggi, 20 maggio, chiuderemo la versione del position paper che sarà inviato al Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di consultazione sul Decreto di riforma del Titolo V del TUB, che scade venerdì 21 maggio.
Il contributo sarà firmato dal neo-costituito gruppo di lavoro Smefin, che si presenta così:
Il gruppo Smefin si è formato nell’aprile 2010 per proseguire l’attività di ricerca e dibattito su temi inerenti il finanziamento delle piccole e medie imprese svolta nell’ambito dell’omonimo progetto di ricerca FIRB-Smefin. Al gruppo Smefin partecipano accademici, consulenti, operatori e amministratori di banche e confidi.
La partecipazione ha carattere strettamente personale, e si basa sulla condivisione di valori e finalità così riassumibili:
  • migliorare la qualità della gestione finanziaria delle piccole e medie imprese italiane attraverso la diffusione di conoscenze, servizi professionali e strumenti informatici appropriati;
  • rendere più funzionale la filiera dei rapporti finanziari tra imprese, banche e confidi attraverso idonee innovazioni del quadro giuridico e regolamentare e delle prassi operative, progettate e applicate in un’ottica di sistema;
  • adottare un approccio all’analisi dei problemi che mette al centro le esigenze delle imprese, valutate con l’osservazione diretta sul campo, per proporre soluzioni ispirate alla ricerca del bene comune, pertanto vantaggiose per tutti gli attori interessati.
Gli spunti che abbiamo raccolto e ordinato sono in larga parte quelli usciti dalla discussione sul sito del Forum decretoconfidi.
Se avete idee o proposte, oggi è l'ultimo giorno utile per farcele pervenire attraverso il sito.

Luca
Wed 19 May 2010, 23.35 - Stampa
Un report del Comitato di gestione del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi, ripreso dal Sole 24 ore racconta l'exploit delle domande nel primo quadrimestre 2010. Rispetto allo stesso periodo del 2009 il numero di richieste è cresciuto del 106%, le operazioni ammesse (13.440) del 152% con un tasso di diniego sceso all'1% dall'1,8%; i finanziamenti erogati hanno raggiunto 2,6 miliardi (+230%) e il corrispondente importo garantito quasi 1,5 miliardi (+277%). Il 70% delle domande è data da controgaranzie veicolate dai confidi, il resto sono quasi tutte garanzie concesse direttamente alle banche (le cogaranzie sono soltanto lo 0,1%). Più dell'80% delle nuove operazioni riguarda prestiti per il sostegno alla liquidità.
Con questa impennata, lo stock dei finanziamenti e del garantito ha raggiunto a fine aprile, rispettivamente, 8,2 miliardi e 4,6 miliardi. Significativa è anche la crescita dell'importo medio unitario dei finanziamenti che ha raggiunto 193.900 euro (+31% rispetto all'anno precedente), naturale conseguenza dell'aumento del massimo garantito da 500mila a 1,5 milioni di euro.
Il sito del Fondo non riporta ancora il documento. Appena sarà pubblicato, cercherò riscontri sull'andamento del tasso di default e sui parametri di copertura patrimoniale delle esposizioni.

Luca
Tue 18 May 2010, 19.30 - Stampa
Cari amici, capitano periodi nei quali si mescolano fatti e avvenimenti ordinari e fondamentali. Per me è accaduto negli ultimi giorni, con l'inatteso aggravarsi della salute di mio papà, che poi si è spento serenamente domenica. Ricordo il conforto di essere stato presente in quel momento, una commozione inarrestabile, e dal giorno dopo un tourbillon di cose fatte e pensate, tra cui due mezze giornate di formazione al corso ABI sui modelli di portafoglio.
Essendo ancora un po' confuso, vi offro questo ricordo che hanno scritto oggi i miei figli grandi, Pietro e Chiara:
I nostri ricordi più lontani con il nonno sono le vacanze insieme a Gressoney, perché la nonna era del mare, ma il nonno della montagna.
Non sono avvenimenti eccezionali, io mi ricordo di quando ha messo un cerotto sulla gamba rotta del mio robot di plastica, la Chiara di quando ha imparato che l'Amanita falloide l'avrebbe uccisa, e per questo era di vitale importanza saperla distinguere dal porcino. O di quando, finiti gli "unisci i puntini", passavamo ai cruciverba.
L'ultimo ricordo, invece, è stato il lungo saluto la sera di Pasqua, quando il nonno si allontanava per poi tornare da noi un'infinità di volte: era felice, non voleva lasciarci andare. E' incredibile come la sua perdita di lucidità che all'inizio ci aveva lasciato spiazzati è stata un'occasione per riscoprirlo, per vederlo vivo come da tanto tempo non lo vedevamo, fino alla fine.
E sia questi ricordi che abbiamo, sia queste circostanze drammatiche che facciamo fatica a capire, ora si rivelano come un disegno più grande di noi.
Un disegno tracciato dal bene che il nonno ci ha voluto.
L'amore di un padre, che è l'amore del Padre.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e in particolare il prof. Roberto Ruozi. La conoscenza con il papà dai tempi del mitico Servizio Studi Cariplo è stato uno degli spunti che mi hanno fatto prima scegliere la Bocconi e poi iniziare la carriera accademica nel gruppo di Economia delle aziende di credito.
Un piccolo disegno anche questo.
Il cuore è pieno di gratitudine, per tutto.

Luca
Mon 17 May 2010, 15.14 - Stampa
Come anticipato da Gigi in un commento a questo post, il Sole 24 ore di ieri riferiva dei progressi di due strumenti di finanza per lo sviluppo promossi dal Governo in partnership con gruppi bancari, associazioni, poste: si tratta del Fondo Italiano di Investimenti e della Banca per il Mezzogiorno.
Il Fondo italiano d'investimento ...
favorisce il rafforzamento patrimoniale e l'aggregazione delle Pmi. La Sgr è stata costituita a metà marzo con i 3,5 milioni versati da sette soci (Mef, Abi, Confindustria, Cdp, Unicredit, Intesa San Paolo e Mps) con quote paritetiche di capitale (0,5 milioni). Domani il cda, presieduto da Marco Vitale e nel quale il Mef è rappresentato dal dirigente generale Andrea Montanino, analizzerà la documentazione preparata per la Banca d'Italia: il piano di attività, la struttura organizzativa, costi e ricavi. Se tutto andrà bene, la richiesta di autorizzazione approderà in Via Nazionale entro maggio e sarà approvata entro l'estate per consentire al fondo di iniziare a operare a settembre.
Le prime sottoscrizioni di quote, per 1 miliardo, saranno a carico di Cdp (senza attingere al risparmio postale) e delle tre banche nella Sgr. Tutti gli istituti di credito potranno partecipare, successivamente. Il bacino di Pmi potenziale è estremamente ampio (15.000 imprese di cui 10.000 manifatturiere con un fatturato compreso tra 10 e 100 milioni di euro). La Sgr sceglierà a breve tre senior partner, selezionandoli da una cinquantina di proposte, per formare tre team suddivisi per aree geografiche: Nord-Ovest, Nord-Est e Centro-Sud. L'impiego del patrimonio del fondo è flessibile: per accelerare l'avvio, inizierà come fondo di fondi, con interventi indiretti.
Quanto alla Banca per il Mezzogiorno ...
Il comitato promotore [...] entro la prossima settimana analizzerà le proposte avanzate da quattro advisor industriali di prestigio, per poi sceglierne uno entro fine maggio. La formula ricercata è quella della merchant bank, "una piccola Mediobanca assieme a un piccolo mediocredito centrale": potrà contare sulla rete degli sportelli già operativi delle banche di credito cooperativo e delle casse rurali per il mezzogiorno e di Poste. Le linee di business iniziali saranno tre: la consulenza alle banche socie per le operazioni di finanza strutturata, la partecipazione nelle gare per gli strumenti agevolativi del credito, l'attività nelle garanzie per divenire polo aggregatore dei 377 Confidi che operano nel Mezzogiorno in maniera troppo polverizzata.
Nella rete territoriale della futura banca del Sud entrerebbero anche i confidi, quindi. I contenuti della sua operatività nei vari ambiti menzionati (finanza strutturata, credito agevolato, garanzie) sono però ancora da specificare.
Il MEF ha inoltre specificato le procedure per avviare l'emissione, da parte della Banca per il Mezzogiorno e di altri soggetti, dei bond per il finanziamento di iniziative economiche nel Sud, che beneficiano dell'aliquota agevolata di imposta sostitutiva del 5% (anziché del 12,5%).

Luca
Thu 13 May 2010, 12.51 - Stampa
Apprendo da questa news che Fidimpresa Marche è stato iscritto dalla Banca d'Italia all'elenco speciale ex art. 107 TUB. Complimenti al Presidente Drudi e al Direttore Gagliardini che ho conosciuto in occasione di questo convegno del 2008.
E con questa iscrizione, sul portalino i confidi 107 autorizzati sorpassano quelli in istruttoria 21 a 20.

Luca
Thu 13 May 2010, 08.07 - Stampa
Roberto Rinaldi, Capo del Servizio Supervisione Intermediari Specializzati della Banca d’Italia, ha presentato ieri alla Commissione parlamentare "anti-mafia" un rapporto su "Gli intermediari finanziari iscritti negli elenchi, generale e speciale, previsti dagli artt. 106 e 107 del Testo Unico Bancario e i soggetti del canale distributivo". Lo potete scaricare qui e lo consiglio vivamente come lettura propedeutica alla consultazione in corso sul decreto che riforma il Titolo V del TUB, dedicato appunto agli intermediari non bancari. Ci trovate infatti un chiarissima mappa del sistema degli intermediari nel quale si collocano i "nostri" confidi. Capirete anche le ragioni che hanno indotto i regulators ad intervenire sulla materia (basta leggere il nome della Commissione che ha chiesto l'audizione). Ecco un passaggio illuminante da pag. 8 del rapporto:
L’esperienza condotta negli anni sul settore ha dimostrato come l’architettura dei controlli previsti dalla normativa vigente sia inadeguata, anche tenendo conto della oggettiva difficoltà di presidiare un mondo caratterizzato da numerosità e varietà di soggetti. Le possibilità di intervento sugli intermediari dell’elenco generale che il Testo Unico Bancario e le relative disposizioni attuative assegnano alla Banca d’Italia, non sempre sono proporzionate alla gravità delle violazioni rilevate nell’attività di supervisione. Di fatto, l’unica azione possibile nei confronti di un intermediario che non risulti più in possesso dei requisiti per l’iscrizione o per il quale siano state riscontrate gravi violazioni di norme di legge è la cancellazione dall’elenco generale ai sensi dell’art. 111 del TUB, con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze emanato su proposta dell’Istituto. Nel periodo che intercorre tra la conclusione del procedimento da parte della Banca d'Italia e la successiva emanazione del provvedimento di cancellazione da parte del Ministero non sussiste la possibilità di vietare, all’intermediario iscritto nell’elenco generale, lo svolgimento dell’attività finanziaria; non trova infatti applicazione il divieto di intraprendere nuove operazioni previsto, invece, per gli intermediari iscritti nell’elenco speciale. Inoltre, a differenza di quanto previsto per le banche e per la prevalenza dei soggetti vigilati, agli intermediari iscritti negli elenchi ex artt. 106 e 107 TUB non si applicano gli istituti specifici per la gestione delle crisi (amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa) . Il problema della graduazione degli interventi nei confronti degli intermediari finanziari potrà trovare risposta nelle disposizioni di riforma del Titolo V del TUB, attualmente in fase di consultazione presso il Ministero dell’economia e delle finanze, che prevedono la possibilità di adottare, nei confronti di tutti gli intermediari sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, provvedimenti specifici riguardanti anche la restrizione delle attività, della struttura territoriale, nonché il divieto di effettuare determinate operazioni.
.. per non parlare di questo, sui procedimenti autorizzativi, a pag. 10
Difficoltoso è il vaglio delle istanze presentate dai consorzi di garanzia collettiva dei fidi, dietro il cui schermo si cela a volte l’intento di prestare illecitamente garanzie nei confronti del pubblico. Nonostante la delicatezza dell’attività dei confidi, a tali soggetti – per cui non è prevista neppure l’onorabilità e la professionalità per i partecipanti al capitale e per gli esponenti aziendali - sono richiesti requisiti minimali per l’iscrizione in termini di capitale e mezzi patrimoniali.
... ed ancora questo, sull'operatività absuivamente svolta
Un altro fenomeno preoccupante che riguarda il comparto è segnalato dalle sempre più numerose richieste di informazioni rivolte alla Banca d’Italia da Enti pubblici e privati cittadini dalle quali emerge come alcuni consorzi di garanzia collettiva dei fidi (confidi) offrano polizze fideiussorie al pubblico, travalicando i limiti dell’operatività loro consentita. L’attività tipica di un confidi iscritto nell’apposita sezione dell’elenco ex art. 155, comma 4, TUB si sostanzia, infatti, nell’utilizzare risorse provenienti in tutto o in parte dalle imprese consorziate o socie per la prestazione mutualistica e imprenditoriale di garanzie volte a favorirne il finanziamento da parte delle banche e degli altri soggetti operanti nel settore finanziario. In ragione di tale limitata operatività, i confidi ex art. 155 sono espressamente sottratti dalla legge all’applicazione delle disposizioni del Titolo V del TUB relative agli intermediari finanziari.
... per concludere con la presentazione della riforma del Titolo V TUB
l’iscrizione dei confidi “minori” in un elenco tenuto da un apposito Organismo di cui peraltro non vengono fornite ulteriori indicazioni; oltre agli attuali requisiti di iscrizione verrebbero introdotti requisiti di onorabilità degli esponenti e dei soci;
E' chiaro, no, quali sono le preoccupazioni della Banca d'Italia riguardo agli attuali 106? Teniamone conto nel formulare commenti e proposte all'attuale bozza di Decreto (che, lo evidenzia l'audizione, è ancora incompleto nella parte sui confidi non vigilati). Non vedo alcuna possibilità per una linea di difesa dello status quo dei confidi. Una maggior selettività, auto-disciplinata, è d'obbligo.
Comunque la pensiate, non fate mancare il vostro contrinuto al dibattito in materia che si sta svolgendo sul sito decretoconfidi.smefin.org.

Luca
Wed 12 May 2010, 18.15 - Stampa
Il Presidente Giorgio Di Rocco mi ha gentilmente fatto sapere che in data 11/5 la Banca d'Italia ha deliberato l'iscrizione di Confidi Mutualcredito all'elenco speciale. Congratulazioni e auguri di buon lavoro al ventesimo confidi 107, il primo nella sua regione.

Luca
Wed 12 May 2010, 12.09 - Stampa
Sul sito webtelemaco di Infocamere è scaricabile gratuitamente la versione 2.0 dei modelli Excel e OpenOffice Calc con i quali le aziende possono generare il documento "istanza" in formato XBRL che deve essere allegato al deposito del bilancio presso il registro imprese.
La versione aggiornata risolve i problemi segnalati da alcuni utenti riguardo all'impostazione della tabella di mapping del piano dei conti analitici utilizzato dall'azienda e lo schema di bilancio (che poi è quello civilistico) della tassonomia XBRL.

Luca
Wed 12 May 2010, 10.46 - Stampa
Secondo uno studio di Cribis-Dun&Bradstreet, ripreso dal Sole 24 ore, soltanto il 43,7% delle aziende italiane paga puntualmente i fornitori. Il tasso di morosità è tra i più alti d'Europa (soltanto il Portogallo ha valori più alti), ed è più critico al Sud che al Centro-Nord. Il circuito dei pagamenti tra aziende, influenzato dalle dinamiche dei cash-flow operativi e del credito bancario, può essere un canale di trasmissione disordinata delle tensioni di liquidità. Alcune aziende non pagano perché sono ormai oltre il punto di non recupero dell'equilibrio gestionale. La parte vitale del sistema produttivo deve essere protetta dai possibili effetti contagio. Distinguere i due casi è un lavoro arduo. Dare più credito tampona, ma non risolve. Occorre addentrarsi nei meccanismi del credito di fornitura, e mettersi nell'ordine di idee di convertire parte del debito bancario eccessivo in partecipazioni al capitale. Servono rimedi strutturali, appunto, e per pensarli e metterli in campo serve un lavoro gigantesco.

Luca
Tue 11 May 2010, 21.16 - Stampa
Il diciannovesimo confidi iscritto all'elenco speciale è API Veneto Fidi. Congratulazioni !

Luca
Sun 9 May 2010, 09.30 - Stampa
Sono tornate le ceneri vulcaniche. Il cielo caliginoso sfuma i contorni di una crisi sistemica (parole del Presidente della BCE) della moneta e dei mercati finanziari europei. Schizzando sopra il 10%, i rendimenti dei bond ellenici hanno segnalato che i mercati non credono al piano di salvataggio da 110 miliardi. Un possibile break-up della moneta unica si profila, minaccioso come mai in passato.
I governi dell'Unione cercano di affrontare l'emergenza, ma colgo in loro l'angoscia di veder materializzare quello che mai doveva succedere. Nell'immediato, se vogliono essere credibili, le autorità devono dare mano libera alla BCE nell'acquisto di bond sovrani, come ha fatto la Fed nella fase più acuta post-Lehman. Così continuerebbe la serie di passaggi in linea del debito deteriorato, dagli attivi bancari, ai portafogli di titoli pubblici e ora (forse) alla circolazione monetaria. Lo faranno?
Non lo so, perché lo spirito dei comunicati non è à la guerre comme à la guerre. La fase due (e tre, quattro, cinque ...) della cura prevede (finalmente?!) rigore nei conti, disciplina dei mercati finanziari (contro i rischi eccessivi e, oggi soprattutto, gli speculatori). Principi astratti. La realtà sarebbe una stretta draconiana della finanza pubblica, insufficiente a evitare alcuni default, la conseguente paralisi dell'intermediazione bancaria e una recessione ancora più profonda. Il tutto poi condito da default bancari e svalutazioni del cambio.
Se i tempi diventano duri, ma duri davvero, c'è chi è pronto a spargere sale sulle ferite, li abbiamo visti all'opera per le strade di Atene. Sì, perché in Europa (a differenza degli Stati Uniti) abbiamo ancora drappelli di rivoluzionari di professione in servizio effettivo, e tanti che da giovani avrebbero voluto esserlo. Se non ci fossero, la situazione sarebbe sempre durissima, ma meno esplosiva.
Ma anche senza scomodare i pronipoti dei nichilisti dell'ottocento, possiamo immaginare il malcontento che monterebbe andando a smontare lo Stato pletorico che ha somministrato un benessere illusorio nell'epoca d'oro del debito in euro a buon mercato.
In Italia siamo messi, come all'inizio della crisi, meglio dei cugini mediterranei (o irlandesi); per solidità delle banche e dei patrimoni privati siamo anche meglio dei partner più blasonati. Abbiamo i nostri enormi problemi di debito pubblico, ma forse siamo quelli che possono gestirlo senza intaccare bisogni primari, anzi in molti casi recuperando utilità reale ed efficienza della spesa. Ma dobbiamo correggere la follia della redistribuzione della ricchezza dai figli verso i padri e i nonni, e dalle attività che rischiano a quelle protette (ma le seconde saranno sempre meno, se i soldi pubblici finiscono, e guai a sprecarli per mantenerle in rianimazione).
Perché scrivo questo, dopo una settimana dominata dallo scoop del nuovo Titolo V del TUB, con le annesse questioni di importanza capitale come la natura unitaria o duale dell'Organismo di vigilanza sui confidi?
Non è per vezzo da editorialista (nel senso di automobilista) della domenica. C'entra con le "nostre" questioni. Le situazioni di incertezza, come quelle in cui siamo e verso cui andiamo, o deprimono, o risvegliano. Le imprese italiane devono prepararsi a navigare in acque agitate o tumultuose. Per farlo, servono consapevolezza e strumenti. E soprattutto, il far conto sulle proprie forze, meglio se associate con quelle di altri partner.
Dopo anni di bonaccia relativa (nell'Europa a 15) prepariamoci a veder ballare tassi e cambi. Non facciamoci cogliere impreparati dal probabile aumento dell'Euribor. Impariamo a fare piani di business e finanziari con monete diverse, inflazione variabile, opportunità da cogliere con rigiro velocissimo.
Anche gli strumenti che macinano numeri, veicolano informazioni, processano pagamenti, guidano le decisioni sono importantissimi. I sistemi di contabilità e di regolamento più sofisticati li hanno sviluppati in Brasile con l'inflazione mensile a due cifre. Speriamo di non arrivare lì, ma in ogni caso prepariamoci. Senza questi radar, i pur vitalissimi imprenditori nostrani non riusciranno a fare business, andandolo a scovare in capo al mondo, nei paesi giovani che hanno più energie per crescere.
Per questi motivi torno ad occuparmi con gusto dell'Organismo gestore dell'elenco e art. 112 nuovo TUB, di portale finanziario per le Pmi, e a riprendere in mano gli attrezzi che si usavano nei turbolenti anni settanta/ottanta. Ci siamo passati attraverso quella lunga crisi da stag-flazione. I miei genitori, da giovani, hanno superato una guerra terribile, e quanto mi sta aiutando la serenità che ricordo nei loro racconti di quel periodo. Si va avanti, non c'è motivo di disperarsi.
Non tutti la pensano come me in fatto di priorità. Nel dibattito sulle "nostre" questioni, ancora ci sarà chi si dispera per un posto in più in qualche CdA, chi dice le cose che gli hanno detto di dire, chi è intelligente (ma non si applica), beh, lo lasceremo parlare da solo, che non si offenda per questo.
Venga a lavorare con noi, diventeremo amici.

Luca
Fri 7 May 2010, 14.21 - Stampa
Oggi sul Corriere Dario Di Vico torna a parlare di piccola impresa, tema a lui caro, in occasione del varo di Rete Imprese Italia, il forum di rappresentanza delle associazioni small business al quale partecipano Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA e Casartigiani. La riforma del titolo V TUB che tocca i confidi può essere un'occasione ideale per provare sul campo l'efficacia di questa struttura di coordinamento pensata per far ascoltare di più e meglio le ragioni delle piccole imprese.

Luca
Fri 7 May 2010, 08.48 - Stampa
Su decretoconfidi.smefin.org cominciano ad affluire visitatori e commentatori, per il momento pochi. Se volete unirvi alla discussione, trovate oggi o nel week end cinque minuti per mandarmi una mail qui, e vi mando l'invito nel giro poche ore, o minuti.
Rileggendo il testo, trovo che la questione centrale per la nuova disciplina dei confidi sia l'impianto regolamentare relativo ai controlli all'entrata/uscita e alla vigilanza dei confidi con vigilanza "leggera" (ex nuovo art.112, gli eredi degli attuali 106). E' un punto sul quale si confrontano visioni divergenti: quelle delle autorità di controllo, che non vedono bene intermediari registrati ma di fatto non vigilati; quelle dei confidi sottoposti alla Banca d'Italia, che lamentano un rischio di concorrenza sleale dai loro (ex?) colleghi meno pressati dalle regole; quelle (ovviamente) degli attuali confidi 106, specialmente di quelli più piccoli, che chiedono fiducia, e non controlli, per poter continuare a lavorare (bene, a loro avviso) come in passato, senza costi aggiuntivi. E tra i 106 occorre poi distinguere i non pochi soggetti indipendenti (estranei al mondo associativo), tra i quali ci sono alcune mele bacate, giunte (purtroppo) ai disonori della cronaca per reati. Per casi come questo ci sta pensando già la Banca d'Italia a fare selezione (lo dimostrano le numerose cancellazioni di finanziarie 106 non attive o fuori regola rispetto all'anti-riciclaggio), ma non sarebbe male mettere un filtro anche nelle norme di vigilanza specifiche per i confidi, perché in questo caso il comportamento illecito di un intermediario macchia una categoria che lavora per una missione sociale.
Bene, un problemino complesso, come sempre succede quando si parla di confidi. Stamattina ho buttato giù qualche idea che trovate su questa pagina di decretoconfidi.smefin.org. Potete leggerla e commentarla (registrandovi, se non l'avete già fatto).

Luca
Fri 7 May 2010, 03.51 - Stampa
Nella vita mi sono sentito dire tanti "no, non si può" e l'unico luogo in cui mi sento dire "si può" è la famiglia. Quando a mia mamma chiedevo "ma come hai fatto a tirare su quattro figli, alzandoti la mattina prestissimo e andando a dormire non prima di mezzanotte?" lei mi diceva "è stato semplice, l'ho visto fare da mia mamma". Io ho sempre voluto evitare la fatica e invece ora ringrazio per la fatica che ho fatto. E voglio vivere in modo tale che un giorno mio figlio dica "l'ho visto fare dal mio babbo.
per cominciare la giornata, vi offro questa testimonianza di un ragazzo, Emmanuele, che ho letto nel calendario, appeso in cucina, dell'Associazione Famiglie per l'accoglienza.
Thu 6 May 2010, 21.33 - Stampa
Torno dalla vicina Bolzano dove il Direttore del locale confidi CNA (Fidimpresa Bolzano) mi ha gentilmente invitato ad una tavola rotonda che ha introdotto l'assemblea dei soci. Sui confidi dell'Alto Adige avevo curato uno studio per conto della Provincia Autonoma nel 2006. Per due anni la situazione non è cambiata, ma nel 2009 i confidi, a cominciare da quelli artigiani, hanno avuto una crescita esplosiva, Fidimpresa è passata da circa 1,5 milioni di consistenze garantite a 6,5 milioni, quattro volte tanto, in un solo anno.
Sul tappeto c'è, come altrove, il tema dell'aggregazione tra confidi. La Giunta provinciale vede bene un Confidi unico, nel quale fondere i 4+1 oggi operanti: oltre a Fidimpresa, Confidi (industria), Cooperativa artigiana, Terfidi e il più recente Socialfidi. Gli interessati hanno delle riserve sul progetto di fusione, e non le nascondono. Per fare comunque un passo nella direzione, si sta valutando un'aggregazione soft nella forma di un confidi di secondo grado. In precedenza, si era creato un consorzio di servizi per accentrare il trattamento delle pratiche e per gestire un fondo pubblico di co-garanzia istituito dalla Provincia lo scorso anno.
Quando mi invitano a dire la mia in questi casi, cerco prima di tutto di fissare i punti del quadro di Vigilanza sull'efficacia delle garanzie. L'opinione comune, tra i confidi (e lo capisco) e tra le banche (e qui capisco meno), dice che la necessità di fare garanzie personali come confidi 107 è un problema fittizio. Fino a tre anni fa a Bolzano i volumi dei confidi erano esigui (tranne che nell'industria), ma adesso non più, e sono state le banche a sollecitare molte pratiche con imprese in tensione. Quindi le garanzie interessano, ma non la loro efficacia. Perché? Non capisco.
Tornando al mio intervento, ho detto che se decidono di creare un nuovo veicolo, deve funzionare. Piuttosto che creare un ibrido, meglio che le risorse pubbliche sostengano la crescita di ciascun confidi, lasciando agli interessati il compito di proporre e decidere forme di collaborazione e aggregazione, anche soltanto tra due o tre confidi.
Ho parlato anche del business point, dicendo che le associazioni possono arricchire i servizi di assistenza finanziaria, in cambio del minor controllo sulla garanzia, nel caso di confidi unico. L'idea ha suscitato interesse. In molte situazioni può essere quello il punto da cui avviare un percorso di cambiamento. Curandosi delle imprese e dei loro problemi.

Luca
Thu 6 May 2010, 15.27 - Stampa
L'eleggibilità delle garanzie confidi è una dura legge con la quale devono fare i conti anche i concessionari di sale Bingo. Come riferisce questa news di giocoegiochi.com, il sottosegretario all'Economia e Finanze con delega ai giochi Alberto Giorgetti ha risposto all'interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato del Pdl Antonino Salvatore Germanà in cui chiedeva se il Ministero non ritenga opportuno includere le garanzie prestate "dalle" Confidi iscritte negli elenchi di cui agli articoli 106 e 107 del Tub, alle garanzie ritenute equivalenti ex articolo 9, comma 1, del decreto ministeriale 31 gennaio 2000 n. 29 (Regolamento recante, norme per l'istituzione del gioco ‘Bingo' ai sensi dell'articolo 16 della legge 13 maggio 1999, n. 133"). Il sottosegretario Giorgetti ha risposto precisando che le fideiussioni rilasciate dai Consorzi di garanzia collettiva dei fidi possono essere accettate a garanzia degli obblighi convenzionali relativi alla gestione del gioco del Bingo, solo qualora tali consorzi abbiano assunto la forma di banca cooperativa o siano iscritti nell'elenco speciale previsto dall'articolo 107.

Luca
Thu 6 May 2010, 09.18 - Stampa
Da una news:
Torino, 4 mag. - (Adnkronos) - Passa da BBB+ a BBB il rating assegnato a Eurofidi, primo confidi italiano, da Standard & Poor's per il debito a medio-lungo periodo. Il giudizio assegnato per il debito a breve e' A-2 mentre l'outlook permane negativo.
Lo scorso 12 aprile anche Fitch ratings, nell'annuale report di valutazione dei principali confidi italiani, aveva confermato per Eurofidi il rating a lungo termine BBB+, l'outlook stabile e il rating di breve termine F2.
''L'abbassamento del rating - commenta Giuseppe Pezzetto, presidente di Eurofidi - riflette le attuali difficolta' del sistema economico-finanziario e non ci coglie impreparati''
Il rating report (accesso con registrazione gratuita) motiva il ritocco all'ingiù di un notch con l'atteso ulteriore deterioramento della qualità degli impieghi delle banche italiane nel 2010-2011, e non escludendo un minor supporto della Regione Piemonte in conseugenza dell'accresciuta quota di operatività fuori del territorio regionale. Si evidenzia inoltre la crescita dell'incidenza delle garanzie non performing sulle consistenze totali, dal 7,7% di fine 2008 al 9,7% di fine 2009, e anche dei pagamenti lordi su garanzie escusse, in progressiva ascesa: 0,77% nel 2007, 0,93% nel 2008, 1,4% nel 2009. S&P riconosce peraltro che l'esposizione a rischio è sotto controllo e la situazione di solvibilità è solida grazie all'ampio ricorso alle contro-garanzie, alla presenza di cap di perdita nei contratti, e al massiccio aumento di capitale fino a 50 milioni di euro che dovrebbe essere completato nel 2010.

Luca
Wed 5 May 2010, 17.24 - Stampa
Ricevo oggi questa mail di un Lorenzo Gai raggiante ...
Luca,
ti comunico e ti chiedo per cortesia di inserire su aleablog che anche Italia Com-fidi (da me seguita nella presentazione della domanda di iscrizione) è stata iscritta da BKIT nell'elenco speciale ex art. 107 TUB.
Rallegramenti all'intera struttura, a cominciare dall'AD Aleandro Manetti e dal Presidente Massimo Vivoli, capace di affrontare il severo vaglio della Banca d'Italia assieme ad un processo di incorporazione di 3 confidi del mondo Confesercenti, aventi ciascuno oltre 75 mln di attività garantite.
Anche il secondo Confidi italiano (per dimensioni) è dunque tra i soggetti vigilati.
... e ne ha ottimo motivo!
Congratulazioni mie all'amico Lorenzo, e mi associo alle sue rivolte all'AD Manetti e al Presidente Vivoli.
Con questo il portalino conta 18 iscritti e 23 in istruttoria. Vedo non lontano il sorpasso dei primi sui secondi.
Come andrà per le nuove domande 2010 nelle more dell'approvazione del Decreto Titolo V? E' uno dei punti su cui chiederemo lumi al legislatore, discutendone su decretoconfidi.smefin.org.

Luca
Wed 5 May 2010, 15.35 - Stampa
Dal Sole 24 ore
Paolo Balistreri, segretario generale di Confindustria Piemonte, ricorda però l'invito di Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, a far diventare sempre più grandi i Confidi. «Per questo – annuncia Balistreri – oggi si riuniranno i confidi della galassia confindustriale piemontese: Unionfidi Torino, Fidindustria Biella e Confidi Asti». Lo scopo è valutare le possibilità di un percorso comune, eventualmente per arrivare ad una fusione, con la nascita di un unico grande soggetto.
Balistreri non esclude possibili avvicinamenti a Eurofidi, nel quale l'associazione industriale conserva una piccola partecipazione. Eurofidi pare non essere interessata, e l'articolo chiude con la dichiarazione del suo direttore:
«Il controllo di Banca d'Italia – spiega Andrea Giotti, direttore di Eurofidi – sarà solo un problema di costi per le realtà più piccole mentre per noi non cambia nulla. Ne guadagneranno le aziende a cui verrà assegnato il nostro rating che è migliore».
Le strategie dei confidi è meglio lasciarle formulare ai diretti interessati.

Luca
Wed 5 May 2010, 15.03 - Stampa
Oggi il Sole 24 ore pubblica un lungo articolo Confidi a caccia di nuovi fondi. Cito:
La strategia di trasformazione in intermediario vigilato, così, diventa croce e delizia.
Chi è già sottoposto alla vigilanza della Banca d'Italia dovrà trovare i soldi con cui rispettare i coefficienti patrimoniali indicati da Via Nazionale. Chi invece ha presentato la domanda, ma non ha avuto ancora il placet, può tirare un sospiro di sollievo: ripuliti i conti nel precrisi e archiviato un 2010 segnato dal deterioramento dei crediti, quando arriverà l'ok di Palazzo Koch tutto sarà più semplice.
Si riportano dati sulla crescita delle esposizioni:
gli affidamenti garantiti in essere sono saliti del 20,7% a 45 miliardi di euro e le garanzie rilasciate del 21% a 22 miliardi di euro. Peccato che, soltanto per i consorzi associati a Federconfidi, le posizioni insolute pagate dai confidi alle banche siano state pari a 40 milioni di euro, con un incremento del 23 per cento.
Confidi Province Lombarde, per voce del presidente Massimo Perini, conferma la profondità dei segni lasciati dalla crisi, ma rassicura sulla capacità dell'ente di ripristinare il proprio patrimonio grazie ad un apporto di 3,5 milioni della Camera di commercio di Milano e a 5 milioni di subordinato della Regione (i famosi Formigoni loan). Segue un commento di Piergiorgio Scoffone, responsabile del centro di documentazione Aracne (fa capo a Casartigiani Torino):
«I 14 confidi già vigilati – osserva Scoffone – hanno avuto nel 2009 un flusso di garanzie prestate pari a 2,8 miliardi. A differenza degli altri, quelli vigilati devono compiere una serie di accantonamenti netti pari circa al 7% di questo valore».'>
Per uno strano processo alchemico, le perdite di un confidi 107 esigono un reintegro di capitale, quelle di un 106 no, basta un intervento di non meglio precisata pulizia dei conti. Ai 107 serve un supporto patrimoniale almeno del 7%, ai 106 non sappiamo, negli anni difficili si lavano i panni sporchi in casa ma con tutt'altra serenità e flessibilità d'azione. Quando il capitale scarseggia, lo si va a chiedere agli enti pubblici, i quali applicano il criterio della festa dell'oratorio: finché ce n'è W il re, e quando non ce n'è più, W Gesù! Il confidi 107 dorme in caserma, e si prende i cazziatoni del comandante di battaglione. Il confidi 106 ha fatto la visita di leva, ma ha chiesto il rinvio e si gode la sua libertà.
Probabilmente quanto riportato non rende giustizia all'analisi fatta dal Centro Aracne. Però usciamo più in fretta che si può da questi schematismi. A latere noto che l'articolo, magari involontariamente, veicola un sentiment negativo che serpeggia rispetto all'avvento dei confidi vigilati.

Luca
Wed 5 May 2010, 11.08 - Stampa
L'amico Roberto Villa mi ha raccontato del progetto di fusione per incorporazione in Fidimpresa Varese di Fidimpresa Milano e Confidart Bergamo (di cui Roberto è presidente). Le tempistiche prevedono: entro la metà di maggio l'approvazione dei Cda del progetto di fusione; entro il 30 giugno le Assemblee straordinarie e successivamente, massimo per ottobre, la fusione. Con i volumi che presenta, il confidi risultante sarà un 107.
La notizia mi è giunta pochi giorni dopo l'annuncio di un progetto analogo dei confidi lombardi di area Confartigianato (vedi post), anche lì il pivot dell'operazione sta a Varese.
L'operazione è interessante di per sé, e le auguro pieno successo. Ma è ancora più importante perché dice chiaramente di un'onda lunga che orienta l'evoluzione del settore. Perché dico questo? Perché i tre confidi sopra elencati avevano lanciato nel maggio 2008 un progetto di aggregazione "morbida", il Network confidi 106. Se Roberto Villa, ideatore del network e tra i massimi conoscitori di confidi, ha detto sì all'aggregazione "hard", vuol dire che il quadro di opportunità si sta spostando verso il passaggio a 107 per la porta principale, quella di confidi di primo livello di adeguata struttura e dimensioni.
Siamo in Lombardia, magari in Puglia è diverso. Ma occorre anche lì rifletterci, specialmente se le dichiarazioni d'intenti di MEF e Banca d'Italia sul superamento dell'era 106 old style saranno confermate nelle nuove norme del TUB.

Luca
Wed 5 May 2010, 07.16 - Stampa
Nella concitata ma ricca discussione di ieri, ho lanciato la proposta di un sito per discutere punto per punto il nuovo decreto sul titolo V del TUB (non lo chiamerò più decreto bomba, mi sa che ci ho perso qualche punto di reputazione in zona via Nazionale/via Milano; però è servito per mettersi al lavoro).
Allora ho creato un sito ad hoc, http://decretoconfidi.smefin.org dove ho copiato articoli e commi del decreto per le parti che toccano i confidi.
Il sito è accessibile a tutti in lettura. Gli utenti abilitati possono lasciare commenti e inserire o modificare altri contenuti (allegati, ecc.). Ho invitato per email numerosi amici che partecipano al dibattito su aleablog.
Se siete interessati a commentare su decretoconfidi e non ricevete subito l'invito, non c'è problema: mandatemi una mail a luca.erzegovesi@smefin.org e nel giro di pochi minuti (dipende dove sono in quel momento), vi rimando un invito per mail con le istruzioni per registrarsi.
Per non farvi trovare un sito vuoto, o col solo articolato del DLgs, mi sono permesso di copiare nei punti pertinenti alcuni commenti ai post di ieri e di oggi, indicando l'autore (spero che non dispiaccia).
Su aleablog mi limeterò a riportare notizie sintetiche sui progressi del decreto, la discussione de bono et de aequo (et de fino) si traferisce su decretoconfidi.smefin.org.

Luca
Wed 5 May 2010, 06.59 - Stampa
Magda Bianco e Monica Marcucci (Banca d'Italia) sono intervenute alle Commissioni riunite giustizia e attività produttive della Camera per relazionare nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sul riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali. Cito alcuni passaggi:
E’ ancora complesso offrire giudizi analitici: emergono sia elementi positivi, sia alcune incertezze. Tra i primi si segnala una riduzione della durata delle procedure, in particolare con riguardo ai concordati preventivi, per i quali la percentuale di quelli che si conclude entro un anno è in media cresciuta; tra i secondi va valutata la percentuale di imprese che “sopravvive” a un concordato. [...]Una certa “mortalità” dopo un concordato può essere fisiologica (ed è stata riscontrata in altri sistemi dove istituti simili, quali il Chapter 11 negli USA, sono comuni), specie in un periodo di difficili condizioni economiche generalizzate; le percentuali – soprattutto quelle riferite alla sopravvivenza dopo l’apertura - potrebbero peraltro essere un segnale di un utilizzo non ancora maturo, in quanto prevalentemente liquidatorio e non conservativo, dello strumento.[...]
Disciplina dei reati fallimentari a amministrazione straordinaria sono due profili importanti su cui non è intervenuta la riforma.[...]
Oltre a rivedere queste due aree, andrebbe considerata l’introduzione di una disciplina del fallimento della persona fisica e del piccolo imprenditore.[...]
la disciplina del concordato preventivo, [è] ancora migliorabile sul piano degli incentivi al raggiungimento di accordi che massimizzino l’interesse dei creditori. [...] Andrebbe pertanto considerata l’opzione di consentire che il piano di ristrutturazione non venga presentato contestualmente all’istanza di concordato, ma in un tempo ragionevole successivo ad essa, in modo da permettere al debitore di dedicarsi, opportunamente assistito, alla predisposizione di un piano di risanamento, al riparo dalle azioni esecutive e disgregatrici dei creditori.
Il secondo intervento, di portata più generale, dovrebbe essere quello di rendere disponibile a tutte le imprese, e non solo a quelle di grandi dimensioni, una disciplina specifica per la gestione della crisi nell’ambito dei gruppi.[...]
Un ulteriore aspetto per il quale andrebbe considerato un intervento normativo è infine quello della nuova finanza alle imprese in crisi. La disciplina prevista per i meccanismi stragiudiziali di composizione della crisi non prevede misure che agevolino l’imprenditore in difficoltà nel reperimento di nuovi finanziamenti per far fronte alle spese operative durante il periodo occorrente alla predisposizione delle soluzioni negoziali.
Il documento approfondisce poi i temi dell'amministrazione straordinaria e dei reati fallimentari. E' corredato da grafici molto chiari.
Non sono un esperto, ma ho lavorato sul tema nel progetto smefin e in lavori successivi. Dico quindi "Bravissime!" alle curatrici dello studio.

Luca
Tue 4 May 2010, 23.34 - Stampa
Sul Sole 24 ore di oggi si parla degli interventi di ristrutturazione o moratoria del debito in attuazione dell'Avviso comune dell'agosto scorso tra ABI e le associazioni datoriali. Tesoro e ABI hanno presentato dati che parlano di 52 miliardi di finanziamenti interessati, circa il 15% dello stock complessivo di finanziamenti alle Pmi. Le rate sospese ammontano a 9,2 miliardi di euro. Il 92% delle richiesta è stato considerato ammissibile e soltanto il 2% non è stato accolto.

Luca
Tue 4 May 2010, 23.22 - Stampa
Grazie a Nicola e Gabriele, veri detective delle fonti giuridiche, sono risalito a questa pagina del sito MEF relativa al procedimento di consultazione pubblica sulla Trasposizione della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consumatori, e sull’attuazione della delega di cui all’art. 33 della legge n. 88/209 (comunitaria 2008) in materia di intermediari finanziari, mediatori creditizi e agenti in attività finanziaria.
E' lì che trovate la bozza del Decreto legislativo "bomba" che emenda il Titolo V del TUB, relativo ai "soggetti operanti nel settore finanziario" e riscrive l'impianto regolamentare dei confidi.
Allora possiamo smorzare il tono concitato del post precedente e relativi commenti (motivato dalla sorpresa) e dedicarci alla lettura di una bozza ufficiale, sulla quale il Ministero invita a sottoporre commenti secondo quanto disposto in questa scheda informativa.
Il documento da scaricare è intitolato Titolo V, e contiene in sostanza quanto raccolto da una precedente versione informale su cui mi sono basato per il post precedente. Di rilevante aggiungo che il testo disciplina dettagliatamente all'art. 113 l'organismo gestore dell'elenco delle istituzioni di microcredito ex art.111. Non c'è (ancora) un articolo per il gestore dell'elenco confidi ex art 112 (non più 106), però possiamo desumerne le caratteristiche per analogia dal citato art. 113, dove si stabilisce che l'Organismo (per il microcredito) possa chiedere contributi a copertura delle proprie spese, debba vigilare sul rispetto della normativa da parte degli iscritti e per questo possa chiedere loro dati e notizie. La Banca d'Italia supervisiona il supervisore; su questo il DLgs in bozza recita:
6. La Banca d’Italia vigila sull’Organismo secondo modalità, dalla stessa stabilite, improntate a criteri di proporzionalità ed economicità dell’azione di controllo e fondate su controlli sulle procedure interne adottate dall’organismo per lo svolgimento dei compiti a questo affidati.
7. La Banca d’Italia informa il Ministro dell’economia e delle finanze delle eventuali carenze riscontrate nell’attività dell’Organismo e in caso di grave inerzia o malfunzionamento può proporne lo scioglimento.
La disciplina della struttura e funzionamento dell'Organismo compete al MEF.
Tornando agli intermediari vigilati (iscritti all'albo ex art. 106 del nuovo decreto, non più 107), di rilievo la previsione degli art. 113 bis e ter che conferisce alla Banca d'Italia i poteri di sospensione degli organi amministrativi e di nomina di commissari straordinari e di revoca dell'autorizzazione: non più quindi il solo potere di cancellazione dall'elenco, ma un impianto sanzionatorio e di gestione delle crisi più forte, come quello delle banche.
Commentavo oggi pomeriggio le disposizioni transitorie di cui all'art Z (sic) del Dlgs:
  • i confidi 112 (già 106-155) possono operare con lo status presente fino al 31/12 /2011; nel secondo semestre 2011 devono presentare domanda di iscrizione al nuovo "elenco" presso l'Organismo gestore, oppure all'albo dei confidi vigilati presso la Banca d'Italia (se rientrano nei requisiti);
  • i confidi 106 (attuali 107) hanno 6 mesi di tempo dall'entrata in vigore del nuovo decreto per ripresentare domanda di iscrizione all'albo "sostitutivo" dell'elenco speciale; dovranno allegare documentazione "attestante il rispetto delle previsioni di cui articolo 106, comma 3, lettere c), d), e) ed f)", che non ho ritrovato nella bozza (versioni diverse?), ma dovrebbero essere i requisiti di capitale versato, il programma di attività e la relazione sulla struttura organizzativa, i requisiti dei soci qualificati e degli esponenti aziendali e l'insussistenza di legami con soggetti che ostacolino le funzioni di vigilanza; un altro compitino a casa da scrivere sul diario (peccato, a Trento era da poco arrivata una bella pagella ai due confidi neo-iscritti);
  • nei sei mesi di "moratoria" si blocca l'iscrizione di nuovi soggetti all'attuale elenco speciale, che al termine di tale periodo viene chiuso. Quindi in caso di approvazione tutto si fermerebbe per i confidi che avrebbero dovuto iscriversi per il superamento della soglia a fine 2009 e sua conferma a fine giugno 2010.
Tant'è. Penso che il decreto "bomba" rifletta la preoccupazione della Vigilanza per la deriva che stava prendendo il passaggio a 107 dei confidi nel quadro normativo e nella situazione di mercato del credito attuali. Quindi chi 107 lo è già diventato, avrà di fatto un secondo passaggio di riflessione e di verifica per l'iscrizione al nuovo albo. Chi lo sarebbe diventato, riparte a calcolare tempi e modi di passaggio con la nuova norma. E chi resta 106, è invitato - insieme con le sue associazioni - a evolvere e maturare.
Ultima ma non minima questione: il Ministero del tesoro andrà a rivedere i limiti minimi per l'iscrizione all'albo dei confidi vigilati, ovvero ad innalzarli rispetto agli attuali 75 milioni? Del resto le nuove regole proposte recepiscono le pressioni di alcune associazioni dei confidi per una vigilanza più "proporzionata" (ne accennavo in questo post di dicembre). Si dibatteva: ci sarà una proroga dei termini per l'iscrizione (31/12/2009) che incombevano? Noi dicevamo di no, loro sapevano che si preparava qualcosa di più di un mero rinvio all'italiana.
E dell'avventura dell'iscrizione a 107 per i 40 confidi e più già autorizzati o in istruttoria con le attuali regole, che cosa rimarrà? Qualcosa di simile a una traversata sull'Amerigo Vespucci, la nave scuola orgoglio della Marina italiana, che ci regala il suo motto profetico, col quale mi congedo:
"Non chi comincia ma quel che persevera"
Luca
PS: Amici che operate nei confidi, nel procedimento di consultazione, spremetevi (spremiamoci) le meningi; non lasciate la palla ai pur bravissimi lobbisti delle associazioni confidi, che hanno eseguito, di concerto con Banca d'Italia, un'elegante manovra di riordino normativo, ma sono lontani dalle prime linee dove si impara sulla propria pelle a distinguere le cose che servono dal resto.
PS2: Quanto sopra prospettato vale ovviamente se il Dlgs in consultazione verrà perfezionato e promulgato.
PS3: Di questo decreto di parlerà molto, almeno nei foyer, alla Convention ABI Basilea che si tiene a Roma il 4 e 5 maggio; io non ci sarò, purtroppo.
PS4: Vi confesso una cosa, con la sincerità che vi aspettate da me: ricevendo le prime notizie sul decreto bomba mi sono girate le scatole, e non poco. Non chiedetemi perché. Ma poi ho pensato all'Amerigo Vespucci a vele spiegate ...
Tue 4 May 2010, 09.05 - Stampa
Nicola e Gabriele mi stanno dando un grosso aiuto a recuperare un minimo di contezza dei fatti accaduti. Ieri notte mi hanno segnalato che la procedura di consultazione per le modifiche TUB è stata aperta ieri (cioè lunedi 3 maggio). Chi ne sapeva qualcosa erano i rappresentanti dei mediatori creditizi e delle finanziarie 106 e 107 che interloquivano da mesi con il MEF sul tema della rifroma del Titolo V. Ad esempio, la notizia era stata data anche il 29 aprile scorso ad un convegno dell'Unione Finanziarie Italiane, e ripresa in questa news:
Entro massimo lunedì andrà in consultazione la bozza del recepimento dell'articolo 33 della comunitaria del 2008. A dichiararlo è Federico Luchetti, Dirigente Ufficio IV Direzione V (Antiriciclaggio Contenzioso Valutario) del Ministero dell'Economia e delle Finanze intervenuto al seminario di studio organizzato dall'Unione Finanziarie Italiane dal titolo: Il sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio. "Il dottor Maresca non è potuto intervenire oggi - ha spiegato Luchetti - perché è impegnato a chiudere la bozza del recepimento dell'articolo 33 della comunitaria che è prossima ad uscire in consultazione. La bozza si comporrà di cinque decreti: uno di recepimento del prospetto della Direttiva, uno sulla trasparenza, uno di modifica del capitolo V del Tub e cioè quello inerente a 106 e 107, uno che introduce il Mediatore creditizio e l'Agente in attività finanziaria nel Testo Unico Bancario, ed infine uno di dettaglio che disciplinerà l'attività di Mediatore e Agente in attività finanziaria. Massimo entro lunedì usciremo in consultazione".
Tra le indiscrezioni trapelate anche quella che probabilmente i Mediatori e gli Agenti potranno effettuare una parte consistente di istruttoria del finanziamento in modo da agevolare il lavoro dell'intermediario, "stiamo lavorando proprio per questo".
Per le "106", si è parlato di 344 procedimenti di cancellazione ex articolo 111 per omesso invio delle comunicazioni inerenti all'antiricilaggio.
Lo stesso giorno, più o meno, ho raccolto segnali dell'imminenza del decreto da amici di confidi romani. Lunedì un visitatore mi ha girato per mail la bozza di DLgs. Ed eccoci qui.
La riforma della riforma dei confidi (alludo alla legge quadro del 2003) passerebbe quindi come una varia ed eventuale in un provvedimento discusso su altri tavoli. Alcuni esponenti dei confidi interloquivano da mesi, ma sotto traccia. Il grosso del sistema, a cominciare da chi aveva presentato iscrizione a 107, non sapeva nulla.
Ribadisco che il decreto bomba corregge una situazione che rischiava di incagliarsi, o sprofondare, e ne può venire un bene per i confidi. Però rimango sconcertato davanti ad un settore spaccato in due o in tre (107, 107 vorrei ma non posso, 107 no grazie, 106 delle varie taglie e nature), nel quale non si discute con parole chiare, si spreca un sacco di tempo e di soldi (pensiamo ai progetti 107 dell'ultima ora) e non si lavora insieme per affrontare i problemi di oggi e di domani. Ditemi che non è così! Qui ci vuole un'ondata di rinnovamento.

Luca
Mon 3 May 2010, 12.46 - Stampa
Doveva essere un ritocco alle norme del TUB che riguardano i mediatori creditizi e gli agenti in attività finanziarie, per alleggerire alcuni aspetti e disciplinarne altri (conflitti di interesse, formazione) con maggior rigore.
Con una gestazione silente, ne è venuta fuori una bozza di decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze che va al cuore della normativa sull'intermediazione finanziaria, portando ordine in un mondo variegato che comprende società di leasing e factoring, finanziarie di investimento, società di credito al consumo, istituti di moneta elettronica, gestori di carte, cambiavalute, agenti e mediatori creditizi, agenzie di prestito su pegno, casse peote e altri che non ricordo in questo momento. Oltre, naturalmente, ai confidi.
Ecco le principali modifiche che ho desunto da una bozza fattami pervenire da un gentile visitatore:
  • Si limita la competenza degli intermediari ex art. 106 e 107 alla concessione di finanziamenti, restringendo a casi espliciti la prestazione di servizi di pagamento e di investimento.
  • Il rilascio della licenza agli intermediari ex art. 107 (soggetti a vigilanza) è ulteriormente avvicinato a quello delle banche: si parla di autorizzazione all'esercizio dell'attività, non più (come nell'attuale TUB) di mera iscrizione, sottolineando un controllo più incisivo e nel merito da parte della Banca d'Italia. E l'elenco speciale lascia il posto ad un più solenne albo.
  • Si prevede un regime speciale per il microcredito (art. 111).
  • E veniamo finalmente ai confidi, disciplinati all'art. 112 del nuovo testo (con le agenzie di pegno e le casse peote), e non più quindi ricondotti alla sezione speciale ex art 155 dell'elenco generale ex art. 106.
Qui la bozza che ho letto riprende le definizioni e gli ambiti di competenza già disciplinati dalla legge quadro (L. 326/2003, art. 13), ma tra le righe c'è una vera bomba, eccola (le sottolineature sono mie):
2. I confidi, anche di secondo grado, esercitano in via esclusiva l’attività di garanzia collettiva dei fidi. A tal fine sono iscritti in un elenco tenuto da un apposito organismo. Lo svolgimento dell’attività di cui al comma 1 è subordinata al ricorrere delle condizioni di forma giuridica, di capitale sociale o fondo consortile, di mezzi patrimoniali, di oggetto sociale e di assetto proprietario individuate dall’articolo 13 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, nonché al possesso da parte di coloro che detengono partecipazioni e dei soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo dei requisiti di onorabilità stabiliti ai sensi degli articoli 25 e 26 [gli stessi delle banche]. La sede legale e quella amministrativa devono essere situate nel territorio della Repubblica.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, determina i criteri oggettivi, riferibili al volume di attività finanziaria in base ai quali sono individuati i confidi che sono tenuti a chiedere l’autorizzazione per l'iscrizione nell’albo previsto dall'articolo 106. La Banca d'Italia stabilisce, con proprio provvedimento, gli elementi da prendere in considerazione per il calcolo del volume di attività finanziaria. In deroga all’articolo 107 per l'iscrizione nell’albo i confidi possono adottare la forma di società consortile a responsabilità limitata.
4. I confidi iscritti nell’albo esercitano in via prevalente l'attività di garanzia collettiva dei fidi.
Poche frasi, ma che effetto dirompente! Qui c'è da discutere per giorni e giorni. Lancio qualche primo spunto:
  • la Banca d'Italia passa le consegne (a sua volta ricevute dall'ex UIC) dell'elenco dei confidi 106-155, senza rimpianti presumo; per un supervisore non è il massimo iscrivere un soggetto e lasciarlo poi in un regime di sostanziale autodisciplina (le segnalazioni oggi dovute dai 106 sono davvero minimissime, e c'è sempre il rischio che il mercato confonda l'iscrizione con un accreditamento); le consegne passano ad un "apposito organismo"; a chi?
  • il gestore dell'elenco, se facciamo un'analogia con la revisione svolta dalle centrali cooperative, sarà probabilmente un soggetto da creare con il concorso delle associazioni dei confidi; in alternativa potrebbe essere un'Authority, come per le Onlus; dovrà far riferimento al Ministero dell'economia, con una benevola, ma assidua, attenzione, da parte della Banca d'Italia (e delle banche, la vera disciplina la daranno loro, se vorranno); meglio di adesso, senza dubbio (non più confidi freelance), ma il copione affidato a questo organismo deve essere ancora scritto, non dico recitato; le Associazioni dei confidi avrebbero un'enorme responsabilità, se le cose stanno come è scritto nella bozza; vuoi vedere che arriveremo ad avere un archivio dei bilanci, statistiche di settore, un coordinamento tecnico, ecc. ecc.; e vuoi vedere anche che il settore comincerà a diventare più selettivo? (non dimentichiamo che le associazioni rappresenteranno gli ex 107 oltre agli ex 106);
  • a proposito, cosa succede ai confidi già 107? Passano automaticamente all'albo?
Ultimo pensiero: cesso da oggi di considerarmi un esperto del settore confidi, dato che fino all'altro ieri non sapevo nulla di questo provvedimento. D'accordo, manco da Roma da settimane, però mi sento quotidianamente con colleghi del settore, e molti di questi ne sapevano quanto me. Processo di consultazione: non lo si è fatto prima, adesso però, se il Decreto sarà approvato, non se ne può fare a meno per decidere come tradurlo in azione.

Luca
PS: Con eccellente tempismo il gruppo MIT, provider molto attivo tra gli intermediari non bancari, organizza il 5 e 6 maggio un convegno sulla riforma di cui sopra.
Mon 3 May 2010, 12.15 - Stampa
A fine gennaio avevo segnalato un bando del Ministero dello sviluppo economico sul Fondo nazionale innovazione (trovate tutti i riferimenti nel post linkato sopra). Ne era nato un dibattito acceso, in particolare sul programma di tranched cover su portafogli di mutui ad imprese che intraprendono progetti di sfruttamento di brevetti. Il bando doveva scadere il 1° marzo, è stato successivamente prorogato di due mesi, ma ciò nonostante (a quanto ho appreso da chiacchierate informali con vari istituti) nessuna delle banche potenzialmente interessate ha deciso di presentare un'offerta. E questo non senza essersi confrontata con l'Amministrazione proponente e aver anche dedicato tempo e persone all'analisi del problema.
Peccato. Il bando conteneva dei meccanismi interessanti. In particolare, le banche vincitrici avrebbero avuto un rendimento sul portafoglio al netto delle perdite "cappato" verso l'alto ad un TAEG massimo dichiarato nell'offerta, a fronte di una garanzia su fondi pubblici con perdite pure loro cappate (ma per il garante, illimitate per la banca erogante). Penso che sia stato questo il principale deterrente a partecipare, oltre alla complessità del modello della supervisory formula (quello di Basilea 2) che il bando prevedeva di applicare per determinare la rischiosità media del portafoglio coperto dal rischio di first loss. Sono cose nuove, poche banche le hanno approfondite, e di fatto soltanto le banche autorizzate ai rating interni avanzati possono applicare quel regime a fini di vigilanza.
Un risultato però il Ministero l'ha ottenuto: quello di porre all'attenzione del sistema una formula di garanzia "di portafoglio" che può prendere piede. Come avevo commentato in gennaio, i progetti su intangibles forniscono un habitat troppo piccolo e dall'ecologia delicata per fare valutazioni robuste della distribuzione dei default (senza le quali queste operazioni sono scommesse al buio). Però su operatività più ordinaria, quando le aspettative sui danni della crisi si saranno stabilizzate, può funzionare.

Luca
PS 3/5 Dal commento di Invictus apprendo che il bando è stato prorogato al 31/7, e che il Fondo Nazionale Innovazione ha ricevuto il plauso di Alessandro Profumo in questo editoriale del Sole 24 ore. Appuntamento fra tre mesi circa per l'esito del bando.
Mon 3 May 2010, 11.33 - Stampa
Il Sole 24 ore riporta i risultati di una simulazione di CRIF, secondo cui Basilea 3 taglierebbe via un quinto del mercato potenziale dei confidi. Marco Salemi, direttore ricerca di CRIF, fa notare che le nuove regole proposte per il rischio controparte (penso che alluda al documento di Basilea dello scorso dicembre Strengthening the resilience of the banking sector) farebbero aumentare i coefficienti patrimoniali dal 2,5-4% al 20-25%. Sempre nell'ambito di questa disciplina (che, lo ricordo, riguarda il rischio di credito del trading book), si inasprisce il trattamento delle garanzie rilasciate da imprese finanziarie. In questa stretta finirebbero anche i confidi (vigilati), che perderebbero così attrattiva nei confronti delle banche, specie quando le esposizioni garantite sono di qualità medio bassa. Di qui la "perdita" del 20% del mercato.
Il commento del Sole non articola forse tutte le premesse e le considerazioni dello studio di CRIF. Quando sento parlare di trading book, il lampeggiante del mio confidi-watcher si spegne (apparecchietto interessante, tutti dovrebbero averne uno): alle garanzie confidi si applicano le regole di attenuazione del rischio di credito sul banking book. Leggerò più attentamente il documento di Basilea per cogliere le connessioni tra trading e banking che mi sono sfuggite.

Luca
Sat 1 May 2010, 13.07 - Stampa
VareseNews riferisce dell'assemblea dei soci di Artigianfidi Varese, che ha approvato all'unanimità il Bilancio 2009. Nell’esercizio 2009 sono state esaminate oltre 6.000 pratiche per oltre 350 milioni di finanziamenti e un incremento di circa 100 milioni di euro rispetto al 2008. Sono stati erogati finanziamenti per circa 254 milioni di euro con un incremento di circa 60 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Il conto economico chiude con un avanzo di gestione di quasi un milione di euro. Il presidente Mezzalira ha inoltre annunciato che ...
... il nostro Confidi porterà a termine, nel 2011, l’unione dei Confidi che fanno capo a Confartigianato Lombardia. Un accorpamento basato sul principio di sussidiarietà con le istituzioni pubbliche e che punterà ad azioni che possano portare, al sistema della garanzia, risorse per approntare percorsi gestionali mirati e nuovi strumenti a favore delle microimprenditoria.
Mi viene da dire "Finalmente!". Complimenti all'amico Andrea Bianchi, direttore di Artigianfidi, per il ruolo propulsivo che la sua struttura da sempre svolge nel mondo confidi della Lombardia.

Luca