Sat 30 Jan 2010, 09.16 - Stampa
Nicola, un gentile frequentatore del blog, ha giustamente richiamato la mia attenzione su un bando del Ministero dello sviluppo economico pubblicato il 30/12/2009. Lo presento citando dal comunicato del Ministro Scajola:
Nuova boccata d’ossigeno dal Governo per l’innovazione nelle piccole e medie imprese. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha infatti firmato gli avvisi pubblici per dare attuazione al Fondo Nazionale Innovazione, che dispone di una dotazione di circa 60 milioni di euro.
“Si tratta di una misura che rende disponibili risorse finanziarie per l’innovazione attraverso un meccanismo di condivisione del rischio di credito e di investimento a favore delle banche e di altri intermediari finanziari che sovvenzionano progetti innovativi collegati ai brevetti”, ha spiegato il ministro Scajola ricordando che “con questo intervento intendiamo rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’incontro tra domanda ed offerta di finanziamento per progetti basati su idee innovative e sullo sfruttamento industriale di brevetti e altri titoli della proprietà industriale aumentando la loro capacità di attrarre finanziamenti”.
“I brevetti”, ha precisato Scajola, “sono strumenti fondamentali per creare valore economico e pertanto vanno incentivati. Gli avvisi pubblici appena diffusi sono quindi uno strumento importante per stimolare la ricerca ed aumentare la competitività delle aziende italiane”. In particolare, gli avvisi pubblici si riferiscono alle due macroaree di intervento individuate dal Decreto Ministeriale del 10 marzo 2009: il finanziamento di debito, a cui vengono destinati 37,5 milioni di euro, e il capitale di rischio, a cui sono assegnati 20 milioni di euro. I due interventi entrano in vigore il 30 dicembre 2009 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Una particolarità di questi strumenti di intervento è di essere collegati al contratto di rete, previsto dalla Legge Sviluppo. In tal modo avranno la possibilità di usufruire di questi finanziamenti anche le imprese che partecipano ad un contratto di rete relativo alla valorizzazione di un brevetto, comprese quelle che non ne sono direttamente titolari.
Gli avvisi pubblici attuano il Decreto 10 marzo 2009, Partecipazione delle piccole e medie imprese al «Fondo nazionale per l'innovazione». Il primo avviso (con Allegato) riguarda la selezione di banche o intermediari vigilati per la realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare a piccole e medie imprese a fronte di progetti innovativi basati sull'utilizzo economico di brevetti. L'importo unitario massimo dei finanziamenti è di 3 milioni di euro. L'aiuto pubblico si tradurrà nella sottoscrizione dell'80% della tranche di prima perdita di tali portafogli. L'articolo 6 dell'avviso è molto preciso al riguardo:
1. Il portafoglio di esposizione creditizie di cui all'articolo 3 viene suddiviso in due distinte classi: una tranche junior, esposta al rischio di prima perdita (first loss) del portafoglio e una tranche senior, con grado di subordinazione minore.
2. L'intervento del Ministero è attuato attraverso la costituzione in pegno, mediante impiego delle risorse del F.N.I., di un cash collateral infruttifero in favore del soggetto proponente, per un importo pari alla tranche junior.
3. Per effetto dell'intervento del Ministero di cui al presente avviso, la classe di merito creditizio della tranche senior deve essere corrispondente alla quinta classe della Tabella n. 1 riportata nel Titolo 2, Capitolo 2, Allegato A, della Circolare n. 26312006. La predetta classe di merito creditizio della tranche senior e i conseguenti punto di stacco e spessore della tranche junior sono determinati applicando l'approccio della formula di vigilanza (Supervisory Formula Approach) di cui alla Circolare n. 263/2006, ovvero tramite certificazione del rating da parte di una agenzia esterna di valutazione del merito di credito riconosciuta dalla Banca d'Italia.
Anche per il calcolo dell'intensità di aiuto, si adotta una metodologia evoluta, riferita ai premi esenti in funzione della classe di rating del beneficiario. La selezione delle offerte avviene in base ad un set di criteri di qualità organizzativo-funzionale, e convenienza del costo del credito alle imprese. Idee simili erano state sperimentate nel bando Made in Lombardy, della Regione Lombardia. Che dire di questo nuovo progetto? E' positivo il fatto di mobilitare le importanti risorse del Fondo Nazionale Innovazione a favore di filiere di imprese innovative (vedi contratto di rete). Auguro tutto il successo possibile, ma non posso fare a meno di segnalare alcuni ostacoli che potrebbero porsi lungo il cammino:
  • parliamo di un segmento di domanda molto specifico, e di iniziative che si devono organizzare secondo modelli (contratto di rete) da collaudare; immagino che il Ministero abbia preliminarmente sondato i potenziali aderenti (imprese e banche) chiedendo: "Sareste pronti?";
  • la tecnica della tranched cover richiede alto frazionamento del portafoglio e incertezza contenuta dei tassi di default; con esposizioni unitarie fino a 3 milioni di euro, che finanziano attivi ad alta incidenza di intangibles, si possono avere incidenze pure molto alte e variabili delle perdite unitarie sulla tranche equity (37,5 milioni / 0,8 = 47 milioni circa da dividere tra uno o più aggiudicatari); di qui la difficoltà per questi ultimi di pesare la robustezza del credit enhancement;
  • ai fini di Basilea 2 il meccanismo risulta efficace solo per banche con IRB avanzato;
  • non è facile costruire una scala di valutazione comparativa delle offerte per due motivi, (a) perché gli input sono molteplici (spread creditizi per classi di rating) e (b) perché sono espressi come impegni della banca offerente, e non è facile imporne il rispetto nell'esecuzione del programma che dipende dall'effettiva domanda da parte delle imprese.
In ogni caso si tratta di un esperimento interessante, dal quale si potranno imparare cose utili anche per programmi creditizi meno sofisticati.

Luca
PS: Non c'è spazio per trattare del secondo avviso (con allegato) che riguarda l'individuazione di uno o più soggetti gestori di Fondi mobiliari riservati di tipo chiuso di capitale di rischio diretti alla partecipazione nel capitale di PMI. Del private equity parleremo in un altro post.
Sat 30 Jan 2010, 09.09 - Stampa
Nicola e Gabriele mi ricordano opportunamente che nel testo della Finanziaria per il 2010 approvato con la legge n. 191 del 23 dicembre 2009 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2009, è previsto un intervento del Fondo finanza d'impresa a favore dei confidi. Nello specifico, l'articolo 2, commi 37 e 38, dispone quanto segue:
37. Al fine di assicurare efficace sostegno alle iniziative di rilancio produttivo e di tutela occupazionale nelle aree a piu' alto tasso di ricorso alla cassa integrazione, nonche' per potenziare gli strumenti di tutela della stabilita' dell'occupazione, nell'ambito delle risorse del fondo di garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, una quota di 10 milioni di euro e' destinata agli interventi in favore dei consorzi dei confidi delle province con il piu' alto tasso di utilizzazione della cassa integrazione. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalita' attuative del presente comma.
38. I fondi derivanti dal decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35, che alla data di entrata in vigore della presente legge risultino ancora nella disponibilita' dei competenti confidi, possono essere altresi' utilizzati dagli stessi per le finalita' previste dal comma 37 del presente articolo.
Queste risorse serviranno probabilmente per ricostituire patrimonio e fondi dei confidi che hanno garantito aziende di filiere territoriali andate in crisi. Purtroppo i destinatari che ne hanno bisogno sono numerosi. L'intento è lodevolissimo, ma la cifra, da distribuire sul territorio nazionale, mi pare esigua, e sarà complicato distribuirla.

Luca
Fri 29 Jan 2010, 17.34 - Stampa
Claudio D'Auria mi ha segnalato il testo dell'audizione alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato del Direttore generale del gruppo MPS, Antonio Vigni. Oltre ad una chiara sintesi dello stato dell'economia e del mercato del credito, Vigni delinea i segmenti tipo della domanda di credito:
Le informazioni provenienti dalla rete del Gruppo, in questo inizio del 2010, confermano che le richieste di credito sono, prevalentemente, motivate da esigenze di riposizionamento del debito e da investimenti in energie rinnovabili; qualche timido segnale di ripresa per programmi a medio termine e per acquisitions di PMI. Il mercato appare segmentato tra:
  • Aziende con rating elevato, solide competitive e dinamiche: hanno forte potere contrattuale e riescono a spuntare tassi ridotti;
  • Aziende che hanno retto alla crisi grazie soprattutto all’adeguamento della struttura dei costi: domandano credito prevalentemente per esigenze di liquidità e di ristrutturazione del credito;
  • Aziende in difficoltà: utilizzano molto strumenti come moratorie, sospensioni,…., si appoggiano ai Confidi e agli Enti Locali.
Claudio mi faceva osservare la corrispondenza che pare stabilita, nel testo citato, tra difficoltà aziendali e ricorso ai confidi. Aggiungeva che i confidi non possono stare in piedi operando esclusivamente con imprese a rischio. E' vero, come per qualsiasi assicuratore. E in effetti è una bella sfida per i confidi: dare un servizio di valore alle imprese robuste senza smettere di aiutare le imprese più deboli.

Luca
Thu 28 Jan 2010, 19.30 - Stampa
Questa news ASCA anticipa alcuni dei risultati del rapporto Fedart presentato oggi (vedi ns post):
(ASCA) - Roma, 28 gen - I Confidi veri e propri ammortizzatori della crisi economica per gli artigiani e le pmi. Nel 2008 hanno garantito finanziamenti per 6.275 milioni a 702.025 artigiani e piccole imprese pari al 41% del totale, in crescita rispetto ai 6.088 milioni erogati nel 2007; un trend positivo che viene confermato anche nei primi 6 mesi del 2009 con quasi 3,6 milioni di euro garantiti. E' quanto emerge dall'analisi dei 191 Confidi artigiani diffusa oggi a Roma da Fedart Fidi, la Federazione nazionale unitaria dei consorzi e cooperative artigiane di garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani e presieduta da Daniele Alberani.
La media dei finanziamenti garantiti nel 2008 e' di 33 milioni, con un grado di penetrazione del 41%, con quasi 1 artigiano su due che si rivolge ai Confidi per risolvere le proprie esigenze finanziarie e di rapporto con il sistema bancario. A fronte di questi risultati Alberani ha sollecitato interventi di rafforzamento patrimoniale del sistema, per ottimizzarne il ruolo di facilitatori dell'accesso al credito per le Pmi. La classifica delle Regioni piu' attive vede in testa il Veneto con 1.288 milioni di euro di finanziamenti, seguito da Toscana con 1.112 milioni, Lombardia (842) e Marche (556). Quanto ai dati del primo semestre 2009, i Confidi hanno conseguito un tasso di sofferenza medio pari al 5,1% rispetto al 6,9% registrato dal sistema bancario per i finanziamenti al settore artigiano. I tassi medi praticati si mantengono piu' bassi di quelli di mercato, con una riduzione del gap tra quelli a medio termine (4,9%) e a breve (5,4%). L'analisi mette in luce anche la funzione del sistema nella prevenzione del fenomeno dell'usura: il 67% gestisce gli speciali fondi antiusura, consentendo il rientro nei circuiti legali di finanziamento a migliaia di piccole imprese. Nel 2008 hanno effettuato 1.614 operazioni, per un importo complessivo di finanziamenti concessi pari a 57,1 milioni di euro.
Aspetto di leggere il rapporto completo. Amici intervenuti alla presentazione mi riferiscono che contiene delle novità rispetto alle precedenti edizioni: dati sugli aspiranti 107, sui 107nograzie, approfondimenti sulle azioni anti-crisi.

Luca
Thu 28 Jan 2010, 11.44 - Stampa
Da un Comunicato della Regione Puglia:
Gli interessi bancari sotto gli occhi dei cittadini. Da oggi i tassi praticati dagli istituti di credito che lavorano con i bandi regionali saranno visibili in tempo reale sul portale dell’Assessorato allo Sviluppo economico www.sistema.puglia.it. Così la Regione Puglia dà vita ad un’esperienza inedita in Italia. Dopo aver creato una pagina dinamica che elenca nomi delle banche e numero di pratiche avviate, svela un altro tabù: i tassi di interesse. Lo fa per sollecitare le banche a non chiudere i rubinetti del credito ma allo stesso tempo le induce a concederlo alle giuste condizioni. Si scopre così che i tassi praticati sugli investimenti incentivati dai bandi regionali possono avere una differenza di oltre 6 punti percentuali, da un minimo di 1,26% ad un massimo di 7,78% e che il picco minimo e massimo può essere toccato sia dalle banche locali che da quelle nazionali.
Novità anche per le aziende che hanno bisogno di garanzie per poter ottenere un mutuo. Sono otto i Consorzi Fidi che si sono aggiudicati le risorse della manovra anticrisi per la costituzione di fondi di garanzia. Il bando mette a disposizione 50milioni di aiuti pubblici, capaci di mobilitare prestiti bancari al sistema delle imprese per 1 miliardo di euro. Destinatarie di questa agevolazione oltre 33mila imprese socie dei Confidi.[...]
Da oggi le piccole e medie imprese hanno a loro disposizione anche le garanzie attivate grazie all’Avviso a favore di Cooperative di Garanzia e Consorzi Fidi per la dotazione di fondi rischi. Si tratta di 50milioni di euro capaci di mobilitare prestiti per 1miliardo. Sono otto le Cooperative e i Consorzi Fidi destinatari delle risorse (Co.Fidi Puglia, L’artigiana Cooperativa artigiana di Garanzia di Lecce, la Cooperativa artigiana di Garanzia di Bari, Artigianfidi Società cooperativa, Società di Garanzia fra Commercianti, CNA Cooperativa artigiana di Garanzia di Credito, Fidindustria Puglia, Cofidi Commercianti di Capitanata Società cooperativa) e coinvolgono 33.402 imprese aderenti. Le aziende interessate dovranno inoltrare la richiesta direttamente alle Cooperative di Garanzia e ai Consorzi Fidi che attraverso la procedura on line attivata dal portale www.sistema.puglia.it, generano il modulo della domanda e verificano, grazie al sistema, che il tetto massimo consentito dall’incentivo non sia superato. Se la richiesta è ritenuta ammissibile, viene inoltrata alle banche che aprono l’istruttoria. Dopo la concessione del prestito il Confidi attiva la garanzia che può coprire fino all’80% dell’investimento che a sua volta non può superare il milione e mezzo di euro.
Vedo in questa iniziativa un segnale positivo. I dati di tasso pubblicati sul portale regionale andrebbero analizzati per essere confrontabili, trattandosi di operazioni che prevedono aiuti pubblici erogati in varie modalità.
Insieme con l'iniziativa trasparenza, la Regione ha annunciato apporti ai fondi rischi di confidi, che sono riconosciuti in maniera selettiva ad otto dei ben più numerosi confidi pugliesi (ricordo che la Puglia nel ns portalino non conta nessun confidi aspirante 107, come anche l'Umbria, la Campania, il Molise e la Basilicata).
Un saluto al dott. Pellegrino che ho rivisto a fianco della vice-presidente Loredana Capone nel video della conferenza stampa.

Luca
Thu 28 Jan 2010, 08.43 - Stampa
Dal Sole 24 ore:
Il subemendamento Lannutti, firmato anche dal capogruppo dell'Idv al Senato, Felice Belisario, e dai senatori del gruppo Fabio Giambrone e Alfonso Mascitelli, prevede in particolare che «il trattamento economico omnicomprensivo dei componenti dell'organo di amministrazione, dei direttori generali e dei dirigenti con responsabilità strategiche di banche ed istituti di credito, nonché delle società quotate, non possa superare il trattamento annuo lordo spettante ai membri del Parlamento».
Lo stesso emendamento prevede che:
«i sistemi retributivi degli amministratori e dei membri del Consiglio d'amministrazione degli istituti di credito non debbano essere in contrasto con le politiche di prudente gestione del rischio della banca e con le sue strategie di lungo periodo, stabilendo altresì il divieto di includere le stock option» tra gli emolumenti e le indennità di cui beneficiano gli stessi manager.
Sul secondo punto si può essere d'accordo, le stock option sono state utilizzate spesso male e hanno premiato politiche commerciali e di assunzione del rischio aggressive (ma serve una norma di legge?). Sul primo c'è da preoccuparsi: che c'azzeccano (per usare un gergo caro al partito proponente) i membri del CdA, i top manager delle banche (dalla BCC con 10 dipendenti a Unicredit e Intesa) e delle società quotate, con i parlamentari? E chi ci garantisce che la norma non produca un aumento dello stipendio di onorevoli e senatori, e non il contrario?
Il populismo spopola anche da noi. Come ricetta anti-crisi promette malissimo.

Luca
Mon 25 Jan 2010, 23.01 - Stampa
Ho ricevuto da Google alert una news AGI che segnala questo importante appuntamento:
Roma: Artigiani - La Federazione dei Confidi presenta il bilancio di un anno di attivita' per facilitare l'accesso al credito da parte delle piccole imprese e la ricerca sui consorzi aderenti a Fedart Fidi (Sala Capranichetta, piazza Montecitorio 131, ore 9,30).-
Trovate il depliant sul sito di Fedart Fidi. Dopo il saluti del presidente Daniele Alberani e la presentazione della ricerca 2009 da parte del coordinatore Leonardo Nafissi, è prevista una relazione di Giorgio Gobbi (Banca d'Italia) sul finanziamento delle Pmi e il ruolo dei confidi, seguita da una tavola rotonda moderara dal co-coordinatore Fedart Bruno Panieri e animata da illustri esponenti di gruppi bancari, conferenza delle regioni, Unioncamere e Confederazioni Artigiane.

Luca
Mon 25 Jan 2010, 22.18 - Stampa
La collega Paola de Vincentiis vorrebbe raggiungere tramite il blog il maggior numero possibile di confidi italiani per chiedere la loro collaborazione a un interessante progetto di ricerca del quale è coordinatrice. Paola non ha bisogno di presentazione tra gli addetti ai lavori, essendo la curatrice del bel volume I confidi e il credito alle Pmi edito da Bancaria Editrice nel 2007. Ospito molto volentieri la sua comunicazione/invito:
Il sistema dei confidi in Italia
Il Dipartimento di Economia Aziendale dell'Università di Torino, Facoltà di Economia, in collaborazione con Finlombarda, sta effettuando una mappatura dei consorzi fidi in Italia. Il perimetro di analisi include tutti i confidi che risultavano iscritti agli albi di Banca d'Italia, ex. art 106 e 107, al primo dicembre 2009. Oltre ad analizzare i bilanci del triennio 2006-2008, il gruppo di ricerca sta somministrando un questionario, facendo precedere l'invio da una telefonata mirata ad individuare la persona più adatta per la compilazione. Il questionario è in formato excel ed è articolato in 5 aree tematiche. Verranno inclusi nell'analisi tutti i questionari pervenuti entro il 20 febbraio 2010. La ricerca sarà ultimata entro fine aprile 2010.
Il coordinatore della ricerca è Paola De Vincentiis, professore associato di Economia degli Intermediari Finanziari (tel: 011-6706043, e-mail: devincentiis@econ.unito.it).
Come noterete, il questionario (scaricabile qui) ha un contenuto informativo molto ricco, e può essere utile anche se compilato parzialmente. Per ogni domanda di chiarimento (e per inviare il questionario compilato) potere contattare la prof.sa De Vincentiis per mail.
Penso che valga la pena per i confidi raccogliere questo invito. La ricerca sarà pubblicata, e ci sarà quindi un ritorno informativo per tutto il sistema. Questa rilevazione può inoltre essere la tappa di un percorso più ampio (al quale potrebbero collaborare vari soggetti, come altre università e associazioni) che porti a rilevare sistematicamente i dati organizzativi e di bilancio della popolazione dei confidi italiani, o di quella parte che ci tiene a farsi conoscere.

Luca
Mon 25 Jan 2010, 22.00 - Stampa
Il collega Lorenzo Gai mi segnala la quarta edizione del convegno nazionale su "I confidi e il credito alle Pmi". L'evento si terrà a Firenze il 18 febbraio presso l'Università di Firenze, Aula Magna della Facoltà di Economia, polo universitario, ingresso V.le Guidoni. Scaricate qui il depliant di invito. Il convegno prevede una (ragionevole) quota di iscrizione.

Luca
Mon 25 Jan 2010, 10.23 - Stampa
Commerfin è un confidi di 2°/3° grado promosso da Confesercenti. L'AD dott. Triolo, che ringrazio, ha fatto sapere tramite l'amico dott. Arzarello che è in corso la preparazione della domanda di iscrizione a 107. Deve essere presentata entro agosto di quest'anno. Al momento ho censito sul portalino tre previste domande: oltre a Commerfin, Cooperfidi Italia e Mediocom Liguria. Sono benvenute altre segnalazioni.

Luca
Sat 23 Jan 2010, 09.08 - Stampa
Nel mio recente viaggio in Abruzzo mi sono fermato sulla via del ritorno, per un incontro da tempo pianificato con i fratelli Nicola e Gabriele Iuvinale. Nicola e Gabriele sono avvocati in Teramo, e assidui frequentatori del blog. Da diversi mesi ci scambiavamo frequenti email per segnalare fatti, articoli e scambiarci opinioni. Conoscendoli di persona, ho capito meglio le ragioni del loro interesse per le questioni di cui mi occupo.
Conosco diversi avvocati. Mi sono fatto l'idea che la loro professione è l'applicazione di talento individuale a casi singoli. L'avvocato non serve nella normalità della vita di una persona o di un'azienda; entra in campo quando c'è una questione specifica, di solito un contenzioso, una lite, un procedimento giudiziario. In situazioni "distese" (la stesura di un contratto, la trasformazione di una società) è sufficiente il parere del commercialista. Se vale questa visione delle professioni legali, ne deriva un modello di business teso alla massimizzazione del numero e della complessità dei casi critici per i quali l'assistenza di un avvocato è indispensabile.
A quanto mi hanno raccontato, i fratelli Iuvinale puntano invece a un servizio di igiene giuridica e prevenzione, rivolto soprattutto alle piccole imprese, a cui forniscono un'assistenza continuativa sulle decisioni che hanno implicazioni legali. In questo i rapporti bancari hanno naturalmente un peso importante.
E' lo stesso modello di consulenza continuativa che da tempo propugno per il "mio" business office con riferimento alle decisioni amministrative e finanziarie delle aziende. Un modello di offerta che crea valore per il cliente nella normalità del rapporto, soprattutto perché elimina il costo degli errori da decisioni ingenue e affrettate. Un modello che genera un flusso di ricavi ricorrenti adeguato.
Non mi invento nulla. So di molti studi che stanno organizzandosi per offrire una consulenza integrata (aziendale e legale). C'è però ancora molto lavoro da fare per superare la legge di Gresham che porta ad una concorrenza esasperata sui servizi di base (poveri di valore che non sia l'adempimento di obblighi contabili e fiscali) e al gap di offerta (con alto costo/scarsa accessibilità) dei servizi di supporto direzionale. Dai primi un imprenditore impara poco o nulla, mentre i secondi sono un canale di diffusione di conoscenze oggi vitali.
Nicola e Gabriele lavorano con diversi confidi abruzzesi. Hanno raccolto un florilegio di casi critici (ne avevano dato un assaggio nei commenti al blog). Ad esempio, hanno fatto i conti con la crisi di identità giuscivilistica delle garanzie confidi: garanzie reali? Fideiussioni? Contratti autonomi di garanzia? Non è sempre chiaro, e nelle procedure di contenzioso possono capitare incidenti; ad esempio, i terzi garanti di un'impresa insolvente, dopo essere stati escussi da una banca, possono agire in via di regresso (si dice così?) verso il confidi in quanto co-fideiussore solidalmente responsabile.
Il nostro diritto delle garanzie sembra pensato per dare ai beneficiari facoltà di aggressione e rivalsa le più ampie possibili (pensiamo alle fideiussioni omnibus).Non è un caso che nei sistemi informativi bancari (e, di riflesso, in quelli dei confidi) le garanzie abbiano una gestione di grana grossa. I contratti di garanzia moderni, quelli disciplinati da Basilea 2, parlano invece di obbligazioni chiaramente etichettate per oggetto, grado di prelazione, condizioni di efficacia.
Perché di questi problemi del tutto pratici si discute poco o niente nei tavoli di lavoro sul diritto fallimentare e sulle convenzioni banche-confidi? Forse perché ci piace perdere tempo a chattare nel colorito e litigioso social network tra banche e aziende in difficoltà?

Luca
Fri 22 Jan 2010, 18.33 - Stampa
Una delle idee forti uscite dal convegno ABI dello scorso dicembre sul credito era questa
Coordinare l’attività dei fondi di garanzia esistenti, a partire dal ‘Fondo centrale di garanzia per le Pmi’, con l’obiettivo di definire un quadro giuridico unitario, ovvero un sistema di regole uniforme sull’intero territorio nazionale, è una priorità del sistema Paese. In tal senso l’ABI auspica il coordinamento attraverso una “Piattaforma di sistema” dei fondi di garanzia esistenti. La possibilità per tutti i soggetti coinvolti di poter utilizzare le stesse procedure consentirebbe di limitare l’effetto delle barriere di accesso ai vari strumenti e ridurrebbe l’effetto disincentivante del ricorso alle agevolazioni.
Non so se nel frattempo si siano fatti dei passi avanti, da parte dell'ABI o del Ministero dello Sviluppo Economico (sponsor dell'idea citata). Ragionando sulla proposta di un fondo di contro-garanzia per l'Abruzzo da progettare ex novo, ho pensato che l'idea della piattaforma ha dei meriti. Non mi nascondo le grandi difficoltà da superare per attuarla, sebbene si possano avere diversi livelli di condivisione dell'infrastruttura normativa, procedura e di supporto operativo in cui si tradurrebbe la piattaforma. Non è detto che si debba avere un unico portafoglio rischi, o un unico organo deliberante. Però non vedo ostacoli a definire un unico tracciato record per le domande, un'unica classificazione delle operazioni, un unico insieme di informazioni codificate alle quali applicare modelli di scoring, non necessariamente unici.
A questo punto mi viene un'altra idea: perché i promotori dell'idea non stilano un documento di consultazione e lo pubblicano sul sito del Fondo centrale, aprendo un dibattito pubblico con regioni, banche, confidi, esperti, ecc? Se di sistema ha da essere la piattaforma, sia di sistema anche l'elaborazione del progetto!

Luca
Fri 22 Jan 2010, 14.44 - Stampa
Nell'ultimo numero di Incentivionline (newsletter di MCC) si conferma l'introduzione di nuovi criteri, più larghi, per la valutazione delle domande di garanzia (qui ne ho dato notizia il 7 dicembre):
Come previsto dalla circolare MCC n. 566 del 4 dicembre 2009 [vedi allegato tecnico], parametri di valutazione più elastici sono previsti per le operazioni a breve termine (elevato l’importo ammissibile fino al 25% del fatturato attestato nell’ultimo bilancio), per le operazioni di importo ridotto fino a 25 mila euro effettuate da start up (acquisizione del solo conto economico previsionale dell’impresa beneficiaria, fermo restando l’obbligo di presentare il business plan), per la procedura semplificata (elevato l’importo ammissibile fino al 30% del fatturato dell’impresa, ovvero al 20% nel caso dei finanziamenti fino a 36 mesi) e per il microcredito (elevato a 100.000 euro l’importo massimo ammissibile ed estesa la procedura anche alle imprese che presentano una perdita in uno degli ultimi due bilanci approvati).
Novità significative sono previste per i modelli di valutazione (scoring) al fine di allargare l’ammissibilità alla garanzia pubblica. In particolare, sia per il modello di valutazione delle imprese in contabilità ordinaria operanti nel settore manifatturiero, edilizia ed alberghi (società alberghiere proprietarie dell’immobile) sia per quello delle imprese in contabilità ordinaria operanti nel settore commercio, servizi ed alberghi (società alberghiere locatarie dell’immobile), sono stati modificati valori di riferimento di due dei quattro indicatori e la sostituzione di un indicatore ritenuto non più adeguato.

Luca
Fri 22 Jan 2010, 10.14 - Stampa
Il Direttore di Credimpresa (Palermo), Antonino Rumore, mi informa dell'avvenuto presentazione della domanda di iscrizione all'elenco speciale del suo confidi. E il portalino raggiunge 31 domande (+ 8 iscrizioni).

Luca
Fri 22 Jan 2010, 07.54 - Stampa
L'altro ieri, a Pescara, si è svolto il convegno organizzato da Fidimpresa Abruzzo annunciato qui. E' stata una bella serata. L'evento ha suscitato un certo interesse, e la sala era gremita con la presenza di numerosi esponenti di confidi, associazioni, banche, istituzioni, da tutta la regione. Ne è venuto fuori un dibattito interessante. Ha introdotto i lavori Graziano Di Costanzo, direttore CNA regionale. Adriano Lunelli, direttore di Fidimpresa Abruzzo, ha presentato una relazione sull'andamento del credito alle imprese e sull'operatività del confidi in regione (molto efficace). Nel 2009 in Abruzzo l'erogazione di garanzie ha rallentato non tanto per la riduzione della domanda (le pratiche presentate sono cresciute), quanto per la cautela delle banche: l'erogato ha raggiunto poco più della metà delle operazioni proposte. Lunelli ha poi parlato della recente fusione degli 11 confidi CNA in Fidimpresa Abruzzo. Nella chiacchierata fatta prima del convegno mi aveva spiegato il modello federativo di questo confidi, caratterizzato da un forte decentramento in stretta collaborazione con le strutture locali di CNA. A livello provinciale, o cittadino, un segretario (della struttura CNA) raccoglie le domande e svolge l'istruttoria. La delibera fino ad un importo non irrilevante è competenza di un consiglio di gestione locale, formato da imprenditori associati. La struttura regionale del confidi (direttore e CdA) delibera sulle posizioni di maggiore importo e svolge le funzioni di governo e supporto operativo. I confidi che si sono aggregati hanno portato in dote un patrimonio cospicuo (circa 25 milioni di euro) che arriva quasi alla metà delle garanzie in essere (poco più di 50 milioni).
Marco Panara, direttore di Repubblica - Affari e finanza, ha introdotto la tavola rotonda disegnando molto bene gli scenari della crisi e del mercato del credito. Dopo ho parlato io, riprendendo alcune delle conclusioni del mio studio sui confidi del Mezzogiorno, calate nella realtà abruzzese. Antonio Di Matteo, DG di Tercas, ha messo in luce il peggioramento dei tassi di decadimento, con valori - in Abruzzo - superiori alla media nazionale, richiamando l'esigenza di formazione degli analisti fidi, nelle banche e nei confidi. Ha poi ripreso la parola il direttore CNA Di Costanzo, che ha indicato l'urgenza di un rafforzamento patrimoniale e di maggior trasparenza dei bilanci tra le Pmi abruzzesi. Infine il Vice-presidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, ha illustrato le linee guida del disegno di legge quadro sui confidi. L'intervento intende favorire l'aggregazione dei 48 confidi abruzzesi in 10 strutture più solide e professionali. Questo obiettivo è perseguito introducendo soglie minime di patrimonio e portafoglio garanzie necessarie per accedere ai contributi regionali. Quanto a questi, Castiglione vorrebbe puntare su un fondo regionale di co-garanzia e contro-garanzia da affidare in gestione alla FIRA (Finanziaria regionale).
Come vedete, anche in Abruzzo si confrontano visioni molto diverse in tema di confidi. Il convegno è servito a introdurre nel dibattito qualche elemento nuovo, che spero sia utile agli operatori e ai policy makers. In Abruzzo, come nel resto del paese, si ripropone puntualmente la questione di superare un assetto tradizionale che ha avuto dei meriti storici e che oggi riconosce una serie di ruoli e prerogative. Nel breve giro di interventi finali ho detto che il processo di cambiamento deve essere guidato e alimentato dal basso, verso soluzioni pensate sul campo, che fanno convergere gli interessi di confidi (e associazioni), banche, imprese e ente pubblico. Il cambiamento non deve essere forzato, né tanto meno indirizzato verso strumenti obsoleti (un rischio presente nel ddl regionale, là dove si concentrano i fondi pubblici su un veicolo di contro-garanzia non efficace per Basilea 2).
Però occorre cambiare, chiunque sostiene il contrario non guarda in faccia la realtà.
Un saluto ad amiche e amici abruzzesi di aleablog, che ho avuto il piacere di conoscere o reincontrare a Pescara.

Luca
Fri 22 Jan 2010, 00.09 - Stampa
Apprendo su segnalazione di vari amici che anche Fideo Confcommercio Palermo ha presentato domanda di iscrizione all'elenco speciale. Ne parla questo articolo di Milano Finanza e il comunicato sul sito del confidi. E con questa sul portalino siamo a 30 domande e 8 autorizzazioni.

Luca
Tue 19 Jan 2010, 09.58 - Stampa
Domani 20 gennaio, nel pomeriggio, a Pescara, interverrò al Forum organizzato da Fidimpresa Abruzzo sul tema "La crisi del credito: il ruolo dei confidi per le piccole imprese". Fidimpresa Abruzzo è una realtà interessante nata nell'aprile 2009 dalla fusione di undici enti di garanzia della rete associativa di CNA.
Mi fa molto piacere poter parlare a viva voce di un tema, quello del sistema dei confidi abruzzesi, che ha trovato spazio sul blog attirando commenti vivaci.
L'evento si terrà alle 16.30 presso l'Auditorium Petruzzi, Via delle caserme. Trovate maggiori informazioni sul depliant d'invito e su questa news.

Luca
Sat 16 Jan 2010, 11.40 - Stampa
Da una news ASCA:
(ASCA) - Torino, 15 gen - Nel corso del 2009 Unicredit, che conta 350 centri specializzati sul territorio, ha erogato 10,6 miliardi di euro di crediti al sistema delle piccole e medie imprese. Di questi finanziamenti circa un terzo e' passato attraverso la collaborazione con le associazioni imprenditoriali e il mondo dei Confidi. Grazie all'attivita' di Sos Impresa Italia, il progetto messo in piedi dalla banca di piazza Cordusio nel settembre del 2009, circa 6000 imprese sono state salvate dalla chiusura e circa 10mila sono state assistite nella regolarizzazione e nel rispetto dei pagamenti. E' quanto ha detto l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, oggi a Torino in occasione di un primo bilancio del progetto, assieme ai rappresentanti nazionali di Confartigianato, di Cna, di Casartigiani e di Confcommercio.
Sarebbe interessante sapere come hanno collaborato gli esperti della Banca e delle Associazioni (o dei confidi) nell'aiuto alle aziende. Certamente Unicredit racconterà le storie più interessanti di questo progetto.

Luca
Fri 15 Jan 2010, 16.50 - Stampa
FitchRatings ha pubblicato un paper interessante su EU Capital Requirements Directive (CRD) Retention Rule and Incentives in Securitisation (scarico gratuito con registrazione). Parla della regola che imporrebbe all'originator di una cartolarizzazione di trattenere una congrua quota di rischio degli attivi sottostanti, per evitare erogazioni sconsiderate in vista di un facile scarico agli investitori (come si è fatto con ABS e CDO subprime). L'UE vuole introdurla nella Direttiva europea sui requisiti di capitale (CRD) e lo stesso vogliono fare altri regulator, negli USA e altrove.
Giustamente il report conclude che l'applicazione della regole sarà complicata. La regola imporrebbe all'erogante di trattenere un “material net economic interest of at least 5%”, cioè il 5% del rischio della transazione. Ci sono diversi modi per mettere insieme il suddetto 5%, il più semplice è sottoscrivere la tranche di prima perdita per tale ammontare, ma si potrebbe in alternativa sottoscrivere il 5% di tutte le tranche, e ci sono altre opzioni considerate dall'UE.
Rimarranno problemi di asimmetria informativa, perché gli orginator avranno sempre più informazioni degli investitori avendo in carico l'erogazione e il servicing dei crediti. Se c'è leva, il rischio nella coda brutta della distribuzione si trasferisce sui non equity investors. Se non c'è leva, la cartolarizzazione non serve più a liberare capitale.
Ricordo che alle tranched cover garantibili dai confidi si applicano le regole della cartolarizzazione: bisogna quindi verificare se regole di "retention" più severe potranno intralciare la costruzione di tranched cover appetibili per le banche.

Luca
Fri 15 Jan 2010, 15.53 - Stampa
Segnalo come di consueto il nuovo numero del Bollettino Economico Banca d'Italia. Estraggo alcuni passaggi sul credito, purtroppo non rassicuranti:
[pag. 32] In novembre, il tasso di crescita sui dodici mesi del credito bancario al settore privato non finanziario, calcolato sui dati corretti per l’effetto contabile delle cartolarizzazioni, è stato dell’1,0 per cento (2,1 in agosto). La contrazione sui tre mesi (-1,3 per cento in ragione d’anno, da 0,2 in agosto, al netto della stagionalità) riflette principalmente quella dei prestiti alle società non finanziarie ; l’espansione congiunturale dei finanziamenti alle famiglie si mantiene positiva.
Perdurano le differenze tra le diverse categorie dimensionali di banche: prosegue la flessione (-3,5 per cento sui dodici mesi) del credito erogato dai primi cinque gruppi bancari italiani, che rappresenta la metà di quello complessivo nel nostro paese; i finanziamenti concessi dagli altri intermediari, pur in rapida decelerazione, hanno invece continuato a espandersi (3,0 per cento).
La flessione dei prestiti alle imprese risulta sostanzialmente in linea, dal lato della domanda, con la diminuzione del fabbisogno finanziario delle aziende. Dal lato dell’offerta di credito, tra le banche italiane partecipanti all’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey), il saldo tra quelle che dichiarano di avere operato un irrigidimento dei criteri adottati per la concessione di prestiti alle imprese e quelle che riportano un allentamento ha continuato a ridursi rispetto al picco registrato alla fine del 2008.[...]
[pag. 36] Nel terzo trimestre del 2009 è proseguito il deterioramento della qualità degli attivi bancari. Il flusso di nuove sofferenze rettificate (che tengono cioè conto della posizione del debitore nei confronti dell’intero sistema bancario e non soltanto di un singolo intermediario) in rapporto ai prestiti complessivi, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, ha raggiunto il 2,2 per cento, il valore più alto dal 1998. L’aumento del tasso di ingresso in sofferenza è stato particolarmente marcato per i prestiti alle imprese (al 3,1 per cento, dal 2,6); tra queste, è stato più forte per le imprese del mezzogiorno, tra le quali l’incidenza di nuove sofferenze ha raggiunto il 4,3 per cento, contro il 2,8 per le imprese del Centro Nord. Anche la qualità del credito concesso alle famiglie consumatrici ha continuato a deteriorarsi: il tasso d’ingresso in sofferenza ha raggiunto l’1,5 per cento (dall’1,3 nel secondo trimestre). Sulla base di informazioni preliminari, il peggioramento della qualità degli attivi bancari sarebbe proseguito anche nei mesi di ottobre e novembre. I prestiti alle imprese manifatturiere e a quelle delle costruzioni mostrano il deterioramento più marcato.
Tassi di default in crescita, più marcata nel Mezzogiorno (cosa già osservata a metà anni novanta). PD attese a breve che si mantengono elevate ed incerte. E' questa la realtà da affrontare.

Luca
Fri 15 Jan 2010, 15.26 - Stampa
Alberto Lanzavecchia, collega dell'Università di Padova che ha collaborato al progetto smefin, mi ha inviato un articolo scritto per AF Analisi finanziaria intitolato Dai Confidi nuove soluzioni ai bisogni delle imprese e delle banche (lo potete scaricare dal link). Alberto ha condotto un indagine presso 10 gruppi bancari di varia dimensione. Sono stati confermati vari motivi di interesse alla relazione con i confidi e, fatto nuovo, sette banche su dieci hanno dichiarato che sarebbero disposte a pagare loro il costo della garanzia esplicitando in modo trasparente ai clienti un costo effettivo del credito con e senza garanzia. Un articolo che merita una lettura approfondita.

Luca
Fri 15 Jan 2010, 08.19 - Stampa
Dopo avere letto le seguenti sagge parole di Bartolo (Mililli), in commento a questo post ...
Desideravo accennare sul ruolo di Assoconfidi nazionale o delle Federazioni di categoria dei Confidi...Hanno avuto ed hanno un ruolo importantissimo perchè sanno rappresentare al meglio gli interessi politico-sindacali della categoria o quanto meno ci provano con molto impegno....ne vedo alcune che stanno cercando di strutturarsi anche per offrire di più, soprattutto dal punto di vista più strettamente tecnico. Non sarà facile ...
.. ho avvertito il bisogno di aggiornarmi e ho trovato via Google queste home page: Chiaramente per conoscere le associazioni non basta il sito web, ma bisogna avere rapporti con le persone che ci lavorano con la dedizione che Bartolo giustamente apprezza. Anch'io ho rapporti cordiali con molte di queste persone. Però vi invito lo stesso a fare un giro nei siti web. Per alcune sigle non sono stato capace di trovare il vero sito web, ma forse c'è chi mi può aiutare.

Luca
Thu 14 Jan 2010, 23.29 - Stampa
Un altro ingresso nel portalino 107: Unifidi Emilia Romagna, che ha presentato la domanda lo scorso 24 dicembre, come mi ha gentilmente confermato da Bologna Elena Biagetti, sua vice-direttrice. E con questo siamo a 8 iscritti + 29 in istruttoria.
Spero che il passa parola ci faccia presto completare l'elenco. L'invito a presentarsi vale anche, lo ricordo, per i confidi che hanno scollinato i 75 milioni di euro a fine 2009 e quindi prevedono di iscriversi entro agosto 2010.

Luca
Wed 13 Jan 2010, 16.28 - Stampa
Un nuovo ingresso nel portale 107: la direttrice Silvia Puliti mi ha gentilmente confermato l'avvenuta presentazione della domanda di iscrizione di Confidi Imprese Toscane.
E con questa arriviamo a 8 iscrizioni e 28 istruttorie.

Luca
Wed 13 Jan 2010, 11.17 - Stampa
Avrete seguito in questi giorni il popolamento del Portale domande 107, giunto a contare 35 nomi, di cui 8 confidi autorizzati e 27 in istruttoria. Prevedo di raccogliere altre segnalazioni, non so quantificare il numero, e mi sto attivando con mail per sveltire il censimento. Prevedo di arrivare a 40-50 confidi 107, autorizzati o in pectore.
Molto probabilmente i confidi che al 31/12/2008 erano sopra i 75 milioni di euro di attività finanziarie (e lo sono rimasti al 30/06/2009) sono di più. Alcuni confidi sopra soglia, che chiamerò "107? No, grazie", hanno deciso di non presentare domanda di iscrizione.
Teniamo conto che il 31/12/2009 si è chiuso il periodo transitorio previsto dal decreto MEF del novembre 2007, e successivamente prorogato. I confidi che all'entrata in vigore delle istruzioni Banca d'Italia erano sopra la soglia o l'hanno raggiunta a fine 2008, hanno avuto il 2009 per adeguarsi ai requisiti e presentare domanda. Se non l'hanno fatto, hanno ulteriori 18 mesi per ridurre i loro volumi al di sotto dei 75 milioni. Se non fanno nemmeno questo, saranno cancellati dall'elenco ex artt. 155-106 del TUB.
Per quanti hanno superato la soglia a fine 2009 (e si manterranno sopra a giugno 2010) i termini sono ancora più stringenti perché siamo fuori dalle norme transitorie: tali confidi dovranno presentare domanda entro agosto 2010 (60 giorni dopo la suddetta verifica di fine giugno, v. commento a qs post del dott. Arzarello), ed essere in possesso dei requisiti patrimoniali e organizzativi, altrimenti saranno cancellati dall'elenco generale.
In un primo momento, ho pensato che i "107nograzie" ante litteram sperassero in una proroga dei termini, o nell'innalzamento della soglia, che ahimè non sono arrivati. Ci sono però anche delle spiegazioni "in positivo" dell'omessa domanda: i confidi in questione perseguono probabilmente strategie diverse dalla trasformazione diretta in intermediario vigilato. Quali? Da scarne notizie raccolte, e aggiungendo qualcosa con l'immaginazione, prevedo le seguenti opzioni:
  • fusione per incorporazione in un confidi 107 precedentemente autorizzato; è la soluzione più banale;
  • riduzione del volume di attività sotto i 75 milioni di euro; come? Qui si entra nel campo dell'ingegneria del credito e della governance; il concetto che si applica è quello di struttura veicolo, sulla quale si trasferiscono le masse eccedenti i 75 milioni con forme (di solito) di co-garanzia (la contro-garanzia non funziona perché ai fini dei volumi il confidi di primo grado mantiene le esposizioni); è più probabile che il veicolo non sia un 107 confidi, ma un 107 spa normale, per avere flessibilità negli accordi sulla governance; c'è già un esempio, quello di Centrofidi terziario (Firenze); in altri casi il ruolo di veicolo potrebbe essere svolto da un intermediario a partecipazione pubblica o mista, da iscrivere come 107 non confidi se già non lo è; naturalmente nulla vieta di utilizzare un confidi 107 di secondo grado o "baricentrico";
  • c'è poi il trucco del confidi-fenice, una manovra elusiva degna delle tecnologie aerospaziali stealth; ad esempio, il confidi Alfa (con 90 milioni di garanzie a fine 2008) potrebbe fare una fusione per unione con il confidi Epsilon (con 0,1 milioni di garanzie) dando vita a Beta, una nuova entità iscritta all'elenco generale, diversa da Alfa; la fusione sarebbe perfezionata il 29 giugno 2011 (un giorno prima del termine dei 18 mesi); i volumi per l'iscrizione a 107 si andrebbero a verificare sul bilancio di Beta al 31/12/2011 (anno della fusione); si guadagna tempo, e nell'anno seguente si può di nuovo risorgere dalle proprie ceneri con lo stesso giochino;
Nel secondo tipo di opzione viene fuori un soggetto un po' complicato da far muovere, con un gioco continuo di vasi comunicanti per tenere sotto soglia i volumi dei confidi aderenti. Per farla funzionare bisogna andare molto d'accordo, visto che si condividono rischi massicci sul veicolo, a meno che questo faccia soltanto garanzie con cap in portafogli segregati ed etichettati per conferente. Lascio a voi valutare i costi operativi e di coordinamento.
Il terzo tipo di opzione l'ho descritto un po' per celia, ma anche perché così magari arriva una comunicazione di chi di dovere a chiudere questo possibile buchino, e si evita di far spendere ai confidi soldi in consulenze inutili per fare cose poco serie; ma temo che allora si inventerà qualcos'altro ...
Per le opzioni quattro, cinque, etc. avete a disposizione i commenti (oltre che per i vostri pareri sempre graditi).
Luca
Wed 13 Jan 2010, 11.05 - Stampa
Ho appena ricevuto altre segnalazioni per il portale: da Brescia Confapi Lombarda Fidi e Confidi Lombardia; da Vicenza API Veneto Fidi. Grazie ai colleghi che le hanno gentilmente inviate.

Luca
Wed 13 Jan 2010, 10.58 - Stampa
Grazie alle segnalazioni di Pierpaolo Arzarello, ho aggiunto alle domande di iscrizioni a 107 COFITER e Fidindustria Emilia Romagna.
E così siamo a 8 autorizzati + 24 in istruttoria.
Fino ad ora non ho avuto segnalazioni di confidi laziali o campani. Qualcuno ha notizie?

Luca
Tue 12 Jan 2010, 16.53 - Stampa
Ringrazio Claudio D'Auria per una riflessione che mi ha inviato, consentendo a condividerla sul blog:
Sto leggendo (a piccole dosi) il nuovo documento del Comitato di Basilea che contiene le proposte di modifica di Basilea 2 e ho scoperto, con sorpresa, che il Comitato vorrebbe proporre una modifica molto importante sulle garanzie personali. In particolare, verrebbe eliminato il riferimento al rating minimo di "A-" per I garanti eligible, limitando il requisito a prevedere la mera sussitenza di un rating esterno (o interno nel caso di banca Foundation IRB). Ciò per evitare il "Cliff effect" nel caso di garanti che si pongano immediatamente sotto la soglia di "A-".
Le conseguenze di tali modifiche potrebbero essere rilevanti anche per I confidi 106, in particolare nel caso di banche Foundation IRB. Infatti, sarebbe "sufficiente" per un confidi avere un rating assegnato dalla banca migliore di quello assegnato al debitore per essere un garante eligible, anche senza diventare 107.
Che ne pensi ?
Claudio

PS: Ti riporto per tua comodità il punto del documento in cui si cita tale proposta di modifica.

"Cliff effects" arising from Guarantees and credit derivatives - Credit risk mitigation (CRM)
198. The current CRM rules for Standardised banks (paragraph 195) and foundation IRB (FIRB) banks (paragraph 302) require "eligible guarantors" to be "externally rated A- or better" or "internally rated and associated with a PD equivalent to A- or better," respectively.
In order to mitigate the "cliff effects" that arises when the creditworthiness of a guarantor falls below the A- level of credit quality, the Committee believes that paragraphs 195 and 302 should be revised. Specifically, the Committee is proposing to eliminate the single A minimum requirement, while maintaining a requirement in the Standardised Approach that a guarantor - other than sovereigns, PSEs, banks, and securities firms - be externally rated.


199. The two revised paragraphs would read as follows:

Standardised Approach
195. Credit protection given by the following entities will be recognised: * sovereign entities, PSEs, banks and securities firms with a lower risk weight than the counterparty; * other entities that are externally rated. This would include credit protection provided by parent, subsidiary and affiliate companies when they have a lower risk weight than the obligor.

FIRB
302. For banks using the foundation approach for LGD, the approach to guarantees and credit derivatives closely follows the treatment under the standardised approach as specified in paragraphs 189 to 201. The range of eligible guarantors is the same as under the standardised approach except that companies that are internally rated may also be recognised under the foundation approach. To receive recognition, the requirements outlined in paragraphs 189 to 194 must be met

Ho risposto a Claudio che non so apprezzare lo spazio per garanzie confidi di media qualità (da BBB a BB) che coprono rischi azienda di qualità precaria (B+ o peggio, che indicativamente corrispondono crediti scaduti pesati 150% dalle banche standard). Vedo il rating di un confidi 106 (ECAI o interno) come qualcosa che rischia di essere volatile. Però è un tema attuale e interessante da discutere
Luca
Tue 12 Jan 2010, 14.43 - Stampa
Nella collana Questioni di economia e finanza (Occasional papers) della Banca d'Italia è uscito un lavoro di Diego Caprara, Amanda Carmignani e Alessio D’Ignazio sul tema Gli incentivi pubblici alle imprese: evidenza a livello micro. Riporto l'abstract:
Il lavoro fornisce un quadro statistico sulla dimensione e sulla composizione dei prestiti agevolati concessi dalle banche alle imprese italiane a valere su fondi pubblici. Le elaborazioni si riferiscono all’universo delle segnalazioni della centrale dei rischi (CR). Tra il 1998 e il 2007 i prestiti agevolati rilevati dalla CR si sono attestati attorno allo 0,3 per cento del PIL e hanno riguardato circa 27.000 imprese, prevalentemente società di capitali. I risultati confermano che i prestiti agevolati concessi a valere su fondi pubblici sono la forma di sussidio che prevale al Centro Nord (mentre nel Mezzogiorno sono storicamente più rilevanti i contributi a fondo perduto). Tra le regioni centro settentrionali i sussidi di questo genere sono particolarmente diffusi in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. L’incidenza dei finanziamenti agevolati risulta più elevata tra le imprese di dimensione maggiore, in particolare tra quelle dell’industria in senso stretto e dell’agricoltura.

Luca
Tue 12 Jan 2010, 12.43 - Stampa
Una gentile visitatrice, che ringrazio, mi informa che anche Cofidi Veneziano è stato ammesso all'elenco speciale in data 18/11/2009 dalla Banca d'Italia. E' l'ottavo confidi che aggiungo al portale. Continuate a segnalarmi i nomi mancanti, mi date un grande aiuto.

Luca
Tue 12 Jan 2010, 09.40 - Stampa
Un gentile visitatore mi segnala che già nell'agosto 2008 il Confidi Mutualcredito di Pescara ha presentato domanda di iscrizione all'elenco 107, come si documenta nel bilancio 2008. Corro ad aggiornare il portalino.

Luca
Tue 12 Jan 2010, 09.24 - Stampa
Il Gruppo dei governatori delle banche centrali e dei responsabili della vigilanza, presieduto dal Presidente BCE Jean-Claude Trichet, si è riunito l'altro ieri a Basilea per esprimere la sua piena adesione al programma di riforma del quadro di normativa prudenziale elaborato dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. In particolare nel comunicato stampa si indica la necessità di cambiare le regole IAS 39 sul provisioning; cito le raccomandazioni espresse:
Building on the Basel Committee's August 2009 Guiding Principles for the replacement of IAS 39, a sound EL provisioning approach should achieve the following key objectives: 1) address the deficiencies of the incurred loss approach without introducing an expansion of fair value accounting, 2) promote adequate and more forward looking provisioning through early identification and recognition of credit losses in a consistent and robust manner, 3) address concerns about procyclicality under the current incurred loss provisioning model, 4) incorporate a broader range of credit information, both quantitative and qualitative, 5) draw from banks' risk management and capital adequacy systems and 6) be transparent and subject to appropriate internal and external validation by auditors, supervisors and other constituents. So-called "through-the-cycle" approaches that are consistent with these principles and which promote the build up of provisions when credit exposures are taken on in good times that can be used in a downturn would be recognised. The Basel Committee should translate these principles into a practical proposal by its March 2010 meeting for subsequent consideration by both supervisors and accounting standards setters.
Allungare l'orizzonte temporale e allargare la base informativa dei giudizi di rating, questo sembra essere l'intento del massimo forum internazionale sulla vigilanza bancaria.

Luca
Mon 11 Jan 2010, 17.29 - Stampa
Al convegno ABI "Accesso al credito e garanzie per le imprese" dello scorso 15 dicembre è stato presentato il documento Linee Guida per il rinnovo delle convenzioni tra banca e confidi siglato da ABI e Federconfidi. Dopo aver verificato con gli amici di ABI che si trattasse di materiale "circolabile" ho pensato utile darne notizia e metterlo a disposizione su aleablog.
Del tema abbiamo discusso in diverse occasioni, come in questo post. Adesso c'è da fare uno sforzo di immaginazione (e, subito dopo, di braccia, e di telefono) per trovare i modi per far progredire capillarmente e speditamente il lavoro di razionalizzazione e aggiornamento dei rapporti contrattuali, informativi, commerciali, culturali etc. etc. tra banche e confidi.

Luca
Mon 11 Jan 2010, 12.58 - Stampa
Il mio censimento informale dei confidi che hanno avviato la procedura di iscrizione all'elenco speciale fa progressi. Stamattina ho aggiunto Neafidi (ed è stata anche l'occasione per una cordiale chiacchierata con la Direttrice, Patrizia Geria). La mia mail rimane a disposizione per nuove segnalazioni.

Luca
PS: Grazie alla cortese segnalazione di Claudio D'Auria, l'elenco delle domande si è arricchito di: Sardafidi (Cagliari), Sinvest (Milano) e Federfidi Lombarda.
Sat 9 Jan 2010, 15.37 - Stampa
Recupero un altra news "bucata" a metà dicembre. Riguarda il progetto di confidi nazionale della cooperazione che ho anticipato qui.
Roma, 16 dic. (Labitalia) - Nove cooperfidi regionali del movimento cooperativo hanno sottoscritto a Roma l'atto di fusione con il quale danno vita al ‘Cooperfidi Italia’, consorzio nazionale di garanzia fidi promosso dalle tre principali centrali cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop. Il Cooperfidi opererà nelle regioni direttamente coinvolte nella fusione e nelle altre regioni sprovviste di strumenti di garanzia dedicate al mondo della cooperazione. Parte con circa 70 milioni di euro di garanzie erogate, un patrimonio di 20 milioni di euro e un valore di attività finanziarie di 85 milioni di euro, intende ottenere entro il 2010 l'scrizione all’elenco speciale degli intermediari finanziari ex art. 107 del testo unico bancario....]
L’atto di fusione costituisce il momento conclusivo di un percorso di programmazione e di condivisione durato un anno, durante il quale sono state messe a punto le caratteristiche della nuova società.
“Cooperfidi Italia” presenta peculiarità che lo distinguono dalle molte altre esperienze di fusioni del mondo confidi: il presidio nazionale come naturale effetto di una fusione di entità societarie radicate in contesti territoriali regionali; la prevalenza di risorse private nella composizione del patrimonio; il modello sussidiario-territoriale della governance, che assegna un ruolo centrale alle associazioni territoriali nella gestione delle risorse e delle opportunità nei diversi territori di insediamento.

I confidi aderenti da otto sono diventati nove. Eccoli, da Nord a Sud: Confcooperfidi Lombardia, Confircoop Lombardia - Veneto, Cooperfidi Emilia Romagna, Fidicoop Toscana, Umbria Fidi, Fidicoop Lazio, Cooperfidi Molise, Cooperfidi Campania, Cooperfidi Calabria.
Buon lavoro a quanti partecipano o collaborano al progetto di Cooperfidi Italia.

Luca
Fri 8 Jan 2010, 15.00 - Stampa
Ci sono su aleablog dei thread di discussione molto prolifici, di solito su temi legati ai confidi. Il post su Italia Com-fidi ha dato il via ad una di queste discussioni vibranti. Voglio perciò portarne uno spunto in un nuovo post. Mi attacco ad uno scambio di battute tra due assidui visitatori, che apprezzo sempre per i loro interventi:
Tom Per Sapio, le garanzie eleggibili che oggi i confidi possono offrire sono solo quelle a valere sul proprio patrimonio (sui Tranched abbiamo gia detto...). Ipotizziamo che la garanzia sia offerta da un 107 ad una banca standardized. In questo caso la ponderazione che la banca assegna alla parte garantita è 20%. Nel caso la banca sia AIRB non importa chi sia il garante tanto le deve assegnare un rating relativa PD etc. (o LGD...) in ogni caso ammettiamo che la parte garantita abbia una ponderazione più bassa del 100%. Che tu sappia esistono banche che una volta ricevuta una garanzia eligible riesca a tenerne conto quando calcola il proprio RWA? Ovvero esiste un SI bancario che ad oggi riesce a tracciare le singole garanzie con il relativo RWA?

Sapio Si esistono. Le standard non hanno avuto problemi perché già lo facevano in Basilea1. Le IRB F o A hanno avuto qualche problema.
Rimane una domanda, segnalano bene? Molte banche segnalavano le garanzie ricevute dal FCG gestito dal Mcc come ricevute da MCC stesso.
Il problema dei problemi è che le banche NON sanno calcolare il Tasso minimo praticabile e continuano con i tassi nasometrici. Ma stanno cambiando. Ad esempio adesso alcune banche cominciano ad incentivare i dipendenti sui volumi al NETTO della PA. E' un passo avanti nella comprensione degli effetti economici di Basilea2.

Tom Mi puoi fare qualche nome di banche standardized che pesano la garanzia del Confidi garante 107? Rispetto il tuo punto di vista, ma ho dei grossi dubbi...

Sapio Per Tom. Ho riletto meglio la domanda. Non esistono sistemi informativi bancari capaci di tracciare LE garanzie in modo da calcolare l'assorbimento delle quote in cui va diviso un affidamento (o più affidamenti) coperti da diverse e concorrenti garanzie.
Giro la domanda di Tom agli IT provider e ai CTO della banche: cosa ci offrono in materia di gestione delle garanzie di vario genere le procedure credito e garanzie delle banche e dei confidi? Ci sono sviluppi in corso? E' vero che finora Basilea 2-credit risk mitigation è coperta così così? Spero di ottenere risposte meno sconsolanti di quella di Sapio (non per sua cattiva volontà).
A proposito, calcolare le misure di portafoglio di cui parla Sapio nei suoi commenti precedenti - perdita attesa, capitale a rischio, EVA, KIRB - non è semplice, ma non è nemmeno impossibile, si tratta soltanto di lavorarci, cosa che fino ad oggi hanno fatto in pochi.
Amici cari, qui bisogna mettersi subito all'opera, un bel gruppo di lavoro Puma-credito aperto alle banche, ai confidi, ai tecnologi. Chi aspettiamo?

Luca
Fri 8 Jan 2010, 14.30 - Stampa
Michel Tacus di Valfidi (Aosta), mi informa che questo confidi (unico nella regione) ha presentato domanda di iscrizione in Banca d'Italia lo scorso 21 dicembre. Con questo il mini-portale 107 registra 12 domande pendenti. Chi mi aiuta a completare il censimento?

Luca
Fri 8 Jan 2010, 14.25 - Stampa
Risk news riferisce dell'avvertimento lanciato da Federal Reserve Board, Federal Deposit Insurance Corporation e altri supervisori bancari alle banche USA: attenzione, il rischio di tasso di interesse non è morto affogato nell'oceano di liquidità riversata nel sistema dalla crisi in poi. Anzi, i tassi hanno il brutto difetto, quando scendono, di fermarsi appena sopra lo zero, e da lì risalire, quando ricominciano a muoversi.
Di qui l'invito a rimettere in funzione i sistemi di asset-liability management, sottoponendoli a stress test con salti di tasso almeno del +3% / +4%.
Qualcuno in Italia ci sta pensando a questa probabile conseguenza della exit strategy? Cosa implica per costo del credito, rating Pmi, performance dei titoli, redditività bancaria, equilibri di finanza pubblica? Per i confidi sarebbe una buona notizia (conto economico fatto con la tesoreria come negli anni novanta)?
Non accadrà domani, ma non fa male pensarci, con l'aiuto di qualche bravo economista.

Luca
Thu 7 Jan 2010, 09.50 - Stampa
Ho già ricevuto le prime risposte all'appello lanciato nel post precedente.
Bartolo Mililli, mi ha confermato la domanda del suo Confeserfidi, segnalandomi inoltre quelle inoltrate da Commerfidi e Unifidi Imprese Sicilia. Da Genova, il collega Paolo Parini mi ha riferito di Fidimpresa Ligura e della probabile domanda, nel 2010, di Mediocom Liguria.
Ho aggiornato il Portale domande 107, nome pomposo di una pagina web che potrebbe crescere in fretta, se mi aiutate.
Ci sono molti nomi da aggiungere, e resto in attesa delle vostre segnalazioni.

Luca
Mon 4 Jan 2010, 12.29 - Stampa
Cari amici, che ne pensate dell'idea di mettere insieme un quadro informativo aggiornato sulle domande presentate in Banca d'Italia da aspiranti confidi 107, di quelle approvate, dei progetti in corso?
Io sono disponibile ad assemblare le informazioni, se me le mandate per mail a luca.erzegovesi@unitn.it, e a pubblicarle in un apposita pagina di masterfidiwiki (l'idea non è nuova, ma adesso è più interessante di quando l'avevo lanciata nel marzo 2008).
Per il momento ho messo insieme una pagina web spartana, ma può essere un primo passo verso la creazione del portale confidi di cui parlavo qui.

Luca
Mon 4 Jan 2010, 10.36 - Stampa
Il 2010 sarà l'anno del capitale di rischio? Lo scopriremo. Ho capito di più del mercato del private equity in Italia leggendo su ilsussidiario.net questa intervista a Michele Russo, AD del Gruppo Opera:
Qual è l’originalità di Opera?
Investiamo in aziende italiane di medie dimensioni ad alto potenziale di creazione valore. ecco il perché dell’enfasi sul made in Italy. Trovare l’azienda giusta non è facile. Prima di acquisire Gfm, un’azienda di Granarolo faentino, ne abbiamo viste, ed escluse, trecentocinquanta. Occorre trovare l’impresa di cui ci si fida, ma soprattutto quella sulla quale si hanno le idee chiare su cosa farne dopo.

Ammetterà che non è sempre questo l’approccio del private equity.
È vero. Il private equity per me deve avere un percorso vero e proprio di creazione valore, che passa per l’elaborazione di una strategia imprenditoriale, per la sostituzione del management se necessario, per l’ingresso in nuovi mercati, per il consolidamento di più aziende in una, che non è necessariamente il taglio dei costi. Il problema è che il private equity, nei paesi anglosassoni ma anche da noi, è involuto in una cosa diversa.

Come lo spiega?
Il perché ha a che fare col modo generale di concepire la ricchezza e l’investimento. Io le posso dire quello che accade. Sono cresciute a dismisura le dimensioni dei fondi. Prendiamo il caso dei nostri 80 milioni. Se riesco a farmi pagare delle management fees del 2 o anche dell’1,5 per cento, nel caso nostro avrò 1,6 milioni l’anno per la gestione, nei quali devo fare stare tutto. Invece se ho un fondo, mettiamo, di 8 miliardi alla fine dell’anno dispongo di 160 milioni solo perché ho aperto l’ufficio. La mia convinzione è che 160 milioni mi distraggono anche dal motivo per cui io esisto. Il mio obiettivo non è fare molto bene con i soldi che ho in modo da guadagnare una fetta di utile, il cosiddetto carried interest. Mi stimola, in modo controproducente, a spendere i soldi subito, a dimostrare che li ho spesi bene, a fare un altro fondo e dopo a farne un altro ancora. Alcuni private equity hanno commesso questo errore, di crescere a dismisura, trasformandosi in un asset management senza avere come obiettivo la creazione di valore reale.

Lei invece come lavora?
Prima di fare un’offerta seria stiamo in azienda un mese. Vogliamo capire, insieme all’imprenditore, cosa ne faremo noi, dopo. Non perché siamo più bravi, ma perché ci interessa capire come l’azienda può crescere. Così facendo il discorso dalla singola azienda si allarga e comprende il distretto.

E' possibile portare questa filosofia in operazioni e società di taglia ancora più piccola? Questa è una delle sfide del 2010.

Luca
Mon 4 Jan 2010, 09.42 - Stampa
Mi segnalano un articolo di Quaglio sul Sole 24 In «Basilea 3» la mina dei crediti fiscali, da cui cito
«Con riferimento alle deduzioni prudenziali dal patrimonio di vigilanza, verrà valutata la possibilità di dedurre le attività per imposte anticipate solo per l'importo che eccede una certa proporzione del capitale di migliore qualità, in modo da evitare che diversità nei trattamenti fiscali nazionali creino eccessive disparità di trattamento (ad esempio il trattamento fiscale nazionale per gli accantonamenti a fronte del rischio di credito)». Il linguaggio è quello ultra-tecnico della Vigilanza, ma quello sui tax assets nei bilanci delle banche italiane resta il warning più diretto che la Banca d'Italia ha rivolto al sistema creditizio nazionale (e al Governo) nel suo commento a caldo sull'ormai cosiddetta «Basilea 3». Un avvertimento che si è inserito nella dialettica sempre accesa tra Tesoro, Bankitalia, Abi e imprese, sotto l'occhio di Piazza Affari. E che ha registrato un'eco immediata nell'intervista [di cui in. post] rilasciata al Sole 24 ore dal direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini (vedi edizione del 27 dicembre).
[...] Nel concreto contabile delle banche italiane, entrano in gioco gli ingenti crediti fiscali accumulati negli anni per il trattamento nazionale delle perdite su impieghi. Queste – a normativa corrente – sono deducibili nel conto economico annuale solo entro il tetto dello 0,30% del portafoglio crediti. Il resto viene capitalizzato e ripartito nell'arco di 18 anni. È così che, ad esempio, UniCredit denunciava al 30 settembre scorso attivi fiscali per 12,3 miliardi su un totale di bilancio di 957 miliardi e con 59,3 miliardi di patrimonio consolidato. E Intesa Sanpaolo, alla stessa data, segnalava tax assets per 6,9 miliardi su 631 di totale per circa 52 miliardi di patrimonio. Per le due big - come per l'intero sistema italiano - le perdite su crediti sono attese ancora in aumento nei conti 2009 (l'ultima stima aggregata Abi parla di una ventina di miliardi) e non è affatto detto la tendenza s'inverta rapidamente nel 2010.
I difficili equilibri della finanza pubblica, specie in tempi di coperta troppo corta, non consentono di smontare in fretta i meccanismi di accumulo di debiti diversi: quelli verso i fornitori, quelli per rimborsi IVA, e anche quelli di cui parla l'articolo. Qui però la materia è ancora più delicata, perché si toccano gli equilibri della gestione dei rischi bancari: il prezzo di quelli sani e il costo di quelli a sofferenza, nonché la rappresentazione della relativa entità e copertura nei bilanci e nei confronti della Vigilanza.
La soluzione non è semplice. Forse ci sarebbe un uovo di Colombo: accelerare i tempi del contenzioso e arrivare prima a quantificare le perdite certe, quindi deducibili. Questo apre il dossier procedure di soluzione delle crisi, altro caso di ritardi patologici. Ma sarebbe utile fare qualcosa, non solo per sgonfiare la bolla delle deduzioni differite, ma anche per dare più agilità al sistema produttivo che si riorganizza per uscire dalla crisi.

Luca
Sun 3 Jan 2010, 09.15 - Stampa
Sul Sole 24 ore il Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, traccia un bilancio positivo delle azioni per monitorare e superare le crisi di impresa:
Da fine ottobre è inoltre stato istituito al ministero l'Osservatorio sulle crisi di impresa proprio per seguire l'andamento della congiuntura economica e le sue ripercussioni nei settori produttivi, sull'occupazione e sul territorio, che consente di intervenire in modo tempestivo sulle situazioni maggiormente delicate, scongiurando così che ci siano conseguenze più gravi.
Accanto a questi interventi, sono state anche gestite le crisi di 72 gruppi in amministrazione straordinaria, che hanno interessato 215 imprese con quasi 40mila dipendenti, riuscendo già a ricollocare oltre 15mila persone. Si aggiungono poi le procedure di amministrazione straordinaria (ex leggi Prodi e Marzano) che hanno interessato 8 grandi gruppi, coinvolgendo 145 imprese e oltre 32mila dipendenti. Proprio per superare i limiti applicativi delle amministrazioni straordinarie, è stato presentato già ad inizio legislatura un disegno di legge di riforma, attualmente all'esame parlamentare.
Un lavoro apprezzabile, da estendere in maniera capillare alle imprese minori. Ci sarà tanto da fare anche nel 2010.

Luca
Fri 1 Jan 2010, 10.01 - Stampa
Buon anno a tutti, amici visitatori!
Approfitto del risveglio (relativamente) mattiniero per il consueto bilancio annuale di aleablog, dopo una bella festa tra amici (mia moglie mi ha fatto persino ballare, ho incontrato serie difficoltà con i passi dello hully gully).
Se rileggete il post di inizio 2009, noterete che ho dato seguito a molte delle cose annunciate lì: prese di posizione più franche (per un dibattito a molte voci, che grazie a voi c'è sempre stato); l'avvio del business point, sportello di prima assistenza alle imprese con problemi finanziari. A queste si è aggiunto il progetto-lunga marcia dei confidi trentini, che ha dominato gli ultimi mesi dell'anno, e mi ha fatto capire molte cose.
Il 2010 sarà un anno difficile, ma decisivo. Nel mondo che seguiamo dalla finestra di aleablog molti annosi problemi raggiungeranno il punto critico. Senza scelte di rottura con il passato esperienze con uno storia lunga e illustre potrebbero declinare e concludersi. Aspettiamo di conoscere i bilanci 2009 dei confidi, che per i nuovi 107 (con le regole IAS-Banca d'Italia) racconteranno con più realismo la tenuta del conto economico e del patrimonio. Come cambierà il modus operandi dei confidi vigilati? E, di riflesso, come risponderanno i 106 che restano legittimamente tali e quelli in contumacia rispetto all'obbligo di iscrizione?
Il mondo confidi sarà l'epicentro di scosse ed assestamenti che interessano la finanza delle PMI in generale. Ci siamo resi conto che la garanzia collettiva può fare molto, ma non risolve tutti i problemi. Finalmente si comincia ad affrontare il problema dell'infrastruttura finanziaria per le Pmi, con risposte articolate e differenziate per tipi di aziende.
Il tema dominante del 2010 sarà la capitalizzazione delle imprese: vedremo tante iniziative, dalla fiscalità, ai prestiti partecipativi ai fondi di private equity sponsorizzati dallo Stato o meno. Le PMI chiederanno expertise e strumenti per gestire la finanza, al loro interno e verso l'esterno. Si faranno progressi sul fronte della comunicazione finanziaria (andrà a regime l'obbligo di deposito dei bilanci XBRL).
Sarà un anno di grande impegno per progettare e realizzare innovazioni e cambiamenti di ogni genere. Il compito che assegno, a me e alla mia piccola squadra, è quello di esserci, di collaborare con le iniziative più ispirate e promettenti. Rispetto al 2009, ho capito che non è più tempo di proposte in solitaria (come è stato il Business Point, che pure ci ha insegnato moltissimo). Anche in passato ci siamo impegnati in progetti su scala nazionale (XBRL, tavolo di lavoro presso il MiSE) o locale (confidi trentini e altri studi o consulenze). Quest'anno vogliamo farlo con maggior determinazione, per collegare iniziative che nascono autonome (o in competizione), ma che devono convergere in un disegno più ampio.
Vorremmo aiutare lo sviluppo di un tessuto connettivo, di un terreno di coltura comune. E perché questo accada, occorre un passo di consapevolezza e di responsabilità delle persone che lavorano nel "nostro" mondo: nelle banche, nei confidi, nelle associazioni datoriali, nella consulenza, nelle amministrazioni pubbliche, nell'accademia. Non vedo altra via che il lavorare insieme su progetti (in molti casi già avviati): non serve creare nuovi tavoli o sigle (che poi partoriscono nuove istituzioni), occorre fare cose tangibili, funzionanti, utili a tutti coloro che ai progetti collaborano.
Per essere concreto, elenco alcune cose interessanti che si potrebbero avviare:
  • iniziative di formazione per i confidi che siano un veicolo di accumulo (attenzione!) e di diffusione di conoscenze e buone pratiche; partiranno tanti corsi a livello di singolo ente, di associazioni, di strutture di consulenza; sarebbe utile che i contenuti chiave fossero sviluppati in un contesto più ampio, e si producessero strumenti da condividere (manuali, video-lezioni, casi aziendali, strumenti software); e da ultimo, i discenti dovrebbero studiare e superare degli esami veri;
  • un portale web sui confidi dal quale sia possibile reperire informazioni aggiornate, affidabili e comparabili sul settore; essere presenti sul portale (soprattutto per i 106, dato che per i 107 avremo le statistiche di Vigilanza) sarebbe per un confidi un segno distintivo e magari un modo per facilitare i rapporti con le banche e con gli enti pubblici (Governo, Regioni, Camere di commercio), o perfino con la Banca d'Italia; per l'aspetto specifico dell'informativa contabile e di Vigilanza, sarebbe vitale costituire un gruppo Puma-confidi (se qualcuno non ci ha già pensato);
  • un portale web per la finanza delle Pmi, che dia alle imprese e ai loro consulenti strumenti per l'analisi, la pianificazione e la comunicazione finanziaria senza i quali si naviga a vista e si tengono lontani i fornitori esterni di capitale.
Non sono idee nuove, su molte abbiamo lavorato negli anni scorsi, e come noi ci hanno lavorato tanti altri. Continueremo a farlo nel 2010, con una rinnovata tensione a fare qualcosa che metta radici e dia nel tempo frutti duraturi.

Luca