Tue 30 Jun 2009, 18.15 - Stampa
L'amico Andrea Fradeani mi informa che da oggi è disponibile, per i tipi di Giuffré editore, il libro XBRL il presente ed il futuro della comunicazione economico-finanziaria, da lui stesso curato. Il volume raccoglie i lavori del convegno dallo stesso titolo, tenutosi il 26 settembre 2008 presso l'Università degli Studi di Macerata. L'evento ha presentato, alla comunità scientifica nazionale ed agli operatori, l'eXtensible Business Reporting Language (XBRL) - il nuovo linguaggio per la codifica dei bilanci obbligatorio, dal 16 febbraio 2009, per circa 1.200.000 società italiane - approfondendone sia le potenzialità che i limiti. Contiene i seguenti contributi: XBRL: IL NUOVO "LINGUAGGIO" DEI BILANCI: Il presente e il futuro di XBRL in Italia (di G. Torriero) - XBRL: la grammatica e i dizionari del bilancio digitale (di A. Fradeani) - L'impatto di XBRL sulle PMI e sui loro consulenti (di C. Bodini) - XBRL e principi contabili (di F. Franchi) - XBRL e IFRS: la tassonomia 2008 (di A. d'Eri) - XBRL: APPLICAZIONI ATTUALI E PROSPETTIVE: Il deposito dei bilanci in formato XBRL presso il Registro delle Imprese (di P. Fumiani) - Analisi dei dati di bilancio XBRL: prime evidenze empiriche (di S. Figini e P. Giudici) - XBRL dal punto di vista degli analisti finanziari (di S. Violante) - XBRL nel rapporto fra banca ed impresa (di L. Erzegovesi) - XBRL ed il sistema informativo-contabile delle amministrazioni pubbliche (di M. Soverchia) - XBRL e la gestione dei dati multidimensionali (di D. Panizzolo).

Luca
Tue 30 Jun 2009, 17.43 - Stampa
Da questa news MF Dow Jones
TORINO (MF-DJ)--Conafi P., tramite la controllata al 100% Hpb, ha acquisito ad un prezzo di 450.000 euro il 76% di Alta Italia Servizi Srl, societa' con sede legale a Busto Arsizio (VA).
Alta Italia Servizi, recita una nota, e' specializzata nell'attivita' di servizi di istruttoria delle pratiche relative alle emissioni di garanzie da parte dei Confidi, la cui erogazione consente di agevolare alle imprese l'accesso ai finanziamenti a breve, medio e lungo termine destinati allo sviluppo delle attivita' economiche e produttive.
Presente con 14 unita' locali sull'intero territorio nazionale, Alta Italia Servizi ha chiuso l'anno 2008 sostanzialmente in pareggio, con un fatturato pari a circa 295.000 euro. Inoltre Alta Italia Servizi ha sottoscritto un contratto di esclusiva della durata di 9 anni con Fidi Alta Italia, consorzio di garanzia fidi con oltre 3.000 associate.
"Il crescente ruolo dei Confidi nel tessuto socio-economico italiano conferma l'importante contributo offerto dagli stessi nel facilitare sia l'accesso delle imprese ai capitali, sia l'abbattimento del rischio creditizio nelle banche. L'operazione di oggi e' volta all'espansione del portafoglio di prodotti e servizi, con l'obiettivo di presentare una offerta al mercato sempre piu' completa e competitiva", ha dichiarato Nunzio Chiolo, presidente e a.d. di Conafi P.
Conafi Prestitò è una finanziaria 107 basata a Torino che opera nel credito personale. Fidi Alta Italia è un confidi con sede a Busto Arsizio (Varese) di natura intercategoriale [interpreto: non affiliato a sigle associative], con sedi a Bergamo, Brescia, Voghera, Roma e Napoli.
La notizia segnala uno spazio di mercato nei servizi di affiancamento ai rapporti banca impresa, e un esempio di divisione del lavoro tra confidi e agenzie di servizi. Uno spazio interessante, visto che attrae una finanziaria di credito al consumo.

Luca
Tue 30 Jun 2009, 17.15 - Stampa
Sul Sole 24 ore pubblicati oggi maggiori dettagli della manovra approvata dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso. Trovate su questa pagina una sinossi dei provvedimenti che riguardano le imprese: accelerazione degli ammortamenti; incentivi all'autoimprenditorialità; riorganizzazione del sistema delle compensazioni fiscali, con lo scopo di contrastare gli abusi e per incrementare la liquidità delle imprese; esclusione dall'imposizione sul reddito di impresa del 50% del valore degli investimenti in macchinari e apparecchiature compresi nella divisione 28 della tabella Ateco fatti entro il 30/6/2010; internazionalizzazione delle imprese e sistema "Export banca" (azioni congiunte Cassa DDPP e SACE); impiego dei lavoratori in cassa integrazione in progetti di formazione o riqualificazione, che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento; riduzione del costo dell'energia per i grandi utilizzatori; con riferimento alle banche e agli altri enti e società finanziari, aumento della quota deducibile delle svalutazioni su crediti dallo 0,30% allo 0,50% e modifica della durata del periodo di deduzione dell'importo delle svalutazioni dei crediti imputati in bilancio eccedenti il limite, relativamente all'ammontare che eccede la media dei crediti erogati nei due periodi di imposta precedenti; tempestività nei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni, che dovranno adottare entro il 31 dicembre 2009 misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture e appalti e dovranno pubblicare le disposizioni adottate sul sito Internet.

Luca
Mon 29 Jun 2009, 16.31 - Stampa
Riprendo dal Sole 24 ore la posizione critica espressa nella 79esima relazione annuale della Banca dei regolamenti internazionali sui maxi-salvataggi bancari:
«Aiutando le banche a ottenere capitale di prestito e di rischio - si legge - i piani di salvataggio permettono ai manager di sottrarsi alle difficili scelte necessarie a ridurre sia le dimensioni dei bilanci (con un abbassamento del grado di leva) sia la quantità di rischio assunto (con la ricomposizione delle attività)»
Potete trovare qui il testo del Rapporto, che ha per titolo "Risanamento, ripresa, riforma: il difficile cammino da percorrere".

Luca

PS 1/7: trovate una sintesi commentata dei migliori grafici dell'Annual report in questo post del blog Economics of contempt.
Sat 27 Jun 2009, 18.35 - Stampa
Chiudo questa giornata di full immmersion nel blog, dopo giorni di lontananza, con un cenno alle misure deliberate ieri dal consiglio dei ministri, limitandoci a quelle più legate ai nostri temi: detassazione al 50% degli utili reinvestiti in macchinari per le imprese; bonus per chi non licenzia; imposta del 6% sulle plusvalenze da trading sull'oro; accelerazione del pagamento dei debiti della PA; aumento dell'importo compensabile di crediti fiscali (ma stretta sugli abusi); aumento dallo 0,3% allo 0,5% dell'accantonamento fiscalmente deducibile sui prestiti bancari (ma solo sulle nuove operazioni); misure contro l'elusione via paradisi fiscali (forse preludio a una riedizione dello scudo fiscale per favorire il rientro dei capitali emigrati).
Ho girato tra i vari siti dei quotidiani. La copertura migliore la danno il Corriere.it, e ilsole24ore.com (con un commento incoraggiante di Guido Gentili). Su repubblica.it non c'era nulla nei titoli della home page (troppo impegnati a tradurre in inglese le nuove dieci domande al premier), ma dopo cercando nei link laterali ho trovato questa news con foto del Ministro Scajola. Oscar Giannino, ha proprio ragione, il confronto con l'opposizione è una farsa velenosa che affronta i problemi reali nei ritagli di tempo.
Titolo di testa, invece, per l'intervento di Draghi da Basilea nella qualità di presidente del Financial Stability Board: avverte che non è ancora ora di sospendere gli incentivi, soltanto dopo che i bilanci bancari saranno in sicurezza si potrà pensare alla exit strategy. Ineccepibile.

Luca
PS 28/6: Alle misure anticrisi Repubblica dedica oggi un commento di Eugenio Scalfari Una manovra da tre soldi che non salva il Paese.
PS 28/6 sera: ecco l'articolo di Paolo Savona sul Messaggero di ieri, Il circolo vizioso da cui non si esce, citato da Luigi in un suo commento a questo post.
PS 29/6: Il Presidente Napolitano: Da qui al G-8 una tregua per le polemiche
Sat 27 Jun 2009, 17.50 - Stampa
Il 24 giugno la Banca Centrale Europea ha concesso per la prima volta finanziamenti a 371 giorni. L'importo è enorme (442 miliardi di euro) ed è stato assegnato a 1121 banche applicanti, al tasso refi corrente dell'1%. I mercati hanno battezzato l'operazione stymulus by stealth (stimolo furtivo).
Buone notizie per chi paga l'euribor a 3 mesi, che ha messo a segno una serie di minimi fino all'1,12% di venerdì.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 16.48 - Stampa
Negli USA, in molti stati, i mutui casa sono prestiti non recourse, ovvero se il cliente non può o non vuole pagare manda alla banca le chiavi della casa, e la banca non può rivalersi su altri beni del debitore. Anche quando i beni personali sono aggredibili, la banca non lo fa per i costi della procedura. Di qui la tentazione per molti mutuatari a fare default "strategici" quando la casa vale meno del debito residuo da pagare (l'equity è negativo). Uno studio di Guiso, Sapienza e Zingales, Moral and Social Restraints to Strategic Default on Mortgages, fa luce sulla propensione a mollare la proprietà alla banca. Emergono dei dati interessanti. 26% dei default verificati sono strategici. Nessuna famiglia smette di onorare il debito se il deficit patrimoniale pesa meno del 10% sul valore dell'abitazione. Ma il 17% lo fa, pur potendo pagare le rate, quando l'equity negativo supera il 50%. Contano anche gli atteggiamenti morali. Chi considera immorale non pagare i debiti ha il 77% di probabilità in meno di fare default, mentre chi conosce qualcuno che ha fatto default ha l'82% di probabilità in più di seguirne l'esempio. La propensione a non pagare cresce (non linearmente) con la percentuale di pignoramenti nell'area: la morosità intenzionale è contagiosa, perché al crescere della visibilità del fenomeno si riduce l'effetto deterrente dello stigma ad essa associato. Ricordo in proposito il caso di Memphis, Tennessee, capitale dei debiti insoluti, raccontato dallo storico Niall Ferguson nel suo bel libro The Ascent of Money, e ripreso in questa news. Che c'entri il rock and roll?
Sarebbe ora di affronatre il problema anche in Italia, non soltanto per i mutui casa, ma soprattutto per i prestiti alle micro-imprese. Non devono essere abbandonate a se stesse, altrimenti i default strategici potrebbero diffondersi anche qui, contagiosamente.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 16.10 - Stampa
Nella Gazzetta Ufficiale n.141 del 20 giugno è stato pubblicato il Provvedimento in materia di soggetti operanti nel settore finanziario della Banca d'Italia (link attivo per 60 giorni) firmato il 14 maggio dal Governatore Draghi. Ne avevamo parlato qui, alla pubblicazione del documento di consultazione. Si precisano i requisiti per la domanda di iscrizione e la permanenza nell'elenco generale, e in particolare quelli di onorabilità, professionalità e indipendenza degli esponenti aziendali e quelli di consistenza minima del patrimonio netto.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 15.26 - Stampa
Con qualche giorno di ritardo, riprendo l'annuncio dell'imminente emissione di Tremonti bond da parte del Banco popolare per 1,45 miliardi di euro. Ne ha parlato a più riprese, ad esempio, il Corriere con un'anticipazione e una conferma. Gli impegni principali sono tre. Il primo obbliga il Banco Popolare a far crescere gli impieghi alle piccole e medie imprese per il prossimo triennio almeno del 6% annuo. Il secondo impegno è di contribuire con 21,75 milioni di euro al Fondo centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese [lo sapevate?]. Il terzo impegno riguarda la sospensione per 12 mesi e senza oneri, del pagamento delle rate dei mutui per l' acquisto dell' abitazione principale (compresi i mutui cartolarizzati) ai cassaintegrati e a chi perde il lavoro. A ruota dovrebbero poi seguire i decreti relativi alle banche che hanno fatto richiesta subito dopo il Banco popolare: Montepaschi, per 1,9 miliardi; Bpm per 500 milioni; infine Unicredit, che ha ripartito la richiesta di 4 miliardi fra Italia e Austria. Intesa Sanpaolo ha invece deliberato la richiesta per 4 miliardi, ma ancora non ha presentato la richiesta formale.
In un articolo di ieri Massimo Mucchetti illustra una proposta di Enrico Salza (presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo) intesa a far fondi per rafforzare il patrimonio delle banche non quotate, che non accedono ai Tremonti bond.
Stiamo parlando del progetto di vendere le quote della Banca d' Italia di proprietà di 57 banche e casse di risparmio (oltre che di Inps, Inail, Generali, Fonsai, Milano Assicurazioni, Allianz e Reale Mutua) alla Banca d' Italia stessa che poi le ricollocherebbe presso una vasta platea di investitori istituzionali interessati a un rendimento contenuto e a basso rischio. In questo modo avremmo tre effetti positivi: a) la banca centrale vigilante non sarebbe più posseduta dai vigilati e darebbe vita a un mercato delle quote, sia pur sorvegliato, che conferirebbe un valore a ciò che oggi valore vero non ha; b) si darebbero ulteriori risorse patrimoniali alle banche, principalmente a Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi, Bnl e Carige; c) queste e le altre banche beneficiarie dovrebbero destinare una parte dell' incasso alla sottoscrizione di strumenti di capitale che le 665 banche non quotiste avrebbero facoltà di emettere pagando interessi di mercato, probabilmente inferiori al tasso dei Tremonti bonds.
Si parla quindi, e non per la prima volta, di riacquisto delle azioni Banca d'Italia oggi negli attivi di banche e assicurazioni.Una dismissione che non rafforzerebbe il patrimonio, semmai il free capital e la liquidità delle attuali "quotiste". Liquidità che sarebbe fornita da nuovi soci, investitori puri, alla ricerca di un rendimento sicuro (strumenti di capitale di una banca centrale federata nella BCE, un investimento davvero peculiare, nei fatti una passività del settore pubblico).
Ben vengano le iniezioni di capitale bancario, ma aspettiamo per giudicarne gli effetti, sapendo che per sbloccare il circuito del credito non basta il supporto patrimoniale.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 13.03 - Stampa
Durante la mia breve vacanza, Sapio mi ha segnalato diversi articoli interessanti:
  • la singolare protesta dei lavoratori della Smit Textile di Schio (meccanotessile), che hanno minacciato di chiudere i conti correnti presso le banche che non forniscono al loro datore di lavoro il credito richiesto per pagare i fornitori (LiberoNews del 21/6);
  • la difficoltà dei gruppi MPS e Banco popolare a trovare acquirenti per sportelli da dismettere (antitrust) e partecipazioni non strategiche (Repubblica Affari e Finanza del 22/6);
  • un intervista al presidente di Federcasse Alessandro Azzi sul ruolo anticrisi del credito cooperativo (il Giornale del 23/6); merita una citazione:
    Alcuni analisti sottolineano però il rischio che le piccole banche stiano dando rifugio, sotto la bandiera del localismo, anche ai clienti poco solidi che si sono visti negare ulteriori prestiti dai grandi gruppi...
    «Il conto economico delle Bcc è solido: il nostro coefficiente di patrimonializzazione è migliore della media del sistema. Sappiamo fare i nostri conti, mi lasci dire che queste paure non hanno ragione d’essere; l’attuale congiuntura è difficile, ma le Bcc sono in grado di affrontarla facendo leva sui propri mezzi e sulla forte penetrazione del territorio. Utilizzando un termine caro alla Borsa, potremmo considerare le Bcc realtà “anticicliche”».
Riprende la querelle sui rischi del localismo bancario. Finora, nell'epoca post Basilea, hanno avuto ragione le banche locali. Oggi, anche tra le Bcc serpeggia qualche preoccupazione perché il rapporto impieghi/depositi è salito a livelli molto alti. Seguiamo gli sviluppi della situazione con attenzione e senza preconcetti sulle banche buone e cattive.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 12.25 - Stampa
La Banca d'Italia ha rilasciato un documento di consultazione sull'aggiornamento delle Istruzioni per la redazione dei bilanci degli intermediari finanziari iscritti nell'"elenco speciale", degli IMEL, delle SGR e delle SIM. Recepisce le modifiche degli standard IAS, soprattutto quelle relative alla gerarchia dei fair value, e allinea la rilevazione dei crediti deteriorati e l'informativa sul patrimonio a quanto previsto per le banche. Sapio, segnalandomi il documento, mi ha fatto notare a pag. 15 un passaggio che interessa i confidi 107:
Le commissioni attive percepite sulle garanzie rilasciate vanno rilevate nel conto economico “pro rata temporis” lungo la durata delle garanzie stesse. Le eventuali perdite e rettifiche di valore registrate su tali garanzie vanno ricondotte nella voce “Rettifiche di valore nette per deterioramento”.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 11.15 - Stampa
Dal Sole 24 ore di ieri:
Vittoria a metà per le banche nella trattativa con il governo per modificare le commissioni di massimo scoperto. Il regime viene modificato e non cancellato come prevedeva la prima bozza del decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Nell'ultima versione del testo, come IlSole24Ore.com è in grado di anticipare, si stabilisce che «allo scopo di accelerare e rendere effettivi i benefici derivanti dal divieto della commissione di massimo scoperto... l'ammontare del corrispettivo omnicomprensivo... non può comunque superare lo 0,5 per cento, per trimestre, dell'importo dell'affidamento, a pena di nullità del patto di remunerazione». Una netta inversione di rotta rispetto all'orientamento iniziale che prevedeva la «nullità» di tutte le eventuali clausole con lo stesso scopo o finalità della commissione di massimo scoperto. Da registrare, tuttavia, la riduzione dell'importo massimo applicabile rispetto alle percentuali massime applicate fino ad oggi dagli istituti di credito.
Proprio ieri un visitatore mi segnalava un'interrogazione parlamentare sull'argomento, nella quale si segnalava che
gli istituti di credito hanno effettivamente abolito la commissione di massimo scoperto, ma hanno introdotto nuove spese, con nomi molto fantasiosi: «commissione per istruttoria urgente», «commissione per scoperto di conto», «recupero spese per ogni sospeso», «onere per passaggio a debito nel trimestre», «commissione manca fondi», solo per citarne alcuni
La risposta del sottosegretario Molgora precisa quanto segue
Per quanto riguarda le nuove clausole applicate dagli istituti di credito, si è dell'avviso che qualora le stesse, nonostante il nomen formale, abbiano sostanzialmente la stessa funzione della commissione di massimo scoperto, esse debbano ritenersi nulle, in quanto non conformi alle limitazioni di cui all'articolo 2-bis, comma 1, del citato decreto-legge n. 185 del 2008. Sulla questione, la Banca d'Italia, tramite la Segreteria del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio, ha comunicato di aver richiamato più volte l'attenzione del sistema bancario sull'esigenza, di procedere alla sostituzione della commissione di massimo scoperto con forme trasparenti di remunerazione commisurate all'importo del fido, come avviene in altri Paesi.
Con riferimento alla consultazione, recentemente conclusasi, sul documento recante «Istruzioni per la rilevazione dei tassi effettivi globali medi ai sensi della legge sull'usura», si è consolidato l'orientamento teso a includere la citata commissione e gli oneri previsti per i passaggi a debito di conti non affidati nel calcolo del Tasso Effettivo Globale.
Il fatto che la CMS e gli oneri accessori di un fido in c/c siano materia di legge la dice lunga sulla maturità del mercato dei servizi bancari in Italia. Non esiste già una normativa sulla trasparenza e sul TAEG? Non c'è concorrenza sul mercato? I clienti non sono capaci di analizzare le condizioni?
Guardiamo agli aspetti pratici del problema. Un'impresa ha un fabbisogno finanziario stagionale o erratico: le serve un buffer di liquidità. Può detenere riserve (finanziate da capitale netto o debiti a medio-lungo) o disporre di un fido in c/c. Nel primo caso ha un costo opportunità pari alla differenza tra il costo dei fondi durevoli e il rendimento della liquidità. Nel secondo no. E' chiaro che le può convenire il fido in c/c anche se la banca le applica una commissione sull'accordato o sul non utilizzato; il 2% annuo massimo di cui si sta discutendo (0,5% al trimestre x 4) non è fuori dal mondo. La valutazione non è banale, l'onerosità reale dell'eventuale commissione sul fido dipende dal profilo temporale atteso degli utilizzi, dal tasso sullo scoperto di c/c, dal costo opportunità delle riserve liquide. La vecchia CMS, la cui spiegazione era cavallo di battaglia delle mie esercitazioni di tecnica bancaria, è un meccanismo bizantino che impatta in maniera casuale sul costo effettivo del credito. Ben venga una commissione più semplice sull'accordato. Se il cliente utilizza il conto sempre al massimo del fido, l'effetto è quello di una maggiorazione di tasso. Negli altri casi, sarà confrontata con il costo delle soluzioni alternative.
Il vero problema è che le aziende, salvo eccezioni, non programmano la tesoreria e non calcolano il TAEG conseguente. E molte banche pescano margini in queste acque scure. Insomma, poco mercato, poca finanza, molto contenzioso negoziale e legale. Serve più trasparenza all'interno delle imprese e nei rapporti con le banche. Non basterà a sconfiggere la stretta creditizia, ma farà perdere meno tempo in chiacchiere più o meno solenni.

Luca
Sat 27 Jun 2009, 10.07 - Stampa
Merita una ripresa questo giudizio di Oscar Giannino uscito sul settimanale Tempi la scorsa settimana:
Certi giorni mi chiedo se questa crisi economica non stia esercitando un singolare effetto. Quello di una sorta di mitridatizzazione della società italiana. È come se vivessimo un crescente paradosso. I media della carta stampata sono abbastanza attenti – almeno in relazione allo standard italiano, abitualmente distratto – al grande dibattito che ferve nel mondo intorno a come Stati Uniti e Cina usciranno e quando dalla crisi, a che condizioni per il loro bilancio pubblico, per il risparmio privato e per le grandi ristrutturazioni d’impresa. Ma che ci sia un dibattito paragonabile sull’effetto che la crisi globale rischia di esercitare sull’economia e sulla società italiane, questo direi proprio di no. La dialettica muscolare e fuori tono della politica italiana, infatti, è riuscita a incamerare il confronto tra due linee contrapposte. La prima, dall’opposizione, afferma che il governo non si dà per inteso della crisi, non fa abbastanza e minimizza. La seconda, da parte del governo e della maggioranza, replica che l’Italia per debito aggregato complessivo, pubblico e privato, sta messa meglio di paesi sino a pochi mesi fa considerati virtuosi, dunque il catastrofismo dell’opposizione è sbagliato nel merito e due volte sbagliato perché rischia di ingenerare sfiducia.
Purtroppo l’effetto combinato delle due linee contrapposte è quello di una grande difficoltà a mettere sul serio a fuoco che cosa stiamo rischiando, e che cosa si potrebbe o si dovrebbe fare, a seconda dei diversi punti di vista. Va bene che perdere cinque punti di Pil quest’anno può essere considerata un’amara conseguenza di una crisi della quale la responsabilità non è italiana. Ma è da irresponsabili non tenere conto che, di solito, dai grandi rallentamenti noi come Italia abbiamo la tendenza da qualche decennio a uscire dopo gli altri paesi concorrenti, e a ritmi di crescita significativamente assai meno elevati.
Giannino torna sul tema nell'ultimo numero di Tempi:
Quest’anno ci avviamo a perdere intorno a 5 punti di Pil. Per le caratteristiche del sistema produttivo italiano e dei suoi gap di produttività accumulati nel tempo rispetto alle economie concorrenti, l’effetto di trascinamento, se restiamo con le mani in mano, sarà molto pesante. Significa che anche quando gli altri “grandi” ripartiranno, noi rischiamo di restare a curva della crescita piatta o poco più. Terzo: a rimanere vittima della morìa d’imprese prevedibile, c’è un’elevata probabilità che siano non solo aziende deboli, che per errore di calcolo o cronica insufficienza di capitali campavano su margini di centesimo per pezzo lavorato e venduto, ma imprese che avevano capito benissimo la necessità di internazionalizzarsi e di salire nella catena del valore aggiunto, e proprio per questo avevano investito e si erano indebitate. Questo terzo fattore è il più pericoloso.
[...] Il problema non è quello di accrescere la spesa pubblica. Bensì quello di dove concentrare, e in che unità di tempo, le rotture di continuità rispetto alla bassa crescita italiana che ci trascinavamo dietro da quasi un decennio. Quando Emma Marcegaglia ha scandito nel tempo i suoi richiami, al governo e alle classi dirigenti tutte, dicendo prima «usate il consenso per le riforme», poi «fatelo in cento giorni», e infine «non ci saranno esami di riparazione», mi è sembrato assolvesse a una funzione di utilità generale, non che parlasse solo a nome di tante aziende che rischiano di perire.
Vedo i mali denunciati da Giannino, inerzia e rituali bisticci, anche nel mondo che ruota attorno alla finanza delle PMI. Non soltanto i politici, ma anche i portavoce delle imprese, delle banche, le agenzie pubbliche, consumano mesi preziosi a darsi la colpa di quello che si dovrebbe fare e non si fa. I rimedi messi in campo sono quelli del passato (più la garanzia statale sul Fondo Pmi), funzionano in un mondo di default contenuti.
La situazione finora regge, all'apparenza. Ma quanti stanno guardando in faccia le minacce che incombono? Giannino ha ragione: le imprese che formano l'ossatura della nostra economia rischiano grosso. Dovrebbero prendere iniziativa in prima persona, raccordarsi, censire i problemi, fare proposte. Chi le rappresenta fa quello che può, ma non basta.

Luca
Wed 24 Jun 2009, 17.57 - Stampa
Ho letto con simpatia il resoconto dell'intervento di Giulio Tremonti all'Assemblea di Confocommercio (dal Sole 24 ore).

Luca
Wed 24 Jun 2009, 14.26 - Stampa
Potete scaricare il Documento del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria su Core Principles for Effective Deposit Insurance Systems. Cito dall'abstract:
The financial crisis has illustrated the importance of effective deposit insurance to help maintain public confidence. In response, the Basel Committee and IADI collaborated to develop the core principles for effective deposit insurance systems. These core principles set an important benchmark for countries to use in establishing or reforming deposit insurance systems and address a range of issues including:
  • deposit insurance coverage;
  • funding;
  • prompt reimbursement;
  • public awareness;
  • resolution of failed institutions; and
  • cooperation with other safety net participants including central banks and supervisors.

Luca
Tue 23 Jun 2009, 17.21 - Stampa
Un blog veoce per dirvi che sono di nuovo a casa dopo cinque giorni intensi tra i due golfi (Napoli e Salerno). Mi sono preso un piccola vacanza approfittando del Convegno del 18/6 a Napoli. Tra i micro-rimedi anticrisi aggiungo un viaggio con vostra moglie (o marito) in qualche posto splendido come Sorrento, Capri e la costiera amalfitana. Posso testimoniare che è impegnativo per gli spostamenti, ma dà una carica!
Bene, tornando a noi, ecco il testo dell'intervento preparato per il Convegno. Ho parlato a braccio, ma il succo c'è anche nel testo scritto. Il Convegno è stato interessante, e potrebbe aprire sviluppi interessanti per un osservatorio sui confidi del Mezzogiorno, o anche soltanto per mettere in rete persone interessate al settore. Ecco la foto di gruppo con molti degli autori che hanno collaborato al progetto di ricerca dell'ASRM: da sinistra Maria Grazia Starita, Luca Russo, me stesso, Salvatore Vescina, Claudio D'Auria, Otello Ardovino, Dario Ruggiero, Roberto Villa e Alessandro Panaro.

Il rapporto è stato pubblicato da Giannini Editore. Penso che l'Associazione SRM ne stia curando l'invio agli operatori interessati.

Luca
Tue 16 Jun 2009, 15.30 - Stampa
Da una news ASCA
(ASCA) - Firenze, 15 giu - Il Confidi Imprese Toscane sara' l'unico confidi del settore industriale operante in Toscana dopo la fusione per incorporazione del Confidi Toscana sud.
La fusione e' stata deliberata nel corso dell'assemblea annuale, che si e' svolta presso la sede di Confindustria, alla presenza di numerosi esponenti del mondo imprenditoriale e bancario, e del Presidente nazionale di Federconfidi, Francesco Bellotti.
Il Confidi Imprese Toscane (che conta oltre 2.900 soci in Toscana) ha chiuso l'anno 2008 con oltre 390 milioni di euro di affidamenti garantiti, con un incremento del 3,7% rispetto al 2007. Le sofferenze insorte nell'anno 2008 ammontano a 3,1 milioni di euro in leggera diminuzione rispetto a quelle del 2007, incidendo per l'1,6% sul totale degli affidamenti garantiti. Questa percentuale si riduce all'1,3% se consideriamo l'importo del contenzioso al netto delle controgaranzie che il Confidi ha attivato anche quest'anno in maniera consistente, usufruendo soprattutto del Fondo Regionale di controgaranzia istituito alla fine del 2005 dalla Regione Toscana.
Il Bilancio si e' chiuso con un utile di Euro 76.154 dopo aver effettuato accantonamenti prudenziali sia per perdite presunte che per rischio generico a ulteriore dimostrazione del buon andamento del Confidi nell'anno 2008.

Luca
Sat 13 Jun 2009, 16.25 - Stampa
Giovedì prossimo sarò a Napoli per il convegno "Confidi, imprese e territorio: un rapporto in evoluzione. Le prospettive per il Mezzogiorno", organizzato dall'Associazione Studi e ricerche per il Mezzogiorno e dal Banco di Napoli. Federico Pepe e Francesco Saverio Coppola, presidente e direttore dell'Associazione SRM, presenteranno la ricerca sui confidi in Italia e nel Mezzogiorno alla quale ho collaborato. Seguiranno due panel, moderati da Orazio Carabini del Sole 24 ore, con la partecipazione di esponenti di confidi, banche e associazioni d'impresa.
Trovate qui il programma e la mail per l'iscrizione (gratuita).

Luca
Sat 13 Jun 2009, 15.53 - Stampa
Ieri ci ha fatto visita a Trento Salvatore Vescina, del Ministero dello sviluppo economico. Salvatore mi ha invitato a un seminario nell'aprile 2007, e da allora collaboriamo su temi legati ai sistemi di garanzia. Ho colto l'occasione di un incontro organizzato dalla nostra Provincia autonoma sulle politiche di rafforzamento patrimoniale per ricambiare l'invito. Il suo intervento, molto apprezzato, trattava dei programmi pubblici per lo sviluppo del private equity, e in particolare del Fondo Hi-Tech per il Mezzogiorno.
Nelle chiacchierate che hanno preceduto e seguito il convegno, ci è capitato di ricordare un passaggio da "Le città invisibili" di Italo Calvino
Già il Gran Khan stava sfogliando nel suo atlante le carte delle città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World.
Dice: - Tutto è inutile, se l'ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.
E Polo: - L'inferno dei viventi, non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Il secondo modo è raccomandato in tutte le situazioni, a problemi piccoli e grandi, locali e globali, personali e politici.

Luca
Sat 13 Jun 2009, 10.27 - Stampa
Dal Sole 24 ore riprendo una notizia di qualche giorno fa:
CRIF, gruppo leader nell'Europa continentale nel settore delle credit information bancarie, fondata a Bologna nel 1988, ha annunciato oggi l'acquisizione della filiale italiana di Dun & Bradstreet (D&B), il più importante attore a livello mondiale nel campo della business information.
D&B, fondata nel 1841 e quotata al New York Stock Exchange, dalla metà degli anni ‘60 è presente in Italia, dove conta oggi circa 230 collaboratori, oltre 4.500 clienti attivi e possiede una banca dati che contiene informazioni su circa 4 milioni di aziende italiane.
L'acquisizione ha come fine quello di creare un maggior valore per i clienti sia di CRIF che di D&B, che potranno così beneficiare di tale sinergia soprattutto in termini di qualità: D&B possiede infatti oltre 167 anni di esperienza nella gestione di database globali e nella creazione di prodotti a forte valore aggiunto e sistemi decisionali di credit scoring oltre al più completo database informativo a livello internazionale, che ad oggi conta oltre 140 milioni di aziende. Anche CRIF è già presente nel settore delle business information attraverso il portale CRIBIS.it, che fornisce informazioni e report su qualsiasi impresa italiana e su oltre 50 milioni di imprese operanti in altri 230 Paesi.
Carlo Gherardi, presidente e amministratore delegato di CRIF, ha così commentato l'operazione: «L'acquisizione di D&B Italia da parte di CRIF conferma la strategia di crescita, avviata da tempo, caratterizzata da sempre maggiori investimenti nel settore delle business information e dalla volontà di fornire ai propri clienti e al mercato un approfondimento informativo in continuo sviluppo».
Con questa operazione, nel mercato italiano della business information l'offerta si concentra su due gruppi leader: Lince-Cerved (che ha una divisione ECAI, unica entità italiana autorizzata da Banca d'Italia) e CRIF-D&B. Segue a distanza MF-Honeyvem.

Luca
Mon 8 Jun 2009, 18.32 - Stampa
Su segnalazione di due visitatori, vi aggiorno sull'iter della Banca popolare di garanzia con questo comunicato, preso dal sito della stessa banca:
Padova, 26 maggio 2009) Con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 22 maggio 2009, su proposta della Banca d’Italia, la Banca Popolare di Garanzia scpa, con sede legale in Padova, è stata sottoposta alla procedura dell’amministrazione straordinaria ai sensi dell’art. 70, comma 1, lett. b) e c), del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.
Con provvedimento della Banca d’Italia del 22 maggio 2009, in luogo dei disciolti organi amministrativi e di controllo, sono stati nominati, quale Commissario straordinario, il dott. Isacco Marchesini e, quali componenti il Comitato di sorveglianza, il prof. Roberto Bottiglia, l’avv. Diego Manente e il dott. Renzo Sartori. Gli organi straordinari si sono insediati in data 25 maggio 2009.
La gestione della banca è affidata agli Organi straordinari, che operano sotto la supervisione della Banca d’Italia.
La banca prosegue regolarmente la propria attività. Pertanto, la clientela può continuare ad operare, con la consueta fiducia, presso gli sportelli della banca.
Il Commissario straordinario Dott. Isacco Marchesini
Nel Comitato di sorveglianza noto la presenza dell'amico e collega Roberto Bottiglia, con cui ho condiviso il primo ufficio (da borsista) alla Bocconi. E' molto serio e preparato, ha concretezza e buon senso: darà senz'altro un valido contributo al piano di risanamento della Banca popolare di garanzia.

Luca
Fri 5 Jun 2009, 11.14 - Stampa
Dal sito del Sole 24 ore una citazione del bell'articolo di Harold James, storico di Princeton
Alcuni macroeconomisti famosi, tra cui Larry Summers, che attualmente è il capo dei cervelli economici a disposizione dell'amministrazione Obama, hanno cercato di sminuire il ruolo dell'instabilità del settore finanziario come causa delle depressioni. Le risposte, se esistono, risiedono in un lento e sofferto repulisti dei bilanci e nella ristrutturazione microeconomica, che non può semplicemente essere imposta dall'alto per mano di un pianificatore onnisciente, ma esige un cambiamento di mentalità e di comportamento da parte di molte imprese e individui. Migliorare il sistema di regolamentazione e supervisione è una buona idea, ma serve più a evitare crisi future che a gestire le conseguenze di una catastrofe già avvenuta.

Luca
Thu 4 Jun 2009, 16.45 - Stampa
Se siete a Roma alla convention ABI, non cercatemi tra il pubblico perché quest'anno non sono riuscito a venire (mi è dispiaciuto molto).
Chi, come me, non è andato, può scaricare l'intervento di apertura di Stefano Mieli, Direttore Centrale per la Vigilanza Creditizia e Finanziaria in Banca d’Italia, sul tema "Crisi finanziaria e azione di Vigilanza: gli scenari evolutivi", tempestivamente pubblicato sul sito di via Nazionale.

Luca
PS 5/6: Ripresa del Sole 24 ore: nel 2009 peggiorerà il rischio del credito.
Thu 4 Jun 2009, 12.43 - Stampa
Dal sito del Sole 24 ore
Parte il progetto «Italia & turismo». Il neo ministero del Turismo ha messo a punto un progetto di sostegno alle imprese turistiche basato su facilitazioni nell'accesso al credito. L'iniziativa si basa su un plafond di 1,6 miliardi, risorse messe a disposizione da 5 gruppi bancari: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare, Banca Popolare di Milano e Banca Popolare di Sondrio. Risorse, assicura il ministro Michela Vittoria Brambilla presentando l'iniziativa a Palazzo Chigi insieme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, «realmente e immediatamente disponibili».
L'operazione prevede il coinvolgimento delle associazioni di categoria, dei Consorzi Confidi e dei 14.621 sportelli delle banche impegnate. «Il nostro obiettivo - ha detto il premier - è che il turismo possa incidere per il 20% sul prodotto interno lordo per la fine della legislatura». Ora siamo al 10% mentre in Spagna è il 17 per cento. «Bisogna puntare sul turismo per sostenere lo sviluppo, e bisogna farlo in maniera decisa», ha commentato il premier.
L'accordo è stato siglato anche da Confturismo-Confcommercio, Federturismo-Confindustria e Assoturismo-Confesercenti ed è rivolto a tutte le imprese del settore ricettivo, compresi agriturismo, campeggi e villaggi turistici.

Luca
Wed 3 Jun 2009, 19.30 - Stampa
Non sono opinioni rassicuranti, ma è meglio leggerle che ignorarle. Giusto per non cullarsi nel sogno della ripresa in arrivo che risolverà tutto.
  • Bernanke Warns Deficits Threaten Financial Stability (Bloomberg)
  • Taleb’s Universa Bets on Black Swan Deflation, Hyperinflation (Bloomberg)
  • History lesson for economists in thrall to Keynes, By Niall Ferguson (FT.com)

Luca