Sat 31 May 2008, 06:51 PM - Stampa
In partenza da Bari, cercavo qualcosa da leggere alla fornita libreria dell'aeroporto. Pur tentato dai best seller di denuncia di Gianfranco Stella (ma non dalla serie Harmony di Marco Travaglio) ho scelto la traduzione italiana del Cigno nero, l'ultimo libro di Nassim Taleb (qui c'è il suo sito).
Sono un estimatore di Taleb da quando ho scoperto il suo Dynamic Hedging. Nella mia vita precedente l'era smefin mi occupavo di rischio di mercato e derivati, e questo libro sul trading delle opzioni mi ha aperto gli occhi. Era lo scritto di un trader appassionato di Popper e molto critico verso la finanza quantitativa scolastica, fatta soltanto di modelli verificati in mercati gaussiani e perfettamente liquidi. Sui mercati gli eventi critici, da cui dipendono le grandi fortune o i disastri, non sono spiegabili né gestibili con i modelli di arbitrage pricing.
Il Cigno nero è un libro difficile da definire. Parla pure di finanza, ma si presenta come un saggio di epistemologia con molti riferimenti autobiografici. Il cigno nero, animale di cui era esclusa l'esistenza finché non se ne osservarono degli esemplari in Australia, è la metafora dell'evento "altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali. Primo: è isolato e imprevedibile. Secondo: ha un impatto enorme. Terzo: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà. Il successo di Google è un Cigno nero, l’ascesa di Hitler e l’11 settembre sono Cigni neri. E lo sono anche la nascita delle religioni, le guerre o i crolli delle borse."
Non ho l'erudizione e l'intelligenza acutissima di Taleb, ma ho scoperto di avere qualcosa in comune: non leggo regolarmente i giornali per non essere sommerso da messaggi irrilevanti; non corro per non perdere il tram che passa (no alla "fretta che l'onestade ad ogn'atto dismaga", Dante, Purg. III,10-11); sono convinto che i modelli scientifici che cercano di riprodurre le complessità del comportamento umano e delle dinamiche sociali riescono ad emulare i fenomeni reali, ma non servono a nulla per spiegare un fatto accaduto, e ancor meno per prevederlo prima che accada. Quello che veramente conta per le nostre vite è insondabile, ci prende di sorpresa e pare impossibile, finché accade.
Molte figure rispettabili non escono bene dal libro: oltre agli economisti finanziari, gli accademici in genere e chi di mestiere fa previsioni su fatti imprevedibili, puntualmente smentite. Non parliamo poi dei modelli di misurazione del rischio di portafoglio, pur essendo stato scritto prima della crisi dei subprime! Non ho bruciato il mio libro sull'argomento, ma ho ri-compreso quanto sia importante conoscere le falle logiche ed empiriche dei modelli.
Vi consiglio di leggere questo libro. Dà motli consigli pratici per mettersi nell'atteggiamento adeguato verso la realtà, per distinguere le scelte routinarie da quelle cruciali, dove si gioca la nostra libertà, e regolarsi di conseguenza.

Luca
Sat 31 May 2008, 03:32 PM - Stampa
Il rischio di credito delle banche operanti in Italia verso clientela residente. – Nel 2007 lo stock di sofferenze rettificate in rapporto agli impieghi si è ridotto dal 3,7 al 3,4 per cento. Esso risulta leggermente superiore a quello prima citato che, oltre a considerare le sofferenze contabili, include anche l’esposizione sull’estero. Il miglioramento ha riguardato l’insieme dei settori produttivi e tutte le aree del paese; rimangono significative differenze territoriali, con valori del 6,5 per cento nel Mezzogiorno e del 2,8 nel resto del paese.
Circa l’evoluzione del tasso di ingresso in sofferenza, pari al rapporto tra il flusso di nuove sofferenze rettificate nel corso del 2007 e la consistenza degli impieghi alla fine dell’anno precedente, si nota nel complesso un modesto miglioramento (dallo 0,84 allo 0,82 per cento). Il miglioramento è diffuso tra i settori produttivi. Per le famiglie consumatrici si registra un aumento dallo 0,77 allo 0,80 per cento.
Per quanto riguarda le imprese, l’evoluzione della qualità del credito è desumibile anche da un’analisi statistica che stima la probabilità di ingresso in sofferenza entro un anno dei prestiti utilizzando indicatori di bilancio delle imprese e indicatori di tensione finanziaria calcolati attraverso le informazioni relative alle relazioni di credito rilevate dalla Centrale dei rischi. Il campione si riferisce ai prestiti bancari e non bancari di circa 600.000 società non finanziarie, beneficiarie di crediti per quasi 850 miliardi, pari al 95 per cento del totale del credito a imprese non finanziarie.
L’analisi sulla qualità del credito delle famiglie e delle imprese non presenta significativi segni di peggioramento. In prospettiva, tuttavia, occorre sottolineare che il deterioramento si manifesta normalmente con ritardo e che la dinamica dei tassi di insolvenza a livello aggregato non esclude che vi possano essere difficoltà per settori specifici o segmenti più esposti della clientela bancaria.
Alla fine del 2007 la probabilità media di ingresso in sofferenza entro un anno, ponderata per l’ammontare di credito utilizzato, era pari allo 0,9 per cento, sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente. Nel complesso si è osservato un miglioramento per le piccole e medie imprese (con un fatturato non superiore a 5 milioni di euro). Nel Mezzogiorno le imprese presentano una rischiosità più che doppia rispetto al resto del Paese. Per le sole imprese quotate, la rischiosità media, ponderata per il credito utilizzato e misurata con una metodologia che tiene conto anche della volatilità e dell’andamento dei titoli azionari, sarebbe in leggero aumento rispetto all’anno precedente.

Banca d'Italia, Relazione annuale 2007, pag. 248.
Luca
Thu 29 May 2008, 04:33 PM - Stampa
Un'altro segnale di fermento tra i confidi viene dal Molise:
Martedì scorso, presso gli uffici della Regione siti in Via Roma, 84 si è svolto il primo incontro tra l’Ente regionale ed i Confidi molisani dedicato alla costituzione di una figura unitaria di raccordo fra tutti gli organismi di garanzia fidi operanti sul territorio regionale.
Questo importante evento organizzativo è stato fortemente voluto dall’Assessore Regionale alle Attività Produttive e Turismo, Franco Giorgio Marinelli. Attorno al tavolo quasi tutti i confidi molisani: Consorzio API Garanzia Fidi, Cooperativa Artigiana di Garanzia Molisana, Confartigianato Fidi, Cooperativa Artigiana di Garanzia “C.N.A. Molise”, Confidi Rating Italia, Cooperativa Artigiana di Garanzia Molise Centrale, Confidi Molise, Cooperfidi Molise, Consorzio Industriali Molisani Garanzia Fidi.
A presiedere la seduta Elvio Carugno, dirigente del Servizio Industria che, coadiuvato dal Consulente Dott. Pellegrini Antonio, ha illustrato agli intervenuti il progetto di costituzione di un Confidi di secondo grado. L’iniziativa intanto risponde alla necessità di colmare una lacuna della nostra Regione, tra le poche in Italia in cui non era ancora presente un Confidi di secondo grado, ma, cosa ancor più importante, mira a porre in atto una nuova strategia del legislatore regionale tesa al potenziamento del ruolo svolto dai confidi in seno al difficile rapporto di accesso al credito tra imprese locali e sistema creditizio attraverso l’articolazione di una “filiera della garanzia”.
I confidi di secondo livello hanno ancora un forte appeal per le regioni perché sono uno strumento di politica del credito che non spiazza il primo livello. Valgono anche in questo caso le riserve espresse qui sull'attualità e sull'efficienza di questa formula. Mi rendo conto che in molte realtà è l'unica soluzione di compromesso che può essere praticata. Certo che se esistesse una piattaforma di garanzia pubblica nazionale nella quale integrarsi le regioni sarebbero facilitate nell'attuare questo tipo di interventi.

Luca
Thu 29 May 2008, 15.30 - Stampa
Prima del convegno Artigiancredit a Milano mi ha fatto davvero piacere incontrare Roberto Villa, presidente di Confidart Bergamo (CNA) e di AssoConfidi, fino a pochi mesi fa alla guida di FedartFidi proprio negli anni cruciali per la riforma del settore. Ricordo una chiacchierata cordialissima e stimolante con lui e la direttrice Silvia Pini all'aeroporto di Berlino, di ritorno dal Forum di Unicredit.
Villa mi ha presentato la sua ultima idea: il Network Confidi 106, presentato a Varese l'8 maggio. La descrivo con le parole dei promotori, tratte dalla coloratissima brochure che mi ha lasciato.
Il "Protocollo d'Intesa" siglato da Fidimpresa Varese e Confidart Bergamo, al quale ha successivamente aderito anche Fidimpresa Milano, e che ha avuto la piena condivisione e l'avallo delle rispettive CNA Provinciali, ha preso l'avvio dalla comune consapevolezza delle necessità di identificare un percorso che, nel migliore dei modi e compatibilmente con la fotografia della realtà attuale, razionalizzasse al meglio le singole positive specificità da mettere a fattor comune, con l'intento di proporre alle Imprese, alle Banche, alle Istituzioni un modello di Confidi evoluto che, pur senza essere per il momento un Confidi Ente Finanziario, potesse operare con procedure, metodologie e capacità operative proprie dei futuri confidi 107.
[...]
Anche le Banche potranno trovare, nel quotidiano rapporto con gli aderenti al "Protocollo", una mentalità comune, sia nelle valutazioni dell'Impresa, sia nell'approntamento delle pratiche che, sicuramente, faciliterà la creazione di quella partnership, più volte indicata, come la principale condizione per una lettura attenta delle esigenze delle PMI e del Territorio che le esprime.
[...]
La crescita di un sistema complesso come quello dei Confidi non può avvenire solo per decreto o normativa, ma deve essere programmata ed organizzata consapevolmente per giungere preparati all’evoluzione dell’organismo senza perdere la positività del passato.
Ho scorso i dati di bilancio dei confidi promotori riportati nella brochure. Si tratta di tre realtà abbastanza omogenee, che hanno in essere a fine 2007 80 milioni di garanzie (32 Varese, 14 Milano, 24 Bergamo). Tutti lontani dalla soglia dei 75 milioni. Hanno avuto un'idea ragionevolissima, quella di razionalizzare e condividere le procedure di istruttoria e valutazione del credito e, penso, anche le convenzioni bancarie. Il nuovo Network intende marcare una differente strategia rispetto al resto del sistema confidi CNA lombardo: non dimentichiamo che dal gennaio 2008 è operativo Fidimpresa Lombardia, un soggetto formato dalle Confidi Cna di Brescia, Como, Cremona, Lecco e Pavia, sostenuti da Cna Lombardia, e orientato verso la trasformazione in "107". Bergamo, Milano e Varese preferiscono rimanere autonomi nelle rispettive province, ed anche evitare per qualche tempo il salto obbligato verso il 107.
Tornando ai dati di bilancio, cito due fatti degni di rilievo: (a) i tassi di insolvenza sull'importo garantito del 2007, che stanno in un intorno ridottissimo (0,32% - 0,34%) molto inferiore ai valori medi decennali che li precedono; (b) le incidenze dei fondi monetari sulle esposizioni garantite lorde e nette di controgaranzia, che sono piuttosto alti (tra il 14% e il 16% le prime, e tra il 34 e il 66% le seconde), come di norma si osserva per confidi di questa scala dimensionale, a dimostrazione del fatto che piccolo è bello, ma richiede in proporzione più risorse per assicurare i rischi (la statistica non è un'opinione).

Luca
Thu 29 May 2008, 12:38 PM - Stampa
Vi racconto del convegno a cui ho partecipato l'altro ieri a Milano. Era a tema la fusione tra i due confidi lombardi di secondo livello, Artigiancredit Lombardia (ACL) e Federfidi Lombarda (FFL). Non capita spesso che un progetto non privo di risvolti delicati venga discusso in un evento pubblico. Un plauso ai promotori per questa scelta di apertura intellettuale. Mi occupo del progetto come consulente dell'IReR, istituto di ricerca delle Regione Lombardia. E' da apprezzare anche questa decisione di aprire, tra associazioni ed ente pubblico, un confronto tecnico che si intreccia con il confronto politico.
Ha introdotto i lavori il presidente di Artigiancredit, Angelo Ondei, che è stato coadiuvato nel ruolo di chairman da Fabio Binelli, segretario di CNA Lombardia. Andrea Bianchi, vice-direttore di Artigianfidi Varese (di area Confartigianato) ha poi illustrato le linee strategiche del progetto di fusione, sottolineando i grossi numeri che lo sorreggono (a fine 2007, 153.000 imprese, più di 25.000 pratiche annue, più di 1,7 miliardi di credito erogato, più di 63 milioni di patrimonio). Si punta al raddoppio della quota di mercato del nuovo soggetto. Perché investire su di un "107" di 2° livello intersettoriale (se si unirà il terziario, ad oggi non ancora della partita) e regionale? Per avere il meglio dei due modelli di confidi, la capillarità e snellezza dei confidi locali (che rimarrebbero per la maggior parte 106) e la forza patrimoniale, le economie di scala e di competenza di un intermediario vigilato di grandi dimensioni, punto di accesso a risorse pubbliche e canali di controgaranzia (come il FEI). Il dott. Cioffo (spero di aver scritto bene) di KPMG (advisor di ACL) ha illustrato il modello strategico e organizzativo post fusione, prospettando un'attività incentrata sulla riassicurazione a favore dei confidi di 1° livello, con garanzie di tipo personale 107 eleggibili a fini di vigilanza; si è sottolineata la necessità di adottare criteri condivisi per la valutazione del credito (con differenze per classi di importo), il pricing delle garanzie, le politiche di allocazione del credito.
Io ho parlato del ruolo dei confidi di secondo livello nel quadro di riferimento post Basilea 2 e legge quadro, e del caso specifico della Lombardia; ho poi sottolineato alcuni punti di attenzione: i prodotti di garanzia, le politiche del credito (cosa unificare e cosa tenere distinto), la capitalizzazione e la sostenibilità del modello di business. Trovate qui le slide.
Il prof. Mosco ha approfondito il tema delle convenzioni tra confidi di 1° e 2° livello e banche, analizzando le modalità più opportune per dare centralità al ruolo del 1° livello nella gestione dei rapporti con le PMI e con le banche, evitando il rischio di uno scavalcamento da parte del 2° livello.
Claudio D'Auria ha interpretato il ruolo del discussant, commentando senza reticenze quelli che giudica punti di debolezza del progetto. A suo parere il piano tralascia di considerare forme operative interessanti (come le tranched cover e i finanziamenti per cassa) per concentrarsi su strumenti (le contro-garanzie) che non servono a fini di abbattimento patrimoniale alla banca (in tutti i casi), né al sostegno economico del confidi (nel caso di contro-garanzia indiretta). Inoltre, ha giudicato incompleta la trattazione del controllo dei rischi e del modello di equilibrio gestionale, che a suo parere è troppo dipendente dal sostegno pubblico.
Domenico Zambetti, Assessore Artigianato e Servizi della Lombardia, ha ripercorso i programmi di politica del credito a favore delle imprese artigiane, collocando il progetto di fusione nel contesto delle poltiche regionali. I lavori sono stati conclusi con i commenti riassuntivi di Giuseppe Vivace, vice-segretario di CNA Lombardia, e i ringraziamenti del presidente Ondei.
Che dire di questo progetto? Cominciamo dalle perplessità: impostare un sistema regionale di garanzia su un forte ente di 2° livello intersettoriale, come auspicano i fautori della fusione ACL-FFL, significa remare contro corrente rispetto all'onda lunga di Basilea 2 e della riforma dei confidi. La soluzione scelta è quella che piace dove è più forte il peso politico dei confidi di 1° livello che intendono presidiare il loro territorio senza ambizioni di crescita aggressiva. Questa filiera oggi funziona ancora, ma domani potrebbe essere spiazzata perché meno efficiente nel trasferire i rischi delle banche e più macchinosa (doppio passaggio delle pratiche di garanzia e governance a molte voci).
Ci sono anche lati positivi del progetto: è nato "dal basso", con il sostegno concorde delle quattro associazioni dell'artigianato che hanno convinto quelle dell'industria, dell'agricoltura e della cooperazione. Non è poco. La Regione ha una presenza di peso, ci mette risorse importanti, ma non ha preso in ostaggio il progetto per pilotarlo con intenti dirigisti. Adesso la palla va al gruppo promotore, che deve riempire di contenuti il modello organizzativo e gestionale del nuovo confidi.
Mi permetto di dare due suggerimenti agli estensori di tale piano industriale:
  • in una prima fase si è data enfasi alla "non invadenza" del nuovo ente rispetto ai confidi di 1° livello, e al fatto che questi ultimi resteranno protagonisti nel rapporto con l'impresa, nell'istruttoria, nell'ammissione alla garanzia. Non è una storia che si può raccontare alla Banca d'Italia. La valutazione del credito condotta al 2° livello dovrà essere stringente e sostanziale, e saranno semmai i 1° livello a doversi adeguare;
  • nel definire il processo di allocazione del credito tra settori, confidi soci, segmenti di imprese, occorre mettere in primo piano quello che potrebbe accadere nel caso in cui le cose andassero male; deve essere chiaro a tutti gli stakeholder l'impatto di perdite superiori alle attese, che potrebbero concentrarsi in alcuni segmenti e non in altri; stiamo parlando di un riassicuratore del credito, il progetto deve reggere anche in condizioni di stress.
Rinnovo gli auguri di buon lavoro coi quali ho chiuso il mio intervento citando Pica!.

Luca
Wed 28 May 2008, 02:49 PM - Stampa
In relazione alla revisione dell'assetto organizzativo della funzione di Vigilanza, del quale hanno dato notizia i giornali la scorsa settimana, pubblico questa nota che mi ha gentilmente inviato Claudio D'Auria
La ristrutturazione dell'Area Vigilanza della Banca d'Italia determina alcune rilevanti novità per i Confidi. Sia per quelli che continueranno ad operare secondo le tradizionali modalità, sia soprattutto per quelli che si trasformeranno in intermediari vigilati (banche di garanzia o intermediari iscritti nell'elenco speciale di cui all'art. 107 Tub).
Infatti, mentre ora e fino al 31.7.2008, le domande di iscrizione nell'elenco speciale ex. art. 107 andavano inviate alla Divisione Analisi e Intermediari II del Servizio Vigilanza sull'Intermediazione Finanziaria, dal 1.8.2008 (data di attuazione della ristrutturazione) le domande andranno inviate alla Divisione Costituzioni del Servizio "Rapporti Esterni e Affari generali" (REA) che avrà il compito di seguire le costituzioni di tutti gli intermediari e le varie iscrizioni in albi di soggetti vigilati. Il Reggente del Servizio REA è il dott. Boccuzzi, mentre il sostituto è il dott. Donato. Ancora non si conoscono i nomi dei Capi Divisione e quindi chi sarà il Dirigente che seguirà nel concreto le pratiche di iscrizione.
Una volta iscritti nell'elenco speciale i confidi saranno vigilati "on-going" dal Servizio "Supervisione Intermediari Specializzati" (SIS), il cui Reggente è il dott. Rinaldi e il sostituto è il dott. Baldinelli. La Divisione che si occuperà della vigilanza sugli intermediari dell'elenco speciale (e quindi anche dei Confidi-107) cambierà nome (tipo "Divisione Intermediari 107"), ma nella struttura dovrebbe (il condizionale è d'obbligo in questi casi) rimanere più o meno la stessa dell'attuale Divisione Analisi e Intermediari II, il cui Capo Divisione è il dott. Troiani.
Infine, i Confidi 106. Come noto l'UIC è stato incorporato nella Banca d'Italia. Gli uffici che si occupano della tenuta dell'elenco generale di cui all'art. 106 TUB sono anch'essi inseriti nel Servizio SIS. Per il nome dei Capi Divisione occorrerà aspettare ancora qualche settimana.

Claudio D'Auria, Allen & Overy
Si nota nel provvedimento l'intento di coordinare più strettamente l'azione di Vigilanza sui diversi comparti dell'intermediazione finanziaria (banche e altre tipologie di intermediari vigilati). Presumo che anche i 106 riceveranno più attenzioni (in termini di informazioni raccolte su base volontaria e informale) che in passato.

Luca
Wed 28 May 2008, 10:27 AM - Stampa
Il dott. Genero di Deloitte mi segnala il convegno "La trasformazione dei Confidi in intermediari finanziari - impatti e soluzioni operative" organizzato a Milano in data 6 Giugno da Business International presso l'Hotel Westin Palace, Piazza della Repubblica. Il seminario prevede una quota di 800 euro + IVA (in caso di iscrizione online). Trovate maggiori dettagli su questa pagina web (tengo a riprecisare che non ho incentivi monetari alla promozione dell'iniziativa). Il convegno è sponsorizzato da Confiteor Srl, società costituita per offrire servizi specialistici ai Confidi, di cui ho parlato in altre occasioni (ormai associo "confiteor" ai confidi, il nome ha perso le risonanze liturgiche della prima ora).
In realtà ero già a conoscenza dell'iniziativa perché sono tra i relatori, insieme con Claudio D'Auria (Allen & Overy), Paolo Fioretti (FitchRatings), Lorenzo Gai (Università di Firenze), Alessia Garbella, (Deloitte Consulting), Manlio Genero, (Deloitte e Confiteor), Fabrizio Mandrile, (MPartners e Confiteor), Gianni Cicogna (Pegaso 2000).
Gli organizzatori sottolineano che il convegno avrà un forte contenuto pratico; sarà sviluppato con l'ausilio di alcune simulazioni (conversione di un bilancio agli IAS, calcolo del PN di Vigilanza, sostenibilità economica della trasformazione, effetto sui ratios della garanzie, etc.).

Luca
Mon 26 May 2008, 07.07 - Stampa
I confidi italiani vedono avvicinarsi le tre streghe e la tensione cresce. Google alert per la chiave di ricerca "confidi" segnala notizie come le seguenti:
Artigiani, lite sulle coop di garanzia fidi - [In Abruzzo]al centro delle polemiche le cooperative di garanzia, Cofidi. Per Casartigiani e Confartigianato la cooperative devono avere bilanci autonomi. Nella riforma regionale, invece, si parla di accorpamento delle cooperative fidi.[...]
POR MOLISE. I Confidi molisani chiedono un incontro urgente con il presidente della Regione Iorio - [...]nella formulazione del POR FESR 2007-2013 e nella definizione dei successivi “Criteri di Selezione delle Attività”, in fase di approvazione proprio in questo periodo, si riscontra la volontà dell’attuale Governo Regionale di riservare i nuovi strumenti di garanzia esclusivamente in favore di intermediari (Confidi e non) vigilati dalla Banca d’Italia quali appunto non sono, e non possono essere nel brevissimo arco temporale ivi stabilito, i Confidi Molisani firmatari della presente richiesta d’incontro![...]
Si allontana la prospettiva di una fusione tra Confidi Industriali Vda e Fidindustria Biella - [...]il Confidi industriali della Valle d’Aosta, nel 2007, aveva avviato una fusione con Fidindustria Biella, allo scopo di raggiungere dimensioni tali da giustificare il passaggio al modello 107. Attualmente questo progetto è stato bloccato, come ha annunciato Jacquin. Ulteriori mutamenti del quadro legislativo hanno bloccato la spinta alla concentrazione dei Confidi, estendendo molte delle prerogative dei soggetti modello 107 ai modelli 106. Il passaggio al regime 107 non appare più una scelta sicuramente conveniente, come dimostrano i fallimenti di numerose fusioni in tutta Italia. Perciò il 2008, ha annunciato il presidente dell’associazione nella sua relazione, sarà per il Confidi Industriali Valle d’Aosta un anno di attesa.[...]
Sono tre flash, ma potrei citare altri esempi. Situazioni di stallo: discussioni vaghe sui modelli più efficienti, 106 e futuri 107 che si contendono i fondi rischi e i contributi alla trasformazione, programmi pubblici che pongono principi generali inapplicabili allo stato delle cose. So che non è dappertutto così. Ma non ci si può ìnascondere dietro un dito: nei quattro anni abbondanti che sono passati dall'approvazione della legge 326/2003 sui confidi, si sono fatti piccoli passi in avanti verso la progettazione operativa di nuovi modelli strategici e organizzativi adeguati a Basilea 2 e allo status di intermediario vigilato. Finché non si colma questo vuoto, che tale è ancora per la maggior parte degli attori, a poco servirà la ricerca affannosa di risorse e di assistenza consulenziale.

In questa situazione, c'è bisogno urgente di spostare il focus del dibattito sull'organizzazione e la gestione dei confidi. Chi ha un ruolo e una storia da difendere e vuole portarli avanti come 106, come 107, in altre forme, ne ha tutto il diritto, ma per favore dimostri - numeri alla mano - che anche i suoi modelli operativi sono difendibili. Non ci sono ragioni a priori che portano a preferire il cambiamento rispetto alla conservazione dell'esistente, o viceversa, e la scelta giusta dipende da mille fattori specifici. In tutti i casi serve un riassetto radicale del modus operandi. E il riassetto non si esaurisce negli interventi correttivi sulla forma societaria e la governance, illudendosi che l'entendance suivra. L'entendance costa, e non sono previsti rimborsi a pié di lista per tutti, e comunque finiranno, prima o poi.
Urge dare risalto ai progetti in atto che hanno rischiato sul cambiamento per comporre costruttivamente le divergenze tra gli attori in gioco. Questo spazio è, come sempre, a disposizione per farlo.

Luca
Fri 23 May 2008, 03:46 PM - Stampa
La Banca dei regolamenti internazionali ha pubblicato ieri le statistiche sui derivati OTC (forex, interest, equity e credit), vedi comunicato stampa.
Il nozionale dei derivati su crediti è cresciuto del 36% nel secondo semestre 2007, meno che nella prima parte dell'anno, ma pur sempre con vigore. La crescita è stata attenuata dalle estinzioni anticipate di molti contratti. Le componenti più dinamiche sono state quelle dei CDS multi-name (su basket o su indici) e quelle su esposizioni con rating sub-investment grade o prive di rating.
Gli sconvolgimenti innescati dalla crisi dei subprime, e le conseguenti azioni di riposizionamento, hanno presumibilmente determinato questo dinamismo.

Luca
Thu 22 May 2008, 02:34 PM - Stampa
Per conto della Regione Lombardia sto seguendo l'interessantissimo progetto di fusione tra Artigiancredit Lombardia e Federfidi Lombarda, i due confidi di 2° grado che operano nella regione. Il nuovo confidi sarà intersettoriale, e darà supporto agli enti di primo livello dell'artigianato, dell'industria, della cooperazione e dell'agricoltura. Del progetto di fusione si parlerà a Milano il prossimo 27 maggio in un convegno dal titolo "Crescere insieme", presso la Sala Colonne - Palazzo Affari ai Giureconsulti in Piazza Mercanti 2. I lavori cominiciano alle 10.00 e terminano alle 13.00 con un buffet. Conduce il presidente di Artigiancredit Angelo Ondei. Sarà presentato il progetto di fusione a cura delle associazioni artigiane che lo hanno promosso, con la consulenza di KPMG. Sono quindi previsti interventi "tecnici" (Claudio D'Auria, me stesso, e il prof. Mosco), seguiti da comunicazioni delle altre associazioni datoriali interessate al progetto. Concluderà l'Assessore all'Artigianato e Servizi della Lombardia, Domenico Zambetti.
La partecipazione è gratuita, ma va confermata (info@artigiancredit.net oppure 02/54118250).

Luca
Wed 21 May 2008, 17.44 - Stampa
Dopo le versioni di consultazione più volte commentate su aleablog, ieri è stata finalmente pubblicata nella forma di Working Document l'attesa comunicazione che regola l'ammissibilità e il calcolo dell'intensità di aiuto delle garanzie creditizie. Il provvedimento non è ancora uscito sulla Gazzetta ufficiale, ma si può presumere che si tratti della versione definitiva.
Cito dal comunicato stampa della commissione (da lì potete accedere al testo integrale, per ora è disponibile in inglese, francese e tedesco):
Aiuti di Stato: la Commissione aggiorna le norme sulle garanzie e prevede possibilità semplificate per le PMI.
La Commissione europea ha adottato una nuova comunicazione sugli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie. La comunicazione stabilisce metodologie chiare e trasparenti per calcolare l'elemento di aiuto nelle garanzie e prevede regole semplificate per le PMI, quali i premi "esenti" predefiniti e i premi unici per le garanzie di importo limitato. La nuova comunicazione era prevista dal piano di azione nel settore degli aiuti di Stato (vedi IP/05/680 e MEMO/05/195) nell'ambito delle iniziative della Commissione volte a chiarire e semplificare le norme in materia.
Lascio ad Eleonora, che sta scrivendo un bel paper sull'argomento, il commento puntuale delle modifiche rispetto all'ultima bozza.

Luca
Wed 21 May 2008, 05:02 PM - Stampa
Lunedì scorso ero a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico per la riunione del gruppo di lavoro "Interventi di ingegneria finanziaria" (qui raccontavo della riunione precedente).
Si è discusso del quadro normativo per programmi di garanzia (non posso riferirne in dettaglio). Si è poi riflettuto a 360° sulla piattaforma che potrebbe opportunamente supportare questi programmi. Per piattaforma si intende un insieme coordinato di strumenti contrattuali, soluzioni organizzative, modelli di valutazione del rischio e componenti tecnologiche che supportano i processi di erogazione del credito assistito da garanzie pubbliche e la gestione del rischio delle esposizioni così originate. La piattaforma non sarebbe associata ad un singolo strumento operativo (fondi di contro-garanzia, cartolarizzazioni) né ad uno specifico programma d’intervento pubblico, ma sarebbe un’infrastruttura utilizzabile, nella sua integralità oppure limitatamente ad alcune componenti, per una pluralità di strumenti e programmi. In aggiunta, gli attori di mercato (banche e confidi) potrebbero decidere di usufruirne anche che per la normale attività creditizia non agevolata verso le PMI.
Ho notato con piacere che c'è forte interesse per azioni di questo genere, cioè rivolte all'infrastruttura, che si devono intrecciare e armonizzare con i programmi concreti che hanno scadenze e obiettivi da rispettare. In questo quadro, ad esempio, si potrebbe rilanciare il progetto di PEF-XBRL, che darebbe un tracciato elettronico standard per far viaggiare con efficienza le pratiche tra imprese, confidi, banche ed enti pubblici.
I lavori, dunque, vanno avanti con intensità. I soggetti che governano i principali programmi di garanzia, presenti e futuri, a livello statale, sono tutti presenti al tavolo, insieme con alcuni rappresentanti delle regioni. La discussione è franca, concreta e costruttiva.
Nel pomeriggio ho fatto visita agli amici di Banca Impresa Lazio. Il direttore Enrico Pedretti mi ha aggiornato sull'operazione da 250 milioni che stanno strutturando con Unicredit.
Una giornata ben spesa.

Luca
Tue 20 May 2008, 06:04 PM - Stampa
Riprendo questa interessante notizia
E’ stato varato, lo scorso 7 maggio, il “Credit Rating Confesercenti” il sistema Nazionale per l’attribuzione di un rating alle PMI associate ai Confidi aderenti a Confesercenti (CRC). Realizzato da Commerfin S.c.p.a. con la collaborazione del professor Lorenzo Gai dell’università di Firenze, il sistema Crc ha l’obiettivo di fornire ai Confidi Confesercenti uno strumento standardizzato per la valutazione di affidabilità delle PMI secondo le regole di Basilea ed in linea con i vari approcci adottati dalle banche di CREDIT RISK MITIGATION
Il sistema si struttura in quattro distinti blocchi informativi:
- i dati anagrafici e sociologici dell’impresa;
- il bilancio (o alternativamente le informazioni economico-finanziarie desumibili dalla documentazione fiscale);
- i dati andamentali e pregiudizievoli forniti da un primario credit bureau italiano (CRIF);
- il questionario sulle caratteristiche dell’impresa e del mercato di riferimento, compilato dagli analisti dei Confidi territoriali, per valorizzare le componenti qualitative dell’impresa non riflesse nei dati quantitativi.
Un sistema di rating condiviso fornisce una piattaforma importante per una rete di confidi, sulla quale costruire altre iniziative. Come risponderanno le banche a questa iniziativa? Il punto delicato che sta emergendo in vari progetti di cui ho notizia è quello del mapping tra sistemi di rating bancari e di soggetti esterni alle banche, come appunto in confidi. Complimenti a Lorenzo Gai che riesce a seguire i progetti confidi anche in questi aspetti molto operativi.

Luca
Mon 19 May 2008, 10:50 PM - Stampa
Nella formula del coefficiente di capitale per il metodo IRB, Basilea 2 utilizza un parametro di asset correlation R differenziato per classi di attività e dipendente (in alcune classi) dalla PD. R è una misura della sensibilità di un'esposizione al fattore macroeconomico comune che spiega le variazioni sistematiche delle PD. Più alto R, maggiore (ceteris paribus) il requisito di capitale.
Un report di Fitch (serve registrazione gratuita) confronta i valori di R stabiliti dalla normativa con le loro corrispondenti stime storiche, e rileva che il valore regolamentare sovrastima ampiamente i dati storici.
Ci sarebbero tante cose da dire sulla robustezza del modello in questione, e delle stime empiriche di R, ma le teniamo per un'altra volta.

Luca
Sat 17 May 2008, 04:04 PM - Stampa

Palazzo dell'Acquedotto pugliese
Sono arrivato a Bari ieri alle 15.00, con un volo da Verona. Mi aspettava all'aeroporto Vito Lozito, direttore della Cooperativa artigiana di garanzia di Bari. Alle 15.30 cominciava l'assemblea straordinaria della Cooperativa artigiana, seguita alle 17.00 dal convegno per festeggiarne i cinquant'anni. Nell'attesa ho fatto due passi nella Bari murattiana, un reticolo di vie perfettamente perpendicolari con bei palazzi storici (come quello dell'Acquedotto pugliese, ancora più bello la sera). Il convegno si teneva presso la Camera di commercio. Ha introdotto i lavori l'onorevole Antonio Laforgia, un protagonista della storia dell'associazionismo artigiano in Puglia. Non sapevo che le coop-art di Bari e Lecce, nate nel 1958, sono state le prime in Italia. Il credito all'artigianato si è sviluppato negli anni cinquanta sui programmi di rifinanziamento dell'Artigiancassa, e ha trovato nelle cooperative di garanzia dei punti di radicamento locale. In Puglia ne esistono 43, più che in Lombardia. Alcune sono piccole, e faticano ad essere sostenute dalle strutture associative locali. La Cooperativa di Bari si propone come polo di aggregazione di queste realtà, per non disperderne il patrimonio di relazioni. Per Laforgia le coop-art vanno incontro ad un rischio ancora maggiore se si trasformano in 107 senza ragioni adeguate, potrebbero snaturarsi o scomparire nel buco nero dei costi di adeguamento.
Ha preso quindi la parola Daniele Alberani, imprenditore ravennate e da gennaio presidente di Fedart-fidi. Un presidente giovane, che intende valorizzare Fedart come punto di raccordo tra le Associazioni dell'artigianato e la rete dei confidi che ne sono espressione. C'è una dialettica vivace nel mondo Fedart, non soltanto tra associazioni e confidi, ma anche tra confidi con diversa dimensione e modello di crescita. Alberani si è detto aperto a soluzioni differenziate (106 o 107) nei vari territori, ma non ha nascosto che nei prossimi mesi ci saranno tanti problemi nuovi su cui decidere velocemente.
Nel mio intervento (trovate qui una sintesi) ho cercato di pesare i vantaggi che i 107 potranno giocare rispetto ai 106, indicando le vie per rilanciare il ruolo dei secondi, ovvero consulenza e garanzie su fondi monetari ristrutturate come tranched cover o supportate (cosa ancora futuribile) da controgaranzie pubbliche. In ogni caso servono azioni di sistema per costruire un'infrastruttura legale, valutativa e informatica che sia condivisa da tutti gli attori.
Dopo di me Giovanni Ferri, collega dell'Università di Bari, ha illustrato i risultati di un'indagine sui confidi pugliesi commissionata dalla CCIAA di Bari. Il sistema si presenta "bimodale", con una parte dei soggetti che si dichiara aperta a percorsi di aggregazione e crescita spinta, e l'altra che si privilegia l'autonomia e uno sviluppo fisiologico nel proprio habitat naturale.
Davide Pellegrino, della Regione Puglia, ha affermato che non ci sono certezze sui sistemi più efficaci di garanzia, e che è prematuro scommettere sulla superiorità dei 107, che tra l'altro non esistono ancora. Per questo motivo, la Puglia , a differenza della maggior parte delle altre regioni, non ha inserito la riserva a favore dei confidi vigilati nelle misure del POR 2007-2013.
Dopo il convegno, la serata è proseguita al Sorso preferito, con una carrellata di bontà della cucina barese e un ottimo bianco di Gravina. La cucina di queste parti è sempre una scoperta. E' varia, con piatti di pesce (ostriche e seppie crude, frittura "di paranza") e di tradizione contadina. Materie prime locali, che non trovate a casa vostra, preparazioni semplici ma raffinate negli accostamenti, niente di scontato o modaiolo. E porzioni abbondanti, che vi portano a fine pasto felicemente sazi. O così credevo, perché non ho rinunciato a gustare un sorbetto al limone, due manciate di piccole mandorle saporite, un trancio di cassata e gli "sporcamussi", bigné caldi alla crema (e che crema!) dalla forma oblunga.
Finita la cena, Vito Lozito ha avuto la gentilezza di riaccompagnarci in albergo (con me Daniele Alberani) passando per Bari vecchia (o meglio, borgo antico). Ne avevo ammirato le bellezze nella mia visita precedente, ma la sera è ancora più suggestiva, con piazze e vie piene di giovani e le scenografie delle cattedrali e dei vicoli, splendidamente illuminate.
Meritato riposo al Palace, un albergo bello e molto accogliente, colazione con mozzarelline, ricotta e burrata, e ritorno a casa prima di pranzo.
I nuovi amici baresi mi hanno accolto con grande simpatia, come una persona conosciuta, quasi familiare, per le cose che avevano letto qui. Anche questo è un fatto bello e inatteso.

Luca
Thu 15 May 2008, 06:42 PM - Stampa
Riprendo questa agenzia:
(AGI) - Bari, 13 mag.-La Cooperativa Artigiana di Garanzia di Bari celebrera’ il Cinquantennale della propria costituzione venerdì 16 alle 17 presso la “Sala Convegni” della Camera di Commercio di Bari. Questi i numeri più significativi, che segnano i primi 50 anni: il numero dei soci passato dagli iniziali 24 del 1958 ai 4004 registrati al dicembre 2007; il numero delle operazioni (382) e il loro ammontare (euro 8.776.000), riferiti a dicembre 2007; il capitale sociale, passato dalle 240.000 lire del 1958 agli euro 2.699.453,00 (dicembre 2007). Alla celebrazione interverranno oltre al Presidente della Cooperativa di Garanzia Pietro Pupilla, anche il Presidente Confartigianato UPSA Bari, Antonio Laforgia, il Presidente Fedart Fidi, Daniele Alberani, il Direttore del Dipartimento Informatica e Studi Aziendali Università di Trento, Luca Erzegovesi, il Direttore Generale Artigiancassa, Gianfranco Verzaro, e il Direttore Dipartimento Scienze Economiche Universita’ degli studi di Bari, Giovanni Ferri.
Domani volo a Bari per prendere parte, nel pomeriggio alle 17, a questo evento molto importante, al quale sono stato invitato (per me è un onore, e sorrido all'idea di tornare a Bari). Sarà una festa, ma anche un momento di riflessione: c'è un bel panel di relatori, tra cui il collega Giovanni Ferri, economista che si occupa di confidi da diversi anni. Nel fine settimana vi dirò com'è andata. Se sarete là, non mancate di passare per un saluto.

Luca
Thu 15 May 2008, 04:58 PM - Stampa


Se volete ripassare un po' di inglese finanziario e sorridere di un problema molto serio (e non ancora risolto), guardatevi questo video.
Grazie al dott. Forasassi di Eidos partners che me lo ha segnalato.

Luca
Wed 14 May 2008, 14.30 - Stampa
Nell'ultimo numero di Via Sarfatti 25, rivista della mia università d'origine, è recensito il libro di Henry Tosi e Massimo Pilati Il comportamento organizzativo. Riprendo un'idea interessante dalla presentazione scritta dal secondo autore.
La necessità di investire e trattenere i talenti, gli abitanti dello "spazio nobile" delle sfide competitive nazionali e internazionali, è il nuovo leitmotiv di articoli, convegni, simposi.[...] Il tempo e le energie che le organizzazioni, i capi diretti e i responsabili del personale investono su questa risicata fetta della popolazione aziendale sono rilevanti. In termini controintuitivi e come stimolo al dibattito in corso mi sento di sostenere che oggi, per le imprese che vogliono investire in capitale umano ed essere competitive sui mercati domestici e internazionali, il vero fattore di successo è la gestione dei non-talenti. Basterebbe infatti aumentare dell'1% la produttività media della "truppa", che il sistema competitivo paese avrebbe un significativo breakthrough, come dicono quelli che parlano bene.[...]
Quello che fa veramente la differenza è la produttività e il morale della truppa. Lavorare sui talenti è certamente più interessante, stimolante, ma ho il sospetto che sia un modo veloce per ingraziarsi i CEO o coloro che non credono alle persone come voce di investimento, ma solo come voce di costo, poiché commodity, come ebbe a dire il responsabile del personale di un'importante azienda di credito [...].
Penso che il percorso più lungo e faticoso, che richiede fiato da maratoneta, sia quello di agire su quella parte della gaussiana dove sono posizionati gli indifferenti, i cinici, gli oppositori, i restii al cambiamento, insomma, i dimenticati da Dio.
Dalla mia esperienza, confermo quanto dice Pilati. La maggior parte delle persone non è da sola capace di trovare la strada per lavorare bene, deve essere accompagnata. I frutti arrivano dopo un certo tempo. E' un cammino di educazione (o di rieducazione, in senso buono). Quanto più i capi accetteranno questa sfida, tanto meglio funzioneranno banche, confidi, pubbliche amministrazioni. Le persone ci sono, bastano e avanzano per fare un buon lavoro. Ci vuole qualcuno che le prenda per mano e le riporti, prima di ogni altra cosa, a riscoprire il senso e l'utilità di quello che fanno, per sé e per gli altri.

Luca
Mon 12 May 2008, 03:01 PM - Stampa
In Spagna troviamo il mercato più importante delle cartolarizzazioni tradizionali di prestiti alle PMI (SME è la sigla inglese). Ne ha scritto la nostra Eleonora in un paper dell'anno scorso.
In questo recente rapporto di Fitch (serve registrazione gratuita sul sito) si rileva un peggioramento della qualità degi attivi sottostanti alcune CDO, che non giusitifca ancora declassamenti, ma induce a ritenere più probabile un futuro downgrading delle tranche di qualità media (le mezzanine che segnavano una BBB all'emissione). Avevamo più volte osservato che il mercato delle SME-CDO era solido, tutt'altra cosa da quello delle CDO su portafogli subprime, ma qualche nube all'orizzonte si profila anche al suo interno. Le cause sono diverse: rallentamento dell'economia spagnola, concentrazione dei portafogli sul settore immobiliare, concentrazione geografica in alcune regioni, aumento degli arretrati sui rimborsi.
Quest'esperienza fornisce utili insegamenti per l'Italia sull'efficacia della cartolarizzazione come tecnica di credit risk transfer, utile a maggior ragione adesso per apprezzare l'interesse della tranched cover, favorita da Basilea 2. Il messaggio principale è questo: le strutture di cartolarizzazione hanno un efficacia che deve essere monitorata durante l'intera loro durata.

Luca
Sun 11 May 2008, 06:56 PM - Stampa
In questo blog segnalavo l'indagine periodica della BCE sullo stato e le tendenze del credito alle imprese e alle famiglie nell'Euro area. E' uscito da pochi giorni l'ultimo aggiornamento che trovate qui (in inglese), mentre Banca d'Italia pubblica i dati raccolti dai 9 gruppi bancari italiani che partecipano all'indagine (se ne sono aggiunti 4 in più ripetto alla precedente rilevazione).
Invito a leggere il rapporto e i dati sull'Italia. Le banche intervistate raccontano di un mercato all'ingrosso dove è ancora difficoltoso fare raccolta a medio termine e trasferire rischio di credito. I criteri di concessione del credito si stanno irrigidendo, ma più verso le grandi imprese che verso le PMI. In Italia, da segnalare il sensibile irrigidimento nel 1° trimestre degli spread creditizi, che vale per la media della clientela (nei due trimestri precedenti era segnalato per la clientela più rischiosa), ed è più accentuato sui finanziamenti oltre il breve. Anche il credito alle famiglie presenta segni di irrigidimento, ma più lievi.
Dal rapporto un invito a stare all'erta per tutti gli attori che lavorano per facilitare l'accesso al credito delle Pmi: il costo del credito sta salendo; non c'è ancora razionamento (specie verso le Pmi), ma la situazione è magmatica.
Luca
Sun 11 May 2008, 16.23 - Stampa
La gentilissima collega Paola Leone mi segnala che sul sito del Dipartimento Banche, Assicurazioni e Mercati sono disponibili in formato pdf le presentazioni del convegno di Roma che è stato uno dei momenti più ricchi e interessanti del dibattito sui confidi degli ultimi mesi. Il dibattito, come avrete notato, prosegue su queste pagine.

Luca
Fri 9 May 2008, 12.41 - Stampa
XBRL International ha annunciato il 6 maggio la formazione di XBRL Europe, un'associazione no-profit con sede a Bruxelles mirata a rappresentare, coordinare e fornire supporto alle giurisdizioni nazionali dei paesi europei nei loro sforzi per promuovere la strategia e l'adozione di XBRL in Europa. I membri fondatori di XBRL Europe sono: XBRL Belgio, XBRL Francia, XBRL Irlanda, XBRL Spagna e XBRL International.
A quanto ho capito, la nuova associazione si propone come interlocutore dell'Unione Europea sui temi riguardanti XBRL.

Luca
Thu 8 May 2008, 00.20 - Stampa
Dalla Gazzetta:
Finale senza storia, l'Itas schianta Piacenza 3-0 e conquista il suo primo titolo, il 63° dell'A-1. Dominio costruito in casa, con 16 successi su 17 match stagionali. E' la vittoria dei bulgari, dal tecnico Stoytchev ai martelli Kaziyski e Nikolov.
Di ritorno da Milano, appena fuori dal casello di Trento centro ho incrociato file di macchine in festa che sventolavano il tricolore. Spettacolo insolito per questa città tranquilla. Poi ho collegato: la gara-3 dei playoff! Mi sono rallegrato molto, è una soddisfazione che i tifosi trentini (penso all'amico Paolo Nardelli della Cooperativa artigiana di garanzia) si sono meritati. Adesso dobbiamo gareggiare per lo scudetto dei confidi. La strategia? la stessa dell'Itas: imbattibilità in casa. Ma ce li abbiamo i bulgari?

Luca
Thu 8 May 2008, 00.01 - Stampa
Sapio mi ha mandato le sue impressioni riguardo al convegno tenutosi il 6 maggio, che pubblico volentieri.
Caro Luca,
sono stato ieri al convegno di UniRoma 1 sui Confidi e devo dire che mi è piaciuto.
Innanzi tutto ho incontrato D'Auria e l'ho ringraziato per la risposta circa la forma giuridica del fondo vincolato, poi gli ho spiegato la fonte delle mie perplessità (l'aggredibilità del fondo vincolato da parte di un terzo creditore). Ha promesso che ci penserà.
Ora il convegno; il filo rosso degli interventi accademici era : "Cari Confidi, rimanete 106, scordatevi le garanzie e fate servizio".
Ho domandato al dott. Cinque (Banca d'Italia) se i Confidi saranno tenuti alla segnalazione in Centrale Rischi. Risposta : "ci stiamo riflettendo perchè è molto onerosa per i Confidi". Io pensavo al ritorno, cioè all'importanza della consultabilità per l'andamentale.
Gli interventi: Molon (Banca popolare di garanzia) ha ideato la banca di garanzia ma anche il suo modello di business dipende dai fondi pubblici.
Prof. Baravelli : intervento splendido ! Voleva sapere (ma ha avuto risposte evasive) quali tassi pagavano alla fine le imprese garantite.
Prof. Maimeri, altro bell'intervento: "Dopo questo convegno chi voleva trasformarsi in 107 a cuor leggero ci ripenserà".
Bartolo Milli (Confeserfidi di Scicli) ha raccontato del loro lavoro per trasformarsi in 107. Ha detto che aspirano a svincolare i fondi monetari oggi vincolati per girarli a patrimonio netto (per rispettare il coefficiente di solvibilità). Io ho pensato che la cosa avrebbe comunque scarso effetto perchè una parte del ricavato dovrebbe coprire il fondo rischi per perdite attese ed una parte potrebbe andare a Patrimonio ma verrebbe assorbita dalla necessità di coprire il requisito della parte scoperta dallo svincolo (teorema del "se non è zuppa è pan bagnato").
Insomma, i professori l'hanno capito bene che con Basilea quello che prima era nasometrico è diventato matematico, ma i Confidi e le Banche di Garanzia pensano di far quadrare i conti con soluzioni che si troveranno, in futuro.

Sapio
Il pessimismo della ragione contro l'ottimismo della volontà. Quale prevarrà? A parte le metafore, penso che le opinioni nette espresse dai miei colleghi (rimanete 106!) riflettano la situazione dei confidi del Lazio, che sono strutture relativamente numerose e di dimensioni medio-piccole.
Aspettiamo i commenti di altri visitatori presenti al convegno, e di chiunque volesse reagire alle sollecitazioni di Sapio. Nei prossimi giorni tornerò sul dibattito in corso: perché tante voci discordanti e idee spesso vaghe sul futuro dei confidi?

Luca