Confidi sciclitani
Sat 28 Jun 2008, 10.33 Stampa
Ieri notte siamo atterrati a Verona con Flavio Aldrighetti, di ritorno dalla visita a Scicli (Ragusa) su invito di Bartolo Mililli, per due giorni di corso su risk management e controlli interni. Abbiamo finalmente conosciuto
de visu la realtà di
Confeserfidi, di cui Mililli è presidente. Dal 1998 questa realtà è cresciuta fino a diventare il primo confidi siciliano per garanzie in essere (103 milioni a fine 2007).
Ho voluto fare questa visita con calma, e in compagnia. Sono partito mercoledì di prima mattina per avere un giorno di ambientamento. Bartolo e suo cugino Salvo (risk manager) ci hanno accolto all'aeroporto di Catania, e in un'ora e mezza siamo arrivati a Scicli, dove Confeserfidi ha sede. Ho incontrato la squadra, composta da più di venti di persone, in prevalenza giovani laureati originari di queste parti.
Bartolo(meo) è un formidabile sviluppatore e team leader. Ha investito molto sulla rete distributiva, diverse decine di agenti che coprono capillarmente il territorio regionale, sebbene l'attività prevalente sia nelle province di Ragusa e Siracusa. I nuovi agenti vengono formati e affiancati da un senior, e poi mandati sul territorio. Visitano aziende (precontattate telefonicamente), spiegano i prodotti e avviano le pratiche di istruttoria. Per farlo nella maniera più efficiente ricevono in dotazione un PC con scheda di rete UMTS per accedere al web server aziendale, una stampante/scanner per stampare la modulistica e digitalizzare la documentazione. Se possono, allegano le foto dell'azienda e dei titolari (compiaciuti). I tempi di evasione rapida delle richieste sono una priorità assoluta. Le pratiche sono prese in carico da un nucleo di istruttrici, sotto la responsabilità di Carmela (moglie di Bartolo). L'applicazione web che gestisce i flussi della pratica è stata sviluppata internamente da Piero, un laureato in filosofia che sforna rilasci software con una velocità sorprendente. Per le operazioni in convenzione con la locale Banca Agricola Popolare di Ragusa si utilizza una specifica piattaforma di pratica web. Il contenzioso è gestito internamente dall'ufficio legale.
Una crescita così veloce ha messo sotto pressione il bilancio. Per coprire esposizioni che raddoppiavano in un anno, Confeserfidi ha utilizzato a piene mani gli sportelli di contro-garanzia, a cominciare dal fondo centrale MCC (Bartolo è stato visto con nove pinguini, dicono i ben informati, nella lobby di uno studio legale olandese: voleva costituire una cooperativa per accedere all'Antarctic Guarantee Facility; sono certo che lo farebbe, se ci fosse la chance). Per ovviare allo stesso vincolo, le convenzioni bancarie più importanti prevedono cap di perdita sulle garanzie, con richiesta all'impresa, in aggiunta alle commissioni, di un apporto a fondo rischi "mutualistico" ovvero restituito all'estinzione del rapporto, ma decurtato dell'incidenza delle perdite realizzate nel frattempo. E' la formula utilizzata su larga scala da Eurofidi Torino, ed anche in Sicilia da alcuni dei diretti concorrenti. Non ho mai nascosto il mio scarso entusiasmo per questa soluzione. Anche le imprese non la gradiscono perché va a ridurre il netto erogato, seppure in misura inferiore rispetto ad un deposito cauzionale individuale.
Da quanto ho visto in questi giorni, la struttura di pricing delle garanzie in Sicilia, come in altre regioni, non è un esempio di linearità. A dispetto della mia ossessione per il TAEG, qui l'impresa guarda prima di tutto ai soldi che riesce a mettere in cassa all'erogazione. Le convenzioni bancarie applicano moltiplicatori non precisamente misurati e motivati, e i meccanismi di sostegno regionale prevedono aiuti commisurati agli apporti dei soci "a titolo definitivo", che non è facile individuare in maniera univoca. Abbiamo discusso della necessità di razionalizzare tutti questi aspetti: c'è margine per rimuovere opacità e inefficienze senza danno per nessuno.
Giovedì 26 e venerdì 27 abbiamo lavorato prima in aula, con l'intera squadra, e poi in gruppi ristretti su tematiche legate alla trasformazione in "107". Sì, perché Confeserfidi è sopra la soglia dei 75 milioni e, a prescindere da questo, ambisce ad essere il primo 107 siciliano. Bartolo si è lanciato in questa sfida senza troppe esitazioni, facendosi affiancare dai più noti esperti della materia. Ho dato anch'io qualche consiglio, spassionato ed amichevole, sull'organizzazione e sulle proiezioni di bilancio. Ho raccomandato di non avere fretta a presentarsi in via Nazionale (o via Milano), non prima di avere sotto pieno controllo tutti gli snodi critici del programma di attività del 107.
Sono stato contento di questa esperienza. Nei contatti via blog, avevo colto una simpateticità con il presidente Mililli, pur nel disaccordo su alcune questioni, come la sua scelta di spendere nella comunicazione al mercato un
rating poco autorevole. Conoscendolo di persona, ho colto in lui una tensione a costruire sincera. Avrebbe modi più facili per coltivare l'ambizione personale, se fosse spinto solo da questa. E' nata un'amicizia.
Non ci perderemo di vista. Se dovesse lanciarsi in imprese troppo avventurose, gli dirò la mia.
Luca