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Cross currency swap


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Contratti a termine su cambi

Il cross currency swap (CCS) è un contratto col quale due controparti si accordano per scambiarsi reciprocamente un capitale iniziale, dei flussi periodici di interessi e un capitale finale, espressi in due valute diverse.

    I CCS sono nati prima degli interest rate swap. La prima operazione del genere è il famoso contratto concluso nel 1981 tra l'IBM e la Banca Mondiale. Lo strumento è un'evoluzione delle forme di prestito parallelo concluse tra divisioni di gruppi multinazionali operanti in paesi diversi. Originariamente i CCS si sovrapponevano alle operazioni di indebitamento concluse da due controparti con esigenze complementari nelle valute e nei mercati dove potevano beneficiare di minori costi di raccolta: il CCS trasformava il debito assunto nell'interesse dell'altra controparte in un'operazione sintetica nella divisa e con le condizioni di costo desiderate. Attualmente il mercato ha dimensioni rilevanti, sebbene di un ordine di grandezza inferiore rispetto agli IRS.

    Il CCS è uno strumento utilizzato da debitori e investitori in titoli per creare attività o passività sintetiche volte a migliorare le condizioni di rendimento o costo rispetto a crediti o debiti diretti. Nella gestione valutaria di impresa, esso rappresenta lo strumento più appropriato per gestire il rischio di cambio, ed eventualmente di interesse, sui finanziamenti a medio-lungo termine.

    I momenti principali di un contratto di CCS sono lo scambio iniziale del capitale, il versamento periodico e reciproco degli interessi e la restituzione, sempre reciproca, alla scadenza ultima mediante scambio dei medesimi capitali iniziali. I CCS, a differenza degli IRS, prevedono lo scambio effettivo dei capitali. Gli interessi vengono pagati sui due lati dello swap nella stessa valuta di denominazione del rispettivo capitale iniziale.

    I CCS equivalgono ad una posizione creditoria in una divisa a fronte di un debito in un'altra divisa. Un CCS, considerato isolatamente, determina una posizione aperta sulla coppia ed espone ad un forte rischio di cambio. Nella pratica questa esposizione viene compensata poiché il CCS viene appoggiato su operazioni preesistenti in una delle due divise.

    La scomposizione del contratto dipende dalle modalità previste per il calcolo degli interessi, che sono le seguenti:

    • variabile contro variabile, la fattispecie più semplice da riprodurre e prezzare, che prevede la revisione periodica del tasso su entrambi i lati. Il parametro standard è il LIBOR sulla divisa di denominazione, nel qual caso il CCS corrisponde a una serie di eurodepositi di segno opposto nelle due divise;
    • fisso contro variabile, in cui si ha la trasformazione sia della divisa sia del profilo di costo. Sono in pratica la combinazione tra un CCS variabile contro variabile e un IRS generico nella divisa cui si applica il tasso fisso;
    • fisso contro fisso, riproducibile con la combinazione di un CCS variabile contro variabile e in una coppia di IRS generici nelle due divise.

Fonte [[Erzegovesi97:157-159]]

Categoria: Strumenti finanziari

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