Fri 31 Dec 2010, 09.50 - Stampa
Il 2010 volge al termine. E' il sesto anno di aleablog. Un anno di passaggio, almeno per me. Dodici mesi fa annotavo qui i propositi per il 2010, ovvero iniziative di formazione per i confidi, un portale web sui confidi e un altro per la consulenza finanziaria alle Pmi. I propositi si sono tradotti nel gruppo di lavoro Smefin, che ha debuttato nella consultazione sul decreto ("bomba") di riforma del TUB (questo sito tiene traccia del lavoro fatto), e ha proseguito con un ciclo di tre seminari sulla consulenza finanziaria alle Pmi, sull'equilibrio gestionale dei confidi e sulle convenzioni banca-confidi. Un inizio ricco di promesse.
Il progetto di portale web per i confidi si è tradotto per ora nei siti creati per il gruppo Smefin. Il portale per la consulenza finanziaria è stato creato: si chiama Tesorete ed è per il momento un prototipo ad uso interno, lo stiamo testando con i miei studenti e promette bene.
Rispetto al 2009, che si era chiuso con un rush finale sul progetto Confidi trentini, ho lavorato poco o nulla su progetti con confidi, locali e non. Meglio così. Ho avuto più tempo per coltivare idee con grande libertà.
L'impegno forte degli ultimi mesi è stato il Laboratorio di pianificazione finanziaria con i miei studenti, con il gruppo Smefin la novità vera e bella del 2010.
Il blog quest'anno è stato parecchio frequentato (quasi 1000 visitatori unici al mese). Continuo ad aggiornarlo, e non mi pesa, ma fatico a spiegare il silenzio dei confidi, che pure lo seguono numerosi. Il dibattito si è animato a tratti, ma nel complesso ha perso in coralità. C'è una preoccupazione diffusa che si traduce in disagio, forse il motivo è quello.
Che cosa porterà il 2011? Per l'anno prossimo non ho progetti definiti. Non azzardo nemmeno degli scenari. Riprenderemo coraggio e speranza, come Paese, tornerà il desiderio di costruire, la disponibilità al sacrificio, la tensione al bene comune? Il quadro economico ci aiuterà o ci spingerà verso il declino, inesorabilmente?
Il comune sentire rischia di sbandare verso "un disperato qualunquismo" (vedi l'editoriale di Galli della Loggia sul Corriere di ieri).
Mi è impossibile essere qualunquista perché non sono per me stesso uno qualunque. Ogni giorno devo dare un cuore e un senso a quello che faccio, non perché sia un'asceta, ma perché c'è in me un desiderio ultimo, insopprimibile di costruire, per essere felice io e far felici le persone intorno, vicine e lontane. Seguire il desiderio è fatica, ma spegnerlo è perdere tutto.
Le diagnosi sull'Italia sono lucide, ma più spesso faziose, quindi superficiali. Per me valgono zero in tutti i casi, non mi aspetto il minimo cambiamento dalle analisi. Il mio programma per il 2011 è fare, fare con altri. Rispondere a bisogni concreti particolari, muovere energie, sollecitare attenzione, denunciare negligenze. Provare, sbagliare, cambiare e riprovare. Così facendo, imparare moltissimo.
Il primo fronte di lavoro nascerà (lo spero) dall'esperienza del laboratorio. Con gli studenti stiamo andando in otto aziende insieme per impostare una pianificazione finanziaria a breve. Collaborano con noi i consulenti del CAF degli artigiani trentini e due commercialisti. Impariamo tutti: gli studenti, l'imprenditore, i consulenti, io stesso. Vengono fuori gli aspetti concreti, l'informatica, il bilancio, la fiscalità, il credito. Problemi noti, ovviamente, però li vediamo in prima persona, si capisce che certe cose non vanno, escono idee, proposte.
Immaginate un lavoro di questo tipo che si diffonde per osmosi, per passa parola, con l'incoraggiamento delle associazioni, degli ordini professionali, dei confidi, delle banche, delle università, dell'amministrazione finanziaria, delle camere di commercio, delle regioni, del Governo. Quante situazioni critiche verrebbero alla luce, potrebbero essere affrontate, aiutate! Quante strozzature di potrebbero sbloccare, quante inefficienze rimuovere! Non voglio dire che con un budget di cassa in ogni azienda tutto andrà a posto. Però questo lavoro lo vedo più promettente per me di tutta la ricerca che ho fatto in questi anni sui massimi sistemi di Basilea e dintorni. Altri si muoveranno su altri fronti, sicuramente ci incontreremo sul campo e nasceranno convergenze, progetti comuni sempre più grandi.
Il 2011 sarà l'anno della verità per tanti problemi che riguardano la finanza delle Pmi: l'uscita dalla moratoria, il nuovo quadro regolamentare per i confidi vigilati e quelli minori, la difesa della loro solvibilità, per non parlare delle incognite sulla ripresa, le crisi settoriali, i tassi di interesse e il quadro macrofinanziario. Non basterà avere più fondi pubblici, più garanzie grazie ai fondi pubblici, più credito grazie alle garanzie. Se queste risorse ci saranno, ben vengano. Però i confidi e le banche terranno il campo soltanto se avranno il coraggio di guardare in faccia le imprese che a loro si rivolgono, di mettersi davvero al loro servizio. Non dire sempre di sì (questo non ce lo possiamo permettere), ma prendersi a cuore ogni singolo problema, accompagnarlo verso una soluzione, di rilancio o di uscita in buon ordine. Non da soli, naturalmente, immaginando dei soggetti che magari oggi non esistono. La battaglia per salvare la coesione sociale si combatte così, palmo a palmo, tanto più se avremo da spendere meno per gli ammortizzatori sociali.
E chi paga tutto questo? Certamente non lo Stato soltanto. Sì, ci sono tante risorse pubbliche da spendere meglio, penso a quelle per la formazione e i servizi alle imprese (le associazioni che le hanno in gestione ci facciano un pensiero coraggioso). Però la vera riserva strategica di energia è l'impegno gratuito delle persone che affronteranno i problemi in prima linea, come imprenditori (i primi sono loro), banchieri, garanti, consulenti, formatori. Se si condivide questo sguardo sulla realtà si collabora, si inventa, si costruisce. Se ognuno si guarda le spalle, tutti resteranno fermi fino ad essere travolti.
Nel 2011 continuerò a seguire i confidi, ovviamente. Ben volentieri potrò collaborare con le associazioni di settore sulle norme attuative del nuovo quadro di Vigilanza. Valuteranno loro se l'apporto di un soggetto libero, come il gruppo Smefin, può essere utile oppure no.
Buon anno nuovo a tutti! Come avete letto, non ho profezie, né progetti. Sono soltanto curioso di scoprire quello che porterà. Non lo siete anche voi? Prepariamoci allora a nuove scoperte, facendoci buona compagnia.

Luca
Thu 30 Dec 2010, 15.21 - Stampa
La Banca d'Italia ha pubblicato ieri il Resoconto della consultazione su Disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di concentrazione dei rischi e informativa al pubblico (il documento di cui avevo dato notizia qui). Ne parlo per due motivi, prima di tutto perché il tema è importante, e in secondo luogo perché come gruppo Smefin abbiamo partecipato con una nota che ho stilato con Claudio D'Auria (e siamo citati nel Resoconto insieme a cinque associazioni di categoria, due banche e un rispondente non divulgato).
Le risposte della Banca d'Italia chiariscono un punto importante:
Dopo l'avvio della consultazione è entrato in vigore il decreto legislativo n. 141/2010, che ha profondamente modificato la disciplina degli intermediari finanziari prevedendo, tra l’altro, l’abolizione dei due elenchi di cui agli articoli 106 e 107 TUB, sostituiti da un albo unico.
In virtù del regime transitorio previsto dal decreto, gli intermediari finanziari continueranno ad essere iscritti nei preesistenti elenchi fino all’emanazione delle disposizioni attuative della riforma e troverà applicazione nei loro confronti il quadro normativo vigente. Si ritiene, pertanto, che una revisione della regolamentazione prudenziale per gli intermediari iscritti nell’elenco di cui al previgente art. 107 TUB debba avvenire in modo sistematico nell’ambito dei lavori di attuazione del d.lgs. 141. Per il momento, quindi, non saranno apportate modifiche alla disciplina prudenziale applicabile agli intermediari finanziari nei cui confronti non trova, quindi, applicazione la nuova normativa sulla concentrazione dei rischi
Chiaro, no? Le modifiche messe in consultazione non si applicheranno ai 107, che rimangono soggetti alle regole vigenti fino all'emanazione delle norme attuative del DLgs 141/2010. Sarà quella l'occasione per rivedere le regole prudenziali di tutti gli intermediari oggi iscritti all'elenco speciale ex art. 107, compresi i confidi 107 (futuri 106). Quindi non solo le regole sulla concentrazione, ma tutta la vigilanza prudenziale. I confidi nutrono l'attesa (legittima) di norme meno gravose in ossequio al principio di proporzionalità sancito dall'art.108 TUB novellato, comma 6. Vedremo. La consultazione in materia dovrebbe avviarsi nel giugno 2011 (vedi post su programma attività normativa), quindi i confidi e le loro associazioni si preparino per tempo con proposte puntuali e argomenti solidi.
Con l'occasione segnalo anche la risposta al quesito che con Claudio abbiamo rivolto sul trattamento del rischio di concentrazione in capo a soggetti che erogano contro-garanzie nei confronti di garanti di primo livello, se si debba far riferimento alle molteplici esposizioni verso i debitori principali o all'esposizione aggregata verso il garante di primo livello. La Banca d'Italia, precisando che quanto detto si riferisce alle banche che erogano controgaranzie (per quanto detto prima sul rinvio delle modifiche per i 107), ha risposto così
devono essere rilevati come clienti ai fini della concentrazione dei rischi tutte le controparti il cui inadempimento fa scattare la controgaranzia, siano essi i debitori principali e/o il garante di I livello.
Quindi nel caso di una controgaranzia che si attiva al default di debitori principali (non richiedendo il doppio default dei debitori e del garante) occorre censire le numerose esposizioni sottostanti, non solo quella verso il garante. Questo pone qualche problema di tipo informatico, rispetto a cui Banca d'Italia ci rinvia ale norme generali contenute nelle Istruzioni di Vigilanza per le banche (Circolare 229/1999) e per gli altri intermediari in materia di controlli interni, nonché le disposizioni di carattere organizzativo della CRM e della concentrazione dei rischi.
Nel documento trovate maggiori dettagli anche su altri punti che non cito qui.
Tornando alla consultazione sull'attuazione del DLgs 141, tra i contributori non mancherà di certo AssoConfidi. Il gruppo Smefin è a disposizione per collaborare, non ci teniamo ad avere il nostro nome sul Resoconto, ci preme soltanto che si dialoghi con l'Organo di Vigilanza in maniera precisa e costruttiva. C'è qualche mese di tempo per parlarne.

Luca
Wed 29 Dec 2010, 11.04 - Stampa
Lorenzo Gai mi informa che InterconfidiMed, confidi aderente a Federconfidi con sede a Palermo, ha ottenuto l'iscrizione all'elenco speciale. Mi associo alle congratulazioni che Lorenzo rivolge al Presidente Italo Candido e a tutto lo staff per "l'esame superato".
InterconfidiMed aveva presentato domanda nell'agosto di quest'anno. Nella pipeline autorizzativa rimangono (stando ai dati del portalino) sei confidi, due dei quali hanno fatto domanda quest'anno, gli altri quattro nel 2009.

Luca
Mon 27 Dec 2010, 14.56 - Stampa
Alcuni amici non hanno condiviso la mia decisione di rinviare la discussione sulla notizia (meglio, sulla voce) riguardante la ricapitalizzazione di Unionfidi Torino. Essendosi svolte le cose tra la vigilia e il giorno di Natale, penso sia opportuno spendere ancora due parole sull'argomento.
Premetto che qualunque visitatore può lasciare un commento nel blog. In cinque anni ne ho rimosso uno solo. Qui però si tratta della mia decisione di valutare un fatto. Ho ritenuto che non fosse opportuno per un motivo molto semplice: non c'erano informazioni fattuali da commentare, soltanto voci imprecise. E non essendo io la fonte delle notizie, non penso che il mio silenzio possa destare preoccupazione sulla portata del problema. Penso sia più rischioso (oltre che inopportuno) discutere del problema su elementi parziali e non verificati.
C'è poi un'altra considerazione: non si può discutere un problema che riguarda i confidi senza i confidi, tanto più se il problema è critico. Il blog, da questo punto di vista, da qualche mese non funziona a dovere. Molti operatori dei confidi lo leggono, pochi commentano. Ci possono essere varie ragioni, e prima fra tutte la riservatezza. Però non sono soddisfatto.
I seminari del gruppo Smefin sono stati un'occasione per coinvolgere i confidi nel dibattito, e hanno avuto successo. L'anno prossimo cercherò di portare lo stesso clima nel blog, mettendo al centro fatti concreti, da raccontare e commentare.
E con l'occasione confermo che la prossima iniziativa del gruppo Smefin metterà a tema la solvibilità dei confidi durante e oltre la crisi.

Luca
Mon 27 Dec 2010, 12.39 - Stampa
Il Ministro dello Sviluppo Economico ha firmato il 21/12 un decreto istitutivo di un regime di aiuto per la concessione di agevolazioni in forma di garanzia ed altri strumenti di mitigazione del rischio di credito. Trovate i riferimenti in questa news del MiSE che allega il testo del decreto.
Si tratta di un provvedimento cornice nel quale trova collocazione il decreto dello stesso Ministero del 28/10/2010 per il calcolo dell'intensità di aiuto (vedi post).
Ho letto il testo e cerco di renderlo in pillole:
  • il regolamento disciplina due principali famiglie di interventi, (a) i Fondi pubblici di garanzia diretta, cogaranzia e controgaranzia e (b) la partecipazione pubblica in operazioni finanziarie proposte e gestite da intermediari; la fattispecie (a) comprende il Fondo centrale e i fondi regionali; la (b) può includere forme di supporto creditizio a portafogli basati ad esempio su tecniche di cartolarizzazione (come esempi ante litteram possiamo citare il bando Made in Lombardy o quello per la valorizzazione dei brevetti);
  • l'aiuto può essere riconosciuto sui finanziamenti con destinazioni previste dai regolamenti generali di esenzione (ex Regolamento CE 800/2008, che elenca finalità ammesse senza necessità di notifica ad hoc, come i finanziamenti agli investimenti e all'occupazione in favore delle PMI, la tutela ambientale, l'imprenditoria femminile, ricerca & sviluppo & innovazione, ecc.);
  • i finanziamenti devono avere durata superiore a 24 mesi ed essere destinati ad imprese sane;
  • la gestione dei fondi pubblici deve essere svolta da un soggetto selezionato con procedura competitiva oppure essere affidata a un ente in house; l'assegnazione di risorse per operazioni finanziarie deve avvenire mediante bando (il decreto elenca i criteri generali di selezione delle proposte);
  • l'intensità di aiuto (e l'ESL) sono calcolati in base ai "premi esenti" previsti dalla comunicazione UE sugli aiuti in forma di garanzia, oppure mediante apposito metodo di calcolo approvato dalla commissione (e ne esiste già uno di imminente approvazione, vedi sopra); si può in alternativa applicare il regime de minimis.
L'anno prossimo tornerò con più dettagli sul tema per seguire l'attuazione di questo regolamento.

Luca
Sat 25 Dec 2010, 11.09 - Stampa
Amici visitatori vi auguro di passare uno splendido Natale con i vostri cari con queste parole di don Julian Carron tratte dall'articolo Il prodigio che tutti aspettiamo:
L'aspetto affascinante è che Dio, spogliandosi del suo potere, si è fatto uomo per rispettare la dignità e la libertà di ciascuno. Incarnandosi, è come se avesse detto all'uomo:«Guarda un po' se, vivendo a contatto con me, trovi qualcosa di interessante che rende la tua vita più piena, più grande, più felice. Quello che tu non sei capace di ottenere con tuoi sforzi, lo puoi ottenere se mi segui».
Luca
Fri 24 Dec 2010, 11.57 - Stampa
Rettifico il post inserito ieri sullo spunto della news su Unionfidi Torino uscita su lospiffero.com [sic!] e poi ripresa da La Stampa. La notizia non è passata inosservata, e già si contano diversi commenti in post su argomenti correlati. Ho avuto delle resistenze a scrivere sul tema, lo faccio per chiarire la mia opinione sulle voci e sui commenti che hanno suscitato. Ho rapporti di grande stima e cordialità con il Direttore di Unionfidi, Giorgio Guarena, e il responsabile dell'ufficio legale, Enrico Olivieri; l'impatto della crisi è sempre stato rappresentato con grande trasparenza nei bilanci di questo confidi, così come sono di dominio pubblico le azioni intraprese per rafforzarne il patrimonio. Ad una lettura più attenta, le news di cui sopra espongono il problema in termini lacunosi e parziali e fanno confusione tra problemi vecchi e nuovi, particolari e generali. Vista la delicatezza del tema, potrei commettere lo stesso errore. Preferisco sospendere il dibattito e aggiornarlo al prossimo anno, se e quando ci saranno notizie vere a disposizione.
Mi scuso con Gigi che aveva inserito un commento molto sensato, ma ci sarà modo di valorizzarlo.
Luca - Stampa
Thu 23 Dec 2010, 16.23 - Stampa
Nel pacco natalizio con le ultime uscite di Bancaria editrice, ho trovato il bel volume Il sistema dei Confidi in Italia. Strategie e tendenze evolutive. E' stato curato da Paola De Vincentiis (collega dell'Università di Torino ) e Marco Nicolai (DG di Finlombarda). E' la ricerca per cui avevo postato qualche mese fa questa richiesta di collaborazione.
I saggi riportati nel volume analizzano l’evoluzione normativa, le dimensioni e le caratteristiche organizzative e operative, le performance economico-finanziarie, i sistemi di gestione del rischio e i processi di aggregazione in atto del sistema dei Confidi in Italia. Tutti i temi che fanno da fil rouge al dibattito su aleablog sono ripresi e approfonditi, con un ricco supporto di indicatori di bilancio e informazioni organizzative e gestionali elaborati appositamente per questa ricerca.
Una lettura interessante, che bene evidenzia la situazione magmatica del settore.

Luca
Wed 22 Dec 2010, 15.07 - Stampa
Potete scaricare qui il DECRETO LEGISLATIVO 14 dicembre 2010, n. 218: Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141.
Le modifiche apportate all'art. 10 c.4 del DLgs 141 precisano che
imenti indicati al comma 3. 2. Fino alla scadenza del periodo indicato al comma 1 [12 mesi dopo l'emanazione delle norme attuative] e comunque fino al completamento degli adempimenti di cui al comma 4, la Banca d'Italia continua a tenere l'elenco generale, l'elenco speciale e le sezioni separate previste dalle disposizioni del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, vigente alla data del 4 settembre 2010; fino al completamento degli adempimenti indicati al comma 3 possono essere iscritti nuovi soggetti, ai quali si applicano i commi 1, 4 e 8.
Grazie a Emanuela per la segnalazione. Dato che l'emanazione delle norme attuative è fissata dal decreto entro e non oltre il 31 dicembre 2011, nel 2011 e nel 2012 si potranno iscrivere nuovi confidi 107 con le norme previgenti alla riforma del TUB. Pertanto i confidi che superano la soglia dei 75 milioni a fine 2010 o fine 2011 e si mantengono sopra la stessa anche il 30 giugno seguente, dovranno presentare domanda d'iscrizione entro l'agosto dell'anno.

Luca
Tue 21 Dec 2010, 18.40 - Stampa
Intercredit, confidi intersettoriale di Teramo, ha ottenuto l'iscrizione all'elenco speciale ex art. 107. Cito dal comunicato:
“Questo risultato” dichiara il dott. Gianfranco Mancini, presidente di INTERCREDIT “è il coronamento di oltre due anni di preparazione. Il riconoscimento conseguito ci pone, infatti, come uno strumento di sostegno ancor più efficace per il credito alle imprese alle quali andrà comunque il maggior vantaggio, sia in termini di accesso al credito che di minori costi. Con il nuovo status, inoltre, INTERCREDIT si candida anche come polo di aggregazione per tutti i Confidi minori ai quali potrà offrire sia Controgaranzie che possibilità di aggregazione e di collaborazione”.
Nato dalla fusione di tre confidi storici (Cooperativa Artigiana di Garanzia “Tini Renato”, operante dal 1959, CooperCommercio, fondata nel 1985 e Credito & Cooperazione, fondata nel 1987, ai quali si è aggiunto a fine novembre il Confidi di Confindustria Teramo), INTERCREDIT, Confidi intersettoriale per imprese e lavoro autonomo, trae origine dal mondo cooperativo e la propria struttura statutaria e regolamentare è ispirata ai principi della mutualità e del non profit.
Con le sue 12mila imprese socie, Intercredit, che costituisce una nelle principali realtà nel settore garanzia fidi nel centro Italia essendo presente nelle Marche, nel Molise e nel Lazio oltre che in Abruzzo, può contare su numeri importanti: un volume di attività finanziaria di circa 110 milioni di Euro, un patrimonio di 26 milioni di Euro, un capitale sociale di 25 milioni di Euro, oltre 12mila imprese associate, finanziamenti garantiti per circa 100 milioni di euro l’anno.
Me ne ha dato notizia Manuela, che cura la comunicazione del gruppo Consorform, di cui fa parte Intercredit, e nella vita è anche signora Iuvinale (Gabriele). Con l'occasione ho scoperto che il portalino non censiva ancora questo confidi. Ho rimediato: è il numero 40 nell'elenco degli autorizzati.
Auguri di buon lavoro agli organi di governo e a tutto lo staff.

Luca
Tue 21 Dec 2010, 16.51 - Stampa
Ricevo la tempestiva segnalazione (grazie) di questa news Radiocor:
Mcc diventera' veicolo per la creazione di Banca del Sud (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 20 dic - Accordo fatto tra UniCredit e Poste Italiane per la cessione del 100% di MedioCredito Centrale. Poste, dopo l'acquisizione, trasformera' Mcc nel veicolo attraverso il quale sara' creata la Banca del Mezzogiorno. Un nota di UniCredit precisa che l'operazione prevede che la cessione di Mcc avvenga per un corrispettivo di 136 mln che verranno trasferiti [d]a Poste prevedibilmente entro la prossima primavera, dopo che saranno state rilasciate a Poste le necessarie autorizzazioni dalle autorita' regolamentari. Restera' di pertinenza di Unicredit, conclude il comunicato, il risultato operativo di Mcc relativo all'esercizio 2010 nonche' quello relativo all'esercizio 2011 fino alla data di trasferimento delle azioni Mcc. Nell'operazione UniCredit si e' avvalsa della consulenza finanziaria di UniCredit Corporate & Investment Banking.
E' un'operazione che dà peso al progetto della Banca del Sud, e lo apparenta al sistema Poste-Cassa Depositi e Prestiti. Potrebbe impattare sul mercato della garanzia, sebbene non è detto che MCC rimanga concessionario della gestione del Fondo centrale.

Luca
Tue 21 Dec 2010, 16.41 - Stampa
Da una news del 17 dicembre:
Reti di Impresa: firmato accordo tra presidente Confindustria, Emma Marcegaglia, e Amministratore Delegato Unicredit, Federico Ghizzoni, per promuovere la diffusione in Italia dei contratti di rete e le aggregazioni di Pmi, in linea con la normativa introdotta con la Legge Sviluppo 2009 e la Finanziaria 2010.
Luca
Tue 21 Dec 2010, 12.16 - Stampa
Questa news ASCA annuncia la fusione tra tra Fidindustria Lazio e Confidimpresa Lazio per dar vita a Fidimpresa Lazio:
''Fidimpresa Lazio - ha spiegato il Presidente Quadrani - rappresenta il braccio operativo delle Associazioni imprenditoriali in tema di credito e che, in questo particolare momento di crisi e' l'unico organismo a supportare le micro imprese, ovvero quelle imprese di dimensioni tali da non interessare altri soggetti operanti nel mercato finanziario; infatti, delle circa 1.900 imprese socie di Fidimpresa, il 92% registra un fatturato inferiore ai 5 mln di Euro, il 5% tra 5 e 10 mln di Euro, e solo il 3% oltre i 10 mln di Euro''. Scendendo nello specifico Fidimpresa Lazio, al 30 settembre 2010, presentava 1.900 soci, con un capitale sociale di Euro 5.906.000,00, un Patrimonio netto Euro 4.041.000,00, Fondi Rischi per Euro 30.000.000,00, con Garanzie rilasciate pari a Euro 75.706.000,00 e finanziamenti complessivamente garantiti Euro 177.000.000,00. Il nuovo soggetto giuridico sara' presente sul territorio regionale con 5 filiali, una per ogni Provincia. L'attivita' finanziaria superiore al limite minimo previsto dei 75 mln di Euro, permettera' di procedere, entro il 2011, alla richiesta di iscrizione all'albo degli Intermediari Finanziari Vigilati dalla Banca d'Italia ex art. 107 del T.U.B. Fidimpresa Lazio e' il primo Confidi della Regione Lazio che diventera' Intermediario Finanziario ''107'' e sara' pertanto in grado di migliorare il merito del credito delle PMI nei confronti delle banche.
Auguri a questa nuova iniziativa.

Luca
Mon 20 Dec 2010, 11.49 - Stampa
Come riferisce il Sole 24 ore, un gruppo di imprese calzaturiere della riviera del Brenta ha presentato un progetto che potrebbe rappresentare il primo esempio di contratto di rete. Questa forma di collaborazione interaziendale "allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovative e la competitività sul mercato" è stata introdotta dal decreto incentivi (Legge 9 aprile 2009, n. 33, vedi rapporto dell'UNCI). Consente alle imprese aderenti di consolidare posizioni fiscali e promuove forme di finanziamento della filiera.
Il decreto incentivi deve essere ancora corredato delle norme attuative, seguiamo però con interesse queste esperienze che potrebbero produrre risultati interessanti a prescindere fai benefici fiscali.

Luca
Fri 17 Dec 2010, 19.06 - Stampa
Su incentivionline (sito MCC) si dà notizia della nuova taratura dei coefficienti di calcolo dell'equivalente sovvenzione lorda (ESL) per gli interventi effettuati dal Fondo centrale di garanzia. Ne avevo parlato l'ultima volta qui.
L'articolo osserva:
Con riferimento al citato decreto ministeriale del 28 ottobre 2010 che ha introdotto il nuovo metodo di calcolo dell’ESL, infine, si precisa che l’applicazione della disciplina del c.d. “regime autorizzato” agli interventi del Fondo di Garanzia è momentaneamente sospesa, in attesa della definizione delle procedure di comunicazione alla Commissione Europea, ai sensi del Regolamento CE n. 800/2008, del nuovo metodo di calcolo. Pertanto, tutti gli interventi del Fondo sono attualmente concessi in ambito de minimis applicando i coefficienti tabellari aggiornati.
Leggendo i precedenti comunicati mi era sfuggito che il nuovo metodo non era ancora approvato dalla Commissione UE per l'applicazione a programmi di aiuto non in de minimis, soggetti quindi a massimali correlati all'entità del progetto agevolato e tendenzialmente più alti dei 200.000 euro in tre anni previsti in de minimis. Devo moderare il mio entusiasmo, allora, nell'attesa che sia formalizzato l'endorsement di Bruxelles.
Eleonora, dovremmo riprendere in mano la questione dopo il tuo ultimo aggiornamento, perché tra normative comunitarie e applicazioni nazionali si è fatta complessa.

Luca
Fri 17 Dec 2010, 18.44 - Stampa
Ieri sul sito della BRI è stato annunciato e pubblicato il rules text di Basilea III (un titolo sempre più regale). C'è tutto, gli aspetti micro- e macro-prudenziali, la nuova definizione di capitale, l'innalzamento dei coefficienti, i ratio di liquidità, quelli di leverage non ponderato per il rischio, le linee guida sui buffer di capitale anti-ciclici (rimessi alle autorità nazionali), i risultati dello studio di impatto quantitativo.
A fine 2009 le banche del gruppo 1 (attive internazionalmente e con più di 3 miliardi di euro di capitale Tier 1) avrebbero avuto una carenza di 577 miliardi. Non avrebbero rispettato nemmeno i ratio di liquidità. Il comunicato però rassicura portando i dati su reddito ed emissioni azionarie, che rendono possibile l'aggancio dei nuovi più elevati requisiti nel lunghissimo periodo di avvio a regime di Basilea III. Anche i requisiti di liquidità sono alla portata con semplici revisioni dei modelli di gestione attivo/passivo.
Nelle vacanze di Natale bisognerà trovare il tempo di studiarsi meglio i nuovi testi, non sacri ma di peso.

Luca
Fri 17 Dec 2010, 12.18 - Stampa
Ieri è stata presentata la ricerca 2010 di Fedart Fidi. Ho potuto leggere la sintesi, e ho notato nuovi interessanti approfondimenti rispetto alle edizioni precedenti. L'importante associazione dei confidi artigiani ha progetti chiari e ambiziosi per accompagnare i suoi associati, di varia dimensione e status, incontro alle sfide che li aspettano. Al lavoro hanno collaborato, oltre allo staff di Fedart Fidi (i coordinatori Leonardo Nafissi e Bruno Panieri, con Pietro Vallone e Federica Ricci), dei ricercatori esterni, e per la precisione Antonio Calzoni e Massimo Cossignani dell'Università di Perugia, oltre a Gianmarco Paglietti del Consorzio camerale per il credito e la finanza.
Leggerò con attenzione la sintesi in attesa che sia disponibile il rapporto completo.

Luca
Fri 17 Dec 2010, 10.13 - Stampa
Paolo Parini mi ha gentilmente comunicato l'avvenuta iscrizione di Mediocom Liguria all'elenco speciale. La procedura era impostata, come quella di Fidimpresa Liguria, iscritto il 2 novembre, sulla concentrazione delle funzioni di supporto operativo (compreso il sistema informativo) in un confidi di secondo grado polisettoriale, con risparmi di costi notevoli. Per maggiori informazioni sul modello di integrazione dei confidi liguri, leggete questo articolo del Sole 24 ore Nord Ovest di novembre.

Luca
Thu 16 Dec 2010, 19.28 - Stampa
Emanuela, giovane economista approdata nel mondo confidi, ha sollevato questo punto nel commento al post sul programma di produzione normativa della Banca d'Italia:
Avrei una domanda, sulla quale mi sono fatta un'idea grazie alle diverse info e contributi contenuti nel blog, ma per essere più sicura chiedo aiuto e conferma. Un Confidi attualmente iscritto nell'elenco generale, di cui al vecchio 106, che si stava preparando a chiedere l'iscrizione nel 2011 nell'elenco speciale (tra l'altro obbligatoria visto che supera alla fine del 2010 la soglia dei 75 Milioni), cosa dovrebbe fare ora?
Da come ho letto non può chiedere l'iscrizione nell'elenco speciale disciplinato dalla vecchia normativa, o sbaglio? Nel caso non potesse iscriversi nel vecchio elenco speciale entro il 2011, potrebbe comunque presentare istanza per l'iscrizione nel nuovo Albo degli intermediari finanziari di cui all'art. 106 della nuova disciplina?
Forse anche ad altri può interessare la mia risposta, e i commenti che spero susciterà:
Ti confesso che non ho le idee del tutto chiare sulla transizione al regime normativo introdotto dal DLgs 141 (riforma del TUB). Devi guardare le relative disposizioni transitorie (Art. 10 del DLgs), che abbiamo riprese in questa pagina. Per un parere valido, chiamo in soccorso Nic&Gabri.
Tutto gravita attorno al momento in cui MEF e Banca d'Italia emaneranno le disposizioni attuative del DLgs, al più tardi (recita la norma) dovrebbe essere il 31/12/2011. Da tale data i confidi possono operare nell'attuale veste per altri 12 mesi, e almeno tre mesi prima della scadenza di tali 12 mesi devono presentare domanda di iscrizione al nuovo albo ex art 106 novellato o elenco ex art 112 (per i confidi "minori"). In pendenza dell'istanza di autorizzazione, possono continuare ad operare anche oltre il termine degli stessi 12 mesi.
Cosa succede prima dell'approvazione delle norme attuative? Lo dice il comma 2 dell'art. 10:
"Fino alla scadenza del periodo indicato al comma [i 12 mesi dall'introduzione delle norme attuative], la Banca d'Italia continua a tenere l'elenco generale, l'elenco speciale e la sezione separata ; dal completamento degli adempimenti indicati al comma 3 [emanazione delle norme attuative] non possono essere iscritti nuovi soggetti."
Quindi parrebbe che nel 2011, se le norme attuative saranno emanate in dicembre come pianificato dalla Banca d'Italia (vedi qs post), i confidi che superano la soglia a fine 2010 debbano presentare domanda all'elenco speciale ex art 107 vecchio. La vexata quaestio è la seguente: in che consisteranno gli adempimenti degli attuali o nuovi iscritti a 107 che dovranno presentare domanda di iscrizione al nuovo albo? Sarà una formalità o una nuova, e magari più severa, istruttoria?
Luca
Wed 15 Dec 2010, 16.47 - Stampa
L'operazione annunciata qui è stata finalizzata, come conferma il comunicato stampa che Confidi Lombardia mi ha gentilmente inviato:
Confidi Lombardia, il consorzio di garanzia di emanazione confindustriale che riunisce oggi le risorse di nove confidi lombardi (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Pavia, Varese, Sondrio e Mantova) diventa più grande e si proietta oltre i confini regionali. È stato infatti firmato oggi, 14 dicembre 2010, l’accordo di fusione con Fidindustria Biella, cooperativa di imprese sorta originariamente all'interno dell'Unione Industriale di Biella e dell’Associazione degli Industriali del Vercellese e della Valsesia, che opera oggi sull’intero territorio piemontese. Parlando per numeri con la fusione Confidi Lombardia giungerà ad avere circa 15.000 soci, con un rischio in essere di 420 mln di euro, un patrimonio di vigilanza stimato in 30,7 mln di euro e un’operatività annua di circa 300 mln di euro di garanzie.
Congratulazioni per questo passo importante agli amministratori e al personale dei due confidi industriali che hanno deciso di aggregarsi.

Luca
Mon 13 Dec 2010, 09.51 - Stampa
Segnalo da Italia Oggi Sette l'articolo Il Fisco-Bancomat chiude, nel quale si commenta l'aumento in Finanziaria delle sanzioni previste sulla regolarizzazione con "ravvedimento operoso" di ritardati versamenti di imposte. Dal 1° febbraio la sanzione per sanare un ritardo entro un mese passerà da 1/12 a 1/10 della somma versata, mentre per arretrati entro 12 mesi da 1/10 a 1/8. Le sanzioni erano state ridotte due anni fa. L'articolista ipotizza che il giro di vite punti a scoraggiare le imprese che ritardano volutamente il versamento di qualche mese quando mancano fonti di liquidità alternative, o ne esistono ma sono più care.
Al recente convegno di Roma Sapienza sui confidi, il direttore di Finsardegna, Dino Barranu, aveva sottolineato il peso delle operazioni di garanzia delle rateazioni dei pagamenti dovuti all'Agente della riscossione (Equitalia).
Nell'impostare i progetti sul campo del nostro Laboratorio, ho notato che i rapporti fisco-previdenziali sono cruciali nella pianificazione finanziaria delle Pmi. Problemi che si complicano quando è anche la Pubblica Amministrazione a pagare in ritardo i suoi debiti.

Luca
Fri 10 Dec 2010, 16.21 - Stampa
Dal 2005 il Comitato Torino Finanza presso la Camera di Commercio di Torino, realizza con regolarità una ricerca sui Confidi che mira ad analizzare il mercato della garanzia in Piemonte e in tutta Italia. Il progetto di ricerca avviato nel 2010 ha perseguito tre obiettivi: (a) aggiornare il Censimento dei confidi attivi in Italia ed analizzare le relative quote di mercato; (b) effettuare l’analisi del bilancio al 31 dicembre 2009 dei principali confidi italiani (“confidi 107” o “candidati 107”); (c) approfondire il mercato dei confidi della Regione Piemonte.
In un convegno tenuto il 30 novembre a Torino, i curatori della ricerca hanno presentato i risultati (qui ci sono le slide, molto interessanti). E' seguito un dibattito con voci autorevoli, come Francesco Bellotti (Federconfidi) Salvatore Vescina (Ministero delle Sviluppo Economico, qui le slide), Lorenzo Gai (Università di Firenze), Massimo Giordano (Assessore Regione Piemonte), e Roberto Rinaldi (Banca d'Italia).

Luca
Fri 10 Dec 2010, 10.59 - Stampa
Come annuncia il sito dell'associazione, FedartFidi presenterà la 14a edizione ricerca annuale sui confidi artigiani. L'evento sarà a Roma il 16 Dicembre 2010 presso l’Auditorium di Via Veneto 89 a partire dalle ore 9.30.
Qui potete scaricare il programma, che prevede l'apertura di Daniele ALBERANI (Presidente Fedart Fidi), gli interventi introduttivi di Giorgio GUERRINI (Presidente Confartigianato), Ivan MALAVASI (Presidente CNA) e Giacomo BASSO (Presidente Casartigiani), la relazione sulla Ricerca di Lenoardo NAFISSI (Coordinatore Fedart Fidi), la Relazione di Giorgio GOBBI (Direttore Servizio Studi Struttura Economica e Finanziaria della Banca d’Italia), gli interventi di Giuseppe FORESE (Dirigente Ministero Economia e Finanze), Sara GIANNINI (Assessore Attività Produttive Regione Marche), Claudio GAGLIARDI (Segretario Generale Unioncamere) e Gianfranco TORRIERO (Direttore Centrale ABI). Chiuderà i lavori Bruno PANIERI (Coordinatore Fedart Fidi).
Giornata molto ricca, quindi.
Luca
Thu 9 Dec 2010, 12.39 - Stampa
Entro il 16 dicembre, potete inviare al 45503 un SMS da 2 euro per sostenere le attività della Fondazione Banco Alimentare. Gli alimenti li abbiamo raccolti con la Colletta, ci sono però da coprire i costi dei magazzini e della rete di contatto con le famiglie e le associazioni. Il Banco raggiunge circa due milioni di persone che si sentono meno sole grazie all'aiuto concreto che ricevono tutti i mesi.
SMS Solidale 45503 INVIALO SUBITO!
Grazie di cuore a chi vorrà aderire a questa proposta. Luca
Thu 9 Dec 2010, 09.51 - Stampa
Un bell'articolo di Marco Alfieri su La Stampa fa il punto sulla situazione delle imprese che hanno aderito alla moratoria (che scade a fine gennaio 2011). Il messaggio di fondo è che occorre andare oltre l'intervento palliativo sulla liquidità e, ancori di più, superare il modello della finanza debito-dipendente, quindi capitalizzare. Verissimo, il problema è chi è in grado di farlo e come. L'altro problema è: chi non è in grado di farlo, cosa farà?

Luca
Wed 8 Dec 2010, 10.03 - Stampa
Con qualche giorno di ritardo, riprendo i messaggi lanciati dal Governatore Draghi nel Rapporto sulla stabilità finanziaria presentato a Roma il 1° dicembre.
Cito alcuni passaggi dalla sintesi:
In Italia la situazione finanziaria e la redditività delle imprese sono in miglioramento, ma risentono ancora degli effetti della crisi. Le tensioni emerse durante la recessione si sono propagate all'interno del sistema produttivo attraverso l'allungamento dei tempi di pagamento tra imprese. Il grado di indebitamento delle aziende non è fuori linea nel confronto internazionale, ma l'alta quota di debiti a breve termine e la prevalenza tra le passività a lunga scadenza di contratti a tasso variabile accrescono, in prospettiva, i rischi connessi con un rialzo dei tassi di mercato.[...]
La qualità del credito risente ancora della recessione del 2009, ma i dati più recenti forniscono segnali di stabilizzazione del flusso di nuove sofferenze. In base a stime coerenti con l'evoluzione attesa delle principali variabili macroeconomiche, nel 2011 il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti diminuirebbe sia per le famiglie sia per le imprese. Queste previsioni sono connotate da incertezza, legata soprattutto all'evoluzione del quadro macroeconomico.[...]
I risultati economici delle banche risentono ancora degli effetti della recessione. Nei prossimi mesi la redditività bancaria potrà beneficiare della ripresa dei prestiti e del possibile graduale miglioramento della qualità del credito. Le prospettive sono rese però incerte dal basso livello dei tassi, dai timori circa l'intensità della crescita dell'economia e da possibili, nuove tensioni sul mercato dei titoli sovrani. In futuro, un duraturo innalzamento della redditività richiederà di incidere stabilmente sui costi, che in rapporto ai ricavi risultano ancora superiori alla media europea.
Non male quindi, lo stato di salute. Nel testo del rapporto (pag. 33-45) si mettono però a fuoco due problemi aperti (o meglio, congelati). Il primo è la dispersione dei tassi di ingresso in sofferenza tra banche. Il tasso di default è mediamente più basso per i gruppi maggiori (pur con differenze). Non sempre le banche più esposte sono più capitalizzate, anche lì è forte la dispersione. Qualche banca potrebbe soffrire.
Il secondo problema è l'incerto esito delle moratorie:
Le prospettive dei rischi creditizi sono anche connesse con l’esito delle operazioni di consolidamento e ristrutturazione del debito delle imprese, in particolare quelle di media e grande dimensione. In non pochi casi, aziende in attesa di un accordo definitivo per la ristrutturazione dei crediti hanno pattuito con le banche moratorie o congelamenti temporanei degli affidamenti. Vi è però il rischio concreto che tali operazioni, se non accompagnate da adeguati piani di ricapitalizzazione e da realistici programmi di ristrutturazione delle aziende affidate, possano causare alle banche perdite su crediti nei prossimi anni.
Raccomando il commento di Marco Onado sul Sole 24 ore di oggi. Secondo Onado:
[...] il messaggio fondamentale che viene dal rapporto è la conferma del nesso inscindibile tra stabilità finanziaria e crescita economica. Dunque, se vogliamo continuare ad avere un sistema finanziario robusto ed efficiente dobbiamo proseguire nel rigore in finanza pubblica, ma soprattutto mettere finalmente in campo misure credibili per la crescita economica. Detto in altri termini, non è pensabile che la crisi finanziaria più grave degli ultimi cent'anni non finisca per erodere i (non molti) punti di forza di un'economia che ha visto il suo tasso di sviluppo ridursi progressivamente dal 3,4% degli anni Settanta alla stasi dell'ultimo decennio.
C'è una marea di lavoro da fare. Molti sono già al lavoro nel loro "particulare". E' il momento di unire le forze.

Luca
Wed 8 Dec 2010, 09.44 - Stampa
Il 2 dicembre è stato presentato a Roma il Settimo rapporto UniCredit sulle piccole imprese. Quest'anno l'indagine, come sempre interessante e ben presentata, mette a fuoco le politiche di internazionalizzazione. Cito alcuni passaggi dal comunicato stampa:
La piccole dimensione delle imprese italiane potrebbe essere un ostacolo per il prossimo futuro se non fosse accompagnata da un cambio di prospettiva. A fronte della profonda metamorfosi dello scenario globale, occorre avviare un processo di rafforzamento del tessuto produttivo che consenta di partecipare con profitto ai nuovi equilibri del commercio internazionale, orientati sempre di più verso mercati non solo geograficamente più lontani. In quest’ottica, la patrimonializzazione è un aspetto chiave, su cui esistono ampi spazi di miglioramento. I dati rivelano vi sia ancora un utilizzo eccessivo della leva finanziaria: il 58,5% delle imprese internazionalizzate presenta una leva superiore al 75%.[...]
Nonostante l’individuazione di controparti commerciali costituisca il primo e forse più importante scoglio nei processi di internazionalizzazione, i risultati dell’indagine mostrano come il primo approccio ai mercati esteri sia avvenuto in maniera autonoma, ovvero servendosi del passaparola fra imprese, della ricerca su Internet, o partecipando a fiere di settore. Anche per quanto riguarda l’operatività ordinaria il ricorso a soggetti esterni appare ancora limitato, vuoi per una innata tendenza al “fare da sé”, vuoi per una mancata conoscenza di iniziative e servizi dedicati.[...]
Come rilevato dall’indagine Unicredit la partecipazione a filiere globali consente alle realtà di piccole dimensioni di affacciarsi (direttamente o indirettamente) sui mercati esteri con maggiore autonomia, contenendo al minimo l’impatto degli elevati costi fissi associati ai processi di internazionalizzazione. Purtroppo la partecipazione a reti di impresa appare ancora limitata: il 20,5% delle imprese internazionalizzate intervistate dichiara di appartenere ad un distretto e il 16,7% a una filiera globale. Appena l’8,5% dichiara di appartenere a entrambe queste forme di rete.
Non manca il riferimento (garbato) al ruolo dei confidi e delle associazioni:
Sempre in un ottica di concertazione tra attori del territorio, importante è anche il ruolo di Confidi. Come emerge dall’indagine UniCredit, durante la fase più acuta della crisi i Confidi hanno reso più trasparente lo scambio di informazioni tra banca e piccola impresa grazie ad un effetto di segnalazione (positivo) che si è sommato alla tradizionale fornitura di garanzie accessorie. Parimenti strategiche risultano essere le Associazioni di categoria, non solo nell’ambito della consulenza e della formazione dei propri associati ma anche nei processi di internazionalizzazione. I risultati di una seconda indagine rivolta specificatamente ad Associazioni di categoria e Confidi confermano per entrambi un ruolo di interlocutori qualificati.
Potete scaricare il rapporto completo in formato pdf qui.

Luca
Tue 7 Dec 2010, 15.05 - Stampa
Un gentile visitatore mi segnala un bando della Camera di commercio di Torino riservato ai confidi torinesi che finanziano le imprese agricole. Si mette a disposizione uno stanziamento di 300.000 euro da suddividere tra i confidi assegnatari. La porzione acquisita da ogni confidi alimenterà un fondo rischi separato dagli altri col quale il confidi potrà supportare la concessione di garanzie su prestiti all'agricoltura.
Come accadde col mantello di San Martino, speriamo che la divisione del fondo rischi a fin di bene produca una variazione climatica favorevole, che consenta di farne a meno.

Luca
Tue 7 Dec 2010, 12.59 - Stampa
Il dott. Arzarello mi informa che con delibera della Banca d'Italia di data 3/12, Fidindustria Emilia Romagna è stato iscritto nell'elenco speciale. E' il 38° in base alle mie rilevazioni.
Congratulazioni al direttore Emanuel Danieli, agli organi amministrativi e a tutto lo staff.

Luca
Fri 3 Dec 2010, 15.46 - Stampa
Visto che il dibattito sul blog langue, vi racconto del lavoro in università. Da settimane fervono le attività dei miei studenti del Laboratorio di pianificazione finanziaria. Stiamo andando alla grande.
Non mi aspettavo una risposta così gagliarda dei ragazzi (e ragazze). Sono rimasto a bocca aperta per i passi da gigante che ho visto fare nell'uso dell'analisi finanziaria e soprattutto nel lavoro, nella capacità di fidarsi di me, di non temere la fatica, di fare squadra. Non è vero che lo studente tipo oggi punta al 18 col minimo sforzo: colgo negli sguardi degli studenti un'apertura positiva e una gravità (avvertono i tempi duri in arrivo). Oggi non c'è niente di più utile, per sé, per la società, l'economia, il mondo, che mettersi a disposizione dei giovani, lavorare con loro.
Per l'esperienza che sto facendo, trovo interessanti le cose che Giovanni Cominelli ha scritto oggi sul sussidiario.net, a commento delle proteste per la riforma Gelmini:
C’è un’altra strada? Una sola: educare le giovani generazioni alla realtà dura del tempo storico presente. Il primo atto consiste nel dir loro la verità sul Paese, sulla scuola, sull’università, sul mercato del lavoro ecc... [...] Chi ha fatto credere che il mondo ti viene incontro facile, che non c’è bisogno di sacrifici e di investimenti? Chi ha lasciato credere che la responsabilità e l’impegno personale non contano, bastano buone relazioni sociali e di potere, basta una buona rete corporativa? Chi accredita pubblicamente modelli di vita e di carriera “sopra le righe” o molto al di sotto? Chi svaluta il valore della conoscenza e del lavoro nella vita sociale? Può la politica continuare a mentire sulla condizione econonomico-finanziaria e culturale del Paese, combinando le menzogne con le salite sui tetti e con le tendenze fatali all’ope-legismo[...]? Il tutto per paura di perdere il consenso?
Nella disperazione festosamente esibita di centinaia di migliaia di giovani c’è una domanda di verità che deve essere presa sul serio e alla quale occorre rispondere qui e ora. Non chiedono di “avere ragione”, esigono delle “ragioni”.
Questi ragazzi manifestano per sé e per noi. Capirlo è la condizione per poter dire loro le parole dure e impegnative. E’ la condizione della credibilità adulta.
Di impegno personale, di credibilità adulta, c'è un gran bisogno anche nei "nostri" ambienti, e verso tutti i giovani, compresi quelli che non sono scesi in piazza. Cominelli esorta a dire ("le parole dure e impegnative"). Per me, , con i giovani, conta soltanto fare: per quanto dura sia la realtà, c'è un modo di starci davanti che la rende comunque piena di promessa, di senso. Perché non la facciamo noi. Lo capiamo di più muovendo le mani, che non la testa.
Diamoci una svegliata, perché i tempi duri in arrivo non ci trovino in fuga, prima di tutto da noi stessi.

Luca
Fri 3 Dec 2010, 07.32 - Stampa
L'amico Bartolo mi segnala il sito di un confidi iscritto dal 2009 alla sezione speciale dell'elenco generale ex art. 155 c.4 del "vecchio" TUB.
Un confidi 106, per intenderci. Scorrendo le pagine del sito e i documenti allegati, si apprende che la sede è a Bologna (trasferita da Palermo) e ci sono diverse sedi locali (Como, Milano, Torino, Venezia, Ancona). In Camera di commercio ha registrato come oggetto sociale "Esercizio dell'attività di garanzia collettiva fidi. Emissione di cauzioni, fidejussioni e garanzie per conto delle imprese socie". E in effetti la pagina prodotti elenca diverse forma di cauzione o fidejussione a supporto di impegni contrattuali e rapporti con l'amministrazione finanziaria (ci ho messo un po' a trovare il foglio informativo sulla garanzia fidi).
Con la riforma del TUB, l'attività dei "confidi minori" ex art. 112 sarà strettamente limitata alla garanzia collettiva e "ai servizi ad essa connessi e strumentali". Gli attuali 106 avranno l'onere di reiscriversi al nuovo elenco ex art. 112. Soggetti come quello sopra segnalato avranno dei problemi. Speriamo che non abbiano prima problemi più seri come quelli descritti qui.

Luca
Thu 2 Dec 2010, 12.18 - Stampa
Ieri a Milano si è tenuto il seminario del gruppo di lavoro Smefin "Le convenzioni tra banche e confidi: che cosa cambiare e le ragioni per farlo". E' stata un giornata di lavoro intensa, dalla quale sono uscito molto contento, e spero lo stesso dei partecipanti che hanno contribuito a un dibattito aperto, ricco e molto qualificato.
Le slide degli interventi le trovate qui.
Dopo il benvenuto di Roberto Villa, AD di iFidi (che ringrazio per aver sostenuto l'iniziativa), ho aperto la giornata inquadrando i tre archetipi di garanzia confidi (su fondi monetari, personale e tranched cover) e facendo il punto sulla riscrittura delle convenzioni che è in corso a livello di sistema. Altre cose le trovate nelle slide, ma non le ho esposte per lasciare spazio all'ottimo interventto di Nic&Gabri Iuvinale, che hanno inquadrato le forme contrattuali civilistiche che si possono usare per fare garanzie personali (fidejussione e contratto autonomo di garanzia) e la loro rispondenza ai requisiti generali e oggettivi di Basilea 2. Nelle slide trovate la traccia, per approfondire la materia dovete aspettare l'articolo che stiamo scrivendo sull'argomento. Dopo il break, Marco Barbero di Unicredit ha illustrato le politiche del suo gruppo nella ridefinizione delle convenzioni con i confidi 106 e 107, per poi approfondire il tema delle tranched cover, sulle quali Unicredit vorrebbe puntare per gestire i non pochi casi nei quali il confidi ha risorse non destinabili al supporto patrimoniale di garanzie personali.
Il dibattito, come dicevo, è stato ricchissimo. I partecipanti erano circa venti, in prevalenza da confidi di varia dimensione (il seminario era rivolto a loro). Delle banche, oltre a Marco, abbiamo invitato Guido Cisternino (UBI). C'era anche Claudio D'Auria, che è tra i soci fondatori del gruppo Smefin.
Mi aspettavo adesioni più numerose, ma forse è stato meglio così, si è potuto dialogare in modo più chiaro e concreto. Ho imparato cose molto interessanti da Enrico Olivieri (Unionfidi Torino) che è approdato tra i confidi dopo anni nella riassicurazione internazionale. Tutti però hanno animato la discussione, non li riesco a citare ad uno ad uno, ma li ringrazio tutti. Quanti problemi piccoli e grandi sono emersi! E quante differenze! Le garanzie personali abbisognano di una prova su strada che finisca di metterle a punto. Lo stesso impianto civilistico deve essere precisato. La garanzia deve delimitare con chiarezza l'impegno del confidi quanto a esposizione, tempi di escussione, prelazione nei recuperi, non aggredibilità in via di regresso da terzi garanti, trasferibilità della garanzia, ecc. Se non sono chiari questi aspetti, diventa impossibile valutare e fare il prezzo del contratto, e poi rimane aperto un litigation risk del tutto evitabile. La chiave per risolvere i problemi è la qualità del rapporto tra banca e confidi, che deve essere fatta di fiducia e consonanza di interessi: come si fa altrimenti a lavorare insieme per lungo tempo?
Il dibattito si è animato ancora di più quando si è messa a tema la controgaranzia del Fondo centrale. E' inutile nasconderlo, senza il supporto del Fondo oggi si farebbero ben poche garanzie personali eleggibili. Nel manuale operativo di MCC ci sono dei dettagli che si dovrebbero affinare. La controgaranzia è soggetto a rischio di inefficacia se MCC rileva carenze della documentazione richiesta. E' una spada di Damocle che pende sui confidi perché spesso la carenza riguarda informazioni controllate dalla banca erogatrice, e soprattuto perché all'inefficacia della controgaranzia non segue automaticamente quella della garanzia confidi. Sul Fondo si sono dette tante altre cose meno tecniche, ma le riprenderò in un post apposito.
Alla fine dei lavori, ho chiesto cosa si può fare per cambiare in meglio i rapporti tra banche e confidi e sostenere iniziative a livello di sistema. Ho appreso che nella recente Convention ABI "Credito al credito" si è rilanciato un tavolo di lavoro ABI-Assoconfidi. Bene, cercherò di mettermi in contatto per portare il nostro piccolo contributo. Sempre che ai promotori interessi il nostro lavoro.

Luca