Italia Com-fidi si presenta

Tue 2 Feb 2010, 16.41 Stampa

Il Presidente della Confesercenti, Marco Venturi, è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione di Italia Com-fidi. Così le agenzie (vedi qs news ASCA) hanno ripreso il suo intervento:
''Il 2010 sara' un anno difficile soprattutto per le Pmi. Un forte segnale di incoraggiamento per tenere duro e guardare avanti oltre la crisi viene dalla nascita di 'Italia Com-fidi: la prima struttura che opera su scala nazionale e si colloca ai vertici del sistema dei Confidi. Rappresenta oltre 60.000 imprese associate al sistema Confidi della Confesercenti con finanziamenti garantiti per 4 miliardi 400 milioni di euro e che ogni anno e' in grado di assicurare nuovi finanziamenti a 10.000 imprese per 1 miliardo di euro circa''.
Avevamo già riferito qui della nascita di Italia Com-fidi mediante incorporazione di Ciessepi Piemonte, Euroconfidi Impresa (Milano) e Eurofidi Veneto in Toscana Com-fidi. Queste slide, diffuse oggi, illustrano la strategia e i numeri del nuovo, grande confidi. Ecco i numeri del portafoglio garanzie distinto per forme tecniche: 24 milioni di prima richiesta, 498 milioni di sussidiarie, 3.560 milioni di segregate (convenzioni con cap) e 316 milioni di tranched cover. Il tutto supportato da un patrimonio di vigilanza libero di 57 milioni (le esposizioni segregate e tranched sono presumibilmente coperte con fondi rischi dedicati non inclusi nel patrimonio di Vigilanza). L'operatività è concentrata in Toscana (2.261 milioni), seguita a distanza da Lombardia (371 miloni), Piemonte (314 milioni), Triveneto (282 milioni), Lazio (246 milioni) e Umbria (192 milioni) e altre regioni (Emilia-Romagna, Campania, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Liguria).
Italia Com-fidi è, ovviamente, tra gli aspiranti confidi 107. Sarà interessante seguire gli sviluppi del suo modello di business nel nuovo assetto societario sulla via della trasformazione in intermediario vigilato.

Luca

Commenti precedenti:


bobo (04/02/2010 16.50) n/a

che sorpresa...nessun commento a du giorni dalla notizia!!!

Luca (04/02/2010 19.16)

Anch'io sono stupito. Italia Com-fidi ha un modello operativo molto caratterizzato diverso da quello tradizionale. Ha volumi massicci, fatti prevalentemente con garanzie cappate e sussidiarie. Ha un legame forte con l'associazione di riferimento, ma al tempo stesso si avvale di una rete distributiva aperta e molto aggressiva. Cambierà il modello dopo il passaggio a 107?

Claudo r (04/02/2010 20.52) n/a

Che differenza c'è fra Cap e Tranched ?

Beppe (04/02/2010 21.10) n/a

Meglio: che differenza c'è tra op "segregate" e tranched....Questa e' una bella domanda....

Ma secondo voi BdI valuta la contrattualistica per determinare il tipo di impegno che il confidi si assume?

Tom (05/02/2010 11:49) n/a

Mi auguro di si, visto che il requisito patrimoniale cambia........

Sapio (05/02/2010 12.02) n/a

Le Cap non mitigano il rischio (non sono eligibili) mentre le Tranched possono mitigarlo se trattate da Banche AIRB o , con l'aiuto di una soc.tà di rating, trattate da banche FIRB o Standard.

Ora Italia Com-fidi con quale banche avrebbe fatto queste operazioni tranched visto che di banche pronte alle Tranched non ce ne sono?

Sospetto (ma sono pronto a ricredermi)che siano operazioni tipo "Vino io ti ribattezzo acqua", cioè operazioni definite Tranched ma trattate da semplici Cap.

Tom (05/02/2010 12:14) n/a

Certo sono operazioni con cap; Tuttavia credo che la definizione tranched cover sia corretta, nel senso che BdI nella normativa dei Confidi chiama tranched cover le garanzie con cap.

Sezione III, Par. 3.1.2, ■Ponderazione delle esposizioni■:

Il requisito patrimoniale per il rischio di credito per le garanzie rilasciate

a fronte di operazioni segmentate (■tranched cover■), per le quali i confidi

coprono la quota di ■prima perdita■ mediante specifici fondi monetari, è ■ in

coerenza con la disciplina prudenziale in materia di cartolarizzazioni (8) -

pari all■ammontare dei fondi monetari medesimi (al netto delle eventuali

rettifiche di valore), a condizione che la convenzione con l■intermediario

garantito stabilisca in modo incontrovertibile che i confidi sono tenuti a

fornire pagamenti per l■attività di garanzia nei limiti del fondo monetario. In

tale circostanza non va calcolato un ulteriore requisito nei confronti

dell■intermediario garantito presso il quale sono depositati i fondi monetari.

Tom (05/02/2010 12:19) n/a

BdI non si pone il problema di cosa fa la banca di questo ptf..........la guarda, per la normativa Confidi, solo dal lato Confidi.

Sapio (05/02/2010 12.29) n/a

Tom, diamo una risposta a Claudio r , dov'è la differenza fra Cap e Tranched di cui parla Italia Com-fidi? E poi con chi le avrebbe fatte queste operazioni?

bobo (05/02/2010 13.48) n/a

le ultime operazione sono state fatte per m\t du UCB e per m\e e b\t con CRFirenze ISP

Claudio D'Auria (05/02/2010 14.23) n/a

Da un punto di vista sostanziale non c'è nessuna differenza tra un'operaziona capped e una tranched. Infatti, la normativa Bankit prevede il miglior trattamento prudenziale nel caso in cui siano verificate le seguenti condizioni: i) sia prefissata la perdita massima del confidi e ciò risulti incontrovertibilmente dalla convenzione; ii) vi sia un fondo rettificativo del passivo che fronteggia i fondi monetari dell'attivo.

Le due condizioni possono essere rispettate sia cìmediante operazioni tranched cover dichiarate, sia mediante convenzioni che prevedono un cap alla perdita; queste ultime infatti espongono il confidi solo alla prima perdita del portafoglio, rappresentata appunto dal fondo monetario capped.

Sapio (05/02/2010 14.33) n/a

Claudio : infatti la differenza la fa la banca e non il garante. Se la banca calcola l'assorbimento con la SFA o si fa retare il portafoglio (e segnala nel continuo, cioè durante l'ammortamento) è Tranched altrimenti è Cap. Ma allora perché Italia Com-fidi fa differenza ?

Comunque se son tranched .... complimenti a Italia Com-fidi.

Se poi, poiché questo è un sito di studiosi, qualcuno di UCB o CRFirenze (gruppo Intesa, non AIRB), ci vuol dare qualche ragguaglio in più, sarà, almeno da me, benvenuto.

Claudio D'Auria (05/02/2010 14.45) n/a

Sapio, bisognerebbe capire come Italia Com-fidi (ICF) ha trattato le due fattispecie a fini patrimoniali.

Io penso che le abbia trattate univocamente e che la distinzione sia solo formale (le operazioni tranched sono costruite espressamente come tali), ma non sostanziale (analogo trattamento prudenziale).

Poi sono d'accordo con te, noi possiamo supporre, ma solo chi è dentro alle vicende di ICF potrebbe sciogliere definitivamente il dilemma.

Sapio (05/02/2010 14.54) n/a

Claudio: ICF, come sostieni tu, non ha fatto distinzioni prudenziali. Queste ultime bisogna richiederle alle banche garantite.

A ICF bisogna chiedere come ha finanziato i Cap (gli enti locali o le imprese) e quanto stanno pagando le imprese come Taeg di filiera.

La grande ed eterna domanda è :"Qual'è il beneficio per le imprese"?

Qualche rispostina in merito farebbe piacere.

E per favore, almeno per una volta, che non si risponda: "l'accesso al credito".

Beppe (05/02/2010 15.07) n/a

Rimane il punto contrattuale: come si fa a sostenere la limitazione del rischio al fondo (CAP) con la presenza del cd moltiplicatore e dunque di un portafoglio open? Queste non sono garanzie cappate, sono ptf revolving, che può assomigliare ad una cappata ma non lo e'...

Sapio (05/02/2010 15.10) n/a

Please, spiega meglio. Tu hai informazioni che noi non abbiamo?! Se son revolving non son tranched ne cap. Sono frittura mista !

Beppe (05/02/2010 15.17) n/a

Mi domando e chiedo: se c'è moltiplicatore non c'è ptf chiuso e non c'è CAP (effettivo) che limiti (effettivamente) il rischio. Solo un ptf chiuso realizza questa condizione. O no?

Sapio (05/02/2010 15.28) n/a

Esatto, solo un ptf chiuso realizza, almeno allo stato attuale delle conoscenze, la condizione.

Ma Bobo dov'è finito?

Gigi (05/02/2010 15.33) n/a

Continua a non essermi chiara la differenza tra tranched e capped. Se sono lo stesso tipo di operazioni (ovvero portafoglio chiuso e cap per le prime perdite) perché vengono classificate in maniera diversa? Se non è così (portafoglio di garanzie revolving?) allora come faccio a definire le prime perdite? Rispetto a che cosa? E il fondo cappato viene continuamente alimentato dalle nuove operazioni? Che tipo di cappatura è questa? Cappatura revolving su portafoglio aperto?

bobo (05/02/2010 15.42) n/a

orientativamete le operazioni su UCB prevedevano una finanziamento a 60 mesi, rata trimestrale co spread sull eruibor da 1 a 1.40 in base al rating.

Costi complessivi TC fra fondi rischi, spese ecc. fra il 2.50% e 4.50% dell'accordato in base al ratiing UCB. Finanziabile fino al Risb6 max....risale all'ultimo prodotto collocato lo scorso anno e lanciato prima del crollo in borsa ecc.ecc. Diverso per CRF che prevedeva finanz a breve termine per cassa, anticipi commerciali vari, finanz fornitori, ecc.

Ricordo sugli anticipi spread banca da 0.30% a 1.75% su auribor trimestrale e costi comfidi 0.30% annuo + una tantum da 1% al 4.00% circa.

Gli affidameti sono a revoca con revisione triennale. Le condizioni applicate in fase di collocamento non possono essere modificate dalla banca per i primi tre anni e successivamente verificate in base al nuovo rating dell'azienda.

Il consorzio limita il proprio rischio ai fondi monetari accantonati.

Mi dicono che i contributi al confidi sono parametrati rispetto alle indicazioni ricevute dagli istituti di credito che erogano (in sostanza ciò che ritengono "ragionevole" per coprire eventuali perdite ed assorbimento di patrimonio. Dati CRF dicono che co questi rodotti su 100.000.000.00 di euro collocati l'accantonamento è di circa 2.500.000.00 invece che 6.000.000.00.

Io non sono un esperto come voi e non lavoro per Italia Comfidi...semplice interesse personale come imprenditore...

In considerazione di quanto indicatovi, a prescindere dall'elegibilità della garanzia, indici di ogni natura ecc. il ruolo del confidi sia centrato a pieno...mitigazione del rischio e conseguenti miglio condizioni per le aziende...

Ora venitemi a dire che clienti di rating in fasce medie hanno condizioni come queste!!!!

grazie mille

Claudio D'Auria (05/02/2010 15.44) n/a

Raggazzi, tutte queste domande sono legittime ma poste alle persone sbagliate. Il mio contributo è di tipo teorico, non conoscendo il portafoglio garanzie di ICF.

Come detto sopra, le due fattispecie possono coincidere nella sostanza qualora presuppongano medesime condizioni contrattuali (cap di perdite fisso sull'intero portafoglio garantito).

Al contrario, se un'operazione è revolving non può essere cappata nel senso della normativa prudenziale, in quanto la perdita pur essendo pre-fissata percentualmente (ad es. 5% del portafoglio) non lo è nell'ammontare (il portafoglio si alimenta continuamente).

Sapio (05/02/2010 15.59) n/a

Bobo: fino a "il consorzio limita il proprio rischio ai fondi monetari accantonati" ho capito che non sono Cap ma vecchi fondi monetari non eligibili.

Da quel capoverso in poi non ho capito di chi è l'accantonamento e il contributo di chi a chi.

Ma le Cap e le Tranched, si orgogliosamente sbandierate, dove sono finite?

Claudio: grazie dell'intervento. Stavo per chiedertelo ma tu sei intervenuto tua sponte. Sempre chiaro.

Sapio (05/02/2010 16.52) n/a

Pensierino della sera. Se le garanzie rilasciate da Italia Co-Fidi (4398 ME) dovessero trasformarsi in fdjussorie di quanto capitale avrebbe bisogno? 4360*0,06=264 ME pari 4,63 volte l'attuale: Se le garanzie fossero annuali. Se fossero pluriennali molto di più. Ma perché dovrebbero trasformarsi in fdjussorie? Ma perché le agognate Tranched tarderanno ad arrivare e comunque non costeranno, alle imprese, meno delle fdjussorie. Comunque niente paura, le cose non peggioreranno per le imprese ma solo per i Confidi. Quindi prepararsi in tempo, cambiare il modello di business, non crogiolarsi nè sugli allori nè sui fondi pubblici.

Beppe (05/02/2010 17.08) n/a

Grazie Claudio del contributo prezioso e che condivido pienamente. Aggiungo solo che l'impossibilità di considerare cappate convenzioni che prevedono una garanzia limitat si ad un fondo ma con operatività revolving sia ancor più radicale per ptf di affidementi a breve termine, in ragione proprio della rotativita' intrinseca di queste operazioni.

Se così pero', occorre rivedere l'inquadramento di quelle convenzioni....

Claudio D'Auria (05/02/2010 17.11) n/a

Caro Sapio, il punto è proprio quello che hai sottolineato tu. Per evitare che il requisito patrimoniale sulle garanzie con i fondi monetari esplodesse, è stato chiarito nella normativa che in caso di operazioni tranched (o sostanzialmente tranched) il requisito non è il 6%, ma l'intero ammontare del fondo monetario (prima perdita) meno (e qui sta il beneficio) l'ammontare del fondo rettificativo specifico del passivo. Ergo, se ho accontanato a sufficienza (anche grazie ai fondi pubblici) il requisito si riduce drasticamente (anche a zero).

Ora, se questa è la situazione (e penso che la situazione di ICF sia esattamente questa) perchè spostarsi verso le fidejussioni ? Meglio continuare con le operazioni tranched o capped che dir si voglia.

Perchè, quindi, confidi di questa dimensione dovrebbero cambiare radicalmente modalità operative? Magari qualche fidejussione la faranno pure, ma con molta calma...

Beppe (05/02/2010 17.15) n/a

Sapio: 4,3 sono i finanziamenti, non le garanzie rilasciate. E,In generale, si tratterebbe di ptf retail. Per la situazione da indicata, il GAP da colmare sarebbe cmq notevole.

Bisognerebbe poi vedere nel bilancio le poste relative alle perdite attese ( e che non sono ovviemente patromonio....)

Beppe (05/02/2010 17.27) n/a

Claudio: la "sufficienza" dell'accantonamento

e' un dato sostanzialmente convenzionale banca-confidi e cmq e' un dato preordinato o preordinabile dal confidi.

Certamente e' a scelta del confidi la fonte "interna" (e dunque di natura pubblica) da cui attingere per costituire tali fondi.

Resta fermo correttamente che queste somme non possono essere computate a pv

Beppe (05/02/2010 17.29) n/a

Scusate: ... E dunque di natura 'anche' pubblica....

Claudio D'Auria (05/02/2010 17.37) n/a

Beppe, l'accantonamento è deciso dal confidi, il fondo monetario (che sta nell'attivo del confidi) è deciso dalla convenzione. Per cui se il confidi ha accantonato un ammontare pari al rischio (cioè il fondo monetario), il requisito su queste strutture è zero. E la cosa ha senso, ovviamente.

Naturalmente, essendo fondi rettificativi specifici non sono nel patrimonio di vigilanza; ma in questo modo assumono il medesimo valore di fondi patrimoniali.

Sapio (05/02/2010 17.46) n/a

Beppe, scusa ma nel sunto qui sopra si parlava di garanzie mentre nella news Asca di finanziamenti garantiti.

Sulle PA che non sono patrimonio mi sto sgolando da mesi. Quei bei PV esibiti in BdItalia sono pieni di PA che invece andrebbe, come dici tu, ed io sono d'accordo, separata, sopratutto per le esposizioni pluriennali in cui l'impresa versa un premio unico anticipato.

Claudio, io ipotizzavo che i fondi monetari ed le relative garanzie si esaurissero insieme ai finanziamenti. Poi arrivavano nuove garanzie da coprire (di importo pari alle vecchie) e li si poneva il problema, come fare? Tu sai che io non ci credo alle Tranched perché 1) per principo costano come le fdj anzi di più perche la senior, pur interamente coperta dalla junior, non scende a ponderazione 0 ma si ferma al 7% e 2) ci sono costi operativi e tempi di sviluppo delle piattaforme notevoli.

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