Fri 21 Jan 2011, 21.07 - Stampa
Con questo ultimo post saluto i visitatori, invitandoli a segnare il nuovo indirizzo di aleablog http://alea-smefin.blogspot.com. Se utilizzate un feed reader, ecco la nuova url del feed rss. A presto. Luca

Fri 21 Jan 2011, 12.13 - Stampa
Apprendo dall'ultima newsletter del Consorzio camerale per il credito e la finanza che è stato avviato un tavolo tecnico tra il Ministero per lo Sviluppo Economico e le Regioni per studiare le possibili linee di sviluppo del Fondo Centrale di garanzia. L’obiettivo del confronto è indirizzare meglio le risorse sul territorio e intervenire a favore delle imprese maggiormente in difficoltà. Il piano d’azione si muoverà su quattro linee direttrici: priorità all’impresa, uso efficiente delle risorse, utilizzo del fondo come strumento di sviluppo, controllo dei risultati.
Attendiamo gli sviluppi.

Luca
Tue 18 Jan 2011, 09.15 - Stampa
Il 21 dicembre scorso, la Giunta regionale del Veneto ha deliberato di incrementare di circa 35 milioni di euro il fondo di garanzia/controgaranzia, costituito presso la finanziaria Veneto Sviluppo Spa (vedi comunicato). Si tratta di un intervento annunciato, da noi ripreso qui, che sostiene la concessione di garanzie su finanziamenti agevolati a valere sui fondi rotativi.
Vendemiano Sartor, ex assessore all'economia nella giunta Galan, ha criticato duramente questa scelta in un'intervista al Mattino di Padova.
Veneto, Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Molise, Umbria (l'elenco potrebbe continuare): le politiche regionali in materia di garanzie e confidi sono sempre terreno di contesa tra visioni contrapposte.
Verrebbe da dire: mi sono stufato.

Luca
Tue 18 Jan 2011, 08.20 - Stampa
Dodona mi segnala una news da Eventiquattro:
La Regione Piemonte ha affidato alla società milanese Terra Nova Advisors l'incarico di "fotografare" il panorama dei consorzi di garanzia fidi piemontesi per fornire elementi utili a definire, entro il prossimo marzo, il relativo piano strategico.
La prima riunione del gruppo di lavoro, di cui fanno parte le categorie economiche, con Claudio Cattabriga, il consulente che si occuperà della questione, si è tenuta ieri. «Abbiamo chiesto – spiega l'assessore allo sviluppo economico regionale, Massimo Giordano – di costruire un modello di riferimento che possa orientare il sistema regionale dei confidi per fargli avere maggior forza. Non si può pensare che gli enti pubblici possano continuare a contribuire come in passato. L'obiettivo rimane di avere il piano strategico entro marzo 2011».
Il pezzo prosegue parlando della fusione tra Fidindustria Biella e Confidi Lombardia, e della fotografia dei confidi piemontesi fatta dallo studio di Torino Finanza.
La Regione fa bene a interrogarsi sulle politiche di sostegno ai confidi. Analisi non semplice, a cominciare dall'individuazione dell'oggetto (il sistema dei confidi in Piemonte) e dell'ambito di competenza dell'ente pubblico. Accetto il principio della selettività degli aiuti. Non colgo ancora, non solo in Piemonte, chiarezza sugli elementi da valutare per fare selezione tra i confidi. Tutti vorrebbero confidi fedeli alla mission mutualistica e capaci di moltiplicare gli interventi rispetto alle risorse assegnate.
Nel mondo 107, la Banca d'Italia sta modulando i suoi criteri di giudizio dei confidi, e tra questi c'è la fedeltà alla mission mutualistica (come riporta Fabio nel commento a questo post). In merito possiamo star certi che la Vigilanza non si accontenterà del bla bla, e andrà a fare le pulci tanto ai confidi che fanno mutualità senza curarsi degli equilibri gestionali, quanto ai confidi che dietro il paravento della mutualità fanno business di credito subprime. Il filtro degli enti pubblici si colloca a valle rispetto a quello della Banca d'Italia, ma soltanto per i 107. Per i 106 sono gli enti pubblici a dettare i criteri di efficienza e funzionalità là dove erogano apporti ordinari e straordinari.
Io spero che si affermino modelli di confidi virtuosi, anche più di uno. Ritengo che questa ricerca debba essere impostata quanto meno a livello nazionale. Tante indagini territoriali, pur interessanti e ben fatte, non bastano più.

Luca
Mon 17 Jan 2011, 15.13 - Stampa
Cipriana Zorzoli, di Confidi Lombardia, mi ha inviato un ottimo resoconto del convegno di presentazione di un progetto di ricerca sui confidi (qui il programma). Lo ripropongo volentieri.
Mattinata interessante quella di venerdì scorso: sono stata alla presentazione del rapporto in oggetto (che vi allego con le sue slides di presentazione). Unioncamere, oltre a presentare la ricerca, propone alcune linee di nuovi interventi camerali sulle quali la dott.ssa Introzzi ha promesso l'apertura di tavoli tecnici di confronto per la definizione.
Altrettanto interessante è stata la discussione che ne è seguita e le presentazioni dei relatori che vi hanno partecipato (allego il programma per ora - non appena mi manderanno le slides allegherò anche quelle).
Fondamentale il messaggio passato da Rinaldi (Banca d'Italia - capo del Servizio suprvisione intermediari specializzati:
  • il Confidi deve saper valorizzare i suoi vantaggi e cioè: 1) la prossimità con il territorio, 2) la conoscenza della clientela
  • deve però fare attenzione alla sua maggior vulnerabilità che può consistere in una mancata vera analisi dell'azienda garantita
  • il Confidi deve fare GARANZIE e concentrarsi a fare bene quelle prima di fare altro
Vi scrivo inoltre in sintesi la relazione del prof. Stefano Caselli della Bocconi (che non aveva slides).
Per capire come il Confidi può sviluppare la sua attività nel prossimo periodo occorre avere chiara la situazione storica e attuale in cui si muove. Situazione che può essere sintetizzata su 3 direttrici: regole, imprese e banche.
REGOLE: l'eredità lasciata dalle normative di Basilea dell'ultimo decennio è così sintetizzabile:
  1. la capacità valutativa delle Banche è aumentata in modo esponenziale
  2. la metrica di valutazione delle Banche oggi è cambiata e il Confidi deve per forza adeguarsi a questa metrica
  3. i prodotti creditizi sono sempre più calibrati su PD e LGD del cliente
IMPRESE: Come le Banche hanno ragionato sul concetto di capitale=patrimonio dal 1986 a oggi, anche le Imprese ora sono chiamate a ragionare su questo tema e rafforzarsi. La partita oggi deve per forza essere sulla capitalizzazione: le imprese non hanno più la possibilità di "giocare" con la leva finanziaria e l'inflazione, non possono più nascondersi. I capitali ci sono (vedi patrimonio immobiliare) e quindi devono uscire allo scoperto. Banche e Confidi devono lavorare perchè le imprese si capitalizzino.

BANCHE: Oggi sono chiamate a 4 differenti sfide:
  1. dimensione: devono trovare la dimensione adeguata rispetto all'attività obiettivo
  2. relazione: devono ritrovare la relazione con il cliente
  3. internazionalizzazione
  4. valutazione
In questo contesto i Confidi sono chiamati a muoversi tenendo conto di due obiettivi fondamentali:
DIVERSIFICAZIONE: nel senso non di fare cose diverse dalla garanzia ma specilizzarsi e differenziarsi dando garanzie:
  • su ambiti specifici del credito (garanzie solo sul fabbisogno di circolante
  • o solo sul fabbisogno per investimenti....)
  • strumenti per l'equity (bridge financing o sostegno al buy back)
PRESIDIO DELL'ATTIVITA': trovare la dimensione ottimale, la massa critica e presidiarla. quindi se necessario aumentare la propria forza "muscolare" (aggregarsi) e "intellettuale" (formazione, risorse umane adeguate, advisor, consulente)

Rinaldi, sula relazione di Caselli, ha commentato dicendo di non essere d'accordo sull'intervento dei Confidi direttamente in campo di equity. I confidi si devono limitare a garantire il finanziamento bancario (capitale di debito).
Grazie, Cipriana, sicuramente anche a nome dei visitatori di aleablog.
Trovate tutta la documentazione sulla ricerca e il convegno sul sito del Consorzio camerale per il credito e la finanza.

Luca
Thu 13 Jan 2011, 19.07 - Stampa
Il 10 gennaio, il Gruppo dei governatori e dei supervisori che sovrintende al Comitato di Basilea ha precisato per gli strumenti di capitale di Tier 1 e Tier 2 i requisiti di assorbimento delle perdite alla soglia di un possibile default. Il pronunciamento intende evitare che le iniezioni di capitale fatte dai Governi per salvare le banche dal fallimento salvino anche il valore degli strumenti di capitale a vantaggio dei loro detentori (azionisti e titolari di strumenti innovativi, ibridi e subordinati), ma a carico dei contribuenti.
I requisiti prevedono che tutti gli strumenti di capitale debbano prevedere una clausola che, al verificarsi di un trigger event, dia facoltà all'autorità di vigilanza di ridurne il valore a copertura di perdite o di convertirli in common equity. Il trigger event può essere una decisione di riduzione del capitale, oppure un'iniezione di capitale pubblico, senza i quali la banca diventerebbe "non viable" (insolvente).
Questi requisiti si applicheranno agli strumenti emessi dopo il 2013. Quelli emessi prima che non si conformano saranno disconosciuti gradualmente a partire dal 2013.
Come tutte le disposizioni di Basilea, anche queste sono direttamente rivolte alle "internationally active banks". Saranno recepite anche nelle discipline nazionali sugli intermediari vigilati, compresi i 107?
Se lo fossero, il debito subordinato diventerebbe più rischioso di come è oggi percepito.

Luca
Tue 11 Jan 2011, 19.21 - Stampa
Un attento visitatore mi segnala la recente pubblicazione del Bollettino di Vigilanza n. 7, luglio 2010, che riporta le sanzioni applicate dalla Banca d'Italia ai componenti ed ex componenti del CdA, del Collegio sindacale e al Revisore contabile della Banca popolare di garanzia, per un totale di 710.000 euro.
Dato che con la riforma della vigilanza sugli intermediari anche i confidi iscritti all'albo saranno soggetti ad un impianto sanzionatorio assimilabile a quello delle banche (quale era la BPG), penso che questo comunicato sia da leggere con molta attenzione: trascurare l'adeguatezza del patrimonio, o l'accuratezza delle segnalazioni, può far chiudere un confidi, ma anche toccare pesantemente il portafoglio dei suoi vertici.

Luca
Tue 11 Jan 2011, 17.27 - Stampa
Cari amici, dando seguito a quanto promesso, ho creato un gruppo Google sul primo tema "spicciolo" (si fa per dire): trasparenza e contrattualistica.
Potete visualizzare la discussione da questa pagina. Mi sono permesso di invitare con email i partecipanti ai seminari Smefin. Chi fosse interessato e non ha ricevuto l'invito può richiedere l'ammissione cliccando "Fai domanda per l'ammissione al gruppo" a destra nella pagina di accesso.
Tutti possono leggere. Per lasciare interventi occorre essere membri, in questo modo spero di favorire interventi più in tema e dialogati. Per aprire nuovi argomenti di discussione si può semplicemente spedire una mail come spiego qui. Potete impostare le opzioni di ricezione email: se volete ricevere per mail tutti i messaggi postati sul gruppo, oppure un riepilogo giornaliero, lo potete fare modificando il vostro profilo selezionando dal menu del gruppo Modifica la mia iscrizione.
Un'ultima raccomandazione: creare questi spazi di lavoro può essere molto utile sia nel momento in cui si discute, sia dopo, per ritrovare informazioni e opinioni utili. E' gradita la netiquette, cioè intervenire liberamente, ma non a sproposito (magari Gigi ce la spiega meglio perché è un cultore). Inoltre, se esiste un gruppo apposito, non è il caso di mettere commenti dove capita qui su aleablog, dove resterebbero fuori contesto.
Grazie a tutti della collaborazione.
Luca
Wed 5 Jan 2011, 08.22 - Stampa
In questi tranquilli giorni di inizio anno, riprendo dai commenti al post di fine 2010 un'osservazione di Roberto Villa sulla presenza rada dei confidi sul blog:
Sommessamente aggiungo un piccolo contributo all'assenza scritta (non quella letta) dei Confidi dal Blog: forse non sempre si affrontano i problemi "spiccioli" (che poi tanto spiccioli non sono) che tutti i giorni si presentano. Qualche volta le argomentazioni di alto livello, lasciano, per quanto mi riguarda, sconcertati e consapevoli di dover crescere, imparare, conoscere; ed allora si cerca di capire e prima di scrivere qualsiasi commento si cercano notizie ed informazioni per evitare di inserirsi in modo inappropriato in una dialettica tra chi ne sa più di te.
Ringrazio Roberto perché è importante non trascurare i problemi "spiccioli" che i confidi si trovano ad affrontare quotidianamente. Problemi vecchi e nuovi, contingenti e strutturali. Nel 2009, anno per me di full immersion in progetti "107", mi sono reso conto di quante questioni si dovessero affrontare per mettere in pista un confidi vigilato. Da allora il sistema ha fatto dei passi importanti, però dubito che tutte le questioni (bilancio, informatica,segnalazioni, controlli, pricing, convenzioni, solvibilità) siano andate a posto.
Sulle grandi questioni stiamo proponendo i seminari Smefin. Ci interessano però anche le numerose questioni apparentemente "spicciole", ad esempio: come presidiare la funzione ICAAP, come riscontare le commissioni pluriennali, cosa segnalare in Centrale Rischi, come disciplinare i rapporti con gli sportelli associativi o gli agenti/mediatori che distribuiscono, et cetera. Trattandosi di temi meno delicati e complessi, ne possiamo parlare sul blog, un tema al giorno ...
Invito dunque tutti gli operatori dei confidi, 107 ma non solo, i loro consulenti, gli enti pubblici e le banche che interagiscono con i confidi, a segnalarmi fatti e problemi che ritengono interessanti per il nostro dibattito. Lo possono fare scrivendo una mail a luca.erzegovesi@smefin.org
Può essere un buon modo per far circolare conoscenze, tenendo viva l'attenzione.

Luca

PS 6/1: Ho creato un riquadro Temi di discussione nella home page del sito del gruppo Smefin. Metterò lì l'elenco degli argomenti che proporrete di affrontare, e sempre da lì sarete guidati alle pagine dei siti Smefin dove si raccolgono idee, informazioni e materiali.