Bibliodb



Scheda autore




Termine da cercare
in Bibliodb:


Ric. Avanzata

Pubblicazioni
per autore

Pubblicazioni per autori+abstract

Pubblicazioni per
argomento

Schede Autori

Informazioni

















Girolamo Cardano
Pavia, Ducato di Milano, 24 settembre 1501 / Roma, Italia, 21 settembre 1576


Girolamo Cardano é il nome italiano del latino Cardan; anche se questo matematico é più conosciuto con il suo nome inglese: Jerome Cardan.
Cardano é il figlio illegittimo di Fazio Cardano e Chiara Micheria. Suo padre, avvocato di Milano, era un tal conoscitore della matematica da essere consultato da Leonardo da Vinci. Oltre al suo impiego come avvocato, infatti, Fazio teneva dei seminari di geometria sia all' Università di Pavia che presso la fondazione Piatti a Milano. All'età di cinquant'anni, egli incontrò Chiara Micheria, una giovane vedova impegnata ad allevare tre figli. Rimasta incinta fu costretta a trasferirsi subito a Pavia, poiché la peste colpì Milano: fra le sue vittime i tre figli della donna.

Così Girolamo Cardano nacque a Pavia, divenne inizialmente assistente del padre, imparando le basi della matematica e pensando, quindi, di intraprendere la carriera accademica: Fazio permise al figlio di entrare all' Università di Pavia, dove Cardano scelse la facoltà di Medicina. Allo scoppio della guerra, l' Università dovette chiudere e Cardano continuò gli studi a Padova, dove più tardi si propose come Rettore. Era stato uno studente brillante e, benché spesso criticato a causa della sua estrema franchezza, ottenne la carica.
In seguito dissipò il piccolo lascito che, morendo, il padre gli aveva lasciato e iniziò a giocare d'azzardo per incrementare le sue finanze: giochi con le carte, dadi e scacchi gli fornivano il denaro necessario per vivere. La sua conoscenza del calcolo delle probabilità gli dava un vantaggio sugli avversari e, generalmente, vinceva più di quanto perdesse, anche se al riguardo era solito affermare che "...l'unico vantaggio deriva dal non giocare per niente....". Tuttavia, a causa del gioco si trovò a frequentare delle persone di dubbio valore (una volta, credendo di essere stato ingannato alla carte, con un coltello sfregiò al viso il suo avversario). Il gioco d'azzardo divenne una droga che per molti anni gli rubò tempo prezioso, denaro e reputazione: la sua attitudine a tale gioco giustificherebbe da sola la sua comparsa nella storia del rischio, ma il gioco d'azzardo era per lui il laboratorio ideale per condurre esperimenti sulla quantificazione del rischio. Utilizzando dapprima uno e in seguito due dadi, tramite numerosi esperimenti giunse per induzione a generalizzare i risultati ottenuti: in particolare dimostrò che dal lancio di n dadi con 6 facce si ottengono 6 n combinazioni. Ottenuto il dottorato in Medicina nel 1525, chiese di essere ammesso all'Ordine dei Medici di Milano, ma la sua reputazione di uomo difficile lo precedette e l'Ordine usò il pretesto del suo stato di figlio illegittimo per negargli l'ammissione.
Su consiglio di un amico decise perciò di trasferirsi a Sacco (Padova), dove esercitò senza troppo successo la professione medica. Sposatosi nel 1531, incapace di mantenere la famiglia, si trasferì a Gallarate, chiedendo nuovamente l'ammissione all'Ordine, ma ottenne un secondo rifiuto. Ritornò quindi al gioco d'azzardo, ma fu costretto a impegnare i gioielli della moglie e i mobili di casa.
In cerca di fortuna fece quindi ritorno a Milano, dove fu costretto ad abitare in un ospizio. Finalmente ottenne alla Fondazione Piatti il posto di docente che era stato di suo padre, ma continuò, nel tempo libero, a svolgere la professione medica, benché non ne avesse l'abilitazione, annoverando molti pazienti soddisfatti e grati del suo operato: grazie anche alle loro pressioni fu infine ammesso all'Ordine. Nel 1539 pubblicò i primi due libri, fra cui La pratica dell'aritmetica e semplice misurazione: fu questo l'inizio di una prolifica carriera letteraria, che spaziò dai trattati di medicina e matematica a quelli di filosofia, astronomia e teologia.
Nello stesso anno si avvicinò alla matematica di Tartaglia, il quale aveva raggiunto il successo vincendo una gara di risoluzione di equazioni cubiche: Cardano cercò di comprenderne il metodo per poi divulgarlo, ma Tartaglia lo mise al corrente a patto di essere il primo a pubblicarlo. Quelli che seguirono furono anni di intensi studi matematici, impiegati nel risolvere equazioni cubiche e quadratiche nonché i radicali con numeri negativi ( su tali argomenti pubblicò nel 1545 Ars Magna, libro che é considerato il capolavoro rinascimentale dell'algebra).
Nel 1540 lasciò il proprio posto alla Fondazione Piatti, abbandonò gli studi e per qualche anno non fece altro che giocare d'azzardo, ma dal 1543 insegnò medicina all' Università di Milano e di Pavia. Nominato Rettore dell' Ordine dei Medici, si guadagnò la reputazione di essere il più grande specialista al mondo: ricevette molte offerte di lavoro sia dal Papa che dai reali europei, ansiosi di ricevere le migliori prestazioni mediche. Ma Cardano non era interessato agli intrighi di corte e declinò ogni invito, tranne quello di John Hamilton, arcivescovo di St. Andrews, che lo convinse a lasciare l'Italia promettendogli un'enorme somma di denaro: la sua fama come medico era all'apice e fu accolto in Scozia come una celebrità. In breve tempo l'arcivescovo recuperò le forze e si ristabilì totalmente.
Cardano fece quindi ritorno a Pavia, come docente di medicina all' Università, dove il suo primogenito Giambattista si era nel frattempo sposato segretamente con Brandonia di Seroni, una donna che Cardano considerava "...sfrontata e di nessun valore, interessata solo alla ricchezza che poteva estorcere alla famiglia del marito". Brandonia schernì pubblicamente Giambattista, accusandolo di non essere il padre dei suoi tre figli: offeso da tale affronto, egli la avvelenò. Fu perciò arrestato e torturato in prigione: l'enorme somma richiesta per la sua scarcerazione non era nelle disponibilità di Cardano, e i sensi di colpa lo accompagnarono per tutta la vita.
Anche la sua carriera ne risentì: come padre di un uxoricida, Cardano divenne un uomo odiato. Trasferitosi a Bologna, dove gli era stata assegnata la cattedra di Medicina, con il suo fare arrogante contribuì a crearsi ulteriori nemici: dopo che ebbe umiliato un collega davanti ai suoi studenti evidenziandone gli errori, il Senato Accademico decise di dimetterlo dall'incarico.
Nel frattempo, Aldo, il suo secondogenito, anch'egli giocatore d'azzardo, perse al gioco tutti i suoi averi, nonché una somma considerevole del denaro paterno, giungendo infine a rubare i gioielli di famiglia: Cardano dovette consegnarlo alle autorità, ne adottò il figlio e a quest'ultimo lasciò tutti i suoi beni. Nel 1570 fu condotto in carcere con l'accusa di eresia, ma fu trattato con indulgenza, probabilmente a causa della sua grande fama, e rimesso in libertà dopo pochi mesi. Dopo il suo rilascio, gli fu vietato di ricoprire incarichi all' Università e di pubblicare libri. Si recò quindi a Roma, dove fu accolto calorosamente: nominato membro dell'Ordine dei Medici, gli fu inoltre garantita una pensione dal Papa.
Oltre ad aver contribuito allo studio dell'algebra, Cardano é ricordato per le sue teoria in materia di probabilità, di idrodinamica, di meccanica e di geologia, nonché per i suoi studi di astronomia e di musica. Pubblicò 131 opere stampate, dichiarò di averne bruciate altre 170 e lasciò ai posteri 111 manoscritti. Egli pubblicò inoltre due enciclopedie di scienze naturali. I suoi studi vennero ripresi da Galileo.
Il suo Liber de Ludo Alea (scritto nel 1525 e nel 1565 ma pubblicato solo nel 1663) tratta della teoria della probabilità, analizzando aspetti particolari quali il rotolio dei dadi, partendo dalla premessa che la probabilità sia governata da principi scientifici: la possibilità che esca un certo punteggio non dipende, secondo Cardano, dalla mera fortuna. Tale libro sembra essere il primo sforzo concreto per sviluppare i principi statistici del calcolo delle probabilità (l'etimologia di questa parola deriva dal latino probare - testare, provare- e da ilis - essere in grado di..-): Cardano definisce qui la probabilità in forma di frazione, come numero di eventi favorevoli su numero di eventi totali.
Ma l'opportunità di teorizzare tali leggi esisteva da secoli: i numeri arabi erano giunti in Europa almeno trecento anni prima della nascita di Cardano. Ciò che mancava era la libertà di pensiero, la passione per la sperimentazione e il desiderio di controllare il futuro, sentimenti che ebbero vita durante il Rinascimento, epoca in cui Cardano ebbe la fortuna di vivere.




Torna indietro

Precedente Prossimo