A parità di utili generati, deve ricevere di più chi assume meno rischi, dice l'Fsf, e i bonus devono procedere in linea con l'andamento generale dell'impresa: se la divisione a cui appartiene un addetto genera performance deboli o negative, le sue gratifiche devono calare, fino ad azzerarsi. Innanzitutto l'Fsf raccomanda che nelle imprese finanziarie venga creata una vera "governance" per la gestione di questo aspetto, che armonizzi le dinamiche delle remunerazioni con gli altri sistemi che puntano a mantenere l'equilibrio dei rischi. "Con il tempo questi principi devono radicarsi nella cultura di tutta l'organizzazione", afferma il rapporto, secondo quanto riporta un comunicato. I Consigli di amministrazione devono "vigilare attivamente" su questo aspetto con un ruolo di primo piano dello stesso amministratore delegato e dei manager. Ma deve essere "indipendente", avverte l'Fsf, il personale interno deputato al controllo dei rischi, e dotato della "appropriata autorità". Personale che va retribuito "in maniera indipendente dai settori aziendali su cui gli spetta vigilare, e per ammontare commisurato al ruolo che svolge nell'impresa". L'effettiva "indipendenza e l'appropriata autorità di questi addetti sono necessarie a preservare l'integrità dell'influenza della gestione dei rischi sugli incentivi". E servono "controlli", che con regolarità verifichino che retribuzioni, bonus e strumenti di rischio utilizzati risultino allineati con i propositi di gestione.
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