Prima ripresa, con echi
leopardiani, dei temi più interessanti della
riunione di Milano del 25/5.
Parliamo del tema più caldo: la controgaranzia
personale di enti pubblici a supporto delle garanzie confidi di primo livello. La cosa funzionerebbe così: gli enti pubblici stanziano risorse per Fondi di garanzia (come fanno oggi), ma si assumono contestualmente l'impegno a coprire le perdite sull'intero ammontare dei crediti garantiti dai Fondo per la parte non coperta dagli stanziamenti. Con la
tranched cover e la controgaranzia indiretta a favore dei confidi (proposta di Roberto Villa, su cui torneremo un'altra volta), è una delle vie per rendere eleggibili le garanzie degli enti 106.
Alla riunione abbiamo scorso gli esempi di garanzia pubblica personale. Li menziono rapidamente. In Italia lo Stato risponde per il
fondo di garanzia sul credito all'agricoltura gestito dalla società SGFA dell'ISMEA (ex fondo interbancario di garanzia). Benefici analoghi sono concessi ai creditori delle ASL e negli appalti TAV. All'estero il caso più clamoroso è quello della tedesca KfW, tra l'altro promotrice delle
cartolarizzazioni sintetiche dei prestiti alle PMI (programma Promise) che beneficia della garanzia federale. La KfW è una banca pubblica che sostiene la finanza pubblica e agevolata, un modello ammirato nel nostro precedente governo. In Spagna, lo Stato garantisce le tranche senior di alcune cartolarizzazioni di prestiti alle PMI (
Programma FTPYME).
Esempi ce ne sono, quindi. Nei casi italiani, alquanto specifici, la garanzia assiste i crediti a soggetti finanziariamente vulnerabili (e politicamente ascoltati), che non incidono più di tanto a livello di sistema. Nei due casi europei (KfW e FTPYME) la garanzia pubblica è la rifinitura di strutture di
credit risk transfer basate sulla cartolarizzazione, e serve ad abbattere (ciò avviene espressamente nel caso spagnolo) i requisiti di capitale sulle tranche senior, il cui rischio è ampiamente "collateralizzato" dalle tranche junior e mezzanine.
Conviene esportare questo modello nel sistema confidi? Consideriamo prima di tutto quant'è superiore il peso del credito alle PMI, che ne dovrebbe beneficiare. Pensiamo poi a chi dovrebbe rilasciare questa fidejussione: lo Stato italiano (con rischio oggi pesato 0%) o piuttosto le Regioni (pesate 20%, come le banche). Sono le seconde a gestire la maggior parte di fondi per le garanzie alle PMI: non avrebbero un vantaggio rispetto, ad esempio, un garante bancario, pesato anche lui al 20%.
Come nei casi PROMISE e FTPYME, la garanzia pubblica avrebbe carattere accessorio rispetto a una copertura finanziaria già solida. Non potrebbe essere un impegno assunto disinvoltamente, anzi si dovrebbero assicurare le condizioni per non doverla escutere
mai. Lo dice molto bene Claudio D'Auria commentando il mio precedente blog:
E' vero che, grazie alla controgaranzia pubblica idonea secondo la normativa di vigilanza, le garanzie personali dei "Confidi 106" potrebbero risultare idonee a ridurre i requisiti patrimoniali delle banche. Ma è altrettanto vero che tale contro-garanzia pubblica non è illimitata, in quanto qualora l'ente pubblico accettasse di impegnarsi a coprire le perdite oltre il fondo di dotazione, immagino che imporrebbe rigidi limiti di leva finanziaria. Da ciò discende che per i "confidi 106" tale modalità consentirebbe di veder riconosciute le proprie garanzie personali, ma in misura relativamente "limitata".
Concludendo, è vero che la garanzia pubblica sui rischi senior rende eleggibili per Basilea 2 gli interventi dei fondi di garanzia, ma è altrettanto vero che, in condizioni di sana e prudente gestione, non aiuta ad aumentare la leva di quei fondi, non essendo lo Stato e le Regioni i gestori ideali di quel rischio, a differenza delle banche e degli investitori in titoli di debito. Gli effetti di attenuazione del rischio da fondi monetari sarebbero enormemente migliori con la
tranched cover. Per avere un effetto leva apprezzabile, bisognerebbe alzare i moltiplicatori. Non illudiamoci, daremmo un'arma letale in mano ai politici: garanzie per lo sviluppo delle PMI, a costo zero (oggi, ma domani?). Una tentazione molto pericolosa, specie per le regioni dove la sinistrosità sui crediti è più alta. Al primo episodio di crisi collasserebbe il sistema (non dimentichiamo cos'è successo al citato Fondo Interbancario di Garanzia).
Ci spiace: non abbiamo trovato la panacea per evitare ai confidi 106 le pene del cambiamento. La garanzia
pubblica è un'eventuale aggiunta a piattaforme
di mercato,
funded (cartolarizzazione) o
unfunded (garanzie personali dei 107). Su queste dobbiamo comunque lavorare (e lo si sta facendo, più sulle prime che sulle seconde). Nel mondo confidi, c'è però freddezza verso le soluzioni di mercato, per difendere (si dice) il ruolo di numerosi confidi locali che non possono né trasformarsi in 107, né gestire garanzie reingegnerizzate. Questa posizione non è più difendibile. Rendere eleggibili con risorse pubbliche le garanzie 106
così come sono oggi costa troppo, è inefficiente e dispersivo. Per farcela, tutelando i soggetti di primo livello, servono piattaforme al passo coi tempi.
Luca