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Jacob (Jacques) Bernoulli
Basilea, Svizzera, 27 Dic. 1654 / Basilea, Svizzera, 16 Agosto 1705


Jacob Bernoulli fu il primo ad usare il termine "integrale": era il 1690. Figlio di Nicolaus Bernoulli, fratello di Johann e zio di Daniel, conseguì la laurea in teologia a Basilea nel 1676. Fra il 1676 e l'82 viaggiò in Francia, nei Paesi Bassi e in Inghilterra, dove incontrò Boyle e Hooke. Tornò quindi in Svizzera, dove insegnò meccanica all'Università di Basilea dal 1683. Presso questa sede fu nominato professore di matematica nel 1687.
Fu un docente in grado di attirare studenti da tutta Europa, nonché un genio della matematica, dell'ingegneria e dell'astronomia.
Fu il primo a considerare il legame esistente fra probabilità e qualità dell'informazione e a porsi il problema di come estrapolare le probabilità dai dati campione. In una lettera al suo amico Leibniz, commentò che trovava strano che "...si conoscesse la probabilità di realizzare un 8 con due dadi e non la probabilità che ha un uomo di 20 anni di sopravvivere ad uno di 60...". Egli sosteneva che "...per determinare la probabilità di un evento é necessario calcolare il numero di casi possibili e quindi stabilire quanto più probabile é che si verifichi un caso piuttosto che un altro...".
Ma applicare il calcolo delle probabilità alla vita reale poneva dei problemi: se una malattia si rivelava mortale in una certa percentuale, tale proporzione sarebbe rimasta costante anche nelle generazioni successive? Il problema era, come si é detto, un problema di informazione: la validità delle previsioni sussisteva solo a parità di condizioni ambientali. Ma la realtà é mutevole nel tempo, perché determinata da una serie di eventi interdipendenti fra loro. L'analisi empirica dei dati del passato non consente pertanto una previsione corretta della realtà futura. Completezza dell'informazione e indipendenza degli eventi diventarono gli elementi fondamentali per tentare di gestire il rischio.
Ma Jacob Bernoulli diede un altro importante contributo alla teoria delle probabilità: nel suo libro Ars conjectandi, che lasciò incompleto e che fu in seguito pubblicato da Nicolaus II, egli teorizzò la cosiddetta Legge dei Grandi Numeri, un teorema per il calcolo delle probabilità a posteriori. Tale legge non sostiene, come erroneamente si crede, che lanciando più e più volte un dado risulterà testa in una percentuale sempre più vicina al 50%, ma piuttosto che lo scostamento dalla media - l'errore - diminuirà all'aumentare dei lanci. In altre parole, é più probabile che la media di un gran numero di lanci differisca poco dalla media vera rispetto alla media stimata con pochi lanci.
In questo ambito di studi si ricordano inoltre la distribuzione di probabilità bernoulliana, le equazioni differenziali e i numeri di Bernoulli. Alla sua morte nel 1705 in seguito a una lunga malattia, la sua cattedra all'Università di Basilea passò al fratello Johann.




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