Interventi del Fondo nazionale innovazione (tranched cover e private equity) per lo sfruttamento di brevetti

Sat 30 Jan 2010, 09.16 Stampa

Nicola, un gentile frequentatore del blog, ha giustamente richiamato la mia attenzione su un bando del Ministero dello sviluppo economico pubblicato il 30/12/2009. Lo presento citando dal comunicato del Ministro Scajola:
Nuova boccata d’ossigeno dal Governo per l’innovazione nelle piccole e medie imprese. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha infatti firmato gli avvisi pubblici per dare attuazione al Fondo Nazionale Innovazione, che dispone di una dotazione di circa 60 milioni di euro.
“Si tratta di una misura che rende disponibili risorse finanziarie per l’innovazione attraverso un meccanismo di condivisione del rischio di credito e di investimento a favore delle banche e di altri intermediari finanziari che sovvenzionano progetti innovativi collegati ai brevetti”, ha spiegato il ministro Scajola ricordando che “con questo intervento intendiamo rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’incontro tra domanda ed offerta di finanziamento per progetti basati su idee innovative e sullo sfruttamento industriale di brevetti e altri titoli della proprietà industriale aumentando la loro capacità di attrarre finanziamenti”.
“I brevetti”, ha precisato Scajola, “sono strumenti fondamentali per creare valore economico e pertanto vanno incentivati. Gli avvisi pubblici appena diffusi sono quindi uno strumento importante per stimolare la ricerca ed aumentare la competitività delle aziende italiane”. In particolare, gli avvisi pubblici si riferiscono alle due macroaree di intervento individuate dal Decreto Ministeriale del 10 marzo 2009: il finanziamento di debito, a cui vengono destinati 37,5 milioni di euro, e il capitale di rischio, a cui sono assegnati 20 milioni di euro. I due interventi entrano in vigore il 30 dicembre 2009 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Una particolarità di questi strumenti di intervento è di essere collegati al contratto di rete, previsto dalla Legge Sviluppo. In tal modo avranno la possibilità di usufruire di questi finanziamenti anche le imprese che partecipano ad un contratto di rete relativo alla valorizzazione di un brevetto, comprese quelle che non ne sono direttamente titolari.
Gli avvisi pubblici attuano il Decreto 10 marzo 2009, Partecipazione delle piccole e medie imprese al «Fondo nazionale per l'innovazione». Il primo avviso (con Allegato) riguarda la selezione di banche o intermediari vigilati per la realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare a piccole e medie imprese a fronte di progetti innovativi basati sull'utilizzo economico di brevetti. L'importo unitario massimo dei finanziamenti è di 3 milioni di euro. L'aiuto pubblico si tradurrà nella sottoscrizione dell'80% della tranche di prima perdita di tali portafogli. L'articolo 6 dell'avviso è molto preciso al riguardo:
1. Il portafoglio di esposizione creditizie di cui all'articolo 3 viene suddiviso in due distinte classi: una tranche junior, esposta al rischio di prima perdita (first loss) del portafoglio e una tranche senior, con grado di subordinazione minore.
2. L'intervento del Ministero è attuato attraverso la costituzione in pegno, mediante impiego delle risorse del F.N.I., di un cash collateral infruttifero in favore del soggetto proponente, per un importo pari alla tranche junior.
3. Per effetto dell'intervento del Ministero di cui al presente avviso, la classe di merito creditizio della tranche senior deve essere corrispondente alla quinta classe della Tabella n. 1 riportata nel Titolo 2, Capitolo 2, Allegato A, della Circolare n. 26312006. La predetta classe di merito creditizio della tranche senior e i conseguenti punto di stacco e spessore della tranche junior sono determinati applicando l'approccio della formula di vigilanza (Supervisory Formula Approach) di cui alla Circolare n. 263/2006, ovvero tramite certificazione del rating da parte di una agenzia esterna di valutazione del merito di credito riconosciuta dalla Banca d'Italia.
Anche per il calcolo dell'intensità di aiuto, si adotta una metodologia evoluta, riferita ai premi esenti in funzione della classe di rating del beneficiario. La selezione delle offerte avviene in base ad un set di criteri di qualità organizzativo-funzionale, e convenienza del costo del credito alle imprese. Idee simili erano state sperimentate nel bando Made in Lombardy, della Regione Lombardia. Che dire di questo nuovo progetto? E' positivo il fatto di mobilitare le importanti risorse del Fondo Nazionale Innovazione a favore di filiere di imprese innovative (vedi contratto di rete). Auguro tutto il successo possibile, ma non posso fare a meno di segnalare alcuni ostacoli che potrebbero porsi lungo il cammino: In ogni caso si tratta di un esperimento interessante, dal quale si potranno imparare cose utili anche per programmi creditizi meno sofisticati.

Luca
PS: Non c'è spazio per trattare del secondo avviso (con allegato) che riguarda l'individuazione di uno o più soggetti gestori di Fondi mobiliari riservati di tipo chiuso di capitale di rischio diretti alla partecipazione nel capitale di PMI. Del private equity parleremo in un altro post.

Commenti precedenti:


Sapio (30/01/2010 10.34) n/a

Come è andato a finire il Made in Lombardy ?

Su questo cosa dire? Tutte le perplessità possibili e immaginabili! Come faranno ad ottenere un alto frazionamento del portafoglio?

Poi è la banca che deve costituire il portafoglio a rete e presentarlo al Ministero?

Chi ha pensato questa cosa di una banca conosce solo il bancomat. Impareremo cose utili e cose da non fare. Sorrideremo molto.

Sapio (30/01/2010 11.19) n/a

Ho letto un po' di documentazione. Francamente è un bando ingestibile. Secondo me al Ministero hanno voluto provare se quella vecchia idea, della copertura del prima perdita, andava perseguita o abbandonata.

Avevano bella e pronta la soluzione (un fondo specifico affidato al FCGaranzia) e non hanno voluto praticarla.

Così si perde tempo a sfavore delle imprese!

Giulio Grimaldi (01/02/2010 00.57)

Le osservazioni del prof sono puntuali e corrette. Attenzione però ad alcuni aspetti:

a) la specificità dell'area di intervento, giustamente colta, ha portato ad includere anche imprese "collegate" nella forma del contratto di rete, cercando di favorire nuove forme aggragative di imprese

b) la valutazione del credit enhancement (pari al 100% della junior note determinata in modo da ridurre al 20% il requisito di assorbimento patrimoniale) è sicuramente resa complessa dalla potenziale minore frammentazione del portafoglio, ma è lasciata alle banche la sua determinazione

c) i vantaggi per le banche IRB non derivano dal bando del Ministero, ma dalla maggiore capacità che il "sistema" riconosce loro di valutare e determinare il credit risk (con metafora di potrebbe dire che gli ingegneri sono più avvantaggiati dei geometri in appalti di progettazione di opere pubbliche)

d) il bando made in lombardy lasciava ben maggiori incertezze, soprattutto riguardo la effettiva chiusura dell'operazione di cartolarizzazione

e) è importante l'attenzione posta all'effettivo vantaggio trasferito alle imprese dall'intervento pubblico, con correlato tentativo di quantificarlo rispetto alla rinuncia del pubblico

Ultimo invito alla discussione per l'amico Sapio (il cui nickname, se si escludono riferimenti oleari o "sodio-clorurici", è decisamente impegnativo, ...immagino che l'anagrafe lo sia altrettanto, altrimenti non comprendo l'anonimato): sei a conoscenza di analisi che hanno dimostrato l'efficacia per le imprese, in termini di tassi di interesse, del FCG? io mi sono imbattuto solo in dimostrazioni empiriche ed immediate di impatti assistenziali nei confronti del sistema dei confidi, che hanno gravemente pregiudicato il sano evolversi di un'istituzione sulla carta virtuosa ma nei fatti autoreferenziale

Sapio (01/02/2010 03.40) n/a

Premesso che, per quanto ovvio, condivido punto per punto le osservazioni di Luca.

Domando a Grimaldi: il Ministero si è assicurato che le banche siano pronte a gestire, e gradiscano, le Tranched Cover? Se la risposta è si, vedremo. Siamo qui per imparare.

Quanto all'invito alla discussione non lo capisco. Sono mesi che mi batto per l'obbligo di indicazione del TAEG di filiera a tutela delle imprese. E proprio a me si parla di "Confidi virtuosi sulla carta ma in verità autoreferenziali" ? Ultimo, le banche posssono rivolgersi direttamente al FCG disintermediando i Confidi salvo che nel Lazio e Toscana, e salvo la riserva del 30% (che per loro è un po' la tessera del pane, voluta dai padrini politici). Allora , salvo quanto detto, che c'entra il FCG con i Confidi?

Luca (01/02/2010 09.43)

Dott. Grimaldi: grazie per la sua "interpretazione autentica" dei punti da me sollevati nel post. Occorre quindi attendere lo svolgimento della procedura di selezione per apprezzarne la praticabilità. Se più banche (o intermediari) presenteranno offerte, allora il MiSE potrà imporre alle aggiudicatarie obblighi più stringenti rispetto all'effettiva realizzazione del programma di erogazione e cartolarizzazione. Se, appunto. Ma confido che l'Amministrazione abbia (come dicevo) sondato l'interesse della banche.

peppex (01/02/2010 12.01) n/a

Salve a tutti.

Premetto che sono d'accordo con quanto detto nei post precedenti, vorrei solo aggiungere qualche considerazione.

L'interesse delle banche c'è sicuramente, almeno di quelle più evolute in termini Risk Management.

La complessità dell'operazione è elevata, non solo con riferimento alla strutturazione tramite SFA ( e relativa segnalazione) ma soprattutto per la parte legata al calcolo del limite del rendimento, legato alla curva dei rendimenti di corporate bond di rating A-.

Soprattutto perchè tale limite di rendimento dovrò essere il frutto dei singoli spread praticati per ciascuna classe di rating, la cui omogeneità dovrà essere valutata attraverso il calcolo della deviazione standard.

Altro punto ostico è la mancanza di una garanzia durante la fase di ramp up del ptf, che potrebbe essere abbastanza lunga (18 mesi) e esporre la banca a default privi di qualsiasi forma di copertura.

La mia impressione è che il ministero abbia lanciato il bando in seguito ad alcune chiaccherate con le banche senza però aver capito fino in fondo il meccanismo di funzionamento della tranche covered e della SFA.

Però al di là delle difficoltà, che nelle banche più evolute saranno sicuramente risolte, questo bando a mio modesto parere potrebbe essere un banco di prova per far capire al MISE che 'eventuale utilizzo del FCG come garante di porzioni di operazioni di cartolarizzazioni sintetiche (tranched)è più efficiente e meno onerosa in termini di risorse pubbliche dell'attuale uso.

Saluti

Tom (01/02/2010 13.03) n/a

Il ramp up a 18 mesi è troppo, troppo lungo.

Sapio (01/02/2010 13.08) n/a

Certo che è troppo lungo. Ma uno più corto è impossibile perché si tratta di mettere insieme finanziamenti particolarissimi. Ecco perché un sistema di aiuto "a sportello" (come FCG) andava meglio.

Tom (01/02/2010 14.14) n/a

x Sapio, con esposizioni unitarie fino a 3 milioni(e parliamo di PMI) quanto pensi possa essere la tranche equity ed eventualmente la size del ptf perchè stia in piedi...ipotizzando che il portafoglio rispecchi le PMI italiane.

P.S. non penso comunque sia conveniente inserire PMI con rating peggiore della BB-.

Nicola (01/02/2010 14.54) n/a

Mi inserisco nella discussione che, in parte, ho contribuito a sollevare.

Una premessa, più di forma che di merito: non condivido l'approccio e i toni utilizzati nel dibattito da Sapio. La critica è sempra positiva quando è costruttiva e non preconcetta. Mi sembra invece che Sapio abbia espresso dei pareri assai negativi senza neanche aver letto la documentazione dell'intervento e, peggio ancora, abbia usato toni deridenti se non addirittura offensivi verso le persone che -immagino - hanno lavorato all'intervento, dedicando tempo e impegno. Preferirei, personalmente, una discussione più rispettosa e pacata.

Venendo al merito, Sapio sostiene che si poteva benissimo ricorrere al Fondo di garanzia per le PMI per perseguire questa particolare finalità. Una strada certamente percorribile e, anzi, già battuta nel recente passato con riferimento ad investimenti di PMI in "tecnologie digitali". L'esperienza (fallimentare) di questa "sezione tecnologie digitali" del Fondo - nonostante il riconoscimento di particolari agevolazioni rispetto ai tradizionali e più generalisti interventi di garanzia del Fondo - sono noti a tutti. Probabilmente per questo al MSE avranno deciso di provare altre strade. Altre possibili motivazioni sottostanti la scelta, che sembrano emergere dalla lettura della documentazione, sembrano: 1) la volontà di sperimentare forme virtuose di partnership tra pubblico e privato; 2) quella di provare a spingere le banche a porre maggiore attenzione alla valutazione degli aspetti tecnologici nella valutazione dei progetti da finanziare, dotandosi di strutture interne ad hoc o implementando forme strutturali di collaborazioni con Università e centri di ricerca; 3) la volontà (forse) di sperimentare forme e tecniche di mitigazione del rischio di credito che non debbano necessariamente ricorrere, per trovare una loro efficacia, ad una garanzia (che non può considerarsi a 0 costi) di ultima istanza dello Stato.

Concordo con quanto detto dal Giulio Grimaldi: il Fondo di garanzia per le PMI è uno strumento straordinario, soprattutto in una fase economica come quella attuale. Risulta però tutto da dimostrare il beneficio che la garanzia del Fondo genera in capo alle PMI (con questo ovviamente non voglio verto sostenre che non ci sia un beneficio). Al riguardo, ho letto i risultati di un recente monitoraggio che evidenzierebbero un beneficio derivante dalla garanzia del Fondo quantificato in un risparmio (medio) di 200 b.p. sul costo del finanziamento per le PMI, rispetto alla media dei tassi praticati sul mercato (rilevati sul Boll. Stat. Bankitalia). Il risultato sarebbe anche confortante ma la metodologia di rilevazione lascia a desirare. Un simile risultato potrebbe essere infatti compatibile con un'altra e del tutto diversa interpretazione data da chi sostiene che - visti i criteri troppo selettivi per l'accesso alla garanzia - solo le imprese migliori accedono effettivamente al Fondo. In questa prospettiva, le imprese ammesse al Fondo pagherebbero di meno i finanziamenti solo perchè sono migliori della media delle imprese italiane e non perchè agevolate dalla garanzia del Fondo.

In altre parole, come si fa nella rilevazione a prescindere da considerazioni legate al merito creditizio delle imprese, alla tipologia di operazioni finanziarie considerate, ecc.)?

Nel valutare le cose bisogna dunque essere sempre estremamente attenti e misurati.

Ho letto anche l'interessante parere di Peppex del quale non condivido, però, un passaggio. Leggendo la documentazione non ho trovato nessun riferimento alla inefficacia della garanzia durante la fase di costruzione del portafoglio (cosa che invece ho trovato, con qualche brivido, nel bando Made in Lombardy). Nei documenti si legge, infatti, che il portafoglio verrà chiuso entro 18 mesi, qualunche sia l'ammontare del portafoglio raggiunto e che il cash collateral verrà perfezionato in funzione dell'effettivo ammontare del portafoglio costituito (oltre che, mi pare evidente, della sua rischiosità, granularità, ecc.). Ne deduco che le perdite registrare in questo periodo siano coperte dal cash collateral (peraltro, si legge che le risorse aggiudicate sono subito trasferite dal MSE su c/c della banca).

Sul periodo di 18 mesi della costruzione del portafoglio, concordo infine con quanto accennato da Sapio: 18 mesi non è un periodo troppo lungo; semmai, vista la particolarità dei progetti da finanziare, troppo breve.

Grazie dello spazio che mi è stato concesso (soprattutto in considerazione della lunghezza del mio post).

Tom (01/02/2010 17.25) n/a

Per mia memoria è la prima volta che leggo che un ramp up di 18 mesi è troppo breve. Peraltro Sapio ha scritto che più breve è impossibile, per la tipologia....

Sapio (01/02/2010 20.07) n/a

Vorrei ricordare che il termine, per le Banche, di presentazione delle domande scade il 1/3/2010.

Il rump-up è lunghissimo, il termine per la presentazione brevissimo (2 mesi, di cui uno già trascorso). Per una operazione così complicata.

Si voleva testare la praticabilità delle Tranched Cover? Non si poteva iniziare con qualcosa di più semplice?

Sapio (01/02/2010 20.47) n/a

Tom, non me la sento di quantificare il Cap necessario. Però ragionaniamo insieme. C'è un metodo ex-post, purtroppo, per capire se il Cap era sufficiente o no: se alla fine dell'ammortamento il Cap non si è totalmente esaurito, anzi avanza qualcosa da restituire al garante, allora era giusto. In questa materia melium abundare quam ..... Allora si potrebbe prendere qualche caso, tutti con pari durata e se possibile ben granulari, conclusosi felicemente e osservare quale fu a suo tempo la % di CAP sul totale. Sarebbe una prima indicazione.

Osserviamo poi che il Cap deve coprire la PI e LE (plurale) PA (ce nè una per ogni anno di durata). Continuiamo: FCG blocca nel suo Fondo il 12% dell'erogato. Per fortuna una parte di questo importo bloccato viene liberato (è la rotatività) alla fine dell'ammortamento pluriennale. Anche questa è un'indicazione. Non bisogna dimenticare che le esposizioni di questo bando sono più rischiose del normale.

Ultimo, secondo me (da provare comunque) una proxy nasometrica, ma molto proxy, dovrebbe escaturire da questa formula Cap=(PI+PA*n)*x dove n è la durata in anni e x un coefficiente riduttivo tipo 0,5 o 0,66. PI e PA dovrebbero essere calcolate con la PD, LGD, EAD medie di portafoglio.

Ci ho provato. Aiutami anche tu.

Sapio (01/02/2010 21.04) n/a

Nicola, sulla copertura durante il rump-up sarà meglio ottenere una interpretazione autentica perché senza copertura le banche non apriranno nemmeno il dossier, ma vedo qualche complicazione contrattuale.

Sui risultati, per le imprese, del Fondo pende la solita incertezza : le garanzie debbono sanare i malati o irrobustire i sani? La comunicazione sugli aiuti in forma di garanzia ad esempio non privilegia la prima ipotesi. Se non si capisce questo non si può giudicare un risultato.

Sulle tecnologie digitali osservo: una agevolazione si compone di due parti 1) condizioni di ammissibilità; 2) forma dell'agevolazione. Siamo sicuri che colpa dell'insuccesso è stata la seconda delle due ?

Personalmente ritengo che l'attuale normativa che regola il FCG (non la normativa ante 30 aprile 2009) sia la più efficiente e comoda ci possa essere per le imprese. Io sostengo addirittura che debba essere riproposta, mutatis mutandis, su scala regionale. Tutto è migliorabile per carità, in particolare auspico un sistema di valutazione basato sul rating, previo accesso alla Ceri, e non sulla griglia. Preventivamente però va chiarito l'obiettivo : agevolazioni per i sani o gli ammalati? Ultimo, nulla vieterebbe allo stato di trasferire la ponderazione 20 anziché 0. Costerebbe di meno. Il vero problema però rimane la trasparenza del Taeg finale ominicomprensivo per l'impresa.

Nicola (01/02/2010 21.36) n/a

Personalmente, Sapio, preferisco la via di mezzo, ossia una garanzia del Fondo 662/96 data ad imprese né sane (a cui non servirebbe, con uso inefficiente di risorse pubbliche), né malate terminali (cosa forse poco utile e comunque non consentita dalla Comunicazione della CE) ma ad imprese in temporanea difficoltà, comunque contraddistinte da prospettive di ripresa. Mi rendo conto che un simile obiettivo comporta difficoltà operative ma ritengo - e qui concordo pienamente con Sapio - che l'adozione di un sistema di ammissione alla garanzia basato su rating e CR (oramai imprescindile per il FdG) possa aiutare molto anche in questa direzione.

Credo poi che nell'ambito del FdG debba essere introdotto un sistema di preferenza (incentivata, con maggiore copertura e/o minori commissioni di garanzia) per le garanzie rilasciate a fronte di operazioni che vadano nella direzione di un miglioramento strutturale della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese. Mi rendo conto che l'offerta, dal lato bancario, di strumenti finanziari che guardino a simili esigenze è pressoché nulla ma ciò non toglie che i policy maker non debbano provare a stimolare simili prodotti. Altrimenti - credo - la garanzia del Fondo rappresenterà sempre un "tampone" alle croniche difficoltà di molte PMI italiane nell'accesso al credito (penalizzate, in media, da un basso livello di patrimonializzazione e da strutture finanziarie spesso sbilanciate sul breve termine), senza incidere nell'ottica di un miglioramento strutturale delle stesse.

Per quanto riguarda la sezione tecnologie digitali del FdG, non so dire quali siano stati i motivi che abbiano pesato di più sull'insuccesso dell'iniziativa. Quello che volevo dire nel mio iniziale post è che - scegliendo la stessa strada per i brevetti - ci sarebbero state alte probabilità che anche questo nuovo Fondo Innovazione conoscesse una analoga fine.

Sapio (02/02/2010 07.37) n/a

Le garanzie date alle imprese sane non sono inutili ed inefficienti bensì aumentano lo sviluppo.

Luca (02/02/2010 08.44)

Sono d'accordo con Nicola: le azioni per il miglioramento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese sono una priorità. Forse è arrivato il momento di spostare il focus degli interventi pubblici: non è più tempo di azioni basate sul credito e le garanzie che suppliscono alla mancanza di una gestione finanziaria. Anche per la micro-impresa.

Tom (02/02/2010 09.34) n/a

Sapio, condivido l'approccio utilizzato, peraltro sempre difficilissimo sui tranched... Una sola domanda sulla proxy, quale è la motivazione dietro al coefficiente riduttivo?

P.S. Perchè invece di un tranched non hanno proposto di cartolarizzare, coprendo l'equity e magari un impegno ad acquistare il mezzanino?

Dodona (02/02/2010 15.44) n/a

Tom: concordo con te sulla maggiore efficienza e minore complessità di una TC a fronte di ptf già costruiti.

Mi sa che proprio in ragione della novità degli argomenti occorra ripensare anche l'approccio che il soggetto pubblico deve adottare.

Non tanto per la difficoltà a gestire il complesso, quanto per l'utilità a creare cmq strutture contrattuali complesse.

Ragioniamoci.

Sapio (02/02/2010 15.49) n/a

Tom, se avessimo dovuto fare i calcoli puntualmente avremmo dovuto di anno in anno cambiare le PD (occorrevano le PD forward, che hanno la caratteristica di crescere al 2■ e 3■ anno e poi decrescere), le LGD, che nell'ipotecario hanno un andamento analogo alle PD e nel chirografario no, le EAD che scendono con legge esponenziale (se l'ammortamento è francese) mentre con legge lineare (se è italiano). Attenzione la PD doveva essere la PD aggregata di portafoglio. Tutto ciò premesso le PA e la PI scendono gradatamente nel tempo. Poiché noi nella formula dobbiamo mediare questo fenomeno, ecco la ragione del coefficiente riduttivo. La PI si potrebbe anche mettere fuori della parentesi perché se non si manifesta alla fine si restituisce al garante (la famosa rotatività).

Sapio (02/02/2010 15.57) n/a

Tom, sulle cartolarizzazioni: esse sono nate per rendere liquido un portafoflio già formato, e quindi valutabile. In questi bandi invece il portafoglio è ancora da formare e questo nella mia esperienza è molto difficile da fare rispettando qualità e quantità richieste. Ho visto riempire le tranches con operazioni che con il bando non c'entravano niente. Io sono convinto che BdI, allorché approvò l'applicazione delle Tranched ai Confidi, voleva solo dar loro una bicicletta tutta da pedalare. In salita.

Ciò detto, perché non hanno proposto una cartolarizzazione? Ma perché il garante pubblico vuole liberarsi della somma stanziata, far bella figura rapidamente(ci sono le elezioni) e non pensarci più. Se avessero aspettato la formazione del portafoglio rischiavano di essere chiamati a coprire un'equity maggiore del previsto oppure di fare una figuraccia lasciando le banche col cerino in mano.

Tom (02/02/2010 15.58) n/a

Chiaro, grazie.

Tom (02/02/2010 17.10) n/a

Sapio, probabilmente hai ragione. Tuttavia all'estero tale esperienza è già stata portata avanti con successo.

In termini di credito bancario, una cartolarizzazione permetterebbe a parità di capitale, una maggiore concessione di credito, visto che l'impatto del Kirb (ammesso che qualcuni un giorno lo usi)è tutto da dimostrare nella realtà dei fatti.

Sapio (02/02/2010 19.33) n/a

Tom, tu mi chiedi cosa che già sai. Poiché sei un maestro, perché non contribuisci di più al blog a beneficio di tutti?

Tom (03/02/2010 10.28) n/a

Sapio, seriamente, concordo quasi sempre con il tuo punto di vista e se dovessi intervenire di più potrei farlo solo confermando ciò che tu hai già espresso.

peppex (03/02/2010 12.49) n/a

Buon giorno a tutti

per Nicola:

"Leggendo la documentazione non ho trovato nessun riferimento alla inefficacia della garanzia durante la fase di costruzione del portafoglio (cosa che invece ho trovato, con qualche brivido, nel bando Made in Lombardy)"

Purtroppo devo contraddirti, il bando parla esplicitamente del versamento del fondo solo al closing della fase di strutturazione, una volta determinato lo spessore della junior.

Invece dice chiaramente art.3 comma f) non essere assistiti da garanzie, personali, reali o assicurative.

Poichè quindi il fondo non viene costituito mentre il portafoglio is ramping up ma solo al closing della fase di strutturazione ne deriva che durante il ramp up (anche lungo) il finanziamento è non garantito.

Per ovviare a questa problematica si può:

1)chiedere al MISE di cambiare il decreto introducendo una garanzia personale nella fase di ramp up oppure

2) praticare un pricing differente nelle due fasi di vita del deal, uno di preammortamento, molto più alto per effetto di una più elevata EL (per effetto della LGD) e uno post closing che tenga conto del risparmio in EL e UL.

Conoscendo la view creditizia delle banche (molto old economy, meglio una fideiussione oggi che un buco domani)direi che senza l'introduzione del punto 1 gli strutturatori delle banche difficilmente riuscirebbero a far passare l'operazione lato crediti.

Ciao a tutti

Sapio (03/02/2010 17.21) n/a

La riunione MiSE-Banche c'è stata qualche giorno fa in ABI. Quindi le banche non erano state consultate prima della pubblicazione del bando.

Il risultato è stato "vivace"!

Nicola (03/02/2010 21.28) n/a

Per Peppex: ciao Peppex. Leggendo la documentazione dellintervento ho la sensazione che si prenda in considerazione il momento di chiusura del portafoglio (18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione MSE-intermediario) per il calcolo dell'effettivo spessore della tranche junior, data la effettiva rischiosità, granularità, ecc, del portafoglio costituito. Per quanto ho capito, eventuali perdite che si verificassero nel periodo di composizione del ptf andrebbero a scaricarsi cmq sul cash collateral, anche se la costituzione formale del pegno in favore della banca potrà avvenire in un momento (relativamente) successivo al verificarsi della perdita stessa. Evidentemente, in quest'ultimo caso, al momento della costituzione effettiva del cash collateral andrebbero subito detratte eventuali perdite già subite dal portafoglio. Non vedo ostacoli interpretativi su questo aspetto. O, almeno, questa è l'interpretazione che personalmente ne traggo.

Per Tom e Sapio: "Perchè invece di un tranched non hanno proposto di cartolarizzare, coprendo l'equity e magari un impegno ad acquistare il mezzanino?"

L'ipotesi che proponete è interessante e sicuramente meritevole di attenzione, anche da parte del policy maker. Forse hanno optato per la T.C. perchè in questo modo avevano maggiori possibilità di influenzare, ex ante, il pricing dei finanziamenti (trasferendo benefici alle PMI), anche stimolando un minimo di concorrenza tra le banche. Voi che ne pensate?

Nicola (03/02/2010 21.30) n/a

Per Sapio: con riferimento alla riunione MSE-banche, cosa intendi precisamente quando dici che: "il risultato è stato vivace"?

Sapio (03/02/2010 21.49) n/a

Io penso (opinione personale) che questa cosa non si farà. E' stato un errore elettorale. Ci sono moltissimi problemi emersi in quella riunione. Addirittura qualcuno ipotizza che il periodo di rum-up sia troppo breve per mettere insieme un portafoglio così complesso! Poi questa cosa doveva essere gestita da una struttura con esperienza nelle agevolazioni alla ricerca (MCC ed Intesa-S.Paolo-IMI). Inoltre bisognava provare le Tranched su operazioni piccole e semplici. Intanto sembra che la scadenza del 1/3 sarà prorogata, poi passate le elezioni si vedrà. Io rimango convinto chebisogna creare una apposita sezione del FCG trasferendo magari una ponderazione 20 anziché 0. Era tutto più semplice.

A parte questo, la Made in Lombardy è ancora aperta. Mi piacerebbe sapere se ha avuto successo. Però erano agevolabili solo imprese relativamente sane (PD max 3,50% con spread del 2,90). Inoltre BNL non è IRB Advanced. Come avrà segnalato l'operazione?

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