Tue 31 Mar 2009, 06.15 - Stampa
Il progetto Impresa Italia del gruppo Unicredit, partito con un piano da €5md per lo small business, passa ora a interessare le medie imprese con più di €3mn di fatturato. Unicredit Corporate Banking sta promuovendo in questi giorni un prodotto per la "capitalizzazione progressiva", rivolto alle imprese già clienti di UCB che presentano un business plan sorretto da un incremento del capitale netto mediante (a) aumento del Capitale Sociale; (b) acquisizione di un finanziamento soci da parte dell’Impresa da non rimborsare prima della scadenza del finanziamento bancario; (c) destinazione a riserva degli utili d’esercizio. Il finanziamento bancario è commisurato all'aumento prospettico del patrimonio, e si articola in due componenti: il Finanziamento – Linea A, è un mutuo chirografario a 5 anni erogato subito e pari all’impegno di incremento del Patrimonio Netto come emerge dal Business Plan; il Finanziamento – Linea B, è utilizzabile per lo stesso ammontare del mutuo A , nell’arco di 5 anni dalla data della delibera ed è attivabile per tranches al momento degli effettivi apporti di risorse incrementali rispetto al Patrimonio Netto inizialmente rilevato; ogni attivazione genera un distinto mutuo a 7 anni (due di preammortamento). Ciascuna delle due linee avrà un importo compreso tra 250 mila e un milione di euro. Per incentivare la sollecita realizzazione del piano, alla linea B si applica una commissione di mancato utilzzo sulla parte non ancora erogata.
Sul sito della banca trovate maggiori dettagli e un dettagliato foglio informativo.

Luca
Tue 31 Mar 2009, 05.57 - Stampa
A pagina 20 del Sole 24 ore di oggi si annuncia un'iniziativa interessante di collaborazione tra 11 imprese dell'automazione industriale. Non è una fusione, ma l'accordo per accentrare processi produttivi e commerciali e così aumentare il potenziale di crescita all'estero contenendo i costi non strategici. Cito:
Un progetto nuovo che potrebbe fare da apripista al made in Italy. Questo, in sostanza, il piano messo a punto da Centrobanca (gruppo Ubi) e da undici aziende italiane, operanti in diverse regioni, per rispondere alla crisi e presentarsi rafforzate e con le carte in regola all’appuntamento con la ripresa. In particolare le imprese dell’impiantistica e dell’automazione industriale intendono affidare a Centrobanca un mandato congiunto per integrare le loro attività. L’iniziativa, promossa dall’Aida (l’associazione italiana di assemblaggio) punta alla razionalizzazione del settore (secondo in Europa dopo la Germania) per favorire la nascita di un primo soggetto capace di competere sul mercato internazionale delle grandi commesse industriali.
Di che cosa si tratta? In pratica, il progetto prevede che undici aziende del settore uniscano le loro forze in una holding di governo e servizi che sia in grado di svolgere le funzioni chiave in comune, compresa l’integrazione di processi produttivi e commerciali (marketing, amministrazione, ricerca, risorse umane, acquisti, progettazione, finanza, ecc.) lasciando però libertà operativa alle singole società.
All’iniziativa hanno finora aderito imprese attive in tutto il territorio di presenza del gruppo Ubi: Abl automazioni di Brescia, Automac di Bottanuco (Bergamo), Brazzale automazione (Vicenza), Cosberg di Terno d’Isola (Bergamo), Cosvic (Vicenza), Frusca di Provaglio d’Iseo (Brescia), Klein (Brescia), Masmec di Modugno (Bari), Pelizzari automazione di Flero (Brescia), R4 automazioni (Lecco) e Samac di Vobarno (Brescia).
Sono particolarmente interessato a come sarà coordinata la finanza, aspetto studiato nel nostro progetto smefin.

Luca
Mon 30 Mar 2009, 17.38 - Stampa
Il Presidente del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, Nout Wellink, ha tenuto oggi un discorso al Parlamento Europeo che trovate sul sito bis.org.
Cito l'elenco di azioni verso cui si indirizzeranno gli sforzi del Comitato:
  1. better coverage of banks' risk exposures, including for trading book, securitisation, and derivative activities;
  2. more and higher quality capital to back these exposures;
  3. countercyclical capital buffers and provisions that can be built up in good times and drawn down in stress;
  4. the introduction of a non-risk based measure to supplement Basel II and help contain leverage in the banking system;
  5. higher liquidity buffers;
  6. stronger risk management and governance standards;
  7. more regulatory focus on system-wide or "macroprudential" supervision; and
  8. greater transparency about the risk in banks' portfolios.
Non sono novità assolute, ma il fatto che siano ribadite conferma le tendenze del quadro regolamentare. Di tutti gli annunci i numeri 1, 3, 6, 7 e 8 inducono una complicazione delle regole, mentre 2, 4 e 5 riflettono un approccio più semplice, che va al sodo e non si lascia irretire dalla complessità dei prodotti e dei modelli. Quale dei due approcci prevarrà?

Luca
Sun 29 Mar 2009, 12.48 - Stampa
Riad Salameh è il Governatore della Banca centrale del Libano, ed è stato nominato da Euromoney miglior banchiere centrale dell'anno. Ne parla anche il Sole in prima di oggi, ma se volete conoscere meglio il personaggio, leggete la recente intervista su The Banker, da cui cito:
Q Is it fair to say that you foresaw trouble in the subprime market?
A Yes, we acted with a great deal of caution as we didn’t know to whom the banks would ultimately be lending. We didn’t want their capital to be tied up in illiquid markets because these instruments were traded effectively over-the-counter and outside any exchange. We set out lending regulations that place a ceiling of 50% on the value of an equity portfolio and a requirement of a 20% down-payment on foreign exchange operations. On real estate operation, we determined that banks could not lend more than 60% of a project’s value. Overall we have a liquidity factor to Basel II criteria, in the sense that banks cannot lend more than the equivalent of 70% of their deposits and must keep 30% in liquidity at all times.
By preserving the stability, another element to bolster confidence was added. In 2008, we reviewed all of these regulations and strengthened them by applying even more conservative criteria. We also refined regulations on the holding companies which own a substantial part of any bank. They can hold these shares but cannot enter into any financial operation with them. The markets have rewarded the model we established and confidence has played a major role, as Lebanon has been exposed to many tumultuous events, from assassinations to wars. The banking sector kept it together throughout and this adds to the conviction that our system can operate in stressful situations.
I requisiti stringenti su loan-to-value e liquidità, e la messa al bando delle operazioni con entità collegate, hanno protetto le banche del paese dei cedri, che stanno registrando crescita e profitti record. Salameh è libanese come Nassim Taleb, pure lui fautore di un approccio drastico al controllo dei rischi, e critico feroce dei modelli finanziari fallaci e dei loro propugnatori. Taleb afferma nel suo Cigno nero che le migliori scuole di risk management sono l'esercito e la protezione civile: lì un disastro è un disastro, e la trascuratezza è un errore da punire, se non un crimine. Se uno fa un danno da un trilione di dollari e dice "Scusate, il modello era mal calibrato", come minimo di notte si prende un gavettone biologico e di giorno va a pelare patate. E la punizione arriva dai superiori o dallo Stato, non per mano di black bloc scalmanati.
Forse in Libano decenni di conflitti e di insicurezza hanno forgiato una superiore capacità di reazione alle minacce anche nel sistema finanziario. Mi viene da pensare che il Ministro Tremonti abbia coinvolto i prefetti nel monitoraggio del credito per avere la stessa concretezza e buon senso. Se non funziona coi prefetti, ci penserà Bertolaso, o l'arma dei carabinieri.

Luca
Sat 28 Mar 2009, 16.02 - Stampa
Da una news ASCA:
(ASCA) - Milano, 27 mar - [...] Con un decreto della Direzione generale Commercio, Fiere e Mercati, e' stato approvato il bando 2009 per sostenere le imprese lombarde del commercio e del turismo attraverso il sistema delle garanzie (Confidi). La disponibilità finanziaria dell'intervento regionale ammonta a 6 milioni di euro complessivi, 4 a carico dell'assessorato regionale al Commercio, Fiere e Mercati e 2 stanziati dall'assessorato regionale ai Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza.
[...] i Confidi lombardi che inoltreranno alla Regione richiesta di contributo dovranno rilasciare - entro i 18 mesi dall'erogazione del finanziamento regionale - garanzie per finanziamenti che coprano fino al 70% del finanziamento della banca all'impresa, per un controvalore di garanzie pari ad almeno 20 volte il valore del contributo ricevuto, cioe' 120 milioni.

Luca
Thu 26 Mar 2009, 06.53 - Stampa
Dal sito del MEF potete scaricare i materiali di discussione del secondo liquidity day, celebrato ieri a Roma. Fatelo, quando avete un momento, sono scritte bene e inducono a ben sperare. Ne riferisce ampiamente la stampa (il Sole 24 ore gli dedica le pagine 2 e 3).
Le notizie sono buone, e soprattutto descrivono un quadro di interventi che sta assumendo coerenza e peso. La vera novità è l'entrata in campo del colosso Cassa Depositi e Prestiti, che potrà destinare raccolta postale e risorse BEI al funding di programmi di credito per le Pmi. Il rischio di default delle imprese rimane sulle banche erogatrici, la Cassa DDPP si accolla il rischio banca. Saranno fissati dei plafond per banca. Alle banche di credito cooperativo andrà il 15% del monte disponibile (più della loro quota di mercato sugli impieghi), forse un premio sul campo per la continuità con cui hanno cercato di seguire le imprese. Altra conferma riguarda la SACE, che oltre a potenziare gli interventi sull'export si farà carico di fluidificare i meccanismi di smobilizzo dei pagamenti arretrati della PA.
Non è uno scoop la conferma del potenziamento del Fondo centrale di garanzia, con l'agognata garanzia di ultima istanza dello Stato (il relativo decreto è alla firma del Ministro Tremonti, sono davvero curioso di leggerlo).
A questi interventi mirati sulle imprese, si aggiungono i Tremonti bond per rafforzare i patrimonio di vigilanza, i Certificati di Scambio del Tesoro per facilitare il rifinaziamento BCE, e la possibilità di garanzia statale per emissioni bancarie.
Dal documento distribuito ieri cito l'agenda:
  1. Chiudere l’iter della normativa relativa al Fondo di Garanzia per le PMI;
  2. Avviare gli Osservatori presso le Prefetture;
  3. Avanzare in merito alla certificazione dei crediti verso la pubblica amministrazione;
  4. Predisporre l’operatività della Cassa Depositi e Prestiti una volta che si sia perfezionato l’iter parlamentare normativo;
  5. Predisporre l’operatività di SACE in merito alle garanzie nei confronti dei crediti verso la pubblica amministrazione;
  6. Avviare l’Osservatorio nazionale.
Possiamo dire che il quadro e gli strumenti ci sono. Ora tocca agli attuatori, che siano illuminati. Allora potremo dare i numeri reali del credito messo in moto (per ora mi astengo, lascio al Governo quest'esercizio arduo). Perché non ridate un occhiata al mio paper su iCash e iCredit, che potrebbe dare idee utili sul ruolo della Cassa DDPP e della SACE?

Luca
Thu 26 Mar 2009, 06.21 - Stampa
Il mio progetto di Business Point, sportello di prima assistenza finanziaria alle imprese, sta facendo dei progressi. Ho una squadra di quattro laureandi che lavora quasi full time per preparare i materiali formativi e i modelli di analisi finanziaria. Sto incontrando esponenti delle Associazioni d'impresa e delle professioni. Dopo un primo shock da timore di concorrenza (l'idea di un servizio gratuito sconcerta), i miei interlocutori si aprono. Li colpisce il fatto che una banda di ragazzotti (mi ci metto anch'io) si è messa in moto per fare qualcosa di sensato per rispondere a un problema sempre più diffuso (lo vedono nel loro lavoro).
La vera attività di assistenza sarà svolta in collaborazione con partner associativi, ma ci siamo portati avanti prendendo in carico il caso di un'impresa artigiana (arrivata casualmente per via di conoscenze personali). Esperienza utilissima: ho dovuto adattare il mio impianto di analisi alla priorità immediata, che è il budget di cassa a breve. Cash is king, dicono, e quando scarseggia è meglio che i conversatori forbiti stiano zitti, e ci si metta a tracciare un percorso di uscita dalle tensioni restando nei margini che le banche concedono. Penso che anche in futuro terremo due o tre casi seguiti direttamente dallo staff universitario, riguardanti aziende di amici o parenti di studenti, come laboratorio. Si impara tantissimo.
Le ultime notizie riguardano un incontro di presentazione agli studenti, fatto l'altro ieri in facoltà, e la creazione del sito www.businesspoint.info, sul quale metteremo materiali e ulteriori notizie.

Luca
Wed 25 Mar 2009, 11.50 - Stampa
Leggo questa news e mi pongo la domanda del titolo (€100mn di fondi pubblici sono davvero tanti, nessuna regione li ha stanziati finora per singole misure anti-crisi):
Campobasso, 24 mar. - (Adnkronos) - E' nato 'Fidi Molise' la prima cooperativa intersettoriale di secondo livello d'Italia. Si tratta di uno strumento per sostenere l'accesso al credito in una vasta area di operatori economici che, affiancato al piano globale anticrisi messo in punto dalla Regione Molise, potra' contare su una dotazione complessiva di 100 milioni di euro.
"'Fidi Molise' - ha spiegato il presidente della Giunta regionale, Michele Iorio (Pdl) - rappresenta un elemento innovativo e operativo " che testimonia una forte volonta' dell'associazionismo economico di questa regione di volere reagire alla crisi ponendo in essere nuovi strumenti capaci di leggere i bisogni del territorio e darne le risposte necessarie.

Luca
Wed 25 Mar 2009, 06.38 - Stampa
lavoce.info pubbica un articolo di Sandro Brusco MA GEITHNER NON SCIOGLIE IL NODO DEI PREZZI. E' molto chiaro, con link al documento del Tesoro USA (dove toxic è tradotto pudicamente legacy). Abstract:
Il Tesoro americano vara il piano teso alla stabilizzazione del sistema bancario: si fonda sull'utilizzo di capitale pubblico e privato per comprare i titoli tossici. Sembra un progetto credibile, per cui elimina incertezza sul comportamento futuro del Tesoro. Ma il meccanismo sembra anche una riproposizione dell'approccio Paulson. E il nodo della questione, ora come allora, è il prezzo a cui gli attivi tossici vanno comprati. Il grosso rischio è che la pulizia dei bilanci bancari e la riattivazione del credito avvengano a un costo enorme per i contribuenti.
I fondi proposti sono di fatto CDO che comprano mediante asta asset problematici dalle banche o dalla FDIC. Investitori privati e Tesoro comprano fifty-fifty la tranche equity, e il resto (tranche senior) è finanziato "non-recourse" dalla Fed o con garanzia FDIC (perdite da svalutazione degli attivi superiori all'equity a carico dello Stato). La cosa curiosa (lo segnava a dito ieri Zingales sul Sole) è che ogni struttura dovrà avere due rating di agenzia che assicurino una qualità AAA sul debito senior. Domanda: dato che si dovranno fare numerose appprofondite valutazioni del rischio di questi fondi, perché Tesoro e Fed non internalizzano le attività di due diligence, portfolio risk assessment, rating (misura più morbida della tenuta nazionalizzazione)? Perché affidarsi (pagando il conto a Moody's, S&P, Fitch) a modelli inaffidabili, per valutare asset con valori ballerini e conosciuti semmai dai venditori? Qui veramente ci vorrebbe l'FBI che mette in galera i furbi, non la FDIC che controlla le agenzie che stimano lo spessore delle code della distribuzione.

Luca
Wed 25 Mar 2009, 06.04 - Stampa
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Il 18 marzo il Ministro Scajola ha presieduto la riunione di insediamento del Tavolo di iniziativa per le Pmi, che attua lo Small Business Act dell'UE, il testo di misure, definito nel mese di dicembre in sede europea e sostenuto dai Capi di Stato e di Governo, per il rilancio e la valorizzazione delle aziende di minor dimensione.
Cito dal comunicatocomunicato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico:
Il Tavolo ha permesso un confronto, tra i Presidenti di tutte le categorie delle Pmi ed i rappresentanti della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri dell’Economia, Funzione pubblica, Ambiente, Semplificazione, Regioni e Politiche comunitarie, della Conferenza delle Regioni, di Province, Comuni, Camere di commercio e del sistema bancario, che ha portato i primi ottimi risultati.
Da domani, infatti, partiranno diversi Tavoli che prenderanno in esame ed analizzeranno tutte le tematiche del settore per formulare proposte concrete, atte alla semplificazione del lavoro e della burocrazia delle Piccole e Medie imprese. Tra le azioni immediate, volte alle Pmi, il Fondo di Garanzia per le imprese che sale da 1,3 a 1,5 miliardi, tramite un emendamento che verrà presentato dal Governo al decreto sull’auto. Aumenta anche il plafond di garanzia, per ogni singola impresa, da 500 mila a 1,5 milioni di euro, che avrà maggiore possibilità di accesso alle piccole e alle medie imprese.
Lo stesso Ministro ha scritto una lettera al Sole 24 ore (pubblicata oggi in prima) in cui illustra il merito dell'iniziativa, oltre a confermare il rifinanziamento del Fondo centrale per le Pmi, operativo dal 10 aprile (€1,5md che dovrebbero sbloccare credito per €70-80md e beneficiare della ponderazione zero, aspettiamo i dettagli per commentare).
Nello stesso articolo-lettera, il Ministro elenca i sei gruppi di lavoro tecnico promossi dal Tavolo Pmi. Da lì dovrebbero uscire le concrete proposte di riforma. I Gruppi sono:
  1. credito, tempi di pagamento, usura, capitalizzazione delle imprese;
  2. strumenti e azioni per le crisi di impresa (tra le misure annunciate, un Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà);
  3. politiche per l'innovazione, l'energia, la sostenibilità ambientale;
  4. strumenti per la crescita dimensionale, l'aggregazione (distretti, reti) e la trasmissione d'impresa;
  5. politiche e strumenti per l'internazionalizzazione;
  6. semplificazione e raccordo tra livelli di governo nei confronti delle imprese.
Ben venga il Tavolo se serve a dare impulso e coordinamento alle molte azioni, istanze e promesse su questi temi. Temo la distanza tra il Tavolo, i Gruppi di lavoro e i problemi reali e urgenti delle Pmi. C'è un enorme lavoro da fare, e serve una capacità di progettare sporcandosi le mani e affaticando la mente, e non è propriamente la specialità dei Tavoli.

Luca
Tue 24 Mar 2009, 20.59 - Stampa
E' stato pubblicato dal CEPS il rapporto Keep it simple: Policy Responses to the Financial Crisis, di Carmine Di Noia e Stefano Micossi (con Jacopo Carmassi e Fabrizia Peirce). Di Noia e Micossi sono, rispettivamente, vice-direttore e direttore generale di Assonime. Il paper è scaricabile gratuitamente in formato pdf. Del lavoro riferisce a pag. 13 Il sole 24 ore di oggi, e questa news, da cui cito
"Le regole di Basilea II sono da rottamare e da sostituire con dei requisiti di capitalizzazione fissi calcolati in riferimento agli asset totali, e senza eccezioni". Al G20 vengono altresì suggerite misure per rafforzare i sistemi di gestione dei rischi nelle organizzaioni finanziarie così come sulla trasparenza delle informazioni per tutti i partecipanti al mercato. In Europa, infine "serve una drastica semplificazione della struttura regolamentare - concludono gli autori - in modo da concentrare a livello di Ue non solo l'attività di normazione, ma anche quella di vigilanza sul rispetto delle regole"

Luca
Mon 23 Mar 2009, 12.36 - Stampa
Cari visitatori, quando leggerete questo post i nostri tecnici avranno risolto un difficile problema tecnico che ha isolato dal web la nostra rete di ateneo.
Scusate l'interruzione

Luca
Sun 22 Mar 2009, 12:42 PM - Stampa
La provincia di Macerata ha stanziato €500.000 per fornire cogaranzie su prestiti già assistiti dai confidi, riferisce una news ASCA:
Il ''fondo'' delle Provincia - e' detto in una nota - costituisce una garanzia per gli istituti di credito, aggiuntiva alla garanzia offerta dai Confidi.Su un prestito bancario di 100 mila euro, ad esempio, 35 mila euro sono garantiti dal Confidi, altri 35 mila dalla Provincia e solo sui restanti 30 l'Istituto di credito rischia l'eventuale insolvenza.
ma prima si afferma
Complessivamente i finanziamenti bancari con la garanzia dei Confidi e dell'apposito ''Fondo'' della Provincia stanno superando i 15 milioni di euro e la capacita' potenziale del fondo stesso e' quella di arrivare fino a 34 milioni.
Facciamo due conti: il co-garantito (35% di €34mn) è pari a €11,9mn, ovvero 23,8 volte il fondo provinciale di €0,5mn.
Ben vengano queste risorse, naturalmente, ma non è un po' troppo alto come moltiplicatore su un portafoglio così piccolo, concentrato geograficamente e soprattutto di questi tempi?

Luca
Sun 22 Mar 2009, 12:39 PM - Stampa
Questa news riferisce che la Regione Lazio ha stanziato €10mn per apporti ai fondi rischi ed €1,5mn per progetti di aggregazione tra i confidi del commercio.

Luca
Sun 22 Mar 2009, 12.23 - Stampa
In seconda del Sole di oggi Sorrentino commenta la forte crescita della moneta "vera" M1 (banconote e conti correnti): è un segnale di avvicinamento della fine della recessione? La questione è lasciata aperta, ma nel trattarla si cita un interessante paper di tre economisti del Fondo monetario: What Happens During Recessions, Crunches, and Busts? di Claessens, Kose e Terrones, nel quale si studiano 122 recessioni, 112 contrazioni del credito, 114 cali dei prezzi immobiliari, e 234 episodi di crollo delle borse, registrati ta il 1960 e il 2007. Gli autori concludono che le recessioni accompagnate da strette del credito e crisi immobiliari sono più lunghe e più profonde.
E' impressionante la quantità di ricerche sulla crisi che pubblicano il Fondo monetario, la Fed, la Bank of England, la BCE, gli istituti di ricerca, etc. Per stemperare il pessimismo della scienza triste, facciamo nostro il pensiero positivo di un anonimo lombardo, apprezzabile per il realismo e la visione globale.

Luca
Sat 21 Mar 2009, 10:54 AM - Stampa
Annunciato ieri il programma Impresa 2009 della Banca popolare di Vicenza. Cito dal comunicato stampa.
Banca Popolare di Vicenza lancia, in stretta collaborazione con le principali Associazioni di Categoria operanti sul territorio, l'iniziativa "Impresa 2009", con l'obiettivo sostenere le aziende in questa difficile fase congiunturale.
Grazie a tale progetto verranno resi disponibili alle imprese servizi di consulenza aziendale, diagnostica, valorizzazione del brand e degli asset intangibili, e un plafond iniziale di finanziamenti a tasso agevolato pari a 50 milioni.
Sponsor dell'iniziativa: Apindustria, Assoartigiani, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcommercio, Confindustria.
Tra i partner ad oggi selezionati: Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Vicenza, Bain & Company, ICM Advisors, Studio Legale Cappelletto.
L'iniziativa è interessante. Non mi è chiarissimo quanto dei prestiti coprirà le spese di consulenza, e quanto gli investimenti.

Luca
Sat 21 Mar 2009, 10:31 AM - Stampa
Se vi siete annoiati delle notizie sul Fondo centrale di garanzia, potete riscoprirne il lato gradevole in questo articolo di Andrea Resti sul lavoce.info. Basta il titolo per capire il tono: Quel fondo che sembra il campo dei miracoli.

Luca
Fri 20 Mar 2009, 09:47 AM - Stampa
Sempre alta l'attenzione dei media (vedi Sole di oggi in seconda) per il rafforzamento del Fondo centrale di garanzia. Il Ministro Scajola ha garantito la disponibilità immediata (nel 2009) di €500mn, di cui 50mn dai programmi per il capitale di rischio del Fondo finanza d'impresa, e 450mn dalla revoca di fondi 488 (aggiuntivi rispetto a quelli dati come persi a favore degli incentivi auto). I fondi 488 non sono quindi come la camera affittata a tre dell'esilarante farsa ripresa da Totò. Altri pensavano a un qui pro quo: "Fondi disponibili in quattro e quattr'otto". Basta una sillaba per confondersi.
L'altro miliardo, per arrivare agli €1,5md promessi l'altro ieri, arriverà dai fondi FAS nazionali: 200mn nel 2010, 300mn nel 2011 e 500mn nel 2012.
Le Fond pour la finance de l'entreprise est mort? Non lo so, però in ogni caso Vive le Fond central de garantie! (il quale, come Benjamin Button, col passar del tempo diventa più giovane e robusto). Un caso davvero curioso.

Luca
Fri 20 Mar 2009, 09:38 AM - Stampa
Oggi in prima e in terza del Sole 24 ore si parla degli scudi fiscali allo studio (pare) in Francia e Germania per far rientrare i capitali dai paradisi (pure fiscali). Un provvedimento del genere potrebbe prenderlo anche il Governo italiano (se ne parla da due settimane, vedi questo post). I capitali dovrebbero essere rimpatriati con l'obbligo di investimento in azienda o in titoli di Stato.
Il direttore del Sole, Ferruccio de Bortoli ha toccato il tema nel suo "asterisco" oggi a Radio 24 (qui il video).

Luca
Fri 20 Mar 2009, 08:29 AM - Stampa
Non so se avete letto questa column di Beppe Severgnini ieri sul Corriere
Per gli italiani nati negli anni '80 dobbiamo trovare un nome e un calmante. Il secondo è forse più urgente. Diventare adulti di questi tempi, tra musi lunghi e vecchi squali, non è facile.[...]
E' una Generazione Samsonite che vive con la valigia in mano, o con un viaggio in mente. I titoli dei telegiornali li ottengono i coetanei che fanno casino davanti all'università, e la sera rientrano a casa da mamma e papà. Gli ultimi posti di lavoro se li sono presi i trentenni della Generazione Ikea, nati negli anni '70. Poi il Big Crash. I ventenni - infanzia felice anni '80, adolescenza serena anni '90 - non se l'aspettavano, questo scherzo. [...]
Ma un comun denominatore esiste, e gli Ottantini - ecco, li chiamerò così - sono una generazione in corridoio, che si ritrova davanti tante porte chiuse. [...]
Un Ottantino può scegliere: scoraggiarsi o reagire. Suggerisco la seconda soluzione, e spiego perché. Partiamo di qui: preoccuparsi è ragionevole.[...]
In America the Greatest Generation (© Tom Brokaw) coincide con la nostra. Nata dopo la Prima Guerra Mondiale, s'è beccata dittature, depressione, guerra e ricostruzione. Non ha mollato mai. E voi, ragazzi? La "tempesta perfetta" della recessione vi ha accolto fuori dal porto (niente potrà più spaventarvi, direbbe il vecchio Conrad). Avete tra i piedi un po' di sessantenni rassegnati, di cinquantenni opportunisti, di quarantenni pavidi e di trentenni poveri (c'è di peggio). Forza e coraggio: è l'atteggiamento che cambia l'umore, la vita e la storia. Se scegliete d'essere sconfitti prima d'aver perso, diventerete la "generación amargada". Suona bene, ma fa male.
Ho due figli ottantini (e un novantino, com'è diverso!), e sono come li descrive l'autore di Italians. Il salto generazionale l'hanno fatto le videocassette, il poter riguardare 35 volte Pinocchio o Cip e Ciop agenti speciali, gioie che da bambino godevo nelle sole feste comandate. Poi sono arrivati i passatempi ad alto consumo di CPU e megabyte mentali: tenere a mente la genealogia dei 180 pokemon, ciascuno con un ricco elenco di doti, per poi passare alle cosmologie multiple delle carte Magic; seguire 12 serie di fumetti giapponesi, storie astruse in ambientazioni improbabili; apprendere il corpus normativo di Dungeons and Dragons, imponente, minuzioso (e inutile) come tanti regolamenti di Bruxelles.
Vi abbiamo lasciato divagare, serenamente, in una realtà troppo povera di materia, sacrificio, rischio, immagine della bolla iridescente che erano l'economia e la società dei paesi ricchi. Mea culpa.
Però, come allora, non vi stiamo mollando alla deriva. Anzi, questa crisi è il momento buono per imparare di nuovo, insieme, a stare di fronte alla realtà. Realtà che è positiva, comunque, crisi o non crisi.
Non dovete rassegnarvi, certo. "Stringete i denti e arrangiatevi" vi dicono i vecchi squali, i sessantenni rassegnati, i cinquantenni opportunisti, i quarantenni pavidi. Andate a stanarli, lavorate sodo per capire meglio di loro (non ci vuole molto) quello che c'è da fare, e spronateli a farlo. E se fanno le sfingi, alzate la voce (sempre in modo pacifico), che si vergognino, come padri e madri, come persone. Fuori dai piedi, che passino a voi la palla.
Comunque, io sono qua, con molti altri miei coetanei. Quello che abbiamo, soldi, energie, tempo, è vostro. Non abbiate paura, ce la giochiamo!

Luca
Thu 19 Mar 2009, 10:34 AM - Stampa
Dall'Audizione del Governatore Mario Draghi alla Camera dei Deputati del 17 marzo:
Nel 2008 la raccolta delle banche italiane presso intermediari non residenti si è ridotta di quasi il 10 per cento. All’inaridimento dei flussi di provvista dall’estero le banche hanno fatto fronte ricorrendo alla raccolta presso le famiglie, soprattutto tramite il collocamento di obbligazioni. Questo ha consentito alla raccolta complessiva di continuare ad espandersi, non ne ha impedito un deciso rallentamento; il tasso di crescita medio è sceso dall’11 per cento del 2007 al 5 per cento del 2008; in gennaio si è confermato lo stesso valore.
Nello stesso anno i prestiti al settore privato sono cresciuti a un tasso superiore (7,3 per cento). I finanziamenti concessi dalle banche di grandi dimensioni, che fanno maggiore affidamento sulla raccolta estera e sono più esposte alle pressioni dei mercati, hanno subìto una frenata più intensa. Le banche locali hanno invece mantenuto flussi di credito analoghi a quelli precedenti la crisi, anche grazie a un maggiore afflusso di fondi
Tutto il documento è interessante, come questo commento di Oscar Giannino.

Luca
Thu 19 Mar 2009, 06:21 AM - Stampa
Ieri si è riunito dopo diversi mesi il gruppo di lavoro Interventi di ingegneria finanziaria presso il MiSE. Sono andato, dunque, a Roma in giornata, e naturalmente abbiamo commentato la notiza del giorno, ovvero la promessa da presidente a presidente di un Fondo di garanzia per le Pmi rinforzato a €1,3 md. Nelle stesse ore, al Tavolo sulle Pmi il Ministro Scajola prometteva di portare la dotazione complessiva del Fondo a €1,5md (di cui €500mn nel 2009), e di innalzare l'importo massimo coperto da €0,5mn a €1,5mn, confermando la garanzia statale di ultima istanza (ne riferisce ampiamente il Sole di oggi in terza). Dovrebbero essere mobilitate anche risorse della Cassa Depositi e Prestiti, forse sulla scorta dell'esperienza FRI (fondo di rotazione), ma resta da stabilire su chi graverà il rischio di credito (sulla Cassa DDPP o sulla banca erogante?).
Non posso riferire, per riservatezza, del nostro incontro molto meno mediatico. La buona notizia è che il Fondo centrale ha acquisito i primi €71mn stanziati dal DL 185/08, e quindi ha benzina per andare avanti. Per lanciare il Fondo centrale 2.0, con dotazione extra, garanzia dello Stato, gestore riassegnato (il presidente di MCC Carraro ha chiesto la proroga di un anno dell'attuale mandato), apertura a co-finanziamento di banche, regioni, SACE, e, magari, nuova piattaforma procedurale ci sono diversi nodi da sciogliere.
Chiediamo al Presidente Berlusconi di nominare una task force a tempo pieno sulla finanza delle Pmi, come per l'emergenza rifiuti, o fra sei mesi siamo ancora qui.

Luca
Thu 19 Mar 2009, 05.10 - Stampa
Fa meraviglia leggere in prima pagina dei maggiori quotidiani le durissime prese di posizione contro il giudizio del Papa sulla lotta all'AIDS. Guardate ad esempio il sito del Sole 24 ore. Non ci ingannino la falsa indignazione e gli argomenti pseudo-scientifici dei portavoce dell'ortodossia socio-sanitaria che stanno nei governi di Francia, Spagna, Germania, e pure a Bruxelles. La lotta contro il virus HIV, non da ieri, ha fatto progressi là dove si è puntato sull'educazione al valore infinito della persona, ivi compresa la sessualità, e sulla qualità della vita dei malati. La Chiesa non porta una dottrina, ma esperienze come quelle della Comunità di Sant'Egidio a Yaoundé, da dove ha parlato Benedetto XVI, o del "nostro" meeting point in Uganda. Non vi faccio dei discorsi, guardate, ve ne prego, il cortometraggio Greater, che descrive le esperienze di Vicky, di Rose, e delle loro donne a Kampala.
Che cosa c'entra questo con aleablog? C'entra. I lanci a tappeto di preservativi stanno alla lotta contro l'AIDS come gli helicopter drops of money (stampare moneta) di Milton Friedman e Ben Bernanke stanno alla lotta contro la deflazione e la crisi. Gli unici rimedi universali e immediati, il massimo che la scienza, sociologica o economica, possono suggerire. Nessuno dei due va alla radice del problema e, per favore, andiamo a vedere se funzionano, e che guasti producono a lungo andare.
Soltanto una pulsione violenta e ultimamente autodistruttiva può chiudere la bocca alla testimonianza del Papa. La Chiesa non ha il potere di decidere politiche contro l'AIDS, che hanno dietro ben altri sponsor e interessi. Che nel dramma della malattia (o della crisi) possa fiorire una pienezza di vita che risponde ai bisogni delle persone è una notizia buona per tutti. Piccola, iniziale, ma vera.

Luca

PS 19/3: Per un commento degli ultimi interventi del Papa, e in particolare della storica lettera sui lefebvriani, vi consiglio questa intervista al vaticanista dell'Espresso Sandro Magister e l'articolo di Juliàn Carron.
PS 24/3: Altre letture meritevoli sulle politiche anti-HIV, ovvero l'intervista a Edward Green, Direttore dell'AIDS Prevention Research Project della Harvard School of Public Health and Center for Population and Development Studies e quella a Rose Busingye, infermiera presso il Meeting Point di Kampala.
Tue 17 Mar 2009, 06:43 PM - Stampa
Expansion of membership announced by the Basel Committee
13 March 2009
At its 10-11 March meeting, the Basel Committee on Banking Supervision decided to expand its membership and invite representatives from the following countries to join the Committee: Australia, Brazil, China, India, Korea, Mexico and Russia.
Nout Wellink, Chairman of the Basel Committee and President of the Netherlands Bank, stated that "this expansion in membership will enhance the Committee's ability to carry out its core mission, which is to strengthen regulatory practices and standards worldwide." He added that this step carries forward the call from G20 leaders for major standard-setting bodies to review their membership. The Basel Committee's governance body will also be enlarged to include the Central Bank Governors and Heads of Supervision from these new member organisations.
The Basel Committee on Banking Supervision provides a forum for regular cooperation on banking supervisory matters. It seeks to promote and strengthen supervisory and risk management practices globally. With its expanded membership, the Committee is comprised of representatives from Australia, Belgium, Brazil, Canada, China, France, Germany, India, Italy, Japan, Korea, Luxembourg, Mexico, the Netherlands, Russia, Spain, Sweden, Switzerland, the United Kingdom and the United States. The Committee's Secretariat is based at the Bank for International Settlements in Basel, Switzerland.

Luca
Tue 17 Mar 2009, 06:23 PM - Stampa
Vari amici mi hanno segnalato (mentre ero in viaggio, li ringrazio molto) la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto tanto atteso (già divulgato dalla Gazzetta ufficiosa):
DECRETO 5 marzo 2009
Proroga del termine relativo ai criteri di iscrizione dei confidi nell'elenco speciale previsto dall'articolo 107, comma 1, del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385. (GU n. 62 del 16-3-2009 )

IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Visto il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, recante il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (di seguito: testo unico);
Visto, in particolare, il comma 4-bis dell'art. 155 del testo unico, introdotto dall'art. 13, comma 32, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, secondo il quale il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, determina i criteri oggettivi, riferiti al volume di attivita' finanziaria e ai mezzi patrimoniali, in base ai quali sono individuati i confidi che sono tenuti a chiedere l'iscrizione nell'elenco speciale previsto dall'art. 107, comma 1, del testo unico;
Visto il decreto del Ministro del tesoro del 13 maggio 1996, recante i criteri di iscrizione degli intermediari finanziari nell'elenco speciale di cui all'art. 107, comma 1, del testo unico bancario;
Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 9 novembre 2007, recante i criteri di iscrizione dei confidi nell'elenco speciale previsto dall'art. 107, comma 1, del testo unico bancario;
Viste le comunicazioni pervenute da parte delle Associazioni di categoria Fedart Fidi, Fincredit-Confapi, Federfidi/Confesercenti, Federconfidi, Federascomfidi - Confcommercio;
Considerate le oggettive difficolta' incontrate dai confidi per il riassetto organizzativo necessario all'iscrizione nell'elenco speciale di cui all'art. 107 del testo unico bancario;
Ritenuta l'opportunita' di concedere ai confidi un ulteriore lasso temporale per gli adempimenti necessari all'iscrizione nell'elenco speciale previsto dall'art. 107, comma 1, del testo unico bancario, anche in considerazione del sostegno dagli stessi fornito al sistema delle PMI;
Sentita la Banca d'Italia;

Decreta:


Art. 1.

1. Il termine di cui all'art. 3 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 9 novembre 2007 e' prorogato al 31 dicembre 2009.
2. Lo stesso termine si applica ai confidi per i quali si verifichino le condizioni previste dall'art. 2, comma 3, del decreto di cui al comma 1, con riferimento al bilancio approvato dell'esercizio 2008.

Roma, 5 marzo 2009 Il Ministro : Tremonti

Luca
Sat 14 Mar 2009, 04:05 PM - Stampa
Sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze trovate il documento su Monitoraggio del finanziamento all'economia tramite il sistema bancario, ne cito alcuni passaggi che fanno capire la ratio del provvedimento
Il monitoraggio dell'andamento del credito a famiglie e imprese avverrà con l'istituzione di specifici Osservatori Regionali presso le Prefetture dei capoluoghi di regione. L'osservatorio è istituito inoltre nelle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Con questo monitoraggio, si mira, nell'attuale fase recessiva, ad individuare tempestivamente eventuali criticità nel mercato del credito a imprese e famiglie in specifiche aree del territorio, settori produttivi, classi dimensionali di impresa, caratteristiche del nucleo familiare e a comprenderne le cause.[...]
Si tratta di interpretare il ruolo assegnato dalla legge agli Osservatori da costituire presso le prefetture: non solo più soggetti che raccolgono dati statistici ma luoghi di risoluzione di controversie e di monitoraggio delle specifiche criticità che emergono a livello locale sulla base di istanze presentate dalle imprese. [...]
Nel monitoraggio delle condizioni del credito a livello locale, il Prefetto raccoglie inoltre in maniera riservata le istanze ed i reclami della clientela che si vede danneggiata nelle condizioni di erogazione del credito, secondo tale schema:
Il cliente trasmette il modulo di richiesta per l'esame della controversia. Viene utilizzato esclusivamente un modulo on-line Il modulo viene trasmesso ad un indirizzo di posta elettronica attivo presso le prefetture;
il Prefetto raccoglie le istanze classificandole per banca e per tipologia di clientela;
il Prefetto scrive alle banche interessate inviando le pratiche di competenza e suggerendo un'istruttoria a livello di divisione regionale (o nazionale a seconda dell'organizzazione della singola banca);
entro un tempo congruo la banca fornisce una risposta al cliente e ne informa il Prefetto.
In estrema sintesi, si tratta di un meccanismo che stimola ad una riesamina del caso ad un livello più elevato della struttura gerarchica della banca. E' uno schema molto semplificato e meno intrusivo rispetto a quanto previsto in Francia.
A differenza del Mediateur du crédit francese, la rete di Osservatori nazionali e regionali non si interpone nel rapporto cliente-banca, né nella diagnosi o valutazione dei problemi e delle risposte, ma si limita a svolgere svolge una funzione di monitoraggio e sportello reclami; i reclami attivano "ricorsi" lungo la scala gerarchica delle banche. Altra differenza: in Francia i mediateurs regionali sono i direttori delle sedi locali della Banque de France, mentre da noi si rischia una velata contrapposizione tra prefetture e Banca d'Italia.
Vediamola nel concreto. Famiglie e imprese in difficoltà sottoporranno i loro casi agli Osservatori regionali. A questo punto possono succedere tre cose: (1) ogni reclamo è stampato, inviato a chi di dovere, protocollato, rilevato a fini statistici e archiviato; ogni banca riceve i suoi reclami e, con un iter simile, risponde; la risposta viene girata al reclamante; ogni sei mesi si stampa un rapporto di 450 pagine; (2) gli Osservatori nominano comitati che si riuniscono, discutono 2-3 casi, qualcuno si indigna, altri allargano le braccia, poi firma del verbale e tutti a bere l'aperitivo; (3) gli Osservatori registrano dei problemi, e li pongono all'attenzione di chi può fare qualcosa per risolverli, in spirito di collaborazione, si favorisce così una rete di rapporti tra sedi bancarie, associazioni, confidi, prefetture, enti locali, CCIAA, consulenti, iniziative no profit (come i Business Point); i casi si affrontano uno ad uno, e i rapporti registrano casi risolti e casi irrisovibili, suggerendo azioni ulteriori.
Sono tutte soluzioni, nel bene e nel male, all'italiana. Per quale delle tre votate?

Luca
Sat 14 Mar 2009, 10:51 AM - Stampa
Vibrante resoconto in terza del Sole di oggi dal convegno Piccola industria a Palermo. Giuseppe Morandini, presidente della "Piccola" (ripreso in questa news):
E' la liquidità la priorità numero uno: le aziende, spiega Morandini, hanno bisogno di ristrutturare il debito, di rimodulare le scadenze dei mutui, di razionalizzare la gestione finanziaria. E allora serve un fondo di garanzia con almeno 5 miliardi di dotazione, in modo da creare per le banche, grazie anche ai Confidi, le condizioni per immettere almeno 80 miliardi di liquidità nel sistema.
Corrado Passera:
"Possiamo fare qualche errore, ma quando giro per le nostre filiali sul territorio dico sempre di andare avanti, di crescere con le imprese." E a riprova, l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo scandisce ad alta voce la sua e-mail "Scrivetemi, i problemi ce li risolviamo tra di noi".
In prima pagina, Fabio Pammolli (Università di Firenze) evidenzia il rischio dell'avvitamento per carenza di liquidità di Pmi altrimenti solvibili. Lui pure invoca un rafforzamento del Fondo centrale di garanzia Pmi (€5md per €50md di credito, moltiplicatore 10 a 1), procedure più semplici per trasformare i confidi in 107, canalizzazione sul Fondo centrale di risorse regionali. Agendo anche a monte sullo smobilizzo dei crediti verso la PA con interventi di SACE e Cassa DDPP.
Le garanzie sui consolidamenti sono uno strumento adatto in questa fase per molte aziende. Non so se servono 80 o 50 miliardi di credito garantito, e se bastano 5 miliardi di fondi pubblici per coprirne i rischi (un moltiplicatore di 16 a 1 è troppo alto oggi, 10 a 1 è più congruo, ma basta per convincere il Tesoro a dare la garanzia di ultima istanza?). Molte imprese sono però già oltre lo stadio curabile con debito più lungo: possono essere mantenute in attività (non tutte, beninteso), ma hanno bisogno di iniezioni di capitale netto, di parziale cancellazione del debito, o di un mix delle due cose. Lo stsso risultato si può ottenere con fusioni e cessioni di rami d'azienda (Morandini ha detto: "abbiamo ottenuto le agevolazioni fiscali sulle aggregazioni, allora usiamole"). Non dimentichiamoci di questi imprenditori, e impegnamoci a progettare dei rimedi che facciano leva su risorse pubbliche e private, denaro e consulenza. Occorre fare presto.
Se l'unico intervento sulla struttura finanziaria passa dal credito rischiamo di appoggiare il passo su due punti cedevoli: (a) i fondi di garanzia, meno robusti con tassi di default in crescita, non convincono le banche e si consumano in fretta; anche i confidi 107 non potranno fare miracoli o creare patrimonio dal nulla; (b) il consolidamento del debito non risolve il problema di EBIT calante e interessi crescenti. Avvertiti di questa doppia inefficacia, banchieri e confidi potrebbero (penso che lo abbiano già fatto) limitare l'intervento alle imprese meno bisognose. E' giusto aiutare queste a mettersi in sicurezza, ma non lasciamo le altre alla deriva facendo finta di avere fatto tutto il possibile.

Luca
Fri 13 Mar 2009, 05:21 PM - Stampa
Ieri ho fatto una lezione a Porto San Giorgio per la Scuola di impresa della CDO Marche Sud. Ho parlato sul tema "Azioni per migliorare il rating aziendale". Ho poi pranzato con gli amici Massimo Valentini e Marco Simoni, presidente e direttore del Cosvim Confidi, con un menu ben scelto ed equilibrato: sardoncelle scottadito, mazzancolle con carciofi, maccheroncini di Campofilone tradizionali al pomodoro. Mi hanno confermato che le banche di tutte le categorie chiedono sempre di più l'affiancamento dei confidi. La loro istruttoria è tenuta in considerazione, spesso ottengono risultati convergenti con quelli delle banche. Talora il giudizio confidi è più severo del giudizio banca, ma succede con i clienti che in banca vengono valutati per lo più (fino all'80%) sullo score andamentale.
Per tornare a Trento ha fatto un viaggio regolare e tranquillo, e verso le 19 ho ascoltato alla Zanzara (Radio 24) un bell'intervento di Oscar Giannino sulla crisi. Tra le altre cose, ha detto che le imprese sono sottoposte a uno stress patrimoniale crescente, e che occorre incentivare chi mette patrimonio di famiglia nell'azienda, e chi rimpatria capitali dall'estero se li reinveste in attività d'impresa. Secondo Giannino ci sono 120.000 Pmi tra 1 e 100 dipendenti a rischio fallimento. E' urgente assicurare un sostegno patrimoniale straordinario, impegnando fondi pubblici, per questo target di imprese, che altrimenti rischiano di uscire dal business e non rientrare più. Ho ascoltato col massimo interesse, trovando molta sintonia con la mia proposta dell'iCash. Qui trovate il podcast della trasmissione. L'intervista comincia al minuto 34:13.

Luca
Fri 13 Mar 2009, 02:25 PM - Stampa
Da Risk:
"There is a view that people are not frightened of the FSA. I can assure you that this is a view I am determined to correct. People should be very frightened of the FSA," he explained.
Il supervisore finanziario unico dell'UK sta addestrando gli ispettori a introdursi nottetempo negli uffici, nascondersi negli armadi e sotto le scrivanie e saltar fuori all'improvviso facendo "buh!".

Luca
Fri 13 Mar 2009, 11:13 AM - Stampa
Visitate, è molto ben fatta, la pagina di ft.com Future of Capitalism: 50 people who will frame the debate, con le foto e i profili dei magnifici 50 (tra cui il nostro Mario Draghi). I media ne hanno parlato come del cast di Armageddon 2 (senza Bruce Willis), in missione per salvare il pianeta. In realtà il newspaper inglese li presenta come autorevoli osservatori, studiosi, opinionisti e decisori. Tra le curiosità, la presenza di Olivier Besancenot (34 anni), leader del partito anti-capitalista francese, che intende cogliere l'opportunità della crisi per rovesciare l'attuale sistema economico, e il cenno al playboy lifestyle di Nouriel Roubini (il più acuto e preciso profeta della crisi): perché noi uomini ci lanciamo in imprese ardite, sfidando l'opinione dei più? Per far colpo sulle donne. Le donne hanno una responsabilità enorme nel preferire che compie imprese buone.

Luca
Fri 13 Mar 2009, 07:11 AM - Stampa
Sono tornato da un giro di due giorni e ho riletto questo post scritto la sera un po' di corsa. Penso che non ci sia bisogno di precisarlo, ma non intendevo stigmatizzare una particolare situazione. Per dare il giusto contesto in cui leggere il comunicato di Fitch (nel post di mio c'è davvero poco), mi sono riletto il giudizio espresso dall'agenzia un anno fa (l'avevo ripreso qui). Fitch allora copriva cinque confidi, oltre ai tre censiti quest'anno (Eurofidi, Federfidi Lombarda e Unionfidi), c'erano anche Artigianfidi Varese e Neafidi. Un anno fa i confidi privi di "patronage" regionale (Artigianfidi, Neafidi e Unionfidi) erano tutti BB+; dei tre quest'anno è valutato soltanto Unionfidi, ed è passato a BB. I due con patronage (Eurofidi e Federfidi) erano BBB+ e tali sono rimasti; anche allora Fitch spiegava il miglior giudizio appellandosi al legame con le Regioni. Il giudizio riguarda non tanto i singoli enti di garanzia, quanto i "modelli tipo" presenti in Italia, così come sono stilizzati dall'Agenzia. Ammiro la trasparenza di Unionfidi che ha fatto aggiornare e divulgare il rating in uno scenario non favorevole (ammirazione e quasi meraviglia, poiché il servizio non è gratuito). Penso che altri confidi legati al settore manifatturiero avrebbero subito una revisione verso il basso.
A questo punto rilancio la questione: i rating esterni dei confidi 106 "privati" forse non ne colgono il modello di equilibrio gestionale, nel senso che i 106 hanno una capacità di copertura dei rischi e un'elasticità finanziaria non pienamente rivelati dall'analisi del bilancio e dell'organizzazione. E' così? O invece ha ragione l'agenzia di rating? Non è una domanda accademica. Ma, a prescindere da questo tema presente (che peraltro è urgente approfondire), si potrà costruire per il futuro un modello solido di confidi 107 "privato"? O ci sarà spazio soltanto per chi ha il sostegno di soggetti pubblici?

Luca
PS 13/3: Anche il rating di Artigianfidi Varese è stato aggiornato da Fitch. Risulta confermato il BB+ dell'anno scorso, ma il rating è stato ritirato per la scelta del confidi di non avvalersi più di questo servizio (che ha appunto un costo annuo non indifferente). Lo si riferisce in questa news.
PS 15/3: Ho sentito Patrizia Geria, direttrice di Neafidi, e mi ha confermato che anche loro hanno avuto conferma del rating BB+, ma lo stesso è stato ritirato perché non è stato rinnovato l'incarico a Fitch.
Fri 13 Mar 2009, 05.43 - Stampa
Dal Sole 24 ore di oggi:
Draghi: «Crisi della finanza, necessarie risposte aggressive»
Prefetti controllori del credito, Banca d'Italia detta le regole Cito: Draghi fa sapere che nei giorni scorsi le direzioni di alcune filiali di via Nazionale «sono state invitate a partecipare, presso le locali Prefetture, a incontri aventi a oggetto l'andamento delle relazioni di credito del sistema bancario con le imprese e le famiglie». Durante alcune di queste riunioni, spiega il governatore, «sono stati diffusi prospetti finalizzati a raccogliere direttamente dalle banche i dati e le informazioni concernenti il volume dei prestiti erogati dai singoli intermediari. In altri casi le Prefetture hanno richiesto direttamente alle Filiali» di Bankitalia «informazioni e valutazioni sull'andamento del credito a livello locale». Il governatore non ha dubbi: sulla base della legge «una richiesta diretta di dati disaggregati alle banche non appare giustificata». Saranno invece le Filiali di via Nazionale a gestire la trasmissione delle cifre e dovranno farlo «sulla base di linee guida che verranno predisposte» dal Servizio statistiche economiche di Palazzo Koch. [ma serve questa cosa?]
Confindustria, un'impresa su 10 fatica ad accedere al credito
Thu 12 Mar 2009, 07:46 PM - Stampa
Oggi il Comitato per la vigilanza bancaria ha diffuso questo comunicato:
Following its 10-11 March 2009 meeting, the Basel Committee on Banking Supervision announced that the level of capital in the banking system needs to be strengthened to raise its resilience to future episodes of economic and financial stress. This will be achieved by a combination of measures such as introducing standards to promote the build up of capital buffers that can be drawn down in periods of stress, strengthening the quality of bank capital, improving the risk coverage of the capital framework and introducing a non-risk based supplementary measure. Also, the regulatory minimum level of capital will be reviewed in 2010, taking into account the above and other relevant factors to arrive at a total level and quality of capital that is higher than the current Basel II framework. Strengthening the global capital framework in this manner will enhance confidence and lay the foundation for a more resilient banking system.
The Committee notes that current reactions in the market place regarding capital levels have been highly procyclical. It will not increase global minimum capital requirements during this period of economic and financial stress. Indeed, the Committee has earlier stated that capital buffers above the regulatory minimum are designed to absorb losses and support continued lending to the economy.
Nessun incremento dei requisiti durante la crisi, dunque, ma promessa di un regime più articolato, con un requisito supplementare non basato sul rischio, ma probabilmente sul valore nominale delle attività, e un innalzamento dei requisiti minimi dal 2010. Interessante, ma ad ogni giorno basta il suo affanno.

Luca
Thu 12 Mar 2009, 06.15 - Stampa
Dal Corriere:
Se il Paese non sbanda di Giuseppe De Rita [confortante, come le 10 ragioni portate dal mio amico Paolo Preti]
Dal Sole 24 ore
Il credito stringe le Pmi. Investimenti congelati
Wed 11 Mar 2009, 04:55 PM - Stampa
Come il quasi omonimo aleablog.com metterò dei riferimenti non commentati (per motivi di tempo) a notizie che tengo a segnare, e che possono interessare a qualcun altro.
Ecco la prima serie:
Luca
Wed 11 Mar 2009, 12:12 PM - Stampa
Da una news ASCA
Gli imprenditori torinesi avanzano innanzitutto la proposta di una Tremonti ter, in altre parole un provvedimento di incentivazione fiscale degli investimenti.
'Sarebbe auspicapile - ha detto oggi il presidente dell'unione industriale di Torino Gianfranco Carbonato - perche' gli investimenti non sono diretti soltanto all'aumento della capacita' produttiva, ma anche per migliorare la competitivita' delle imprese''. Da una indagine dell'Unione industriale di prossima diffusione sul rapporto con il credito emerge infatti che malgrado la congiuntura il 27,8% delle imprese ha bisogno di finanziamenti o agevolazioni perche' vuole investire. Quanto alle medie imprese Carbonato ha ricordato che ''sono figlie di un dio minore, ne' coperte dai Confidi ne tanto grandi da farsi sentire''. Occorre, ha detto, una moratoria sulla quota capitale dei debiti bancari fino a 18 mesi.
Sì, Carbonato ha ragione: gli aiuti diretti e in forma di garanzia sono tagliati su imprese a cui bastano le centinaia di migliaia di euro. Ci sono imprese a cui servono i milioni (non i miliardi) che rischiano di essere razionate perché non hanno canali specifici oltre a quello bancario, molto cauto ad esporsi su rischi industriali di questa entità ma al tempo stesso non abbastanza grandi da essere sotto l'ombrello degli aiuti ai too big to fail. Occorre una riflessione profonda. Non basta "gonfiare" la taglia degli aiuti sugli schemi pensati per le piccole, ad esempio dare mutui chirografari garantiti dai confidi di 2 milioni anziché di 200mila. Rischiamo di far saltare il canale delle piccole col rischio di concentrazione. Qui serve, forse, qualcosa di nuovo, forme di equity financing, finanziamenti ibridi, o altro (avete delle idee?). Ma anche gli intermediari finanziari devono reinventarsi. Oggi abbiamo le divisioni di corporate banking e le finanziarie di private equity, i fondi sovrani che hanno certe competenze e tradizioni, Qui serve un investitore fedele e paziente che scommette sul valore dell'azienda alla fine della recessione. Non è un bel gioco, perché non è detto che duri poco (anzi, non si sa quanto dura). Se ci fossero questi soggetti, li si potrebbe accompagnare con fondi pubblici destinati all'equity.
Comunque, ribadisco, non facciamo un unico minestrone di rimedi anti-crisi da servire al micronegozio così come alla multinazionale tascabile.
Luca
Wed 11 Mar 2009, 12:25 AM - Stampa
Oggi abbiamo fatto la visita di cui parlavo qui. E stata molto proficua. I miei compagni di viaggio sono stati molto bravi ed efficaci. L'incontro è stato molto utile, ed è stato seguito da una degustazione di cucina romana alla "Carbonara" in via Panisperna. Un piccolo mistero: durante la riunione, un organista celato chissà dove ha attaccato due volte la fuga in re minore di Bach. Chi sarà stato? Certamente era lo spirito del 106 che non vuole passare.

Luca
PS: Per essere un post trentino è un po' omertoso; ma non è così, è tardi e sono un po' stanco; dei temi sui quali ci siamo confrontati con i nostri altrettanto bravi interlocutori (e soprattutto interlocutrici) parlerò in termini più generali in prossime occasioni.
Tue 10 Mar 2009, 10:12 PM - Stampa
Mi è stato segnalato il comunicato stampa di FitchRatings sui confidi italiani. L'agenzia ne copre tre: Unionfidi Piemonte, che si è visto abbassare da BB+ a BB, outlook negativo; Eurofidi, che è stato confermato a BBB+, outlook stabile e Federfidi Lombarda, pure confermata BBB+ stabile. Attenzione però: Fitch precisa che ha confermato i giudizi su Eurofidi e Federfidi perché dà valore ai legami dei due enti con le rispettive Regioni Piemonte (e la finanziaria Finpiemonte) e Lombardia (entrambe rating AA-). Se i legami partecipativi o il patronage non ci fossero, il giudizio sarebbe rivisto.
Nel caso di Unionfidi, Fitch dà la seguente motivazione
The downgrade of UPI's Long-term IDR and the change in Outlook to Negative reflect its scarce capitalisation compared to other rated peers and limited profitability combined with Fitch's expectation of deteriorating asset quality. Although UPI's ratings also reflect its improved internal organisation and low market risk exposure, the outlook for the domestic economy is bleak, and Fitch expects problem guarantees to increase significantly. This increase is likely to raise UPI's cost of credit, putting profitability, and ultimately UPI's already low capital, under pressure.
Nel percorso verso il 107, il confidi industriale piemontese ha migliorato la sua organizzazione, ma deve fare i conti con una capitalizzazione sotto la media di settore, una redditività sotto le attese (che forse riflettevano i livelli necessari per migliorare la capitalizzazione) e il peggioramento, riscontrato e atteso ancora, della qualità del credito.
No, fare il confidi oggi non è una passeggiata. Senza bisogno di aggiungere che un garante personale BB piace alla banca quanto la sua impresa associata media.

Luca
PS 12/3: Brutto post, scritto di corsa. Non l'ho corretto, ma ho chiarito meglio il mio pensiero in questo seguito.
Mon 9 Mar 2009, 18.46 - Stampa
Il 25 febbraio 2009 la Commissione Europea ha apportato alcuni adeguamenti tecnici al Piano di ripresa, annunciato dal Presidente della Commissione Europea Barroso il 26 novembre 2008 e in vigore dal 17 dicembre 2008 al 31 dicembre 2010 (lo trovate qui).
Le modifiche introdotte riguardano in particolare gli aiuti di Stato concessi in forma di garanzia.
Per promuovere l’accesso ai finanziamenti e ridurre la forte avversione al rischio delle banche, il Piano anti crisi ha stabilito che, per un periodo di tempo limitato, gli Stati Membri possono concedere garanzie agevolate ad un premio ridotto rispetto al premio annuale, così come calcolato in base alle regole contenute nella Seconda Comunicazione degli aiuti di Stato in forma di garanzia (per un approfondimento della normativa sugli aiuti di Stato in forma di garanzia si rimanda ai precedenti blog). Tale riduzione del premio annuo è stata fissata pari al 25% per le Pmi e al 15% per le grandi imprese. Nella recente Comunicazione delle modifiche (qui in versione italiana) la Commissione ha provveduto a dettagliare con maggiore precisione i livelli soglia dei premi esenti, i cosiddetti safe harbour premiums. Si è infatti introdotta una differenziazione dei premi esenti che non è più solo basata sulla qualità creditizia dell’impresa, ma anche sul livello di garanzia finanziaria offerto. Tale approccio riprende la metodologia introdotta dalla Comunicazione della Commissione relativa alla revisione del metodo di fissazione dei tassi di riferimento e di attualizzazione, entrata in vigore il 1° luglio 2008 (la trovate qui in versione italiana). Come riportato nella seguente tabella, si introducono tre livelli di garanzie offerte dall’impresa: elevata, normale e bassa. Come specificato nella Comunicazione sui tassi di riferimento, si considera che a garanzie elevate corrisponda una LGD uguale o inferiore a 30%, a garanzie normali una LGD compresa tra 31% e 59% e a garanzie basse una LGD uguale o superiore a 60%.



La Commissione ha deciso di modificare quindi i premi esenti, differenziandoli in funzione delle garanzie finanziarie offerte a partire dalla classe A+. Introduce inoltre una misura di premio esente anche per quelle classi più rischiose, di rating inferiore a B-, per le quali nelle precedenti Comunicazioni non era definito alcun premio minimo: il rischio era considerato così alto da non poter essere quantificato, e si presumeva che l’impresa, in stato di crisi, beneficiasse di aiuto pubblico.
Si ribadisce inoltre la possibilità per gli Stati Membri di concedere alle Pmi che non dispongono di rating una riduzione fino al 25% sullo specifico premio «esente», fissato al 3,8 % nella Seconda Comunicazione.
Infine, nella Comunicazione di modifiche alle misure di aiuto di Stato nell’attuale situazione di crisi finanziaria si chiarisce che l’importo garantito non deve superare il 90% del prestito per l’intera durata del prestito, e che nei casi in cui tale durata è superiore a 2 anni, gli Stati Membri possono applicare i premi esenti, differenziati per rating e per garanzie finanziarie offerte, per un ulteriore periodo di 8 anni al massimo, ma senza applicare le ulteriori riduzioni.
Sempre il 25 febbraio la Commissione ha redatto un manuale, per ora disponibile solo in lingua inglese, che riassume tutte le misure di aiuto previste per le Pmi. Sono riepilogate sia le disposizioni di natura “ordinaria”, definite dalla Commissione per promuovere la crescita e lo sviluppo delle Pmi, sia quelle di natura “straordinaria”, temporaneamente introdotte per sostenere l’accesso al credito delle Pmi nell’attuale contesto di crisi finanziaria ed economica.

Eleonora
Sun 8 Mar 2009, 07:48 PM - Stampa
Cristiano ha commentato in questo post:
Proroga accordata: si respira fino a fine anno!!
Io ho intepretato come nel titolo qui sopra, se mi sono sbagliato avvertitemi, perché martedì facciamo una spedizione a Roma con i direttori dei confidi trentini, un amico consulente dell'Ufficio Casse rurali e il responsabile del Dipartimento industria della Provincia per presentare i progetti di trasformazione in 107. Se la proroga è una realtà, il nostro discorso sarà più sereno e convincente.
Io ci conto.
Luca
PS 7/3: La notizia pare (ufficiosamente) confermata. PS 8/3: Il week-end non ha portato conferme, ma rilancio lo stesso la notizia in prima posizione per l'inizio settimana
Sat 7 Mar 2009, 07:23 PM - Stampa
Oggi continuo nel relax. Penserò domani alle slide per la lezione sul rating che devo fare giovedì prossimo agli amici di CDO Marche Sud.
Mi è entrato nella testa il ritornello di Viva la vida dei Coldplay, nella versione di Jury Magliolo a X-Factor, il reality-talent show di Raidue. Sì, amici, guardo questo reality, l'unico che non mi disinteressa. Ad esempio trovo fasullo Amici di Maria De Filippi, che è di genere simile, però usa la musica o lo spettacolo come un pretesto per fare televisione chiacchierata. Poi da Amici uno decolla e a Sanremo vince il festival, non a caso rilanciato dalla contaminatio con quel tipo di televisione. Non è un crimine, saranno anche bravi ragazzi, ma non c'è bellezza.
Anche X-Factor ha i suoi birignao e le sue prolissità, ma è fatto da persone che fanno musica con passione, tanto i concorrenti quanto giudici e vocal coach. Si premiano l'impegno, la disponibilità a imparare, e naturalmente il talento, scoperto fuori dei circuiti commerciali prima di questa occasione.
Come il simpatico Jury, viene da vicino a Brescia il mio amico Gabriele, matricola di ingegneria a Trento, che è un fan di Joe Satriani e passa ore a mettere a punto i pickup e gli effetti delle sue chitarre elettriche e a migliorare la pulizia degli assoli sulle note più alte della tastiera.
Abbiamo bisogno di tanti giovani con questo spirito per rilanciare l'Italia, che si facciano avanti, abbiano più spazio. Ho pensato il business point anche per questo, per sfidare i miei studenti, e per ridare la stessa baldanza ai collaboratori di tutte le età. Perché è da vecchi che scopriamo il vero segreto della giovinezza.
Se politici, amministratori, rappresentanti di interessi vari fossero un po' meno "amici" (o "annozero", stessa radice, cambiano gli stereotipi), e un po' più "x-factor" le cose andrebbero meglio.

Luca
Sat 7 Mar 2009, 06:27 PM - Stampa
Il co-produttore di aleablog Sapio (chi è? molti si chiedono, prima o poi daremo lo scoop) mi sottopone alcuni temi da discutere che sono attualissimi e molto correlati. Provo a sintetizzarli e a proporli al dibattito.
Il primo riguarda il rating dei clienti retail valutati in pool di prodotto. Può accadere che un cliente prenda più prodotti e per questo gli vengano attribuite più PD, diverse fra loro, una per ciascun prodotto. Non sarebbe giusto che ad un prenditore venga alla fine associata una sola PD, magari la più prudente fra le tre, nel rispetto del principio logico che un soggetto ha una sola probabilità di default? Provo a rispondere: la PD serve per il pricing e la copertura del rischio; la banca vede il rischio aggregato del pool, non quello della relazione con il cliente. La PD di ogni pool è una stima della frequenza dei default di quel pool. Se trattata individualmente, la PD del cliente stimerebbe l'incidenza dei default nel segmento cui appartiene quel cliente.
Secondo spunto: in questo momento di crisi eccezionale i sistemi di rating dovrebbero essere modificati per tener conto dell’eccezionalità dell’evento? Un esempio : un prenditore subisce degli insoluti causati dall’impossibilità da parte dei clienti di pagare alcune fatture. Il prenditore rimane solvibile ma i sistemi andamentali registrano questa situazione e peggioreranno i prossimi rating. E’ corretto? Mia risposta: temo la reattività degli score andamentali (ne avevo parlato qui), di questi tempi serve dare più peso al bilancio e alle qualità personali (con tutta la difficoltà di fare proiezioni)
Terzo spunto: i sistemi di rating che conosco sono tutti rivolti al passato perché basati su elementi del passato (bilancio, andamentali, qualitativo). Nessuno valuta il progetto d’investimento o di business. E’ giusto? Che rischi si corrono in questa situazione? Risposta: non è giusto, ma chi si prende la briga di valutare il progetto? Spesso nemmeno l'impresa lo fa in modo esplicito. Eppure si deve fare, anche sapendo già che in un mese potrebbe cambiare tutto. E l'impresa dovrebbe essere valutata per la sua elasticità nel cambiare al volgere degli eventi.
A voi, amici visitatori, non deludete i co-produttori del blog.

Luca
Sat 7 Mar 2009, 05:32 PM - Stampa
Oggi mi sono preso un'oretta per ascoltare Muhammad Yunus videoregistrato durante l'incontro pubblico con il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, tenuto a Milano il 2 marzo. Come tutti sanno Yunus, premio Nobel per la pace, ha fondato nel 1977 la Grameen Bank (la banca «del villaggio») per sostenere i poveri più poveri del Bengala, in particolare le donne, attraverso il microcredito senza garanzie. La Grameen, oggi diffusa in 57 Paesi, è diventata anche perno di un gruppo che va dalle telecomunicazioni alla sanità.
Yunus ha parlato del suo concetto di Social business: fare impresa per rispondere ai bisogni delle persone e rendere il mondo migliore.
Con gli occhiali del social business le cose si vedono (e si producono) diversamente. Non c’è obiettivo di profitto, ma si minimizzano i costi in modo che il prodotto o il servizio sia alla portata di chi ha poco da spendere in fuffa (confezione, pubblicità). I costi ritornano e una somma può essere spesa più volte, a differenza della beneficienza. C’è accountability. La tecnologia che abbiamo può risolvere i nostri problemi. Oggi è usata solo per fare soldi da imprese orientate al profitto. Questo limita quello che si può fare con le risorse e la creatività che abbiamo. Usiamola per rispondere ai bisogni in modo giusto al costo più basso senza esternalità negative (come esempio ha citato il progetto Grameen-Danone, dove ha spronato il colosso francese a confezionare lo yogurt arricchito di integratori nutritivi in materiale commestibile, come un cono gelato).
Basarsi sull’altruismo piuttosto che sull’egoismo, due forze entrambe presenti nell’uomo con la stessa forza, anzi: è la prima la più tenace e sorprendente. Yunus è un genio, perché da economista ha avuto il coraggio non solo di affermarlo (con la teoria dei giochi ripetuti o tristezze simili), ma di verificarlo personalmente. Il movimento del microcredito non è l'eden in terra, ha luci ed ombre, produce imitazioni sbiadite, ma è un'esperienza lì da vedere con ammirazione, che scuote molte certezze sullo sviluppo e dà motivi di speranza.
"Un mondo senza povertà" è il titolo del suo ultimo libro, il suo sogno. Sembrerebbe in contraddizione con il detto evangelico "I poveri li avrete sempre con voi", ma non è così. L'affezione dell'uomo per Gesù, che è il vero richiamo di quelle parole, non giustifica certo indifferenza per gli altri uomini, anzi, infiamma ancora di più il desiderio di bene dell'uomo, che è un bisogno incolmabile. Siamo tutti poveri in questo senso, lo saremo fino all'ultimo su questa terra. Da questo nasce l'operosità gratuita per rispondere al bisogno del prossimo, perché desideriamo un bene infinito, e perché lo riconosciamo reale, presente, ci fa, ci chiama, tutti, ogni momento. E' questo che ci unisce, rendendo naturale il gesto gratuito nei confronti dell'altro. Quando la cosa diventa consapevole e reciproca per molti la società, il mondo vanno davvero alla grande.
Perché parlo di questo? Perché ragionando sull'avvio del business point, mi convinco sempre di più che la partenza deve essere totalmente gratuita. Potrà sfociare in attività professionali, ma non ci si deve muovere per fare business. Sarebbe facile approfittarsi del bisogno delle imprese in difficoltà, della diffusa ignoranza, o dei voucher pubblici che si potrebbero incassare. Ma così faremmo una cosa senza passione, senza creatività, senza musica.
Se i problemi delle persone non ci toccano, com-muovono, come potremmo vederli, non dico risolverli?

Luca
Sat 7 Mar 2009, 05:19 PM - Stampa

Le banche rischiano di chiudere, dice il FMI

Il Fondo Monetario Internazionale pubblica il suo primo corposo studio sulle cause e conseguenze della crisi e sugli insegnamenti che ne dobbiamo trarre per gestire meglio i rischi sistemici a livello globale. L'Economist apprezza l'analisi, ma contesta la diagnosi secondo cui la vera responsabilità di quello che è successo sta nella fallace regolamentazione del sistema bancario ombra cresciuto fuori di ogni supervisione fino a pesare quanto l'intermediazione regolata, dando spazio incontrollato all'avidità dei gruppi finanziari. I comportamenti a rischio (sistemico) - dice l'Economist - sono facili da additare dopo che la frittata è fatta, ma chi ci garantisce che la più stringente supervisione riesca a prevenire il prossimo schema Ponzi nato dalla menti migliori ingaggiate per fare soldi facili, e vincere la noia?

Luca
Sat 7 Mar 2009, 12:13 PM - Stampa
Dalla column di Fabio Tamburini sul Sole 24 ore di oggi
Nello stesso tempo la stretta creditizia è sempre più forte, con le imprese che necessitano di capitali per reggere l'onda d'urto della crisi. Ecco perché si delinea una riflessione su come eventualmente favorire il rientro in Italia di risorse da investire nelle aziende. L'alternativa sono accordi internazionali che, contemporaneamente allo smantellamento dei paradisi fiscali, decidano la tassazione dei capitali in uscita dalla clandestinità con entrate da redistribuire ai singli Stati, oppure la riedizione di provvedimenti analoghi allo scudo fiscale sperimentato in due riprese con esiti soddisfacenti all'inizio degli anni 2000 (per l'esattezza, le somme rientrate in Italia furono oltre 59 miliardi per il condono 2001 e quasi 25 miliardi per il condono 2002).
Ci avevo pensato scrivendo di iCash. Anche l'emersione delle attività sommerse potrebbe essere un buon canale di provvista. Siamo in emergenza.
Luca
Fri 6 Mar 2009, 15.18 - Stampa
Potete scaricare qui il documento predisposto dal Ministero dell'economia per il liquidity day tenutosi ieri a Roma. Anche qui, con il comunicato stampa, c'è il link al documento.
Sull'evento riferisce ampiamente il Sole 24 ore di oggi, con aggiornamenti sul Fondo centrale Pmi; confermata la proposta di innalzare il plafond garantito per azienda da €0,5mn a €1,5mn; l'intenzione di attuare la garanzia statale per la ponderazione zero; la proposta di trasferire la gestione del Fondo in house a Invitalia (già Sviluppo Italia); le richieste dei confidi di sciogliere l'involucro normativo che tiene legato il Fondo Pmi all'ambizioso (e mai decollato) Fondo per la finanza d'impresa.
Segnalo in proposito il documento, molto interessante e curato, presentato al liquidity day da Confindustria, che contiene giudizi e proposte sul Fondo Pmi, su intreventi di smobilizzo e assicurazione dei crediti vs la PA attraverso SACE e Cassa DDPP, sulla compensabilità delle posizioni creditorie e debitorie fisco-previdenziali.
Tornando al Sole di oggi, c'è anche un articolo interessante in prima di Jody Vender sul private equity a supporto di piani di risanamento (con apporti di fondi pubblici). Con la crisi la finanza buona fa proseliti.

Luca
Fri 6 Mar 2009, 03:05 PM - Stampa
Da questa news regionale:
CAMPOBASSo - E’ stato ufficialmente costituito in data 04 marzo 2009, sottoforma di società cooperativa, un confidi unitario di secondo livello denominato “Fidi-Molise” che vede, caso unico in Italia, la partecipazione di tutti i Confidi operanti sul territorio regionale e di tutte le rappresentanze dei settori economici.
All’iniziativa hanno infatti aderito le Cooperative di Garanzia del settore artigiano di Confartigianato, CNA, Casartigiani ed URA Claai, il Confidi Rating Italia, il Consorzio Industriali Molisani di Assindustria, l’Asec Fidi di Confesercenti, la Cooperfidi di Confcooperative oltre a rappresentanze di Confcommercio, Confapi e CIA.
Alla presidenza della nuova prestigiosa struttura regionale è stato eletto all’unanimità Matteo Russo, presidente regionale di Confartigianato, mentre il Consiglio di amministrazione risulta composto dai sigg.ri: Calleo Domenico, Campolieti Donato, D’Ambrosio Antonio, Di Blasio Eugenio, Lizzi Giuseppe, Piersimoni Pasqualino, Russo Liberato, Santoro Angelo, Spina Paolo, Trivisonno Massimo, Vaccari Clementino e Verì Paolo.
Attraverso la neonata struttura, Confidi ed Associazioni di categoria intendono così dare una risposta forte, concreta ed unitaria al problema dell’emergenza credito, porsi quale interlocutore autorevole della politica e realizzare una straordinaria interfaccia tra le imprese ed il sistema bancario. I dettagli dell’iniziativa saranno comunque illustrati nei prossimi giorni nel corso di una conferenza stampa di cui sarà data tempestiva comunicazione.

Luca
Thu 5 Mar 2009, 03:55 PM - Stampa
Citazione da una news fresca sul sito del Sole 24 ore:
«La stretta al credito è il rischio dei rischi per l'Italia» Nella giornata dedicata al credito al ministero dell'Economia, Tremonti è tornato su un tema particolarmente caldo: la difficoltà nell'accesso al credito da parte di imprese e famiglie. È giusto che le banche non si prendano troppi rischi. Ma se l'eccesso di prudenza si traduce in una stretta ai prestiti per le imprese, questo danneggia fortemente l'economia. Così si potrebbe sintetizzare il pensiero di Tremonti la stretta creditizia è il «rischio dei rischi che dobbiamo affrontare». Un fenomeno che «stritola prima le imprese, poi i lavoratori e alla fine le banche stesse. In economia - ha aggiunto il ministro - il credito è come l'aria: ti accorgi quanto è importante quando viene a mancare». E, sempre su questo tema, il titolare di Via XX settembre ha fatto un'altra considerazione: «Il creditonon è una variabile indipendente dal Pil - ha argomentato - se questo scende, scende la domanda del credito. Ma non è naturale che, con una discesa del Pil, scenda l'offerta del credito».

Luca
Thu 5 Mar 2009, 01:01 PM - Stampa
Cito una news ANSA:
(ANSA) - ROMA, 5 MAR -Il governo punta ad applicare al Fondo di garanzia,istituito presso il dicastero per il sostegno delle Pmi,la cosiddetta 'ponderazione zero'. Sarebbe il rischio zero della garanzia pubblica applicata al Fondo che viene gestito dal Mediocredito centrale, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Scajola,aggiungendo che il ''ministero sta cercando di alzare il tetto dei crediti garantiti da 500 mila ad un mln e mezzo di euro: un tavolo il 18 focalizzera' sulle Pmi gli interventi possibili''.
Appuntamento al 18 marzo, allora.
Luca
Wed 4 Mar 2009, 10:52 PM - Stampa
In una lezione tenuta all'inaugurazione del Master di II livello in Economia Pubblica, alla "Sapienza” di Roma, Ignazio Visco pone la domanda su quanto grave sia stato il fallimento dell’analisi economica, e con questa dei modelli di previsione, ma anche perché sia stata così lenta e poco tempestiva la risposta della politica economica, nelle sue diverse dimensioni, ai segnali di allarme che venivano avanzati dall’analisi e dalle previsioni degli economisti. Già nell'introduzione anticipa la risposta: se la politica economica ha gravi responsabilità, anche analisi e modelli previsivi hanno mostrato limiti importanti su cui è necessario interrogarsi.

Luca
Wed 4 Mar 2009, 10:43 PM - Stampa
Un autorevole e anonimo personaggio vicino al Comitato di Basilea, riferisce Risk, prefigura un cambiamento radicale del Framework sul capitale. La prima proposta punta a rafforzare la dotazione di patrimonio di base più puro (core tier 1), quello che meglio assorbe le perdite e responsabilizza gli azionisti. Siccome è difficole e costoso raccoglierlo in tempi di crisi, si vorrebbe tenere la quota minima del 50% sul patrimonio totale, ma alzare il peso nelle fasi positive (già, ma chi le sa riconoscere?). Una proposta ancora più radicale è quella di abolire il patrimonio supplementare, composta da debito subordinato. Questo debito assorbe le perdite solo in caso di fallimento, ma se le banche sono troppo grandi per fallire, allora in caso di crisi non fa da ammortizzatore, quindi se ne può fare a meno.

Luca
Wed 4 Mar 2009, 08:08 AM - Stampa
Dal Comunicato stampa della Consob:
La Consob ha diffuso oggi una comunicazione (n.9019104) su "Il dovere dell’intermediario di comportarsi con correttezza e trasparenza in sede di distribuzione di prodotti finanziari illiquidi". La comunicazione tratta la distribuzione alla clientela al dettaglio di prodotti finanziari illiquidi (obbligazioni bancarie, prodotti assicurativo–finanziari, derivati) che costituiscono parte significativa del portafoglio delle famiglie italiane.
La comunicazione raccomanda agli intermediari di fornire al cliente informazioni sul valore corretto e sui costi del prodotto illiquido distribuito, nonché di presentare confronti con prodotti semplici e noti che agevolino scelte consapevoli. Il documento definisce inoltre in dettaglio misure di correttezza in relazione alla determinazione del prezzo dei prodotti illiquidi. Il documento sottolinea la necessità, da parte dell’intermediario, di una conoscenza approfondita delle preferenze della clientela, con particolare riguardo all’orizzonte di investimento, da valutarsi autonomamente, in maniera da garantire i più adeguati consigli.
Adottata a seguito di un’ampia consultazione, la comunicazione si inserisce nell’ambito delle misure di cosiddetto "livello 3" sul Regolamento intermediari, con cui la Commissione fornisce orientamenti interpretativi di dettaglio, funzionali alla concreta applicazione del nuovo sistema normativo di derivazione comunitaria (Mifid).
Il testo della comunicazione, preceduto da un executive summary, ed il documento illustrativo degli esiti della consultazione sono disponibili sul sito internet della Consob.
Perché un onesto cittadino che deve investire qualche decina di migliaia di euro deve farsi la cultura di un giurista bancario e di un cultore dell'asset pricing, o fare finta di capire? Il tutto per entrare in un deal complicato, e molto probabilmente dalla parte sbagliata?
Mi dispiace, ma sono d'accordo con Taleb: tiriamo una riga nel sistema di intermediazione finanziaria: da una parte i servizi di pubblica utilità (pagamenti e intermediazione bancaria) dall'altra tutto il resto con i suoi rischi di ogni genere. Chi decide di stare dall'altra, deve saper badare a se stesso. I disastri sono sempre avvenuti quando prodotti a rischio sono stati venduti a clientela fatta per prodotti "commodity", con lo specchietto per le allodole di una maggior redditività. Quando sono stati venduti erano liquidissimi, se ne vendevano a pacchi ed era anche facile cederli: dalle cartelle fondiarie che andavano a ruba a fine anni '60 alle CDO subprime AAA. Quando poi il rischio latente (di tasso nel primo caso, di credito nel secondo) viene a galla, la liquidità implode. Bisognerebbe spiegare questo agli investitori non qualificati. Chi ha il coraggio di farlo?
Ecco la mia personale esperienza con le norme Mifid su appropriatezza e trasparenza dei prodotti finanziari: intervista di 10 minuti con la gentile impiegata della mia banca, dichiarazione di tolleranza per il rischio minima, esclusi tutti i prodotti finanziari strutturati e i derivati di ogni sorta. Se mi verrà l'uzzolo di prendermi dei rischi lo farò con l'attività professionale o, perché no, imprenditoriale, mia o di business conosciuti di prima mano. Ma non adesso perché devo far partire il business point. Vi consiglio di fare altrettanto, fate un favore a voi stessi e alla banca o al promotore che così non dovrà fare lo slalom tra gli adempimenti della Comunicazione Consob di cui sopra.

Luca
Tue 3 Mar 2009, 12:10 PM - Stampa
A utile integrazione di questo post, rendo noto che l'Associazione XBRL Italia ha diffuso oggi un comunicato stampa nel quale riassume l'iter di approvazione e pubblicazione della tassonomia di riferimento per i bilanci delle imprese non quotate. Contiene molte precisazioni sui termini di decorrenza dell'obbligo di deposito e sulla popolazione di soggetti a cui si applica.

Luca
Mon 2 Mar 2009, 10:53 PM - Stampa
La Rassegna trimestrale BRI pubblicata in data odierna si suddivide in due parti. La prima presenta una panoramica degli sviluppi recenti nei mercati finanziari e analizza successivamente in maggiore dettaglio gli aspetti salienti emersi dalle ultime statistiche BRI sull’attività bancaria e finanziaria internazionale. La seconda si compone di quattro articoli monografici sui seguenti argomenti: la valutazione del rischio di crisi bancarie, la carenza di dollari USA nel sistema bancario internazionale, i fondi del mercato monetario in dollari e le banche non statunitensi e infine le modalità di esecuzione delle operazioni nei mercati dei cambi.
Qui trovate il comunicato stampa in italiano, qui quello in inglese e qui potete scaricare la rivista.

Luca
Sun 1 Mar 2009, 05:25 PM - Stampa
Ho scoperto grazie ad aleablog.com un altro professore scozzese che dice cose interessanti sulla crisi dei mercati finanziari: dopo Niall Ferguson, storico, Donald MacKenzie, sociologo di Edinburgo. Ha scritto un libro molto popolare Material Markets: How Economic Agents Are Constructed. In questo articolo del maggio 2008 sulla London review of books ricostruisce con grande chiarezza la storia dei modelli di portafoglio utilizzati per prezzare gli indici su CDS e le famigerate CDO. Ha una conoscenza di prima mano delle persone e del funzionamento degli intermediari visto dal di dentro.
Mackenzie si sofferma sul modello della Gaussian copula function del matematico cinese David X. Li è finito sulla prima pagina della rivista Wired di marzo 2009 che titola The secret formula that destroyed Wall Street (trovate qui il testo intero dell'articolo). David Li è cresciuto in un villaggio di campagna cinese, ha fatto carriera nel risk management e nel 2000, mentre lavorava alla JP Morgan Chase, ha creato la formula che traduce la volatilità delle quotazioni dei CDS su indici (quindi su portafogli di crediti) in un numero, unico e magico: la correlazione tra default. La copula gaussiana non è una pratica pericolosa da club privé (altro ambiente che non frequento), ma un modo più elegante applicare una distribuzione normale multivariata (la stessa che utilizza Markowitz nel suo modello di portafoglio del 1952) alla distribuzione della distanza temporale dal default. Quel numerello, tarato sulla storia dei default del 2000-2005, ha portato a sottostimare drammaticamente il rischio delle tranche senior dei portafogli subprime. A prescindere dal fatto che un modello gaussiano è di per sé fasullo quando un rischio ha code estreme grosse e difficili da stimare.
Ora Li è tornato in Cina, a Pechino, ed è capo del risk management alla China International Capital Corporation.
Si potrebbero passare giorni interi a leggere cose intelligentissime sulla crisi, libri, articoli, blog. Ma adesso basta, perché devo sistemare il modellino del budget di cassa per le imprese che mi serve per il business point.

Luca
Sun 1 Mar 2009, 12:14 PM - Stampa
Per 60 giorni dal sito della Gazzetta ufficiale potete visualizzare il seguente comunicato del Ministero dello Sviluppo Economico:
Disponibilita' delle tassonomie XBRL dei documenti che compongono il bilancio ai fini del deposito al registro delle Imprese. (GU n. 48 del 27-2-2009 )

In sede di prima applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 dicembre 2008, recante «Specifiche tecniche del formato elettronico elaborabile (XBRL) per la presentazione dei bilanci di esercizio e consolidati e di altri atti al registro delle imprese», pubblicato in Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 2008, n. 304, il Centro Nazionale per l'Informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA), avendo individuato il proprio sito www.cnipa.gov.it ai fini di cui all'art. 2, comma 1, lettera m), all'art. 3, comma 3, e all'art. 5, comma 4, del predetto decreto, ha comunicato che dal giorno 16 febbraio 2009 sono disponibili sul predetto sito (alla pagina http: //www.cnipa.gov.it/site/it-IT/Normativa/Tassonomia XBRL/) le tassonomie dei documenti che compongono il bilancio ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 3, comma 1, del medesimo decreto.
Conseguentemente, l'obbligo di adottare le modalita' di presentazione nel predetto formato elettronico elaborabile si applica a partire dai bilanci e dai relativi allegati riferiti all'esercizio in corso al 31 marzo 2008 per le sole imprese che chiudano l'esercizio successivamente alla data del 16 febbraio 2009 in cui e' avvenuta la predetta pubblicazione, con le eccezioni e le modalita' di prima applicazione di cui al medesimo art. 3, commi 2 e 3.
Ne avevo parlato qui, è tutto confermato.

Luca