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Identificativo | KandlStuder01, |
Tipo di record | |
| No |
Autore/i | Kandl P ; Studer G |
Anno | 2001 |
Titolo | Factoring in Volume Risk |
| Articolo |
Pubblicazione ospite (in) |
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Altre Informazioni | in Risk, June, pp. 83-86 |
Keywords separare key1:key2 | |
Abstract | L'articolo estende l'approccio CorporateMetrics con un modello del volume risk che introduce un fattore di rischio esogeno di variazione del volume rispetto al valore atteso.
Si considerano inoltre i fattori market factor (prezzi, tassi e cambi), che impattano sul valore dei cash flow esposti direttamente e indirettamente attraverso l'elasticità volume/prezzo.
I cash flow sono associati alle principali componenti dei flussi di cassa operativi (componenti di fatturato e di costo) e finanziari (flussi sull'indebitamento e sugli invesimenti di tesoreria).
La metrica del rischio è basata sulla distribuzione empirica simulata dei cash flow futuri (CFaR, ES, ecc.), generata con modelli Monte Carlo. Per semplicità si assume una distribuzione normale multivariata dei fattori di mercato e anche di quelli di volume, per i quali si assume (sempre per semplicità) una regola di crescita della dispersione di tipo t-squared.
Per stimare questa distribuzione il modello definisce le realizzazioni dei cash flow futuri come funzione stocastica dei fattori volume e prezzo. La funzione utilizzata per il test empirico è semplificata eliminando i prodotti incrociati tra fattori aleatori, ma rimane non di meno complessa. Tale funzione è la seguente (j numera i cash flow e i numera i fattori di mercato):Si ottiene una distribuzione per ogni fascia temporale t.
L'articolo presenta un semplice test empirico riguardante un'impresa europea che costruisce container e risulta esposta ai rischi di cambio (USD e CHF), di energia e di tasso. Viene calcolato il rischio dei cash flow su tre periodi mensili, ma l'articolo non affronta l'aggregazione delle misure di rischio periodali in una misura sintetica.
La presenza di volume risk esogeno contribuisce fortemente alla variabilità dei cash flow e riduce l'efficacia dei programmi di hedging dei rischi di mercato.
L'articolo conclude che un programma di hedging può essere implementato in modo efficiente soltanto se il valore informativo dei cash-flow previsti è sufficientemente alto, cioè se l'incertezza riguardo i volumi è bassa. Questo risultato porta a formulare due raccomandazioni per la gestione dei rischi d'impresa:
a) investire in processi, sistemi e modelli analitici che consentono previsioni più accurate, e anche analizzare sistematicamente gli andamenti storici e le deviazioni realizzate dagli obiettivi;
b) sfruttare gli strumenti e i servizi innovativi offerti nei mercati finanziari e assicurativi (weather derivatives, polizze contro rischi operativi specifici (against direct causes of business downturn) e coperture ibride [ART?], che possono concorre a ridurre rischi volumetrici che si consideravano non assicurabili in passato.
Kandl è head of risk control presso Swisslife; Studer è senior manager presso Ernst & Young.
L'articolo estende l'approccio CorporateMetrics con un modello del volume risk che introduce un fattore di rischio esogeno di variazione del volume rispetto al valore atteso.
Si considerano inoltre i fattori market factor (prezzi, tassi e cambi), che impattano sul valore dei cash flow esposti direttamente e indirettamente attraverso l'elasticità volume/prezzo.
I cash flow sono associati alle principali componenti dei flussi di cassa operativi (componenti di fatturato e di costo) e finanziari (flussi sull'indebitamento e sugli invesimenti di tesoreria).
La metrica del rischio è basata sulla distribuzione empirica simulata dei cash flow futuri (CFaR, ES, ecc.), generata con modelli Monte Carlo. Per semplicità si assume una distribuzione normale multivariata dei fattori di mercato e anche di quelli di volume, per i quali si assume (sempre per semplicità) una regola di crescita della dispersione di tipo t-squared.
Per stimare questa distribuzione il modello definisce le realizzazioni dei cash flow futuri come funzione stocastica dei fattori volume e prezzo. La funzione utilizzata per il test empirico è semplificata eliminando i prodotti incrociati tra fattori aleatori, ma rimane non di meno complessa. Tale funzione è la seguente (j numera i cash flow e i numera i fattori di mercato):Si ottiene una distribuzione per ogni fascia temporale t.
L'articolo presenta un semplice test empirico riguardante un'impresa europea che costruisce container e risulta esposta ai rischi di cambio (USD e CHF), di energia e di tasso. Viene calcolato il rischio dei cash flow su tre periodi mensili, ma l'articolo non affronta l'aggregazione delle misure di rischio periodali in una misura sintetica.
La presenza di volume risk esogeno contribuisce fortemente alla variabilità dei cash flow e riduce l'efficacia dei programmi di hedging dei rischi di mercato.
L'articolo conclude che un programma di hedging può essere implementato in modo efficiente soltanto se il valore informativo dei cash-flow previsti è sufficientemente alto, cioè se l'incertezza riguardo i volumi è bassa. Questo risultato porta a formulare due raccomandazioni per la gestione dei rischi d'impresa:
a) investire in processi, sistemi e modelli analitici che consentono previsioni più accurate, e anche analizzare sistematicamente gli andamenti storici e le deviazioni realizzate dagli obiettivi;
b) sfruttare gli strumenti e i servizi innovativi offerti nei mercati finanziari e assicurativi (weather derivatives, polizze contro rischi operativi specifici (against direct causes of business downturn) e coperture ibride [ART?], che possono concorre a ridurre rischi volumetrici che si consideravano non assicurabili in passato. |
File documento allegato | |
Unità di ricerca interessata | Dipartimento di informatica e studi aziendali |
Documento del gruppo di ricerca | |
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