Wed 31 Mar 2010, 15.56 - Stampa
Il 25 e i l 29 marzo Fitch ha emesso i rating relativi e Unionfidi Piemonte ed Eurofidi (accesso con registrazione gratuita). Premetto che le notizie non sono e non possono essere positive, visto l'andamento della qualità del credito in Italia e nel Nord Ovest in particolare. Va riconosciuto un plauso a queste due importanti realtà del settore, che danno un flusso informativo (comprendente il rating esterno) continuo e non condizionato alle fasi del ciclo o alla bontà delle notizie del giorno.
Unionfidi ha subito un downgrading da BB a BB- con outlook negativo. Il giudizio è motivato da un'aspettativa di aumento delle garanzie escusse, che metterà sotto pressione il supporto patrimoniale del confidi. A fine settembre 2009 il capitale netto incideva sulle esposizioni garantite per l'1,93%, percentuale che sale al 4,73% aggiungendo al capitale i fondi rischi. Grazie all'iniezione di 14 milioni di euro di mezzi freschi effettuata nel 2009, il capitale regolamentare di Unionfidi (che ha presentato domanda di iscrizione a 107) potrà salire sopra il minimo regolamentare del 6% rispetto alle attività ponderate per il rischio. Sul sito del confidi trovate una ricca documentazione sull'iter di questo importante contributo straordinario alla capitalizzazione chiesto ai soci.
Eurofidi ha ricevuto una conferma del rating BBB+, grazie al patronage della regione Piemonte tramite Finpiemonte (come sempre molto apprezzato dall'agenzia). L'ente pubblico in passato ha sostenuto la crescita di Eurofidi anche con apporti al patrimonio, e Fitch assume che questo rapporto strategico sia confermato per il futuro. Anche nel caso di Eurofidi, le sofferenze su garanzie sono cresciute molto nel 2009, raggiungendo il 9,5% delle garanzie lorde in essere a fine settembre. Fitch prevede che nel 2010, purtroppo, proseguirà questa tendenza al deterioramento. Anche Eurofidi ha in corso l'istruttoria per l'iscrizione a 107. Sarà proposto un aumento di capitale di 50 milioni di euro (Finpiemonte si è impegnata a sottoscriverlo per circa 1/5).
Sul sito di Eurofidi trovate il Bilancio 2009 approvato il 25 marzo e il relativo comunicato stampa.
Ci sono tanti spunti da approfondire in queste notizie. E' giusto farlo, però, con dati più ampi che coprano un campione significativo di confidi. Aspettiamo ancora qualche settimana e qualche altro bilancio 2009.

Luca
Tue 30 Mar 2010, 16.08 - Stampa
Come riferisce Risk.net, la scorsa settimana il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha presentato allo IASB le proposte di modifica del documento sul trattamento delle perdite su crediti, rilasciato il 5 novembre 2009. I rappresentanti della Vigilanza bancaria hanno suggerito cautela agli standard setter contabili, che parevano orientati verso svalutazioni dei crediti agganciate al loro fair value, stimato in modo molto simile al prezzo di un'obbligazione. Per Basilea va bene scontare le perdite attese, ma non seguendo le oscillazioni cicliche: meglio utilizzare percentuali di accantonamento ragguagliate alla perdita media attesa sulla vita futura del portafoglio di esposizioni.

Luca
Fri 26 Mar 2010, 17.41 - Stampa
Sono davvero lieto di annunciare la nomina di Andrea Bianchi a direttore generale di Artigianfidi Varese. Andrea, che è un amico di aleablog e mio personale, succede al compianto Marino Bergamaschi. Gli faccio le più sincere congratulazioni via web (per ora). Lo cercherò nei prossimi giorni anche per farmi raccontare le ultime novità da Varese e dal mondo dei confidi lombardi, nel quale Andrea già ricopriva un ruolo importante, che presumo sarà ulteriormente valorizzato.
Grazie a Claudio D'Auria per la notizia (c'anche un articolo su Varese News).

Luca
Thu 25 Mar 2010, 12.13 - Stampa
Su segnalazione di un visitatore, riprendo dal Corriere Nord-Ovest del 24 marzo la notizia dell'avvenuta iscrizione nell'elenco speciale di Cogart CNA Piemonte. Non l'avevo censito nel portalino tra le istruttorie in corso. Complimenti per l'ingresso nel mondo dell'intermediazione vigilata. Con Cogart i 107 autorizzati che ho contato diventano dodici.

Luca
Thu 25 Mar 2010, 07.28 - Stampa
Da ieri circola una notizia che rischia di fare più danno ai confidi di un'impennata dalle insolvenze. La riprendo da l'Altro quotidiano:
La Guardia di Finanza di Catanzaro ha arrestato il presidente del ”consorzio fidi” di Soverato società che gestisce, tra l’altro, fondi pubblici destinati a garantire finanziamenti ad imprese economiche in difficoltà – per peculato, falso, simulazione di reato e false comunicazioni sociali. L’accusa è di aver sottratto fondi, per un milione di euro, erogati dal ministero dell’Economia e delle Finanze e destinati alla prevenzione del fenomeno dell’usura. Soldi che invece di affidarli alle persone o aziende sotto strozzo, avrebbe investito anche in borsa.
L’uomo, Salvatore Froio, un medico di base di Soverato, è stato tratto in arresto, dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, in qualità di presidente del consorzio fidi Italia, società di garanzia collettiva fidi operante nella cittadina dello Ionio.[...]
Fino a qui, ovviamente, la tesi della pubblica accusa, contro la quale gli indagati non esiteranno a battersi nelle sedi opportune. A farlo per primo sarà Salvatore Froio, in occasione dell’interrogatorio di garanzia che lo vedrà comparire davanti al gip affiancato dall’avvocato Fabrizio Costarella.
Non voglio affettare (e affrettare) giudizi su colpe che devono essere ancora accertate dalla magistratura. Amministratori e dipendenti infedeli che speculano o scappano con i soldi dei clienti o dello Stato ce ne sono (rari, per fortuna) anche negli intermediari vigilati, in tutta Italia.
Però il caso costringe a riflettere sui processi di supervisione dei confidi 106. Occorre che gli operatori seri si autoregolino, non soltanto che prendano le distanze, ma che si qualifichino e facciano dei vigorosi passi in avanti rispetto alla galassia dei confidi battitori liberi, che sono tanti, e non stanno soltanto nella terra di nessuno dei non iscritti alle centrali associative. E queste hanno l'esigenza vitale di alzare l'asticella.

Luca
Tue 23 Mar 2010, 18.05 - Stampa
La BCC di Busto Garolfo e Buguggiate ha lanciato un plafond di 4,5 milioni di prestiti per le imprese del territorio. La novità è il funding, che per 2/3 sarà assicurato da bond collocati presso imprese associate all'Unione Industriali della Provincia di Varese (o loro soci o manager). I titoli hanno scadenza 2 anni e tasso fisso del 2,25%, taglio minimo 1.000 euro. Anche il Sole 24 ore riporta e commenta la notizia. Le BCC hanno aumentato il loro rapporto impieghi/raccolta diretta dal 2007. Per non essere costrette a rallentare o contrarre le erogazioni (come i gruppi maggiori) devono procurarsi provvista stabile. Con questo programma le imprese (o gli imprenditori) liquidi sostengono l'offerta di credito locale.
Mi piace la concretezza dell'iniziativa.

Luca
Mon 22 Mar 2010, 15.04 - Stampa
La Regione Emilia-Romagna con questo comunicato stampa, ripreso da IncentiviOnlineMCC, dà notizia di una misura nuova e antica allo stesso tempo:
La Regione Emilia Romagna ha istituito il Fondo Regionale di Cogaranzia con uno stanziamento di 50 milioni di euro. [...] Il fondo garantirà operazioni finalizzate a sostenere la liquidità di breve e medio termine, il sostegno agli investimenti produttivi, la capitalizzazione, il finanziamento dei prestiti partecipativi, la ristrutturazione del debito delle imprese. Il fondo opererà in sinergia con altri fondi messi a disposizione dai consorzi fidi regionali dell’artigianato, dell’industria e della cooperazione (25 milioni di euro). Il volume di garanzia che verrà attivato sarà pari a circa 750 milioni di euro per un corrispondente volume di credito di circa 1,5 miliardi di euro. [...] I confidi regionali individuati dall’Amministrazione interverranno con la loro cogaranzia nella misura di un terzo della garanzia complessivamente prestata, mentre i restanti due terzi saranno a carico delle risorse regionali del Fondo (tale suddivisione degli oneri, prevista per il 2010, ogni anno è suscettibile di variazione). La garanzia complessiva sarà prestata, a seconda della fascia di rating in cui si colloca l’impresa beneficiaria, in misura pari al 50% o all’80% del finanziamento o del contratto di locazione finanziaria o della operazione di factoring sottostante, entro un importo massimo di 1,5 milioni di euro per singola impresa o 750 mila euro per quelle del settore dell’autotrasporto. [...]
La cogaranzia del fondo regionale è a prima richiesta, cioè esplicita, incondizionata, irrevocabile, diretta, e come tale potrà essere escussa a semplice richiesta al verificarsi dell’insolvenza dell’impresa beneficiaria. Il fondo regionale potrà inoltre usufruire della controgaranzia prestata dal Fondo di Garanzia per le Pmi gestito da MCC per conto del Ministero dello Sviluppo Economico. Nelle intenzioni della Regione la controgaranzia dovrebbe avere positivi effetti sulle condizioni del credito offerte alle imprese. E’ infatti prevista l’attuazione di una procedura ad invito rivolta al sistema bancario e finanziario finalizzata alla presentazione di manifestazioni di interesse contenenti l’indicazione dei tassi di interesse e dei servizi che si intende erogare alle imprese beneficiarie dei finanziamenti assistiti dalla garanzia concessa tramite il fondo regionale. In questo ambito la Regione richiede che i tassi siano distinti in relazione alla presenza o meno della controgaranzia prestata dal Fondo centrale di Garanzia.
Avete senz'altro colto l'elemento di novità: la co-garanzia regionale (che appare cappata, ovvero escutibile nei limiti della dotazione del fondo, pari a 50 milioni di euro) è supportata dalla contro-garanzia del Fondo centrale (FCG). Ora, vuol dire che i confidi e quindi le banche beneficiano della ponderazione zero? Mi sono riguardato la comunicazione in materia della Banca d'Italia dell'agosto 2009 (di cui in questo post). Non mi sento di dare un'interpretazione sicura. Ci sono in realtà due posizioni, la garanzia confidi (1/3) e la co-garanzia del fondo regionale (2/3). Supponiamo che la contro-garanzia FCG assista tutte e due. La ponderazione zero si trasmette soltanto via garanzie di tipo personale e a prima richiesta. Quella del confidi può esserlo. E la co-garanzia del Fondo regionale? Essendo cappata, non è di tipo personale, e quindi la ponderazione zero non si trasmette? O basta che sia una garanzia escutibile a prima richiesta, cioè esplicita, incondizionata, irrevocabile, diretta?
Ben vengano interpretazioni più sicure, specie se corredate da informazioni dettagliate su questa nuova misura regionale.

Luca
PS: trovate maggiori dettagli sul provvedimento nel testo della delibera regionale pubblicata per ora sul sito di CNA. L'intervento è veicolato attraverso i tre confidi di riferimento per i settori dell'industria (Fidindustria), artigianato (Unifidi) e cooperazione (Coorperfidi).
Fri 19 Mar 2010, 09.32 - Stampa
Daniele Marini sul Sole 24 ore presenta il quadro che emerge dall'ultima rilevazione dall'Opinion Panel di imprenditori riuniti dalla Fondazione Nord Est. Si raccolgono tre evidenze importanti:
  1. è in atto una ripresa trainata dalla domanda intercettata sui mercati esteri (America Latina, Est Europa, Nord Africa); il mercato domestico rimane troppo fiacco; questo toglie spazio alle piccolissime imprese non inserite in filiere internazionalizzate;
  2. è in corso la riorganizzazione delle supply chain volta a guadagnare produttività (anche riducendo l'impiego di capitale nei processi produttivi internalizzati); questo però esercita una pressione sul network dei subfornitori delle imprese più grandi;
  3. questi processi hanno un impatto sull'occupazione che genera preoccupazione, soprattutto se si pensa al progressivo svuotamento del buffer di ammortizzatori sociali.
Ci sono quindi problemi grandi, correlati, diffusi. Le imprese se ne stanno occupando, cercando di adattarsi. Molte però soffrono, e i costi sociali rischiano una crescita esplosiva. Chi altri, se non le stesse imprese, potrà farsi carico di un piano di azione che incoraggi il rilancio delle imprese forti senza abbandonare al loro destino quelle deboli? Come organizzare questa riflessione collettiva, e le iniziative conseguenti?

Luca
Fri 19 Mar 2010, 09.20 - Stampa
La Commissione Europea ha inviato agli stati membri un questionario sulle azioni intraprese in attuazione del Programma di aiuti temporanei di importo limitato approvato nel novembre 2008. Come riferisce Il sole 24 ore:
Il questionario inviato alle rappresentanze diplomatiche degli stati membri, oltre che a definire le cifre degli aiuti di stato concessi alla luce del TF, mira soprattutto a valutare se tali misure sono servite a qualcosa, in particolare a riattivare l'accesso al credito per le imprese, e qual è la situazione attuale dell'economia in ciascun paese. I governi dovranno fornire informazioni sui settori interessati, sulle cifre messe in campo, sul numero delle imprese coinvolte e in particoalre sulla percentuale di Pmi che stanno beneficiando degli aiuti pubblici in deroga ai vincoli ordinari fissati dall'Unione europea.
Ma oltre a questo, Bruxelles vuole sapere anche se qualche paese ritiene che le imprese nazionali possano essere danneggiate da aiuti concessi alla imprese concorrenti di altri stati membri, a norma del quadro di riferimento temporaneo e quali sono stati gli effetti nel settore bancario. L'ultima sezione del questionario, infine, è dedicata alla situazione attuale, con domande dettagliate su eventuali persistenti problemi di accesso al credito e sulla necessità di prolungare il Temporary framework.

Luca
Wed 17 Mar 2010, 11.40 - Stampa
Da una news AGI:
(AGI) - Milano, 16 mar - Sono Sinvest s.c, Confidi Province Lombarde, Artfidi Lombardia, Confapi Lombardia Fidi e Confidi Lombardia s.c. i primi 5 beneficiari dei 'Formigoni Loan'. Da oggi, infatti, cominciano a essere sottoscritti i contratti di finanziamento per un totale di 14,5 milioni di euro sui 30 inizialmente messi a disposizione. I Formigoni Loan sono lo strumento finanziario che la giunta regionale della Lombardia ha voluto per ricapitalizzare e riorganizzare i Confidi. In pratica l'iniziativa si propone di sostenere i Confidi operanti nel rilascio di garanzie di primo grado (attraverso la concessione di prestiti subordinati che ne consentano il rafforzamento patrimoniale) e di assicurare alle imprese di poter disporre di un sistema di rilascio delle garanzie piu' efficiente. I Confidi, in questo modo, rafforzano la loro posizione di collegamento strategico con il sistema del credito. "Essere riusciti a sottoscrivere contratti di questa importanza in soli 100 giorni - commenta il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - significa aver colto nel segno. Abbiamo centrato in pieno l'obiettivo di favorire una risposta al bisogno di credito delle nostre aziende, micro, piccole e medie, che cercano garanzie da presentare alle banche".
I Formigoni Loan prevedono l'erogazione di prestiti subordinati in tranche da 1 a 5 milioni (in funzione delle garanzie impiegate e degli impegni che i Confidi intendono assumersi) e con durate comprese tra i 6 ed i 10 anni (secondo le richieste), da restituirsi 'bullet', ovvero in un'unica soluzione.
Dello strumento avevo parlato qui.

Luca
Wed 17 Mar 2010, 11.19 - Stampa
Claudio D'Auria mi informa che Sardafidi ha ottenuto ieri l'iscrizione all'elenco speciale. Mi associo alle sue congratulazioni al Presidente Enrico Gaia e al Direttore Marcello Tiddia.
Siamo ad 11 confidi autorizzati censiti dal portalino.

Luca
Wed 17 Mar 2010, 09.43 - Stampa
Il Sole 24 ore riferisce dell'accordo raggiunto tra i promotori del Fondo Italiano di Investimento per le Pmi riguardo ai vertici della SGR che viene costituita oggi per gestire gli interventi di private equity del Fondo. L'Amministratore Delegato sarà Gabriele Cappellini, responsabile di MPS Venture SGR, per la quale ha lanciato sette fondi chiusi per 450 milioni di euro di investimenti. Presidente sarà invece Marco Vitale, figura storica della consulenza direzionale, già presidente dell'AIFI.
Interessante il commento di Coltorti (Mediobanca): "il Fondo non dovrà aiutare due anatre zoppe a zoppicare ma dovrà supportare le imprese meritevolid i credito ad andare all'estero. [...] Quello attuale è un momento d'oro per la crescita a livello internazionale delle imprese".

Luca
Tue 16 Mar 2010, 15.10 - Stampa
Da Radiocor una news su una nuova operazione di Banca Impresa Lazio in forma di garanzia su portafogli multi-originator, con il coinvolgimento dei confidi:
Banca Impresa Lazio da' avvio ad un nuovo programma di finanziamenti per 165 milioni a sostegno delle piccole e medie imprese della Regione. Ad aderire all'iniziativa dell'Istituto controllato da Sviluppo Lazio, Bnl (gruppo Bnp Paribas), Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Roma e Banca Popolare del Cassinate. Il target prefissato e' quello di concedere credito chirografario per un valore di 165 milioni entro la fine del 2010: il plafond di finanziamenti che ciascuna banca eroghera' ammonta rispettivamente a 100 milioni per Bnl, a 50 milioni per Mps e a 15 milioni per Banca Popolare di Roma. Beneficiarie dell'intervento di agevolazione sono tutte le piccole e medie imprese con sede legale e operativa nel Lazio, senza alcuna limitazione di settore. Inoltre, la nuova operazione di garanzia si caratterizza per un ampliamento degli scopi per i quali il credito viene concesso: i finanziamenti assisti da garanzia di Banca Impresa Lazio potranno infatti essere finalizzati a sostenere nuovi investimenti produttivi, all'acquisto di beni materiali e immateriali, al consolidamento del debito a breve termine, al finanziamento del circolante e alla provvista di liquidita'. Questa operazione di finanziamento vede per la prima volta schierata la Regione (rappresentata da BIL) insieme con i Confidi. L'avvio del nuovo programma si colloca in un quadro di intervento piu' ampio, che nel corso dei prossimi mesi prevede un ampliamento del novero di banche e Confidi coinvolti: l'obiettivo e' quello di realizzare un canale privilegiato di finanziamento per le imprese, nell'intento di contrastare sensibilmente gli effetti della crisi e di preparare il tessuto produttivo del Lazio ad una nuova fase di espansione.

Luca
Tue 16 Mar 2010, 14.58 - Stampa
Il Sole 24 ore riferisce della lettera inviata dalla Banca d'Italia alle banche italiane con la quale raccomanda un rafforzamento del patrimonio, e in particolare della componente di maggiore qualità (core tier 1), per arrivare preparati all'appuntamento con Basilea 3. Secondo MF, le banche - per voce del Direttore dell'ABI Sabatini - avrebbero replicato che il patrimonio di base è più che adeguato grazie agli aumenti di capitale e alle dismissioni già attuate. Non ci sarebbe motivo, pertanto, di limitare la distribuzione di dividendi nel 2010.

Luca
Tue 16 Mar 2010, 14.40 - Stampa
C'è un articolo interessante di Dario Di Vico sul Corriere di oggi Se le piccole imprese "adottano" un professionista. I consulenti stanno soffrendo come le imprese forti cali di fatturato. Per rimpiazzare il lavoro perso con i medi o grandi clienti, molti professionisti guardano con interesse al mercato delle piccole. Si portano come esempi le iniziative di studi legali, esperti di marketing, risolutori di crisi aziendali. Le Pmi hanno forte bisogno di competenze da fuori per adattarsi ad un mondo che cambia, quindi ben vengano consulenti qualificati, utili e non troppo cari. Tre requisiti per nulla scontati.

Luca
Tue 16 Mar 2010, 14.15 - Stampa
L'ordine dei commercialisti del Giappone ha preparato un cartone animato "Please teach! XBRL". Il giovane Suzuki-san spiega all'attempato (e testone) Sato-san che cos'è XBRL, perché è utile e come ci si lavora. Il parlato è in giapponese con sottotitoli in inglese. Un autentico spasso ...

Luca
Tue 16 Mar 2010, 08.23 - Stampa
Come riporta Il Sole 24 ore, Francesco Bellotti (presidente Federconfidi) ha presentato ieri i numeri del sistema di garanzia collettiva elaborati da Assoconfidi:
Nel 2009, i Confidi hanno garantito 20,2 miliardi di euro di finanziamenti alle piccole e medie imprese (+30% rispetto al 2008). In crescita, a doppia cifra, anche l'operatività, rispetto al 2008, +28% e il numero di garanzie in essere: 575.389, +32%, rispetto alle 433.103 dell'anno precedente (per un volume totale di affidamenti in piedi superiore ai 45 miliardi di euro). Sono questi i dati principali dell'attività 2009 dei 312 confidi appartenenti al sistema Assoconfidi, l'associazione che riunisce 1.148.230 imprese (praticamente una su 4) operanti nei settori agricoltura, artigianato, commercio e industria
Bellotti ha ribadito la necessità di sostenere il rafforzamento patrimoniale dei Confidi per venire incontro ai rilevanti investimenti economici e organizzativi, sopportati per il passaggio a intermediario vigilato:
«Chiediamo - ha spiegato - di poter utilizzare strumenti come i Tremonti-bond e consentire anche a soggetti terzi di poter accedere e partecipare al nostro capitale sociale, oggi costituito in prevalenza dai contributi degli associati. Penso a istituzioni come le Camere di commercio, alle finanziarie e fondazioni bancarie, agli stessi istituti di credito».
Bellotti è ritornato poi sulla possibilità di estendere la garanzia dello Stato anche alle operazioni pregresse del Fondo centrale Pmi.
Apprezzo il fatto che Assoconfidi abbia presentato numeri aggregati per il settore. E' importante che prosegua il lavoro comune sulle grandi questioni gestionali, normative e organizzative che interessano i 106 e i 107, ovvero che si guardi al rendimento del motore confidi per motivare le legittime richieste di benzina (patrimonio e garanzie pubbliche).

Luca
Mon 15 Mar 2010, 11.52 - Stampa
Repubblica Affari/Finanza pubblica oggi un articolo: Basilea 2: l'allarme delle imprese. Riassume le prese di posizione di Confindustria, Confapi e ABI sui rischi di credit crunch dovuti ai brutti bilanci 2009 passati nel processo di rating. L'articolista ha chiesto un parere a due dirigenti di grandi banche, che così hanno espresso, in forma anonima, il loro pensiero. Cominciamo dal "Direttore A":
"Intanto ridimensioniamo il problema, a cominiciare dal fatto che tutte le microimprese che ricorrono alla contabilità semplificata sono escluse da un esame dei bilanci ispirato dai criteri di Basilea 2." Diverso il caso delle aziende con un giro di affari fino a 5 milioni di euro che utlizzano la contabilità ordinaria. "In questo caso il nostro "punteggio" per la determinazione del rating creditizio si basa anche sull'esame dei bilanci. Ma le posso assicurare che il "peso" di questi ultimi è molto basso, sensibilmente inferiore al 20%. Al contrario diamo un valore nettamente più alto ai dati che ci provengono dalla centrale rischi sulla puntualità nel rientro delle scadenze. Se un'azienda tarda a rimborsare le rate di un mutuo il suo rating cala molto di più."
Ah, il controllo andamentale pesa tanto, sia per le micro che per le piccole. Allora non c'è problema col bilancio 2009, l'impresa è già stata declassata!
Vediamo se il "Direttore B" ci dà maggior conforto:
"Il rischio che a maggio ci sia una stretta è oggettivo. Però non dobbiamo dimenticare che una banca sopravvive solo se eroga il credito. Il nostro mestiere è questo." Quanto al fatto che i bilanci 2009 saranno brutti, il nostro banchiere non si scompone. "Lo sappiamo benissimo. E infatti non perderemo troppo tempo a guardarci dentro. Al contrario, avrà molta più importanza l'impegno degli imprenditori a ricapitalizzare le loro imprese dimostrando così di credere al futuro. O anche la loro capacità di offrire garanzie, anche di tipo personale."
Ah, le garanzie, il vero rimedio anti-crisi (non abbiamo tempo da perdere coi bilanci, pensate se il medico di un paziente grave parlasse così della diagnostica!).
Sono citazioni, d'accordo, e può darsi che siano state selezionate ad arte per dipingere banchieri distaccati e minimalisti. Le interviste con i massimi vertici danno un messaggio opposto: cerchiamo rapporti più stretti con le aziende, guardiamo ai suoi piani di business, al talento dell'imprenditore.
Come stanno veramente le cose?

Luca
Sat 13 Mar 2010, 15.31 - Stampa
La Banca d'Italia ha pubblicato in data 4 marzo il 13° aggiornamento della Circolare n. 139 dell’ 11 febbraio 1991 (Centrale dei rischi. Istruzioni per gli intermediari creditizi). Scorrendo il testo ho annotato alcune delle modifiche evidenziate:
[pag. I.6] Gli intermediari devono ottemperare senza ritardo agli ordini dell’Autorità giudiziaria riguardanti le segnalazioni trasmesse alla Centrale dei rischi (ad es. ordine di cancellazione di una sofferenza). Ove l’ordine sia impartito alla Banca d’Italia, quest’ultima chiede prontamente tramite posta elettronica certificata (PEC) o a mezzo fax all’intermediario che ha effettuato la segnalazione di provvedere - tempestivamente e comunque entro i tre giorni lavorativi successivi a quello della richiesta - alla rettifica e all’eventuale riclassificazione della posizione oggetto di accertamento. In caso d’inerzia dell’intermediario, la Banca d’Italia provvede d’iniziativa entro il giorno seguente a quello di scadenza del predetto termine e avvia la procedura per l’irrogazione delle sanzioni di cui all’art. 144 del T.U.B. nei confronti dell’ente segnalante.
[pag. I.10, Flusso di ritorno personalizzato] non viene restituita l’informazione relativa al deterioramento del credito e rilevata nella variabile di classificazione qualità del credito [deteriorata/non deteriorata, nuova classificazione introdotta da questo aggiornamento];
[pag. II.10, Categorie di censimento dei rischi] L'appostazione a sofferenza implica una valutazione da parte dell'intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può scaturire automaticamente da un mero ritardo di quest'ultimo nel pagamento del debito. La contestazione del credito non è di per sé condizione sufficiente per l’appostazione a sofferenza. [...] Gli intermediari devono informare per iscritto il cliente la prima volta che segnalano lo stesso a sofferenza. Tale obbligo non configura in alcun modo una richiesta di consenso all’interessato per il trattamento dei suoi dati ai fini CR, atteso che gli intermediari sono tenuti a fornire alla Banca d’Italia i dati relativi all’indebitamento della clientela per adempiere ad un obbligo previsto dalla legge (artt. 51, 66, comma 1, e 107, comma 3 T.U.B.) e sono, pertanto, esonerati dall’obbligo di acquisire il consenso dell’interessato.
[pag. II.21, Variabili di classificazione, Stato del rapporto] Per le categorie di censimento [...], la variabile consente inoltre di distinguere i rapporti oggetto di contestazione da quelli non contestati. Si considera “contestato” qualsiasi rapporto oggetto di segnalazione (finanziamenti, garanzie, cessioni, etc) per il quale sia stata adita un’Autorità terza rispetto alle parti (Autorità giudiziaria, Garante della Privacy o altra preposta alla risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela).
Come si può notare, le modifiche rafforzano la tutela dei clienti nei casi in cui una segnalazione negativa in Centrale rischi può recare loro danno. La rimozione di segnalazioni a sofferenza contestate con successo di fronte al giudice deve essere sollecita, e inoltre l'eventuale contestazione deve essere notificata al sistema. Si vuole inoltre smorzare la meccanicità delle segnalazioni a sofferenza e la propagazione nel sistema delle criticità non conclamate, per cui nel flusso di ritorno non si evidenzia il nuovo flag deteriorato/non deteriorato, così come in precedenza non si divulgava lo stato di incaglio.
Sul contenzioso banca-cliente inerente lo stato in CeRi, Nicola e Gabriele mi hanno segnalato l'articolo Illegittima segnalazione alle Centrale dei rischi e responsabilità dell’intermediario, di Fernando Greco, dal sito dirittobancario.it

Luca
Sat 13 Mar 2010, 13.17 - Stampa
Ieri è stato presentato (vedi news e slide dal sito del MEF) il progetto di start up della Banca del Mezzogiorno (di cui ho parlato in varie occasioni). Si è confermato il modello tratteggiato nella Finanziaria 2010 (art. 2 comma 169): un'istituzione finanziaria di secondo livello, investita della missione di sostenere progetti di investimento nel Mezzogiorno e promuovendo in particolare il credito alle piccole e medie imprese, la nascita di nuove imprese, l’imprenditorialità giovanile e femminile, l’aumento dimensionale e l’internazionalizzazione, la ricerca e l’innovazione, al fine di creare maggiore occupazione. E' stata resa nota la composizione del Comitato promotore, presieduto da Vito Dell'Erba (Presidente Fed. BCC Puglia e Basilicata) e composto da altri esponenti delle BCC, non solo meridionali, rappresentanti di MEF e MiSE, Unioncamere, ISMEA, Poste Italiane, più un'imprenditrice e un collega di diritto commerciale di Teramo. Al comitato promotore si affianca un “tavolo di consultazione” cui fanno parte le maggiori organizzazioni imprenditoriali e associazioni economiche.
Qualunque banca (non solo quella del Mezzogiorno) potrà emettere titoli di scopo a medio-lungo termine per canalizzare le risorse nel Mezzogiorno, beneficiando dell'aliquota di favore del 5 per cento sugli interessi, per un massimo di 100.000 Euro per sottoscrittore.
Poste Italiane potrà acquistare eventuali emissioni della Banca del Mezzogiorno (con garanzia dello Stato) per finanziare infrastrutture senza impattare sul deficit pubblico.
Aspettiamo allora i passi successivi del progetto, così prospettati: approvazione del Regolamento del Comitato; individuazione di un advisor industriale e definizione delle attività della banca; individuazione degli ulteriori soci e, in particolare, delle banche aderenti; individuazione della sede; avvio dell’iter di autorizzazione; avvio dell’attività di recruitment.

Luca
Sat 13 Mar 2010, 13.06 - Stampa
Da questo comunicato, ho appreso che giovedì 11 marzo è pervenuta comunicazione della delibera del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in forza della quale Unifidi Imprese Sicilia è ufficialmente iscritto all’Albo degli Intermediari vigilati da Banca di Italia ex art.107.
Congratulazioni a questo confidi, espressione della CNA regionale, col quale siamo arrivati a 10 autorizzazioni (di cui questa è la prima in Sicilia).

Luca
Fri 12 Mar 2010, 12.50 - Stampa
Il settimanale Vita pubblica un'intervista (ripresa dal sussididario.net) con Hans Reitz, che insieme a Muhammad Yunus, ha creato il Grameen Creative Lab: una società di consulenza che offre a Ong e multinazionali strumenti e opportunità di partnership per combattere la povertà applicando il modello di business sociale che Yunus ha ideato, e testato, con la Grameen Bank. Il Lab è nato da una collaborazione tra lo Yunus Center di Dhaka e il Circ di Wiesbaden.
Reitz accenna al progetto di una banca di microcredito da creare a Bologna, in partnership con l’Università di Bologna e il gruppo UniCredit. Si è scelto di coinvolgere l'università perché
gli studenti hanno la mente aperta. Non sono ancora stati condizionati a pensare in un certo modo. Invece di dire che cancellare la povertà è un concetto irrealizzabile, li sentirai pronti a risolvere il problema.
Speriamo che nel progetto si coinvolga qualche adulto che insegni a lavorare per le grandi idee. E' quello che ha fatto Yunus agli albori dell'esperienza Grameen.

Luca
Fri 12 Mar 2010, 12.03 - Stampa
Oggi ho ripreso in mano il budget di cassa di una delle aziende che abbiamo seguito per il business point. Mi serve una proiezione della situazione di cassa e linee di credito del 2010. Mi aspetta un simpatico percorso a ostacoli, nell'ordine:
  • acquisire i dati di contabilità 2009; li detiene un centro servizi che li aggiornerà in base alle esigenze della chiusura del bilancio; non riesco ad acquisirli in formato elettronico; mi va bene se arriva un tabulato cartaceo del bilancio di verifica (per motivi misteriosi i consulenti del centro servizi sono infastiditi per l'aiuto che diamo all'azienda; io ho cercato in varie occasioni di incontrarli, ci riproverò)
  • acquisire i dati delle fatture emesse e ricevute, e dei crediti / debiti commerciali, per aggiornare il preconsuntivo 2010 e gli scadenzari; questi dati stanno su un gestionale che l'azienda ha in casa (ovviamente diverso da quello del centro servizi) e che utilizza per seguire fatturazione e incassi / pagamenti, nonché l'IVA; qui posso copiarmi il database (in formato Access) ed estrarre i dati con delle query;
  • acquisire i dati del conto corrente, della linea sbf e dei mutui dall'internet banking; c/c e sbf sono esportabili in formato csv (per un motivo misterioso l'export non contiene la colonna "codice causale" che pure mi farebbe comodo); dei mutui si può esportare solo il pdf del piano; lo posso tagliare e incollare in excel, ma c'è qualche colonna che si disallinea e serve un po' di manualità per assestare i dati; non ho ancora trovato nell'internet banking un mutuo erogato nel marzo 2009 (sarà un mutuo speciale ...)
Morale: l'aggiornamento del modello mi costerà una giornata abbondante di lavoro soltanto per acquisire i dati dai vari sistemi. E tra un mese dovrò ripetere una buona parte di queste operazioni. Ma ne vale la pena, perché potrò costruire un bilancio previsionale e un budget di cassa, con i quali andremo in banca a concordare ammontare e mix delle linee di credito. Se non lo facessimo, basterebbe un pagamento imprevisto per far scattare un'anomalia andamentale (extrafido, arretrati,e cc.). L'azienda lavora con una banca non IRB e quindi non si scatenerebbe un downgrading (anche le banche IRB dovrebbero aver disattivato gli allarmi sulle tensioni di liquidità), ma in ogni caso prevenire è meglio che bussare a quattrini quando scade una RiBa o il pagamento degli stipendi.
Basterebbe davvero poco per eliminare le attività ripetitive sopra elencate: organizzare diversamente i servizi di tenuta della contabilità (aggiornamenti più tempestivi, accesso web ai dati) aggiungere qualche funzionalità all'internet banking, mettersi magari d'accordo sui formati di estrazione dei dati tra banche e fornitori di software.
Facciamolo! Ci pensa già la crisi a creare problemi, non aggiungiamone altri per indolenza o miopia commerciale.

Luca
Fri 12 Mar 2010, 09.22 - Stampa
Presentato ieri il libro di Dario Di Vico, editorialista del Corriere: Piccoli: la pancia del paese. In questa news ADN Kronos trovate una breve video intervista all'autore. C'è un bel commento di Pierluigi Magnaschi su MF di oggi Uno sguardo illuminante sulle Pmi, pancia, motore e speranza del Paese.

Luca
Fri 12 Mar 2010, 08.54 - Stampa
Giovanni Carosio (VDG di Banca d'Italia) ha presentato ieri alla Camera dei deputati un'Indagine conoscitiva sulle problematiche relative all’applicazione dell’Accordo di Basilea 2. Ci trovate una sintesi molto chiara dei cambiamenti all'accordo in discussione. La parte più interessante è quella conclusiva, dedicata all'impatto delle suddette revisioni sulle banche italiane:
Non ci si può però nascondere che le modifiche regolamentari proposte dal Comitato di Basilea richiederanno alle banche italiane adeguamenti non trascurabili. Sebbene esse partano da una situazione migliore di quella di altri sistemi bancari sul fronte, ad esempio, della qualità del patrimonio, rimangono aperti aspetti importanti delle proposte che potrebbero determinare conseguenze di rilievo.
È il caso della deduzione dal patrimonio delle attività per imposte anticipate, il cui ammontare assume valori di assoluto rilievo per effetto dei vincoli nazionali alla deducibilità fiscale delle perdite su crediti. Su questo fronte, lo studio d’impatto consentirà di valutare opzioni alternative, come quella di dedurre solo parzialmente tali attività, in modo da evitare che differenze nei trattamenti fiscali nazionali creino eccessive disparità concorrenziali. Anche la deduzione integrale dal Tier 1 degli interessi di minoranza e delle partecipazioni bancarie, finanziarie e assicurative potrebbe avere impatti non trascurabili sul nostro sistema. La presenza di significative quote di risorse di pertinenza di terzi è in larga misura la conseguenza dei processi di aggregazione che hanno interessato il sistema italiano negli anni scorsi. Appare tecnicamente fondata la proposta alternativa di tenerne conto parzialmente, almeno fino a un ammontare commisurato ai rischi delle singole sussidiarie che tali interessi fronteggiano.
Quanto alle regole sulla liquidità, l’effetto dipenderà dal disegno finale dei due indicatori. Appare tuttavia chiara sin d’ora la necessità che le banche italiane aumentino le scorte di attività prontamente liquidabili. Se da un lato il profilo di liquidità del sistema appare complessivamente migliorato, anche grazie alla rafforzata azione di monitoraggio avviata dal 2007 dalla Banca d’Italia, dall’altro permangono sui mercati elementi di incertezza.
Nessun allarme, quindi. Nulla che non si possa affrontare e risolvere per tempo.
Luca
Fri 12 Mar 2010, 08.46 - Stampa
Mentre ferve il dibattito sulla transizione a Basilea 3, la conoscenza dei meccanismi dell'accordo vigente (Basilea 2) non è ancora sufficientemente diffusa. Fitch Ratings ha pubblicato un rapporto che intende mettere a fuoco i meccanismi che impattano sui requisiti minimi di patrimonio partendo dalle scelte strategiche della banca, per apprezzare quanto le regole di vigilanza siano coerenti con una corretta valutazione a fini gestionali interni, e nell'ottica di un investitore esterno. Potete scaricare il rapporto da questo link oppure dalla pagina di Fitch dedicata a Basilea 2 (serve registrazione gratuita).

Luca
Thu 11 Mar 2010, 09.17 - Stampa
Claudio D'Auria mi ha informato stamattina dell'improvvisa morte di Marino Bergamaschi, direttore di Artigianfidi Varese. La notizia mi ha commosso. Ho un bel ricordo dell'ultima occasione in cui ci siamo incontrati, il seminario tenuto a Varese sulla trasformazione dei confidi.
Formatosi nella CISL è passato nel 1987 in Confartigianato, dove ha ricoperto varie posizioni fino a quella (dal 1998) di direttore dell'associazione a Varese.
Era uno che nei confidi al servizio delle imprese ci credeva davvero, e non si risparmiava. Non ha mai avuto paura del cambiamento. Da poche settimane il "suo" Artigianfidi ha ottenuto l'autorizzazione a 107. Nei mesi precedenti si era prodigato per sbloccare il programma Confiducia. Anche la fusione dei confidi di 2° grado in Federfidi lombarda (di cui era amministratore delegato) lo ha visto in prima linea. Difendeva con tenacia gli interessi dei suoi rappresentati, ma al tempo stesso sapeva dialogare (e soprattutto collaborare) in una prospettiva di bene comune.
Sono vicino all'amico Andrea Bianchi, suo braccio destro in Artigianfidi Varese, che ne porterà avanti i progetti. E naturalmente alla famiglia, che di questo dolore porta il peso più gravoso.
Perché vale la pena muoversi, rischiare, fare quello che facciamo? Per un Bene, a cui tutti siamo destinati. Perdonate se vi lascio con questo pensiero. Penso che Marino approverebbe "Bravo, è proprio così!", con la simpatia che mi esprimeva nei nostri incontri. Adesso lo può dire con certezza.
Diamoci da fare, da oggi abbiamo una ragione in più.

Luca
Tue 9 Mar 2010, 10.19 - Stampa
Oggi anche Repubblica parla dei suicidi dei piccoli imprenditori veneti con due articoli (il racconto dei 14 drammi già consumati e un commento di Luciano Gallino).
Nel modo in cui si discute e (non?) si affronta il problema noto due filoni: (a) l'accusa alle banche e ai committenti che non pagano; (b) la solitudine e la disperazione. Anche i rimedi sono polarizzati su: (a) più credito, garanzie, fondi di solidarietà; (b) telefono amico, assistenza psicologica. Possibile che a nessuno venga in mente di fondere i due aspetti del problema? La compagnia all'imprenditore in difficoltà va fatta parlando con lui dei problemi della sua impresa, che sono problemi gestionali, finanziari, legali, di personale. Come ci ricordano Nic&Gabri (da Teramo) occorre costruire un rapporto di fiducia che nasce da una richiesta d'aiuto, e che si riempie subito di contenuti professionali, decisionali: che cosa si può realisticamente fare per andare avanti, o per ritirarsi senza rimanere travolti? La compagnia serve a questo, a evitare il cortocircuito tra fallimento dell'impresa e annullamento della persona. Chi può fare questa compagnia? Chi ha interesse vero per il valore della persona, ma non astratto, bensì calato nella vicenda concreta dell'azienda in difficoltà.

Luca
PS: Sempre oggi il Corriere (inserto Corriere Veneto) racconta di una giornata al call center anti-suicidi avviato dalla Camera di commercio di Padova. Un esperimento interessante. Da leggere per riflettere e pensare a cosa fare dopo la telefonata.
Mon 8 Mar 2010, 08.35 - Stampa
Cari amici, noto da qualche settimana una rarefazione degli interventi sul blog. Forse mancano spunti interessanti. Più probabilmente (stando a quello che sento) rischia di spegnersi l'interesse per quello che continua a succedere.
Non penso che la maggior parte di noi si senta sollevata perché il peggio è passato, dalla crisi stiamo uscendo: sappiamo bene che non è vero, non siamo degli sprovveduti, e sentiamo il peso opprimente di quello che non si dice pubblicamente. Non sento la mancanza dei talk show e dei video catastrofisti e complottisti che imperversano sulle reti statunitensi e su youtube (America's collapse e roba del genere). Mi ribello, però, quando a casa nostra vedo il dibattito politico frantumarsi in scaramucce dove i contendenti si giocano una paginata di consenso mediatico e (più spesso) il controllo di soldi pubblici e il potere che ne deriva.
Da dove può nascere un modo diverso di guardare in faccia le contraddizioni, i bisogni? Me lo chiedo ogni mattina, quando riprendo il lavoro. Mi ha aiutato a fare chiarezza questo apologo di don Zeno Saltini, ripreso da don Giussani:
Pensate al Naviglio. Il Naviglio è un corso d’acqua, vicino c’è una strada, sulla strada passano i pullman; supponete che un pullman freni male e uno che era lì ad aspettarlo viene buttato nell’acqua. Quelli del pullman son lì a dire: «Eh, guarda qui, il governo di qui, il governo di là, dovevano mettere uno spazio più grande per la fermata, dovevano mettere il gabbiotto, dovevan mettere...», e tutti che dicono la loro; e intanto quello là crepa. Di fronte alla vita non c’è più teoria o astrazione; l’astrazione è dettata dall’esigenza di astratta giustizia che c’è nella gente, per cui per gli uni occorreva il gabbiotto, per altri occorreva la strada più larga, per altri occorreva... tutti ragionando immaginavano che cosa occorresse perché uno non cadesse nel Naviglio. Invece, uno che è lì vicino alla porta, corre fuori e si butta nel Naviglio e lo salva. Una presenza non ha più nessuna teoria davanti, ha soltanto il fatto.
Succede anche nel sistema finanziario: al G-20 e a Basilea progettano il sistema perfetto che eviterà la prossima crisi (per intanto tengono in rianimazione quello che ha contribuito a provocare la crisi attuale). E alle persone che cadono, perdono il lavoro, chiudono l'impresa, chi ci pensa? Chi si muove?

Luca
Sun 7 Mar 2010, 12.04 - Stampa
Ho un buon consiglio di lettura per chi cerca profondità storica e lucidità nell'analisi della crisi: è l'intervento di Salvatore Rossi, direttore della ricerca economica in Banca d'Italia, alla giornata di studio in onore di Guido Rey organizzata lo scorso 5 marzo a Roma. In 18 pagine di testo e altrettante di grafici Rossi traccia il cammino dell'economia e della politica economica in Italia dalla crisi del 1992-93 (uscita della lira dallo SME) a quella del 2008-09. Lo fa con dono raro di chiarezza e di sintesi, concludendo che il nostro paese si sta giocando tutto, o quasi, nella seconda rincorsa (dopo la prima, del 1997-98 per entrare nell'euro): l'adeguamento strutturale all'impatto della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica delle ICT, da completare sotto i colpi della crisi reale e gravati da ritardi strutturali. Cito:
I difetti strutturali del sistema economico italiano rappresentano altrettante difficili sfide per una politica economica che voglia rilanciare la produttività, la competitività e la crescita di lungo periodo. E’ in questo vasto e variegato campo delle politiche cosiddette “strutturali” che la capacità decisionale del sistema politico viene messa alla prova decisiva, un campo irto di difficoltà perché tecnicamente complesso e disseminato di agguerriti interessi di gruppi di pressione e corporazioni.
E' una battaglia durissima, chi è disposto a combatterla? Se i centri decisionali pubblici sono bloccati e debilitati, che cosa si può fare dal basso, sussidiariamente, per sopperire? Se qualcun altro pensa che queste domande siano importanti, ci faccia dono anche soltanto della sua trepidazione, del suo disagio. Ma anche dei motivi che alimentano la sua speranza di costruire.

Luca

PS: Dimenticavo: Salvatore Rossi è l'autore di Controtempo. L'Italia nella crisi mondiale (Laterza, 2009). Un saggio (che l'autore ha presentato nella nostra facoltà, qui c'è il video) che si legge benissimo, per capire le origini del male oscuro che affligge il nostro Paese, che da anni cresce poco e distribuisce male. Poco gergo, molti fatti e narrazioni. E una visione del futuro positiva, malgrado i pesi che ci trasciniamo dietro.
Tue 2 Mar 2010, 16.46 - Stampa
Il titolo bizzarro del post riassume un articolo dal Sole 24 ore di oggi a pag. 42 (v. ritaglio su rassegna MEF). Si riassumono i risultati di uno studio di Deloitte sull'impatto di alcune modifiche al framework sul capitale attualmente in consultazione. In realtà (se ho inteso bene) Deloitte stigmatizza l'inasprimento dei requisiti sul rischio di mercato e quello di controparte, conseguente alla chiusura dei buchi che consentivano arbitraggi regolamentari su asset illiquidi semplicemente spostandoli dal banking book al trading book. L'articolo trae però la conclusione che Basilea 3 colpirà soprattutto la capacità di prestito delle banche. Da questo punto di vista, conclude l'articolo, Basilea 3 porta indietro l'orologio ai tempi di Basilea 1, revocando i benefici di Basilea 2 (ma non era Basilea 2 l'origine di tutti i mali, compreso il credit crunch?).
E' vero che Basilea 3 intende far crescere la quantità e la soprattutto la qualità della base patrimoniale delle banche. Per le banche italiane non fanno paura tanto gli inasprimenti sul trading book (sul quale non hanno mai avuto esposizioni eccessive), quanto piuttosto la ventilata deduzione dal patrimonio di base delle attività intangibili da imposte differite e i nuovi requisiti per il rischio di liquidità.
E' solo una notizia ripresa dal giornale, d'accordo. Ma che confusione sono riusciti a fare con così poco!
Ho una proposta: organizzare lanci di pomodori ai convegni dove relatori di qualsiasi estrazione (accademia, banche, consulenza) giudicano la bontà di strumenti o regole nuovi in base all'equazione primitiva "minori requisiti di capitale = cosa buona in sé".

Luca
Tue 2 Mar 2010, 16.13 - Stampa
Nic&Gabri mi segnalano un articolo-provocazione di Giancarlo Perasso su lavoce.info. Ecco il succo della proposta:
Nell’Nba, esiste il “salary cap”, cioè un monte salari fisso per ogni squadra (i premi sono liberi). Se la squadra di Los Angeles, ad esempio, volesse ingaggiare un campione che porterebbe il monte ingaggi al di sopra del tetto fissato, dovrebbe versare alla Nba stessa il corrispondente dell’ammontare per cui ha superato il monte salari. Per fare un esempio: se il monte salari è 100 dollari e cresce a 110 con l’arrivo del nuovo giocatore, la squadra dovrà versare 10 dollari all’Nba.
Si potrebbe applicare lo stesso principio al rapporto tra debiti e asset delle banche: fino a un certo multiplo fissato per legge (Dieci volte? Meno? Di più? Spetta ai governanti decidere quanto) il leverage è libero dalla “leverage tax”, oltre quella soglia, per ogni dollaro di leverage bisognerà versare un dollaro all’erario. Volendo si potrebbe anche valutare se incrementare la “leverage tax” oltre una certa soglia. Ad esempio, non più un dollaro per un dollaro ma due dollari di tassa per ogni dollaro di leverage oltre un certo ammontare.
Chi sfora la leva massima si ritrova con un costo incrementale della raccolta pari al tasso pagato più il 100% di "leverage tax". O forse l'autore intendeva (come nel caso NBA) una tassa applicata alla remunerazione (non all'importo) del debito eccessivo. Altro che indeduciblità parziale degli interessi! Al confronto il leverage ratio sull'attivo non ponderato che si ventila a Basilea (vedi documento del dicembre 2009) è la carezza di una piuma. Apprezziamo la forza del messaggio.

Luca
Tue 2 Mar 2010, 10.26 - Stampa
Il Sole 24 ore segnala In Defense of Much, But Not All, Financial Innovation, un paper di Robert Litan, membro del think thank Brookings Institute. Litan ha inteso rispondere alla provocazione di Paul Volcker che delle innovazioni pare salvi soltanto il Bancomat. Nel saggio si classificano i nuovi servizi di pagamento, gestione del risparmio, credito, allocazione del rischio secondo tre profili: facilità di accesso, convenienza e contributo al PIL. Bocciati senz'appello i figli degeneri della bolla subprime, ovvero gli adjustable rate mortgages (quei mutui con le prime rate in offerta speciale), i CDO (contenitori di asset tossici) e le SIV (veicoli fuori bilancio per asset tossici). Bocciati gli hedge fund. Promossi (se usati bene) i derivati su crediti, che Wolfgang Münchau del Financial Times, vorrebbe invece l'utilizzo naked, cioè senza posizioni sottostanti da coprire, vedi articolo in italiano e in inglese).
Che dire? Sono analisi interessanti, anche se la materia è di una complessità mostruosa, e il punto non è dare un giudizio morale, quanto piuttosto una strategia di riassorbimento di squilibri reali (conti con l'estero e deficit pubblico) e finanziari (debito privato e pubblico e banche traballanti). Gli squilibri sono montati prima dello scoppio della crisi, e dopo sono cresciuti ancora. Le innovazioni perverse hanno aiutato prima a gonfiare la bolla, e dopo a speculare più facilmente sulla sua contrazione. Se vogliamo riportare l'ordine dobbiamo volerlo, il mercato da solo non è capace di autodisciplinarsi. Se però non si dà una prospettiva di rientro dagli squilibri sottostanti, come si fa a legare le mani ai mercati? Chi si compra o si tiene i titoli greci, o di altri paesi in osservazione, senza uno strumento di gestione del rischio? Chi colloca e intermedia le masse spaventose di titoli pubblici e privati che arrivano a scadenza e devono essere rifinanziati, per non parlare delle nuove emissioni nette? Il populismo può essere pericoloso quanto il mercatismo.

Luca
Tue 2 Mar 2010, 10.13 - Stampa
Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale della Banca d'Italia, è intervenuto il 26 febbraio al Convegno dell'Istituto centrale delle banche popolari su "Banche cooperative e sviluppo solidale: sfide e opportunità". Qui trovate la relazione, che tocca problemi cruciali per le popolari, quali lo sviluppo degli impieghi e il loro tasso di deterioramento (entrambi più rapidi rispetto alle medie di sistema), nonché le modifiche (sollecitate su base volontaria) alle regole di governance.

Luca
Mon 1 Mar 2010, 15.36 - Stampa
Il tema discusso per radio da Giannino è ripreso da Dario Di Vico sul Corriere di oggi. Alcuni passaggi:
Giuseppe Nicoletto, Paolo Trivellin, Walter Ongaro e gli altri caduti, rappresentano altrettanti casi di un’imprenditoria coraggiosa e battagliera che il mercato l’ha conosciuto giorno per giorno, nella sua versione più realistica e selettiva e non in quella teorico-accademica che si può tranquillamente apprendere sui manuali di management.
Sovente si tratta di ex operai che con molti sacrifici avevano coronato il sogno di mettersi in proprio e che nella loro nuova condizione di “padroni” non avevano però dimenticato nemmeno per un momento il mondo e i sentimenti da cui provenivano. [...]
Il 30% in meno di fatturato – che purtroppo è la media - non è mai diventato il 30% in meno di dipendenti. Fino all’ultimo gli artigiani si rifiutano di disfarsi dei propri collaboratori tanto da arrivare a un tragico paradosso: preferiscono uccidersi piuttosto che venir meno a quell’assunzione di responsabilità che un datore di lavoro contrae associando al suo progetto un’altra persona, giuridicamente suo dipendente. La coesione sociale, termine che non manca mai nei discorsi preparati dai ghost writer, i Piccoli la difendono così. Sulla loro pelle.
Non è dunque “il mal di Nordest”, il violento contraccolpo tra il veloce successo economico degli artigiani veneti e il rovinoso impatto della Grande Crisi, il tratto che va messo in luce di queste dolorose vicende umane. L’insegnamento da trarre per noi tutti è un altro. Va sottolineato piuttosto come nelle fragili società moderne coesistano diversi sistemi di valori.
Alcuni esercitano una forte presa sull’opinione pubblica, si affermano come egemoni, dettano i cosiddetti stili di vita. Altri rimangono sottotraccia, sono invisibili ai più, in qualche caso sono oggetto di facili ironie ma conservano caparbiamente la coerenza dei loro codici d’onore. Non è il “troppo lavoro” che ha ucciso i Trivellin e gli Ongaro ma caso mai un “eccesso” di etica. Consideriamoli e ricordiamoli, dunque, per quello che sono stati: figli di un calvinismo minore.

Esiste anche un'altra morale, che accetta il fallimento e dà le ragioni per riprendersi. Non siamo predestinati al successo o all'annientamento. E possiamo sostenerci a vicenda.

Luca
PS 3/3: Il Corriere riprende oggi in un articolo gli autorevoli commenti sui suicidi degli imprenditori veneti: il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, il patriarca di Venezia, cardinal Angelo Scola, e i vertici delle associazioni datoriali della regione.
Mon 1 Mar 2010, 15.27 - Stampa
Cerved ha pubblicato il rapporto del proprio Osservatorio sulle crisi d'impresa nel 4° trimestre 2009. Cito alcuni passaggi:
Dopo la brusca caduta delle procedure seguita alla riforma della disciplina sulla crisi d’impresa, dall’aprile del 2008 i fallimenti hanno iniziato una corsa che dura da sette trimestri consecutivi, con tassi di crescita sempre a due cifre: complessivamente, nel 2009 si contano oltre 9 mila fallimenti (+23% rispetto al 2008).L’aumento dei fallimenti è stato particolarmente elevato tra le società di capitale (+25%), mentre le società di persone, le imprese individuali e le altre forme giuridiche fanno registrare tassi inferiori alla media, ma comunque a due cifre (rispettivamente +21%, +15% e +17%).
[...] negli ultimi tre mesi del 2009 le imprese italiane hanno presentato 243 domande di concordato preventivo (+33% rispetto al quarto trimestre del 2008), portando il complesso delle domande del 2009 a oltre 900 (+62% rispetto al 2008). Tra il 2001 e il 2009 l’istituto del concordato preventivo ha assunto sempre maggiore rilevanza nella gestione della crisi di impresa: nel 2001 si presentava una domanda di concordato ogni 46 aperture di procedure fallimentari; il rapporto è passato a 1:10 nel 2009.

Luca
Mon 1 Mar 2010, 15.20 - Stampa
E' disponibile sul sito della Banca dei regolamenti internazionali il nuovo numero della Rassegna trimestrale. Riporto il comunicato:
La Rassegna trimestrale BRI del marzo 2010 pubblicata oggi presenta una panoramica degli sviluppi recenti nei mercati finanziari. Essa attribuisce il calo dei prezzi delle attività osservato tra metà gennaio e metà febbraio a una serie di fattori, fra cui la disomogeneità della ripresa economica a livello mondiale e i timori circa il rischio di credito sul debito sovrano dati gli ampi disavanzi di bilancio.
La Rassegna esamina inoltre gli aspetti salienti emersi dalle ultime statistiche BRI sull’attività bancaria e finanziaria internazionale. Gli articoli monografici contenuti in questa edizione trattano i seguenti argomenti:
  • la struttura dell’attività bancaria mondiale. Sulla base delle statistiche bancarie BRI lo studio distingue fra banche “internazionali” e “multinazionali”, e fra i rispettivi modelli geografici di raccolta, ed esamina come la crisi abbia messo alla prova tali modelli;
  • i tassi di cambio e le crisi finanziarie. La ricerca mette a confronto tre recenti crisi finanziarie internazionali ed evidenzia l’insolito comportamento dei tassi di cambio durante quella del 2007-09;
  • l’attuale grado di dipendenza del settore bancario dal sostegno delle banche centrali e dei governi;
  • le origini e l’evoluzione del termine “macroprudenziale”.

    Luca