Sat 28 Jun 2008, 03:21 PM - Stampa

La chiesa rupestre di Piedigrotta a Scicli
In aggiunta al resoconto professionale, eccovi qualche nota di varia umanità appuntata nei tre giorni passati a Scicli, ospiti di Bartolo Mililli.
Gemma del barocco, la Vigata del commissario Montalbano, questi i biglietti da visita di Scicli. Io l'ho scoperta diversa da come l'immaginavo. Scicli si estende su una pianura all’interno di tre valli strette dette “cave” (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), scavate da corsi d’acqua torrentizi. La città è stata ricostruita dopo il terremoto devastante del 1693. Domina il bianco della pietra calcarea con cui sono lastricate molte vie e costruite le case del centro, i palazzi nobiliari, le chiese barocche e i conventi che costellano l'abitato. Le scoprite a poco a poco girando per la città e alzando lo sguardo, una sopresa continua.
Il mare è a pochi kilometri, e il primo giorno con Flavio ne abbiamo approfittato. Dopo una puntata alla fabbrica diroccata del Pisciotto, location di scene d'azione della citata serie televisiva, ci siamo rilassati sulla spiaggia di Sampieri, bagno incluso. A Scicli, Bartolo ci ha riservato un'ospitalità principesca al Novecento, albergo ricavato da un palazzo storico. La sera Bartolo e la sua signora, Carmela ci hanno portato al Quore matto (sic!) un pub - ristorante con cucina tradizionale creativa, comunque curatissima (cuscus ai gamberetti e merluzzo in impanatura di pistacchi ne sono due ottimi esempi). Dopo la cena, abbiamo fatto due passi nel centro storico, e Carmela ci ha raccontato tantissime cose affascinanti su Scicli, mentre Bartolo veniva pacificamente sequestrato per un'oretta da una conoscente desiderosa di conversare sul limitare della casa della medesima. Tornato in albergo, ho spento l'aria condizionata e mi sono goduto la voce del silenzio e l'arietta che entravano dalla finestra aperta.
La sera dopo, i simpaticissimi coniugi nostri ospiti ci hanno portato a Modica, sede della contea spagnola che amministrava queste terre nel settecento. Oggi è nota per il cioccolato tradizionale, e per la maestosa scalinata che porta al Duomo di San Giorgio, utilizzata per la nota fiction. Il panorama notturno delle casette illuminate è molto suggestivo, ma prima di ammirarlo abbiamo gustato un'ottima cena modicana alla trattoria Sale e pepe. Antipasto rustico, ravioloni alla ricotta con porzioni pantagrueliche, lesso di vitello (specialità della casa), macedonia e finale col botto, anzi, col pezzu duru, una mattonella di gelato densa come il nucleo di materia primigenio due secondi dopo il big bang, e altrettanto buona. Un menu che avrebbe rallegrato la più rigida serata invernale, ma ha funzionato alla perfezione anche in estate, senza rinunciare ad un eccellente e robusto rosso di Modica.
Venerdì era il giorno della partenza, e ci è dispiaciuto non restare ancora un po'. Salvo (risk manager Confeserfidi) ci ha portato da Scicli a Siracusa e Dario (agente Confeserfidi di Vittoria) da lì a Catania aeroporto. Cena con doppio cannolo (quel golosone di Flavio) e trancio di pizza con arancino (io preferisco il salato).
Con il pretesto dei confidi te ne vai a spasso per l'Italia a fare la bella vita, dirà qualcuno! Certo, fa parte del mio metodo di ricerca. Valuterete voi da quello che scrivo e dico se questa vita, bella - grazie al cielo - a Scicli come a Trento, ottunde la mia capacità di giudizio.

Luca
Sat 28 Jun 2008, 10.33 - Stampa
Ieri notte siamo atterrati a Verona con Flavio Aldrighetti, di ritorno dalla visita a Scicli (Ragusa) su invito di Bartolo Mililli, per due giorni di corso su risk management e controlli interni. Abbiamo finalmente conosciuto de visu la realtà di Confeserfidi, di cui Mililli è presidente. Dal 1998 questa realtà è cresciuta fino a diventare il primo confidi siciliano per garanzie in essere (103 milioni a fine 2007).
Ho voluto fare questa visita con calma, e in compagnia. Sono partito mercoledì di prima mattina per avere un giorno di ambientamento. Bartolo e suo cugino Salvo (risk manager) ci hanno accolto all'aeroporto di Catania, e in un'ora e mezza siamo arrivati a Scicli, dove Confeserfidi ha sede. Ho incontrato la squadra, composta da più di venti di persone, in prevalenza giovani laureati originari di queste parti.
Bartolo(meo) è un formidabile sviluppatore e team leader. Ha investito molto sulla rete distributiva, diverse decine di agenti che coprono capillarmente il territorio regionale, sebbene l'attività prevalente sia nelle province di Ragusa e Siracusa. I nuovi agenti vengono formati e affiancati da un senior, e poi mandati sul territorio. Visitano aziende (precontattate telefonicamente), spiegano i prodotti e avviano le pratiche di istruttoria. Per farlo nella maniera più efficiente ricevono in dotazione un PC con scheda di rete UMTS per accedere al web server aziendale, una stampante/scanner per stampare la modulistica e digitalizzare la documentazione. Se possono, allegano le foto dell'azienda e dei titolari (compiaciuti). I tempi di evasione rapida delle richieste sono una priorità assoluta. Le pratiche sono prese in carico da un nucleo di istruttrici, sotto la responsabilità di Carmela (moglie di Bartolo). L'applicazione web che gestisce i flussi della pratica è stata sviluppata internamente da Piero, un laureato in filosofia che sforna rilasci software con una velocità sorprendente. Per le operazioni in convenzione con la locale Banca Agricola Popolare di Ragusa si utilizza una specifica piattaforma di pratica web. Il contenzioso è gestito internamente dall'ufficio legale.
Una crescita così veloce ha messo sotto pressione il bilancio. Per coprire esposizioni che raddoppiavano in un anno, Confeserfidi ha utilizzato a piene mani gli sportelli di contro-garanzia, a cominciare dal fondo centrale MCC (Bartolo è stato visto con nove pinguini, dicono i ben informati, nella lobby di uno studio legale olandese: voleva costituire una cooperativa per accedere all'Antarctic Guarantee Facility; sono certo che lo farebbe, se ci fosse la chance). Per ovviare allo stesso vincolo, le convenzioni bancarie più importanti prevedono cap di perdita sulle garanzie, con richiesta all'impresa, in aggiunta alle commissioni, di un apporto a fondo rischi "mutualistico" ovvero restituito all'estinzione del rapporto, ma decurtato dell'incidenza delle perdite realizzate nel frattempo. E' la formula utilizzata su larga scala da Eurofidi Torino, ed anche in Sicilia da alcuni dei diretti concorrenti. Non ho mai nascosto il mio scarso entusiasmo per questa soluzione. Anche le imprese non la gradiscono perché va a ridurre il netto erogato, seppure in misura inferiore rispetto ad un deposito cauzionale individuale.
Da quanto ho visto in questi giorni, la struttura di pricing delle garanzie in Sicilia, come in altre regioni, non è un esempio di linearità. A dispetto della mia ossessione per il TAEG, qui l'impresa guarda prima di tutto ai soldi che riesce a mettere in cassa all'erogazione. Le convenzioni bancarie applicano moltiplicatori non precisamente misurati e motivati, e i meccanismi di sostegno regionale prevedono aiuti commisurati agli apporti dei soci "a titolo definitivo", che non è facile individuare in maniera univoca. Abbiamo discusso della necessità di razionalizzare tutti questi aspetti: c'è margine per rimuovere opacità e inefficienze senza danno per nessuno.
Giovedì 26 e venerdì 27 abbiamo lavorato prima in aula, con l'intera squadra, e poi in gruppi ristretti su tematiche legate alla trasformazione in "107". Sì, perché Confeserfidi è sopra la soglia dei 75 milioni e, a prescindere da questo, ambisce ad essere il primo 107 siciliano. Bartolo si è lanciato in questa sfida senza troppe esitazioni, facendosi affiancare dai più noti esperti della materia. Ho dato anch'io qualche consiglio, spassionato ed amichevole, sull'organizzazione e sulle proiezioni di bilancio. Ho raccomandato di non avere fretta a presentarsi in via Nazionale (o via Milano), non prima di avere sotto pieno controllo tutti gli snodi critici del programma di attività del 107.
Sono stato contento di questa esperienza. Nei contatti via blog, avevo colto una simpateticità con il presidente Mililli, pur nel disaccordo su alcune questioni, come la sua scelta di spendere nella comunicazione al mercato un rating poco autorevole. Conoscendolo di persona, ho colto in lui una tensione a costruire sincera. Avrebbe modi più facili per coltivare l'ambizione personale, se fosse spinto solo da questa. E' nata un'amicizia.
Non ci perderemo di vista. Se dovesse lanciarsi in imprese troppo avventurose, gli dirò la mia.

Luca
Sat 28 Jun 2008, 09:47 AM - Stampa
Il recente DECRETO-LEGGE 25 giugno 2008, n. 112, all'Art. 4 dispone quanto segue:
Strumenti innovativi di investimento
1. Per lo sviluppo di programmi di investimento destinati alla realizzazione di iniziative produttive con elevato contenuto di innovazione, anche consentendo il coinvolgimento degli apporti dei soggetti pubblici e privati operanti nel territorio di riferimento, e la valorizzazione delle risorse finanziarie destinate allo scopo, anche derivanti da cofinanziamenti europei ed internazionali, possono essere costituiti appositi fondi di investimento con la partecipazione di investitori pubblici e privati, articolati in un sistema integrato tra fondi di livello nazionale e rete di fondi locali. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono disciplinate le modalita' di costituzione e funzionamento dei fondi, di apporto agli stessi e le ulteriori disposizioni di attuazione.
2. Dalle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, sono escluse garanzie a carico delle Amministrazioni Pubbliche sulle operazioni attivabili ai sensi del comma 1.
La norma prospetta una opportuna razionalizzazione degl interventi statali e regionali in materia di private equity: le risorse giù stanziate o stanziabili su programmi della specie non sono poche, e risultano spesso sottoutilizzate. Nel DL in oggetto si introducono agevolazioni fiscali sugli investimenti in start-up e aiuti ai progetti di internazionalizzazione, ma non si menzionano forme di intervento basate sul credito. Nel secondo comma sopra riportato il legislatore mette le mani avanti rispetto all'ipotesi di garanzie pubbliche sui programmi di investimento in private equity. Di qui sorge la domanda: ci sarà disco rosso anche per la controgaranzia su programmi di di credito alle PMI? Si tratta di due ambiti sostanzialmente diversi: la controgaranzia su un rinnovato Fondo centrale per le PMI nell'ambito del Fondo finanza d'impresa comporta rischi di uscite future che possono essere pressoché annullati, se il Fondo è ben amministrato. Speriamo che il Governo faccia sentire presto la sua opinione in materia di politiche del credito alle PMI, e su questo punto in particolare.

Luca
Sat 28 Jun 2008, 09:04 AM - Stampa
In questo documento, la Banca d'Italia, Servizio Vigilanza sull'Intermediazione Finanziaria, presenta la nuova disciplina delle modalità di iscrizione e cancellazione dall'elenco generale e dalle specifiche sezioni dello stesso. Osservazioni e commenti possono essere inviati entro il 28 luglio 2008 Banca d’Italia, Servizio Vigilanza sull’Intermediazione Finanziaria, Divisione Normativa, via Milano, 53, 00184 ROMA (una copia in formato elettronico dovrà essere contestualmente inviata all’indirizzo: vif.normativa@bancaditalia.it).
Per quanto riguarda i confidi 106, si prevede che la Domanda di iscrizione dei confidi nell’apposita sezione dell’elenco ex articolo 155, comma 4, Testo Unico, debba essere presentata entro 60 giorni dall'iscrizione dell'atto costitutivo o delle sue modifiche nel Registro delle imprese. Il legale rappresentante deve dichiarare che la compagine sociale o consortile è composta da piccole e medie imprese, secondo quanto previsto dall’articolo 13, commi 8 e 9, della legge confidi, ed inoltre che il capitale sociale è superiore al limite di 100.000 € previsto dalla stessa legge. Deve inoltre segnalare la composizione del patrimonio netto.
Inoltre la società è tenuta a verificare alla fine del primo esercizio che il patrimonio netto non sia inferiore a 250.000 € e sia costituito nel rispetto dell’art. 13, comma 14, della legge confidi. A tal fine, entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio, invia alla Banca d’Italia lo schema di composizione del patrimonio del confidi, che prevede le voci seguenti:
  • Capitale sociale o fondo consortile
  • Sovrapprezzi di emissione
  • Riserve (legale, statutarie, altre riserve)
  • Fondo rischi indisponibili
  • Utili portati a nuovo
  • Utile di esercizio non distribuito
  • Perdite portate a nuovo (-)
  • Perdita di esercizio (-)
  • TOTALE PATRIMONIO
In calce devono essere indicati i Fondi costituiti mediante accantonamenti di conto economico a fronte di previsioni di rischio sulle garanzie prestate.
Come gli altri "106", i confidi devono rispettare i requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza degli esponenti aziendali e di onorabilità dei soci qualificati, ed inoltre sono tenuti a comunicare le modifiche che riguardano: (a) la denominazione sociale, la forma giuridica, la sede legale e amministrativa, il codice fiscale; (b) le attività esercitate; (c) il capitale sociale o fondo di dotazione; (d) il legale rappresentante. In tali comunicazioni dovrà essere indicato l'importo aggiornato del Fondo consortile o dei mezzi patrimoniali.
L'articolato raccoglie e riordina il complesso di disposizioni vigenti. Nel caso dei confidi non si introduce una forma di vigilanza informativa a 360° (non si devono trasmettere dati di bilancio completi), ma ci si limita a raccogliere informazioni sull'assetto societario e sulla consistenza patrimoniale.

Luca
Sat 28 Jun 2008, 12:17 AM - Stampa
La SEC ha pubblicato qualche giorno fa un documento di consultazione Proposed Rules for Nationally Recognized Statistical Rating Organizations. Anche la stampa italiana ne ha parlato. La proposta sottopone ad un vaglio severo la credibilità dei rating delle agenzie applicati a strumenti strutturati. Molti investitori hanno assunto rischi eccessivi perché hanno utilizzato "ingenuamente" il rating come unico indicatore del rischio delle ABS e delle CDO subprime.
La SEC intende richiedere maggior disclosure dei conflitti di interesse delle agenzie, delle metodologie di rating e delle rating actions. Inoltre, si vuole ottenere una differenziazione delle scale di punteggio applicate ad ABS e CDO quando il significato e la stabilità dei loro rating differiscono strutturalmente dal caso corporate. Sarà quindi ridotto l'utilizzo dei rating per definire l'ampiezza dei mandati (asset class ammesse) nelle gestioni di portafoglio.

Luca
Wed 25 Jun 2008, 12.40 - Stampa
La fondazione IASC (International Accounting Standards Committee) ha pubblicato la versione finale della tassonomia IFRS 2008. Tale tassonomia è una completa traduzione in XBRL dei principi contabili internazionali IFRS 2008, ed è la versione definitiva della tassonomia di cui abbiamo parlato qui. A breve verrà pubblicata anche la documentazione ufficiale aggiornata a questa versione.
La fondazione IASC ha fatto un grosso investimento sulla tecnologia XBRL (vedi qui per una presentazione del team XBRL) e questa tassonomia ne è la dimostrazione.

Davide
Tue 24 Jun 2008, 03:32 PM - Stampa
Cari visitatori, domani parto con Flavio Aldrighetti per Scicli (Ragusa), dove terrò un seminario per il Confeserfidi del vulcanico Bartolo Mililli, che finalmente conoscerò di persona.
Nel frattempo a Trento sarà festa patronale (San Vigilio), e con l'occasione i nostri tecnici faranno lavori sull'impianto elettrico. Aleablog potrebbe non essere accessibile tra giovedì e domenica.

Luca
Fri 20 Jun 2008, 10:00 AM - Stampa
XBRL International Inc. (XII) ha annunciato oggi l'avvenuta costituzione del Consiglio per le best pratice (Best Practices Board - BPB), allo scopo di fornire una guida e i materiali che rispecchino le best practice sviluppate durante l'implementazione di XBRL in tutto il mondo. Secondo quanto previsto ciò dovrebbe aiutare a facilitare e accelerare l'adozione dell'eXtensible Business Reporting Language (XBRL) in tutto il mondo. Qui c'è il comunicato.
Si è capito che XBRL è una tecnologia complicata da applicare, e che dunque non basta avere protocolli e noramtive, ma occorre mostrare agli utenti come applicarli.
Walter Hamscher (Standard Advantage, USA) è stato nominato ad interim Chair of the Board (seguirà tra circa due mesi la nomina del chairman definitivo). I membri sono Ignacio Boixo (Banco de España), Ralf Frank (German Society of Investment Professionals), Makoto Koizumi (Fujitsu, Giappone), Diane Mueller (JustSystems, Canada/Giappoe), Michele Romanelli (Banca d'Italia), Paul Sappington (EDGAR Online, USA), e Mark Schnitzer (MSN News Analysis, USA).
Ci congratuliamo con il "nostro" dott. Romanelli per questo importante riconoscimento delle sue competenze.

Luca
Fri 20 Jun 2008, 08.41 - Stampa
Ieri sera i giovani commercialisti trentini con cui avevo collaborato per un corso sulle procedure concorsuali mi hanno invitato a cena al Chiesa, storico ristorante di Trento. Abbiamo passato una serata cordialissima, gustando un ottimo menu a base di pesce. Il nuovo chef Peter Brunel ha dato una linea più internazionale alla cucina. Ieri ne abbiamo apprezzato il lato mediterraneo, con preparazioni leggere e ricche di sapori e aromi da scoprire.
Con me era invitato anche Danilo Galletti, collega di diritto commerciale ed ex magistrato presso la sezione fallimentare di Monza. E' un tipo vulcanico, preparatissimo e molto sveglio (dote necessaria nella sua attività professionale, dato che le procedure concorsuali non sono un ritrovo di teneri virgulti). Chiacchierando, ho appreso da lui che nei fallimenti di un certo peso intervengono spesso intermediari iscritti all'elenco ex art. 106 TUB con offerte di acquisto dei crediti o degli attivi della società in crisi. Dietro questi soggetti ci sono gruppi non solo italiani. Con poca spesa (i 106, lo sappiamo, hanno un regime di vigilanza leggero leggero) un distressed debt investor entra così nelle procedure concorsuali avvalendosi di tutele non dissimili da quelle delle banche.
Negli USA, gli investitori specializzati in debito defaulted hanno cambiato le regole del gioco nella gestione delle crisi, sbloccando in molti casi la situazione di monopolio bilaterale tra debitore in crisi e creditori, e tra l'altro hanno sopperito al disimpegno delle banche dalla gestione del contenzioso. Questa forma di investimento alternativo è arrivata anche da noi. La logica di business è quella di rilevare attivi, o crediti che danno accesso alla proprietà della società fallita, ad un prezzo inferiore al valore finanziario. Non è una forma di filantropia, ovviamente.
Secondo me (lo accennavo qui) i futuri confidi 107 dovrebbero fare un pensiero a questa forma di operatività, dove porterebbero un approccio mission oriented orientato verso soluzioni più eque e lineari alle crisi. Non è facile, perché si tratta di situazioni ingarbugliate dove il debitore, pur onesto, lotta per sopravvivere, oppure, meno onesto, si muove con disinvoltura negli spazi di elusione delle pretese dei creditori che le procedure gli consentono. Però è affascinante la sfida di farsi avanti per rendere meno brutte queste situazioni.
Un paese va in disfacimento quando si rassegna ad abbandonare a se stessi i problemi, e le persone concrete. Un popolo che accetta di rischiare per il soldato Ryan produce gli anticorpi contro l'irresponsabiltà che conduce al disastro.

Luca
Fri 20 Jun 2008, 08:36 AM - Stampa
Cristina Pulvirenti di Swing mi segnala un interessante seminario organizzato dalla sua società sul tema Le Segnalazioni di Vigilanza per gli Intermediari Finanziari iscritti nell'Elenco Speciale: impatti operativi per i Confidi. Si terrà il prossimo 26 giugno al Palazzo delle Stelline — corso Magenta 61, Milano. Il seminario ha l'obiettivo di illustrare gli aspetti operativi inerenti alla predisposizione di un sistema di Segnalazioni secondo quanto previsto dalla normativa Banca d'Italia.
La partecipazione al seminario é gratuita. Gli organizzatori pregano gentilmente di confermare l’adesione, entro il giorno 20 Giugno p.v., via fax al n. 0266732300 o via e-mail a amministrazione@swingservizi.it . Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria SWING (tel.02667321 e-mail segreteria@swingservizi.it).

Luca
Thu 19 Jun 2008, 05:15 AM - Stampa
[Nelle recenti turbolenze dei mercati finanziari] alcune banche, pur in presenza di operatività e tipologia di indebitamento analoghi a quelli medi del settore, sono state in grado di evitare o limitare fortemente le perdite grazie alla efficacia e alla prontezza con le quali hanno affrontato il momento di difficoltà del mercato. L’esame del modo di operare di tali intermediari virtuosi ha posto in luce alcune specifiche caratteristiche organizzative dimostratesi cruciali per realizzare tale risultato:
- i vertici aziendali, attivamente coinvolti nella gestione della banca, erano consapevoli delle specifiche tipologie di rischi insiti nell’operatività prescelta e interpretavano il proprio ruolo in modo attivo e propositivo;
- i flussi informativi erano strutturati in modo da essere completi, tempestivi e direttamente rivolti agli organi di amministrazione e controllo;
- il sistema di controllo interno si articolava in funzioni autorevoli, indipendenti, sempre aggiornate e “al passo” con l’evolversi dell’operatività dell’azienda.
[...] Le funzioni di gestione e controllo - coinvolgendo l’intera organizzazione aziendale dai vertici al front office – devono essere sempre in grado di cogliere tutte le caratteristiche dei rischi connessi all’operatività svolta e di valutare appieno interrelazioni e sinergie tra le diverse tipologie di rischio.
[...] Per lungo tempo strumenti e processi del controllo “a norma” sono stati ritenuti sufficienti per assicurare la regolarità dell’attività bancaria e scongiurare perdite; in un contesto finanziario innovativo quale quello attuale gli organi e le funzioni di controllo interno devono poter svolgere un ruolo proattivo nella gestione aziendale, contribuendo ad indirizzare l’operatività verso settori che consentano la crescita della banca nel rispetto degli obiettivi di sana e prudente gestione.

Anna Maria Tarantola Ronchi, Direttore Centrale per la Vigilanza Creditizia e Finanziaria, Banca d'Italia, Il sistema dei controlli interni nella governance bancaria, intervento al Convegno DEXIA Crediop, “Il sistema dei controlli aziendali: alla ricerca di una governance”, Roma, 6 giugno 2008
Cosa può fare il risk management per rendere più sicuri i mercati ed evitare le crisi degli intermediari? Ci si aspetta molto, ma in episodi clamorosi la realtà delude le attese. Secondo quanto si afferma nell'intervento sopra citato, l'efficacia del risk management dipende dal suo riconoscimento a livello di governance, e dalla qualità / efficacia dei sistemi e dei processi che lo attuano. Sono d'accordo: il risk management deve essere connaturato alle visioni strategiche e alle scelte direzionali e gestionali. La consapevolezza dei rischi si costruisce sulle informazioni, e servono sistemi potenti, ordinati ed estensibili per ottenerle e farle pervenire ai decisori.
Tuttavia, sono scettico sull'importanza del controllo rispetto alla gestione, e dei modelli/sistemi rispetto all'esperienza, specialmente quando si apprezza la capacità del risk management di evitare rischi estremi. Chi se l'è cavata meglio nelle recenti turbolenze di mercato? Le banche italiane, ad esempio, che hanno ignorato i comparti e le tecniche operative più rischiose. Chi ne ha tratto profitto? Market leader come Goldman Sachs che hanno preso posizione corta sui rischi subprime. Può darsi che molte banche siano riuscite a limitare per tempo un'esposizione lunga su questi mercati, ma sicuramente tra i perdenti troviamo molti operatori che avevano posizioni monitorate (con VaR e tutto il resto), che rispettavano limiti di esposizione, e che continuavano a scommettere perché la redditività risk-adjusted attesa rimaneva ottima, e che soprattutto pensavano di uscire prima della crisi, con il market timing.
I modelli VaR applicati agli asset subprime erano parziali e davano numeri sbagliati: sovrastimavano il rating medio, sottostimavano i rischi di correlazione, ignoravano i rischi di modello, liquidità e reputazione. E' possibile avere modelli più accurati che scontano tutti questi rischi nascosti? Cogliere tutti i rischi e valutare appieno le loro interrelazioni è un esercizio classificatorio che non fa presa su un problema oltre i limiti della capacità umane. Con uno sforzo titanico ci si può provare, ma che significato hanno a questo punto le misure di rischio? Non sono più le statistiche gaussiane del mercato "normale", sono congetture su fenomeni aleatori ignoti di cui, nel migliore dei casi, si può immaginare (e graduare) la potenza. Sono rischi estremi (cigni neri): se spaventano da morire, nessuno li assume, e il loro mercato scompare. Se invece seducono molti trader, e trascinano un boom di mercato, allora accumulano un potenziale destabilizzante che prima o poi esplode.
Che fare in questi casi per fronteggiarli? Due sole sono le strade: evitarli stando fuori dal mercato, o scommettere sulla crisi, ovvero posizionarsi contro il cigno nero negativo, accumulando per un certo tempo un flusso di perdite sopportabili, per ottenere dopo lo scoppio enormi guadagni.
Onestamente, non vedo bene la via di mezzo, con una squadra di fisici e ingegneri che dice al trader "più veloce!", "rallenta ... ". E' facile trovare numeri che danno ragione a chi sviluppa il business e fa utili a palate, a prescindere dal fatto che i trader e i CEO siano di solito più arroganti e sgamati dei risk manager. Con questo approccio ingenuo, quando il mercato gira, è troppo tardi: "frena, frenaa!!!", poi lo schianto.
Come tenere conto di questo, ora che ci si accinge a riordinare il sistema dei controlli interni delle banche? Dei tre livelli di controllo, quello che morde veramente è il primo (quello di linea). A monte del primo livello, sono importantissime le scelte di governance, soprattutto le decisioni di posizionamento sui mercati, dove stare, dove non entrare, da dove uscire. I controlli di secondo livello (gestione rischi e monitoraggio della risk-adjusted performance) sono un importante elemento di riflessione ordinata e di costruttiva dialettica nelle scelte gestionali, ma possono poco contro scelte strategiche e operative avventate. I controlli di terzo livello (internal auditing) vigilano sull'integrità e sul corretto funzionamento del sistema, ma scadono in formalismi del tutto inutili se i primi due livelli non hanno consistenza. Poi c'è la compliance, la sorveglianza sul rispetto delle regole normative, che è indispensabile: qui eventualmente sono le leggi ridondanti a creare problemi, ma ci si può fare poco. Una volta c'era l'ispettorato, che vigilava anche sul rispetto dei regolamenti interni, cosa che oggi fanno i middle - back office e talora gli internal auditors. Sarebbe opportuno fondere i ruoli di controllo "compatibili", prima che gli operativi defenestrino il quarto controllore che va a chiedere spiegazioni sulla stessa cosa (potrebbe essere un ispettore della Vigilanza, e sarebbe una tragedia).
Si riuscirà a a fare ordine in questo Castello kafkiano? Bisogna potare i processi duplicati, e quelli esclusivamente formali. Occorre poi ripensare lo spazio per l'outsourcing, individuando con realismo i casi nei quali un consulente può fare bene quello che la banca al suo interno non riesce a coprire. Non è solo un problema di competenze, ma di trattabilità del punto di controllo con metodologie e processi più o meno efficaci.
E per i problemi che sfuggono al controllo? Un bel divieto, o autolimitazioni accettate per buone ragioni. Meglio controllori arcigni che squadre di metodòlogi e tonnellate di policies e procedure che danno soltanto l'illusione di avere la situazione sotto controllo.


Luca
Wed 18 Jun 2008, 05.32 - Stampa
Quando lascio l'asburgico Trentino per avventurarmi nella Capitale (come ieri) devo fare i conti con le piccole astuzie dei taxisti dell'Urbe. Non di tutti per carità, ma di una percentuale statisticamente significativa (uno su quattro, nel mio campione). Cose che succedono anche in capitali estere: ad esempio, a Londra pare che siano abilissimi a cercare le vie più trafficate. E diamo merito ai tassinari romani corretti (la larga maggioranza), molti dei quali sono conversatori piacevoli e per nulla superficiali. Però, è giusto non incoraggiare i furbetti. E' un'impresa ardua, ma possono aiutarci alcuni accorgimenti, appresi dalla mia personale esperienza (nessun pregiudizio o luogo comune, vi assicuro):
- è più facile incappare in un furbetto dall'aeroporto a Roma che in Roma o da Roma all'aeroporto; può meglio approfittare di viaggiatori assonnati e pensierosi;
- come riconoscere il furbetto? Di solito è giovane e atletico. Non parla, oppure sta attaccato al cellulare con colleghi per segnalare o procurare corse, o informare sul traffico (in questo va apprezzato, si dà da fare). Se parla, parla dei problemi della categoria e dell'inadeguatezza delle tariffe (anche in questo caso va apprezzata la trasparenza);
- dall'aeroporto al centro storico (entro le mura aureliane), e viceversa, si dovrebbe applicare il forfait di 40 euro; non tutti lo fanno, e possono aver ragione quando la corsa dura un'ora per il traffico; in questi casi lascio una mancia, ma molti taxisti mi anticipano con uno dei trucchi descritti in seguito;
- primo trucco: non c'è più la tariffa a forfait, il Comune ha appena cambiato le tariffe, che sono cresciute di un ammontare imprecisato, comunque rilevante;
- si va a tassametro? Occhio al trucco della tariffa 2, quella più onerosa che si applica da Fiumicino fino al raccordo anulare; è indicata sul tassametro e deve essere cambiata nella più economica tariffa 1 quando si oltrepassa il raccordo; non tutti lo fanno;
- terzo trucco: l'impegno improvviso; dopo varie telefonate, il taxista vi comunica la necessità di portare l'auto per una riparazione o un intervento di manutenzione urgente; questo capita all'inizio del tratto urbano, in corso Colombo o giù di lì; che strano, gli avevate appena fatto togliere la tariffa 2; scommettiamo che l'officina sta nei pressi dell'aeroporto, dove torna a caricare un altro cliente? Venite lasciati a un parcheggio di taxi, dove un suo collega meno intraprendente vi carica portandovi a destinazione sulla tratta meno lucrosa; qui è d'obbligo esigere un forte sconto sul tassametro.
Che fare con questi furbetti? Prima di tutto, non prendetevela. In secondo luogo, se il soggetto esagera, prendete nota del numero del taxi e sporgete reclamo al Comune di Roma (trovate il modulo qui) o alla cooperativa di radio taxi (se ne fa parte). O minacciate di farlo. Se avete tempo, e voglia.
Qualche anno fa avreste potuto dirgli: il suo talento è sprecato, perché non fa l'immobiliarista?

Luca
Wed 18 Jun 2008, 04.16 - Stampa
Per completare il quadro normativo sull’internal governance delle banche è ora necessario procedere a un riassetto delle vigenti istruzioni di vigilanza in materia di controlli interni per ricondurre ad unità e coordinare i diversi interventi che hanno interessato nel tempo la materia. La disciplina sulla compliance ha reso obbligatoria per tutte le banche l’istituzione di una nuova funzione di controllo di secondo livello, che opera seguendo principi e tecniche proprie della gestione dei rischi e contribuisce ad assicurare la conformità dell’operato dell’intermediario a tutte le normative rilevanti. La regolamentazione prudenziale di recepimento di Basilea 2 prevede funzioni di controllo, sempre di secondo livello, competenti per le diverse tipologie di rischio. La MIFID e il relativo regolamento congiunto della Banca d'Italia e della Consob dedicano specifica attenzione all’articolazione del sistema dei controlli, differenziandoli in relazione ai soggetti abilitati e ai servizi di investimento prestati.
Occorre ora restituire organicità, unitarietà e completezza alla materia, coordinando le diverse iniziative normative e rivedendo la disciplina vigente per tener conto dell’evoluzione del contesto in cui le banche operano.
[...] L’attuale frammentazione della disciplina in materia di controlli, sia del settore finanziario che delle società in generale ha fatto emergere preoccupazioni, soprattutto da parte degli operatori, circa il rischio di sovrapposizioni di competenze e duplicazioni di funzioni.
[...] L’Autorità di vigilanza rivedrà, avvalendosi del confronto con gli operatori, norme e prassi di vigilanza in materia di controlli interni; le banche dovranno adeguare il proprio sistema di controllo al nuovo contesto normativo, avendo riguardo alle proprie caratteristiche di complessità operativa e dimensionale.

Anna Maria Tarantola Ronchi, Direttore Centrale per la Vigilanza Creditizia e Finanziaria, Banca d'Italia, Il sistema dei controlli interni nella governance bancaria, intervento al Convegno DEXIA Crediop, “Il sistema dei controlli aziendali: alla ricerca di una governance”, Roma, 6 giugno 2008
Provo un senso di frustrazione quando mi interpellano per progettare il sistema dei controlli interni per intermediari di piccole dimensioni (banche locali, confidi). La normativa di vigilanza prudenziale, incrociata con il diritto societario e altre leggi specifiche (privacy, antiriciclaggio, sicurezza, ecc.) ha prodotto dagli anni novanta l'esplosione dei punti di controllo nei processi aziendali, e dei presidi organizzativi richiesti per gestirli. In piccoli organigrammi è arduo coprire le funzioni di controllo di secondo livello (risk management e compliance) e di terzo livello (internal auditing) senza cadere nel formalismo, e senza caricare oltre misura la struttura dei costi. Ben venga quindi la revisione della materia qui sopra prospettata dalla Banca d'Italia, secondo il principio di proporzionalità. Mi auguro che questa rilettura, dovendo fare in conti con istanze normative molteplici e tutte inderogabili, non finisca per introdurre un nuovo livello di presidio: i controlli sulla compliance alle normative sulla compliance e sui controlli. Un effetto Larsen.

Luca
Mon 16 Jun 2008, 11:20 PM - Stampa
Il comitato di Basilea per la viglanza bancaria non riposa sugli allori del nuovo framework prudenziale. L'ultimo documento pubblicato riguarda i problemi di valutazione degli strumenti finanziari più complessi e meno liquidi che si sono palesati nei recenti episodi di crisi. Il rapporto si intitola Fair value measurement and modelling: An assessment of challenges and lessons learned from the market stress. Ecco uno stralcio dal comunicato stampa:
Recognising the critical importance of sound valuations to risk management, financial reporting and regulatory capital adequacy, in early 2007 the Basel Committee on Banking Supervision initiated a project to gain a deeper understanding of approaches used to determine valuations of complex financial instruments. Within the context of existing accounting standards, the Committee’s work focused on the use of valuation methodologies for risk management and financial reporting purposes. It also assessed the related control, audit and governance practices surrounding fair value measurement. In response to the market turmoil that emerged during mid-2007, the scope of the work was subsequently expanded to include coverage of how banks responded to the market stress and initial lessons learned.
Drawing on the work of the Committee’s Accounting Task Force and Risk Management and Modelling Group, this paper summarises the Committee's initial assessment of valuation practices. To strengthen practices and promote greater transparency regarding valuation processes, the Committee is undertaking further work to develop guidance that supervisors can use to assess the rigour of banks' valuation processes and promote improvements in risk management and control practices. The Committee will also work with accounting and auditing standard setters and auditors to promote standards and practices that enhance the reliability, verifiability and transparency of fair value estimates. These initiatives will build off existing Basel Committee and industry guidance. They are also part of a broader effort by the Committee and national supervisors to strengthen firm-wide risk management practices.
Sembra che certi strumenti (come le cartolarizzazioni a scatole cinesi) e certe situazioni di mercato (di fuga verso la liquidità) siano troppo complesse da modellare tanto per le valutazioni di bilancio quanto per il risk management. In più si deve gestire il doppio binario tra valutazioni contabili e misure di rischio, che aggiunge complicazioni ulteriori. Molti problemi rimangono aperti.

Luca
Mon 16 Jun 2008, 11:13 PM - Stampa
Di ritorno dal convegno della nostra associazione, Flavio Bazzana mi ha portato un cortese omaggio da parte di Lorenzo Gai, abituale compagno di convegni su confidi e materie affini: si tratta del libro, molto interessante, Il rating delle PMI. Un approccio metodologico per banche, confidi e intermediari finanziari, pubblicato da Franco Angeli con prefazione di Roberto Nicastro (Gruppo Unicredit). E' di recentissima pubblicazione, tanto che risulta ancora segnalato come in corso di stampa sul sito dell'editore.
Lorenzo ha seguito diversi progetti di rating per società di informatica bancaria, banche, confidi e associazioni di categoria (il più recente è quello di Confesercenti). Il volume riflette pertanto una sensibilità per gli aspetti applicativi, oltre ad essere naturalmente chiaro e ben strutturato nelle parti metodologiche e normative. Lo leggerò con grande interesse.

Luca
Fri 13 Jun 2008, 07:29 PM - Stampa
Come promesso qui proponendo un quesito sul TAEG di un mutuo garantito da confidi, vi fornisco le mie ipotesi di soluzione in questo modello excel esportato da quantrix. Non so se ho ricostruito esattamente il procedimento seguito dai proponenti del mutuo con alto deposito cauzionale, ma io ottengo un valore di TAEG molto simile al loro (4,85%) quando si ipotizza un deposito cauzionale infruttifero e si calcola il TAEG sull'importo del mutuo lordo, cioè non diminuito del deposito cauzionale, che in realtà va a diminuire l'erogato netto all'impresa.
A voi eventuali commenti e controdeduzioni.

Luca
Fri 13 Jun 2008, 16.54 - Stampa
Come vi anticipavo qui, ieri sera ho parlato al Convegno di Fidimpresa Marche, che si è tenuto dopo l'assemblea dei soci. Nelle slide, ho raccolto e ampliato alcuni punti già discussi in altre occasioni, che riguardano la missione e le competenze distintive dei confidi 107, con digressioni sulla consulenza e il business office (il mio tormentone, ma vale la pena insistere) e la tranched cover. Sono intervenuti anche il presidente del Consiglio di sorveglianza di Fidimpresa Drudi (come vedete la governance è di tipo duale), il prof. D'Isidoro per la regione Marche e il Segretario nazionale di CNA Silvestrini. Ho ringraziato dell'invito il Direttore Giancarlo Gagliardini. Ho potuto conoscere una realtà operativa di peso e molto interessante. Nata dalla fusione di cinque confidi di area CNA, Fidimpresa Marche ha un portafoglio garanzie in essere di 166 milioni di euro a fine 2007. E' un interlocutore tenuto in gran conto dalle banche (presenti massicciamente alla serata). Con la Banca popolare di Ancona (gruppo UBI) ha integrato la procedura di istruttoria. Ha i numeri per trasfomarsi in 107, e affronterà questo passaggio con un assetto di governance articolato, che dà spazio ai soggetti provinciali entrati nell'aggregazione. Sulla governance è bene aver raggiunto un equilibrio sulla base del quale si possono ora affrontare gli snodi organizzativi e gestionali del passaggio a 107. Altri confidi si accingono ad aggregarsi e, contestualmente (o quasi), a trasformarsi, con percorsi indubbiamente più complicati.
Serata bella, come il luogo del convegno, Villa Boccabianca, a Cupra marittima. Nella cena che è seguita abbiamo discusso piacevolmente di confidi ed altro con il direttore Gagliardini e con Carlo Lucarelli, Presidente della Società Regionale di Garanzia Marche, che verso Fidimpresa opera come garante di secondo livello, nell'ambito di un'operatività intersettoriale. Ci siamo trovati in piena sintonia sull'agenda delle priorità.
La serata si è conclusa con una sfilata (sorpresa preparata da Orietta Baldelli, coordinatrice CNA di Ascoli) nel corso della quale abbiamo ammirato i gioielli dei maestri orafi del network Art for job, gli abiti da sera creati dalle ragazze dell'Istituto professionale per la moda (che li indossavano con una certa audacia unita a candore) e abiti da sposa esclusivi (molto ammirati, e in parte il merito va alle ragazze più grandicelle che li sfoggiavano). Ero completamente a mio agio nel clima festoso, elegante e familiare che si è creato, anche per merito dell'ottimo Verdicchio che aveva accompagnato la cena. Nelle Marche si godono le bontà del mare, e quelle della campagna, preparate con la genuina raffinatezza che accomuna la cucina delle regioni adriatiche.
Guidando sulla via del ritorno pensavo che l'Italia è un paese molto vario. Le Marche sono una regione pure molto varia. Una regione che esporta manufatti in tutto il mondo, ma fiera della sua dimensione locale: ne è prova il mercato del credito, dove dominano i brand regionali. Persone schiette, operose, ricche di inventiva, che apprezzano le cose belle e la compagnia. In questa varietà di accenti e di caratteri, mi sono sentito a casa.

Luca
Fri 13 Jun 2008, 03:34 PM - Stampa
I confidi artigiani hanno un nuovo coordinatore nazionale, che ho il piacere di conoscere bene: è Leonardo Nafissi, direttore di COFIRE, confidi artigiano di secondo livello dell'Umbria, e da tempo figura chiave di FedartFidi. Leonardo avrà il non facile compito di coordinare (appunto) i percorsi evolutivi dei suoi associati nei prossimi mesi. Come lui stesso ha dichiarato (v. comunicato):
Il sistema dei Confidi - è in una fase di grande evoluzione. Così come è avvenuto e sta avvenendo nel settore bancario, si va verso processi di aggregazione per superare le debolezze di un sistema troppo frammentato e in alcune aree del Paese, come il Sud, spesso inadeguato a corrispondere alla domanda delle imprese. Anche l'Umbria sta attraversando questa fase di profonda trasformazione. Ma è soprattutto il mercato e non solo Basilea 2 ad imporre una forte spinta all'evoluzione. E' radicalmente mutato il sistema bancario ed il suo rapporto con l'impresa, ed i centri decisionali, nella maggioranza dei casi, si sono spostati altrove. Conseguentemente, l'evoluzione dei Confidi - ha concluso - non è più solo una scelta strategica, ma diventa una necessità ineludibile per poter continuare ad assistere le imprese sul versante finanziario.
Gli auguriamo di cuore buon lavoro, e che non gli vengano mai a mancare l'estro, la duttilità e la determinazione che servono per farsi ascoltare dal mondo variegato e sanguigno dei confidi artigiani.
Luca
Fri 13 Jun 2008, 03:29 PM - Stampa
SICILIA: ASSESSORE BILANCIO INCONTRA RAPPRESENTANTI DEI CONFIDI
(ASCA) - Palermo, 12 giu - L'Assessore regionale siciliano al Bilancio Michele Cimino ha incontrato, presso la sede del Dipartimento Finanze e Credito, i rappresentanti dei consorzi fidi, al fine di condividere con il mondo imprenditoriale un importante passaggio operativo della l.r. n. 11/2005 riguardante le agevolazioni alle micro, piccole e medie imprese per l'accesso al credito. In particolare, e' stata presentata la nuova modulistica, elaborata per l'integrazione fondo rischi e semplificata rispetto al passato dall'introduzione di un software, creato dallo stesso Dipartimento, che costituira' un importante supporto ausiliare per i confidi, i quali usufruiranno di un'efficace guida operativa, e che, al tempo stesso, consentira' agli uffici della Regione di ridurre i tempi tecnici per la definizione delle istruttorie. La modulistica in oggetto e', inoltre, conforme ai requisiti di ammissibilita' ed ai criteri di selezione approvati all'interno dell'obiettivo operativo del PO-FESR 2007-2013, n* 5.1.3.6; cio' consentira' l'utilizzo di risorse comunitarie in aggiunta a quelle gia' stanziate in bilancio.

Luca
Wed 11 Jun 2008, 09:53 PM - Stampa
Cari visitatori, dato che negli ultimi tempi noto un calo di vivacità, voglio stimolare la vostra curiosità con un quesito. Lo spunto mi è venuto da questo sito nel quale si presenta un prodotto innovativo di credito a medio termine con garanzia confidi.
Con l'aiuto di un esempio, si dimostra la netta convenienza di una convenzione che preveda un elevato deposito cauzionale da parte dell'impresa mutuataria in cambio di una riduzione dello spread bancario e della commissione di garanzia. Con i numeri ipotizzati sul sito, si arriva ad un tasso annuo effettivo globale (TAEG) "di filiera", comprensivo del costo della garanzia, che nel caso tradizionale è il 6,13%, mentre nel caso con alto deposito cauzionale scende sensibilmente, portandosi al 4,86%.
L'esempio mi ha stuzzicato, e mi sono armato di Quantrix modeler (voi potete usare Excel, se preferite) per ricostruire i dati. In effetti sono riuscito a ricostruire il 4,86% del caso innovativo, mentre non mi ritrovo esattamente con il risultato nel caso tradizionale (il mio dato è dello 0,3% più basso, rimarrebbe comunque una convenienza dell'1% circa). Ma ..., c'è un ma. Quali elementi entrano nel piano finanziario che sottostà ai valori così calcolati? Il procedimento utilizzato è corretto? Come cambiano i valori adeguando il procedimento?
Giro queste domande ai "solutori più abili" che si dilettano con la matematica finanziaria. Potremo poi discutere i risultati ottenuti, magari interloquendo con la società che ha ideato questa struttura e la promuove in ragione dei vantaggi che porterebbe a imprese mutuatarie, confidi e banche.

Luca

Post scriptum: Trovate le mie ipotesi di soluzione qui.
Wed 11 Jun 2008, 06:47 PM - Stampa
Domani interverrò al convegno su Credito e garanzia, il nuovo ruolo dei Confidi, organizzato da Fidimpresa Marche in occasione dell'Assemblea ordinaria dei soci (v. comunicato).
Sarà l'occasione per conoscere meglio questa realtà interessante, nata dalla fusione dei cinque confidi artigiani di area CNA che operavano nella regione.
L'evento si terrà a Cupra marittima alle 18.30 presso Villa Bocca Bianca.

Luca
Wed 11 Jun 2008, 04:16 PM - Stampa
Segnalo questo interessante articolo dal sito di TDWI, una società di ricerca e formazione su temi di informatica direzionale. Si parla della proposta della SEC di rendere obbligatorio il reporting in formato XBRL dal 2009, cominciando dalle società con capitalizzazione di borsa sopra i 5 miliardi di dollari. Si constatano i progressi fatti con la diffusione volontaria di XBRL, una tecnologia che oggi è supportata dalle principali soluzioni gestionali e ERP. L'adozione obbligatoria dovrebbe quindi essere meno traumatica di quanto le società paventano.
Confortiamoci del fatto di aver investito, con i nostri progetti XBRL italiani, su una tecnologia strategica, e per nulla campata per aria. Rendiamoci conto di aver (inconsapevolmente!) acquisito un vantaggio rispetto a molti altri paesi. Non buttiamolo via.

Luca
Wed 11 Jun 2008, 03:47 PM - Stampa
Recentemente Charles Hoffman ("padre" di XBRL, come riportato qui) ha inaugurato il sito Financial Reporting Using XBRL, completamente dedicato a XBRL. Tra le sezioni più interessanti ci sono il blog e una sezione dedicata a XBRLS (Extensible Business Reporting Language - Simple). Lo sviluppo di questo "dialetto" XBRL nasce dalla necessità di rendere lo standard utilizzabile anche a chi non ne è esperto, seguendo tre linee guida: (1) sfrondandolo delle parti non essenziali, (2) rendendolo più facilmente mappabile su un modello relazionale, (3) ma soprattutto fornendo un approccio basato sui modelli (pattern) da rappresentare e non sulle specifiche tecniche.
Nel nostro piccolo, anche noi abbiamo cercato di seguire questo approccio verso una semplificazione dello satandard nei vari progetti XBRL cui abbiamo contribuito (come si può vedere da questa presentazione in cui si parla di "XBRL Slim" e dagli strumenti software che abbiamo sviluppato per generare tassonomie e istanze XBRL utilizzando Excel e Quantrix).
Pare che XBRL Iternational stia guardando con grande interesse a questa evoluzione; se si dimostrerà vincente, ne risentiremo parlare (the proof is in the pudding).

Davide
Tue 10 Jun 2008, 18.30 - Stampa
In attesa di vedere pubblicata in Gazzetta Ufficiale la seconda Comunicazione sugli aiuti di stato concessi in forma di garanzia, riportiamo gli elementi di novità contenuti nel Working Document pubblicato lo scorso 20 maggio dalla Commissione. Lo trovate qui in versione inglese.
La principale modifica riguarda le condizioni di applicabilità del metodo a premio unico, previsto per i regimi di garanzia alle Pmi. Il nuovo documento eleva a 2,5 milioni (era 1,5 milioni nelle precedenti versioni) l’esposizione di prestiti garantiti, al di sotto della quale è concessa facoltà di applicare un premio annuo unico a tutte le imprese del regime.
Si ribadisce che il calcolo di tale commissione “consolidata” deve coprire le perdite attese, i costi operativi del regime ed assicurare un’equa remunerazione del capitale. Nonostante le perplessità avanzate dagli operatori, in particolare da AECM, si conferma quindi l’inclusione dei costi amministrativi e si specifica che essi devono almeno coprire i costi di valutazione iniziale del rischio dei beneficiari, unitamente all’attività di monitoraggio e gestione dello stesso.
A titolo esemplificativo viene inoltre fornita una misura dell’incidenza di tali costi amministrativi, ponendola pari ad una percentuale annua dello 0,1% del garantito.
E' stato infine specificato che la normativa si applica, con la sola eccezione delle garanzie concesse sui crediti all’esportazione, a tutti i settori dell’economia, includendovi dunque anche le garanzie concesse ad imprese operanti nel settore agricolo, della pesca e dei trasporti.
A distanza di quasi un anno dalla prima proposta di revisione rimaniamo in attesa della versione ufficiale.

Eleonora
Tue 10 Jun 2008, 09:28 AM - Stampa
IMPRESE: NASCE IN SICILIA IL PIU’ GRANDE CONFIDI DEL SUD

(AGI) - Palermo, 9 giu. - Nasce in Sicilia il piu’ grande Confidi del Mezzogiorno, con circa 250 milioni di euro di affidamenti garantiti e mezzi propri per 20 milioni. E’ il frutto della fusione dei Confidi di Trapani ed Enna con Fidimpresa, la realta’ che raggruppa i consorzi fidi della Sicilia orientale: Catania, Siracusa e Ragusa. Sara’ presentato domani, alle 10.30, nella sede di Confindustria Sicilia, alla presenza del presidente di Fidimpresa, Nicola Garozzo. (AGI)
Avevamo dato notizia lo scorso settembre della precedente fusione tra Catania, Siracusa e Ragusa. A differenza di altre regioni meridionali, la Sicilia ha innescato un tumultuoso processo di crescita dimensionale dei confidi, sia mediante fusioni, sia con politiche di espansione territoriale ed extra-settoriale.

Luca
Mon 9 Jun 2008, 11:51 AM - Stampa
Venerdì scorso ho fatto una rapida incursione al seminario sui confidi 107 organizzato da Confiteor. Purtroppo non ho potuto ascoltare i relatori della mattina (tra cui Lorenzo Gai, Claudio D'Auria e Fabrizio Mandrile). Durante il caffé ho conosciuto Gianni Cicogna di Pegaso 2000, la società di informatica bancaria di Perugia che ha, tra l'altro, sviluppato la piattaforma web per la gestione delle pratiche di fido e la rendicontazione banche-confidi, utilizzata anche dal gruppo Unicredito. A quanto ho inteso, questa società vuole sviluppare la sua presenza nel nascente mercato dei sistemi gestionali per i 107, dove l'offerta sta diventando ricca, per non dire affollata: oltre alle soluzioni Pratico Galileo-Finetwork, ben collaudate nel mondo 106, abbiamo diversi competitor di estrazione bancaria, tra cui Iside, Delta Dator-Phoenix ed Engineering. Ci sono importanti manovre in atto, e mi è giunta voce di accordi che due importanti associazioni di confidi hanno concluso con due (rispettivi) fornitori di riferimento. So di altri nomi che hanno annunciato progetti "107", ma li ho sentiti meno spesso negli ultimi tempi. Se avete informazioni da aggiungere, saranno gradite.
Tornando al convegno, ho seguito con interesse l'intensa presentazione di Manlio Genero (Deloitte) sulla funzione di controllo, da cui è emerso che i confidi dovranno digerire anche il piattone compliance, che non è ancora vigente per i 107, ma sarà quasi certamente servito nei prossimi mesi (è la stessa opinione che il nostro Flavio A. esprimeva qui). Nel mio intervento ho parlato degli effetti di attenuazione del rischio per le banche delle garanzie confidi, considerando i casi della garanzia personale 107 e della tranched cover, presentando alcuni esempi di calcolo. Sono poi dovuto scappare per tornare a casa, dove la sera abbiamo festeggiato mia moglie Cristina che mi ha raggiunto sulla scala anagrafica.
Quaranta iscritti paganti alla seconda edizione di un seminario sui 107 segnano un interesse ancora alto per la materia.

Luca
Fri 6 Jun 2008, 19.41 - Stampa
Amici visitatori, ho la sensazione che in questo periodo siamo tutti un po' affaticati, sarà per questo tempo incerto e piovoso. Il nuovo quadro e clima politico post-elettorale ha suscitato in molti, al di là degli schieramenti, la speranza di un cambiamento in meglio, nell'interesse comune. Stiamo però facendo i conti con problemi urgenti (emergenza rifiuti, Alitalia), che sono più coriacei e complicati di quanto piacerebbe.
Il rischio di impasse e sfiducia minaccia anche gli ambiti di cui ci occupiamo nel nostro piccolo progetto smefin: confidi, rapporti banche-imprese, aiuti pubblici alle PMI, consulenza e comunicazione finanziaria.
In questo clima ho appreso con piacere dagli amici di Infocamere che il Registro imprese ha già ricevuto nel 2008 5000 pratiche di bilancio con l'allegato XBRL, pur in assenza di un obbligo. E' un piccolo cambiamento, frutto di vari anni di lavoro, tra non pochi ostacoli. Per quanto prosaica sia la materia dei bilanci in formato elettronico, è un segnale che fa ben sperare per problemi più gravi e più grandi.
Per non disilludersi, occorre andare verso i problemi, farsene carico, ragionarci e lavorarci sopra. Non abbiamo soltanto emergenze da prima pagina, sono numerose le situazioni che aspettano squadre di coraggiosi che prendano l'iniziativa, dal basso, in maniera ordinata e coordinata. Senza questo livello di azione, il Governo e le Amministrazioni regionali fanno una fatica enorme a decidere il da farsi, e ad attuarlo. Ed è un vero peccato, perché le intelligenze ci sono (spesso sottoutilizzate) e anche i soldi da spendere.
Non siamo un paese povero.

Luca