Tue 31 Oct 2006, 09.03 - Stampa
E' uscito questo articolo sul "Il giornale", che spiega chiaramente quello che si è fatto nella sperimentazione XBRL di Unioncamere, Infocamere e Ordini professionali.
Un solo neo: a differenza dal precedente articolo uscito sul Sole 24 ore, non si fa menzione del nostro ruolo nel progetto, dato che si parla di una "tassonomia dei valori di bilancio già elaborata dalla commissione informatica del Consiglio nazionale ragionieri in collaborazione con i dottori commercialisti, Unioncamere e Infocamere". Forse è il giornalista che ha ritenuto di non complicare la notizia. Non è un problema. Continueremo a mettere a disposizione del sistema camerale, degli ordini, della neocostituita giurisdizione, le nostre competenze informatiche e aziendalistiche.

Luca
Tue 31 Oct 2006, 00.31 - Stampa
LU PIANTE DE LE FOJJE
di Cesare De Titta
Lu ciel' è ććhiuse e ććhiuse è la muntagne,
le fòjje ggialle casche a un' a une,
e ssi còjje la 'live, e la campagne
tra la nèbbie aresòne di canzune...
Sèmpre šta nèbbie, amore, gna si còjje
la 'live, e ccasch' a ll' arbere le fòjje!

S'alz' a lu ciele tant' e ttante scale
gne tra nu sonne che nen sacce dire;
sajje cantènne l'anem' e rrecàle
da 'n ciele 'n tèrre e jjètte nu suspire...
Puòrteme tra la nèbbie, tra le rame,
na scale, amore, a ll' aneme che ććhiame.

'N cim' a na scale ci šta na fijole
che 'm mèzz' a ll' atre voce fa da prime,
e, gna vuléss' aretruvà' lu sole,
s' aalż' aalże e sse ne va ććhiù 'n cime...
Ah cchela voce che ffa da suprane,
amor' amore, falle cantà' piane!

Le fòjje fa nu piante pe' la vie,
e lu cant' aresone entr' a lu core
gne nu salut' afflitte, gne n'addìe
di tante cose bbielle che ssi more,
di tante care nuode che ss' asciòjje,
amore, tra lu piante de le fòjje.

E' una poesia, e anche una canzone musicata da Guido Albanese: dovete ascoltarla nella strepitosa versione del nostro coro della SAT su questo CD, in rete non c'è ancora l'assaggio in mp3, ma il gentilissimo webmaster della SAT mi ha promesso che al ritorno dalla tournée del coro a Mosca esaudirà il mio desiderio.
[post scriptum 31/10] promessa mantenuta (grazie!) su questa pagina potete ascoltare o scaricare la prima strofa del canto, è il brano nr. 17 del primo CD.


Luca
Mon 30 Oct 2006, 16.04 - Stampa
Vi ho già parlato di un software alternativo ai tradizionali fogli elettronici col quale sto lavorando da qualche mese: è Quantrix Modeler. Quantrix si basa su tabelle multidimensionali, analoghe alle tabelle pivot di excel, ma con la differenza che si possono definire delle formule molto concise e potenti che utilizzano come argomenti, e popolano con i risultati, matrici a più dimensioni. Noi pensiamo di utilizzare Quantrix per costruire dei prototipi che lavorino su dati in formato XBRL.
Il prodotto ad oggi è poco diffuso (qualche centinaio di utenti in tutto il mondo, contro i milioni di excel). Penso che possa essere interessante nelle attività tipiche di molti visitatori di aleablog, ad esempio per effettuare analisi di bilancio, piani finanziari, modelli di valutazione di portafoglio. Quantrix dà molte delle funzionalità che si trovano nei prodotti per il calcolo statistico e scientifico (come Matlab), ma con un interfaccia utente interattiva più simile a quella di un foglio elettronico. Il costo è superiore a quello di un foglio elettronico (però per l'uso nei corsi abbiamo ottenuto una licenza gratuita) e la curva di apprendimento all'inizio può scoraggiare, ma poi si guadagna molto in produttività e facilità di estensione e modifica dei modelli.
Potete farvene un'idea con un modello semplice, scaricabile qui. Contiene le formule regolamentari per il calcolo dei coefficienti di capitale con la formula di Basilea 2, approccio IRB. Ecco un grafico tipico ricavato dal modello:

Potete provarlo con la versione di prova (30 giorni) di Modeler che trovate qui. Consiglio di scorrere il buon tutorial fornito con il programma prima di provare il mio modello. Se avete domande o commenti, sarà lieto di riceverli.

Luca
Fri 27 Oct 2006, 19.13 - Stampa
Girando sui siti web dei vendor di applicazioni per XBRL ho saputo di due novità.
UBMatrix ha lanciato il sito xBReeze, che supporta lo sviluppo di tassonomie open da parte di gruppi di utenti. Ci sono quatro livelli d'accesso. L'Open Source Edition è gratuita, mentre la Professional Edition, la Compliance Reporting Edition, e la Regulatory Edition sono a pagamento. Con le versioni superiori si hanno maggiori funzionalità di personalizzazione (estensioni delle tassonomie) e di gestione delle funzionalità avanzate (creazione di dati di prova, attributi multidimensionali, formule e business rules complesse, ecc.). Chi si registra Open Source Edition può scaricare una versione completa (per una prova di 30 giorni, ma forse rinnovabile) di UBMatrix Taxonomy Designer, uno dei tool più diffusi tra le autorità che hanno prodotto tassonomie ufficiali. Taxonomy Designer non ha un'interfaccia utente molto amichevole, ma è robusto e implementa tutte le features delle tassonomie, anche quelle nuove (formula linkbase e dimensions). Le sue funzioni di controllo di conformità alle regole di stile e di sostanza fissati dal comitato XBRL international sono tra le più rigorose.
Rivet Software sta costruendo sul successo di Dragon Tag una linea di applicazioni client (Crossfire Analyst) e un data server specifico per XBRL. Crossfire Analyst consente di importare automaticamente da un tassonomia in Excel i formati di report e popolarli di dati finanziari presi da fonti XBRL. Una volta in Excel, i dati sono elaborabili con formule, ecc. Il prodotto non è ancora diffuso commercialmente, ma sul sito potete guardare un filmato demo che ne mostra un caso d'uso.
Queste aziende nascono dall'incontro tra colossi del settore IT e alcuni degli ideatori dello standard XBRL, Charles Hoffman in UBMatrix e Wayne Harding in Rivet. Essere leader nella creazione e nella diffusione di standard internazionali di questo tipo è un business formidabile. Peccato che in Italia queste opportunità non interessino, o nessuno se la senta di andarci dietro. Non è detta l'ultima parola, però. Siamo ancora in tempo per dire la nostra nelle soluzioni XBRL rivolte a piccole e medie imprese, e in applicazioni verticali a valore aggiunto, come nella consulenza finanziaria.
Se coordiniamo gli sforzi e seguiamo l'onda sollevata dal Decreto Bersani, ce la possiamo fare.

Luca
Wed 25 Oct 2006, 22.36 - Stampa
Segnalo in anteprima un'iniziativa su Basilea 2 e finanza delle Pmi organizzata dalla Camera di commercio di Trento e dal Comitato regionale ABI, sezione di Trento, alla quale collabora il nostro gruppo di ricerca Smefin. La giornata prevede una sessione plenaria la mattina presso la sala della Cooperazione Trentina (Via Segantini), chiusa da un intervento di Giuseppe Zadra, direttore di ABI. Nel pomeriggio avremo tre sessioni parallele in Università (Via Inama) su: (1) business office e consulenza alla pianificazione finanziaria; (2) confidi e gestione del rischio di credito; (3) XBRL e comunicazione finanziaria. Tra qualche giorno metteremo il programma dettagliato sul sito Basilea 4x4 e sarà possibile iscriversi.

Luca
Tue 24 Oct 2006, 21.00 - Stampa

I miei figlioli per il compleanno mi hanno regalato il leggenario albo
"Topolino e le prodezze dello struzzo Oscar", del 1936 che aspettavo di rileggere da più di trent'anni.
Sono molto felice. Aleablog ha trovato la sua mascotte.

Luca
Mon 23 Oct 2006, 18.55 - Stampa
Nel maggio 2006, Unicredit Banca e Fedart hanno siglato un accordo di collaborazione sui seguenti punti: tavolo di lavoro permanente, prodotti innovativi studiati ad hoc, scambio dati per via telematica per accelerare i tempi e snellire le procedure e una metodologia ad hoc per la valutazione dei Confidi.
In attuazione di questo accordo è stato lanciato il programma "bond dei territori", di cui riferisce questa news ANSA, ripresa dal comunicato stampa di Unicredit Banca:
MILANO, 20 OTT - Unicredit cartolarizza le garanzie dei Confidi artigiani e mette a disposizione delle piccole imprese un plafond fino a 1 miliardo di euro. L'operazione, denominata 'Bond dei Territori', nasce dai vincoli imposti da Basilea2 e consente ai Confidi artigiani, membri di Fedart, di liberarsi dell'impegno delle garanzie sui finanziamenti concessi ai propri associati da Unicredit Banca sfruttando un effetto leva che aumenta le possibilità di credito, e migliorandone nel contempo le condizioni. A sua volta la banca potrà passare le garanzie ad altri operatori istituzionali. "Le cederemo se ci saranno le condizioni di mercato. Ubm ci sta già lavorando", ha osservato l'amministratore delegato di Unicredit Banca, Roberto Nicastro nel presentare l'iniziativa. "E' un'operazione di finanza innovativa che libera risorse per Fedart Confidi", ha sottolineato il presidente di Fedart Fidi (Federazione italiana dei Confidi Artigiani), Roberto Villa. "L'accordo consente a decine di migliaia di imprese artigiane (massimo 10 dipendenti) di accedere a finanziamenti a condizioni accessibili di solito a chi opera sui mercati finanziari internazionali", ha aggiunto Nicastro, secondo cui l'operazione si inquadra nell'obiettivo del gruppo bancario "di essere vicini al territorio così come le banche di credito cooperativo, ma nel contempo di portare un valore aggiunto che ci è dato anche dalle nostre dimensioni". (ANSA).
Sul quotidiano l'Adige, di Trento, del 21/10 la notizia è stata ripresa con alcuni dettagli in più. Ve la riporto:
I vertici della Cooperativa artigiana di garanzia [di Trento], il presidente Bruno Martinelli e il direttore Paolo Nardelli, hanno firmato ieri a Milano insieme alla Fedart-Fifi, la federazione nazionale dei consorzi fidi artigiani, un accordo con Unicredit Banca che consentirà entro un anno di liberare almeno 10 milioni di euro di garanzie sui mutui e di rimetterle a disposizione delle imprese trentine. L'operazione di cartolarizzazione, la prima in Italia sulle garanzie, renderà disponibili in questa prima fase 200 milioni a quindici confidi e poi anche ad altri fino a 480 milioni. I finanziamenti garantiti della Cooperativa artigiana si avviano quest'anno a superare i 130 milioni, rispetto ai 122 milioni del 2005. Di essi, 25 milioni sono prestiti di Unicredit Banca. Ora Unicredit mette a disposizione a livello nazionale un plafond di 1 miliardo di euro. Sono interessate all'operazione le garanzie rilasciate su questo volume di crediti. Si tratta di mutui chirografari a cinque anni con importi tra 15 mila e 1 milione di euro e tassi favorevoli: da 0,50 a 1,25% in più dell'euribor a tre mesi, il tasso europeo di riferimento che ora è intorno al 3,50%. I differenti «spread» dipenderanno dal rating dell'impresa, secondo i nuovi principi del rischio bancario codificati nelle regole dette di Basilea 2. Le garanzie su questi finanziamenti rilasciate dai confidi artigiani, in Trentino la Cooperativa artigiana di garanzia, tra il 1° novembre di quest'anno e il 31 ottobre 2007, verranno trasferiti a fine periodo alla stessa Unicredit. In provincia si potrà arrivare a trasferire indicativamente 10 milioni di euro di garanzie, ma la cifra potrà essere anche superiore. La cessione sarà però al netto di un fondo di garanzia del 2% del volume complessivo del prestito erogato, che viene accantonato dalla Cooperativa di garanzia. La commissione per il trasferimento è pari allo 0,15%. In questo modo la Cooperativa artigiana avrà di nuovo disponibili quasi 10 milioni per rilasciare nuove garanzie. Unicredit Banca invece, dal canto suo, potrà «rivendere» gli impegni acquisiti, come prevedono le cartolarizzazioni, emettendo strumenti di investimento, cioè obbligazioni definite «bond dei territori», destinate ad essere sottoscritte da operatori istituzionali come altre banche, fondi, assicurazioni. «Anticipando le regole di Basilea 2 - ha dichiarato ieri l'amministratore delegato di Unicredit Banca, il trentino Roberto Nicastro - viene valorizzata la garanzia dei consorzi fidi, con effetti positivi sulle modalità e sulle condizioni di accesso al finanziamento bancario. La novità - ha proseguito il manager - sta nel trasferimento delle garanzie dai confidi, tramite la cartolarizzazione, al mercato finanziario internazionale generando un effetto leva sul patrimonio degli stessi organismi di garanzia». «Unicredit ci toglie parte del rischio - commenta il presidente della Cooperativa artigiana di garanzia Martinelli - a condizioni competitive, liberandoci risorse per concedere nuove garanzie. Inoltre per noi migliorerà il rapporto patrimonio/rischi e risponderemo meglio alle condizioni di Basilea 2». L'operazione non sarà una tantum ma verrà ripetuta in futuro.
Questo programma mi sembra tecnicamente vicina ad una "tranched cover" nella quale Unicredit vende protezione ai confidi sulle perdite eccedenti una quota di first loss che rimane a carico degli stessi confidi, e si riserva di ritrasferire il rischio senior acquisito con qualcosa di simile ad una cartolarizzazione sintetica. Però potrei sbagliare qualche dettaglio. Cercherò di documentarmi meglio nei prossimi giorni.

Luca
Mon 23 Oct 2006, 16.55 - Stampa
Nel libro sul portfoglio credit risk che sto scrivendo con Marco Bee, sono (finalmente!) arrivato al capitolo conclusivo, che tratta dei modelli recepiti nel nuovo accordo di Basilea. Per preparare l'esempio sui requisiti patrimoniali nell'approccio basato sui rating interni, ho letto più attentamente il documento di consultazione della Banca d'Italia relativo all'IRB approach. Nell'Allegato 1 del documento in questione è riportata la formula del coefficiente di capitale che include un fattore moltiplicativo di 1,06 non presente nella formula del Comitato di Basilea del 2004 (era preannunciato al paragrafo 44 in nota, ed è stato puntualmente inserito). Pertanto i requisiti nella proposta di recepimento risultano più alti del 6% rispetto al documento di base.
Per una spiegazione non tecnica dell'ASRF (Asymptotic Single Risk Factor) ovvero il modello di Vasicek e Gordy su cui si basano i coefficienti IRB, potete leggere questo paper non troppo tecnico del Comitato di Basilea.

Luca
Sat 21 Oct 2006, 23.08 - Stampa
Dopo Lu piante de le fojje:
Luntane, cchiù luntane
de li luntane stelle,
luce la luce cchiù belle
che me fa ncore cantà.

Tra una lezione e una notizia su Basilea e un ritocco alla tassonomia XBRL, in questo ottobre il cuore canta in abruzzese.
Potete ascoltare la bella melodia di Antonio Di Jorio nella versione acustica di Walter Muto.

Luca
Fri 20 Oct 2006, 19.27 - Stampa
Roma, 19 ott. - Standard & Poor's ha deciso di declassare il rating a lungo termine della Repubblica italiana ad 'A+' da 'AA-'. L'agenzia ha invece confermato il voto 'A1+' sul breve termine. Stabile l'outlook. "Il declassamento", spiega Moritz Kraemer, "riflette l'inadeguatezza della risposta data dal nuovo governo ai problemi strutturali economici e di bilancio dell'Italia".
La notizia apriva oggi le prime pagine dei giornali. L'Italia, per Standard and Poor's, non è più un debitore AA. Per Fitch l'Italia è scesa ad AA-, per Moody's è rimasta Aa2. Se il giudizio di S&P permane, e le altre agenzie lo seguono, l'Italia rischia di scendere dal gradino più alto (AAA/AA) nella scala di classi di rating esterno prevista da Basilea 2 (approccio standard). Il risk weight degli investimenti nel debito pubblico italiano salirebbe quindi da 0% a 20%. C'è poi la ricaduta sulle banche: l'opzione esercitata nella direttiva europea CAD, che recepisce Basilea 2, pone il rischio banche un gradino sotto quello sovrano del paese di insediamento. Pertanto, il risk weight delle banche italiane salirebbe dal 20% al 50%. Quello dei futuri confidi 107 pure. Non è una prospettiva incoraggiante.
Sul fatto bisogna riflettere, frenando l'emotività. L'effetto macro sul costo del debito del governo e delle banche italiane è, tra le possibili conseguenze, la più preoccupante. Le prime avvisaglie in questa news da Bloomberg di ieri:
S&P today cut Italy's rating to A+, the second-lowest of the dozen nations using the euro after Greece. Italy became the only euro country to suffer two rating reductions since the start of the single currency in 1999. Fitch trimmed to AA- from AA. The decision comes at a time rising European interest are raising debt financing costs and sent Italy's bonds lower.
``Ironically, to the extent that it raises Italy's borrowing costs, the downgrade makes it more difficult to reduce the debt and deficit,'' said Marc Chandler, global head of currency strategy at Brown Brothers Harriman & Co. in New York.
The yield premium investors demand to buy Italian 10-year government bonds compared with benchmark German 10-year debt rose to 27.5 basis points, from 26.6 basis points late yesterday, the biggest increase in a month. Italy's 3.75 percent note due in August 2016 yielded 4.09 percent at 11:47.
The perceived risk of owning Italian government bonds increased, as reflected in a gain of about 15 percent in the price of credit-default swap contracts used to speculate on Italy's ability to pay its debts.
The cost of the contracts increased by about 1.5 basis points to 9.6 basis points, according to Deutsche Bank AG. ``The S&P downgrade to A+ definitely wasn't expected and so the impact was greater than when Fitch cut,'' said Marcus Schueler, head of integrated credit marketing at Deutsche Bank in London.
L'effetto micro sull'efficacia delle garanzie rischia di soffocare sul nascere la transizione dei confidi verso un sistema di intermediari vigilati che erogano garanzie personali.
Certo, il declassamento è un ulteriore segnale di perturbazione dell'ambiente relativamente stabile, fatto di tassi di interesse e di default contenuti e poco oscillanti, nel quale si gestisce il credito da diversi anni. Il problema va preso in carico, con azioni meditate e lungimiranti. Ci ritorneremo.

Luca
Wed 18 Oct 2006, 23.32 - Stampa
Paolo Camanzi mi segnala questo articolo su XBRL uscito su "La Repubblica" del 16/10: Il 'codice a barre' delle informazioni finanziarie, ripreso nel suo sito analisiaziendale.it.
I software vendor specializzati si stanno muovendo anche in Italia. Più che legittimo.

Luca
Wed 18 Oct 2006, 19.25 - Stampa
Oggi ha partecipato ad un incontro a Milano con il gruppo di lavoro sulla tassonomia XBRL GAAP Italia. Stiamo procedendo come indicato nei precedenti blog sull'argomento. Il terreno è fertile, ma deve essere consolidato.
Al momento c'è attenzione su XBRL per due fattori: (a) la costituzione della giurisdizione XBRL Italia e (b) il decreto Bersani, che introduce il deposito, dal 2007, dei bilanci in "formato elettronico elaborabile". Perché questo interesse si incanali tra argini sicuri, e non si esaurisca, dobbiamo sgombrare il campo da alcuni equivoci.
Prima di tutto: XBRL non è una misura accessoria al pacchetto fiscale del governo. I dati di bilancio delle società di capitali, ovvero i contenuti di cui parla il decreto Bersani, sono già disponibili in formato elettronico da diverse banche dati commerciali, che tra l'altro sono utilizzate dalla stessa Agenzia delle entrate. Nelle dichiarazioni fiscali si richiede di inserirne una parte consistente. Con l'introduzione di XBRL si coinvolge in questo processo di comunicazione il suo protagonista, ovvero l'azienda che redige il bilancio. Aumenta l'accuratezza dei dati che l'azienda elabora. Si evitano doppie e triple comunicazioni a referenti istituzionali diversi. Gli stessi possono essere condivisi più facilmente con i consulenti e le banche.
Chi perde con XBRL? Le società di software, che devono intervenire sui loro pacchetti gestionali? No, perché XBRL allargherà la platea di chi utilizza soluzioni evolute per elaborare i bilanci. I servizi di banca dati dei bilanci, che oggi trasformano informazioni cartacee e file pdf in archivi digitali? No, perché rimarrà una domanda di servizi informativi commerciali a valore aggiunto che integrino dati contabili e non; XBRL aiuterà questi provider ad abbattere i costi improduttivi di data entry manuale e di scansione ottica dei dati da digitalizzare. Le banche, che devono interfacciarsi con un'altra fonte dati? No, potranno continuare ad utilizzare i servizi di oggi, ma - se vorranno - potranno caricare automaticamente nelle pratiche di fido i dati XBRL, acquisiti con visure camerali o forniti direttamente dal cliente. Le aziende, che dovranno pagare i costi di tutto questo? Non necessariamente, se la crescita della domanda, in quantità e qualità, si accompagna ad una concorrenza vivace tra fornitori di consulenza e sistemi.
XBRL, non ci stancheremo di ripeterlo, è uno degli ingredienti per gestire in maniera sana e consapevole la finanza d'impresa.
C'è urgente bisogno di chiarire che cosa si deve fare adesso, i passi concreti:
1) quali adempimenti introduce il decreto Bersani, cioè cosa si deposita in XBRL? è un adempimento aggiuntivo o sostitutivo al deposito del bilancio nelle forme attuali? E' obbligatorio o volontario? La norma prevede che si approvi con regolamento ministeriale il formato elettronico entro dicembre. OK, ma per essere credibile, questa scadenza deve essere la prima di un percorso graduale. Fissare per il 2007 adempimenti chiari e realistici (solo le tabelle di conto economico e stato patrimoniale, per cominciare, si diceva anche oggi nella riunione). Senza certezze normative nessuno investe, né prende troppo sul serio la cosa;
2) e di questi dati XBRL, una volta creati e depositati, che cosa ne facciamo? Qui entra in gioco la giurisdizione, che deve comunicare agli stakeholder e agli utenti finali di XBRL i vantaggi di questa tecnologia, e avviare progetti nei quali dimostrare applicazioni utili.
Se vendiamo ics-BRL come fisc-BRL, siamo sicuri di bruciarlo. Per favore, mettiamoci più concretezza (fare cose possibili che servono) e curiosità (aspettarsi qualcosa di ancora più bello e utile domani).

Luca
Tue 17 Oct 2006, 10.31 - Stampa
Nell'ambito del progetto FIRB Smefin si è svolto venerdì scorso a Trento il workshop tematico dedicato all’approfondimento degli effetti della riforma del diritto fallimentare sulle piccole e medie imprese. I relatori, provenenti dal mondo accademico e delle professioni, hanno approfondito l’analisi del fabbisogno di nuove competenze professionali finalizzate alla prevenzione delle situazioni di crisi e alla loro successiva gestione attraverso l’accesso ai nuovi strumenti di negoziazione concordata con i creditori o alle procedure fallimentari.
Il dibattito si è concentrato in particolare sul ruolo che il business office può assumere nella prevenzione delle crisi e nella loro gestione sia in qualità di advisor dell’impresa in crisi, sia nella veste di “rappresentante” dei creditori più deboli, sia come organo delle procedure concorsuali.
Sono emersi molti spunti interessanti da approfondire nei successivi passi della ricerca finalizzati a definire in modo più puntuale il contenuto dei servizi che il business office è chiamato ad erogare e le soluzioni organizzative più adatte a questo scopo.
Il materiale proiettato e la registrazione video del seminario sono disponibili al seguente link.
Flavio A.
Fri 13 Oct 2006, 19.54 - Stampa
Ho aggiornato la versione di DomBlog, l'applicazione su cui gira questo sito.
Sto utilizzando per l'aggiornamento w.bloggar
Adesso dovrebbe essere possibile lasciare commenti anche per chi utilizza Mozilla Firefox. Non è supportato Opera
Luca
Thu 12 Oct 2006, 18.03 - Stampa
Da quando il Decreto Bersani ha disposto l'obbligo di di deposito dei bilanci in formato XBRL, ho ricevuto qualche mail o telefonata di persone interessate al tema. Mi ha sorpreso ricevere ben due mail di tono polemico: i mittenti sono due dottori commercialisti i quali, dopo aver letto del decreto, si sono informati sul sito Telemaco - Infocamere e hanno scaricato il nosto modello excel che genera i bilanci XBRL. Hanno provato a farlo girare in OpenOffice, la suite open source alternativa a Microsfot Office, e non ci sono riusciti (OpenOffice non è compatibile con le macro di Excel).
Capisco il fastidio che possono aver provato, ma dopo tutto hanno utilizzato uno strumento che è stato messo a punto per una sperimentazione su base volontaria avvenuta in maggio che ha coinvolto poche decine di studi professionali, tutti orientati verso Excel. Il decreto Bersani è venuto dopo. Siamo consapevoli che una parte degli utenti utilizza software open, e adesso che il deposito del bilancio XBRL sta per diventare obbligatorio si forniranno versioni OpenOffice.
"Usare Excel e non OpenOffice è stato un errore grossolano" mi si è detto. Non condivido questo approccio ideologico alla scelta degli strumenti informatici: per risolvere un problema concreto, e urgente, come la sperimentazione XBRL, abbiamo scelto la soluzione più praticabile.
Per il futuro, i bilanci XBRL dovrebbero essere generati dagli stessi pacchetti gestionali (pensiamo ad uno studio che ne deve elaborare qualche centinaio). Stiamo lavorando con Assosoftware per dare questa possibilità in tempo utile, a chi la vorrà usare, beninteso. Chi preferisce usare strumenti gratuiti diversi dal suo gestionale, lo potrà fare, in Excel e in OpenOffice.

Luca
Wed 11 Oct 2006, 23.07 - Stampa
Dopodomani a Trento organizziamo il seminario "RIFORMA DEL DIRITTO FALLIMENTARE E NUOVI MODELLI DI GESTIONE DELLE CRISI AZIENDALI". Il seminario vuole costituire un momento di riflessione e confronto tra accademia e operatori sui contenuti e sui modelli organizzativi dei servizi di prevenzione e gestione della crisi d’impresa al fine di valutarne le possibili modalità di erogazione nell’ambito di un sistema integrato di offerta di servizi professionali a supporto della gestione economico finanziaria delle PMI, il business office.
Il seminario, gratuito, è organizzato nell'ambito del progetto di ricerca FIRB - SMEFIN: Ridisegno dell'infrastruttura finanziaria delle reti di imprese.
Trovate le informazioni e il link per l'iscrizione qui.

Luca
Wed 11 Oct 2006, 22.42 - Stampa
Rileggendo una slide (mia) vecchia di qualche mese ho trovato la formula riportata nel titolo di questo blog.
Intendevo descrivere in parole povere le determinanti dei requisiti di capitale secondo Basilea 2, approccio basato sui rating interni. Faccio autocritica, la formula è inesatta: descrive al più l'expected loss (EL). Invece, il requisito di capitale è a fronte dell'unexpected loss (UL). Come si ottiene UL? Prendete la PD di un'esposizione (la definisce il vostro sistema di rating interno), mettetela in un'equazione basata sul modello di portafoglio di Vasicek e calcolatene il valore "stressato", cioè il peggior valore possibile con il 99,9% di probabilità. Sottraete dalla PD stressata la PD, moltiplicate per LGD (anche questo è un valore downturn, cioè stimato in scenari di crisi) ed avrete l'incidenza delle perdite inattese UL. Moltiplicate UL per EAD, inteso come stima del valore dell'esposizione in caso di default, e, voilà, ecco il requisito patrimoniale per le perdite inattese. Basilea si aspetta che le perdite attese siano coperte dai fondi rischi. Dimenticavo, nell'equazione adattata da Vasicek c'è un parametro di correlazione che dipende dalla classe di attività (corporate, retail, ecc), ed una variabile maturity (M) che fa aumentare UL con la durata del credito.
Non si capisce molto? Avete ragione. Una delle prossime sere metto sul sito la formula commentata. Per il momento, astenetevi dall'affermare che EAD x PD x LGD = requisito di capitale.

Luca
Tue 10 Oct 2006, 22.07 - Stampa
FedartFidi, l'associazione che dà voce a circa 300 confidi dell'artigianato e della piccola impresa, ha presentato a Roma il 21 settembre il progetto "Riposizionamento strategico dei confidi", sviluppato da KPMG. In rete è disponibile l'executive summary. Vi consiglio di scaricarlo e di leggerlo, perché tratteggia molto chiaramente il disegno di un'associazione che ha sempre svolto con ragionevolezza e competenza il suo triplice ruolo di rappresentanza, di orientamento strategico e di assistenza tecnica. Il coordinatore nazionale, Tino Vaccari, è un personaggio di grande esperienza, con una forte carica comunicativa (l'abbiamo avuto ospite a Trento in diverse occasioni). Nello staff tecnico di Fedart c'è Leonardo Nafissi (coinvolto anche nel "nostro" progetto Umbria) che conosce come pochi in Italia il settore dei confidi.
Non voglio qui bruciare in poche battute un giudizio sul progetto Fedart-KPMG. L'analisi di punti di forza/debolezza, opportunità/minacce, è obiettiva e del tutto condivisibile. La proposta di "riposizionamento" si impernia su un sistema a tre livelli: nazionale, regionale (confidi 107 "baricentrici") e locale (sportelli o confidi 106). Si insiste sul coinvolgimento del livello locale nella valutazione e nella condivisione del rischio.
Nella versione pubblicata, che è un riassunto di un documento programmatico, non sono esplicitati alcuni aspetti di natura tecnica che hanno a che fare con la compliance del sistema a Basilea 2 (la vexata quaestio delle controgaranzie, che nel modello sono il collante tra i due livelli della rete). Ci saranno occasioni per precisarli, e discuterne nel merito.

Luca
Tue 10 Oct 2006, 09:43 PM - Stampa
Oggi ero a Perugia con Flavio Aldrighetti per incontrare i membri di ATI Prisma, l'associazione tra i confidi umbri e la finanziaria regionale Gepafin che ci ha commissionato lo studio sul sistema regionale della garanzia fidi. I confidi aspettano con impazienza le proposte di evoluzione del sistema. La maggior parte degli interventi ci ha sollecitato a tovare soluzioni che lascino ai confidi il potere di decidere, o di condizionare, la concessione della garanzia e quindi del credito. Quindi Ok alla creazione di confidi 107, ma in una struttura a due livelli. L'idea di un sistema regionale, con un ruolo di rilievo dei soggetti pubblici, sembra accettata dalla maggioranza degli intervenuti. Altri però non nascondono un certo feeling per con le strutture di settore che si affacciano dalle regioni vicine a proporre alleanze o fusioni.
Ho percepito un interesse meno acuto per gli aspetti strettamente tecnici (efficacia rispetto a Basilea 2, modelli di controllo dei rischi, ecc.): siamo ad uno stadio preliminare nel quale prevalgono le preoccupazioni su ruoli, rappresentatività, autonomia, rapporti di governance.
Non sarà facile recepire nel nostro rapporto le diverse istanze, e penso che non serva a nessuno un mero esercizio - da parte nostra - di rassegna e di mediazione tra posizioni. Ci impegnamo ad essere attenti a quanto ci è stato detto, e precisi nelle considerazioni in risposta. Dovremo lavorare molto sulle valutazioni costi / benefici, e usare come argomento i numeri laddove possibile.

Luca
Sat 7 Oct 2006, 11:38 AM - Stampa
Nel progetto sul sistema della garanzia in Umbria stiamo ricevendo le osservazioni dei confidi che hanno letto il nostro rapporto nella versione preliminare. I confidi artigiani hanno stigmatizzato la nostra posizione di chiusura sul ruolo futuro dei confidi di secondo grado. Non vediamo un futuro per la controgaranzia di intermediari di secondo livello, e non per una nostra opinione, ma per quello che dispone Basilea 2. I nostri interlocutori ci hanno invitato ad un atteggiamento più possibilista: la direttiva europea CAD lascerebbe secondo loro dei margini di discrezionalità nazionale. Può darsi che intendano (correttamente) auspicare interventi di co-garanzia (assunzione diretta di una quota del rischio di insolvenza dell'impresa ultima beneficiaria).
Ieri un esponente della Banca d'Italia intervenuto ad un seminario ABI ha ribadito che gli estensori di Basilea 2 hanno espresso un disfavore esplicito per la controgaranzia, e hanno deciso di ammetterla solo quanto il garante è un ente pubblico. Non mi è parso che Banca d'Italia voglia derogare a questa impostazione sulle controgaranzie in senso stretto, del resto basta leggere il documento di consultazione in materia.

Luca
Sat 7 Oct 2006, 11.11 - Stampa
Al seminario di ABI Formazione sul credit risk transfer, che ho tenuto ieri a Milano, ha partecipato Roberto Cercone del Servizio Normativa della Banca d'Italia. Ascoltando il suo bell'intervento, ho capito meglio alcune cose su garanzie e Basilea 2, che vi riporto.
Basilea 2 disciplina le garanzie per oggetto, e non per forma giuridica. Troviamo quindi riferimento alle garanzie personali, finanziarie, immobiliari, non a fidejussioni, pegno, ipoteca, priviliegio ecc. Alcune garanzie sono trattate come forme di CRM (credit risk mitigation), altre sono trattate come condizioni incorporate in classi di attività o tecniche di finanziamento (è il caso dei finanziamenti su immobili, o della cessione di crediti commerciali, o di certe forme di specialised lending). Nella stesura delle istruzioni, la Banca d'Italia sta facendo un utilissimo lavoro di decodifica e di riscrittura in forma organica delle norme dell'Accordo. In questo modo le banche italiane troveranno un elenco di fattispecie a loro familiari, come quelle che sono elencate su un manuale di di tecnica bancaria. Si potrà quindi confrontare, per le diverse forme, dove e come impatta la garanzia: nell'approccio standardizzato, sulla misura dell'esposizione e sul risk weight; nell'approccio IRB, sulla PD o sulla LGD.
Rimangono ancora delle questioni aperte, come ad esempio i finanziamenti su crediti commerciali (anticipi sbf, factoring, cartolarizzazioni). Sorge qui il dilemma se si tratti di cessioni di crediti (quindi di finanziamenti al debitore ceduto) o di prestiti con garanzia di crediti (quindi di finanziamenti al cedente). Sappiamo bene che il controllo della banca sul credito "trasferito" (in senso lato) può assumere forme molteplici in un ampio intervallo di possibilità (delega all'incasso, cessione pro solvendo, cessione pro soluto, presenza di scarti, franchigie, massimali, possibilità di selezionare i crediti finanziati tra quelli presentati, ecc. ecc. ecc.). Non tutte le forme sono qualificabili come garanzie o come cessioni, ci sono aree grigie, che penso rimarranno.
Le istruzioni dovrebbero essere divulgate in una versione virtualmente definitiva per un ultimo giro di consultazione. Prima della fine dell'anno dovremmo vederle ufficializzate. Il 2007 promette di essere l'anno della Basel-mania (speriamo non della Basel-phobia) per tutte le banche italiane.

Luca