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Patto di stabilità (Patto per la stabilità e la crescita)


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Accordo economico

È costituito dai seguenti atti:
a] Risoluzione sul patto per la crescita e la stabilità (97/C 236/01);
b] Risoluzione sulla crescita e l’occupazione (97/C 236/02);
c] Regolamento CE 1466/97 sul rafforzamento della sorveglianza, sulla situazione finanziaria e la sorveglianza e il coordinamento delle politiche economiche;
d] Regolamento CE 1467/97 sull’accelerazione e la semplificazione dell’implementazione della procedura sui disavanzi eccessivi.
Il principale obiettivo del patto è quello di obbligare gli Stati membri partecipanti a mantenere un controllo stringente sui conti pubblici anche dopo l’avvio della Terza Fase. In particolare, è previsto che il rapporto deficit/Pil non possa superare, se non per circostanze eccezionali, il livello del 3% e debba anzi tendere all’azzeramento, salva la possibilità di infliggere ammende.
Originariamente il piano, come proposto da Theo Waigel, allora Ministro delle Finanze tedesco, stabiliva che i Paesi dell’area dell’euro dovevano portare il proprio deficit ad una soglia pari all’1% del PIL e prevedeva automatiche ammende per chi toccava quote superiori.
Con la sottoscrizione del patto avvenuta nel dicembre 1996, alla riunione del Consiglio europeo tenutasi a Dublino, tale valore é stato rivisto.
Il patto prevede ammende ridotte per i Paesi con uno scarto pari allo 0,2% del PIL superiore al valore soglia, l’automatica esenzione da multe nel caso in cui il Paese sia colpito da disastro naturale oppure se il Paese ha subito un crollo nel PIL superiore al 2% in un anno.
Nel momento in cui i Ministri Ecofin, conformemente alla procedura di deficit eccessivo, decidono che il deficit di uno Stato membro ha superato la soglia prevista e non ricorrono le clausole di esenzione, che sono state elencate, essi inviano una raccomandazione a tale Paese per indicargli come meglio fronteggiare tale situazione in un periodo di 4 mesi.
Se lo Stato in questione non si conforma alla raccomandazione del Consiglio, esso é vincolato a costituire un deposito infruttifero presso la Comunità, che diventa una multa nel caso in cui, dopo due anni, il disavanzo eccessivo non sia ancora stato corretto.
Cfr.:
Procedura di disavanzo eccessivo
Stati membri
Terza Fase
Area dell’Euro
Deficit
Consiglio europeo
Ecofin
Raccomandazione

Fonte Nostra elaborazione

Categoria: Legislazione europea

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