Wed 29 Mar 2006, 15.29 - Stampa
Uno nuova versione del database Bach è disponible sul sito della DG ECFIN dell'Unione Europea all'indirizzo:
https://europa.eu.int/comm/economy_finance/bach/db_new/
Questo database contiene un insieme di conti annuali aggregati delle imprese non finanziarie classificati per:
- dimensioni
- settore (NACE REV. 1.1)
- MIG (Main Industrial Grouping)
E' stato modificato il software di download per tenere conto dei suggerimenti degli utenti.
Thu 23 Mar 2006, 08.45 - Stampa
Uno dei moduli di ricerca del progetto smefin (il WP03) è dedicato allo studio del sistema di offerta dei servizi professionali a supporto della gestione finanziaria delle piccole e medie imprese con lo scopo di individuare e proporre nuove soluzioni istituzionali e organizzative utili a sostenere e favorire il processo di adeguamento delle PMI verso standard evoluti di gestione finanziaria.
La ricerca non può che partire dall'analisi dello stato dell'arte in materia di consulenza finanziaria attraverso la mappatura dei servizi attualmente erogati e la descrizione delle best practice di offerta (contenuti del servizio, processi operativi di erogazione, pricing).
Vorrei condividere con voi i risultati di una prima provvisoria classificazione che ho voluto riassumere nel draft che potete scaricare dal seguente link . Il lavoro non ha alcuna pretesa di completezza ma vuole costituire un supporto "operativo" utile a sistematizzare le informazioni che di volta in volta verranno acquisite approfondendo le diverse tematiche.
Risulteranno di estremo interesse tutti i vostri i commenti, suggerimenti e riferimenti ad esperienze operative che conoscete e che vorrete segnalarci (soggetti, contenuto dei servizi e modalità di erogazione, pricing).
Flavio A.
Mon 20 Mar 2006, 08.30 - Stampa

Andrea Pisano, La navigazione

"Carissimo, la tentazione più grande che il demonio mette nel tuo cuore è di farti credere di essere più utile in qualsiasi altra parte del mondo fuorché dove ti trovi o che sarebbe più importante fare qualsiasi altra cosa fuorché quello che stai facendo."
San Francesco di Sales, Lettera 125 (25 settembre 1608)
Fri 17 Mar 2006, 13.30 - Stampa
Luigi Zingales, sul Sole 24 ore del 24 febbraio, commentava la proposta di "quote rosa" discussa in Parlamento. Che le donne siano sottorappresentate nelle posizioni di vertice, tanto in politica quanto nelle aziende, è un dato di fatto. Che questa situazione vada corretta per legge, ad esempio con quote minime di posti di comando riservati alle donne, non è altrattanto scontato. Zingales, citando diversi studi in materia di governance delle imprese, conclude che in realtà siamo di fronte a un emblematico fallimento del mercato: nella competizione per emergere gli uomini prevalgono perché hanno motivazioni più forti e abilità più esercitate. Tuttavia, la prevalenza maschile non è sempre un bene per le organizzazioni, in quanto spesso i leader-uomini cercano la contesa e lo scontro, dentro e fuori l'azienda, per affermare il proprio ego, anche quando sarebbe più utile cercare un'intesa o un compromesso. Di qui le ragioni per volere più donne al comando.
Quanto afferma Zingales, aggiungo io, è vero a maggior ragione in Italia, dove un certo modello di leadership maschile, non l'unico, porta a dare troppo peso alla gestione delle relazioni di potere, o all'abilità nelle trattative (con i fornitori, i clienti, i partner, il personale), schiacciando l'attenzione organizzativa sul breve periodo a scapito della sana e prudente amministrazione, della ricerca di equilibri che mettono in discussione l'esistente. Non voglio dire che sia una legge di natura che vale sempre: le donne in carriera possono imitare le peggiori abitudini che, storicamente, si osservano nei comportamenti maschili, ma così facendo vanno contro il "genio" di cui la natura le dota.
Che spazio trovano le donne nel mondo dei confidi? Adeguato, direi, sulla base del mio osservatorio. La presenza femminile negli organigrammi è rilevante. Ho in mente due casi in particolare (se ce ne sono altri che non conosco, fatemi sapere). Patrizia Geria dirige la struttura di Neafidi, il confidi veneto nato da un progetto di integrazione interprovinciale. Neafidi è anche conosciuto come primo sperimentatore del bond di distretto. Oggi è tra le realtà che più attivamente si stanno attrezzando per trasformarsi in intermediari vigilati.
Luisa Giandinoto è alla guida del Confidi Bolzano, una realtà dinamica molto apprezzata dagli associati per l'assistenza fornita nei rapporti con le banche. "La" Confidi (così si usa dire a Bolzano, essendo il confidi una cooperativa) segue le aziende nella predisposizione dei dati per le analisi di affidabilità, fornisce una consulenza, gratuita, all'analisi di bilancio, e spesso viene delegata a trattare le condizioni di costo del credito, sia alla concessione del fido, sia nel corso del rapporto.
Quanto di buono si vede nelle esperienze citate, è senz'altro merito anche della componente maschile dello staff. Ho avuto però la sensazione, in entrambi i casi, che le direttrici aggiungessero un quid di concretezza e buon senso, il gusto di cambiare le cose in meglio. Del resto, è mia moglie che prende l'iniziativa quando si tratta di far lavori in casa per renderla più accogliente. Un po' di concorrenza (o collaborazione) fra generi può essere benefica nel settore dei confidi, dove c'è tanto da fare. Luca
Mon 13 Mar 2006, 08.42 - Stampa
Con decreto del Ministero dell'Economia del 2 marzo 2006 è stata istituita la commissione di studio per dare attuazione a una delle principali novità della finanziaria 2006 (legge 266/05), i distretti produttivi.
La commissione dovrà mettere a punto entro il 31 ottobre lo schema di decreto per definire le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti produttivi, quali libere aggeregazioni di imprese private. Lo stesso decreto dovrà individuare i distretti in cui sperimetare le nuove disposizioni previste in campo fiscale, amministrativo, finanziario e per lo sviluppo. La "squadra" è formata da 39 persone, a cui si aggiungeranno tre rappresentanti di Regioni, Province e Comuni ed eventuali ulteriori componenti nominati dal ministero con un successivo provvedimento.
Flavio A.
Thu 9 Mar 2006, 14.32 - Stampa
Il mondo della consulenza e dell'informatica d'azienda si sta muovendo sull'onda di Basilea 2 per integrare il proprio sistema di offerta con servizi web e moduli applicativi dedicati al calcolo del "rating".
I servizi, fruibili in modalità ASP con fatturazione a consumo o mediante installazioni stand alone, sono offerti da società di consulenza (ad esempio il consorzio B24B, Net Consulting ,Euroimpresa Consulting, Phedro Consulting) e dalle software house che sviluppano i più diffusi sistemi informativi gestionali. Su questo secondo fronte, tuttavia, ancora pochi operatori (neanche una decina sugli 80 soci di Assosoftware, l'associazione di categoria dei produttori di software gestionali) sembra abbiano integrato i propri pacchetti gestionali con le nuove funzionalità. Funzionalità che, è bene ricordarlo, producono dei punteggi (score) non direttamente confrontabili con quelli generati dai sistemi di rating delle banche, ma che, se correttamente progettate, possono fornire utili indicazioni per orientare l'azione dell'impresa e del consulente nella relazione con i finanziatori.
Anche se c'è ancora molta strada da fare - sia per il perfezionamento dei sistemi che, soprattutto, per tradurne i segnali in comportamenti concreti - si tratta indubbiamente di un passo nella direzione giusta.
Flavio A.
Fri 3 Mar 2006, 07.16 - Stampa
L'amico (ed ex studente) Marco Merler, AD di Trentino Servizi, mi ha invitato a tenere due seminari su temi di finanza per i vertici e lo staff dirigenziale di questa dinamica multiutility del Trentino. Un'esperienza molto positiva: interesse dei partecipanti, competenze polifoniche, dibattito vivace. Un altro settore sul quale lavorare.
Fri 3 Mar 2006, 06.13 - Stampa
Il Comune di Mezzolombardo (nella piana rotaliana, all'imbocco della Val di Non) mi ha coinvolto qualche mese fa nella commissione di valutazione di un project financing riguardante la costruzione e la concessione in gestione per 20 anni di un centro natatorio (vulgo, una piscina). Si trattava della prima fase di un procedimento complesso, quella della selezione del promotore sulla base della valutazione di progetti preliminari. A questa prima, che dà al promotore una prelazione sull'esecuzione del progetto, ne seguono altre due.
E' stata un'esperienza interessante per diversi motivi. La commissione ospitava competenze variegate: oltre a me un esperto bancario di estrazione operativa, (l'amico Lucio Chiricozzi), l'ingegnere a capo dei servizi tecnici del comune e un suo collega esperto di piscine, coordinati dal segretario comunale. Il dibattito è stato molto ricco: gli ingegneri non ci hanno nascosto nulla della miriade di problemi strutturali e funzionali, noi esperti finanziari abbiamo praticamente rifatto i piani presentati dalle imprese concorrenti, mentre il segretario vigilava sulla compliance procedurale e sul raccordo con il livello politico dell'Amministrazione. Tutto è stato discusso in maniera approfondita in numerose riunioni.
Non avevo esperienze specifiche di project, anche se mi era capitato di studiare l'argomento. Per chi è abituato a valutare gli investimenti di imprese private, si tratta di un mondo nuovo. Riassumo le cose che mi hanno colpito:

- il progetto è valutato secondo criteri molteplici, non tutti misurabili e spesso divergenti; l'ente pubblico premia (a) l'apporto di capitali privati (debito e capitale netto), che riduce l'impegno pubblico, (b) le basse tariffe sui servizi erogati, a beneficio degli utenti, (c) i bassi costi di gestione, apprezzati in vista della ripresa in carico dell'impianto allo scadere della concessione; (d) il piano deve essere finanziariamente sostenibile, quindi si deve fare, di fatto, un rating della società progetto; (e)naturalmente, l'opera deve essere valida esteticamente e funzionalmente (e qui gli ingegneri si scatenano);

- in questa fase della valutazione, gli aspetti critici sono la qualità dei progetti e l'affidabilità del promotore, soprattutto la sua capacità di organizzare la progettazione e l'esecuzione assicurando, su una base patrimoniale adeguata, l'equilibrio economico e finanziario della gestione della società progetto per l'intera sua durata; il promotore dovrebbe cercare il rendimento sull'investimento finanziario di capitale netto, più che i redditi sulla costruzione (nei quali non c'è comunque la plusvalenza sul terreno, che viene di solito concesso in uso dall'ente pubblico); non tutti i promotori hanno questo approccio;

- i concorrenti possono interpretare queste regole in maniera difforme; nel nostro caso, un concorrente ha presentato cifre in apparenza migliori, date dal mix di basse tariffe sui servizi base (nuoto libero) e elevati ricavi e margini sui servizi a valore aggiunto (wellness); con una leva finanziaria molto spinta si otteneva un'eccellente tasso di rendimento sul capitale netto più la copertura dei flussi sul debito; in uno scenario prudente le cifre diventavano molto meno rassicuranti; morale, stiamo attenti a non fidarci troppo di formule di valutazione che ponderano misure di VAN, TIR, Debt service coverage ratio basate sui piani presentati dai concorrenti, un giudizio di merito è inevitabile; farebbe comodo una formula per selezionare il progetto migliore, ma sarebbe un pericolo (e una tentazione per i promotori).

Tante altre cose si potrebbero aggiungere. Alla fine dei lavori, pensavo che sarebbe molto utile avere un sistema informativo per supportare la raccolta e la valutazione delle proposte. Ad esempio, perché chiedere piani su carta, asseverati da banche che si limitano a controllare la coerenza logica e matematica, quando l'ente pubblico potrebbe far caricare le ipotesi su un modello precostruito, nel quale si fissi una struttura comune di driver di ricavo, costo, investimento e copertura finanziaria? I calcoli da fare sono molto più numerosi e complessi per la coesistenza di criteri pubblici e privati, e le cifre possono ballare per tanti motivi: meglio quindi avere schemi omogenei. Per di più, l'ente pubblico deve essere precisissimo nello spuntare i dati, che poi finiscono in atti amministrativi a rischio di ricorso. Flavio Bazzana ha sviluppato per la Provincia di Trento un modello del genere, applicato agli investimenti pubblici. Se ne potrebbe fare una versione per il project. Luca
Thu 2 Mar 2006, 15.22 - Stampa
Per i consumatori di news ho inserito in aleablog un semplice rss feed, ovvero un link a una pagina in formato xml contenente i più recenti titoli del blog, che può essere letto dai più popolari readers.
E' un lavoro amatoriale: se trovate qualche errore di formato portate pazienza.
Per consumare il feed di aleablog, fate clic destro sull'icona "XML Full posts", riportata nel pannello menu in basso a sinistra, e copiate il collegamento, che poi potete inserire nel vostro news reader preferito.
Thu 2 Mar 2006, 05.41 - Stampa
Riapriamo i collegamenti dopo qualche settimana di silenzio. Tra le novità, due riguardano XBRL:

- prosegue il progetto Infocamere (a cui partecipiamo dal suo inizio) sulla tassonomia italiana (GAAP Italy è il nome provvisorio). Abbiamo già i prospetti di sintesi obbligatori (conto economico e stato patrimoniale)in forma ordinaria e abbreviata. Si è cominciato a lavorare sulla struttura della Nota integrativa al bilancio. Infocamere, con l'appoggio degli ordini dei dottori commercialisti e dei ragionieri, prima dell'estate intende avviare una sperimentazione delle procedure di deposito del bilancio in formato XBRL presso il registro delle imprese. Siamo in contatto con Assosoftware, che rappresenta i vendor di software gestionale, per facilitare la diffusione di conoscenze su XBRL e la nostra tassonomia, in modo che i pacchetti contabili più diffusi siano quanto prima provvisti di funzioni di export dei bilanci in formato XBRL. Era quanto auspicavo nel mio intervento al convegno ABI dell'aprile 2005. Anche l'OIC, standard setter per l'Italia, dovrebbe essere coinvolto (sono in corso i primi contatti tramite gli ordini);

- in parallelo, un tavolo promosso dall'ABI, al quale partecipano authorities e associazioni di categoria, sta promuovendo la giurisdizione XBRL Italia; tra i soci promotori è in approvazione lo statuto; la base associativa è aperta a successive adesioni di soggetti istituzionali, professionali, accademici e commerciali; il passo successivo sarà nei confronti del consorzio XBRL international, che deve dare un OK, e del progetto XBRL Europe, che ha la mission di seguire e supportare la nascita di giurisdizioni nazionali nei paesi dell'Unione europea.

Quanto fatto non è poco, anche se si poteva fare di più, soprattutto per collegare e coordinare le due linee di lavoro, tra loro complementari. Ho sollecitato le persone con cui lavoro sul progetto Infocamere, e gli amici dell'ABI, a cercare questo coordinamento, e penso che ci siano le condizioni per realizzarlo.
In Italia, soffriamo di uno scollamento tra livelli politici e tecnici. Un tema nuovo, tecnicamente complesso come XBRL, può incontrare diverse resistenze. I rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni professionali sono molto cauti, con qualche ecccezione, nell'aprirsi a novità che potrebbero rendere obsolete le soluzioni che si usano oggi, o imporre investimenti per l'adeguamento ai nuovi standard. Del resto, anche in altri paesi importanti, come la Francia, ci si è mossi con molta prudenza.
I progressi non sono aiutati dalla sindrome del posto in prima fila, per cui ci si muove sulle innovazioni, ma cercando di avere qualche forma di vantaggio (prestigio, esclusiva) sugli altri, atteggiamento che chiaramente collide con la natura aperta di questo standard, ostacolando la comunicazione e l'intesa con gli altri stakeholder.
Non voglio però fare l'ennesima predica professorale sull'Italia delle rendite e delle corporazioni: abbiamo dei limiti, lo sappiamo, ma si può far molto per superarli facendosi avanti con proposte concrete, stimolanti e di comune vantaggio. Continueremo a dare il nostro piccolo contributo perché questa posizione prevalga. Luca