Fri 30 Apr 2010, 23.54 - Stampa
Con due fax dal contenuto essenziale, la Banca d'Italia ha comunicato stasera di aver proceduto all'iscrizione nell'elenco speciale ex art. 107 di Confidimpresa Trentino e della Cooperativa artigiana di garanzia di Trento. Come avete forse letto sul blog, sono due dei tre confidi che ho seguito insieme con i colleghi della Federazione della Cooperazione Trentina. Per il terzo, Cooperfidi, la Banca d'Italia ha chiesto un supplemento di informazioni per meglio inquadrare i contenuti di alcune attività extra-garanzia.
Mi sono rallegrato con gli amici direttori Sergio Anzelini (Confidimpresa) e Paolo Nardelli (Cooperativa artigiana), e penso che anche i rispettivi presidenti (Giorgio Rigotti e Giuseppe Bertolini) saranno fieri di questo risultato. Al tempo stesso mi sono reso conto che questo non è che l'inizio, ora ci attendono i passi per completare l'adeguamento della governance (le assemblee capitano giusto all'uopo) e dell'organizzazione, per poi avviare l'operatività sfruttando appieno il nuovo status di intermediario vigilato.
Molti dicono che il passaggio a 107 è un peso in più (inutile?) sulle spalle di un confidi. E' vero che i costi aumentano e si devono fare più cose, però non sottovalutiamo gli effetti positivi. Dopo il tour de force per la presentazione della domanda di iscrizione, ho visto crescere le persone, come voglia di fare, concentrazione, professionalità. E adesso l'iscrizione rafforzerà questa tensione positiva.

Luca
PS: Dimenticavo (a proposito di benefici indotti): col passaggio a 107 passano anche le modifiche di statuto che snelliscono i Consigli di amministrazione.
Thu 29 Apr 2010, 18.09 - Stampa
Dando notizia della dichiarazioni di intenti Zaia-Profumo sui confidi in Veneto, avevo accennato al crescente e fattivo interesse della Lega Nord per il credito. A ulteriore conferma di questo, vi propongo questo articolo del Corriere di due settimane fa (grazie a Dodona per la segnalazione), nel quale si prospetta un'aggregazione tra le finanziarie regionali delle regioni settentrionali. Cito:
Con il neo governatore Luca Zaia, storico sostenitore di un maggior protagonismo della politica negli istituti di credito che, anche ieri, è tornato a ribadire «l' esigenza che le banche si mettano al servizio dei territori». Sottolineando «la presenza di una classe dirigente, finalmente non autoreferenziale, che è certamente espressa dalla Lega, ed è certamente in grado di guidare il sistema bancario verso questa direzione». Ma, appunto, non ci sono soltanto le banche. Le finanziarie regionali sono le casseforti con cui Piemonte, Lombardia e Veneto finanziano gli interventi a favore delle imprese e dello sviluppo. Giampaolo Chirichelli, presidente Finlombarda di designazione padana, rompe gli indugi: «Non si tratta soltanto di mettere a rete il knowhow di queste agenzie. I matrimoni, se si fanno, vanno consumati e il nostro obiettivo, assolutamente condiviso da Umberto Bossi, è quello di arrivare a una finanziaria del Nord». Che secondo Chirichelli non dovrebbe aver colore politico: «Noi speriamo che si uniscano a noi anche Trentino e Liguria. Una finanziaria unica sarebbe un fattore di chiarezza per gli imprenditori e di razionalizzazione di interventi fin qui necessariamente poco coordinati»
E' una provocazione forte. Sarà più facile fare al Nord quello che non si riesce a fare a livello nazionale, ovvero una piattaforma interregionale per le politiche finanziarie e creditizie rivolte alle imprese?

Luca
Thu 29 Apr 2010, 15.32 - Stampa
Ho ricevuto oggi le news relative all'approvazione del bilancio di Confidi Province Lombarde e Unionfidi Piemonte. Il confidi milanese chiude il 2009 con un avanzo di gestione di 42.000 euro. Unionfidi espone una perdita di esercizio di 9,2 milioni di euro, dovuta in larga parte ai cospicui accantonamenti a fondi rischi per 8 milioni (potete scaricare qui il bilancio e il nuovo statuto approvato, e come sempre va ad Unionfidi il mio apprezzamento per la tempestività e la completezza della sua comunicazione). Tutti e due hanno in corso l'istruttoria per l'iscrizione a 107.

Luca
Thu 29 Apr 2010, 15.01 - Stampa
Il dottor Tacus mi ha informato dell'avvenuta autorizzazione di Valfidi (Aosta) all'iscrizione nell'elenco speciale. Vivissime congratulazioni. Con questo siamo a 15 confidi iscritti, censiti nel portalino. A risentirci a breve per aggiornamenti.

Luca
Thu 29 Apr 2010, 09.41 - Stampa
La Banca d'Italia ha reso disponibili i risultati dell'Indagine sul credito bancario per il 1° trimestre 2010 (parte del Bank Lending Survey della BCE, basato su questionari rivolti alle banche maggiori, che in Italia coinvolge i primi otto gruppi).
Il commento del Sole 24 ore invita a guardarla in positivo: nel trimestre non c'è stato un ulteriore irrigidimento dei criteri di selezione (ma neanche un allentamento); la domanda di credito delle imprese è percepita in lenta ripresa; le aspettative per il 2° trimestre sono di stabilità, non di peggioramento. L'Italia starebbe quindi meglio, quanto a disponibilità di credito per l'economia, rispetto alla media dei paesi dell'area euro.
Unioncamere, nel suo punto sulla congiuntura, vede segni di rasserenamento dai dati sulla nati-mortalità delle imprese (il saldo nuove - cessate è sempre negativo, ma in diminuzione) e dagli indici di fiducia delle imprese (in risalita).
Speriamo che siano le avanguardie di uno stormo di rondini, e non singoli esemplari. E se torna la serenità, approfittiamone per metterci al lavoro sui due fronti, cura dei guasti della crisi e sostegno alle imprese che ripartono.

Luca
Tue 27 Apr 2010, 11.26 - Stampa
Il sussidiario.net pubblica oggi un editoriale firmato dall'amico Guido Corbetta Quando lo schiaffo fa bene (lo schiaffo è la mazzata calata su ordinativi e fatturato nel 2009). Corbetta raccoglie le testimonianze di un gruppo di imprenditori riuniti nel Club CDO Libera impresa. Mi ha fatto bene leggerle, perché da qualche giorno la crisi, vista dal lato banche / confidi, cominciava a farmi preoccupare molto. Da lato imprese ci sono molte situazioni di sofferenza, ma anche tante storie di tenuta e di rilancio. Sarà lungo e gravoso affrontare le prime, ma possiamo ben sperare dalle seconde. Devono essere aiutate, le une e le altre, in modi diversi. Non basta temporeggiare.

Luca
Tue 27 Apr 2010, 11.22 - Stampa
Nella collana Questioni di economia e finanza (Occasional papers), la Banca d'Italia ha pubblicato un paper di Antonio De Socio, La situazione economico-finanziaria delle imprese italiane nel confronto internazionale. Ecco il sommario:
Il lavoro analizza le principali differenze tra la struttura finanziaria delle imprese italiane e quella dei paesi europei nel periodo compreso tra il 2004 e il 2007, ossia negli anni che hanno preceduto la crisi finanziaria. L’indagine si basa sui bilanci individuali presenti nell’archivio Amadeus (Analyse Major Databases from European Sources).
Le imprese italiane presentano diversi fattori di debolezza rispetto a quelle europee. In primo luogo, esse appaiono caratterizzate da una minore capacità di generare reddito dalla gestione operativa, benché nel periodo considerato abbiano registrato una espansione dei volumi di fatturato leggermente superiore. In secondo luogo, un alto indebitamento, rispetto sia al fatturato sia al capitale di rischio, comporta una più elevata incidenza degli oneri finanziari. In terzo luogo, per le imprese italiane è maggiore il peso dell’indebitamento a breve termine e minore la disponibilità di attività liquide. Infine, è assai elevata la quota di crediti commerciali sul totale dell’attivo. Nel complesso la fragilità finanziaria è confermata dalla più elevata frazione di imprese italiane finanziariamente vulnerabili rispetto alla media europea.

Luca
Mon 26 Apr 2010, 12.02 - Stampa
Sinvest, consorzio fidi milanese che fa riferimento ad APA Confartigianato imprese, ha ottenuto il 13 aprile scorso l'autorizzazione ad iscriversi nell'elenco speciale. Grazie a Claudio D'Auria per la notizia.
E siamo così giunti a censire sul portalino 14 confidi 107 autorizzati.
Luca
Mon 26 Apr 2010, 10.36 - Stampa
Su Italia oggi del lunedì si parla di Xbrl con due articoli (qui e qui) dell'amico Andrea Fradeani (che sta facendo un grosso lavoro di evangelizzatore della tecnologia sui fronti accademico e professionale) e uno di Marino Longoni che dà i numeri delle prime settimane della campagna bilanci: quasi 7000 documenti Xbrl depositati presso il Registro imprese dall'1 a l 23 aprile.
Non è che l'inizio.

Luca
Mon 26 Apr 2010, 00.04 - Stampa
Riprendo dal Sole 24 ore le conclusioni del report di Standard & Poor's (scaricabile previa registrazione gratuita) in cui si stima una perdita sui crediti per il sistema bancario italiano, tra il 2009 e il 2011, di circa 59 miliardi di euro, cioè circa il 3,8% dei prestiti della clientela alla fine del 2008. Negli impieghi verso imprese, S&P stima tassi di perdita cumulati nel triennio 2009-11 del 5,1% (6,7% small business, 6,0% costruzioni, ben 13,5% nell'immobiliare).
Il peggio della crisi, dei suoi effetti per le banche, non è passato. Ora l'attenzione si sposta sulle banche locali che hanno aumentato le quote di mercato sugli impieghi. Assisteremo a non pochi downgrading, e magari qualche riorganizzazione.
E' importante che non si navighi alla cieca, che si cerchi di stimare la violenza dei colpi della crisi rispetto alla resistenza degli scudi patrimoniali. Ancora più importante sarà gestire attivamente la soluzione dei casi di dissesto delle imprese.
Non servono gli allarmismi, ma è un problema da guardare in faccia insieme (imprese, banche e confidi), e non ognuno per i fatti suoi.

Luca
Sun 25 Apr 2010, 23.52 - Stampa
Un visitatore mi ha segnalato un'iniziativa che farà parlare ancora nei prossimi giorni della crisi della Banca popolare di garanzia, e della difficile situazione del personale in attesa di ricollocamento. Ne parla diffusamente un articolo del Mattino di Padova, da cui riprendo alcuni passaggi.
Popolare di Garanzia Clamorosa protesta a Roma in Bankitalia.
I quaranta dipendenti di quella che veniva chiamata la banca della Confindustria di Padova, ossia della Banca Popolare di Garanzia (Via Masini 6) già messa in liquidazione coatta amministrativa, stanno vivendo da sei mesi senza vedere un euro. Non sono mai arrivati né gli stipendi arretrati di novembre e dicembre, né tredicesima e assegni della cassa integrazione in deroga da gennaio.  La loro situazione è talmente disperata che mercoledì prossimo, 28 aprile, i quaranta (a settembre erano 52 e nel 2009 addirittura 85) lavoratori, tutti laureati e diplomati tra cui tantissime donne, andranno, in treno, a protestare a Roma in Via Nazionale (a trecento metri da Palazzo Venezia), davanti all’ingresso della Banca d’Italia.
  Intanto, ieri mattina, i bancari senza più lavoro, coordinati dal segretario della Filcams-Cgil, Egidio Zanovello e dai delegati, Luca Salviato, Edoardo Nicoletti e Graziano Bassan, hanno tenuto una manifestazione di protesta sotto le finestre della loro banca, praticamente già fallita ed affidata ai liquidatori Stefano Coen e Diego Manente, che si trova nello stesso palazzo della cosiddetta Cittadella, dove ha sede pure Confindustria Padova.  «Per salvare il salvabile devono intervenire, in tempi brevi, sia la Banca d’Italia che la Confindustria e le istituzioni locali - sottolinea Zanovello -. I lavoratori non possono più continuare a vivere senza ricevere gli stipendi arretrati ed i soldi della cassa in deroga. Quando, poi, iniziano i corsi di formazione e di riqualificazione di alto livello per tutti i 40 dipendenti, già in possesso di competenze professionali di ottima qualità? Perché i 40 bancari della Popolare di Garanzia sono stati abbandonati da tutti?».  
Riusciranno i 40 dipendenti della BPG, con questa protesta, a ottenere quanto gli spetta e, più ancora, delle prospettive di ricollocamento? Spero che il clamore dell'iniziativa rafforzi l'impegno a trovare un numero adeguato di soluzioni soddisfacenti.

Luca
Sun 25 Apr 2010, 23.50 - Stampa
L'edizione 2010 del World Retail Banking Report è dedicata allo small business banking nella crisi. Ne parla anche Il Sole 24 ore:
Il Report, realizzato dalla collaborazione di Capgemini, UniCredit e EFMA, si basa su 58 interviste approfondite con alti dirigenti di banche, leader in 21 paesi, ed offre una panoramica del mercato impegnativo, ma fondamentale delle piccole imprese, proponendo un modello vincente di Banca nel mercato Small Business, capace di sbloccare il potenziale del mercato delle piccole imprese e di garantirne la ripresa.
Il modello bancario vincente delineato si sviluppa lungo due direttrici fondamentali: il ruolo del relationship manager e il sistema di gestione del rischio di credito.
Lo spostamento del ruolo dei relationship manager verso una più stretta relazione con il cliente con l'attuazione di un sistema completo di gestione del rischio di credito sarebbero le chiavi per il successo.
In soldoni, il rapporto invita a dare più potere ai direttori di filiale, anche nella selezione dei rischi, purché equipaggiati con validi sistemi di credit scoring.
Potete scaricare il rapporto dal sito Capgemini.

Luca
Sun 25 Apr 2010, 21.45 - Stampa
«Con Zaia stiamo studiando un sistema di supporto ai Confidi che funzioni da volano per le imprese venete». Così Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, ha detto venerdì scorso a Schio in occasione del Festival città impresa (lo riferisce l'inserto veneto del Corriere). Il partito del nuovo governatore del Veneto intende prendere iniziativa su banche e credito, e questo progetto con Unicredit (peraltro ancora vago) potrebbe essere un primo esperimento.

Luca
Fri 23 Apr 2010, 07.17 - Stampa
In contemporanea col convegno XBRL International di Roma, mercoledì scorso si è tenuta una riunione dell'Osservatorio Unioncamere - Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per il deposito del bilancio di esercizio. L'Osservatorio ha approvato le regole operative per il deposito del bilancio nel formato XBRL (ne ha parlato il Sole 24 ore del 22/4 a pag.29). Si trattava di chiarire un punto che sento discutere da quando il registro imprese ha cominciato a sperimentare la raccolta dei prospetti di sintesi del bilancio nel nuovo formato elettronico.
La vexata quaestio riguarda la coesistenza di due documenti elettronici da depositare: il documento di bilancio completo in formato pdf/A (comprensivo di tabelle di sintesi, relazione sulla gestione, nota integrativa e altri allegati) e il file XBRL contenente solo conto economico, stato patrimoniale e conti d'ordine. Ora, si è formata un'opinione contraria alla duplicazione delle informazioni di sintesi nei due formati, secondo la quale l'azienda deve depositare un pdf privo di tabelle di sintesi; queste devono stare soltanto nel file XBRL depositato contestualmente. Questa posizione aveva prevalso. Perché? Per un insieme di ragioni politiche (non chiedere due volte le stesse informazioni) e tecniche (evitare la presenza nel Registro imprese di due versioni incoerenti di uno stesso dato). All'atto pratico, ci si è accorti che non si può forzare questa regola in modo assoluto. Ci sono infatti situazioni nelle quali gli schemi di bilancio civilistici (recepiti dai formati Xbrl) non sono sufficienti a rappresentare la situazione aziendale nel rispetto dei principi di chiarezza, correttezza e veridicità ex art. 2423 del Codice civile. Un'impresa che ritiene di aggiungere voci per questo fine lo può fare. In questi casi, e soltanto in questi, l'Osservatorio ha deciso di consentire il doppio deposito dei prospetti di sintesi (pdf e xbrl) allegando la seguente dicitura: " Lo stato patrimoniale e il conto economico sono redatti in modalità non conforme alla tassonomia italiana Xbrl, in quanto non è sufficiente a rapresentare la particolare situazione aziendale nel rispetto dei principi ...".
Mi pare che sia una scelta di buon senso. Io dal canto mio avrei lasciato conto economico e stato patrimoniale anche nei pdf, così da avere un documento stampabile completo, lo stesso che l'assemblea dei soci approva. La società avrebbe poi dichiarato la conformità (o nei casi suddetti la conformità con un diverso schema di esposizione) dei dati xbrl con quelli pdf. Dati incoerenti ce ne possono essere anche in nota integrativa, o nella relazione sulla gestione. Man mano che la tassonomia Xbrl allargherà il suo ambito di applicazione si potranno fare controlli più accurati, cosa impossibile nell'era della carta o del solo pdf.

Luca
Thu 22 Apr 2010, 10.46 - Stampa
Il riassetto finanziario di un'impresa in difficoltà deve essere gestito ordinatamente, anche negli aspetti contabili. Giunge quindi opportuno il principio contabile dell'Organismo Italiano di Contabilità rivolto alle imprese "non IAS" in materia di Ristrutturazione del debito e informativa di bilancio (link alla news sul sito OIC). Del "principio" èdisponibile una bozza che rimmarrà in consultazione fino al 25 maggio 2010. Ne parla oggi anche il Sole 24 ore. Cito dalla lettera di presentazione:
Si sta assistendo, con crescente frequenza, a situazioni in cui le imprese non sono in grado di soddisfare i loro debiti, a causa di gravi e spesso perduranti difficoltà economiche e/o finanziarie. La ristrutturazione del debito sta diventando tema di grande interesse, laddove gli accordi tra debitore e creditore sono posti in essere, sia per risanare l’esposizione finanziaria del debitore, sia per soddisfare, a volte parzialmente, le ragioni del creditore.
Nell’ambito delle norme del codice civile e dei principi contabili nazionali non è presente una specifica disciplina in tema di ristrutturazione del debito. La finalità del documento è di definire il trattamento contabile e l’informativa integrativa da fornire in merito agli effetti prodotti da un’operazione di ristrutturazione del debito nel bilancio dell’impresa debitrice. Esso è destinato alle società italiane che redigono i bilanci in base alle disposizioni del codice civile e ai principi contabili nazionali.
Il documento affronta una serie di questioni che si profilano particolarmente delicate rispetto alle quali si registrano prassi variegate. Gli aspetti maggiormente critici su cui l’OIC auspica di ricevere commenti sono i seguenti:
  • la definizione di ristrutturazione del debito;
  • la data della ristrutturazione;
  • la possibilità di attualizzare il debito oggetto di ristrutturazione;
  • la contabilizzazione del beneficio economico per il debitore;
  • l’informativa integrativa richiesta.
Ci siamo occupati tante volte di crisis management. E' un'ottima cosa che i nuovi istituti di gestione delle crisi (accordi di ristrutturazione dei debiti e piani di risanamento asseverati) oltre che i tradizionali (fallimenti e concordati preventivi) siano approfonditi in un ottica contabile oltre che giuridica. Quando si fanno i conti si è costretti a chiarire molte cose.
Preciso che il principio riguarda il bilancio dell'impresa debitrice. Nel caso del creditore, se questo è una banca, si applicano i principi IAS; se è un'altra impresa, si può tener conto di questo nuovo standard, ma lo stesso non è vincolante.

Luca
Thu 22 Apr 2010, 09.42 - Stampa
Ieri mattina mi è giunta voce dell'avvenuta iscrizione di Eurofidi nell'elenco speciale ex art. 107 TUB.
E' una notizia attesa, che assicura la presenza nel mondo 107 del confidi di maggiori dimensioni. E così il portalino conta 13 autorizzazioni e 28 istruttorie in corso.
Con l'occasione rinnovo l'invito a darci notizia delle autorizzazioni che perverranno da Roma nei prossimi giorni o settimane. Così come a rendere nota l'intenzione di presentare domanda nel corso del 2010 (nel caso dei confidi che hanno superato la soglia dei 75 milioni di attività finanziarie a fine 2009, e che rimarranno sopra tale soglia al 30 giugno 2010).

Luca
Wed 21 Apr 2010, 08.32 - Stampa
Prima di cominciare la giornata, mando un saluto dalla Hall dello Sheraton Hotel di Roma, dove si tiene la 20a international conference di XBRL International. La nube vulcanica ha ridotto le file dei partecipanti, ma si è comunque potuto svolgere il ricco programma, articolato in un prologo, due giornate di lavoro e una di wrap up conclusivo. Grazie ai ripetuti incontri in occasioni come questa, i rapporti tra esponenti di diversa nazionalità, e "giurisdizione" XBRL, sono molto cordiali (le associazioni internazionali servono anche per questo). Ho ovviamente rivisto gli amici di XBRL Italia. Da quest'anno entro nel consiglio direttivo dell'associazione. Al registro imprese stanno affluendo i bilanci 2009, corredati di istanza XBRL, entro giugno se ne dovrebbero contare diverse centinaia di migliaia. Sta preseguendo il lavoro sulla nota integrativa e abbiamo anche altre idee per dimostrare l'utilità pratica di XBRL nei rapporti tra imprese, consulenti, banche e confidi.
Nei prossimi mesi tornerò ad occuparmi più spesso, anche sul blog, di questa tecnologia. Adesso vi saluto, cerco di rintracciare nelle vicinanze un caffé espresso, che non rientra tra le somministrazioni previste dal "lavish breakfast buffet" di questa importante catena alberghiera.

Luca
Mon 19 Apr 2010, 12.51 - Stampa
La crisi ha messo in evidenza forti differenze di esposizione dei confidi ai rischi di perdita inattesa da concentrazione per importi e diversificazione settoriale/geografica. Che cosa ci insegnano queste evidenze? I confidi possono permettersi di svolgere ancora la funzione di assicuratori del rischio? Tutti o soltanto quelli dei settori small business? Possono farlo, ma con sostegno finanziario pubblico; d'accordo, ma in quali forme e a quali condizioni il confidi è un veicolo migliore degli aiuti pubblici? Come fare per formare un portafoglio rischi non concentrato sulle posizioni deboli, ha senso pensare a forme di obbligatorietà, o di "normalità", dell'associazione ai confidi per le Pmi?

Luca
Mon 19 Apr 2010, 12.35 - Stampa
Non conosciamo con precisione i volumi operativi dei confidi, e anche i contenuti della loro operatività (convenzioni, pricing, margini, coefficienti patrimoniali, ecc.). Per i 106 gli obblighi informativi sono modesti. In ogni caso sarebbe utile la raccolta di dati sugli schemi di bilancio e di segnalazione a Banca d'Italia (per i 107), la struttura di prezzo delle garanzie, gli apporti di fondi/risorse pubbliche il loro trattamento come aiuti di Stato.
Pensate che ci voglia un'iniziativa di sistema per colmare questo gap informativo con rilevazioni accurate e pubblicazione dei dati? Chi dovrebbe promuoverla, tra associazioni dei confidi, accademia, ABI, Banca d'Italia, enti o associazioni apposite? Si dovrebbero utilizzare dati pubblici (bilanci, fogli informativi, ecc.) o anche informazioni fornite dagli stessi confidi?

Luca
Mon 19 Apr 2010, 12.23 - Stampa
Uno dei temi preferiti miei e di molti visitatori. Cerchiamo di fare un passo avanti? Di carne da mettere al fuoco ce ne sarebbe tanta. Lancio alcune domande:
  • ci sono esperienze di consulenza alla gestione finanziaria offerta come servizio (a pagamento) da parte dei confidi?
  • quali sono i fattori frenanti? Il veto delle associazioni di categoria e degli studi professionali? La mancanza di aziende disposte a pagare? La mancanza di competenze e di modelli o strumenti informatici nei confidi?
  • per superare i veti e le contrapposizioni di cui sopra, si può precisare il ruolo distintivo dei confidi rispetto a centri servizi delle associazioni e commercialisti per ragionare in un'ottica di filiera a servizio dell'azienda? Che cosa servirebbe per farlo? Cambiamento di mentalità, portali web, cultura condivisa? La stessa integrazione si potrebbe realizzare con la consulenza legale, lo ritenete opportuno?
  • che contenuti dovrebbe avere, per essere sinergica al lavoro tipico sulle garanzie? Carattere continuativo o su problemi straordinari? Assistenza ai rapporti con le banche? Analisi e reporting finanziario sui dati di bilancio, con un po' di controllo di gestione per le aziende che non ce l'hanno? Pianificazione di cassa a breve? Pianificazione finanziaria a medio? Advisory in situazioni di crisi? Altro?
  • come farsi pagare i servizio? Assorbire i costi con i ricavi della garanzia? Voucher pubblici? Commissioni una tantum? Commissioni per anno? Altro?

Luca
Mon 19 Apr 2010, 12.12 - Stampa
Il post con l'intervento di Fabio Cutrera ha sviluppato un dibattito impressionante per vivacità e coinvolgimento. Una presa di posizione, tecnicamente circonstanziata, dall'interno del mondo confidi colpisce di più del discorso di un esterno. Tanto più se è firmata con nome e cognome.
Per mantenere viva questa tensione propositiva, metto alcuni post "di servizio" che servono soltanto per specializzare il dibattito che, mi auguro, continui per qualche tempo e porti a delle cose da proporre e da fare.
La prima sezione riguarda la collocazione dei confidi nel mercato del credito, e le stime della loro quota di mercato, previa definizione del loro habitat naturale, che Cutrera vede nel credito chirografario di durata superiore al breve. Qui lui stimava un'incidenza del 25% circa.
Avete stime alternative? Ritenete che la quota sul credito bancario alle Pmi denoti l'importanza e l'efficacia dell'azione dei confidi? La quota è cresciuta nel durante-dopo crisi. E nei prossimi mesi? O anni?

Luca
Fri 16 Apr 2010, 08.40 - Stampa
Fabio Cutrera, direttore di Confapi Lombarda Fidi, mi ha inviato le slide di un intervento da lui stesso presentato a un convegno a Brescia, insieme ad alcune considerazioni sul "nostro" dibattito in tema di confidi. Le slide riportano alcuni dati sulla composizione dell'offerta di credito alle imprese e sul peso delle garanzie confidi. Cutrera stima una quota di mercato pari al 25% del volume potenziale, quest'ultimo associato alle consistenze di credito bancario senza garanzia reale di importo unitario fino 5 milioni di euro più il 10% delle esposizioni da 5 a 25 milioni. Commenta il mutato ruolo dei confidi, e i pericoli di ridurlo al soccorso anti-crisi, che da solo non dà un futuro a nessuno. Tocca altri temi caldi, come l'accesso diretto delle banche al Fondo Centrale di Garanzia (escluso in Lazio e in Toscana), e l'urgenza (o meno) di cambiare i modelli operativi, andando verso pochi grandi confidi che accentrano la gestione di rischi di credito assicurabili (con interessanti paralleli con il mercato, e la regolamentazione, delle polizze RC auto).
Cito un passaggio sulla valutazione del credito, sul quale concordo pienamente:
Il metro di valutazione delle imprese da parte dei Confidi attuato fino agli anni novanta, si è rilevato in parte non appropriato per la concessione del credito negli ultimi anni; la maggiore selettività del mercato si è però mostrata in un arco temporale relativamente breve e fino a che gli effetti non hanno iniziato a manifestarsi con l’incremento dei default delle imprese finanziate, non si è di fatto metabolizzato l’entità del cambiamento del contesto economico e quindi non si è attuata una marcata revisione dei parametri per la concessione del credito
In pratica, alcuni elementi qualitativi fino agli anni novanta in molti casi determinanti per la solvibilità delle imprese (moralità degli imprenditori, storicità dell’azienda, radicamento nel mercato, ecc.), si sono rilevati meno determinanti.
Un’ultima considerazione: I Confidi non sono tutti uguali. In un contesto economico selettivo, i Confidi di riferimento industriale hanno una criticità aggiuntiva rispetto a quelli di altri settori, criticità derivante dalla concentrazione del rischio, per forza di cosa maggiore rispetto a Confidi attivi con imprese di minore dimensione e quindi che, senza operare scelte, hanno una maggiore frammentazione del rischio; ai Confidi industriali si impone quindi un maggior sforzo nella valutazione del merito di credito e nella valorizzazione di nuovi elementi qualitativi.

Luca
Fri 16 Apr 2010, 05.34 - Stampa
Consiglio come sempre la lettura del Bollettino Economico n.60 della Banca d'Italia, che sollecita ogni tre mesi ad un giudizio informato sui fatti economici che contano. Cito come da tradizione il passaggio sul credito alle imprese, a pag. 36-37.
A febbraio il credito bancario al settore privato non finanziario risultava sostanzialmente fermo al livello di dodici mesi prima, sulla base di dati corretti per l’effetto contabile delle cartolarizzazioni. Rispetto a tre mesi prima era lievemente sceso (-0,6 per cento in ragione d’anno, al netto della stagionalità), riflettendo la perdurante flessione del credito alle società non finanziarie (-3,9 per cento), a fronte di una moderata crescita dei finanziamenti alle famiglie (4,4 per cento).
La dinamica del credito rimane fortemente differenziata tra le diverse categorie di intermediari. Il credito concesso dai primi cinque gruppi bancari italiani si è contratto a febbraio del -4,1 per cento sui dodici mesi, contro un’espansione del 2,1 per cento per gli altri intermediari.
La contrazione dei prestiti alle imprese rimane nell’insieme coerente con il prolungato calo del loro fabbisogno finanziario, connesso con la debolezza congiunturale (cfr. il par. 3.2).
L’irrigidimento delle condizioni di offerta del credito, marcato nei trimestri precedenti, si sarebbe arrestato nel quarto trimestre, secondo le banche italiane partecipanti all’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey; cfr. il riquadro: L’offerta e la domanda di credito in Italia). Dal lato delle imprese, l’indagine mensile dell’ISAE e quella trimestrale svolta congiuntamente dalla Banca d’Italia e da Il Sole 24 Ore segnalavano tuttavia, in marzo, il permanere di difficoltà di accesso al credito, seppure meno acute rispetto all’apice della crisi. [...]
Dopo il forte peggioramento dei trimestri precedenti, la qualità del credito continua a risentire della difficile situazione congiunturale. Nel quarto trimestre del 2009 il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, è stato pari all’1,8 per cento. Sebbene in calo rispetto al 2,2 per cento del terzo trimestre, il rapporto rimane circa doppio rispetto al livello medio del 2008 e del 2007; inoltre, la recente diminuzione potrebbe essere temporanea. Dati preliminari relativi al primo bimestre del 2010 indicano che l’esposizione nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è lievemente aumentata rispetto allo stesso periodo del 2009. Si rilevano alcuni segnali di miglioramento per le imprese manifatturiere, mentre si registra un ulteriore peggioramento per le imprese operanti negli altri settori e le famiglie consumatrici. Le informazioni relative alle altre tipologie di crediti deteriorati (esposizioni incagliate, ristrutturate, scadute o sconfinanti) indicano che il peggioramento della qualità del credito alle imprese potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi; a dicembre la loro incidenza sul totale dei prestiti era aumentata, rispetto a un anno prima, dal 4,7 al 7,7 per cento.
Per le banche locali che hanno aumentato la quota di offerta di prestiti si preannunciano mesi non facili (lo percepisco anche dal tranquillo Trentino). Per fortuna molte (non tutte) hanno anche un buon tampone patrimoniale. E' giunto il momento di pensare con maggior vigore a quello che accadrà.

Luca
Mon 12 Apr 2010, 18.14 - Stampa
Fitch Ratings ha annunciato SME Compare, uno strumento di analisi e benchmarking dell'andamento delle CLO di crediti alle Pmi europee. Il nuovo servizio sarà presentato con un webcast giovedì 15 aprile.
Per maggiori informazioni scaricate (serve registrazione gratuita) il report sulle SME CLO performace tracker e il modello SME compare in formato excel. Il rapporto parla soprattutto delle transazioni spagnole e tedesche. Gli indicatori sono in peggioramento e la maggior parte delle junior tranche (le classi di titoli che assorbono le prime perdite) sono messe in outlook negativo.

Luca
Fri 9 Apr 2010, 15.39 - Stampa
Claudio D'Auria mi segnala questa notizia riportata dall'edizione fiorentina di Repubblica.
Creavano finanziarie fantasma per riscuotere premi, 16 arresti
La guardia di Finanza di Firenze ha scoperto un'organizzazione che dal 2005 ha organizzato su tutto il territorio nazionale delle finanziarie che emettevano fideiussioni senza avere i requisiti previsti dalla legge e prive della necessaria copertura patrimoniale. Le società, secondo l'accusa, erano create per incassare premi assicurativi per poi sparire nel nulla. Sedici le persone denunciate, originarie o residenti nella zona di Cassino e nella provincia di Caserta. L'ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata alla emissione abusiva di polizze fideiussorie, alla truffa contrattuale e all'insolvenza fraudolenta.
Le finanziarie coinvolte sono 11, a Roma, Cassino e Frosinone. Una ventina le perquisizioni. L'inchiesta, svolta dai finanzieri di Castelfiorentino insieme ai colleghi di Cassino e Sessa Aurunca, è coordinata dalla procura di Cassino. Le indagini, spiegano in una nota le Fiamme gialle sono iniziate a metà 2009, dopo accertamenti, presso una coppia di coniugi di Tavarnelle, su una fideiussione per una compravendita immobiliare. I beneficiari, a causa del fallimento della società edile, avevano chiesto il pagamento della garanzia fideiussoria ma la società emittente, di Cassino, non era stata in grado di onorarla. E' così emerso che la finanziaria, che aveva agito tramite un'assicurazione pratese, avrebbe sempre operato senza l'autorizzazione della Banca d'Italia. Le indagini avrebbero portato poi alla scoperta di una vera e propria organizzazione, con base operativa a Cassino, a capo della quale ci sarebbe stato un uomo di 33 anni, originario della provincia di Latina: insieme ad altre persone, collegate da vincoli familiari, e vari 'prestanomi', avrebbe costituito una serie di finanziarie aventi come unico scopo quello di emettere fideiussioni, a prezzi competitivi. In molti casi però le società non sarebbero state in grado di pagare quanto dovuto.
Le società coinvolte, rende noto la gdf, sono, a Cassino Con. fi. b. (già Sp holding), Medusa leasing, Fin Roma, Sicc, Elvetica, Cooperativa di garanzia Confidi Esperia e Janula fiduciaria; a Roma Italica e Tirrenia factor; a Frosinone Consorzio Cofidi Italia soc. coop. di garanzia e Cooperativa di garanzia Confidi italiano. Uno degli indagati è risultato avere fuori Cassino una villa con piscina e due Ferrari
L'industria delle "cartiere" (che sforna fatture, fideiussioni, tutto quello che si vuole, rigorosamente fasullo) inquina anche il settore dei confidi. Lo ribadisco, chi si muove alla luce del sole tracci una bella linea di confine rispetto a chi si muove nell'ombra.

Luca
Thu 8 Apr 2010, 21.37 - Stampa
Ho ricevuto per mail da Marcel Roy, segretario generale dell'AECM, un position paper molto interessante e ben fatto. Il documento è una risposta al consultation paper CP33 del CEBS (comitato dei supervisori bancari europei). Riguarda un tema centrale per gl enti di garanzia vigilati, che dovranno sottostare alle nuove regole di Basilea 3 sulla qualità del patrimonio di base (core tier 1) che avrà un peso più importante nel soddisfacimento dei requisiti minimi. I confidi (in senso lato) sono interessati dalle nuove regole che riguardano le azioni di società cooperative e consortili. AECM apprezza lo sforzo compiuto dal CEBS nel precisare i requisiti di ammissione al core tier 1 delle componenti del patrimonio delle coperative. Le azioni degli enti di garanzia li rispettano, ma per l'AECM va chiarito un punto non secondario. Il CEBS non ammetterebbe nel capitale le azioni o quote per le quali il socio fruisce di una facoltà incondizionata di recesso o rivendita all'emittente. Per l'AECM non è tale la facoltà riconosciuta dagli statuti di molti suoi associati, laddove consentono al socio di "liberarsi" delle azioni al momento dell'estinzione della garanzia ricevuta. Si tratta infatti di apporti che vengono liberati condizionatamente alla cancellazione di un'esposizione creditizia, al valore nominale, senza partecipare ad utili maturati durante la vita del contratto, ma subendo pro-quota le perdite che si fossero invece nel frattempo rilevate. Inoltre l'uscita non è automatica, quasi fosse la scadenza di un'obbligazione, ma deve essere richiesta dal socio e deliberata dalla società.
Molti confidi italiani chiedono apporti significativi al capitale a fronte del rilascio di garanzie (oscillano da quanto ho visto dall'1% al 5% del rischio garantito). Sono una componente cruciale del capitale di vigilanza dei nuovi 107. Si potrebbe paventare una loro ridotta efficacia quali ammortizzatori delle perdite in un caso: quando il confidi dovesse subire una riduzione dei volumi causata magari da un peggioramento del suo rating e quindi dell'appetibilità delle garanzie rilasciate. Se ciò si verificasse, il confidi non riuscirebbe a rimpiazzare il capitale restituito sui contratti che si estinguono in bonis con nuovi apporti su pratiche sane. Avrebbe rischi in peggioramento e capitale che viene eroso dalle perdite e dai recessi.
E' un rischio che si deve correre, e ancor di più prevenire.

Luca
Thu 8 Apr 2010, 21.28 - Stampa
Ho rinfrescato le mie antiche conoscenze in materia di credito agrario leggendo questa Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole presentata da Giorgio Gobbi alla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati.
Rispetto ai primi anni ottanta, quando mi occupavo di queste cose, si sconta sempre la mancanza di dati contabili sulla maggior parte delle aziende. Per quelle censite in Centrale di bilanci, l'autore rileva una crescita dell'indebitamento (cito dal paragrafo conclusivo).
Il debito appare, tuttavia, molto superiore alla media se rapportato al valore aggiunto (di oltre il 30 per cento). Ciò implica che, a parità di costo unitario dei finanziamenti, una quota relativamente maggiore del reddito generato dalle imprese agricole è destinata al servizio del debito: negli ultimi anni la differenza rispetto alle altre imprese è stata di circa 10 punti percentuali. Un’elevata incidenza degli oneri finanziari riduce le risorse a disposizione dell’impresa per investimenti e ne accresce la vulnerabilità a fronte di eventi avversi.
In termini contabili, l’elevato valore del rapporto tra debiti e valore aggiunto per le imprese agricole è una conseguenza del basso rapporto tra lo stesso valore aggiunto e il totale delle immobilizzazioni tecniche. Anche il rapporto tra il valore aggiunto e il numero degli addetti è più basso per le imprese agricole. Sono questi indizi di una bassa produttività dei fattori impiegati in questo comparto. In assenza di analisi più approfondite occorre tuttavia interpretare queste evidenze con cautela soprattutto in ragione dell’ampia variabilità che caratterizza i processi produttivi del settore.

Luca
Wed 7 Apr 2010, 14.57 - Stampa
Il Sole 24 ore di oggi riporta e commenta le anticipazioni di un sondaggio condotto su 1.500 imprese dall'Osservatorio banche-pmi di Accenture. Sono interessanti le risposte che toccano l'impatto della crisi: solo un'impresa su 5 ha riscontrato un approccio propositivo di medio periodo da parte della banca, il 21% ha avuto proposte di soluzioni per superare la crisi e crescere, il 18% ha sofferto una restrizione del credito e a un altro 18% la banca ha prospettato soluzioni tampone alla mancanza di liquidità. Dal canto loro la maggior parte delle imprese non ha cercato l'aiuto o la collaborazione della banche, viste come partner non strategico da 2/3 del campione.
Il rapporto completo sarà presentato tra un mese in un seminario ad hoc a Santa Margherita Ligure. Accenture propone, per migliorare il dialogo tra banche e imprese, un tavolo di confronto permanente con Confindustria, Abi, Confartigianato, Confagricoltura e i confidi.
Non sarebbe il primo, né - temo - più utile dei molti già esistenti a livello nazionale e locale.

Luca
Tue 6 Apr 2010, 10.08 - Stampa
Oggi il Sole 24 ore riporta un intervento di Vincenzo Boccia, presidente della "Piccola" di Confindustria. Si legge bene e riprende vari spunti interessanti sul contributo delle imprese all'economia morale (da un articolo di Giulio Sapelli). Alla fine propone una serie di eventi per celebrare le piccole imprese, da organizzare ogni anno in novembre. Benissimo, ma bisogna prima prendere iniziative che diano risultati concreti. Così abbiamo più cose (nuove) da festeggiare.

Luca
Sun 4 Apr 2010, 09.17 - Stampa

Marc Chagall, Il figliol prodigo
(Collezione privata)

L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo. Quale è dunque la giustizia di Cristo? E’ anzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri. Convertirsi a Cristo significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza, esigenza del suo perdono e della sua amicizia.

Benedetto XVI

Ecco dunque il punto: Dio si è commosso per il nostro niente. Non solo: Dio si è commosso per il nostro tradimento, per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice, per la nostra meschinità, come un padre e una madre che piangono di commozione, di un pianto totalmente determinato dal desiderio del bene del figlio, del destino del figlio. È una compassione, una pietà, una passione. Ha avuto pietà per me.

Luigi Giussani

Anche quest'anno auguro una Buona Pasqua a tutti i visitatori di aleablog e ai loro cari con le parole e l'immagine del Volantone 2010.

Luca
Fri 2 Apr 2010, 18.51 - Stampa

Marc Chagall, Crocifissione bianca
(Art Institute of Chicago)

Tu mi guardi dalla Croce
Questa sera mio Signor,
Ed intanto la Tua voce
Mi sussurra: "Dammi il cuor!"

Questo cuore sempre ingrato
Oh, comprenda il tuo dolor,
E dal sonno del peccato
Lo risvegli, alfin, l'Amor!

Madre afflitta, tristi giorni
Ho trascorso nell'error;
Madre buona, fa' ch'io torni
Lacrimando, al Salvator!

(Attribuita a W.A. Mozart)
La potete ascoltare qui.
Fri 2 Apr 2010, 18.12 - Stampa
La Regione Sardegna ha annunciato ieri il varo di un fondo di garanzia affidato in gestione alla Sfirs, finanziaria regionale. Ecco uno stralcio del comunicato stampa:
"[...] La delibera adottata il 30 marzo dalla Giunta regionale con la quale viene istituito il fondo di garanzia per le imprese dotato di 238,2 milioni segna un ulteriore passo per dare risposte concrete e immediate alla crisi e al rilancio della nostra isola". E’ quanto affermato dall’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, nel presentare il Fondo di Garanzia per le imprese che sarà gestito dalla Sfirs e che favorirà le Pmi della Sardegna nell’accesso al credito. Il Fondo permetterà agli imprenditori di ottenere controgaranzie o cogaranzie su linee di credito concesse dalle banche e sulle stesse garanzie rilasciate dai Confidi. Tra le operazioni ammissibili saranno possibili i rifinanziamenti, il consolidamento dell'indebitamento e la rinegoziazione del credito.
"Per l'istituzione del Fondo - ha ripreso La Spisa - al contrario di quanto sostiene qualcuno, stiamo utilizzando risorse europee e le stiamo impiegando bene puntando su bisogni concreti".
La delibera sarà scaricabile da questa pagina. Lo stesso giorno la Giunta regionale ha deliberato l'istituzione del Forum regionale del credito.

Luca
Thu 1 Apr 2010, 11.57 - Stampa
Da ieri è scaricabile dal sito della Banca d'Italia un paper di Fabio Panetta, Federico Maria Signoretti, Domanda e offerta di credito in Italia durante la crisi finanziaria.
Cito dal riassunto:
Gli indicatori congiunturali del mercato del credito e i risultati di studi empirici segnalano che a frenare la dinamica dei prestiti avrebbero contribuito tensioni dal lato dell'offerta dovute soprattutto all'aumento della rischiosità dei prenditori, oltre che all'impatto che la crisi ha avuto, specialmente in una prima fase, sulla condizione patrimoniale e di liquidità delle banche, sulla loro capacità di accedere ai finanziamenti esterni. Analisi econometriche avvalorano tali indicazioni, suggerendo che la decelerazione del credito riconducibile alle condizioni delle banche sarebbe di entità contenuta.
Le tensioni nell'offerta di credito potrebbero proseguire nei prossimi mesi. A limitare i rischi di una carenza di finanziamenti contribuisce in primo luogo la ripresa dell'economia reale e il conseguente calo del rischio di insolvenza della clientela bancaria. Concorrono i numerosi interventi effettuati dalle Autorità dall'avvio della crisi al fine di sostenere finanziariamente le imprese, migliorandone il merito di credito, e di rafforzare la condizione patrimoniale e di liquidità delle banche.
Le conclusioni dello studio sono state riprese dal Sole 24 ore.

Luca