Le possibili strategie dei "107? No, grazie"

Wed 13 Jan 2010, 11.17 Stampa

Avrete seguito in questi giorni il popolamento del Portale domande 107, giunto a contare 35 nomi, di cui 8 confidi autorizzati e 27 in istruttoria. Prevedo di raccogliere altre segnalazioni, non so quantificare il numero, e mi sto attivando con mail per sveltire il censimento. Prevedo di arrivare a 40-50 confidi 107, autorizzati o in pectore.
Molto probabilmente i confidi che al 31/12/2008 erano sopra i 75 milioni di euro di attività finanziarie (e lo sono rimasti al 30/06/2009) sono di più. Alcuni confidi sopra soglia, che chiamerò "107? No, grazie", hanno deciso di non presentare domanda di iscrizione.
Teniamo conto che il 31/12/2009 si è chiuso il periodo transitorio previsto dal decreto MEF del novembre 2007, e successivamente prorogato. I confidi che all'entrata in vigore delle istruzioni Banca d'Italia erano sopra la soglia o l'hanno raggiunta a fine 2008, hanno avuto il 2009 per adeguarsi ai requisiti e presentare domanda. Se non l'hanno fatto, hanno ulteriori 18 mesi per ridurre i loro volumi al di sotto dei 75 milioni. Se non fanno nemmeno questo, saranno cancellati dall'elenco ex artt. 155-106 del TUB.
Per quanti hanno superato la soglia a fine 2009 (e si manterranno sopra a giugno 2010) i termini sono ancora più stringenti perché siamo fuori dalle norme transitorie: tali confidi dovranno presentare domanda entro agosto 2010 (60 giorni dopo la suddetta verifica di fine giugno, v. commento a qs post del dott. Arzarello), ed essere in possesso dei requisiti patrimoniali e organizzativi, altrimenti saranno cancellati dall'elenco generale.
In un primo momento, ho pensato che i "107nograzie" ante litteram sperassero in una proroga dei termini, o nell'innalzamento della soglia, che ahimè non sono arrivati. Ci sono però anche delle spiegazioni "in positivo" dell'omessa domanda: i confidi in questione perseguono probabilmente strategie diverse dalla trasformazione diretta in intermediario vigilato. Quali? Da scarne notizie raccolte, e aggiungendo qualcosa con l'immaginazione, prevedo le seguenti opzioni: Nel secondo tipo di opzione viene fuori un soggetto un po' complicato da far muovere, con un gioco continuo di vasi comunicanti per tenere sotto soglia i volumi dei confidi aderenti. Per farla funzionare bisogna andare molto d'accordo, visto che si condividono rischi massicci sul veicolo, a meno che questo faccia soltanto garanzie con cap in portafogli segregati ed etichettati per conferente. Lascio a voi valutare i costi operativi e di coordinamento.
Il terzo tipo di opzione l'ho descritto un po' per celia, ma anche perché così magari arriva una comunicazione di chi di dovere a chiudere questo possibile buchino, e si evita di far spendere ai confidi soldi in consulenze inutili per fare cose poco serie; ma temo che allora si inventerà qualcos'altro ...
Per le opzioni quattro, cinque, etc. avete a disposizione i commenti (oltre che per i vostri pareri sempre graditi).
Luca

Commenti precedenti:


Sapio (13/01/2010 12.06) n/a

Mi piacerebbe sapere quanti e quali 107 approvati danno, ed in quale % sul totale, garanzie che gravano sul patrimonio di vigilanza. Questo perché sospetto che lo status di 107 sia solamente uno specchietto per le allodole (bancarie) da impallinare con garanzie non eligibili.

Poi, visto che ci siamo, mi piacerebbe pure sapere come le banche si stanno attrezzando per includere nel Taeg (vedi normativa antiusura) il costo della garanzie esterne (es. fornite dai Confidi) e come questo Taeg viene reso noto per trasparenza al prenditore.

Tom (13/01/2010 12.15) n/a

Sapio, credo che molti confidi diano ancora garanzie a valere su fondi rischi. Ma tanto, come ci siamo detti, le banche non riescono a ponderarle per ora......

In merito al TEG, credo che sia la banca a dover incorporare il costo della garanzia nella comunicazione di trasparenza al cliente. Spetta ovviamente al confidi comunicare i suoi costi alle banche. Ma in merito al TEG anche le banche non sono ancora sicure sul da farsi.

Luca (13/01/2010 12.17)

Sapio: col tempo lo sapremo. Per adesso godiamoci lo spettacolo del settore confidi che finalmente si muove. Non ci rendiamo ancora conto di quello che sta accadendo.

Gigi (13/01/2010 12.36)

Scusate l'intromissione, ma noto che i commenti sull'eleggibilità delle garanzie 107 e sul TAEG di filiera in questo blog sono più frequenti dei commenti sulla crisi della Juventus e sui cori razzisti a Balotelli degli ascoltatori di "A tempo di sport". Suggerimento omnibus: cerchiamo di stare sulla notizia, non tormentiamoci con i tormentoni.

Sapio (13/01/2010 12.46) n/a

Tom, Luca, d'accordo. Io insisto sull'argomento perché temo che per i Confidi sia giunto il tempo degli spazzacamini, dei maniscalchi, delle dattilografe, ora dei giornali di carta e dei ristoranti cinesi. Tutti questi 107 sono troppi! Occorre prevenire una crisi occupazionale. Nessuno se ne rende conto? Ci si balocca con l'illusione delle Tranched Cover pagate dagli enti locali?

Dodona (13/01/2010 13.30) n/a

Speriamo che i giochi da furbetti del quartierino durino poco o, meglio, che mai avvengano.

Meglio sane fusioni, con buona pace di alcune poltrone...

Altrimenti si rischia davvero il "muoia Sansone e tutti i filistei..."

Luca (13/01/2010 14.08)

Sapio, hai ragione ma proprio per questo motivo dobbiamo spostare il focus della discussione sui passi concreti che i confidi stanno facendo (è solo l'inizio). E sulle domande presentate ci sarà molto da lavorare. Siamo in tempo per correggere la rotta.

Pierpaolo Arzarello (13/01/2010 14.53)

Egr. Professore,

Lei scrive che "Per quanti hanno superato la soglia a fine 2009 (e si manterranno sopra a giugno 2010) i termini sono ancora più stringenti perché siamo fuori dalle norme transitorie: tali confidi dovranno presentare domanda entro fine 2010"

Le istruzioni di vigilanza Confidi (Circolare n. 216 del 5 agosto 1996 ■ 9■ aggiornamento del 28 febbraio 2008) al punto 2.1 affermano che "entro 60 giorni successive al verificarsi delle condizioni previste dall'art. 2, comma 3, del decreto del MEF del 9 novembre 2007 i confidi presentano domanda di iscrizione all'elenco speciale.

Il decreto del Mef all'art. 2,comma 3, parla di superamento dei limiti con riferimento ai dati dell'ultimo bilancio approvato e mantenimento degli stessi per i sei mesi successivi alla chiusura dell'esercizio a cui il bilancio si riferisce.

Quindi se non mi sono perso qualche passaggio forse i tempi sono ancora più stretti: agosto 2010

Cosa ne pensa?

Grazie

Luca (13/01/2010 14.56)

Lei ha ragione, dott. Arzarello. Provvedo a rettificare la mia affermazione nel post.

Gigi (13/01/2010 16.15) n/a

Chiedo scusa per l'OT, ma personalmente non scuso il Gigi di cui sopra per l'intromissione, e soprattutto per l'usurpazione del nick. Uno che si prende la briga di fare le statistiche sui temi del blog e di paragonarle al calcio fa un grande torto, sia al blog che al calcio. Inoltre si arroga anche il diritto a dettare i temi. Se ne torni al bar sport a tormentare qualcun altro.

Leslie Caron (13/01/2010 16.44)

Dear Mr Gigi,

as a matter of fact you are the first to blame for hijacking the nickname of the character I performed in the charming musical directed by Vincent Minnelli in 1958. Please allow freedom of choice to other visitors.

Gigi (13/01/2010 19.51) n/a

Ancora OT: il Gigi (o Leslie) usurpatore/trice non l'ha presa bene. Sa l'inglese ma ignora la netiquette. Chiedo scusa a tutti (anche per lui/lei) per lo spazio e il tempo rubato ad argomenti più seri.

Dodona (13/01/2010 20.42) n/a

Verra' il giorno in cui non ci sara' più bisogno ne di nickname ne di altre allusioni. Sara' il tempo della verità.

Sed quid est veritas?

Conte Mascetti (14/01/2010 08.27) n/a

... a dx?

Luca (14/01/2010 08.39)

Cari amici, azzeriamo la discussione e torniamo a parlare di confidi in termini comprensibili. Mi piacerebbe stilare un elenco dei confidi "107? No grazie". Come si può procedere?

Oracolo (14/01/2010 09.22) n/a

Prendendo spunto da alcune vicende personali, menzionerei come quarta ipotesi la separazione, cioè che un confidi sopra i 75 milioni si separi in due entità distinte entrambe sotto soglia.

Se i costi per il passaggio alla categoria superiore sono percepiti come eccessivi, è la soluzione più semplice.

Claudio D'Auria (14/01/2010 09.28) n/a

Luca, temo che il tuo desiderio sia difficilmente realizzabile. I confidi di cui parli tu sono restii a venire fuori. E comunque, da quello che so tutte e tre le ipotesi da te fatte sono in questo momento perseguite da alcuni confidi.

Se può essere utile, ti posso dire che da una simulazione fatta quando ero in Banca d'Italia nel 2007 (quindi dati un po' vecchi) ci si aspettava una cinquantina di domande al 107 (52 per la precisione). Il numero mi sembra verosimile, sia in considerazione dei dati da te raccolti sul portalino, sia in considerazione che nel frattempo qualche nuovo confidi ha superato la soglia e qualcuno si è fuso.

Luca (14/01/2010 11.03)

Oracolo: sì, la scissione è una quarta possibilità, che però rinvia alla seconda in quanto si deve poi trovare un ambito di coordinamento tra le due o più entità scisse.

Claudio: Stando alla stima 2007 da te citata, mancherebbero all'appello una decina di soggetti. In effetti non c'è un informazione pubblica completa per individuare un 106 sopra soglia che non ha presentato domanda, dato che non basta avere il volume di attività finanziarie a fine 2008, ma anche quello al 30/6/2009 che non è pubblicato. Di qui un'altra possibile manovra elusiva (sempre del tipo deprecabile): fare cessioni di portafoglio garantito a cavallo del 30/6 con riacquisizione subito dopo. Non so con quale impianto giuridico, ma penso che sia una possibilità. Se poi qualcuno viene a chiedere come mai non si è presentata domanda nonostante volumi a fine dicembre precedente sopra €75mn, si mostra che a fine giugno corrente anno non si erano mantenuti.

Io se fossi un 106 ci starei molto attento, perché se dovessero diffondersi comportamenti di questo tipo la Banca d'Italia avrebbe buone ragioni per imporre ai 106 un obbligo di segnalazione di dati contabili con cadenza semestrale, e sarebbe solo l'inizio di maggiori attenzioni per i confidi non vigilati.

Il passaggio a 107 può essere traumatico per i confidi, compresi quelli che hanno fatto debita domanda di iscrizione: però la soluzione è la ricerca di soluzioni organizzative che facciano arrivare i sistemi, le procedure e le competenze mancanti a costi ragionevoli. La collaborazione a livello di sistema diventa vitale.

Pensierino finale: come la mettono i 107nograzie con le banche? Se foste il Direttore crediti di una banca, vi sentireste tranquilli con la garanzia di un soggetto a rischio di cancellazione dall'elenco degli intermediari?

Oracolo (14/01/2010 12.38) n/a

Perché crescere?

Il modello 106 "vedere denaro io dare cammello" ovvero fondi vincolati presso la banca X che accettava garanzie emesse dal confidi fino ad un moltiplicatore 20/25 volte il fondo vincolato. Garanzie rigorosamente sussidiarie. Confidi emanazione di associazione di categoria e profonda conoscenza del territorio. Struttura ridotta all'osso. Questo modello ha funzionato per anni e ha permesso soprattutto in realtà artigiane di risolvere il problema fondamentale dell'accesso al credito, prima che del costo del credito.

Il modello 107 ???? funziona? funzionerà? Costi aggiuntivi: Vigilanza, Compliance, Audit, Sistemi informativi. E i ricavi ?

Per cui, se fossi il direttore crediti e mi arrivasse un 107nograzie, il problema sarebbe stabilire se è sotto il limite col trucco o no, ma senza trucco mi fiderei più di un 106 che di un 107.

E se il 107 mi richiedesse sconti sulle commissioni perché lui è un 107, ha il bollino di qualità di banca d'Italia, gli risponderei "Guardi come è finita Banca di Garanzia"

Dodona (14/01/2010 14.21) n/a

Luca e Oracolo: il direttore crediti di una banca ora risponde al CRO (chief risk officer); il rischio di credito va visto dentro il profilo più ampio della gestione del rischio.

Per questo, la garanzia dei 106, come quella di chiunque altro, va vista in un'ottica (forse nuova per alcuni) più complessa, in ragione del tipo di banca che si sta guidando...

E si condividerà il business insieme a chi sarà funzionale a tale business. D'altra aprte business is business....

Roberto Villa (14/01/2010 14.25)

La parola "strategie" nel titolo mi lascia perplesso, forse sarebbe stato il caso di usare "furbizie". La scelta di restare 106 anziché diventare 107 deve essere frutto di motivazioni soggettive ma ragionate, e quindi, di conseguenza ci si comporta, ma non può certo discendere da estemporaneità del tipo "Oddio ho superato la soglia, aspetta che mi invento una furbata per eludere la legge".

Così non va bene, così si arma la mano (o la bocca) di coloro che hanno sempre sparato (o scritto), il più delle volte pretestuosamente, contro il mondo dei Confidi ed il loro operare.

Ci piaccia o non ci piaccia c'è una normativa da rispettare ed alla quale, volenti o nolenti, ci si deve adeguare. Ribadisco con forza che ritengo inutile e controproducente rincorrere soluzioni, o pseudo tali, autoreferenziali che, hai ragione Luca, possono solo danneggiare tutto il nostro sistema. Se l'italico genio venisse applicato innanzitutto a trovare soluzioni che innalzino la professionalità e riducano i costi applicati alle Imprese, anziché indirizzarsi al "fatta la legge, troviamo l'inganno", se, sempre l'italico genio, venisse, per esempio, indirizzato a proporre modifiche ad una normativa che per molte parti è orba della elementare "legge del buon senso", probabilmente, già oggi, qualche problema sarebbe stato affrontato e risolto.

Tom (14/01/2010 14.30) n/a

Presidente Villa, ci può fare qualche esempio di "normativa senza buon senso"?

Romano (14/01/2010 14.40) n/a

Roberto Villa:

La legge 326, per riconscere i confidi; la modifica alla CRD, prima versione, per il riconoscimento della garanzia mutualistica; la soglia dei 75 mln per l'accesso al 107....; ecc

Insomma: come è possibile che tutto sia avvenuto senza l'assenso o coinvolgimento dei confidi e dei loro esponenti?

Delle due l'una: i confidi dove erano? se c'erano di cosa si occupavano?

Luca (14/01/2010 14.40)

Dodona: certo, il CRO fornisce il quadro di valutazione del rischio, ma nel caso del rischio legale di un confidi in contumacia, ci arriva anche il direttore crediti da solo.

Oracolo: ovviamente i 106 sotto soglia non presentano pericoli di cancellazione. Non ti seguo nello spot della famiglia felice dei 106 snelli, super-moltiplicativi, stimati dalle banche. Ci sono stati e ci sono esempi virtuosi. Ci sono stati e ci sono esempi opposti. Però il contesto è cambiato, e un moltiplicatore di 20-25 coi tassi di default di oggi chi lo accetta più? Le banche valutano i confidi (ce lo raccontiamo anche sul blog) con un metro più severo e sostanzialmente simile tra 106 e 107.

Prima abbandoniamo questi stereotipi, più in fretta capiremo che cosa devono cambiare i confidi piccoli, medi e grandi che vogliono continuare ad esserci.

Luca (14/01/2010 14.51)

Roberto: siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ho esitato a scrivere il post, vista la delicatezza dell'argomento. L'ho fatto perché il settore confidi non può andare avanti se non accetta di fare selezione al suo interno. L'immobilismo imposto alla categoria da chi non accetta di cambiare è una minaccia più grave delle sofferenze che aumentano e del sostegno pubblico che diminuisce.

Gigi (14/01/2010 15.37) n/a

Non si può non parlare anche dei 107nograzie. Se a chi correva l'obbligo è passata l'idea di svincolarsi con un escamotage (o italica furbizia), è giusto evidenziarlo. Non si parlerà male dei confidi o del sistema dei confidi. Si parlerà male di QUEI confidi. E' giusto segnare una linea sulla lavagna. I buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Ne beneficia il sistema con maggiore chiarezza e trasparenza.

Per quanto riguarda la normativa se i confidi pensano che sia sbagliata facciano lobby sul legislatore, se non ci riescono piangano sé stessi e non colpevolizzino qualcun altro. E poi si adeguino: alternative non ne vedo.

Tom (14/01/2010 15.55) n/a

Che adesso debba leggere che bisogna proporre modifiche alla normativa è troppo■.....diciamocela tutta. Assoconfidi ha avuto incontri con BdI, nel corso del 2006, 2007 etc. Non ha mai ottenuto niente perché le richieste fatte erano pazzesche. Il concetto sottostante (e ci sono le bozze di discussione a provarlo) era: passiamo sotto la vigilanza di BdI, ma non segnaliamo in Centrale Rischi non rispettiamo le Istruzioni di Vigilanza etc etc...ma la garanzia pondera al 20%.....e pesavano di convincere BdI!! Ci sono alcuni passaggi nelle bozze di proposta a BdI, da sbellicarsi dalle risate. I funzionari di BdI si sono sbellicati■■..

Romano (14/01/2010 15.58) n/a

Proprio così Tom...

Tom (14/01/2010 16.43) n/a

Luca, l'immobilismo appartiene al mondo confidi. Assoconfidi nel 2006 già chiedeva l'allungamento dei tempi di adeguamento e proroghe varie. Se nel 2010 (4 anni dopo) qualcuno non è ancora pronto, è meglio che non faccia il confidi. Non stupiamoci dell'immobilismo di qualche confidi, se chi lo rappresenta è ancora più immobile......

Roberto Villa (14/01/2010 17.26) n/a

Tom:

un esempio su tutti: il regime di "vigilanza equivalente" è diverso dal regime di "vigilanza uguale" (D.M. 27/12/2006 art. 8: Le disposizioni della Banca d'Italia stabiliscono per gli

intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'art.

107 del TUB, ovvero per determinate categorie di questi, un regime di vigilanza equivalente a quello previsto per le banche ai sensi del presente decreto, secondo criteri di gradualita' e proporzionalita' e tenendo conto della significativita' delle diverse configurazioni di rischio degli intermediari in relazione all'attivita' svolta e alle caratteristiche organizzative e dimensionali."

Applicare il regime di "equivalenza" e non quello di "uguaglianza", così come più volte richiesto anche in passato, oltre ai principi di gradualità e proporzionalità delle incombenze potrebbe già essere inquadrato in quel "buon senso" che ho richiamato.

Le normative non sono incise sulla pietra, si possono modificare.

Se in passato sono stati fatti degli errori (anche in assenza di alcun tipo di esperienza), perché non cercare di porvi rimedio oggi, sulla base delle esperienze maturate sul campo?

Il passato è storia ed esperienza, positiva e negativa, che ci può, comunque, aiutare a modificare in meglio il domani.

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