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Scheda pubblicazione

IdentificativoZambonSchiavina05,
Tipo di record
No
Autore/iZambon S ; Schiavina T
Anno2005
TitoloFatto lo standard, si fanno le applicazioni
art
Pubblicazione ospite (in)
Altre InformazioniComputerworld Italia, 28 febbraio
Keywords separare key1:key2
Abstract
File documento allegatoIl lavoro in corso in Italia per portare il linguaggio XBRL nel mondo economico-finanziario
di Stefano Zambon* e Teresa Schiavina

L’XBRL (eXtensible Business Reporting Language) si sta rapidamente accreditando come strumento per aumentare l’efficacia, la tempestività e la comparabilità delle informazioni e dei processi di comunicazione aziendali nell’ambito finanziario. Tecnicamente, è un sottolinguaggio del metalinguaggio XML divenuto nel 1998 formato standard definito del World Wide Web Consortium (W3C). In tale linguaggio i dati vengono strutturati e contestualizzati grazie all’utilizzo di marcatori (tags) che consentono di codificare con modalità standard, condivisa a livello internazionale, i contenuti dell’intero business reporting. L’insieme di questi marcatori dà contenuto a una tassonomia, ovvero a un elenco strutturato degli stessi.

Il linguaggio XBRL e i progetti di implementazione nella realtà economico-finanziaria sono promossi dall’XBRL International Consortium, organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti, composta da circa trecento membri tra banche centrali, organismi di regolamentazione e vigilanza, agenzie governative, analisti finanziari, imprese del settore informatico, aziende di consulenza e le grandi società di revisione. Il Consorzio XBRL International promuove lo sviluppo e l’adozione del linguaggio attraverso l’attività di singole associazioni nazionali denominate giurisdizioni, che hanno come funzione primaria quella di promuovere lo studio e l’approfondimento dell’XBRL e di dar vita a progetti di adozione a livello locale.

Le prime riflessioni sull’XBRL si sono fatte in Italia tra il 2002-2003 in conseguenza anche dei contatti avviati dall’allora presidente del Consorzio XBRL International, Walter Hamscher, che ha tenuto alcuni seminari presso il Politecnico di Torino e l’Università di Ferrara. Da lì ha preso avvio un processo che dovrebbe condurre quest’anno alla costituzione di una giurisdizione XBRL-Italy. Tale processo vede coinvolti in prima persona esponenti dell’Università di Ferrara e di imprese, società di consulenza, istituzioni, università, banche, enti pubblici e associazioni.

Il percorso che probabilmente condurrà entro la metà dell’anno alla formazione della giurisdizione italiana si è sviluppato negli ultimi mesi con un’intensa attività di contatto e coinvolgimento dei principali attori a opera dell’Università di Ferrara e del liaison-member per l’Italia con l’XBRL International Consortium (Daniel D’Amico di IBM). Nel nostro Paese hanno manifestato a vario titolo un interesse per l’XBRL la Banca d’Italia, l’ABI, la Consob, la Borsa Italiana, i consigli nazionali dei professionisti economico-contabili (dottori commercialisti e ragionieri), il San Paolo-Imi, Infocamere e il sistema delle Camere di Commercio, gli analisti finanziari (AIAF), società di revisione (PricewaterhouseCoopers, Reconta Ernst & Young) e di consulenza (Booz Allen), i software vendor (tra cui Software AG, Microsoft, IBM, Edw International). In tale quadro stanno per essere completati la versione italiana della tassonomia XBRL relativa agli IAS/IFRS e alcuni prototipi applicativi con bilanci di società quotate italiane in formato XBRL (con Recordati).

Nel nostro Paese c’è molto interesse riguardo all’XBRL, ma si fa ancora fatica a ‘fare sistema’ in questo campo. Tuttavia si è abbastanza ottimisti sulla capacità di superare interessi particolari e di riuscire a trovare a breve un accordo per dar vita alla giurisdizione XBRL-Italy, che dovrebbe avere vari tavoli di lavoro sulle diverse tematiche.

L’ipotesi al momento più accreditata è che la giurisdizione, nella forma di associazione no-profit. Nel frattempo, ecco le risposte ad alcune delle domande più comuni di interesse per le aziende utenti.

*Stefano Zambon è professore straordinario di economia aziendale presso l’Università di Ferrara


Tutte le risposte su XBRL
I vantaggi dell'adozione, le implicazioni per i sistemi informativi sia sotto il profilo tecnico sia dei costi, nell'opinione del coordinatore del gruppo d'interesse italiano sullo standard

di Piero Todorovich
Dal punto di vista tecnico, XBRL offre un valore aggiunto rispetto ad altri formati elettronici usati in ambito finanziario: è basato su XML e può essere utilizzato sia nei sistemi di reportistica interni all’impresa, sia quale standard per il reporting esterno. In altri termini, un unico formato idoneo per una diretta rielaborazione e archiviazione dei dati, in grado di superare le problematiche di ricodifica connesse all’eterogeneità e incompatibilità dei formati d’espressione. L’XBRL diviene così una piattaforma elettronica comune tra tutti gli attori che prendono parte alla Business Reporting Supply Chain. Inoltre l’XBRL è in grado di generare maggiore efficienza nei processi informativi, una migliore tempistica nei flussi e una migliore comparabilità dei dati, favorendo anche i processi di adeguamento ai requisiti normativi recentemente previsti dai principi contabili internazionali IAS/IFRS, dagli accordi di Basilea 2 e dal Sarbanes Oxley Act, già compresi nelle tassonomie XBRL. Ecco di seguito le risposte date da Stefano Zambon, docente di economia aziendale presso l'Università di Ferrara (oggi impegnato nella creazione di un comitato italiano per l'XBRL) alle più comuni domande che vengono rivolte dalle aziende utenti riguardo all’adozione dello standard.

Che implicazioni ha per i sistemi informativi?
XBRL si caratterizza per essere uno standard aperto, ma in particolare interoperabile, ovvero supportabile da qualsiasi struttura hardware o software. In virtù di tale caratteristica tecnica, l’adozione dell’XBRL non implica significativi cambiamenti nei sistemi informativi preesistenti, ma la semplice integrazione di tool XBRL per la conversione dei dati e delle informazioni in tale formato. Sono già diverse le soluzioni e gli applicativi presenti sul mercato proposti dai maggiori software vendor a livello internazionale.

La flessibilità è una caratteristica connaturata a un linguaggio estensibile di mark-up come l’XBRL e consente di pianificarne l’implementazione strutturandola con modalità che potremmo definire personalizzate, in base alle peculiarità informative di reporting proprie di ciascuna realtà aziendale.
Per le imprese questa caratteristica presenta straordinarie potenzialità. Da un lato, significa poter disporre di uno strumento informatico cui le imprese stesse non devono adeguarsi, ma che esse possono strutturare e implementare ad hoc in base alle proprie modalità di reporting; ma dall’altro lato, significa poter utilizzare uno standard elettronico uniforme universale, una piattaforma informativa comune a tutti gli interlocutori che prendono parte al complessivo processo di comunicazione economico-finanziaria: dalle imprese alle istituzioni finanziarie e fiscali, dal sistema bancario agli organismi governativi, sia a livello nazionale che internazionale.

Quanto costa?
L’XBRL è uno standard aperto, royalty-free, non legato a sistemi di tipo proprietario. L’attuale versione 2.1, elaborata dal Consorzio mondiale XBRL International, è gratuitamente disponibile, così come le tassonomie XBRL, ovvero i documenti che consentono di produrre report finanziari in tale formato. A oggi esistono tassonomie elaborate e messe gratuitamente a disposizione da XBRL International per la classificazione dei contenuti di business reporting che coprono sia la reportistica a livello general ledger, sia i principi contabili IAS/IFRS e US GAAP, nonché alcuni principi contabili nazionali. Numerose altre tassonomie sono già in corso di elaborazione. In quanto formato elettronico non-proprietario e per sua natura estensibile, anche i suoi costi di aggiornamento risultano particolarmente contenuti.

In termini economici è fondamentale ricordare come XBRL è in grado di generare una riduzione degli oneri dei sistemi di reporting non soltanto in quanto standard royalty-free, ma soprattutto perché rende il processo informativo più efficiente. Verrebbero infatti eliminate le onerose fasi di trattamento e ricodifica dei dati e delle informazioni, perché espresse in formati elettronici incompatibili, che sarebbero rese dall’XBRL direttamente intelligibili ai sistemi automatici di raccolta, elaborazione, analisi e archiviazione dei dati stessi. Occorre comunque ricordare che esistono diversi livelli di adozione possibili di XBRL: da un livello minimale, dove si ‘traduce’ in questo standard il proprio bilancio mediante tool che costano poche centinaia di euro, a un’applicazione integrale dello standard a tutto il sistema informativo e di reporting, fin dalla prima nota e dal libro mastro. In quest’ultimo caso il costo sarà certamente più elevato, ma si potranno trarre in modo sistematico tutti i benefici che XBRL promette.

Cosa occorre per usare XBRL?
Il Consorzio mondiale XBRL International da anni sostiene lo sviluppo e l’evoluzione di questo standard, promuovendone importanti progetti di adozione in tutto il mondo. Per realizzare ciò si avvale dell’operato delle singole giurisdizioni nazionali, che hanno la funzione di diffondere e sostenere nei vari contesti locali progetti di adozione dell’XBRL, offrendo conoscenza ed esperienza.
Il primo passo per un’impresa che ritenga di voler approfondire le opportunità e i vantaggi dell’XBRL con riferimento alla propria peculiare realtà aziendale, può essere quello di contattare la giurisdizione nazionale di riferimento, per valutare eventuali analisi di fattibilità, elaborare progetti-pilota e individuare le soluzioni già esistenti, le opportunità e i percorsi ottimali per l’implementazione dell’XBRL.

Ha senso essere un early-adopter?
Essere tra i first mover nell’implementazione dell’XBRL significa porsi nella condizione di trarre i benefici offerti da XBRL - intesi come opportunità di migliorare qualitativamente l’informativa economico-finanziaria in termini di efficienza, efficacia, tempestività, comparabilità dei processi di comunicazione aziendale - proprio in una fase critica per l’adeguamento alle nuove previsioni normative in materia contabile e finanziaria (IAS/IFRS, Basilea 2, Sarbanes Oxley Act). XBRL non è infatti un onere in più, ma è un enabler che favorisce queste transizioni peraltro obbligatorie.

Significa inoltre avere la possibilità di partecipare a un momento-chiave nella fase di implementazione internazionale, ma soprattutto europea, dell’XBRL da parte di governi, banche centrali, borse, camere di commercio, istituzioni finanziarie, che in un futuro prossimo potranno richiedere il formato XBRL come standard per il reporting finanziario.

Essere tra gli early-adopter significa, in ultima analisi, essere tra i primi, in particolare nel contesto italiano, a sviluppare progetti-pilota sfruttando importanti esperienze realizzatesi con successo sul piano internazionale, potendo ancora incidere sulla definizione delle tassonomie che si applicheranno nel nostro Paese.
Unità di ricerca interessataTrento - Dipartimento di informatica e studi aziendali
Workpackage(s) interessato(i)WP11-XBRL
Documento del gruppo di ricercaNo

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