Wed 31 Dec 2008, 10:15 AM - Stampa
Grazie a una doppia segnalazione (Sapio -> Confidisiciliani) sono venuto a conoscenza di una ricerca sui confidi campani commissionata da Unioncamere Campania e coordinata dal collega Alessandro Berti e da Cino Ripani. Trovate qui il comunicato stampa.
La ricerca denuncia la frammentazione, la bassa capitalizzazione e la non sostenibilità dei costi operativi riscontrata nella maggior parte dei 42 casi studiati. Leggete nel post di confidisiciliani le proposte degli estensori dello studio (ragionevoli) e i commenti di Unioncamere e di alcuni esponenti dei confidi, le stesse cose che ripetiamo da anni: arricchire il modello di offerta dei confidi, ricapitalizzare (enti pubblici, pensateci voi), fare sistema, ma non necessariamente con le fusioni.
La ricerca mi interessa perché in gennaio dovrò scrivere un contributo per uno studio sui confidi del Mezzogiorno promosso da ASRM. E il 2009 non sarà un anno facile, temo, per il credito nel Mezzogiorno.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 06:43 PM - Stampa
Con un tasso di default che per S&P potrebbe presto superare il 10% tra i debitori con rating speculativo (sotto BBB), il 2009 metterà a dura prova le nuove leggi in materia fallimentare che molti paesi europei hanno introdotto nei più tranquilli anni passati. Un articolo dell'ultimo numero dell'Economist fa una rassegna delle principali giurisdizioni, mettendo in luce le diversità (molto marcate) e i difetti.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 12:20 PM - Stampa
Oggi trovo tante notizie interessanti, come questa, ripresa da un'agenzia ASCA (con il commento dell'Assessore Riommi):
(ASCA) - Perugia, 29 dic - Il 23 dicembre e' stata registrata con atto notarile la fusione per incorporazione della Nuova Fin Merchant in Gepafin SpA. Con l'operazione, che fa seguito alla fusione per incorporazione della finanziaria Capitale&Sviluppo in Gepafin SpA avvenuta nel 2007, si realizza per la Finanziaria regionale, un punto di forte consolidamento ed avanzamento sul percorso compiuto dall'anno di nascita, il 1992, ad oggi. La fusione, inoltre, attua in modo coerente e tempestivo le linee di riforma stabilite dal Consiglio Regionale il 24 Giugno 2008 per le Agenzie regionali. Tali linee, per l'ambito finanziario, prevedevano: l'accorpamento e la semplificazione del sistema delle Societa' controllate o partecipate dalla Regione; l'avvio del percorso di iscrizione della ''nuova'' Gepafin fra gli intermediari ex. Art. 107 della Legge bancaria, sottoposti al controllo dalla Banca d'Italia e pienamente rispondenti ai nuovi requisiti richiesti dal regolamento Basilea 2, per la garanzia fidi. L'apertura a forme piu' strutturate di collaborazione o integrazione societaria fra la Gepafin ed il sistema dei Confidi umbri. Mantenimento del controllo societario da parte della Regione, a tutela delle finalita' pubblicistiche della finanziaria che resta una No-Profit, tenuta a reinvestire gli utili nei fondi di dotazione. Con le due operazioni di fusione si determina - secondo Gepafin - anche un nuovo equilibrio nei rapporti fra componente pubblica e privata della base sociale di Gepafin. Un nuovo equilibrio costituito da un sostanziale bilanciamento paritetico delle quote azionarie (54% Regione e Sviluppumbria; 46% Banche), un ampliamento qualificato della presenza bancaria, con un aumento delle banche socie da 11 a 16 e con l'ingresso gia' programmato di altre tre banche all'inizio del 2009, regole di ''governance'' tali da valorizzare in modo significativo il ruolo e le responsabilita' gestionali della componente privata bancaria. Le operazioni di fusione hanno consentito anche una forte capitalizzazione della Gepafin che vede salire i propri mezzi patrimoniali netti da 1,5 a 10,5 milioni di euro ed i mezzi amministrati da 43,5 a 61,2 milioni di euro. Il personale dipendente ammonta a 18 unita'. La nuova presenza bancaria si caratterizza per una piu' forte presenza della Banca Popolare di Spoleto che per effetto del conferimento delle azioni Nuova Fin vede crescere la sua quota azionaria dall'1,3 % al 12,3%, il consolidamento della presenza del sistema delle Casse di Risparmio umbre che si porta al 13,2%, la conferma del ruolo di Unicredit-Banca dell'Umbria e l'ingresso, con la significativa quota del 12,8%, delle cinque Banche di credito cooperativo operanti in Umbria, ovvero Mantignana, Spello e Bettona, Trasimeno, Perugia, Anghiari e Stia''.

Mando un augurio di nuovo lavoro agli amici di Gepafin, serbando la curiosità di conoscere come sarà realizzata l'integrazione, societaria e non solo, con il sistema dei confidi umbri, cui accennavo qui.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 11:59 AM - Stampa
Assomea, è un'associazione, fondata nel marzo 2008, che rappresenta i mediatori creditizi, gli agenti in attività finanziarie e i promotori finanziari, ovvero gli operatori che collocano prodotti di finanziamento presso la clientela privata (soprattutto mutui a famiglie). Oggi l'Associazione ha pubblicato su diversi quotidiani un'inserzione a pagina intera per chiedere al Governo una legge sull'attività di mediazione creditizia, anche al fine di tutelare i consumatori e le banche. Assomea, espressione delle maggiori reti di collocamento di mutui, sollecita requisiti più severi di professionalità, di indipendenza, di assetto societario, nonché forme di tutela assicurativa dei consumatori.
I mortgage brokers statunitensi pare abbiano indotto spregiudicatamente molte famiglie a indebitarsi troppo. Nel mercato italiano non siamo arrivati a questi eccessi, ma si avverte comunque l'esigenza di portare più ordine e trasparenza nei comportamenti degli omologhi broker nostrani.
Quello della mediazione creditizia è un settore che conosco poco, e che mi interessa per il ruolo che potrebbe svolgere nel finanziamento delle Pmi, più che nel credito alle famiglie. Può essere un tema di discussione interessante.
Luca
Tue 30 Dec 2008, 11:31 AM - Stampa
Un articolo di Maurizio Pirazzini sul Sole 24 ore di oggi riferisce della pubblicazione sul sito dell'Associazione XBRL Italia della tassonomia che sarà introdotta con il DPCM, di cui conferma l'imminente pubblicazione in Gazzetta, e gli adempimenti connessi alla pubblicazione della stessa su un sito web ufficiale segnalato dal CNIPA. Tutto procede, quindi, e non solo a livello normativo.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 11:20 AM - Stampa
Questa è l'ultima (citazione):
Riordino incentivi (articolo 3). All'Esecutivo, una delega, da adottare entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, per emanare uno o più decreti legislativi di riordino della disciplina della programmazione negoziata e degli incentivi per lo sviluppo del territorio e per la ricerca, sviluppo e innovazione. Saranno privilegiati sostegni mirati a piccole e medie imprese, in funzione della dimensione dell'intervento agevolato, e collegati alla crescita dell'indotto e all'aumento dell'occupazione, con particolare attenzione ai distretti industriali in crisi. Disposizione ad hoc per favorire l'offerta turistica: eventuali installazioni e rimessaggi dei mezzi mobili di pernottamento non verranno considerate attività rilevanti ai fini urbanistici, edilizi e paesaggistici. Prevista, poi, un'assegnazione di risorse fino al limite annuale di 50 milioni di euro al Fondo per le aree franche urbane del Mezzogiorno, a valere sul Fondo per le aree sottoutilizzate. Fornita, infine, un'interpretazione autentica in materia di agevolazioni precedentemente disposte dal ministero dell'Industria, delle Attività produttive e dello Sviluppo economico: il provvedimento di revoca costituisce titolo per l'iscrizione a ruolo di sorte, interessi e sanzioni nei confronti di tutti gli obbligati e, quindi, anche dei soggetti che hanno prestato garanzia fideiussoria in relazione alle agevolazioni revocate.
Sace spa (articolo 31). Previsto un riordino dell'azienda che conduca alla separazione tra le attività svolte a condizioni di mercato da quelle che, avendo a oggetto rischi non di mercato, beneficiano della garanzia dello Stato. Potranno essere svolte da organismi diversi e, nelle attività svolte a condizioni di mercato, potranno entrare, anche, soggetti interessati all'attività o all'investimento purché non in evidente conflitto d'interessi.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 11:13 AM - Stampa
Un'altra citazione (la sottolineatura è mia):
Reti d'imprese (articolo 1). Al Governo il compito di adottare, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per agevolare la creazione di reti o aggregazioni di imprese al fine di promuovere al meglio lo sviluppo dei distretti produttivi. Previsto che le nuove norme debbano essere a costo zero per la finanza pubblica e con l'ulteriore vincolo del rispetto della normativa comunitaria. Ai decreti legislativi, il compito di definire, tra l'altro, la forma contrattuale delle nuove aggregazioni, che possono avvenire sia in forma di gruppo paritetico sia gerarchico, le modalità per il riconoscimento internazionale della rete e per l'utilizzo degli strumenti di promozione e di tutela del made in Italy. Ammessa, poi, la possibilità di aggregarsi alla rete, anche, alle imprese sociali e, seppur in posizione minoritaria, agli enti senza scopo di lucro a patto che non esercitino attività d'impresa. Prevista, anche, la creazione di fondi di garanzia per l'accesso al credito destinati alle reti d'imprese costituite all'interno dei distretti produttivi, oltre a specifiche agevolazioni fiscali per favorire la capitalizzazione del raggruppamento, mediante l'applicazione di un'aliquota ridotta agli utili corrispondenti alla remunerazione ordinaria del capitale investito. Stabilita, inoltre, l'estensione, anche, alle reti di imprese collocate all'interno dei distretti delle norme di favore contenute nell'articolo 1, commi 366 e seguenti, della Finanziaria per il 2006 previste per i distretti produttivi. Con un unica eccezione: le norme concernenti i tributi dovuti agli enti locali.

Mi pare un provvedimento molto "aperto" che vede nelle aggregazioni tra imprese il punto di coordinamento delle politiche di rafforzamento finanziario. Come questo poi si può realizzare, a costo zero per le casse dello Stato, è un discorso lungo e complesso, tutto da sviluppare.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 11:06 AM - Stampa
Cito ancora dal Sole 24 ore:
Investimenti produttivi nelle aree in crisi (articolo 2). Affidato ad accordi di programma ad hoc, tra soggetti pubblici e privati, il compito di promuovere tempestive ed efficaci iniziative di reindustrializzazione in aree o distretti in situazione di crisi industriale, individuate con decreto interministeriale (Sviluppo economico e Lavoro). L'attuazione degli interventi è affidata all'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa Invitalia, già Sviluppo Italia]. Agli accordi, viene rimessa la disciplina delle singole azioni da intraprendere, delle operazioni di verifica, fino all'eventuale revoca totale o parziale del finanziamento e l'attivazione di procedure sostitutive. Possono prevedere, anche, la ristrutturazione di aree o distretti industriali dismessi da destinare a nuovi investimenti produttivi e la riqualificazione di intere aree in crisi, purché ci siano impatti significativi per la politica industriale nazionale. Viene estesa, poi, su tutto il territorio nazionale la concessione di finanziamenti agevolati mediante contributo in conto interessi per l'incentivazione degli investimenti previsti dalla legge 181/1989 per il settore siderurgico. Tra le priorità di intervento, da finanziare con le economie derivanti da provvedimenti di revoca delle agevolazioni previste dall'articolo 1, comma 2, della legge 488/1992, internazionalizzazione delle imprese per lo sviluppo del made in Italy, sostegno alle aziende in rosa, anche in forma cooperativa, e innovazione industriale.

Luca
Tue 30 Dec 2008, 10:55 AM - Stampa
Il ddl collegato alla Finanziaria in materia di Sviluppo economico introduce interventi a favore dell'internazionalizzazione delle imprese, così riassunti dal Sole 24 ore:
Internazionalizzazione imprese (articoli 5, 6, 7, 8 e 32) Previste due deleghe al Governo, da adottare, entrambe, entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge, per riordinare la normativa in materia di internazionalizzazione delle imprese e riorganizzare gli enti operanti nel settore. Tra le novità in arrivo, accordi specifici tra enti pubblici e sistema bancario per l'utilizzo dei servizi e delle sedi estere degli istituti di credito e un rafforzamento del ruolo formativo delle università. Previsto, poi, che le regioni possano assegnare in gestione a Simest spa (Società italiana per le imprese all'estero), a supporto dell'internazionalizzazione delle imprese, propri fondi rotativi con finalità di venture capital per acquisire partecipazioni (fino al 49% delle quote, che possono arrivare al 70% per imprese del Sud) di società operanti nel territorio. Sono fondi autonomi e distinti dal patrimonio di Simest. Istituito, poi, presso la Tesoreria dello Stato, anche, un apposito Fondo rotativo per favorire la fase di start up dei progetti di internazionalizzazione di imprese singole o aggregate, gestito da Simest. Specificato che si deve trattare di investimenti transitori e non di controllo nel capitale di rischio di società appositamente costituite. Stanziate, infine, apposite risorse per mantenere operativa la rete estera degli uffici dell'Istituto nazionale per il commercio estero (Ice).
La misura relativa ai fondi di venture capital con partecipazioni fino al 70% per le imprese del Sud è commentata dal presidente Simest Gianfranco Lanna a pag. 25 del Sole 24 ore di oggi.

Luca
Sun 28 Dec 2008, 05:34 AM - Stampa
Come riferisce Reuters, il 23 dicembre è stata ufficializzata la cessione di Centrale dei Bilanci SpA a due gruppi di private equity, Bain Capital (USA) e Clessidra Capital Partners (Italia). Le quote di Bain e Clessidra sarebbero dell'80% e del 20%, rispettivamente. Hanno venduto le banche italiane presenti nell'azionariato di Ce.Bi., tra cui Intesa Sanpaolo (24,5%), Unicredit (22,6%) e Mps (12,6%). Il prezzo si aggira su €550mn, finanziati per la metà con un prestito sindacato da BNP Paribas, Intesa e Unicredit. Ce.Bi. gestisce una propria banca dati di bilanci alimentata dalle banche aderenti e sviluppa modelli di scoring creditizio (incorporati nei sistemi di rating di alcune tra le maggiori banche italiane). L'acquisizione ha puntato però ad un altro asset strategico, il gruppo Cerved che Centrale dei Bilanci controlla all'85% (il 15% è delle francese Coface, attiva nell'assicurazione e gestione crediti e nella business information). Cerved, come noto, è nata come spin-off dal sistema della Camere di commercio per separare l'attività di banca dati commerciale dal servizio istituzionale di gestione del Registro delle imprese, in carico ad Infocamere. Cerved, oltre a svolgere altri servizi di informazione per le banche e le aziende, acquisisce dati aziendali dagli archivi camerali e li rivende in concorrenza con altri distributori.
I nuovi proprietari di Ce.Bi.-Cerved intendono conferire l'asset alla propria divisione Lince, vendor di informazioni commerciali e creditizie e, dall'aprile 2008 , prima e finora unica ECAI italiana autorizzata dalla Banca d'Italia. Le ragioni del deal sono illustrate in questi articoli del Corriere e di Repubblica apparsi nei mesi scorsi. Cerved porta in dote un portafoglio di 21.000 clienti, che comprende il 90% delle banche italiane, un'appetibile platea a cui offrire rating esterni riconosciuti a fini di Basilea. E la domanda di informazioni sul credito è in crescita, sospinta dalla crisi e dalla ricerca di risparmi sulle procedure di fido.
Se il settore non fosse interessante, non si sarebbe concluso un deal da più di mezzo trilione di euro in un mercato del private equity in sofferenza dal dopo-Lehman. Aspettiamo con interesse le mosse del nuovo player, e le risposte dei suoi concorrenti.

Luca
Wed 24 Dec 2008, 03:14 PM - Stampa

Mosaico di Marko Rupnik: Natività, cappella delle suore adoratrici, Lenno, Como
"Oggi vediamo segnali che preoccupano tutti, come se quello che ha sostenuto la nostra storia non potesse resistere all’urto dei tempi: un giorno sono l’economia, la finanza e il lavoro, un altro la politica e la giustizia, un altro ancora la famiglia, l’inizio della vita e la sua fine naturale. E così, come l’antico Israele di fronte a una situazione preoccupante, anche noi ci domandiamo: «Perché accade tutto questo?». Perché anche noi siamo stati talmente presuntuosi da pensare di cavarcela dopo avere tagliato la radice che sosteneva l’edificio della nostra civiltà. Negli ultimi secoli, infatti, la nostra cultura ha pensato di poter costruire il futuro da sé, abbandonando Dio. Ora vediamo dove ci sta portando questa pretesa.
Davanti a tutto questo che ci siamo procurati, il Signore che cosa fa? Ce lo indica il profeta Zaccaria, parlando al suo popolo Israele: «Ecco, io manderò», attenzione al nome, «il mio servo Germoglio» (Zc 3,8). È come se davanti alla crisi di un mondo, il nostro - i profeti userebbero per descriverla un’immagine a loro molto cara, quella del tronco secco -, spuntasse un segno di speranza. Tutta l’enormità del tronco secco non può evitare che in mezzo al popolo, umile e fragile, spunti un germoglio, nel quale è riposta la speranza del futuro.
Ma c’è un inconveniente: anche noi, quando vediamo apparire questo germoglio - come coloro che erano davanti a quel bambino a Nazareth -, possiamo dire scandalizzati: «È mai possibile che una cosa così effimera possa essere la risposta alla nostra attesa di liberazione?». Da una realtà così piccola come la fede in Gesù può venire la salvezza? Ci pare impossibile che tutta la nostra speranza possa poggiare sulla appartenenza a questo fragile segno, ed è motivo di scandalo la promessa che solo a partire da esso si possa ricostruire tutto. Eppure uomini come san Benedetto e san Francesco hanno fatto proprio così: cominciarono a vivere appartenendo a quel germoglio che si era inoltrato nel tempo e nello spazio, la Chiesa. E sono diventati protagonisti di popolo e di storia."

da Il Natale e la speranza, di Julian Carron, la Repubblica, 23 dicembre 2008.

Buon Natale!
Luca
Tue 23 Dec 2008, 04:21 PM - Stampa
Il numero dell'Economist uscito qualche giorno fa ospita un breve intervento di Alan Greenspan, Presidente della Fed dal 1987 al 2006 e in quel decennio fautore di una politica monetaria tollerante verso le bolle. L'articolo ha suscitato un vivace dibattito sul sito dell'editore, con interventi di economisti tra cui Luigi Zingales e Brad DeLong.
Secondo Greenspan l'attuale paralisi dei mercati è provocata dalla paura degli investitori che giudicano troppo esigui i cuscinetti patrimoniali della banche. Per riportare la fiducia sul mercato ai livelli del 2006 servirebbero $250mn di capitale in più (il 14% delle attività ponderate per il rischio). Da dove farli uscire? Greenspan non vede con favore un intervento dello Stato come fornitore di extra-capitale alle banche, o come acquirente di ultima istanza di crediti rischiosi. Il capitale si può stabilmente rafforzare con la ripresa dei valori che supportano gli attivi bancari, ovvero la capitalizzazione delle Borse mondiali (ripristinando una parte dei $30.000md evaporati con la crisi) e i prezzi delle case negli USA. Questo rafforzamento potrebbe avvenire a costo zero per le finanze pubbliche, per effetto di una ripresa delle quotazioni dal fondo toccato all'apice della crisi. E in proposito l'ex capo della Fed afferma che i capital gain non possono finanziare investimenti fisici, ma possono rinpinguare i bilanci, ed è quello di cui c'è bisogno. Con buffer patrimoniali più ampi, si potrebbe finalmente far pulizia nei bilanci, e svalutare a livelli realistici le attività problematiche. Le iniezioni di capitale dallo Stato possono sostenere questo processo, ma da sole non bastano. E in ogni caso, bisognerà presto pensare a come smontare gradualmente questa massa di finanziamenti e garanzie pubbliche (circa $7.000md).
Che dire? Da qualche giorno non sono più capace di farmi un'opinione su diagnosi e proposte anti-crisi a livello macro, come questa di Greenspan. E' importante che le autorità e i governi facciano il possibile per riprendere il controllo della situazione (o per convincere di essere capaci di farlo). Dal mio punto di osservazione, mi interessano le azioni a livello micro, che cercano di rimettere ordine nei bilanci di famiglie e imprese dissestate, una alla volta.

Luca
Tue 23 Dec 2008, 11:49 AM - Stampa
Sul sito dell'Associazione XBRL Italia è stata pubblicata la prima release della tassonomia GAAP Italia relativa agli schemi di bilancio delle società non quotate. Adesso aspettiamo soltanto la pubblicazione del DPCM che ne dispone l'adozione.

Luca
Sun 21 Dec 2008, 12:56 AM - Stampa
Paul Wilmott è un noto didatta e consulente in materia di modelli quantitativi per i mercati finanziari. Oggi ho trovato per caso nel suo blog una riflessione amara sugli incentivi a comportarsi onestamente nei mercati finanziari
There are honest people, and there are dishonest people, a whole spectrum. I like to think I'm near the honest end, I would have worn a white hat in the old cowboy movies. And I've had the misfortune to have met a few from right up close to the other extreme, with the black hats. Most people wear hats of various shades of grey. High finance is a business which encourages people to shift towards the dishonest end of the spectrum by putting temptation in their way, and the dishonest are drawn to this field by its quick and easy rewards.
Anche i regulators e il sistema giudiziario, a giudizio di Wilmott, non fanno molto per scoraggiare i cattivi comportamenti.

Luca
Sat 20 Dec 2008, 10:57 AM - Stampa
Con la diffusione dei modelli di misurazione e controllo del rischio e dei rendimenti risk-adjusted, e il loro parziale recepimento nella normativa sul capitale, come sono cambiati gli impatti della politica monetaria sui comportamenti degli operatori e dei mercati? E' la questione sollevata nell'interessante paper di Claudio Borio e Haibin Zhu, Capital regulation, risk-taking and monetary policy: a missing link in the transmission mechanism? pubblicato nei working papers dalla Banca dei regolamenti internazionali. Si può parlare di un nuovo canale di trasmissione, il risk-taking channel? Non è un canale nuovo, secondo gli autori, ma una prospetiva per capire in profondità il funzionamento dei più familiari credit e liquidity channels. Capirci qualcosa, e soprattutto modellare e governare gli impatti, è maledettamente complicato (Claudio Borio, che ho conosciuto durante la sua visita a Trento questo luglio, mi perdonerà questa grezza rappresentazione delle sue conclusioni).

Luca
Sat 20 Dec 2008, 10:25 AM - Stampa
Dopo l'anticipazione di Davide, ho trovato conferma in questo comunicato della SEC (l'authority sui mercati finanziari USA, oggi un po' meno autorevole per lo scandalo Madoff): la Commissione ha deliberato di introdurre l'obbligo per le società quotate e i fondi comuni di pubblicare i report prescritti dalla normativa SEC in formato elettronico. Per le società quotate, l'obbligo sarà introdotto con un programma a partire dal prossimo anno. Le società maggiori con capitalizzazione sopra i $5md che applicano i principi US-GAAP dovranno pubblicare i report trimetrali in XBRL dagli esercizi contabili che si concludono il 15 giugno 2009 o successivamente (sono circa 500 entità). Le altre società che applicano gli US-GAAP dovranno adeguarsi nel biennio successivo. Le società che adottano i principi IFRS cominceranno a depositare i report XBRL dagli esercizi che si concludono il 15 giugno 2011 o successivamente.

Luca
Sat 20 Dec 2008, 10:06 AM - Stampa
Cito dal COMUNICATO STAMPA della BCE con miei commenti tra [...]
18 dicembre 2008 - Procedure d’asta e corridoio dei tassi di interesse sulle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti dal 21 gennaio 2009

In seguito al comunicato stampa dell’8 ottobre 2008 Modifica della procedura d’asta e del corridoio dei tassi di interesse sulle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, oggi il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso di adottare le misure seguenti:
  • Le operazioni di rifinanziamento principali continueranno a essere condotte mediante asta a tasso fisso [oggi è il 2,5%], con piena aggiudicazione dell’importo, oltre il periodo di mantenimento delle riserve che termina il 20 gennaio 2009. Questa misura resterà in vigore per la durata necessaria e almeno fino all’ultima aggiudicazione del terzo periodo di mantenimento delle riserve del 2009, il 31 marzo.
  • Dal 21 gennaio il corridoio formato dai tassi di interesse sulle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, che il 9 ottobre 2008 è stato ridotto a 100 punti base intorno al tasso applicato alle operazioni di rifinanziamento principali, sarà riportato a 200 punti base. Pertanto, dal 21 gennaio il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale [oggi al 3%] sarà innalzato da 50 a 100 punti base al di sopra di quello sulle operazioni di rifinanziamento principali, mentre il tasso sui depositi presso la banca centrale [oggi al 2%] sarà ridotto da 50 a 100 punti base al di sotto di quello sulle operazioni di rifinanziamento principali.
Il mercato interbancario all'apparenza sta tornando alla normalità, stando ai livelli dell'Euribor a 3 mesi, sceso ieri al 3,082% dal massimo di 5,393% registrato il 9 ottobre. Ma una cosa è registrare una quotazione e un'altra tornare a volumi adeguati rispetto alle esigenze di funding delle banche. Per spronare i tesorieri a prestarsi denaro oltre le scadenze brevissime, la BCE ha deciso l'altro ieri di allargare il corridoio tra i tassi di rifinanziamento e di deposito marginale. Quest'ultimo dovrebbe quindi scendere in gennaio dall'attuale 2% almeno all'1,5%, e di più se sarà deciso un abbassamento del tasso Refi principale. In questo modo sarà meno redditizio accumulare riserve sicure presso le banche centrali. Intanto anche la Banca del Giappone ha portato il suo tasso di intervento quasi a 0, dallo 0,3% allo 0,1%.

Luca
Fri 19 Dec 2008, 10:06 AM - Stampa
Nella collana Occasional papers della Banca d'Italia è stato pubblicato uno studio (in inglese) su Stress testing sul rischio di credito: una rassegna delle metodologie utilizzate dalle autorità (Stress testing credit risk: a survey of authorities’ approaches), di Antonella Foglia.
Cito dall'abstract in italiano:
Il lavoro esamina i metodi quantitativi utilizzati dalle principali banche centrali e autorità di vigilanza per condurre esercizi di macro stress test sul rischio di credito. Gli esercizi di macro stress intendono misurare gli impatti sul sistema bancario e sulle singole banche di movimenti sfavorevoli delle variabili macroeconomiche e di quelle collegate all'andamento dei mercati finanziari. Nell'analizzare i modelli di stima utilizzati nelle varie fasi che contraddistinguono lo svolgimento di questi esercizi, il lavoro ne discute le principali limitazioni e alcuni recenti sviluppi. Il lavoro contribuisce al recente filone di ricerca che intende arricchire lo strumentario a disposizione delle banche centrali per l'esame congiunto degli aspetti macro e microeconomici e consentire una maggiore integrazione tra analisi macroeconomica e vigilanza prudenziale. Gli stress test sul rischio di credito sono inoltre un elemento essenziale dell'impianto normativo di Basilea II, che prevede che le banche eseguano prove di stress riferite a situazioni di deterioramento del ciclo economico; in tale prospettiva, gli aspetti metodologici discussi nel lavoro rilevano anche per l'attività di riesame da parte delle autorità di vigilanza degli stress test sul rischio di credito condotti dagli intermediari nell'ambito del secondo pilastro di Basilea II.

Luca
Fri 19 Dec 2008, 09.56 - Stampa
Spronato dalla decisione della SEC di rendere obbligatorio il reporting in formato XBRL, Charlie Hoffman ('padre' di XBRL) sul suo blog non ha resistito alla tentazione di scrivere il classico esempio Hello World!.
L'impostazione seguita è straodinariamente simile al quella che abbiamo utilizzato per programmare il file excel utilizzato per le sperimentazioni XBRL di Infocamere (vedi qui): fino a quando i report da produrre sono relativamente semplici, questo approccio è il più efficace; quando le cose diventano più complesse è necessario trovare soluzioni migliori (vedi qui per alcune letture di approfondimento).

Davide
P.S. Vista la scarsa frequenza dei miei post su Aleablog, ne approfitto (con un po' di anticipo) per inviare a tutti gli auguri di Buon Natale e buon inizio per l'anno 2009.
Fri 19 Dec 2008, 09:55 AM - Stampa
Mancano pochi giorni al perfezionamento del processo di fusione per incorporazione di Artigiancredit Lombardia s.c.r.l. in Federfidi Lombarda società consortile a r. l. L'atto di fusione sarà firmato in data 23 dicembre 2008, con effetto a partire dal giorno 1 gennaio 2009. Il nuovo confidi manterrà il nome di Federfidi Lombarda, Società consortile a responsabilità limitata.
Mi fa piacere che si realizzi il progetto di confidi di 2° grado regionale al quale avevo collaborato indirettamente (ne avevo parlato in occasione di questo convegno). Auguri di buon lavoro a Maria Pinotti, che è confermata alla direzione del nuovo Federfidi, e a Marina Taddeo, attuale direttrice di Artigiancredit, che condividerà l'impegno per far decollare questo importante progetto.

Luca
Thu 18 Dec 2008, 08.41 - Stampa
Per contrastare gli effetti della stretta creditizia, la Commissione Europea ha deciso ieri di attenuare in via eccezionale per due anni (2009 e 2010) i vincoli agli aiuti di Stato alle Pmi. In particolare la Comunicazione del 17.12.2008 prevede che siano considerati compatibili con il Trattato UE gli aiuti pubblici alle imprese che non erano in crisi finanziaria all'1/7/2008, ma che possono essere entrate in crisi successivamente a tale data alle seguenti condizioni;
  • contributi in unica soluzione fino ad un massimo di €500.000 per impresa nel biennio 2009-2010; si fa riferimento all'importo di ESL; la Comunicazione precisa che questi interventi saranno soggetti all'art.87(1) del Trattato, quindi fuori dal regime de minimis, e dovranno essere assegnati ad un regime d'aiuto previsto da tale articolo (ad esempio, un regolamento generale di esenzione); per verificare il rispetto del limite degli €500.000, si sommeranno gli ulteriori aiuti ricevuti in regime de minimis nel triennio 2008-2010; [in seguito questa forma è stata battezzata "pseudo de minimis"]
  • per gli aiuti in forma di garanzia, regolati dalla Comunicazione del 20.6.2008, si concede una riduzione delle commissioni minime eque (safe harbour premiums) sotto le quali si presume aiuto; tale riduzione è del 25% per le Pmi e del 15% per altre imprese; analoghe riduzioni percentuali sono concesse sui premi equi calcolati secondo metodologie approvate dalla Commissione; l'importo massimo dei prestiti ammessi a tali garanzie non può superare il costo del lavoro registrato nel 2008, comprensivo dei compensi al personale di subfornitori operante presso l'azienda; le garanzie devono essere erogate entro il 2010, per una quota del prestito non superiore al 90% e su prestiti che finanziano tanto gli investimenti quanto il capitale circolante; le suddette riduzioni delle commissioni minime eque si applicano per due anni dalla concessione della garanzia; mi pare che non sia stata accolta la richiesta dell'AECM di alzare il limite dei prestiti con garanzia agevolata concessi in regime de minimis;
  • per i prestiti a tasso agevolato, il limite di tasso sotto il quale si presume aiuto (tasso di riferimento) è ridefinito per i prestiti che saranno concessi entro il 31.12.2010, ma solo per gli interessi pagati prima del 31.12.2012; il nuovo tasso soglia si determina come somma del tasso overnight obiettivo fissato dalla BCE (il tasso Refi) più un premio pari alla differenza tra le medie del tasso Euribor a un anno e del tasso Refi nel periodo gennaio 2007 - giugno 2008, più il premio al rischio di credito, variabile dallo 0,6% al 10%, fissato dalla Comunicazione del 19.1.2008 sui tassi di riferimento e di attualizzazione per i prestiti agevolati; è stata accolta la richiesta di abbandonare il riferimento ai tassi Euribor per non caricare sul tasso di riferimento lo spread attuale tra tassi interbancari e tassi della BCE, che viene "riportato" ai livelli medi pre-crisi; in questo modo si ribalta sul tasso di riferimento la forte riduzione dei tassi BCE, non pienamente recepita dai tassi Euribor;
Si fa riferimento, inoltre, ai programmi di apporto di capitale di rischio per colmare situazioni di equity gap; i limiti agli apporti sono innalzati a €2,5mn per impresa per anno (oggi il limite è €1,5mn) con una percentuale minima di fondi di origine privata del 30% (oggi è il 50%).
Bene, c'è di che riflettere. E penso che le Regioni e i Ministeri che stanno lavorando sulle misure anticrisi non potranno ignorare questo nuovo menu di opzioni che la Commissione ha preparato. E la cosa più importante è lo sdoganamento della finalità di rafforzamento e risanamento finanziario delle imprese, che per due anni assurge a fine prioritario degli interventi pubblici. Sulle garanzie, se è vero (come ritengo) che non è stato ampliato il plafond de minimis, non ci sono grandi agevolazioni, dato che rimane in piedi, in forma attenuata, il macchinoso impianto "basato sul rischio" della Comunicazione del giugno 2008. Se si vuole fare qualcosa di immediato, bisogna ricorrere alla fattispecie degli aiuti in unica soluzione. Una buona o una cattiva notizia per i confidi? Dipende dalla loro capacità di studiare azioni che raggiungano efficacemente le imprese.

Luca
Wed 17 Dec 2008, 07:33 PM - Stampa
Potete trovare su ConfidinSicilia il testo dell'articolo di Monica Perri, "Calabria/Confidi: alleanze solo sulla carta".

Luca
Wed 17 Dec 2008, 09:32 AM - Stampa
Ieri è stato emanato questo regolamento della Banca d'Italia sui fondi speculativi. Cito:
Anche a livello nazionale, il grado di liquidità dei fondi speculativi, rappresentati prevalentemente da fondi di fondi hedge, è andato, nelle ultime settimane, progressivamente deteriorandosi, per effetto sia del consistente aumento delle domande di riscatto, sia dell’attivazione di gates o side-pockets da parte dei fondi hedge esteri presenti nei portafogli dei fondi italiani.
In tale contesto, la previsione di specifici strumenti, diversi dalla liquidazione del fondo, per fare fronte a situazioni di mercato eccezionali, caratterizzate da scarsa liquidità ed elevata volatilità, è necessaria per permettere alle SGR di modulare le richieste di rimborso delle quote dei fondi nel rispetto dell’interesse e della parità di trattamento dei partecipanti. A tal fine, l’art. 14 del decreto legge n. 185/08 (di seguito, “d.l.”) consente, sino al 31 dicembre 2009, alle società di gestione di modificare i regolamenti di gestione dei fondi speculativi, con efficacia immediata, introducendo misure volte a graduare i rimborsi in presenza di flussi netti di riscatto di ammontare superiore a determinate soglie (cc.dd. gates) o a trasferire le attività illiquide del fondo in un nuovo organismo di tipo chiuso appositamente costituito (c.d. side-pocket), nel caso in cui la cessione di tali attività può pregiudicare l’interesse dei partecipanti.
Il processo di smobilizzo dei fondi hedge è oggi una delle minacce più serie alla tenuta dei mercati finanziari. Con la creazione delle side-pockets (delle specie di bad banks in versione fondo) si ripropone un meccanismo di scatole cinesi che, a cascata, isola dai portafogli dei sottoscrittori le parti deteriorate degli investimenti sui mercati.
Come nascono questi veicoli? Dalla scissione parziale del fondo, trasferendo le attività illiquide in un nuovo fondo di tipo chiuso, secondo quanto previsto dall’art. 14, comma 6, del decreto legge n. 185/08 e dalle relative disposizioni di attuazione della Banca d'Italia. Ciascun partecipante riceve un numero di quote del nuovo fondo uguale a quello che detiene nel vecchio fondo. Quello che non riceve è la liquidità che gli sarebbe spettata a fronte della sua richiesta di riscatto al vecchio fondo. Il nuovo fondo non può emettere nuove quote; le quote del nuovo fondo vengono rimborsate via via che le attività dello stesso sono liquidate.
Le side pockets mi ricordano la "scarsela" di Arlechin Batocio, orbo de na recia e sordo da un ocio, come dire un tonto finto, a differenza di molti poveri (e mal consigliati) sottoscrittori di fondi di hedge fund. La teorizzazione della possibilità di absolute returns positivi, comunque vada il mercato, su portafogli di dimensioni gigantesche alimentati da soldi di altri è stata una delle più colossali truffe intellettuali dell'ultimo decennio. Bernie Madoff l'ha attuata in maniera sfacciata, senza il paravento di teorie fasulle. E adesso si rimuovono le macerie.

Luca
Wed 17 Dec 2008, 05:18 AM - Stampa
Come il mitico Thor, Ben Bernanke cala un'altra poderosa martellata sul costo del denaro negli USA. Ieri il Federal Open Market Committee ha approvato la riduzione del tasso obiettivo sui Fed Funds (il mercato overnight) dall'1% a un range da 0 a 0,25%. Il tasso sul rifinanziamento marginale è stato fissato a 0,5%. La mossa delle autorità monetarie in parte si adegua ai livelli di mercato dell'overnight che da settimane stazionavano ben al di sotto del precedente target dell'1%. Si disincentiva il flusso di ritorno di riserve libere dalle banche alla Fed, che ora remunera le riserve libere allo 0,25% (prima era l'1%, ben superiore all'overnight di mercato).
Ci sarebbero tante cose da dire, ma vi rimando ai commenti del Sole 24 ore e di Bloomberg. Accenno soltanto al confronto tra il caso odierno degli USA e quello del Giappone.
La Banca del Giappone ha tenuto il tasso di intervento a zero tra il 2001 e il 2006 inondando il sistema bancario di liquidità per rianimare l'offerta di credito e combattere la deflazione. L'abbondante liquidità a costo nullo non è bastata per convincere le banche a fare prestiti, finendo parcheggiata sui conti liberi presso la banca centrale, che sono cresciuti nove volte nel 2004.
Bernanke ha sottolineato che le politiche della Fed sono diverse perché ora negli USA la Fed non si limita a immettere liquidità col rifinanziamento, ma acquista direttamente asset rischiosi che finanziano i prestiti all'economia, come la commercial paper, le ABS di credito al consumo e i titoli delle agenzie per il credito all'edilizia. L'ha già fatto e lo farà ancora. Per tenere giù i tassi sulle scadenze non brevi, la Fed si è dichiarata disposta a massicci acquisti di treasury bonds.
Il Presidente della BCE non intende seguire questa discesa dei tassi sotto quello che lui ritiene un limite invalicabile per una politica monetaria governabile. A maggior ragione, il compito di tenere bassi i premi al rischio in Europa è lasciato ai Governi e al mercato. A Francoforte la grande paura storica non si chiama depressione del 1929, ma iperinflazione del primo dopoguerra.

Luca
PS ore 10.15 Trovate delle riflessioni chiare e interessanti sulle visioni di Fed e Bce in questo articolo di Sorrentino sul Sole 24 ore
Wed 17 Dec 2008, 04.41 - Stampa
Cito dal Sole 24 ore:
Neafidi, che già da qualche anno aveva messo assieme i Confidi di Venezia, Verona, Vicenza, Rovigo e Belluno, ha aggregato anche il Consorzio degli industriali di Treviso e Pordenone ed i numeri sono diventati di prima grandezza: 5mila soci, 7 sedi operative, 600 milioni di finanziamenti garantiti, 65 milioni di patrimonio.
Se poi si considera che proprio Neafidi aveva anticipato tutti su scala nazionale trovando un accordo con la Regione Veneto, concretizzato nel giro di un paio di settimane grazie alla spinta del governatore Galan e dell'assessore Isi Coppola, per dare immediato sostegno alle imprese nell'aggravamento della crisi, sembra evidente che a Nordest si è cominciato a scrivere una pagina innovativa sul fronte delle garanzie a sostegno degli investimenti delle aziende.
In ottobre, parlando a Vicenza con la direttrice di Neafidi, Patrizia Geria, ho avuto sentore della grossa operazione che qui sopra viene annunciata. Il percorso di aggregazione verso il polo Neafidi dei confidi industriali veneti (e ora anche friulani) è esemplare per la gradualità e la determinazione con cui è maturato negli anni. I confidi industriali veneti sono un laboratorio di idee nuove, se si pensa, ad esempio, che la prima cartolarizzazione di mutui alle Pmi italiane è stata lanciata a Vicenza proprio da Neafidi con Unicredit. In tema di innovazioni, c'è da ricordare anche la peculiare esperienza della Banca popolare di garanzia di Padova.
I confidi industriali (e non solo) veneti paiono rispondere bene alle esigenze delle imprese di questo territorio. Un segnale? Eurofidi Piemonte, che ha sviluppato fortemente la sua presenza in altre regioni (come la vicina Lombardia), in Veneto non si è radicato, segno che non c'era probabilmente un gap di offerta.
E adesso il nuovo superconfidi da Vicenza punterà i cannoni contro la crisi creditizia, nemico formidabile anche per il sistema produttivo veneto. Sarebbe bello coinvolgere Neafidi in qualche programma a carattere interregionale o nazionale, la sua esperienza sarebbe preziosa.

Luca
Tue 16 Dec 2008, 11:21 AM - Stampa
Un'analisi dettagliata (150 pagine + statistiche) dei rischi e delle fragilità che persistono nel sistema finanziario: leggetela nell'ultimo numero della Financial Stability Review della Banca Centrale Europea che trovate qui.

Luca
Mon 15 Dec 2008, 22.59 - Stampa
Da leggere assolutamente: un pezzo di Bloomberg sul paradosso della finanza pubblica negli USA dopo la crisi: le spese extra (e che extra!) per i salvataggi e gli stimoli fiscali hanno fatto salire il debito totale del Governo a $10.700 md da $9.150md un anno prima, ma gli interessi non sono saliti, anzi si sono ridotti di $10 md. Abbiamo visto tassi sui T-bill negativi, tassi quasi nulli sulle scadenze brevi, dalla scadenza 3 anni in avanti yield ai minimi storici assoluti. Prezzi in rialzo, total returns sul 2008 da favola. E intanto i nostri CcT a cedola variabile che scendono a 92 su 100, per effetto del premio al rischio Italia che va su. Che invidia.
Gli USA rimangono il porto sicuro per i capitali di tutto il mondo, in fuga dagli asset rischiosi e dalle aree valutarie tornate fragili. Effetto paura, secondo molti. E la paura potrebbe durare quanto la recessione, e con loro questi tassi minuscoli. E se dovessero rialzare la testa, le Fed è pronta a inquadrarli nel mirino, e ributtarli giù comprando masse di T-bond con propria moneta.
Può durare a lungo, è impossibile prevedere quanto.
Ma come sarà il dopo, e come ci si arriverà, loro corazzata e noi naviglio leggero?

Luca
Mon 15 Dec 2008, 19.12 - Stampa
Stamattina ho partecipato alla riunione del Tavolo tecnico per il credito, un gruppo di lavoro promosso dalla Provincia Autonoma di Trento al quale partecipano i dirigenti dei Dipartimenti economici della stessa PAT, e i direttori delle principali banche e i direttori dei confidi operanti in Trentino.
In realtà ho fatto soltanto un breve intervento per presentare alcuni spunti sulle politiche per la capitalizzazione delle imprese (le trovate qui in forma di slide). Sono poi corso in Facoltà a fare lezione, mentre il Tavolo proseguiva la discussione sul tema da me introdotto e sui risultati del programma di garanzie e contribuiti in conto interessi avviato qualche settimana fa. Per un resoconto leggete il comunicato stampa della PAT.

Luca
Sun 14 Dec 2008, 01:09 AM - Stampa
Accennavo qui alla nascita di Unifidi, la nuova realtà regionale promossa dalle Federazioni regionali di CNA e Confartigianato, con il sostegno dell’assessorato regionale alle Attività produttive. Unifidi nasce dalla fusione per incorporazione di 15 cooperative di garanzia in Artigiancredit Emilia Romagna, rinominato UNIFIDI. Dopo Artigiancredito Toscano, un altro esempio di confidi unitario regionale, sempre nell'artigianato. La nuova iniziativa sarà presentata in un convegno a Bologna il 15 dicembre, dalle 9.30 alle 13.00 presso il Royal Hotel Carlton, Via Montebello, 8. Trovate le indicazioni per iscrivervi in questo invito.
Interverranno SERGIO CAPATTI e DOMENICO MENOZZI, Presidente e Direttore di UNIFIDI Emilia Romagna, DUCCIO CAMPAGNOLI, Assessore regionale alle Attività Produttive, UGO GIRARDI, Segretario Generale Unioncamere Emilia Romagna, DOMENICO SANTECECCA, Direttore Centrale ABI, CESARE FUMAGALLI, Segretario Generale Confartigianato e SERGIO SILVESTRINI, Segretario Generale CNA.

Luca
Sat 13 Dec 2008, 14.23 - Stampa
Solo due parole per segnalare l'incredibile storia che ha per protagonista Bernie Madoff (dal Sole 24 ore, da Bloomberg e dal blog di Cassandra). Perdite per 50 miliardi di dollari accumulate con un classico schema Ponzi (catena di Sant'Antonio) applicato alla gestione di investimenti alternativi per conto di hedge fund e (pare) anche gruppi bancari. Mega-rendimenti fasulli distribuiti ai vecchi clienti con i soldi raccolti da inavveduti nuovi clienti. Fino al default, candidamente confessato agli agenti FBI, per l'impossibilità di trovare 7 miliardi a copertura dei riscatti. Bernie, 70 anni, era un personaggio di primo piano a Wall Street: già presidente del Nasdaq nel 1990, 1991 e 1993, pioniere dei sistemi di trading on-line, titolare di una grossa casa di brokeraggio e, da qualche anno, star degli alternative investments.
Una bella truffa, come gli schemi piramidali albanesi collassati nel 1997, senza complicati e costosi cerimoniali di modelli statistici e due diligence. Qui i ricchi hanno rubato ai ricchi (o alle loro banche), ma parte del buco finirà in conto ai piani di salvataggio pagati dai contribuenti.

Luca
Fri 12 Dec 2008, 04:04 PM - Stampa
L'AECM, Associazione europea delle società di garanzia mutualistica, ha diffuso una dichiarazione sulla crisi finanziaria (qui la versione inglese e qui la versione italiana).
Dopo aver sottolineato quanto sia preziosa nello scenario di crisi l'opera, efficace e capillare, degli enti di garanzia, l'AECM formula alcune istanze ai Policy makers europei:
  • semplificare le regole di accesso degli enti di garanzia alle nuove facilities FEI previste dal CIP (che sostituiscono quelle del precedente MAP, ne ho parlato qui), e aumentare le risorse stanziate;
  • estendere il massimale di aiuto de minimis da 200.000 euro per tre anni (livello stabilito nel regolamento del 12/12/2006 di cui parlavo qui) a 400.000 euro; tale regime è quello normalmente applicato, per la sua semplicità, nei programmi che beneficiano di controgaranzia pubblica o di altri apporti finanziari, e l'attuale limite, unito alla "regola del 13%", risulta troppo restrittivo; in aggiunta si chiede di alzare i premi safe harbour previsti dalla nuova Comunicazione sugli aiuti di Stato in forma di garanzia, ovvero i livelli sotto i quali le commissioni applicate in un programma di garanzia per le Pmi sono considerate inclusive di aiuti di Stato; più in generale si chiede una moratoria nell'applicazione della suddetta Comunicazione, che rischia di intralciare molto le procedure di rinnovo dei regimi di aiuto e quindi la continuità dei programmi di garanzia;
  • si chiede inoltre di "creare le necessarie condizioni in collaborazione con le rispettive autorità nazionali di sorveglianza al fine di portare a 0% la ponderazione dei requisiti di fondi propri per la parte di garanzia controgarantita dalle autorità nazionali";
  • si raccomanda infine di allargare le destinazioni ammesse per i programmi di credito garantito, includendo il finanziamento del circolante e in genere i prestiti a breve termine.
Tutti problemi reali, peraltro (aggiungo io) si poteva fare molto di più per andare a regime sulle nuove procedure e normative di aiuto prima che scoppiasse la crisi. Stiamo a vedere come risponderà la Commissione, per quanto le compete.

Luca
Fri 12 Dec 2008, 03:48 PM - Stampa
Da questa notizia AGI traggo un interessante aggiornamento sulle strategie della nuova Artigiancassa, rilanciato come veicolo bancario per la gestione delle agevolazioni e l'offerta di servizi finanziari alle imprese artigiane promosso dalle Associazioni di settore in partnership con il gruppo BNL-BNP Paribas (ne avevo parlato qui.
Gli azionisti di Artigiancassa - partecipata al 73,8562% da BNL e al 26,1438%, tramite Agart S.p.A., da Confartigianato, CNA, Casartigiani e Fedart Fidi - infatti, hanno siglato gli atti definitivi per l’attuazione del piano di rilancio della societa’ che avra’ efficacia dal 1° gennaio 2009. Il piano prevede: 1) la scissione parziale proporzionale delle attivita’ relative alla gestione di agevolazioni pubbliche ad una societa’ beneficiaria di nuova costituzione che avra’ comunque la denominazione “Artigiancassa”; 2) la contestuale fusione per incorporazione in BNL della residua attivita’ nel business dei finanziamenti dell’originaria Artigiancassa, previa acquisizione da parte di BNL della quota detenuta dall’azionista di minoranza Agart.
La “nuova” Artigiancassa continuera’ a svolgere le attivita’ relative alla gestione di agevolazioni pubbliche, senza soluzione di continuita’, conservando lo status di banca. Sara’ partecipata da BNL e da Agart con le medesime quote, continuando a far parte del Gruppo Bancario BNL. [...] La “nuova” Artigiancassa S.p.A., grazie anche al forte impegno delle Confederazioni Artigiane e di Fedart Fidi, in rappresentanza dei Confidi (5.200 punti operativi), sara’ attiva a livello territoriale nelle attuali 19 sedi regionali, proseguendo e potenziando la tradizionale attivita’ di gestione di agevolazioni. Supportera’ inoltre, grazie a specifici accordi commerciali, la distribuzione - attraverso gli “Artigiancassa Point” che saranno attivati presso le sedi locali delle associazioni e dei confidi - di prodotti creditizi e finanziari del Gruppo BNP Paribas, con marchio Artigiancassa, tarati sulle esigenze delle imprese artigiane.

Fa piacere che un ex istituto di credito pubblico mission-oriented venga valorizzato nella sua identità da un grande gruppo bancario europeo. Auguri alla nuova iniziativa.

Luca
Fri 12 Dec 2008, 08:27 AM - Stampa
Consiglio di lettura: un articolo dell'Economist sulle investment bank statunitensi dopo la crisi. Tempi non facili, fine di un mondo secondo molti. Ma le due case che hanno retto ai colpi del turmoil, Morgan Stanley e Goldman Sachs, stanno riorganizzandosi per tornare ad essere quei motori di sviluppo dei business finanziari e quelle fabbriche di utili che sono da sempre. L'attività su derivati complessi, leveraged loans, mutui, hedge funds e private equity è calata a picco, ma in compenso sono rimasti alti i volumi sui comparti classici, come l'azionario, i cambi, i bond, i CDS, i tassi di interesse, per non parlare del grande e ricco mercato dei distressed assets che la crisi ha rifornito di materia prima abbondante. Lloyd Blankfein, CEO di Goldman, vuole quindi tornare a far rendere il patrimonio almeno il 20% medio annuo sull'intero ciclo, giocando sulle strategie di proprietary trading aggressive e non convenzionali che sono la marcia in più di questa banca. In effetti, quando la crisi era limitata al comparto mutui, Goldman Sachs ci aveva persino guadagnato con posizioni corte sui subprime.
Meno ottimiste le migliaia di persone che hanno perso il lavoro. Il settore finanziario non è immateriale, pesa sul PIL reale, ne genera (o ne assorbe) una fetta consistente, e ne condiziona lo sviluppo, finanziando la crescita, trasferendo le eccedenze di risparmio, alimentando focolai di instabilità. In questa crisi inedita ci siamo resi conto che le filiere produttive e i flussi finanziari hanno creato una trama di interdipendenze dipendenze globali che sono un punto di non ritorno. Questa economia non può fare a meno di questa finanza, che però vorremmo meno arrogante ed esosa. La scoppola presa con la crisi basterà a far trattenere questo insegnamento?

Luca
Thu 11 Dec 2008, 09:33 PM - Stampa
Il dott. Arzarello, nostro assiduo visitatore e grande esperto di confidi, mi suggerisce di aprire un confronto sul seguente tema (cito dal suo messaggio):
Il comma 55 dell’art. 13 del D.L. 269/2003 (Legge sui confidi) aveva previsto la possibilità per i confidi 106 di gestire i “fondi pubblici di agevolazione” per un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore della norma. Tale agevolazione scadeva quindi il 2/10/2008 ma non penso che molti confidi se ne siano accorti, quasi sicuramente perché la Legge finanziaria 2008 (Legge n. 244/2007) ha introdotto una disposizione interpretativa del medesimo comma che ha, di fatto, ristretto i fondi oggetto della limitazione. La norma sostiene che i contributi erogati da regioni e da altri enti pubblici per la costituzione e l’implementazione dei fondi rischi, in quanto concessi per lo svolgimento dell’attività istituzionale dei confidi, non ricadono nella definizione di fondi pubblici di agevolazione e quindi possono essere ancora gestiti anche dai confidi 106 senza limiti di tempo. Mi chiedo tuttavia se fondi come l’antiusura possano ancora essere considerati gestibili dai confidi 106 in quanto il Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’aprile del 2007 aveva scritto a tutti i confidi destinatari dei fondi che “La natura pubblicistica del rapporto nonché l’attività di mera gestione dei contributi antiusura da parte dei confidi è confermata ulteriormente dall’art. 10 del Regolamento di attuazione che prevede, tra l’altro, l’obbligo della rendicontazione annuale a questo Ministero attraverso una dettagliata relazione sull’impiego dei contributi” Lo stesso discorso vale per i fondi abbattimento tassi: siamo certi che tutti i confidi rispettino le condizioni prescritte dalla norma e fungano esclusivamente da meri mandatari all’incasso ed al pagamento dei contributi?

Rimaniamo in attesa delle vostre riflessioni ed esperienze.

Luca
Thu 11 Dec 2008, 03:17 PM - Stampa
Ricevo questo bella notizia dagli amici di Infocamere, e penso che non ci sia altro da aggiungere, salvo rinviarvi alle anticipazioni.

Luca
Thu 11 Dec 2008, 02:30 PM - Stampa
Oggi ammiro dalla finestra del mio ufficio il cortile della facoltà innevato. Ieri stavo 500 km a Sud, a Porto San Giorgio, dove ho trascorso una giornata con gli amici di Cosvim consulting e Cosvim confidi, società affiliate alla Compagnia delle Opere Marche Sud. La mattina ho tenuto un seminario per un gruppo di imprenditori locali, sul tema "Finanza d’impresa e rapporti con le banche nello scenario di crisi". Con l'analisi dei flussi ho ricostruito le tensioni di liquidità innescate dal cocktail micidiale di calo del fatturato, crescita del circolante e razionamento del credito. Ho poi discusso di come è cambiato il rapporto tra imprese e banche: l'impatto pervasivo del rating, il taglio delle linee di credito a revoca, il maggior controllo dei flussi di cassa dell'impresa. Infine ho tracciato un percorso di valutazione per ristrutturare e rilanciare le attività d'impresa. Devo lavorare ancora molto su questi temi, e mi riprometto di registrare alcune video-lezioni che metterò sul nostro sito.
Ho pranzato con Massimo Valentini e Marco Simoni, presidente e direttore di Cosvim confidi. Ci siamo concessi un sontuoso piatto di spinesini allo zafferano con scampi, zucchine e vongole dell'adriatico. Gli spinesini sono la versione griffata dei maccheroncini di Campofilone, che a dispetto del nome sono tagliolini all'uovo finissimi che possono trasformare un piatto di tutti giorni come la pasta al pomodoro in un'esperienza memorabile. A tavola, e poi nel pomeriggio, abbiamo parlato di tante cose interessanti. Cosvim è un confidi di dimensioni non grandi (circa €15mn di portafoglio garanzie) che opera nelle Marche e in altre regioni, e con imprese di diversi settori. Quest'anno le pratiche di garanzia istruite e approvate dal confidi sono cresciute molto, ma non i prestiti erogati, che hanno subito una marcata riduzione. Le banche convenzionate sono diventate molto più prudenti, e i tempi di risposta sulle pratiche si sono allungati parecchio. Pare che le banche di ogni ordine e grado, dai gruppi maggiori al credito cooperativo, abbiano ridotto l'offerta di credito alle Pmi, checché risulti dalle statistiche.
Lo scenario è caratterizzato dall'incertezza, e tra le imprese si diffondono le situazioni di difficoltà, e non solo nella filiera di produttori in crisi come il gruppo Antonio Merloni di Fabriano. Le banche sono restie ad affrontare le situazioni a rischio incaglio in modo proattivo: ad esempio, è difficoltoso ottenere il consolidamento di linee di credito in tensione, anche da parte di aziende con rating accettabili.
Ho caldamente raccomandato a Massimo e Marco di insistere sul connubio tra consulenza e supporto creditizio, che rappresenta già oggi un punto di forza delle due Cosvim. Dalla chiacchierata mi sono convinto ancora di più che c'è un enorme di bisogno di assistenza e affiancamento alle imprese, e alle loro banche. Tante situazioni si possono dipanare e risolvere, o comunque migliorare, ma c'è bisogno di analizzare i casi singoli, di dialogare con le parti in causa e di esplorare le vie di soluzione. Tutte attività che richiedono testa, tempo, coinvolgimento, e non fruttano facili guadagni. Ma è il lavoro in assoluto più utile che si può fare adesso.
Da oggi la priorità di aleablog diventa questa: testimoniare esperienze di questo tipo, convincere i decisori pubblici a sostenerle, suscitare interesse e disponibilità a farsene coinvolgere, anche su base spontanea e volontaria. E, naturalmente, dando il supporto di conoscenze e di tecniche per portarle avanti nel modo più efficace.

Luca
Tue 9 Dec 2008, 01:54 PM - Stampa
Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, illustra in questa intervista al Giornale la ratio degli interventi messi in campo per fronteggiare la crisi. Oltre alle misure già riprese in questo post, si accenna all'azione di moral suasion nei confronti delle banche affinché confermino il sostegno creditizio alle Pmi.

Luca
Mon 8 Dec 2008, 11:36 AM - Stampa
Nel numero di dicembre 2008 della Quarterly Review della Banca dei Regolamenti Internazionali trovate una ricostruzione del financial turmoil degli ultimi mesi, oltre ai consueti aggiornamenti sui volumi di attività nei mercati internazionali dei derivati, dei cambi, dei prestiti e delle security. La rivista contiene quattro quattro articoli monografici sui seguenti argomenti: l’evoluzione dei mercati dei contratti pronti contro termine durante la recente turbolenza finanziaria; i prezzi delle materie prime e le dinamiche dell’inflazione; lo stato di salute delle banche e il credito ai mercati emergenti; le caratteristiche contrattuali dei mutui ipotecari e l’incidenza delle situazioni di ricchezza negativa dei mutuatari.
La rivista è disponibile anche in italiano.

Luca
Fri 5 Dec 2008, 02:09 PM - Stampa
Fri 5 Dec 2008, 01:24 PM - Stampa
Da questa pagina potete scaricare il documento “Le proposte delle Regioni e delle Province Autonome per fronteggiare la crisi economico-finanziaria”, una rassegna aggiornata al 20 novembre dei programmi che il Governo nazionale e le Amministrazioni regionali hanno varato nelle ultime settimane per aiutare le imprese e le famiglie a fronteggiare la crisi. Un documento che necessiterà di un costante aggiornamento. Grazie e Marco Barbero di Unicredit Banca per la segnalazione.

Luca
Fri 5 Dec 2008, 05:40 AM - Stampa
Come analizza l'ultimo Economist, non c'è solo un'emergenza credito, ma anche un'emergenza risparmio. La crisi ha falcidiato la ricchezza immobiliare e azionaria delle famiglie statunitensi e britanniche, illuse per anni dall'equazione capital gain= risparmio. Si è aperto un gap previdenziale per la generazione dei baby boomers. Se questi reagiscono risparmiando di più e investendo in impieghi a minimo rischio, la recessione potrebbe aggravarsi per un eccesso di parsimonia. Di qui il suggerimento dell'autorevole newspaper: non tesaurizzate il risparmio (tra un po' anche i titoli di Stato potrebbero diventare insicuri per eccesso di offerta), investite in asset rischiosi che finanziano le imprese. Le pensioni, pubbliche e private, le può pagare soltanto la crescita del PIL.
E in Italia? Consideriamo che siamo messi molto meglio quanto a ricchezza privata. Non abbiamo accumulato squilibri pazzeschi perché si è continuato a risparmiare. Il gap previdenziale si sta aprendo per le generazioni più giovani, ma i nati fino agli anni cinquanta sono relativamente coperti dal pilastro pubblico pre-riforma. Questo ci costa un deficit pensionistico che paghiamo con l'ibernazione del debito pubblico. La famiglia può, fino a un certo punto, colmare il gap di solidarietà fra generazioni. Le situazioni di disagio si allargano.
Sul fronte dell'investimento della ricchezza, siamo anche noi combattuti tra la tentazione del materasso e l'imperativo di sostenere le attività di impresa. Il flusso di risparmio familiare verso l'impresa segue da noi canali più diretti, e pertanto non siamo colpiti così duramente e diffusamente dalla crisi della Borsa. Al tempo stesso, l'imprenditore italiano medio affronta la decisione cruciale, resistere o abbandonare, con minori supporti di intelligence dello scenario economico e dei suoi impatti sul business. Con l'incertezza che c'è, questa naiveté può essere un punto di forza (gli intelligent possono sbagliare, più facilmente di pessimismo). Ma può anche essere una fragilità, perché la baldanza può volgersi in scoramento e sfiducia ai primi colpi del nemico. Molti bilanci non reggeranno, la maggior parte può farcela, con cure preventive. Finché non si metterà mano al riassetto finanziario dell'economia reale l'incertezza sulla portata della crisi (leggi, il tasso medio di default dei prossimi anni) rimarrà elevata. Mettere mano al riassetto non sarà indolore, ma potrà arginare i danni e l'impatto sociale.
Si può fare moltissimo per migliorare questa situazione, ma occorre essere in moltissimi. I coraggiosi facciano un passo avanti.

Luca
Fri 5 Dec 2008, 03:49 AM - Stampa
La crisi della fiducia. Le colpe del rating nel crollo della finanza globale, è il titolo del libro appena pubblicato da Pierangelo Dacrema per Etas. Pierangelo è un collega della mia disciplina (la tecnica bancaria di un tempo) e siamo pressoché coetanei. Da qualche anno, pubblica saggi brevi destinati ad un pubblico più vasto, affrontando temi parimenti più vasti di quelli su cui abbiamo mosso insieme i primi passi accademici. In questo filone ha pubblicato La dittatura del PIL. Schiavi di un numero che frena lo sviluppo (2007), Trattato di economia in breve. Frammenti di filosofia del gesto (2005), La morte del denaro. Una rivoluzione possibile (2003).
L'ultima sua fatica riguarda la crisi finanziaria, e intende colmare quello che lui ritiene una colpevole omissione delle analisi che vanno per la maggiore: il ruolo centrale delle grandi agenzie di rating, la cui missione di “dare i voti” ai titoli e a chi li emette avrebbe dovuto guidare e proteggere gli investitori. Cito dalla presentazione:
I mercati finanziari sono stati invasi da una valanga di titoli dal contenuto indecifrabile – qualcuno è arrivato a chiamarli persino “titoli salsiccia” –, spesso collegati a mutui americani di bassa qualità. Nessuno li avrebbe comprati se gli investitori non fossero stati rassicurati da tante triple AAA, marchi di garanzia rilasciati dai monopolisti del mercato del rating: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. Questo è un libro sulla fiducia tradita. Una fiducia che è stata riposta in chi, per professione, formula opinioni sulla qualità e sull’affidabilità di una massa colossale di strumenti finanziari più o meno complessi e innovativi. Una fiducia, come si è scoperto d’improvviso, accordata a chi ha commesso errori imperdonabili.
Si può essere d'accordo su molte di queste critiche, e sulle omissioni dei commentatori (spiegata anche dalla scarsa familiarità di alcuni economisti con questi temi molto tecnici, non penso che abbiano duramente criticato la Fed e non S&P e Moody's per timore reverenziale). Peraltro, tutti i presunti responsabili della crisi sono ancora saldamente al loro posto (con qualche sacrificio sui bonus 2008): le agenzie di rating, ma non solo, anche i banchieri di investimento (diventati banchieri universali), i banchieri centrali, i ministri del Tesoro USA uscente ed entrante. Sono loro che oggi progettano le vie d'uscita dalla crisi, convalidano l'efficacia delle soluzioni, governano i grandi flussi di risorse statali.
Che fare, allora? E' utile indignarsi, denunciare i colpevoli? Non basta, costruisce poco. La cattiva finanza si contrasta standone alla larga, e costruendo qualcosa di più sano e duraturo.
Comunque complimenti a Pierangelo per il bello stile, equilibratamente affabulatorio e visionario, alla Jacques Attali.

Luca
Thu 4 Dec 2008, 07:39 PM - Stampa
Oggi tornata di massicce riduzioni dei tassi di intervento delle banche centrali: Bank of England dal 3 al 2% (minimo storico, toccato nel 1939), Banca di Svezia dal 3,75 al 2% (hanno imparato dai connazionali dell'IKEA?), BCE dal 3,25 al 2,5%.
La recessione fa paura alle banche centrali almeno quanto alle famiglie e alle imprese, che ne subiscono i colpi.

Luca
Thu 4 Dec 2008, 06:44 PM - Stampa
Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, ha presentato questo intervento su La crisi finanziaria e il principio del Fair Value a un convegno di studi su “Crisi dei mercati finanziari e implicazioni, anche fiscali, sui bilanci delle imprese”, organizzato dalla Commissione Parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria presso il Parlamento e dall'Organismo Italiano di Contabilità. Riflessioni molto chiare sul futuro dello standard IAS 39 (Strumenti finanziari).

Luca
Wed 3 Dec 2008, 21.43 - Stampa
Torno da una intensa giornata di studio sui confidi, ovvero dal convegno di Confidi Emilia-Romagna Servizi annunciato qui. Una sala piena di persone molto attente. Ottavio Righini, presidente di Cofiter, ha introdotto i lavori. Ho fatto il primo intervento sul TAEG del credito garantito. Finalmente un argomento tecnico e non il solito dialogo dei massimi sistemi. Ho illustrato come calcolare il tasso di rendimento implicito sull'aggregazione dei flussi contrattuali originati dal prestito e dalla garanzia. In particolare ho trattato l'effetto delle clausole di partecipazione al rischio previste dalle convenzioni in uso: i depositi cauzionali che talora sono aggredibili in caso di default del confidi, ed equivalgono in tal caso a passività subordinate sottoscritte dall'impresa; gli apporti a fondi rischi collettivi, restituiti al netto del tasso di perdita cumulativo sul pool, che sono delle credit linked notes sottoscritte dall'impresa; e infine la sottoscrizione di quote associative, che sono apporti al patrimonio di base effettuati dall'impresa. Ho mostrato come il TAEG sia aleatorio in presenza di fondi rischi collettivi e, in tutti i casi, nella sciagurata eventualità di default del confidi. I depositi cauzionali fanno diventare il prestito garantito un mix di debito e investimenti di tesoreria: non è facile apprezzarne il TAEG, e per farlo correttamente bisogna attribuire un tasso figurativo equo al deposito (quello di un'obbligazione subordinata, ad esempio); si possono in tal caso ottenere valori di TAEG piuttosto pesanti. Ho concluso che la trasparenza del costo è un must per i confidi. [PS 21/1/09: Potete scaricare qui il paper ricavato dalla sbobinatura del mio intervento].
Livio Tempesta, risk manager del gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna, ha presentato un'analisi dell'impatto delle garanzie sul costo equo del credito, condotta su dati reali del suo gruppo (i confidi garantiscono circa il 22% delle pratiche small business e retail imprese della BpER). Ha confermato che il confidi è più desiderabile dalla banca sulle classi di maggiore rischio.
Lorenzo Gai ha presentato il modello di bilancio previsionale dei confidi che ha sviluppato su casi concreti di enti che stanno preparando la domanda di iscrizione a 107. Al centro del modello si trova un algoritmo di pricing sostenibile, differenziato per linee di attività, e un impianto contabile che assume l'appostazione ex ante delle perdite attese. Tutti concetti il linea con le best practice e molto innovativi per il settore.
Prima di pranzo, il convegno ha ospitato una conferenza stampa dell'Assessore regionale all'industria Duccio Campagnoli, che ha annunciato un'azione congiunta di Regione, Unioncamere, ABI regionale e confidi tesa ad assicurare un plafond di credito a breve garantito dai confidi per almeno il 30% e prezzato (prima del costo della garanzia) non più di Euribor+1,5%. La cosa funziona per l'adesione volontaria delle banche, che pare non sia mancata. I destinatari elettivi sono i fornitori di gruppi industriali in crisi e le Pmi che fanno ricorso alla Cassa integrazione ordinaria.
Durante il pranzo (ottimo buffet) ho approfittato per quattro chiacchiere e qualche aggiornamento con amiche e amici presenti. Nel pomeriggio Alessandro Simonini, consulente di Confidi ER Servizi, ha sviscerato i meccanismi di formazione del costo equo del credito garantito nelle sue varie fattispecie (garanzia personale, tranched cover, filiera di controgaranzia), e ha perorato la causa del pricing differenziato.
Emanuel Danieli, direttore di Fidindustria, ha testimonato che il pricing fatto oggi dalla sua rete di confidi industriali è ancora improntato ad un logica di costo calmierato e non troppo differente tra imprese. I costi delle perdite attese non sono tradizionalmente imputati al prezzo, ma sono piuttosto le perdite realizzate ad essere coperte con utilizzi di fondi rischi a prevalente apporto pubblico. I futuri 107 devono però andare obbligatoriamente nella direzione indicata dai modelli teorici illustrati da Tempesta, Gai e Simonini. In parallelo, i confidi devono fare, con le banche, uno sforzo di sistema per razionalizzare e uniformare la contrattualistica e le convenzioni. Condivido al 100%.
C'è stato anche il tempo per qualche domanda, seguita dal cordiale arrivederci di Patrizia Frabetti, coordinatrice di Confidi Servizi.
Tra pochi giorni comincia il Motor Show, e dalla vicina Fiera, uscendo dal Convegno, ne sentivo il rombo. La mia rombante smefinmobile mi ha fedelmente riaccompagnato a casa in poco più di due ore.

Luca
Wed 3 Dec 2008, 07:53 PM - Stampa
Dal sito della Provincia Autonoma di Bolzano riprendo un interessante comunicato, che riguarda i confidi altoatesini da me analizzati con Eleonora e Flavio B in una ricerca del 2006:
La nuova misura approvata dalla Giunta prevede, nei casi di mancata solvibilità dell'azienda, che la Provincia rimborsi l'80% della garanzia fornita dalla cooperativa di garanzia del relativo comparto economico. La misura si riferisce solo a crediti assunti da aziende sane e in presenza di casi di crisi ben specificati.
L'intervento della Provincia contro la crisi finanziaria intende sostenere il mondo delle cooperative di garanzia dell'Alto Adige, riunito in una piattaforma di servizio, vale a dire Confidi, Terfidi, Fidimpresa, Socialfidi e la Cooperativa di garanzia per l'artigianato.
Dopo la decisione della Giunta verrà ora convocato un incontro con tutte le cooperative di garanzie per avviare la nuova misura, che si riferisce alle garanzie concesse entro il 31 dicembre 2010, il più presto possibile. Le singole coop possono beneficiare dell'intervento previsto dalla Giunta e otterranno nei casi di mancato introito le somme corrispondenti per il rispettivo fondo di garanzia.
Il provvedimento di fatto è una sorta di riassicurazione omnibus che la Provincia di Bolzano offre sui rischi di default sopportati dai confidi del suo territorio sulle garanzie rilasciate fino a tutto il 2010. Si tratta di un impegno di firma, che non comporta l'assegnazione ex ante di risorse a fondi rischi (o la costituzione di un fondo di controgaranzia), bensì l'intervento ex post a copertura dell'80% delle perdite.
Mi sorgono a questo punto due curiosità: (1) come viene stanziato questo impegno sul bilancio delle Provincia Autonoma di Bolzano? (2) è prevista una forma di limitazione degli interventi a copertura delle perdite?
Se la Provincia si impegnasse incondizionatamente e senza limiti la copertura in questione sarebbe assimilabile a una controgaranzia pubblica di ente territoriale per una quota pari all'80% delle esposizioni. Magari con qualche ritocco la si potrebbe far valere ai fini di Vigilanza anche per le banche standard (quali sono le Raiffeisenkassen altoatesine), con ponderazione 20%.
Chissà se ci hanno pensato (potrebbe ostare la limitazione dell'intervento a "casi di crisi ben specificati", che rende la garanzia condizionata).
Se qualcuno vede in questa misura un pozzo di San Patrizio, si rassicuri: un simile impegno della Provincia a ripianare pro quota le perdite opera da molti anni in forza di leggi provinciali applicate ai soli confidi dell'artigianato e del commercio, e non ha determinato uno sviluppo indiscriminato di garanzie ad alto rischio. Mi premuro, ad ogni buon conto, di ricordare agli amici di Bolzano che negli ultimi mesi imprese (e banche) che non ne avevano mai fatto uso si sono messe in fila per chiedere garanzie dei confidi. La nuova misura rischia di avere troppo successo.
Luca
Tue 2 Dec 2008, 01:04 AM - Stampa
Un lungo articolo su Repubblica - Affari e finanza di oggi spiega che Così le banche soffocano l’impresa. Si riportano diverse testimonianze di imprenditori e presidenti di confidi e associazioni di categoria. Cose che si dicono da diverse settimane: credito razionato, specie per i piccoli, istruttorie più lunghe, spread in aumento, afflusso massiccio di richieste ai confidi.
La recessione incipiente fa paura, e il coraggio uno non se lo può dare, diceva Don Abbondio. Però ce n'è bisogno, altrimenti ci impaludiamo.

Luca
Mon 1 Dec 2008, 05:01 PM - Stampa
Scusate il ritardo con cui comunico un evento interessante al quale parteciperò dopodomani 3 dicembre a Bologna: si tratta di un convegno organizzato da Confidi Emilia Romagna Servizi sul tema Pricing dei confidi e vantaggi alle imprese: determinazione e misura nelle ipotesi 106 e 107. Tra i relatori, oltre a me, ci sono Livio Tempesta (risk manager delle Banca Popolare dell'Emilia Romagna), Lorenzo Gai (Università di Firenze), Alessandro Simonini (esperto di Confidi Emilia Romagna Servizi srl), Emanuel Danieli (Direttore di Fidindustria Emilia Romagna). I lavori si concluderanno con un intervento della regione Emilia Romagna.
Il Convegno si tiene con inizio alle ore 9:20 presso la Sala Convegni (secondo piano) di Unioncamere Emilia Romagna, Viale Aldo Moro n. 62 - Bologna. Le iscrizioni sinora raccolte pare che siano numerose. La quota è di €200+IVA per persona. Per maggiori informazioni trovate i contatti su questa pagina.

Luca