Ieri si è tenuto l'atteso
seminario sulla consulenza finanziaria alle Pmi e il ruolo dei confidi. Presenti 16 persone, me compreso, alcune venute da lontano, come Nic&Gabri che sono partiti alle 2.00 da Teramo, e Marcello Tiddia ed Enrico Gaia (Sardafidi), da Cagliari.
Ho aperto i lavori con
queste slide, e poi parlando dell'esperienza del business point (lo sportello anti-crisi). Il punto cruciale è emerso subito: di consulenza continuativa al controllo di gestione e alla pianificazione finanziaria c'è un bisogno enorme, ma le imprese non la chiedono, nemmeno quando è gratuita o quasi.
Ci sono state poi le testimonianze e gli interventi di associazioni e confidi. Mauro Colombo (direttore di Confartigianato Varese) ha descritto l'esperienza settennale della sua associazione, con diverse azioni e campagne di sensibilizzazione, tra cui il progetto Easy credit sponsorizzato da Unioncamere. I numeri sono contenuti (una ventina di aziende assistite, contro più di 2.000 che utilizzano il centro servizi contabili). L'azienda dice di sì alla proposta quando ha un problema pressante. Di regola apprezza l'assistenza ricevuta, ma facilmente lascia cadere la cosa dopo che l'urgenza viene meno. Confartigianato Varese ha un progetto di rilancio del servizio su scala più ampia, con azioni sia dal lato delle risorse umane e dei sistemi informativi, sia dal lato della promozione. Si pensa di incentivare la fruizione di consulenza collegata a garanzie su credito a medio termine, applicando un covenant che prescrive report andamentali periodici. Andrea Bianchi (Artigianfidi Varese) pensa che questo stimolo sia necessario per sbloccare la domanda, anche attingendo a forme di voucher per l'acquisto di servizi professionali che la Regione ha concesso alle Pmi.
Roberto Villa (Confidart) ha espresso una visione simile che il suo confidi sta maturando in collaborazione con CNA Bergamo. Per i confidi la consulenza può rappresentare un servizio complementare alla garanzia, "prescritto" quando l'associato chiede sostegno per situazioni delicate o incerte (ha citato il caso di una nuova impresa).
Fabio Cutrera (Confapi Lombarda Fidi) ha rinforzato il messaggio della necessità di un governo economico consapevole nelle imprese che chiedono sostegno ai confidi. Ha anche fatto delle cifre su risorse e costi del servizio, sulla base del progetto di API Brescia: un consulente potrebbe seguire circa 10 imprese con un impegno di due mezze giornata al mese (in azienda) più l'assistenza telefonica (il resto del tempo studia e sviluppa modelli). Il costo del servizio per un'impresa non micro difficilmente può scendere sotto i 500 euro al mese, ma i costi del non controllo sono molto più pesanti.
Claudia Ferrari (Confindustria Bergamo) ha parlato del servizio di temporary financial manager che la sua associazione offre in convenzione con consulenti specializzati. Anche lì i numeri sono piccoli, ma pare che chi se ne avvale poi si fidelizzi.
La discussione è stata molto ricca. Si è visto che i blocchi alla diffusione del servizio sono comuni a micro, piccole, e magari anche medie imprese: la remore principali sono l'accentramento del governo nella testa e nelle mani del capo-azienda e l'avversione al controllo. La crisi ha fatto riconsiderare le cose, ma c'è ancora tanta strada da fare. Tutti, e Fabio in particolare, hanno stressato la necessità di accreditare i consulenti, evitando soggetti non preparati, che raccontano storielle o vendono a caro prezzo cose che non servono (la freddezza delle imprese nasce anche da scottature prese). Il vero asset è il rapporto di fiducia tra consulente ed imprenditore, che porta le informazioni giuste e il know-how al cuore delle decisioni, piccole e grandi.
Ci siamo lasciati con l'impegno di sentirci e tenerci aggiornati sui passi che si faranno. In termini concreti, potrebbe nascere un progetto di consulenza legata alle garanzie con covenant, e più in generale una collaborazione sulle metodologie e gli strumenti (tra cui anche il nuovissimo portale tesorete che stiamo sviluppando a Trento nell'ambito del progetto xbrl, ne parlo nelle
slide). Non abbiamo trovato la formula magica, né deciso chi deve fare cosa. La consulenza rimarrà probabilmente qualcosa di distinto dal core business dei confidi, ma la collaborazione tra confidi e soggetti che fanno buona consulenza (ieri abbiamo parlato soprattutto delle associazioni) può essere la chiave per fare un salto di qualità.
Da cosa nasce cosa. Ci siamo trovati per mettere in comune esperienze e desiderio di fare cose buone e utili. Per lavorare insieme. Ha funzionato. Alla sera ero contento, con più ragioni, più energie, più speranza.
Perché non entrate anche voi nella banda, alla prossima occasione?
Luca