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Matej LAH (06/07/2007 04:37 PM)
Buongiorno, prima di tutto mi presento, sono Matej Lah, amministratore unico della Capp&CAPP srl, società di recente costituzione specializzata nella ricerca e successiva implementazione di soluzioni innovative per l■analisi finanziaria, con particolare riguardo agli aspetti relativi al credit assessment e dunque al rating.
Ho deciso di scrivere, in quanto in un recente intervento apparso su questo blog (C■è spazio per ECAI italiane?) sono stati affrontate questioni care alla Capp&CAPP, che, bando agli scetticismi, negli ultimi due anni ha profuso notevoli sforzi nella realizzazione di un modello di rating specifico per le PMI italiane, che dovrebbe essere in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti per ottenere il riconoscimento come ECAI dalla Banca d■Italia....siamo in corsa! Avendo apprezzato il suo intervento, vorrei in questa occasione offrire alcuni spunti per qualche riflessione ulteriore. Vorrei soffermarmi su due dei tre punti richiamati nel blog in questione, (A) banca dati e (B) modelli di rating, e in particolare sulla stretta dipendenza di B da A, ossia sul fatto che i modelli machine learning (che sembra vadano per la maggiore in questo tipo di analisi) necessitano di una procedura di studio statistico di una parte del campione dei dati di input (in sample) e di un successivo test sulla parte restante (out of sample); ciò significa che la valutazione del merito creditizio (rating) è influenzato dalla quantità e qualità delle informazioni raccolte (database) e dunque non è valido sempre e comunque.
Nella elaborazione di rating di tipo unsolicited, per il quale si utilizzano solo informazioni di tipo standardizzato e in cui necessariamente manca l■elemento soggettivo (il punto di vista dell■analista) tanto pubblicizzato dalle agenzie di rating a livello internazionale, il database di partenza finisce col rivestire un ruolo di importanza assoluta.
Noi (Capp&CAPP) per evitare ciò e soprattutto per recuperare nel giudizio sul merito creditizio le specifiche conoscenze e competenze della nostra squadra di analisti finanziari relative al mondo imprenditoriale italiano (PMI in primis) abbiamo a tal proposito sviluppato una metodologia alternativa, che comporta almeno i due seguenti vantaggi: 1. è indipendente dal DataBase che si ha a disposizione; 2. può essere testata sull■intera popolazione e non necessariamente su una sua parte (out of sample).
In conclusione, c■è spazio per ECAI italiane? Certo, anzi, secondo il nostro modesto avviso, dovrebbero essere soprattutto loro i soggetti in grado di sfruttare il vantaggio competitivo in termini di conoscenza ■country specific■ delle PMI Italiane. Altre informazioni al riguardo le stiamo comunque raccogliendo su ecai.it.
Luca (08/06/2007 20.40) n/a
Grazie per le informazioni su questa nuova iniziativa. Avete già presentato domanda di accreditamento come ECAI in Banca d'Italia?