Mon 30 Apr 2007, 15.17 - Stampa
Come si è evidenziato in alcuni precedenti blog, le principali finalità del programma JEREMIE consistono in:
1) migliorare le condizioni di finanziamento e sviluppo di PMI e microimprese, offrendo strumenti nuovi e assistenza tecnica;
2) rafforzare il coordinamento a livello nazionale e regionale;
gestire efficacemente le scarse risorse pubbliche nell’ambito dei programmi comunitari, consentendo alle imprese di eliminare la burocrazia e accedere tempestivamente ai fondi disponibili.
A ben vedere JEREMIE appare sia un’organizzazione sia un processo, il cui ultimo fine si intuisce essere la sostenibilità a lungo termine. La natura degli strumenti offerti è di fatto coerente con tale obiettivo: sostenibilità finanziaria e capacità di creare un effetto leva sono le uniche caratteristiche tecniche imposte agli strumenti da offrire.
La struttura degli strumenti finanziari forniti da JEREMIE appare infatti fortemente flessibile: gli Holding Funds potranno scegliere prodotti diversi (che vanno dai capitali e “quasi capitali” di partecipazione, ai capitali di rischio, prestiti, garanzie e microfinanza) cui indirizzare le risorse rese disponibili secondo la reale domanda. L’unica condizione imposta consiste nello scegliere prodotti “revolving”: le risorse investite e rimborsate dovranno cioè essere riutilizzate e dunque reinvestite a beneficio delle PMI: Un’offerta su base rotativa è requisito essenziale per garantire un supporto continuo e finanziariamente sostenibile.
Nella sostanza, per la loro specificità gli strumenti finanziari creeranno un effetto leva sui fondi gestiti: per ogni euro di risorse disponibili il fondo sarà in grado di offrire strumenti per un ammontare che è previsto variare da un minimo di 2 ad un massimo di 10 euro. Francis Carpenter, amministratore delegato del Fei, ha dichiarato: “JEREMIE è una ‘cassetta degli attrezzi’ per la creazione di prodotti finanziari volti a colmare le lacune nei finanziamenti delle Pmi. Ritengo che rappresenterà una risposta adeguata per le numerose esigenze avanzate dalle autorità regionali e locali. JEREMIE riunisce le competenze delle diverse istituzioni finanziarie europee per un impiego intelligente dei finanziamenti comunitari a sostegno delle Pmi”.
Ma quali sono gli “attrezzi” individuati idonei per aggiustare le lacune finanziarie delle PMI europee? Mentre nella “vecchia Unione” si sono identificate prioritarie le esigenze di trasferimento della tecnologia e il microcredito, nei nuovi Stati membri emergono esigenze di capitale di rischio e il finanziamento alle innovazioni.
A ben vedere, attraverso la diffusione del programma JEREMIE nel tempo le PMI potranno beneficiare anche di un effetto indiretto. Il loro finanziamento per mezzo di prodotti finanziari con tali caratteristiche consentirà loro di attirare ulteriori fonti di finanziamento: la gestione professionale dei fondi JEREMIE potrà incoraggiare il settore finanziario europeo (banche ed altri investitori) a co-investire o a finanziare gli Holding Funds, o gli intermediari finanziari sostenuti da JEREMIE.

Eleonora
Sat 28 Apr 2007, 18.41 - Stampa
La fase preparatoria di JEREMIE (vedi precedente blog) dovrà concludersi a settembre 2007.
Nel periodo 2006-2007 la DG Regio ha infatti assegnato al FEI ed alle autorità nazionali e regionali un duplice compito:
1) valutare il divario esistente tra domanda ed offerta di strumenti di ingegneria finanziaria nei Paesi membri ed aderenti (gap analysis);
2) programmare azioni mirate.
La fase di valutazione rappresenta un’azione senza precedenti. Essa si è sostanziata nell’analisi dei bisogni di finanziamento delle PMI, nell’identificazione di eventuali carenze di mercato, nella specificazione di strumenti finanziari idonei a compensare le lacune emerse, nell’elaborazione di un Rapporto Intermedio, disponibile per le Regioni, le Autorità di Programmazione e di Gestione Europee, eventuali parti interessate (potenziali Fund Holders). L’elaborazione di un’istantanea sui sistemi di finanziamento attuali e la definizione delle priorità strategiche risulteranno di estrema utilità nella pianificazione delle iniziative future. Inoltre, tale valutazione servirà a giustificare l’uso di fondi pubblici rispetto ai Regolamenti comuni sugli aiuti di Stato.
Sulla base della valutazione del FEI, la DG Regio e le autorità nazionali/regionali hanno potuto elaborare raccomandazioni e fornire una “diagnosi” delle priorità e delle possibili azioni (Action Plan). Nello specifico si sono potuti definire i programmi di agevolazione dei finanziamenti (Programmi Operativi nazionali) per l’impiego dei fondi strutturali UE relativi al periodo 2007-2013.
A partire da gennaio 2007 le singole autorità nazionali e regionali hanno dovuto decidere se adottare il programma JEREMIE per l’attuazione delle azioni di ingegneria finanziaria e, conseguentemente, la percentuale di fondi FESR da stanziare negli Holding Funds. Successivamente, mediante una gara d’appalto pubblica (vedi deroghe specifiche nel precedente blog) l’autorità dovrà selezionare il gestore degli HF. Esso, oltre ad essere responsabile dei fondi FESR per conto dei Paesi membri o delle regioni, suggerirà e attuerà una gestione esperta delle risorse messe a disposizione e ne organizzerà il controllo periodico. Nel caso in cui il gestore scelto sia il FEI, il fondo potrà beneficiare di eventuali finanziamenti dalla BEI per coprire i contributi pubblici nazionali richiesti per gli stanziamenti dei Fondi Strutturali (contributo che varia dal 15% al 50% secondo il livello di sviluppo regionale).
A partire da settembre 2007 il programma dovrà entrare in piena fase operativa: ciò significa che per quella data gli HF dovranno essere finanziati dal FESR e dai contributi nazionali. Comincerà quindi la fase di identificazione/scelta degli intermediari finanziari (inclusi venture capital, loan/guarantee funds, micro-credit providers) cui destinare le risorse finanziarie. La fase di “accreditamento” degli intermediari finanziari durerà almeno fino al 2010 (tutta la prima metà del programma 2006-2013), in modo da offrire loro ampia possibilità di partecipare all’iniziativa. L’accreditamento di ciascun intermediario è soggetto ad una revisione periodica. Gli intermediari accreditati dovranno quindi rendere disponibili alle imprese i fondi in dotazione sulla base di un meccanismo puramente competitivo.
La scelta del FEI quale gestore dei fondi e responsabile della scelta degli strumenti e dell’intermediazione delle risorse agli istituti finanziari accreditati all’emissione dei finanziamenti, consentirebbe alle PMI di tutte le regioni europee di beneficiare di servizi finanziari personalizzati, che le mettano in grado di adattarsi all’evoluzione dei mercati usufruendo delle più idonee soluzioni di ingegneria finanziaria. La realizzazione e il successo dell’iniziativa dipenderanno dall’appoggio e dalla cooperazione delle autorità degli Stati membri e delle regioni.
Risultano pertanto chiare le due principali finalità del programma: migliorare l’utilizzo dei finanziamenti europei e migliorare l’accesso delle PMI al capitale di rischio ed al mercato delle nuove tecnologie. Il risultato atteso è quello di aumentare la presenza e la visibilità di finanziamenti alternativi: aspetto, quest’ultimo, che rappresenta una maggiore criticità proprio per le imprese di minore dimensione, impedendone uno sviluppo armonioso.

Eleonora
Fri 27 Apr 2007, 14.10 - Stampa
Lanciata nel novembre 2005, quale iniziativa congiunta promossa dalla Commissione Europea (DG Regio), dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) e dal Fondo Europeo degli Investimenti (FEI), JEREMIE da gennaio 2007 sta progressivamente entrando nella fase operativa. Ma facciamo un passo indietro per capire ragioni, finalità ed attuazione di tale iniziativa.
L’acronimo di questa iniziativa “J” (ne esistono altre due, Jessica e Jaspers, di cui parleremo in un altro blog) sta per “Joint European Resources for Micro-to-Medium Enterprises”, vale a dire “Risorse europee congiunte per le micro, piccole e medie imprese”.
Perché Jeremie? Sostanzialmente l’azione nasce come risposta ai problemi riscontrati nel passato nei processi di allocazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Nel periodo 2001-2006 l’esborso di fondi FESR destinati alle PMI è stato limitato e quasi esclusivamente realizzato nella forma di sovvenzioni. Una possibile ragione è ravvisabile nella difficoltà ad adempiere i criteri di ammissibilità ed a rispettare le scadenze imposte dalla Commissione Europea. A parere della stessa, questo approccio non è in linea con le finalità dell’agenda di Lisbona (marzo 2000). Lo stesso Consiglio Europeo di Bruxelles (marzo 2005) ha incoraggiato il FEI (“braccio” operativo della BEI nel supportare nascita, crescita e sviluppo delle PMI) a “diversificare le sue attività in particolare favore del finanziamento delle PMI innovative tramite le reti di investitori individuali (business angels) e le reti di trasferimento della tecnologia”. Il ruolo di JEREMIE è stato pensato per facilitare il processo di allocazione delle risorse. Il coinvolgimento del FEI permetterà agli Stati Membri ed alle Regioni di utilizzare parte del FESR per facilitare l’accesso al finanziamento delle PMI e beneficiare di un’offerta di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria specificatamente sviluppati per le micro, piccole e medie imprese. In concreto le autorità nazionali e regionali potranno disporre delle risorse del FESR sotto forma di strumenti finanziari efficienti e sostenibili, di carattere rotativo: partecipazioni al capitale d’impresa, capitale di rischio, prestiti e garanzie. JEREMIE fungerebbe da laboratorio di “selezione” degli strumenti finanziari più adatti, offerti utilizzando le risorse FESR integrate con altri fondi. L’amministrazione e la gestione di tali risorse, complessivamente definite Holding Funds (HF), sarà affidata ad un Fund Manager, per conto delle autorità nazionali e regionali, tramite una procedura di appalto pubblica. Il processo di offerta del servizio, illustrato nella figura, fa capire come JEREMIE sia dunque un’opzione del singolo Stato Membro.


Fonte: FEI
Il singolo Stato Membro dovrà innanzitutto accettare volontariamente il sistema JEREMIE, quindi delegare la gestione delle proprie risorse finanziarie ad un gestore di fondi. Il FEI potrà esser scelto come unico gestore, ovvero congiuntamente o complementariamente ad un altro gestore (quale un’agenzia di sviluppo locale), ovvero operare in qualità di advisor del gestore scelto. La stipulazione di un mandato di gestione col FEI esonera lo Stato Membro della procedura di appalto pubblica, sopra menzionata. [Un’istituzione nazionale può diventare gestore degli HF senza espletamento della procedura di appalto, solo se una legge nazionale prevede tale deroga.].
La scelta di JEREMIE, che si ricorda è un’alternativa rispetto alla gestione del FESR secondo l’attuale processo di allocazione, consentirebbe allo Stato Membro una serie di vantaggi: l’uso di strumenti efficienti e sostenibili (market-driven revolving instruments), maggiore delega alle Autorità locali, il beneficio di un’attività di gestione ed amministrazione affidata ad un Fund Manager.
La scelta del FEI quale gestore degli HF permetterà in seconda misura di beneficiare dei servizi offerti (venture capital, garanzie, cartolarizzazioni), della provata esperienza nelle attività di risk management, monitoring e consulenza, della credibilità internazionale per investitori e manager potenziali (il FEI possiede status di banca multilaterale di sviluppo con rating pari a tripla A).
In cifre, i fondi strutturali dell’UE previsti per il periodo 2007-2013 ammontano a 300 miliardi di euro. La Commissione suggerisce di destinare una quota del 5% all’ingegneria finanziaria e alle PMI: nel periodo 2001-2006 tale percentuale era stata pari all’1%, e per altro solo parzialmente utilizzata.
Ma ad oggi, quali le adesioni degli Stati Membri all’iniziativa JEREMIE? La Slovacchia e la Grecia hanno firmato, rispettivamente nel giugno ed ottobre 2006, un accordo preliminare di gestione col FEI, impegnandosi durante il trimestre 2007 (quindi a breve) a definire lo stanziamento dei Fondi strutturali per la messa a punto dei propri programmi operativi. Di recentissima stipulazione il primo accordo che ci riguarda: il 18 aprile è stato stipulato un memorandum tra la Regione Lombardia, Finlombarda e il FEI. Ne approfondiremmo i dettagli presto, dopo aver meglio illustrato le fasi di implementazione dell’iniziativa.

Eleonora
Fri 27 Apr 2007, 12:37 PM - Stampa
Paola Mutti e Paola Fumiani di Infocamere mi informano che, dal prossimo 2 maggio sarà visibile in produzione, nella home page di webTelemaco, la Novità relativa alla Sperimentazione di deposito bilanci in formato Xbrl.
Il testo della notizia fornirà, a tutti gli utenti del servizio Telemaco-Pratiche, le indicazioni per la possibile partecipazione alla Sperimentazione XBRL , indirizzando alla predisposta area Bilanci->XBRL per i dettagli.
Si sono raccolte diverse dichiarazioni di interesse a partecipare alla sperimentazione. Si sono mossi singoli studi professionali, Camere di commercio, le rappresentanze provinciali degli Ordini Professionali, centri servizio e CAAF.
A Trento proporremo l'iniziativa in collaborazione con la CCIAA locale, nell'ambito di un progetto sulle piattaforme informatiche per lo scambio di dati tra PMI e pubbliche amministrazioni.
Per informazioni potete rivolgervi ai punti informativi che saranno indicati sul sito webTelemaco.
Se avete curiosità particolari, lasciate un post qui su aleablog.

Luca
Sat 21 Apr 2007, 11.25 - Stampa
Ieri (20 aprile) a Roma, sono intervenuto al Laboratorio per le politiche di sviluppo "Ingegneria finanziaria", un workshop organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Qui trovate le slide del mio intervento, dove riprendo alcune idee su perdite attese e inattese, garanzie reali e personali (già dette a Riccione al convegno di Confidi Servizi ER). Ho poi fatto un telegrafico inquadramento di due possibili architetture del sistema di garanzia, la prima basata su una piattaforma di tranched cover, la seconda su un sistema a due livelli con intermediari vigilati che erogano garanzie personali.
L'incontro è stato molto interessante. Non chiedetemi di guidarvi nel dedalo delle strutture del Ministero, e relative sigle (DPS, UVAL, QSN, POR, PON, etc. etc.) perché anch'io mi ci sono perso. Vi dirò soltanto che sono stato invitato da Salvatore Vescina, del Dipartimento per le politiche di sviluppo, Unità di valutazione degli investimenti pubblici. L'evento era rivolto ai rappresentanti delle Regioni e dei confidi, per sollecitare una riflessione comune e un coordinamento delle azioni in materia di garanzia sul credito e di private equity, il tutto in un disegno organico di politica industriale nell'ambito del QSN, ovvero del Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013.
Nella prima sessione, ha parlato Luigi Donato (Banca d'Italia) su Basilea 2 e garanzie confidi. Dopo sono intervenuto io, e a seguire Alessandra Bechi (AIFI) con una rassegna del mercato italiano del private equity. Nella seconda sessione è stata la volta degli esperti del Ministero: Salvatore Vescina (già citato), ha presentato la proposta di un Fondo Federale di Garanzia basato sul cofinanziamento Stato - Regioni e sostitutivo dell'attuale Fondo Centrale di Garanzia MCC ex legge 23/12/96 n. 662, che pare sia destinato a cessare nella sua attuale forma; Andrea Vecchia (Direttore generale dell'IPI) ha parlato del Fondo Finanza d'Impresa (v. comma 847 della legge finanziaria per il 2007), uno strumento flessibile che intende lanciare piattaforme innovative di finanziamento delle imprese (basate su credit risk transfer, prestiti mezzanini e private equity) con il supporto di fondi pubblici; tale Fondo dovrebbe assorbire tra l'altro le risorse oggi allocate al suddetto Fondo centrale di garanzia.
E' seguito un dibattito (vivace) coordinato da Massimo Lo Cicero (studioso e consulente su temi di politica industriale, è docente a Roma - Tor Vergata).
Ha chiuso i lavori Carlo Sappino, Capo del Dipartimento Politiche per lo Sviluppo.
Sono emersi tanti spunti, che devo assolutamente approfondire nei prossimi giorni. Li elenco in breve:
- è in atto un restyling degli aiuti finanziari alle imprese, che mette in primo piano gli obiettivi di sviluppo delle imprese rispetto ai meccanismi tecnici di incentivazione, e premia la sperimentazione di soluzioni innovative, in una visione unitaria della finanza d'impresa, che porta a gestire in maniera coordinata le azioni basate sul credito e sul capitale di rischio; in questo scenario che spazio avranno gli interventi tradizionali? Saranno ripensati? Le associazioni imprenditoriali presenti hanno espresso preoccupazione (già emerse in questo position paper di Confindustria);
- c'è estrema varietà di misure a livello europeo, nazionale, regionale, comprensoriale, ecc., che solleva un problema di coordinamento tra i diversi livelli; sarebbe opportuna una razionalizzazione;
- le risorse non mancano; nelle regioni che ancora beneficiano dei fondi strutturali (per lo più al Sud) basterebbero per creare tante isole di sviluppo e di benessere, replicando il caso irlandese con il vantaggio del clima mediterraneo; il problema è spendere bene questi soldi;
- tornano in auge gli aiuti basati sui contributi in conto interessi rispetto ai contributi diretti agli investimenti; quando ero giovane, nei primi anni ottanta, ho assistito alla reazione uguale e contraria, ovvero il progressivo smantellamento degli aiuti in conto interessi, accusati di interferire con il processo di selezione del credito;
- come conciliare esigenze di politica industriale, vincoli normativi sugli aiuti di Stato ed efficienza finanziaria degli aiuti? In concreto, nel caso delle garanzie, come impiegare fondi pubblici a destinazione vincolata per capitalizzare i confidi o per supportare la tranched cover di portafogli ampi e ben diversificati?
C'è molto lavoro da fare per trovare le risposte.

Luca
Sat 21 Apr 2007, 10.11 - Stampa
La Banca d'Italia sta facendo un lavoro impressionante per allineare tutto il sistema sul nuovo regime di Vigilanza post Basilea 2. Dopo le istruzioni applicative relative alle banche, (Circolare n. 263 del dicembre 2006), è uscito un documento di consultazione sulla normativa omologa relativa agli intermediari vigilati, iscritti all'ormai famoso elenco speciale ex art. 107 TUB.
L'impianto di controllo prudenziale del 107 è più snello rispetto a quello delle banche. Nel primo pilastro, si prevedono requisiti minimi per i rischi di credito, di controparte, operativo e di concentrazione (dei crediti); solo per le banche che hanno esposizioni rilevanti, sono previsti requisiti per i rischi di mercato e di cambio.
Nel secondo pilastro si richiede un processo di autovalutazione dell'adeguatezza patrimoniale simile a quello applicato alle banche "standard". Nel terzo pilastro si fissano obblighi di informativa al mercato.
Come previsto in un emendamento al TUB, anche gli intermediari 107 che erogano crediti potranno applicare l'approccio IRB di Basilea 2. Su questo punto, il documento in questione rinvia alla normativa per le banche, ovvero alle istruzioni di cui sopra. Si presume però che la gran pare dei 107 adotterà il metodo standardizzato, che viene ripreso dalla normativa per le banche, con l'aggunta di precisazioni richieste dall'operatività degli intermdiari non bancari (ad esempio leasing e factoring).
Per il rischio di credito, è inoltre consentito un metodo standardizzato semplificato, che non prevede una differenziazione dei requisiti per rating esterno, ma si limita ad applicare una tabella che è la versione aggiornata di quella applicata prima di Basilea 2 (ad esempio, prevede una ponderazione al 75% dei crediti retail, classe che non era prevista in Basilea 1). Nelle Istruzioni per le banche, questo metodo semplificato è ammesso, e viene inquadrato nel Titolo I, Capitolo 1, parte III.
Sulle garanzie personali dei confidi, a pag. 66, si ribadiscono le posizioni già espresse nelle istruzioni per le banche e in precedenti documenti:
Nel caso in cui i sistemi di garanzia mutualistica (ad es. i Confidi) forniscano garanzie di tipo personale, il requisito previsto nel punto 1.2 del presente paragrafo si ritiene rispettato purché sia soddisfatta una delle seguenti condizioni:
a) il finanziatore ha il diritto di ottenere tempestivamente un pagamento provvisorio da parte del garante, corrispondente ad una stima attendibile dell'importo delle perdite economiche che l’intermediario stesso potrebbe subire, comprese le perdite derivanti dal mancato versamento di interessi e di altri tipi di pagamenti cui il debitore è tenuto, in proporzione alla copertura della garanzia personale. Il finanziatore stabilisce la congruità dell’acconto in relazione alle perdite sperimentate;
b) gli effetti di protezione delle perdite assicurati dalla garanzia personale, tenuto conto anche delle perdite derivanti dal mancato versamento di interessi e di altri tipi di pagamenti cui il debitore è tenuto, giustificano il trattamento prudenziale come garanzia personale.
Sull'efficacia delle contro-garanzie a fronte di garanzie personali, a pag. 63, si afferma:
Quando un’esposizione è protetta da una garanzia personale che è a sua volta assistita dalla contro-garanzia di uno dei soggetti compresi nelle categorie di cui alle lettere da a) a c) del punto 1.3 del presente paragrafo, l'esposizione può essere considerata protetta da una garanzia personale fornita dal controgarante, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:
a) la contro-garanzia copre tutti gli elementi di rischio di credito dell’esposizione protetta;
b) la garanzia principale e la contro-garanzia soddisfano tutti i requisiti operativi previsti per le garanzie personali, fatto salvo che la contro-garanzia può non essere riferita in modo diretto all’obbligazione principale;
c) l’intermediario è in grado di dimostrare che la copertura è solida e che non esistono precedenti storici dai quali si possa evincere che la copertura della contro-garanzia è di fatto inferiore a quella fornita da una garanzia diretta da parte del contro-garante.
La contro-garanzia da parte di uno dei fornitori di protezione sopra indicati è riconosciuta anche se essa non assiste la garanzia diretta dell’esposizione, ma una contro-garanzia prestata a tale garanzia diretta da un fornitore non rientrante nel novero dei contro-garanti ammessi.
Si riconosce quindi valida una contro-garanzia personale di soggetti ammessi (Stato, altri enti pubblici, banche multilaterali di sviluppo) a fronte di garanzie personali anche rilasciate da confidi non vigilati. Si riconosce inoltre la validità di una catena di controgaranzie che termina con quella di un soggetto ammesso, anche se l'anello intermedio non lo è (ad esempio, quando un confidi 106 di primo grado è controgarantito da un 106 o 107 di secondo grado e questo è controgarantito dal FEI o da una Regione.) Il problema è però trovare queste contro-garanzie "personali" illimitate: le Regioni e il Fondo Centrale di garanzia non ne rilasciano, e anche il FEI applica un cap al suo impegno.
Non si parla esplicitamente di fondi pubblici di garanzia, se non per un fugace accenno a pag. 37 dove si parla di garanzie integrative rispetto a quelle ipotecarie. Su questo punto (riconoscere i fondi pubblici come erogatori di valide contro-garanzie) continua l'azione di lobbying delle associazioni dei confidi.
So di dire una cosa che rischia di guastare i miei buoni rapporti con molti esponenti del mondo confidi, ma la dico lo stesso perché vedo una situazione di stallo dalla quale occorre uscire al più presto: io, se fossi in loro, cercherei soluzioni alternative. Il sistema deve essere rivisto alla radice: perché ostinarsi a cercare spazi di ammissibilità di strutture obsolete tra le pieghe della nuova normativa? Il problema non è la cattiva volontà della Banca d'Italia, che ha dimostrato invece grande apertura verso le istanze dei confidi. Basilea 2 è stato scritto a Basilea, con le logiche di un Comitato internazionale. E' molto pericoloso puntare a soluzioni domestiche che guardano al passato, e ritardare con questo pretesto la progettazione del nuovo.

Luca
Thu 19 Apr 2007, 23.26 - Stampa
Di nuovo cronache di viaggio. Felicemente tornato da Perugia, mi accingo a partire per Reggio Calabria. Domani presenterò al CdA della Banca popolare delle province calabre il programma di attività messo a punto con il Direttore, Alfredo Vadalà. Da lì mi porterò a Roma, dove venerdì parlo al workshop "Ingegneria finanziaria" organizzato dal Laboratorio per le politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico. Una settimana variegata.
A Perugia il convegno ogranizzato da Fedart e CoFiRe (confidi di secondo livello dell'artigianato umbro) è stato interessante. Le relazioni introduttive sono state di Tino Vaccari, coordinatore Fedart, di Alessandro Carpinella, di KPMG (società che affianca Fedart nel progetto di riposizionamento dei confidi artigiani), e di Leonardo Nafissi, di CoFiRe, che ha parlato della possibile applicazione del modello Fedart-KPMG in Umbria. Io ho fatto un breve intervento su garanzie reali e personali, perdite attese e inattese, 106 e 107 (i temi analizzati negli ultimi paper). Il giorno prima avevo terminato lo studio sul sistema della garanzia in Umbria, commissionato dall'associazione ATI Prisma, che riunisce i confidi umbri e Gepafin, finanziaria regionale, ma ovviamente non ne ho parlato. A seguire, nutrita tavola rotonda con esponenti delle associazioni di categoria, chiusa dall'assessore Riommi.
Il progetto Fedart prevede un'ossatura di confidi 107 "baricentro" con competenza almeno regionale e preferibilmente di natura interassociativa. A contatto con le imprese colloca degli sportelli dei 107, o degli "sportelli societarizzati 106" (nome strano, evoca uno sportello con un CdA di cui si potrebbe fare a meno). In entrambi i casi gli sportelli fanno istruttoria delle pratiche di garanzia e assistenza finanziaria di base, i 107 erogano le garanzie e forniscono servizi di assistenza evoluta. Le funzioni di governo e supporto operativo si appoggiano su piattaforme IT e consulenza in outsourcing.
Nel settore artigiano sono in corso diverse iniziative di riassetto. La griglia di KPMG dà un menu di soluzioni sensate e politicamente accettabili. Al momento è un programma strategico, aperto a diverse soluzioni tecniche per le garanzie. Inviterei Fedart e il suo consulente ad approdofondire questi profili tecnico-finanziari, perché senza precisarli non si può valutare l'efficacia dell'uno o dell'altro assetto organizzativo e di governo.
Nel pre e post convegno, chiacchierate piacevoli con gli ospiti e i relatori, di confidi e varia umanità. Ma ne parliamo un'altra volta.

Luca
Tue 17 Apr 2007, 00.20 - Stampa
Cari amici, sono a Perugia! Se guardate l'ora del post, capirete che sono reduce da un viaggio serale: Verona, Bologna, Cesena e giù per l'Umbria sulla superstrada Cesena - Orte, famosa per la varietà del fondo stradale. In direzione sud, è chiusa la galleria sotto il passo del Verghereto, e quindi c'è una deviazione obbligatoria sul passo. L'ho presa, un cortese automobilista mi ha ceduto la strada e ho cominciato ad inanellare tornanti con grande gusto. Se non che, mi si è parato davanti il cassone di un autoarticolato di Angri (Salerno), che procedeva in salita a 15 Km orari, prendendo le curve con agio. Nemmeno Marco Ranzani con il suo noto SUV superacessoriato sarebbe riuscito a sorpassarlo. Sul portellone posteriore, il camionista ha voluto mettere un'immagine gigante di Padre Pio da Pietralcina, che mi ha tenuto compagnia per vari kilometri. Ho affidato al santo tutta la mia famiglia, i miei amici, senza dimenticare il sistema umbro della garanzia fidi, di cui parleremo domani in un convegno a Torgiano, organizzato da Fedart. Ci torneremo sopra.
La pera cocomerina, una varietà rara e profumata che trovate solo sul passo del Verghereto (un'altra scoperta del mio lento e meditativo percorso)
Buonanotte

Luca
Wed 11 Apr 2007, 15.51 - Stampa
Dopo tanti blog sui corsi di finanza per imprenditori, per i dipendenti di banche, per i soci di Casse Rurali, un corso diverso dal solito. Sabato parto per una settimana a tenere un corso di "Financial Management" ai docenti della St. Thomas University Mozambique a Maputo. Dovrebbe essere la trasferta più lontana per i formatori del club Basilea 4x4. Parlerò di rischio e rendimento degli strumenti finanziari, di decisioni di investimento e di decisioni di finanziamento, utilizzando gli strumenti del bilancio previsionale e del rendiconto finanziario, nello stile ormai consolidato dei nostri corsi di formazione.

Flavio B
Tue 10 Apr 2007, 19.38 - Stampa
Al forum di Berlino Unicredit Banca ha presentato soluzioni di risk transfer per i confidi. Tutte sono basate su forme di tranching del rischio. Dopo il forum sono venuto a conoscenza di un progetto del gruppo BPU che adotta la cartolarizzazione sintetica dei rischi mezzanine e senior delle esposizioni (simile alle strutture promosse da Banca Impresa Lazio). Ma non sono soltanto le banche a spingere sul tranching del rischio con garanzia finanziaria delle prime perdite. La stessa Assoconfidi (che rappresenta le federazioni dei confidi), nel commentare il documento di consultazione della Banca d'Italia su confidi 107 e banche di garanzia, propone quanto segue:
si ritiene che nei casi in cui il confidi garantisca, attraverso uno specifico fondo rischi a ciò vincolato, le prime perdite di un portafoglio di finanziamenti segmentato secondo lo schema tranched cover[ed], non rilevino ai fini del rispetto del requisito né l’ammontare delle garanzie prestate (per la parte di attivo ponderato), né il fondo rischi monetario (per la parte di patrimonio di vigilanza).
(cito una versione preliminare di un documento Assoconfidi che mi ha fatto gentilmente avere l'amico Dario Boilini).
Banche e confidi puntano sulla tranched cover come soluzione pro tempore alternativa al rilascio di garanzie personali. In questo modo si crea una camera di compensazione per le garanzie in essere, che possono così essere mantenute e sviluppate senza che si oltrepassi la soglia per l'iscrizione obbligatoria all'elenco speciale ex art. 107 TUB. Nel suo intervento al forum di Berlino, il dott. Lo Monaco della Banca d'Italia ha giudicato accettabile questa soluzione, purché sia davvero transitoria. Se il modello a regime è quello di un intermediario garante personale, occorre che il confidi 107 costruisca portafogli ampi, e si patrimonializzi adeguatamente. Come emerge nei nostri paper su tranched cover ed equilibrio dei confidi 107, i due modelli difficilmente possono coesistere a lungo. Le strutture di tranching segmentano le esposizioni e le risorse patrimoniali e, di fatto, impoveriscono la diversificazione dei portafogli di garanzie personali che si volessero accumulare in parallelo.
Bisogna cominciare a pensare ai percorsi di migrazione da un sistema di tranching a uno di garanzie personali? Penso di sì, non sarà un processo spontaneo.

Luca
Sun 8 Apr 2007, 09.53 - Stampa

Eugène Burnand, Les disciples Jean et Pierre accourant
au sépulcre le matin de la résurrection, 1898, Paris, Musée d'Orsay.
Fri 6 Apr 2007, 06.55 - Stampa
Torno a parlare del Forum Unicredit Banca del 31 marzo a Berlino. Il primo blog è dedicato all'organizzatore dell'evento: Unicredit Banca, che ha portato nella capitale tedesca circa 800 persone, tra personale interno, direttori e presidenti di confidi, accompagnatori, i presidenti delle Regioni Umbria e Friuli Venezia Giulia, l'ambasciatore a Berlino Puri Purini, Gad Lerner (che ha condotto il talk show sabato mattina), altri giornalisti, esponenti della Banca d'Italia, qualche docente universitario. Spot multimediali con musica rock in sottofondo, roba alla Bill Gates.
Il leimotiv (usiamo un po' di tedesco anche noi) era Valore Confidi, più di una campagna commerciale: si tratta di un'azione strategica intrapresa dalla banca per radicarsi nel segmento piccole imprese.
Valore Confidi è fatto di cinque principali ingredienti:
- un portafoglio di soluzioni di garanzia basati su tecniche di tranching nelle quali il confidi partecipa alle prime perdite per una percentuale massima coperta da cash collateral;
- un modello di rating confidi, che media informazioni economico-patrimoniali e dà importanza alle performance storiche dei tassi di perdita sulle esposizioni garantite;
- un modello di rating delle aziende socie che dà alla rete maggiori limiti deliberativi quando è presente la garanzia confidi;
- prodotti bancari per la piccola impresa (conti correnti, finanziamenti a medio termine, ecc.) riservati ai clienti convenzionati confidi;
- servizi informatici erogati tramite web per facilitare le preistruttorie (flusso da confidi a banca), e il controllo andamentale dei rischi in essere (flusso da banca a confidi).
Unicredit Banca è la divisione retail del gruppo, ed è naturale che siano le piccole imprese al centro delle sue attenzioni. Si spiega così la maggior visibilità nel Forum dei confidi artigiani e del terziario rispetto a quelli industriali. Dove si radica questa attenzione speciale per i confidi? Per un grande gruppo che deve competere con banche locali, i confidi offrono una rete capillare di contatto e, soprattutto, un filtro della clientela small business. Più volte il vice-direttore di Unicredit Banca, Rodolfo Ortolani, ha stressato il valore della "garanzia implicita" che il confidi rilascia ai suoi associati: alla domanda "la Banca preferirebbe la garanzia di un confidi 106 o di un intermediario 107?" Ortolani ha risposto che la garanzia 107 di un soggetto estraneo alle associazioni tra imprese (ad esempio, una finanziaria regionale) sarebbe valutata per il suo contenuto patrimoniale o giuridico, ma non sarebbe premiata per il suo contenuto reputazionale a differenza di quella di un 106.
Il gruppo Unicredit è sempre stato un first mover che si muove con idee chiare, e con molta grinta. Il progetto Valore Confidi risponde a esigenze concrete, e vuole stimolare una crescita ancora più vigorosa dei confidi, nella quale la banca conquisti uno spazio privilegiato. Ho parlato con diversi amici di confidi e loro associazioni, e tutti hanno apprezzato la novità e i vantaggi di questa proposta.
Da quello che ho visto, direi che Alessandro Profumo ha vinto la scommessa del modello per banche di segmento. Una banca retail è spronata ad andare incontro alla sua clientela elettiva facendo cose diverse dai concorrenti generalisti. Avere sviluppo prodotti, macchina produttiva, marketing, risk management, rete distributiva sotto un unico tetto accelera enormemente il time to market e il dinamismo commerciale. Questo progetto ne è la prova schiacciante.
Il progetto Valore Confidi è un'idea nuova, per molti aspetti in evoluzione. La concorrenza non starà a guardare (o saranno i confidi a svegliarla chiedendo "e voi quanto mi fate?"). Alcune soluzioni (penso alle preistruttorie su web) sarebbero più funzionali se rese su piattaforme multibanca, integrate con i sistemi informativi dei confidi. Ci sono spazi di miglioramento: ad esempio, gli aspetti tecnici delle strutture di risk transfer meritano di essere comunicate più chiaramente.
Son tornato da Berlino con un'impressione decisamente positiva: questo progetto fa muovere le cose, e il settore confidi ne trarrà dei benefici solo per questo. Così come auguro un ritorno positivo a Unicredit Banca. La sua audacia, nonché la grazia e la simpatia delle hostess che ci hanno accolto al Forum, meritano di essere premiate.

Luca
Fri 6 Apr 2007, 06.00 - Stampa
Cristo al morir tendea,
ed ai più cari suoi
Maria dicea:
"Or se per trarvi al ciel
dà l'alma e 'l core,
lasciaretelo voi
per altro amore?"
Giotto, Affresco dalla Cappella degli Scrovegni, Padova
Wed 4 Apr 2007, 12.04 - Stampa
Lo scorso lunedì 4 aprile si è svolto a Modena il convegno dal titolo "Capitale di rischio e PMI innovative". L'evento è stato organizzato dal Cefin, centro di ricerca dell'Università di Modena, e dalla Rappresentanza italiana della Commissione Europea. E' stata una giornata molto intensa, articolata in due sessioni di lavoro. Quella del mattino è stata dedicata all'inquadramento teorico del tema centrale degli studi sul private equity che è l'equity gap, vale a dire la domanda potenziale di capitale di rischio che rimane insoddisfatta a causa dell'esistenza di una serie di imperfezioni e rigidità che operano sia dal lato della domanda che dal lato dell'offerta di equity. Il tema è stato analizzato dai colleghi dell'Università di Modena impegnati nel nostro progetto Smefin (Alessandro Grasso, Elisabetta Gualandri, Luciana Canovi e Valeria Venturelli) che hanno presentato i loro primi risultati di ricerca. La sessione pomeridiana ha ospitato due tavole rotonde in cui si sono confrontate alcune figure rappresentative degli attori chiave del mercato del capitale di rischio: imprese innovative (era presente Stefano Spaggiari di Expert System), banche (Corrado Pizzaluga di Unicredit Banca d'Impesa), fondi di seed e venture capital (Francesca Natali del Fondo Ingenium), fondazioni bancarie (prof. Andrea Landi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena) e policy makers e istituzioni pubbliche(Massimo Marchesi della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea, il nostro conterraneo trentino Gabriele Todesca del Fondo Europeo degli Investimenti e Andrea Pappacena della Regione Emilia Romagna). Sono emersi spunti interessanti per ulteriori approndimenti dell'attività di ricerca e per l'impostazione di iniziative volte a migliorare il funzionameno di questo particolare mercato.
Non appena disponibili saranno caricati sul sito smefin i materiali del convegno.
Chiudo questo lungo blog con un plauso ai promotori dell'iniziativa per la qualità dell'organizzazione e (last but not least) delle forme di copertura del calorical gap dei partecipanti, ristorati con un ricco buffet a base di prodotti tipici locali (menzione particolare per ciccioli e coppa di testa)!
Flavio A.
Mon 2 Apr 2007, 07:39 AM - Stampa
Cari amici, sono rientrato ieri da una due giorni a Berlino, dove si è tenuta una convention organizzata da Unicredit Banca, tutta dedicata ai confidi.
Ho riportato a casa cose da scrivere per molti blog, che non voglio bruciare in poche righe scritte di corsa.
Ho avuto una conferma: la trasformazione del mondo confidi è già avviata. Nel dibattito pubblico si discutono tante proposte. Nella pratica, si comincia a fare le poche cose che servono.
Grazie a Unicredit per la sontuosa ospitalità. Nei prossimi giorni darò anche una lettura delle loro strategie.
Un saluto particolare ai lettori del blog che a Berlino ho avuto il piacere di incontrare di persona.
Luca