Wed 30 Jun 2010, 12.56 - Stampa
Il blog è andato giù per qualche minuto per un serio pericolo: un programma antispam che stavo provando aveva cancellato tutti i contenuti (proprio tutti). Per fortuna il mio angelo custode mi ha ispirato un backup prima dell'infelice esperimento. L'ho ripristinato, ed ecco aleablog di nuovo in linea. Con un problema: sono andati persi i commenti caricati tra le 11.05 e le 12.56 di oggi (mi scuso con i commentatori, la mink..ta è mia).

Luca
Wed 30 Jun 2010, 10.07 - Stampa
Wall Street torna ad assumere, ne parlano Bloomberg e il Sole 24 ore. Alcune figure sono molto ricercate, e le grandi banche se le contendono a suon di stipendi e bonus, con minimi garantiti anche per più di un anno.
Se siete un trader in derivati azionari o in commodities, e un private banker che tratta investimenti "alternativi", potete ricevere offerte molto appetibili. Tutto questo perché veniamo da un anno di utili sul mercato del debito e dei cambi in particolare. Il denaro a costo zero consente di finanziare quasi gratis qualunque strategia che promette un ritorno interessante, con leva sostenuta (Basilea 3 sul trading book non è ancora arrivata). Le banche maggiori incassano il dividendo di una riforma del sistema finanziario meno draconiana di come l'avrebbe voluta Paul Volcker: il trading in derivati di largo mercato (IRS e currency) rimane sui bilanci delle banche, e anche le operazioni per copertura su credit derivatives. I limiti al proprietary trading su private equity ed hedge fund (attività che dovevano essere bandite per le banche che accedono al rifinanziamento della Fed) sono rimasti relativamente ampi. Il paymaster Kenneth Feinberg dovrebbe vigilare per conto del Presidente Obama sui bonus smodati, ma abbiamo visto che quando gli utili da trading corrono, i trader sono corteggiati con regali sempre molto costosi.
Sta arrivando al ripresa e tutto torna all'età dell'oro? Oppure è un deja-vu della caccia ai profitti di breve? A giudicare dagli sbalzi di sentiment registrati da Bloomberg in news pubblicate a distanza di un giorno, o di un'ora, propendo per la seconda ipotesi.

Luca
Tue 29 Jun 2010, 19.12 - Stampa
Vi propongo come esperimento un nuovo formato del blog in cui non trovate più sulla home page il testo completo dei post, ma soltanto il titolo, la prima frase e un link al resto. Così è più facile scorrere i post e vedere dove ci sono commenti.
Da un lato non mi dispiaceva il formato a lenzuolata di prima, ma forse per chi ci legge dal palmare o dal netbook così è più comodo.
Non voglio far perdere ad aleablog l'aspetto grezzo che lo caratterizza (diverso dai siti dove per una frase di testo ci sono quindici link e bottoni per condividere e variare sul tema).
Che ne pensate? Teniamo il nuovo layout?

Luca
Tue 29 Jun 2010, 18.30 - Stampa
Grazie ai contatti in corso per il seminario del 12 luglio, ho appreso una notizia interessante di un mesetto fa, che riprendo dal Biellese:
20 maggio 2010 - Fidindustria [Biella] sceglie la strada delle alleanze forti. Il confidi dell’Unione industriale ha annunciato ieri la decisione di aggregarsi a Confidi Lombardia, dando vita a una nuova organizzazione con 15mila associati, rispetto agli attuali 1.600, localizzata tra Lombardia e Piemonte.
Fidindustria lo scorso dicembre ha superato la soglia dei 75 milioni di attività finanziaria, oltre la quale c’è l’obbligo, imposto da Banda d’Italia, di iscriversi all’elenco dei Confidi 107. Un salto di qualità che ha suggerito come più opportuna la scelta dell’aggregazione, anzichè quella di proseguire da soli, potenziando il patrimonio e abbattendo i costi.
Il presidente Marilena Bolli e il direttore Carlo Morichini hanno presentato agli associati le cifre del bilancio 2009, che registra un aumento del 25 per cento dello stock di garanzie in essere (da 56 a 71 milioni) e del 10 per cento delle nuove garanzie emesse (da 40 a 45 milioni), mentre i soci sono aumentati del 20 per cento (1.569, 265 in più rispetto al 2008 grazie a 281 nuovi soci di gran lunga superiori a quelli persi). Nonostante ciò, per la prima volta in 40 anni, il confidi ha chiuso l’esercizio in perdita, seppure lieve, di 60mila euro a causa dell’incremento delle sofferenze, anche se il rapporto tra patrimonio e garanzie resta elevato pur calando dal 19,3 al 16,6 per cento.
Ciò conferma la solvibilità del confidi che dispone di 8,8 milioni tra patrimonio netto e passività subordinate per la copertura delle sofferenze e di una posta iscritta tra i risconti passivi di oltre 2 milioni riferita a commissioni di garanzia già incassate per operazioni di medio termine. In più ci sono 3 milioni accantonati nel fondo rischi.
Fidindustria è ormai operativo in tutte le province del Piemonte, anche se la componente biellese è sempre prevalente con il 40 per cento dei soci (erano il 44 per cento nel 2008), ma quella vercellese è passata dal 18 al 20 per cento e quella di Novara è salita al 12 per cento.
A inizio maggio Fidindustria Biella era menzionato in una news su ipotesi di aggregazione tra confidi industriali piemontesi (nel luglio 2007 si parlava addirittura di fusione con il Confidi Industriali della Valle d'Aosta). Le cose sono andate diversamente.
Confidi Lombardia prosegue nel suo percorso di aggregazione tra confidi industriali di medie dimensioni. La fusione con Biella può essere un passo importante verso la giusta combinazione di volumi operativi, diversificazione geografica e frazionamento del rischio, un mix che non è semplice da trovare in questo settore.

Luca
Tue 29 Jun 2010, 15.21 - Stampa
Sento l'esigenza di scrivere qualcosa di tecnico-bancario, e colgo l'occasione offerta dalla campagna di Unicredit Corporate Banking sul prodotto WinEvo. Il foglio informativo lo presenta così:
WinEvo è un finanziamento a breve termine della durata di 12 mesi (di cui massimo 6 di preammortamento), che si affianca a linee autoliquidanti da utilizzare al momento del rimborso del finanziamento stesso, finalizzato alla copertura del fabbisogno finanziario connesso al ciclo produttivo delle imprese. L’impresa si impegna ad utilizzare le linee autoliquidanti per un importo medio non inferiore al finanziamento: il mancato rispetto di uno dei covenant previsti in contratto comporta l’applicazione di una penale. L’Impresa rimborserà il finanziamento, secondo quanto previsto in contratto, mediante pagamento periodico di rate di soli interessi e, a partire dal 7^ mese, comprensive di quote costanti di capitale ed interessi regolati a tasso variabile. L’erogazione della somma finanziata avviene in una unica soluzione.
Quindi si tratta di un mini-mutuo di breve durata, che vive in simbiosi con una linea autoliquidante (un anticipo sbf, ad esempio). Presumo che serva per sovvenire ai fabbisogni di natura stagionale (io ne so qualcosa, avendo seguito col business point la gelateria dell'amico Diego, e anche Roberto Villa, che ha un figlio nel settore). Nei mesi di preammortamento l'azienda finanzia una scorta di liqudità, da usare o tenere come buffer, nella stagione del raccolto l'impresa fattura alla grande, e ha carta da presentare al sbf, così ottiene la liquidità per rientrare dal mini-mutuo. Immagino che complessivamente l'utilizzato su WinEvo + sbf si mantenga nei 12 mesi sull'importo inizialmente erogato, così la banca è agevolata nella sua programmazione di tesoreria. Le condizioni prevedono un tasso euribor 3 mesi + spread dipendente dal rating UCB (lo spread massimo è il 4,5%). Il TAEG esemplificato nel foglio è del 4,28%, assumendo un euribor dello 0,71%, uno spread del 2,25% e computando le spese di istruttoria liquidate all'erogazione nella misura dell'1% dell'importo.
Se l'impresa non rispetta l'impegno (covenant) di utilizzare l'anticipo sbf a copertura dei rientri sul mutuo, deve sostenere una penale dell'1,5% dell'importo originario: penso che in questo modo la banca intenda da un lato assicurarsi la presentazione di portafoglio commerciale se le vendite vanno bene, dall'altro applicare una maggiorazione di costo se l'impresa, non fatturando, diventa meno liquida e più rischiosa. Se l'impresa sta bene ma non utilizza sbf, allora la penale compensa il sottoutilizzo del mix di fidi (stessa ratio della veneranda commissione di massimo scoperto, con meccanismi diversi).
Questo non è un messaggio pubblicitario. Ho trovato WinEvo interessante perché dimostra quanto sia importante oggi la gestione della tesoreria, quella delle banche così come quella delle imprese.
Se altre banche vogliono sottopormi prodotti interessanti, sono benvenute.

Luca
Tue 29 Jun 2010, 14.23 - Stampa
Alla collezione 2009-2010 dei rapporti sulle economie regionali si aggiunge quello sulla Calabria curato dalla filiale di Catanzaro della Banca d'Italia.
Non è presente una sezione sui confidi, ma è molto interessante l'analisi del mercato del credito e della situazione finanziaria delle imprese. Un contesto con luci e ombre. Nel corso del 2009 il credito alle imprese si è contratto del 6,5% nel manifatturiero e dell'1,8% nelle costruzioni. Gli spread sul credito a breve rispetto al tasso refi della BCE sono più elevati e meno differenziati per rischio: nel marzo 2010 erano compresi tra il 5,4 (rischio basso) e 6,1 per cento (rischio alto). Nel 2009 la qualità del credito, già notevolmente peggiore rispetto alla media nazionale, si è deteriorata marcatamente nel settore delle costruzioni e, in minor misura, in quello dei servizi. Nel comparto manifatturiero il tasso di decadimento, che si era attestato su livelli elevati sin dalla seconda parte del 2008, è invece migliorato.
Un mercato non semplice, quindi, dove ci sarebbe tanto lavoro per i confidi, che sono presenti, ma hanno margini di crescita notevoli, specialmente nei settori small business.

Luca
Tue 29 Jun 2010, 13.22 - Stampa
La Banca dei regolamenti internazionali ha pubblicato ieri l'80a relazione annuale (qui in italiano). Fare analisi e prospettare scenari è un esercizio da vertigini. L'ufficio studi della BRI si fa apprezzare per la lettura critica della situazione e dei progressi compiuti nel superamento della crisi, ammonendo sui molti focolai di instabilità apparentemente sopiti. In particolare la BRI paventa gli effetti di tassi prossimi allo zero per lungo tempo, buoni a nascondere i pericoli dell'eccessivo indebitamento delle famiglie, delle imprese, delle banche e degli Stati. Rischia di sopravvivere una zombie economy. E' quindi prioritario mettere in atto senza dilazioni il piano di rafforzamento patrimoniale dei sistemi bancari (leggi Basilea 3) e di rientro dai debiti pubblici insostenibili.
Una posizione impopolare, non so quanto sarà ascoltata.L'analisi della BRI è comunque preziosa per farsi un quadro realistico della situazione.

Luca
Tue 29 Jun 2010, 12.11 - Stampa
Sempre sul Sole di oggi, a pag. 12, quarto in basso a sinistra, c'è l'inserzione del Fondo Caronte che promette: "La crisi vi fa fallire? Noi no." Fa pubblicità anche su radio24.
Mi sono incuriosito e sono andato a visitare il sito http://www.fondocaronte.com. Perché Caronte? Perché, si afferma sul sito,
Nella mitologia CARONTE trasportava le persone da una riva all’altra del fiume. Così il fondo Caronte trasporterà le aziende da una riva all’altra: dall’abisso del fallimento ad una nuova vita.
Caronte è anche il nome la società di traghetti che opera sullo Stretto di Messina. Chissà perché il "dimonio dagli occhi di bragia" è così gettonato? Forse si fa conto sull'ignoranza letteraria degli italiani, che non distinguono tra inferno e purgatorio.
Ma la mia sorpresa più grande è stata scoprire che dietro Caronte, tramite una società di advisory di Lugano, c'è nientepopodimeno che il gruppo Blackstone, gigante USA del private equity e degli investimenti alternativi.
La mission dichiarata sull'unica pagina del sito è ambiziosa e persino provocatoria:
A quale esigenza risponde il fondo Caronte?
L’esigenza nasce dal fatto che chi dovrebbe aiutare e condurre fuori dalla crisi le piccole e medie imprese italiane che sono la spina dorsale del sistema Italia non lo fa. (Il riferimento è allo Stato, Confindustria, Associazioni di categoria ecc.).[...]
Il fondo Caronte avrà a disposizione 100 milioni di Euro da utilizzare per piccole e medie imprese con un fatturato dai 500.000 ai 20.000.000 di Euro.
Il fondo traccerà la strada verso un modello di finanza di partecipazione in piccole e medie imprese italiane oggi “snobbate” da altri fondi e da un sistema paese più attento al mantenimento delle posizioni di potere acquisite che non alla ricerca di soluzioni alternative.
La promessa ha dell'incredibile: investitori terzi che si interessano ad aziende sotto il milione di fatturato. Sarà interessante seguire gli sviluppi di questo fondo. E' quello di cui tutti dicono che c'è bisogno. Se riescono a farlo funzionare, dovremo cambiare molte idee sulla finanza delle Pmi in Italia.

Luca
PS 6/9: Ho trovato oggi un commento che faceva considerazioni su aspetti personali, del tutto fuori luogo.
Mi sono allora deciso a bloccare la discussione su questo post: non ci sono gli elementi fattuali per discutere obiettivamente del merito di questa iniziativa (il Fondo Caronte). Ne riparliamo quando ci sarà qualche cosa di concreto e documentato.
Mi limito soltanto a riprendere una rettifica da un mio commento: in uno scambio di mail con il dott. Proto ho appreso che il Blackstone Group non è coinvolto nel progetto Caronte, bensì collabora con la Alessandro Proto Consulting nel settore immobiliare (l'ho menzionato qui sopra in quanto è citato sulla scheda informativa del Fondo). - Stampa
Tue 29 Jun 2010, 11.56 - Stampa
Nell'ultima pagina del Sole 24 ore di oggi campeggia il logo di Confidi~Prof, Cooperativa di garanzia. A tutta pagina. Nient'altro: slogan, recapiti, siti web, niente. Sarà la prima di una serie? Saranno svelati i particolari uno alla volta?
E' un confidi di cui abbiamo parlato qui. Se volete saperne di più, questo è il loro sito.
La garanzia collettiva è anche un business. Strani effetti della crisi.

Luca
Mon 28 Jun 2010, 09.46 - Stampa
Ho ricevuto con piacere la mail di invito all'assemblea annuale di Federconfidi, che si terrà a Roma martedì prossimo, 6 luglio, alle ore 10.00 presso la Sala Andrea Pininfarina di Confindustria, in Viale dell'Astronomia, 30. Il programma prevede la relazione del Presidente Francesco Bellotti, e a seguire gl interventi di Corrado Baldinelli (Direttore Principale Sostituto Capo Servizio della Supervisione Intermediari Specializzati Banca D’Italia), Gabriele Cappellini (Amministratore Delegato Fondo italiano di investimento per le PMI), José Fernando Figueiredo (Presidente AECM) e Giovanni Sabatini (Direttore Generale ABI). Concluderà l'assemblea il Presidente della Piccola Industria. Vincenzo Boccia.
Il panel di relatori è di altissimo livello, e promette un dibattito interessante sul presente e sul futuro dei confidi e della finanza delle Pmi (vedi intervento dell'AD della società che intende rilanciare il private equity a misura di Sistema Italia). Ahimé, il 6 luglio ho gli orali di un concorso universitario, e non riesco ad andare all'EUR. Se invece siete liberi, ed interessati, sappiate che la partecipazione è ad inviti: potete chiedere informazioni con una mail a federconfidi@confindustria.it.

Luca
Sun 27 Jun 2010, 09.28 - Stampa
Questa news riporta una lettura interessante e rivelatrice del ruolo dei confidi nella crisi attuale:
La crisi economica non accenna ad allentare la morsa, le conseguenze negative del terremoto, come prevedibile, si stanno avvertendo in tutta la Provincia dell’Aquila, anzi nell’intero Abruzzo. La situazione per le nostre aziende, afferma il Presidente della Cooperativa Artigiana di Garanzia Regione Abruzzo (Gruppo Confesercenti) – Mario Del Corvo – , rimane critica[...].
Il sistema dei Confidi sta dimostrando di essere una vera e propria fonte di ammortizzatori sociali per le imprese, ma per continuare ad esserlo, conclude Del Corvo, necessita di un “lavoro di squadra” con enti e istituzioni. Soprattutto lo Stato, la Regione e Bankitalia devono riconoscere l’importanza del nostro ruolo e prevedere lo stanziamento di contributi per rafforzare la patrimonializzazione dei Confidi.
I confidi sono un ammortizzatore sociale? Ovvero sostengono imprese in difficoltà consentendo di pagare stipendi e fatture dei fornitori? In molte situazioni è così: il consolidamento dei debiti aiuta a non chiudere così come la Cassa Integrazione aiuta a non licenziare. Sono due rimedi temporanei, così come temporanea è la loro efficacia.
C'è però una differenza sostanziale: quando finiscono i fondi CIG l'azienda, se rimane in crisi, licenzia. Se i crediti garantiti scadono e vanno rinnovati, oppure se (ahimé) passano a sofferenza, i fondi pubblici dati ai confidi si consumano e ne servono di nuovi. Se l'ente pubblico non ne può dare a sufficienza, le imprese non hanno più credito, e chiudono, il confidi non ha più patrimonio o fondi monetari, e chiude pure lui.
Finché il circuito del credito garantito gira, il confidi ammortizzatore sociale funziona, anzi, promette il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (la Regione mette 1, il confidi garantisce 10, la banca dà all'impresa 20); nel momento in cui si inceppa, arriva il conto da pagare (una parte dei 20), maggiorato dei costi di struttura e di distribuzione. Col passaggio a 107 questi costi aumentano (ma ha senso un confidi ammortizzatore che passa a 107 impegnandosi a una sana e prudente gestione?).
I confidi sono questa cosa? Allora hanno il destino segnato, perché come ammortizzatori sociali costano troppo, e in ogni caso i soldi pubblici non bastano. Beh, direte voi, se anche dovesse succedere, si immolerebbero per una buona causa. Non ne sono sicuro. Aiutare le imprese dando soldi, e basta, non le aiuta a risolvere la crisi. Non è nemmeno giusto, se fatto indiscriminatamente (dove va a finire la liquidità in un'impresa che annaspa?).
Ringrazio il presidente della Cooperativa artigiana di garanzia della Regione Abruzzo per aver parlato chiaramente. Molti la pensano come lui, ma non lo dicono; e con questo alibi propongono aggregazioni, fondi di garanzia, ricapitalizzazioni, passaggi a 107 (o scissioni per evitarli), senza che mai (dico, mai) si metta a tema l'efficacia degli interventi e i costi a perdere della loro attuazione.
Con alcuni amici dei confidi stiamo cercando di capire meglio la questione, per continuare ad aiutare le imprese, ma senza affidarci soltanto alle buone intenzioni e a Pantalone. Per questo proponiamo il seminario del 12 luglio a Milano.

Luca
Sun 27 Jun 2010, 09.03 - Stampa
Questa news parla della lodevole iniziativa che la Provincia di Messina intende attuare attraverso protocollo d’intesa con i confidi della provincia per l’attivazione del “Fondo anti-crisi provincia di Messina”. I tre CONFIDI indicati sono: Confidi Sicilia, ASCOM Finance e Confarfidi.
Atteso che con determinazione dirigenziale del 07.12.2009 n. 319/Gab. Pres è stata impegnata la residua somma di € 200.000,00 disponibile al citato capitolo 7559 del Peg 2009 e che pertanto può essere utilizzata per l'attivazione dei previsti interventi in favore delle imprese che operano nella provincia di Messina e che risentono particolarmente della diffusa situazione di crisi che interessa in modo particolare il territorio della provincia di Messina;
Rilevato che in data 19 maggio 2010, ad iniziativa del Sig. Assessore allo Sviluppo Economico, Giuseppe Martelli, ha avuto luogo un incontro con i rappresentanti dei Consorzi fidi della provincia di Messina, alla presenza del Dott. Rosario Savoca, Esperto presidenziale per le questioni del credito bancario;
[...]
SI PROPONE CHE LA GIUNTA PROVINCIALE D E L I B E R I
Approvare lo schema di protocollo d'intesa con i CONFIDI della provincia di Messina per I'attivazione del < Fondo anti-crisi Provincia Messina >;
Dare atto che l'intervento di cui trattasi è finanziato con la somma di € 200mila[...];
Senza mettere in dubbio la competenza dell'Esperto presidenziale Dott. Savoca, mi chiedo se valga la pena istituire un veicolo d'aiuto che mobiliterà meno di 70.000 euro di fondi pubblici per confidi convenzionato (200.000 euro diviso 3 confidi). E' chiaro, ben vengano le risorse per aiutare le imprese in crisi, che probabilmente si aggiungono a quelle regionali, della Camera di commercio e (presumo) del Fondo centrale di garanzia. Ma temo che le risorse del fondo andranno esaurite nello stesso momento in cui saranno assegnate (bastano tre default, uno per confidi, e si impegnano tutte).
Lo ribadisco, l'intenzione è lodevole, ma occorre fare un salto di qualità in questo tipo di azioni, chiedendosi quante sono le imprese in crisi, che bisogni hanno, quali possibilità di risanamento e rilancio. E mettere insieme le risorse e, soprattutto, le idee, ben oltre l'ambito locale. Questo vale per la Provincia di Messina così come per il resto del Paese.

Luca
Fri 25 Jun 2010, 09.34 - Stampa
Prosegue la pubblicazione delle note sull'andamento delle economie regionali curate dalle filiali della Banca d'Italia.
Il rapporto sull'Abruzzo descrive una situazione duramente segnata dalla crisi. La scheda sui confidi rileva l'operatività in regione di 96 consorzi, di cui 58 con sede legale in Abruzzo, per uno stock di garanzie pari a 433 milioni a fine 2009. La dinamica del credito garantito è stata più vivace rispetto a quello non garantito soprattutto nei settori dell'agricoltura e delle costruzioni, dove il divario di crescita nel 2008-2009 ha raggiunto il 5%. Il costo del credito con garanzia è leggermente più basso del non garantito (dello 0,1%). Il tasso di default è invece più alto (2,1% contro 1,6%) in linea con la media nazionale.
I rapporti relativi al Lazio e al Trentino-Alto Adige non hanno sezioni dedicate ai confidi. Nella mia provincia si è registrato un incremento del tasso di decadimento, ma mi ha rassicurato sapere che è dovuto alla crisi di un grosso operatore del settore delle costruzioni.

Luca
Fri 25 Jun 2010, 09.03 - Stampa
Che cosa ho appreso ieri tra le 16.00 e le 17.50:
  • abbiamo fatto un pessimo lavoro con i giovani, e ce ne stiamo accorgendo troppo tardi;
  • i senior di provata capacità da soli sono impotenti, e invecchiano;
  • siamo infestati di soggetti petulanti, nullafacenti e rissosi;
  • in questo clima prendersi responsabilità e lavorare è cosa da eroi;
  • puntare a cavarsela non basta più;
Se questo accade con la cosa a cui teniamo di più, l'ultimo baluardo (con il cibo e il vino) della coesione nazionale, quali disastri incombono in altri campi, come il nostro, di cui potremmo stilare lo stesso elenco di doglianze?
Diamoci da fare, personalmente, subito.

Luca
Thu 24 Jun 2010, 12.46 - Stampa
Ieri si è tenuto l'atteso seminario sulla consulenza finanziaria alle Pmi e il ruolo dei confidi. Presenti 16 persone, me compreso, alcune venute da lontano, come Nic&Gabri che sono partiti alle 2.00 da Teramo, e Marcello Tiddia ed Enrico Gaia (Sardafidi), da Cagliari.
Ho aperto i lavori con queste slide, e poi parlando dell'esperienza del business point (lo sportello anti-crisi). Il punto cruciale è emerso subito: di consulenza continuativa al controllo di gestione e alla pianificazione finanziaria c'è un bisogno enorme, ma le imprese non la chiedono, nemmeno quando è gratuita o quasi.
Ci sono state poi le testimonianze e gli interventi di associazioni e confidi. Mauro Colombo (direttore di Confartigianato Varese) ha descritto l'esperienza settennale della sua associazione, con diverse azioni e campagne di sensibilizzazione, tra cui il progetto Easy credit sponsorizzato da Unioncamere. I numeri sono contenuti (una ventina di aziende assistite, contro più di 2.000 che utilizzano il centro servizi contabili). L'azienda dice di sì alla proposta quando ha un problema pressante. Di regola apprezza l'assistenza ricevuta, ma facilmente lascia cadere la cosa dopo che l'urgenza viene meno. Confartigianato Varese ha un progetto di rilancio del servizio su scala più ampia, con azioni sia dal lato delle risorse umane e dei sistemi informativi, sia dal lato della promozione. Si pensa di incentivare la fruizione di consulenza collegata a garanzie su credito a medio termine, applicando un covenant che prescrive report andamentali periodici. Andrea Bianchi (Artigianfidi Varese) pensa che questo stimolo sia necessario per sbloccare la domanda, anche attingendo a forme di voucher per l'acquisto di servizi professionali che la Regione ha concesso alle Pmi.
Roberto Villa (Confidart) ha espresso una visione simile che il suo confidi sta maturando in collaborazione con CNA Bergamo. Per i confidi la consulenza può rappresentare un servizio complementare alla garanzia, "prescritto" quando l'associato chiede sostegno per situazioni delicate o incerte (ha citato il caso di una nuova impresa).
Fabio Cutrera (Confapi Lombarda Fidi) ha rinforzato il messaggio della necessità di un governo economico consapevole nelle imprese che chiedono sostegno ai confidi. Ha anche fatto delle cifre su risorse e costi del servizio, sulla base del progetto di API Brescia: un consulente potrebbe seguire circa 10 imprese con un impegno di due mezze giornata al mese (in azienda) più l'assistenza telefonica (il resto del tempo studia e sviluppa modelli). Il costo del servizio per un'impresa non micro difficilmente può scendere sotto i 500 euro al mese, ma i costi del non controllo sono molto più pesanti.
Claudia Ferrari (Confindustria Bergamo) ha parlato del servizio di temporary financial manager che la sua associazione offre in convenzione con consulenti specializzati. Anche lì i numeri sono piccoli, ma pare che chi se ne avvale poi si fidelizzi.
La discussione è stata molto ricca. Si è visto che i blocchi alla diffusione del servizio sono comuni a micro, piccole, e magari anche medie imprese: la remore principali sono l'accentramento del governo nella testa e nelle mani del capo-azienda e l'avversione al controllo. La crisi ha fatto riconsiderare le cose, ma c'è ancora tanta strada da fare. Tutti, e Fabio in particolare, hanno stressato la necessità di accreditare i consulenti, evitando soggetti non preparati, che raccontano storielle o vendono a caro prezzo cose che non servono (la freddezza delle imprese nasce anche da scottature prese). Il vero asset è il rapporto di fiducia tra consulente ed imprenditore, che porta le informazioni giuste e il know-how al cuore delle decisioni, piccole e grandi.
Ci siamo lasciati con l'impegno di sentirci e tenerci aggiornati sui passi che si faranno. In termini concreti, potrebbe nascere un progetto di consulenza legata alle garanzie con covenant, e più in generale una collaborazione sulle metodologie e gli strumenti (tra cui anche il nuovissimo portale tesorete che stiamo sviluppando a Trento nell'ambito del progetto xbrl, ne parlo nelle slide). Non abbiamo trovato la formula magica, né deciso chi deve fare cosa. La consulenza rimarrà probabilmente qualcosa di distinto dal core business dei confidi, ma la collaborazione tra confidi e soggetti che fanno buona consulenza (ieri abbiamo parlato soprattutto delle associazioni) può essere la chiave per fare un salto di qualità.
Da cosa nasce cosa. Ci siamo trovati per mettere in comune esperienze e desiderio di fare cose buone e utili. Per lavorare insieme. Ha funzionato. Alla sera ero contento, con più ragioni, più energie, più speranza.
Perché non entrate anche voi nella banda, alla prossima occasione?

Luca
Thu 24 Jun 2010, 10.42 - Stampa
Un visitatore mi segnala questo articolo apparso sul Mattino di Padova del 22/6. I liquidatori stanno raccogliendo le manifestazioni di interesse a rilevare l’istituto posto in liquidazione coatta con un bando che scade il 30/6. Sono quattro le domande finora presentate alla banca (BPG). Si tratta di quattro confidi: uno piemontese, uno emiliano e due veneti. Il più accreditato appare Sviluppo Artigiano, "107" che fa capo alla Cna del Veneto (l'interesse nasce dall'intento di allargare l'ambito territoriale e settoriale, come dichiarato qui dall'AD di Sviluppo Artigiano Mario Borin, che ha informato Confindustria del suo intento). I numeri sulle condizioni della banca verranno resi noti solo dopo la chiusura del bando.
L'articolo riferisce anche delle due azioni legali contro gli amministratori di BPG avviate da imprese che hanno ottenuto garanzie fidejussorie nei mesi di poco precedenti la crisi, e hanno visto le commissioni versate e i pegni costituiti assorbiti dalla procedura di liquidazione.

Luca
Tue 22 Jun 2010, 19.07 - Stampa
Uno studio di Giacinto Micucci e Paola Rossi, La ristrutturazione del debito e il ruolo delle tecnologie di prestito (Debt restructuring and the role of lending technologies, il testo è in inglese), arriva a conclusioni interessanti (cito dalla sintesi in italiano):
La probabilità di ristrutturare il credito alle imprese in financial distress è maggiore quando le banche affidanti: i) sono geograficamente vicine all’impresa; ii) si basano maggiormente sulle informazioni qualitative (soft information), che su precisi indicatori quantitativi (ad esempio, credit scoring); iii) sono caratterizzate da una struttura organizzativa decentralizzata, in cui le deleghe decisionali ai responsabili di filiali sono maggiori. La dimensione della banca affidante ricopre invece un ruolo solo secondario.
Questi effetti possono però essere bilanciati da alcuni interventi organizzativi e tecnologici: l’adozione di metodologie di credit scoring, infatti, aumenta la probabilità di ristrutturazione se tali tecniche vengono utilizzate anche nel processo di monitoraggio e se si accompagnano a una struttura maggiormente decentralizzata.

Luca
Tue 22 Jun 2010, 16.51 - Stampa
Un rapporto di FitchRatings (download gratuito con registrazione) sottolinea il buon comportamento dei default sul debito corporate USA nel 2010 per le classi a basso rating. La frequenza dei default è nell'ordine dell'1%. Può sembrare un paradosso, in presenza di una recessione prolungata. Ci sono delle spiegazioni contingenti: gli emittenti hanno aumentato il buffer di liquidità e soprattutto hanno beneficiato dei tassi quasi a zero e della fame di spread degli investitori che ha facilitato il collocamento delle emissioni attuate per rifinanziare e consolidare le passività. La liquidità è migliorata. E la solvibilità? Speriamo che tenga.

Luca
Tue 22 Jun 2010, 10.44 - Stampa
Un bell'articolo di Dario Di Vico sul Corriere passa in rassegna i principali distretti manifatturieri italiani, sulla base del Monitor dell'ufficio studi di Intesa San Paolo. Emerge un quadro di luci e ombre, con tanti attori alla ricerca di un ruolo diverso rispetto al passato, e un generale bisogno di mettere insieme idee, competenze, relazioni, soldi.
Ci sono tante opportunità nei paesi BRIC, e non solo, ma occorre un salto di qualità nelle azioni pubbliche, nella collaborazione tra imprese, nelle politiche di finanziamento.
Largo ai giovani, d'anagrafe o di cuore.

Luca
Tue 22 Jun 2010, 09.44 - Stampa
Vado fuori dai nostri temi per commentare una notiziona: il lancio dei Ccteu, che comporta l'abbandono dello storico meccanismo di indicizzazione dei CcT a cedola variabile, che non saranno più legati ai tassi sui BoT a 6 mesi, bensì all'Euribor (sempre a 6 mesi). Nati nel 1977, i CcT sono stati per anni un pilastro dei portafogli obbligazionari delle banche e delle famiglie, fino a che il calo storico dei tassi e l'apertura agli investitori esteri non ha fatto prevalere l'emissione dei titoli di Stato standard, ovvero i BTp a tasso fisso. I CcT hanno il pregio di difendere l'investitore dal rischio di rialzo dei tassi. In realtà anche i CcT possono subire cali di prezzo rilevanti (è successo nel 2009): sono titoli a medio termine, quindi soffrono di un rialzo del credit spread dell'emittente, cosa purtroppo possibile e frequente sul mercato del debito sovrano negli ultimi mesi. Inoltre, nel caso specifico dei CcT indicizzati ai tassi BoT, possono risentire anche della scarsa familiarità del parametro di indicizzazione, dato che il mercato delle floating rate notes internazionale (come quello degli IRS) utilizza come parametro standard il Libor o l'Euribor.
Per rendere il CcT più appetibile, specialmente all'estero, e più liquido, si è quindi introdotta l'indicizzazione all'Euribor. Correttamente, il Tesoro vuole attrarre gli investitori avversi al rischio di rialzo dei tassi a medio-lungo (uno scenario non immediato, ma con probabilità crescente).
Alla valutazione dei CcT ho dedicato un modello che ha fatto ammattire (per la sua complessità, per gli standard del tempo) i partecipanti ai corsi di formazione della SDA Bocconi che tenevo negli anni ottanta (l'ho trattato diffusamente nel mio libro Valutazione dei titoli obbligazionari, pubblicato da Il sole-24 ore libri nel 1993). Un'altra vita.

Luca
Tue 22 Jun 2010, 05.49 - Stampa
Come segnalatomi da Nic&Gabri, sul sito della Camera è disponibile la Relazione al Decreto famoso sottoposto al parere del Parlamento (vedi ultimo post). Lo potete scaricare anche da qui.
Nicola e Gabriele mi fanno notare che la materia del titolo V TUB è contenuta nelle pagine 13 e seguenti della relazione. In particolare, mi hanno segnalato (a pag. 18) le norme transitorie (art. 10) che precisano alcuni punti non chiariti dalla bozza di consultazione, sui quali avevamo formulato delle osservazioni nel position paper del gruppo Smefin. Si tratta dei punti relativi alle domande pendenti di iscrizione a 107 e dei termini di presentazione delle iscrizioni al nuovo "Organismo confidi" (decorrenza dalla creazione dello stesso anziché scadenza fissa al 31/12/2011). Citiamo dalla relazione a pag. 18 (il sottolineato è nostro):
ART.10
La norma contiene le disposizioni transitorie.
Commi 1-3 e 6
Gli intermediari finanziari e i confidi che, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, risultino iscritti nell'elenco generale di cui all'art. 106 e nella sezione di cui all'art.155 comma 4 TUB (che continuano ad essere tenuti dalla Banca d'Italia, con divieto di iscrivervi nuovi soggetti) possono continuare ad operare fino al termine di sei mesi successivi alla costituzione degli organismi che gestiscono i rispettivi elenchi [...]

Commi 5 e 5 bis
Si prevede l'iscrizione di diritto nell'albo di cui all'art. 106,previa comunicazione alla Banca d'Italia, per gli intermediari già iscritti nell'elenco ex art. 107, o inclusi nella vigilanza consolidata del gruppo bancario, al fine di evitare soluzioni di continuità. Analogamente, è prevista la valenza delle domande di iscrizione all'ex art. 107 non evase anche ai fini del nuovo 106, con proroga della relativa istruttoria, al fine di conservare l'attività espletata e di evitare aggravi procedimentali.
Tuttavia, pare presente un'asimmetria di contenuti tra la normativa transitoria contenuta nello schema di decreto e quella prevista nella relazione illustrativa (la versione del primo sul sito è probabilmente meno recente).

Luca
Tue 22 Jun 2010, 05.41 - Stampa
Da una news ASCA:
(ASCA) - Roma, 21 giu - Proposte per venire incontro alle categorie professionali colpite dalla crisi sono state presentate dall'Udc, come emendamenti alla manovra. Lo riferisce in un comunicato il deputato Pierluigi Mantini.
''Con il primo emendamento si chiede di poter rendere interamente deducibili le spese sostenute per la formazione permanente obbligatoria. Con il secondo emendamento - spiega Mantini - si propone uno speciale accesso al credito agevolato attraverso i Confidi anche per le categorie professionali. Si tratta di misure ragionevoli e sostenibili, di un segnale di attenzione concreto e necessario per i milioni di professionisti colpiti dalla crisi economica.
Occorre finalmente comprendere la centralita' del lavoro autonomo in forma professionale verso cui il governo mostra ritardi ingiustificati''.
Sì, molti studi professionali e legali hanno subito un calo di lavoro impressionante. Non sono sicuro che il credito garantito sia lo strumento giusto. Forse c'è bisogno di incoraggiare nuove forme di assistenza professionale che aiutino le aziende ad affrontare la crisi, magari con qualche forma di buono acquisto per sollecitare la domanda.

Luca
Sun 20 Jun 2010, 10.33 - Stampa
Il Governatore Draghi ha tenuto una lezione al CUOA di Altavilla Vicentina che potete trovare qui.
Vi si afferma, tra le altre cose:
Le imprese del Nord Est si caratterizzano per un forte ricorso al debito, maggiore che in altre aree del Paese: nella media del decennio passato il leverage – dato dal rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio netto – era pari al 55 per cento, oltre quattro punti percentuali in più rispetto alla media nazionale.
L’elevata redditività ha reso in passato agevolmente sostenibili gli oneri connessi con tali livelli di indebitamento10. Nell’attuale fase congiunturale, caratterizzata da una forte contrazione dei flussi di reddito, questo tipo di struttura finanziaria è alla radice di tensioni. La quota di debiti a breve termine – strutturalmente più elevata rispetto alle altre aree – ha aggravato i problemi di rifinanziamento.
L’ampio ricorso al debito bancario è stato favorito anche da una struttura dell’offerta particolarmente ricca e diversificata: il numero medio di banche e di sportelli bancari per impresa raggiunge in questi territori i livelli più elevati del Paese.[...]
Il rendimento relativo dell’istruzione dei lavoratori più qualificati del Nord Est è però inferiore a quello delle regioni europee più sviluppate, anche perché le conoscenze apprese durante il percorso di studi sono relativamente poco sfruttate in un contesto che valorizza soprattutto l’esperienza acquisita sul posto di lavoro. [...] Riusciremo a trovare un equilibrio tra plurilaureati disoccupati e giovani dall’istruzione incompiuta, ma occupati?
La preparazione dei laureati, nei giudizi di importanti imprese del Nord Est, appare soddisfacente. Le imprese segnalano invece difficoltà nella interazione con il mondo universitario, che in altri paesi sarebbe agevolata dalla semplicità delle procedure di partnership e dai minori tempi di risposta alle esigenze del mondo imprenditoriale.

Luca
Fri 18 Jun 2010, 16.54 - Stampa
Sono appena tornato da una bella escursione in quel di Orvieto, nata dall'invito del direttore di Confindustria Terni, Mauro Meucci, in occasione di un seminario sul credito per gli imprenditori della sezione territoriale di Orvieto dell'Associazione.
Il seminario si è svolto presso la sede della Cassa di risparmio di Orvieto, introdotto dal Presidente della sezione cittadina di Confindustria, Sergio Spadoni, dal Presidente della Cassa di risparmio, Marco Ravanelli, e dal Presidente di Fidindustria Umbria, Giuseppe Listanti (conosciuto a Perugia). Il Direttore della Cassa, Luigi Mastropasqua, ha presentato la visione della banca riguardo al rapporto con il territorio e le imprese. Alla Cassa partecipano il gruppo Banca popolare di Bari (74%) e la Fondazione che ci ospitava (26%). La Banca sta crescendo, anche sul fronte del credito alle imprese. Ha un rapporto impieghi/raccolta diretta del 100%, e nel 2009 ha migliorato il suo utile netto, in controtendenza rispetto al sistema. Il direttore commerciale Maggi ha poi illustrato perché oggi le banche devono usare il rating per selezionare il credito e prezzarlo.
Nel mio intervento a braccio ho cominciato parlando del Business Point per poi sottolineare l'importanza del controlling economico-finanziario in azienda, fondamento di una buona comunicazione verso la banca. Ho poi commentato la dinamica del credito e la crescita delle esposizioni consolidate, che aspetta di trovare delle valide strategie di uscita (ricapitalizzazione e ristrutturazioni o liquidazioni ordinate). E' seguito un dibattito vivace.
Orvieto è in Umbria, ma non è una città umbra, avendo una storia autonoma, più proiettata verso la Toscana e l'alto Lazio (Viterbo è a due passi). Libero comune dal 1137, nel 1290 diede inizio alla costruzione del Duomo. Nel 1354 il Cardinale Albornoz occupò Orvieto sottomettendola allo Stato della Chiesa, ma la città continuò a mantenere le sue istituzioni comunali. Rivaleggiava con Siena, la sua influenza si estendeva fino al Tirreno (Orbetello è un diminutivo di Orvieto).
Qui si produce il bianco omonimo e dei salumi unici, gustati in un pranzo cordiale con i miei ospiti prima del convegno alle Grotte del funaro, sotto una volta di tufo e con una bella vista della campagna circostante (consulenza enologica del dott. Remigi, direttore del Confidi).
Stamattina mi sono concesso una visita alla magnificenza del Duomo, soffermandomi nella cappella di San Brizio davanti alle rappresentazioni dei novissimi di Fra Angelico e Luca Signorelli (che fifa!), e poi nella cappella dove si custodisce il corporale del miracolo di Bolsena.
Dovremmo visitare più spesso posti come Orvieto, portarci figli e nipoti. Laura Bizzarri, che si occupa di marketing associativo per Confindustria Terni, mi raccontava delle iniziative per la promozione del turismo, e del lavoro che ci sarebbe da fare. Forse servirebbe un vero amore per la propria terra, il non stare nella pelle all'idea di farla conoscere, tanto è bella. Sono posti dove si può passare una settimana continuando a scoprire bellezze dell'arte, della storia e della natura. Ma è bello anche soltanto fare due passi tra le case o sui bastioni della rocca nella chiarità del mattino.

Luca
Fri 18 Jun 2010, 16.14 - Stampa
La Banca d'Italia ha pubblicato le note sull'economia della Sardegna. Il rapporto non contiene una sezione sui confidi. Per quanto riguarda il credito alle imprese, nel 2009 i prestiti concessi alla clientela residente in Sardegna hanno sensibilmente decelerato; l'espansione è rimasta superiore a quella media nazionale.Sono calati i prestiti alle imprese di piccole dimensioni, mentre la dinamica è rimasta positiva per quelle medie e grandi. I tassi annui di passaggio a sofferenza sono saliti al dicembre 2009 al 5% annuo nel manifatturiero (per effetto della crisi nei settori chimico e dei metalli di base) e al 3,3% nelle costruzioni. All'interno di un campione di società censite dalla Centrale dei bilanci, i credit spread rispetto al tasso refi BCE sono saliti di circa un punto, determinando a fine 2009 una forbice per classi di rischio compresa tra il 5,1 e il 5,5%, molto più stretta di quella osservata nella media nazionale.

Luca
Fri 18 Jun 2010, 15.56 - Stampa
Da questo bel volantone della CDO di Pavia ho appreso che Albert Einstein nel 1955 ha annotato alcuni pensieri sulla crisi. Scopriteli cliccando e ingrandendo il pdf, troverete anche una frase di don Giussani che completa la riflessione.

Luca
Wed 16 Jun 2010, 19.36 - Stampa
Come anticipato qui, ieri l'ABI e le associazioni d'impresa hanno siglato in una riunione tecnica presso il MEF (vedi comunicato) l'accordo che proroga la moratoria sui prestiti alle Pmi per altri sette mesi, fino al 31 gennaio del prossimo anno. Ne potranno beneficiare le imprese già ammesse nel primo periodo di applicazione, anche per nuove operazioni. Trovate i dettagli e i dati sui volumi messi in moratoria in questo articolo del Sole 24 ore: prestiti per 43 miliardi sono giù stati ammessi, e circa 7 miliardi sono in corso di esame. Soltanto il 2,5% delle richieste non è stato accolto.

Luca
Wed 16 Jun 2010, 19.22 - Stampa
Da una news ASCA:
(ASCA) - Roma, 16 giu - La data di nascita e' gia' decisa: 1° gennaio 2011. Anche il nome: Fidimpresa Lazio. La nuova struttura vedra' la luce dalla fusione di Fidindustria Lazio e Confidimpresa Lazio, i due confidi promossi dal sistema Confindustria. E avra' una massa di garanzie e patrimonio netto (unica ad oggi sul territorio) ben maggiore dei 75 milioni necessari per chiedere l'iscrizione all'albo degli vigilati dalla Banca d'Italia. Proprio il riconoscimento di Via Nazionale e' il primo obiettivo in agenda del nuovo consorzio. Fidindustria Lazio e Confidimpresa Lazio (dall'unione dei nomi nasce appunto Fidimpresa Lazio) sono due societa' cooperative per azioni che forniscono garanzie alle aziende che chiedono prestiti alle banche, agevolandone quindi la concessione. Fidindustria nasce nel 2004 dalla aggregazione dei confidi di Roma, Rieti e Viterbo. Confidimpresa, invece, e' stato varato nel 2005 dall'unione delle strutture operanti nelle altre due province della regione, Latina e Frosinone. Fidimpresa Lazio avra' un capitale di 5,9 milioni e 1.868 soci, con un patrimonio e un fondo rischi in totale di quasi 40 milioni. La massa di garanzie rilasciate arriva a 75,7 milioni. Un big se paragonato al sistema della garanzia al credito nel Lazio: secondo Kpmg in Regione ci sono 82 confidi, ''ma di questi - spiega Alessandro Carpinella, director Kpmg corporate finance - solo 30 sono operativi e 4-5 sono quelli di qualche rilevanza''. In provincia di Roma, dove sono le strutture piu' grandi, in media hanno 1.400 soci e 7 milioni di garanzie medie in essere.
Auguriamo buon lavoro e venti propizi al nuovo confidi. La sua nascita dà un contributo a razionalizzare il sistema della garanzia collettiva in Lazio.

Luca
Wed 16 Jun 2010, 19.08 - Stampa
Ai rapporti sulle economie regionali pubblicati dalla Banca d'Italia si aggiunge oggi quello sulla Lombardia. La mia regione (per nascita) è tra quelle più duramente provate dalla recessione. Nel 2009, si stima che il ricorso alla CIG abbia interessato 145 mila lavoratori nel settore dell'industria. Ciò nonostante, il tasso di disoccupazione nella regione è cresciuto al 5,4 per cento nella media dell'anno, dal 3,7 per cento dell'anno precedente, con un aumento particolarmente sensibile nell'ultimo trimestre. Un'azienda su sei ha intrapreso iniziative volte a ristrutturare il debito, e una su nove ha ottenuto la revisione delle condizioni. In base al monitoraggio effettuato in sede ABI, alla fine dello scorso mese di marzo circa un quarto delle operazioni sospese grazie alla moratoria faceva capo a imprese piccole e medie della regione. Nondimeno, la crisi ha colpito pesantemente le aziende lombarde: il numero di fallimenti è cresciuto in modo significativo, più che nella media del Paese e delle altre regioni del Nord Ovest.
In questo quadro si è sviluppata l'operatività dei confidi. In Lombardia ne operano ben 211 (censiti come garanti in CeRi), di cui 65 con sede legale in regione (gli altri 146 chi sono?). I finanziamenti garantiti dai consorzi fidi sono stati l’11,7 per cento del totale dei prestiti alle imprese lombarde di piccole dimensioni; ta- le quota è risultata inferiore alla media italiana di 1,6 punti percentuali.
I prestiti con garanzia confidi a imprese con meno di 20 addetti sono cresciuti nel 2008-2009 del 2,2%, a fronte di una flessione dell'1,8% per i non garantiti. Non si riportano dati sui tassi di default.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 23.28 - Stampa
Questo report di Bloomberg documenta la crescita dei default presso le istituzioni di microcredito in India e in altri paesi. La situazione non è proccupante, ma si paventa un rischio subprime, ovvero l'accesso non disciplinato al credito per importi non sostenibili. Il settore risponde alle minacce creando o potenziando i serviizi comuni e gli istituti centrali di categoria.
Lettura interessante ora che, con la riforma del Titolo V, il microcredito farà il suo ingresso ufficiale nel sistema italiano.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 23.12 - Stampa
E veniamo al secondo documento di consultazione diffuso oggi in materia di Liquidity risk management (Disposizioni in materia di governo e gestione del rischio di liquiditá delle banche e dei gruppi bancari e degli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale). Si tratta di un documento di consultazione integrativo del documento di Basilea su International framework for liquidity risk measurement, standards and monitoring.
Scopo del documento è di recepire la direttiva comunitaria di recente adottata (2009/111 CE) che modifica diffusamente le prescrizioni in tema di gestione del rischio di liquidità da parte delle banche e dei gruppi bancari.
Nella seconda parte del documento si è pertanto prefigurato un sistema organico di principi ed obblighi in materia di liquidità volto ad orientare gli intermediari ad un maggiore rigore nella gestione di tale rischio.
Tale sistema di principi e obblighi inoltre intende indirizzare il sistema verso l’osservanza dei vincoli che verranno imposti dal nuovo quadro normativo prudenziale internazionale a partire dal 31.12.2012 e che andranno ad integrare il complesso delle regole in materia di liquidità.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 23.03 - Stampa
La Banca d'Italia ha messo in consultazione un documento illustrativo delle modifiche alla normativa di vigilanza prudenziale sulle banche egli altri intermdiari finanziari conseguenti al recepimento delle direttive europee sul patrimonio delle banche 2006/48 e 2006/49 (cd. CRD).
Nel corso del 2009 sono state approvate le modifiche proposte dalla Commissione nell’autunno del 2008 (cd. CRD II); altri emendamenti -approvati dal Consiglio UE nello scorso mese di novembre e attualmente all’esame del Parlamento UE - verranno emanati nel corso del 2010 (cd. CRD III). Il primo pacchetto (CRD II) è suddiviso in tre direttive (2009/27, 2009/83 e 2009/111) che dovranno essere recepite entro il 31 ottobre 2010, per consentire alle relative disposizioni nazionali di attuazione di entrare in vigore entro il 31 dicembre 2010. Le modifiche riguardano le seguenti materie: patrimonio di vigilanza, grandi fidi, cartolarizzazione, liquidità, collegi dei supervisori, cooperazione tra le autorità in caso di crisi, informativa al pubblico (3° Pilastro). Sono stati altresì introdotti alcuni adeguamenti tecnici per risolvere alcune incertezze riscontrate in fase di prima applicazione della normativa. In base al testo approvato dal Consiglio il secondo pacchetto (CRD III) dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2011. Esso contiene disposizioni in materia di cartolarizzazione, rischi di mercato e politiche di remunerazione.
Il documento pubblicato oggi contiene un primo gruppo di interventi che riguardano la disciplina del patrimonio di vigilanza (in particolare i requisiti per il core tier 1), la procedura di riconoscimento delle ECAI (con requisiti più tringenti di lunghezza minima del periodo di applicazione dei modelli statistici), i rischi operativi, i collegi dei supervisori e alcuni adeguamenti tecnici. Con un documento specifico vengono contestualmente sottoposte a consultazione le disposizioni che recepiscono la disciplina in materia di liquidità. I rimanenti interventi resi necessari dalle direttive CRD II e III formeranno oggetto di successivi documenti di consultazione.
La premessa al documento fornisce una chiara illustrazione discorsiva delle norme che sono poi allegate.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 22.48 - Stampa
Il Rapporto Banca d'Italia sull'economia delle Marche parla dei confidi alle pp.32-34. L'operatvità del settore è concentrata in 24 confidi con sede legale in regione, che nel 2009 hanno erogato garanzie per oltre il 60 per cento del totale. I confidi prestano garanzie sul 20 per cento del totale dei prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti, percentuale leggermente superiore nel confronto con l’Italia. È stato ancora più importante il ruolo dei confidi nell’agevolare il ricorso al credito delle imprese di piccolissime dimensioni (con meno di 5 addetti) e di quelle artigiane, con quote dei prestiti garantiti sul totale rispettivamente pari al 57,0 e al 64,8 per cento (notevole!). Il 90% del credito garantito dai confidi è erogato da banche piccole e minori (altra specialità marchigiana). Nel 2008-2009 i prestiti garantiti sono cresciuti dell'1,0%, queli non garantiti sono scesi dell'1,5% (nel manifatturiero il differenziale di crescita è più ampio, +0,4% contro -3,4%). Nelo stesso biennio il tasso medio annuo di default è stato il 2,8% sul garantito, più alto dell'1,6% sul non garantito, una differenza di segno ed entità in linea con la media nazionale.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 18.07 - Stampa
Informo brevemente che la Banca d'Italia ha pubblicato altri cinque rapporti per il 2009 sulle economie del Friuli-Venezia Giulia, del Molise, della Valle d'Aosta, della Puglia e del Piemonte.
Trovate una sezione sui confidi in tutti i documenti alle seguenti pagine: Friuli-VG (pp.32-33), Molise (pp.24-25), Valle d'Aosta (pp.22-23), Puglia (pp.37-38) e Piemonte (pp.42-44).
Rinviando alla lettura dei rapporti e delle tabelle statistiche allegate, annoto qualche dato rilevante relativo al biennio 2008-2009 e alle imprese con meno di 20 addetti. In Friuli-VG il credito confidi è cresciuto dell'1,5% mentre il non garantito è calato del 2,5%. I tassi di default per i confidi sono il 2,4% contro l'1,4% sul credito non garantito.
In Molise, il tasso di interesse sul credito garantito è più alto dell'1% rispetto al non garantito, ma anche il tasso di default è maggiore (3,4% contro 1,4%).
In Valle d'Aosta le garanzie sono appannaggio quasi esclusivo dei cinque confidi con sede in regione e i tassi di default sono bassi (0,5% sul credito garantito, 0,8% sul non garantito, il credito nella Vallée soffre invece su esposizioni di grande importo che non interessano di norma i confidi).
In Puglia il credito con garanzia confidi è cresciuto quasi del 5% annuo (contro una leggera flessione del non garantito), ma come in Molise il tasso di default è più elevato (4,2% contro 1,3% medio annuo).
In Piemonte, infine, il credito garantito è calato dello 0,2%, ma il non garantito del 2,4%. Il tasso di default sul garantito è stato del 4%, sul non garantito dell'1,2% (3,2% e 1,3%, rispettivamente, nella media del Nord Ovest).

Luca
Tue 15 Jun 2010, 17.58 - Stampa
Bartolo Mililli mi informa che l'8 giugno la Banca d'Italia ha perfezionato l'iscrizione all'elenco speciale di Confeserfidi.
Congratulazioni sincere al vulcanico AD e alla sua squadra.
E con il confidi di Scicli il portalino arriva a contare 24 confidi ex art. 107.
Luca
Tue 15 Jun 2010, 14.59 - Stampa
Come annunciato qui, il 10/6 il Consiglio dei ministri ha approvato il testo del Decreto legislativo di riforma del TUB, che è stato poi trasmesso dal governo al parlamento (per il parere). Con il prezioso aiuto di Nicola e Gabriele Iuvinale ho messo insieme in po' di informazioni da fonti ufficiali. Questa pagina del sito della Camera documenta lo stato di avanzamento. Potete scaricare qui il testo ufficiale); l'ho a mia volta scaricato da questo link (la parte sul Titolo V è da pag. 22 e segg.). Attualmente si trova presso le commissioni VI FINANZE (termine 20 luglio), V BILANCIO (termine 30 giugno) e XIV POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (termine 20 luglio 2010).
Il testo approvato dal Governo contiene un nuovo art.112 bis che regola l'organismo gestore dell'elenco confidi, il quale - come auspicato da Assoconfidi - nell'esercizio della propria attività "può avvalersi delle Federazioni di rappresentanza dei Confidi espressione delle Organizzazioni nazionali di impresa". Si precisa che i contributi dovuti dai confidi dovranno restare entro il limite dell’uno per cento dell’ammontare dei crediti garantiti (un massimale piuttosto largo). Per il resto l'articolo sull'Organismo riprende il testo dell'art. 113, che nella prima bozza di consultazione disciplinava l'analogo organismo del microcredito. Naturalmente, non sono specificate le linee guida delle procedure interne che dovranno essere controllate dalla Banca d'Italia.
Nelle norme transitorie sono presenti affinamenti e precisazioni. Ad una prima veloce lettura, mi pare che non siano stati alleggeriti gli adempimenti richiesti agli attuali intermediari "vecchio 107" per l'iscrizione all'albo ex "nuovo 106". Resta inoltre da chiarire il trattamento delle domande di iscrizione all'elenco speciale in corso alla data di emanazione del DLgs. C'è ancora un discreto numero di pratiche pendenti (18, stando al portalino), e ne arriveranno altre (dalle 5 alle 10) entro il 31 agosto, per i confidi che hanno superato i 75 milioni di attività finanziarie a fine 2009. Dato che possiamo aspettarci che il Decreto sia emanato in settembre, sarebbe opportuno un chiarimento di questo regime transitorio.
Nei prossimi giorni aggiornerò il sito decretoconfidi, in modo da tenere aperto il dibattito sui punti specifici del testo e, perché no, sulle successive norme di attuazione.

Luca
PS: Potete scaricare una precisa Tavola sinottica che evidenzia le variazioni rispetto alla bozza di consultazione. Grazie a Nicola e a Gabriele che l'hanno curata.
Tue 15 Jun 2010, 13.25 - Stampa
Torniamo dopo questo post sul confronto in atto tra FinMolise, finanziaria regionale, e Fidi Molise, espressione dei confidi molisani. Il Tempo dà spazio al nuovo appello del Presidente di "Fidi", Matteo Russo. Il tema è sempre (se ho capito bene) la rivendicazione di un ruolo centrale nella gestione delle risorse anti-crisi.

Luca
Tue 15 Jun 2010, 12.27 - Stampa
Come riferisce il Sole 24 ore, le imprese potranno sospendere i rimborsi dei prestiti ammessi alla moratoria per altri sei mesi, grazie alla proroga della scadenza del provvedimento dal 30/6 al 31/12/2010. Non potranno invece essere accettate nuove richieste (cosa che, a detta dell'ABI, avrebbe reso ingestibili gli accantonamenti).

Luca
Mon 14 Jun 2010, 17.22 - Stampa
Oggi sono stati pubblicati due nuovi rapporti della Banca d'Italia sulle economie regionali. Riguardano il Veneto e l'Umbria. Tutti e due trattano dettagliatamente di confidi.
Il rapporto sul Veneto alle pag. 34-35 evidenzia un tasso di crescita del credito garantito da confidi nel 2008-2009 leggermente negativo (-0,4% medio annuo), mentre il credito non garantito è calato del 2,3% medio annuo. Il credito a revoca garantito è meno caro dello 0,8%. La qualità dei crediti garantiti da confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle imprese con meno di 20 addetti. In rapporto ai crediti che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, impagati da almeno 90 giorni) i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari al 2,1 per cento per quelli garantiti da confidi, l’1,2 per cento per quelli non garantiti, in linea con quanto rilevato in Italia.
Il rapporto sull'Umbria da pag. 32-34 evidenzia che in Umbria operano a fine 2009 ben 55 confidi (per un totale di 7.729 imprese servite). Ai dieci confidi con sede legale in regione sono riconducibili l’86,6 per cento dei rapporti e circa il 60 per cento delle garanzie complessivamente rilasciate (249 milioni di euro su 409). Le caratteristiche del mercato creditizio umbro, nel quale la significativa presenza dei grandi gruppi bancari è il frutto di progressive integrazioni di rilevanti realtà locali, hanno reso più frequenti della media nazionale i rapporti dei confidi con le banche maggiori, cui è imputabile quasi la metà dei crediti garantiti. Secondo informazioni riferite a un campione di imprese censite nella Centrale dei rischi nel periodo 2008-2009, il tasso di incremento del credito garantito da confidi è stato dello 0,9%, a fronte di un calo registrato per le altre imprese (–0,7%). I prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari all’1,9 per cento per le imprese garantite e all’1,2 per le altre; la differenza, comune a tutti i settori produttivi, è comunque considerevolmente inferiore a quanto registrato in Italia. Ma qui arriviamo al paradosso: contrariamente a quanto osservato nel resto del Paese, alla fine del 2009 le piccole imprese umbre garantite da confidi pagavano un tasso medio sui prestiti a revoca superiore alle altre di circa 60 centesimi (90 centesimi nelle costruzioni). Ricordo che si tratta di tassi non comprensivi del costo della garanzia. Qualche amico può aiutarci a spiegare perché?
In entrambi i rapporti ci sono anche diverse tabelle statistiche nel testo e/o in appendice.

Luca
Mon 14 Jun 2010, 15.57 - Stampa
La Banca dei Regolamenti Internazionali ha pubblicato la Rassegna trimestrale del giugno 2010.
Ecco la sintesi dal comunicato stampa in italiano.
La Rassegna trimestrale BRI del giugno 2010, pubblicata oggi, attribuisce la recente impennata della volatilità nei mercati finanziari internazionali alla perdita di fiducia degli investitori di fronte ai timori per i conti pubblici e al rischio di un indebolimento della crescita. Il pacchetto di salvataggio europeo ha arrestato temporaneamente il contagio nei mercati del debito sovrano in euro, ma le prospettive economiche restano fonte di preoccupazione. La Rassegna esamina in seguito gli aspetti salienti emersi dalle ultime statistiche BRI sull’attività bancaria e finanziaria internazionale. Nell’edizione di giugno figurano inoltre quattro monografie sui seguenti temi:
  • i fattori dietro il forte calo dei prestiti bancari transfrontalieri ai mercati emergenti durante la crisi finanziaria. La flessione dell’offerta di credito delle banche internazionali ha superato quella della domanda;
  • i costi in termini di prodotto dei crolli valutari. Tali costi appaiono collegati non al crollo della moneta, bensì ai fattori che ne sono all’origine. Il deprezzamento fa anzi aumentare il prodotto tendenziale;
  • le risposte ufficiali alle distorsioni nel mercato coreano degli swap in valuta. L’utilizzo della linea di swap con la Federal Reserve si è rivelato efficace, mentre l’offerta di fondi a valere sulle riserve ufficiali della Corea non ha prodotto gli effetti sperati;
  • le pressioni sul fronte della provvista in dollari USA delle banche europee. Le banche in vari paesi europei continuano a fare affidamento sul mercato degli swap in valuta per finanziare le proprie posizioni in dollari.

Luca
Sun 13 Jun 2010, 13.00 - Stampa
"Gruppo di lavoro Smefin" è la sigla che ho ripreso (dal progetto omonimo) per firmare il commento scritto con alcuni amici visitatori e inviato al MEF sulla riforma del titolo V TUB. Dietro la sigla sta una libera associazione di persone (conosciute tramite blog e convegni) che partecipa al dibattito sulla legislazione e sulle politiche materia di finanziamento delle Pmi, propone seminari di approfondimento e discute quotidianamente i temi di attualità sulle pagine di aleablog.
Sono lieto di annunciare la seconda iniziativa di Smefin: un seminario dal titolo "La consulenza finanziaria e creditizia alle Pmi: quale ruolo per i confidi?" Si terrà a Milano il 23 giugno, dalle 10.00 alle 17.00 presso l'Hotel NH Machiavelli (zona Piazza Repubblica). Trovate maggiori informazioni in questo essenziale dépliant.
La partecipazione è gratuita, grazie ad Andrea Bianchi che chi ha portato la sponsorizzazione di Artigianfidi Varese. Lo ringrazio molto per questo che considero un segno di grande stima per il nostro tentativo di creare uno spazio aperto di dibattito e di lavoro sui temi del finanziamento delle Pmi.
Il seminario prevede un mio intervento introduttivo, una rassegna di testimonianze su esperienze in atto di consulenza, e un ricco dibattito. Se intendete contribuire con una breve comunicazione sul tema, o semplicemente per iscrivervi al seminario, mandatemi una mail a luca.erzegovesi@smefin.org. Le iscrizioni sono limitate a 30 partecipanti, per consentire un dibattito efficace.

Luca

PS: Abbiamo in cantiere un secondo seminario sui modelli di equilibrio gestionale dei confidi. Il luogo non è ancora scelto, ma potete segnarvi la data: lunedì 12 luglio 2010.
Sun 13 Jun 2010, 11.16 - Stampa
Piergiorgio Scoffone (presidente di Euroconsult, responsabile delle relazioni esterne di Casartigiani Piemonte e consigliere di Finpiemonte) ha analizzato sul sito di Eurogroup il tema delicatissimo del sostegno pubblico ai confidi, nello specifico a quelli del Piemonte. Riassumo i punti principali del suo intervento:
  • un sistema che non fa sistema; in Piemonte operano venticinque confidi, hanno tutti "una storia importante", però non mettono in comune nulla: non solo servizi, ma neanche capacità di rappresentanza nei confronti di banche, istituzioni, interlocutori pubblici e privati. Ognuno, tranne Eurofidi, fa riferimento alla propria sigla associativa, con la quale molte volte esiste un legame funzionale anche in termine di gestione e non solo di rappresentanza; proprio perché il "sistema non fa sistema" continuano ad aumentare i costi di gestione dei vari confidi (vedi bilanci 2009).
  • la dipendenza da risorse pubbliche; oggi, a parte Unionfidi ed Eurofidi, tutti i confidi non sono in grado né di generare risorse proprie per incrementare il proprio patrimonio, né sono in grado di aumentare il loro capitale sociale rivolgendosi direttamente ai propri soci; la patrimonializzazione resta a carico quasi esclusivo dell'operatore pubblico; nonostante il consolidamento effettuato dalla Regione Piemonte in capo ai confidi piemontesi di cinquanta milioni di prestiti erogati nel tempo, averne sottoscritti altri venti con versamenti diretti nel 2009, si stima che ai confidi serviranno almeno altri cinquanta milioni nel 2010, poi altrettanti nel 2011 e così via; sino a quando la Regione Piemonte o le Camere di commercio potranno continuare a svolgere la funzione di "Bancomat" per i confidi piemontesi?
Questo il sasso lanciato da Scoffone. La tesi non è esplicita, ma se facciamo un collegamento con il ricorso di Eurofidi (che come Eurocons fa capo ad Eurogroup / Finpiemonte) contro l'esclusione dai bandi per i confidi della Lombardia, possiamo completare il ragionamento fino alle probabili conclusioni: non si può finanziare una miriade di confidi con fondi pubblici, non ci sono abbastanza soldi e soprattutto quei pochi che ci sono vengono bruciati dai costi di (sovra)struttura. E' più equo ed economico finanziare i soggetti efficienti.
Prima che vi scateniate nei commenti, vorrei portare altre evidenze e dire la mia:
  • Scoffone ha ragione quando denuncia come obsoleto e inefficiente il modello di molti confidi associativi (ma non generalizziamo, ci sono esempi virtuosi); è giusto chiedersi se ha senso spendere soldi per mantenere, qualora tali, dei soggetti fermi a quindici anni fa, che non sanno generare da soli le risorse e soprattutto le idee per cambiare missione; e passi quando il confidi sostiene (come altre società di servizi) le strutture associative (non ha più il surplus per farlo, però), ma è vergognoso quando piccoli club di associati ed amici, blindati negli organi amministrativi, si ritagliano compensi e garanzie a loro uso e consumo;
  • al tempo stesso, non mi sono mai entusiasmato del modello Eurofidi, pur nutrendo stima per la professionalità delle persone che lo guidano; dipende anch'esso dal sostegno patrimoniale dell'ente pubblico e delle banche socie, sebbene preveda anche gli apporti dei soci PMI; ricorre sistematicamente al trasferimento del rischio, ieri con forme di garanzia "strutturata" con cap finanziato dagli stessi associati, oggi con i conferimenti a fondo perduto dei soci e la contro-garanzia del Fondo centrale; mobilita credito addizionale (le banche lo cercano per questo), ma in condizioni di costo poco trasparenti, e non solo per gli apporti a fondo rischi, ma anche per le reti distributive (filiali e mediatori creditizi affiliati) costose e molto orientate ai volumi; forse è un modello più efficiente in termini di costi di struttura per euro garantito (forse), ma che valore aggiunto lascia alle imprese? Migliora la qualità nell'utilizzo del credito e nel rapporto con le banche? E' un modello sostenibile rispetto al rischio di selezione avversa (nel senso che allontana le imprese migliori)?
Non voglio assolutamente innescare un talk show uno contro tutti. Pongo in evidenza, cari amici dei confidi, che siamo bloccati. Lo status quo porta alla lotta per la sopravvivenza, ovvero per le risorse e le contro-garanzie pubbliche. Ma nell'arena sono scese le banche con richiesta crescente di garanzie dirette al Fondo centrale. I confidi non hanno più ragione di esistere se la loro missione diventa sopravvivere, e basta. Occorre ripensare tutto. Abbiamo perso troppi anni. Occorre buttarsi a lavorare sui molti punti critici da cui dipende il futuro dei confidi (e dei servizi associativi collegati): selezione e pooling del rischio, pricing, efficienza operativa, assistenza alle imprese, efficacia dell'aiuto pubblico. Affrontando i problemi, si scoprirà che le ragioni per collaborare (cambiando, beninteso, tutti quanti, compresi i big) sono più forti di quelle per arroccarsi e farsi la guerra.
Lo stesso Scoffone auspica confidi che sappiano "fare sistema".

Luca
Fri 11 Jun 2010, 15.19 - Stampa
Come riferisce Onda Iblea (ma me lo aveva anticipato un amico) il 16 giugno a Ragusa Res Consulting Group e Confeserfidi organizzano un Workshop nazionale dal titolo “I confidi oggi”. Son previsti numerosi interventi, tra cui quelli di Roberto Rizzo (Regione Sicilia), Claudio D'Auria (Allen & Overy), Vito Rinaudo (Assoconfidi Sicilia) e Bartolo Mililli (Confeserfidi). La quota di partecipazione è di 90,00 euro + IVA e potete iscrivervi su questa pagina del sito RES.

Luca
Fri 11 Jun 2010, 10.21 - Stampa
Potete farvi un quadro dello stato dell'economia e del senso della manovra di finanza pubblica in corso leggendo l'audizione di Salvatore Rossi, responsabile della ricerca economica della Banca d'Italia, presso la Commissione economia del Senato.

Luca
Fri 11 Jun 2010, 06.48 - Stampa
Sfogliando le news di Bloomberg, mi sono imbattuto nei TruPS. TruPS sta per Trust Preferred Security. Sono obbligazioni bancarie subordinate con facoltà di sospensione degli interessi, emesse con l'interposizione di un trust (veicolo fuori bilancio) tra la banca e gli investitori. Questa news ne traccia la storia. Furono lanciate e ampiamente utilizzate dalle maggiori banche USA, e poi dal 2000 propagate a macchia d'olio tra le piccole community banks. Per dare più mercato alle piccole emissioni, le TruPS sono state confezionate in CDO, come gli ABS subprime. Un titolo a maggior rischio default è così diventato la materia prima per fabbricare senior CDO tripla A.
La vigente normativa sul capitale ammette le TruPS nel tier 1, come strumento innovativo di capitale. In questo, sono un capolavoro di elusione regolamentare: con titoli di debito, produttivi di interessi fiscalmente deducibili, le banche hanno alimentato il patrimonio di base. Ma non è finita qui. Con l'ingegnoso repackaging nelle CDO, si è riusciti per qualche anno a mascherarne la natura di strumenti di capitale, e così le stesse banche che emettevano TruPS investivano in TruPS-CDO, senza dedurle dal capitale di vigilanza. Una riproposizione delle partecipazioni incrociate (dove il supporto patrimoniale è fragile come un castello di carte). Solo dal giugno 2009 le banche USA devono segnalare le TruPS distintamente dal loro portafoglio investment grade
Avete capito perché Basilea 3 pone tanta enfasi sulla qualità del capitale? Per fare piazza pulita di roba del genere, che non protegge la solvibilità su base "going concern" perché la banca non si avvarrà mai della facoltà di sospendere gli interessi, in quanto confesserebbe la propria fragilità subirebbe, di questi tempi, una corsa agli sportelli.
Facile a dirsi. Di questo materiale ce n'è in giro una gran quantità. Citigroup ne ha emessi 2 miliardi di dollari nel marzo di quest'anno per rimborsare il Tesoro di una parte degli apporti ricevuti (sì, marzo 2010, non 2006). Ma non solo i big, anche le piccole banche stanno facendo lobbying accanito per bloccare l'operazione pulizia di Basilea 3, o almeno per assicurare una gradualità che non tocchi l'eleggibilità delle TruPS già emesse.
Il sistema bancario USA è catturato nel meccanismo creato dai suoi maggiori player, e ricatta i governi e le autorità monetarie e di controllo per essere aiutato a sopravvivere, anzi a prosperare ancora, senza mettere in discussione i modelli operativi e il comando dei soci privati.
Quando ci confortiamo dell'integrità delle banche italiane, ne abbiamo motivo. La finanza sofisticata che fabbricava macchine da soldi ha soltanto sfiorato i nostri maggiori player. Le banche locali ne sono rimaste immuni. Altri sono i peccati commessi, specie a danno dei clienti. Ma nel complesso stiamo meglio.
Così come siamo messi, però, non ne veniamo fuori nemmeno noi. Il modello tradizionale di banca arranca sotto il peso dei crediti difficili. Ma c'è una più preoccupante debolezza culturale, mancanza di visione, che scade talora in passività se non in opportunismo (senza andar lontano, pensiamo all'uso delle garanzie confidi).
Le banche italiane devono creare qualcosa di nuovo per difendere la stabilità preservata, senza far mancare il sostegno all'economia, proteggendo il risparmio e dando spazio a canali di finanziamento nuovi, non basati sul debito. Un lavoro da poeti, santi e navigatori. La responsabilità è nostra.

Luca
Thu 10 Jun 2010, 18.02 - Stampa
Le "note" della Banca d'Italia sulle economie regionali (che stiamo seguendo sul blog) si arricchiscono del rapporto sull'Emilia Romagna. La parte sul credito alle imprese è ricca, ma non ci sono dettagli sui confidi (ogni sede regionale mantiene un'autonomia nel definire i contenuti del rapporto). Ecco la sintesi dalla pagina di presentazione:
Dopo anni di crescita sostenuta, il credito bancario ha registrato, dalla seconda metà del 2008, un brusco rallentamento. Alla fine del 2009 i prestiti alla clientela residente in regione sono diminuiti sui dodici mesi dell'1,1 per cento. Quelli alle imprese si sono ridotti in misura più accentuata, soprattutto nell'industria manifatturiera. Dal lato della domanda, la diminuzione dei fabbisogni finanziari legati alla caduta degli investimenti è stata solo in parte compensata dalle maggiori richieste di credito connesse con la ristrutturazione del debito. Le politiche di offerta delle banche hanno mantenuto un accento restrittivo motivato, soprattutto, con l'aumentata rischiosità della clientela. La tendenza all'irrigidimento delle grandi banche si è progressivamente attenuata mentre è proseguita per le piccole. I finanziamenti alle famiglie, sebbene in rallentamento, hanno registrato un incremento, soprattutto nella componente dei mutui. La rischiosità dei prestiti alle imprese ha continuato a crescere collocandosi ai massimi del decennio; quella dei prestiti alle famiglie, sebbene in aumento, si è mantenuta su valori storicamente contenuti.
Rinviandovi alla lettura del documento, riporto un'interessante figura che mostra la convergenza tra banche maggiori (istogrammi scuri) e banche locali (istogrammi chiari) dei ratio di incidenza delle poste problematiche sui prestiti.

Luca
Thu 10 Jun 2010, 12.53 - Stampa
Ieri la Banca d'Italia, come riferisce Repubblica - Finanza & Mercati, ha annunciato per voce di Ignazio Visco una strategia comune per l'educazione finanziaria, d'intesa con le altre Authority (CONSOB e ISVAP). Sarà creato un portale web che conterrà tutto il materiale e gli strumenti già presenti sui siti internet delle singole autorità. E' stato avviato inoltre un protocollo con il Ministero dell'Istruzione per svolgere test di apprendimento a conferma dell'efficacia del programma. L'annuncio è stato reso nel corso dell'OECD-Bank of Italy Symposium On Financial Literacy (qui le conclusioni di Anna Maria Tarantola).
Ora consentitemi un parallelo con l'educazione su un tema non meno importante, quello della salute. Ci sono persone in grado di occuparsene da sole, per cultura e più ancora per indole. Altre invece devono essere guidate, e per farlo occorrono figure vicine alle persone e alle famiglie (principalmente i medici di base). Le campagne di sensibilizzazione e screening sono utili, ma alla fine in una visita (periodica o più spesso per qualche acciacco imprevisto) raccogliete consigli e ragioni molto più convincenti per occuparvi della vostra salute in modo non fatalista (senza però scadere nell'ipocondria).
Non è mio compito valutare la qualità dell'assistenza medica di base, che dipende da fattori territoriali e dalla competenza / passione di ogni singolo dottore. Voglio dire qualcosa dell'assistenza finanziaria di base. Chi la fornisce, di norma? In ordine di apparizione: la banca (o il promotore finanziario, o il mediatore creditizio) e, per chi vi fa ricorso (tipicamente le imprese familiari), il commercialista, o il centro di assistenza contabile e fiscale, o il confidi. C'è anche la copertura dei media, generalisti e specializzati, ci sono i siti, i blog, e tutto il resto, ma anche qui si tratta di materiale utile per chi già ne capisce.
Mancano quasi del tutto il consulente finanziario indipendente (rara avis), e parlo sia di prodotti di risparmio, sia di accesso al credito e pianificazione finanziaria aziendale. Le altre figure legate alle reti distributive (sportellisti, promotori, mediatori) hanno modelli di formazione e di incentivazione ancora e sempre legati alla "produzione" di raccolta o erogazione. La formazione tecnica non manca, ma, quando c'è, è orientata alla vendita, specialmente quando i modelli di remunerazione a tutti i livelli della piramide enfatizzano la componente variabile (come potrebbe essere altrimenti?). Ci sono esempi virtuosi, specialmente quando la rete, bancaria e non, si avvale di un portafoglio prodotti multi-brand, ricco e di qualità, ma sono cose non sempre alla portata del cliente al dettaglio (e anche i clienti private non sono immuni dal rischio "sola").
Se non si interviene qui, sulle figure a contatto con i clienti, la financial literacy non farà grandi progressi.
Per quanto riguarda i rapporti con le piccole imprese, torno ovviamente a rilanciare la figura del business office, del quale ci sarebbe un disperato bisogno. Ma il mercato, e il quasi-mercato, del credito, della garanzia, della consulenza contabile, stentano a farla nascere.
Continuiamo a insistere con esperimenti concreti, se la pianta è sana attecchirà.

Luca
Thu 10 Jun 2010, 11.02 - Stampa
E' interessante leggere le news di Bloomberg che raccolgono pareri e voci dagli operatori. Ne segnalo due. La prima riguarda l'incontro delle mega-banche aderenti all'Institute for International Finance in corso a Vienna. Le crisi ricorrenti (ultima quella del debito sovrano in Europa) è un buon pretesto per rinviare sine die l'inasprimento dei requisiti patrimoniali (e di prorogare gli interventi delle banche centrali a sostegno della liquidità e dei mercati). Così la mega-banca respira e prosegue il suo cammino, magari con buoni profitti.
La seconda news è un giro di orizzonte sugli hedge fund che operano sui debt markets (titoli di stato, corporate bonds, CDS, ABS, CDO). Pare stia esaurendosi la stagione delle strategie direzionali rialziste, sull'onda dei credit spread in discesa dagli apici dell'inverno 2008. Si apre la stagione delle strategie long-short (o relative value), ovvero degli arbitraggi tra asset correlati, lunghi sui sottoquotati, corti sui sopravvalutati.
L'incertezza regna, le banche continuano a tenere riserve liquide enormi presso le banche centrali, si riduce la schiera dei coraggiosi che tengono rischi di credito non coperti.
Per sostenere il credito all'economia bisogna darsi da fare. Pare che non sia il primo pensiero dei "mercati".

Luca
PS 11/6: Sull'incontro dell'IIF di Vienna riferisce qui il Sole 24 ore.
Thu 10 Jun 2010, 10.31 - Stampa
Segnalo sul Sole 24 ore l'articolo Il nuovo ruolo del private equity, di Eugenio Morpurgo (AD di Fineurop Soditic). Morpurgo illustra la storia recente, lo stato e le prospettive del settore. Il private equity rappresenta una delle più importanti innovazioni della corporate finance dagli anni ottanta in poi. Idealizzato, o demonizzato, è stato protagonista di tanti casi di crescita o riorganizzazione di aziende e settori. La formula virtuosa del "private" richiede un team di gestione con forti competenze imprenditoriali, che si coinvolge fortemente nelle imprese partecipate facendo squadra corta con i manager, crea valore dal business (e non dalla leva finanziaria, o dall'attesa di multipli elevati al momento della cessione), è quindi disposto a stare nell'impresa quanto servirà e ha una dotazione di capitale che gli consente di farlo. E' una formula che si deve adattare nel contesto italiano, nel quale i target più numerosi sono imprese familiari che al più ammettono soci di minoranza. Il contesto post-crisi chiede inoltre moderazione nelle attese di rendimento. Giustamente Morpurgo vede una forte domanda di interventi per ricapitalizzare le imprese quando si dovrà uscire dalla moratoria, o quando si affronteranno passaggi generazionali. Esprime una valutazione incoraggiante per i fondi con sponsor pubblico che sono nati a livello regionale o nazionale (come il Fondo italiano di investimento).
Spostiamo, almeno un po', l'attenzione dal credito al capitale nelle politiche post-crisi. E' pur sempre finanza d'impresa, di flussi di cassa si parla. Bisogna cominciare a lavorare subito per ottenere risultati tra qualche anno.

Luca
Thu 10 Jun 2010, 09.29 - Stampa
Cristiano Gianangeli, d'intesa con il presidente di Società Regionale Garanzie Marche Carlo Lucarelli, mi segnala che sul sito del confidi è disponibile il Bilancio 2009.
SRGM è stata iscritta in maggio all'elenco speciale, e nel bilancio 2009 ha voluto anticipare l'applicazione di alcuni principi del bilancio IAS. I documenti di bilancio sono scaricabili da questa pagina.
In effetti SRGM ha fatto un pregevole lavoro di riordino dei valori esposti in bilancio. Ha separato i fondi rischi dalle riserve patrimoniali, mettendo nella voce 82 Fondi impegni assunti che contiene gli accantonamenti "di portafoglio" prima denominati "fondi rischi generici". Non c'è la 141 (fondi rischi riserve indivisibili) che di solito svolge una funzione ibrida di fondo rischi generico e riserva di patrimonio. Le commissioni sono contabilizzate per competenza e in conto economico compaiono oneri straordinari per recupero di commissione portate a ricavi "per cassa" negli esercizi precedenti, a fronte del rimpinguamento della voce risconti passivi. Nei conti d'ordine le garanzie sono classificate in maniera analitica, e per ciascuna componente si evidenzia, oltre all'importo garantito, anche il cap di perdita.
Leggendolo, troverete altri dettagli interessanti.

Luca
Wed 9 Jun 2010, 13.02 - Stampa
Da questa agenzia:
(AGI) - Roma, 9 giu. - Servono banche piu' vicine alla imprese, alla realta' produttiva del paese. Lo ha detto il Presidente della Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella relazione all'Assemblea nazionale delLa sua organizzazione, toccando il tema del credito. "E' un tema centrale - ha spiegato Guerrini - non vogliamo disperdere la ritrovata capacita' di interlocuzione, realizzata anche attraverso i Confidi, vogliamo tenere in vita l'attenzione cresciuta nel corso del 2009 e a tale proposito proponiamo la proroga della moratoria dei debiti, che potra' servire anche alle banche, consentendo loro la riqualificazione delle sofferenze.
Già, la moratoria, c'è da farsi venire qualche idea per il dopo (o il prorogato durante).

Luca
Wed 9 Jun 2010, 12.34 - Stampa
Come riferisce il Sole 24 ore, sarà la McKinsey a predisporre il piano industriale per la costituzione e il lancio della Banca del Mezzogiorno. La società di consulenza è stata scelta dal Comitato promotore della banca in una short list di quattro nomi (tutti blasonati, a quanto pare).
Dopo aver rimodellato i business dei gruppi maggiori negli anni '90, ora McKinsey prende in carico il disegno di una particolarissima banca mission oriented, senza sportelli, sponsorizzata inizialmente dal MEF, ma a regime capace di reggersi sulle proprie gambe.
Come riporta l'articolo:
Gli esperti McKinsey quindi dovranno valutare le potenzialità di questo istituto che non avrà sportelli e il cui core business iniziale sarà l'erogazione di garanzie (non pubbliche) e la consulenza nei finanziamenti agevolati e nella finanza strutturata e a medio termine, prevalentemente per assistere le banche di credito cooperativo che operano nel Sud. La struttura della Banca del Mezzogiorno, che in fase di lancio non erogherà credito a medio-lungo termine garantito dallo Stato, sarà snella per poi crescere assecondando la domanda di mercato.
Le attività prospettate hanno senz'altro margini di crescita al Sud. Certo non mancano i potenziali concorrenti o aspiranti. E si tratta di attività ("garanzie", basta la parola) in cui serve comunque una dotazione di denaro pubblico.
La McKinsey sarà senz'altro bravissima a segmentare e posizionare le diverse business unit della futura banca, atteso che il mercato del credito al Sud è pieno di nicchie in cui un soggetto nuovo e capace può (teoricamente) ritagliarsi uno spazio. Ne caverà fuori un piano economico sostenibile.
Però i promotori non devono aspettarsi di indossare un prêt-à-porter. I banchieri sono loro. Anzi, una banca così speciale è tutta nelle persone che la faranno partire, che dovranno inventarsi di notte cosa fare e come farlo.
Buon lavoro!

Luca
Wed 9 Jun 2010, 10.08 - Stampa
I rapporti sull'economia delle regioni della Banca d'Italia stanno uscendo con ritmo cadenzato.
Segnalo brevemente la sezione sui confidi nel rapporto sulla Liguria (pp.32-33), dove si traccia il profilo della loro operatività nella regione, soffermandosi in particolare sulla quota di mercato, sul tasso di crescita delle esposizioni garantite rispetto a quello del credito bancario, sull'effetto sul costo del credito, sulle differenze di tasso di default, e sulle azioni pubbliche di sostegno.
Solo un breve cenno, invece, nel rapporto sulla Sicilia (pp. 32-33).

Luca
Wed 9 Jun 2010, 09.55 - Stampa
Dopo la Campania, è la volta della Toscana. La Banca d'Italia conferma l'interesse che sta dedicando al settore dei confidi con ben quattro pagine (37-41) inserite nel rapporto L'economia della Toscana pubblicato ieri. Qualche passaggio:
Alla fine dello scorso anno, i prestiti complessivi che le banche erogavano in favore di imprese con meno di 20 addetti garantite da confidi erano pari a circa 2 miliardi di euro (tav. a20), il 15,8 per cento del totale dei finanzia- menti bancari a piccole imprese regionali; tale quota era lievemente superiore rispetto all’analogo dato nazionale. A livello settoriale, il ricorso ai confidi è più frequente nell’industria: i prestiti concessi a imprese assistite da consorzi fidi rappresentavano il 32,2 per cento del complesso dei finanziamenti alle imprese garantite con meno di 20 addetti.[...]
Con riferimento al costo del credito, nella media dell’ultimo trimestre del 2009 le imprese assistite da confidi fronteggiavano un tasso di interesse sui prestiti a revoca di circa 8 decimi di punto inferiore rispetto alle imprese non garantite. Il divario di tasso, che non tiene conto di possibili commissioni aggiuntive relative alla garanzia mutualistica, appare più marcato in Toscana rispetto alle altre aree del paese. Inoltre, esso si è ampliato rispetto al periodo precedente la crisi: alla fine del 2007, in un contesto di tassi mediamente più elevati, il differenziale era pari a 6 decimi di punto.
Analogamente a quanto emerge in altre realtà, anche in ambito regionale la qualità dei crediti erogati a imprese garantite da confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle piccole imprese. In rapporto alle posizioni che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, past-due) i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari al 2,9 per cento per quelli garantiti da confidi, a fronte dell’1,3 per quelli non garantiti, in linea con quanto rilevato in media nazionale. Al più elevato tasso di ingresso in sofferenza rilevato per le imprese garantite dai consorzi fidi potrebbero avere contribuito, oltre alla maggiore rischiosità, le più agevoli modalità di accesso al fondo di garanzia mutualistica, attivabile in tempi molto ristretti da parte delle banche.
Sarebbe una bella occasione per i confidi prendere spunto da queste analisi della Banca d'Italia per approfondirle utilizzando i loro dati gestionali. E' materiale per il futuro organismo gestore dell'elenco confidi.

Luca
Wed 9 Jun 2010, 09.33 - Stampa
Cipriana Zorzoli mi ha gentilmente comunicato che ieri, 7 giugno, la Banca d'Italia ha pubblicato il decreto con il quale Confidi Lombardia è stato autorizzato all'iscrizione nell'elenco ex art. 107 TUB.
Se scorrete l'elenco sul portalino, dove si contano ormai 23 confidi 107 autorizzati, noterete che il neo-iscritto è il primo di area Confindustria (anche il "nostro" Confidimpresa Trentino aderisce a Federconfidi, ma ha natura intersettoriale, operando anche nel terziario).
Congratulazioni vivissime e buona prosecuzione del lavoro.

Luca

PS: Con l'occasione ho fatto un giro nel sito di Confidi Lombardia alla pagina Trasparenza, e ho apprezzato la chiarezza del foglio informativo dove si mette in chiaro quello che conta (e che tutti capiscono), cioè il costo annuo (massimo) per commissioni di garanzia.
Tue 8 Jun 2010, 12.59 - Stampa
Riporto una news pubblicata oggi:
ROMA (MF-DJ)--Sos Impresa Italia andra' avanti per altri 6 mesi. Lo ha annunciato oggi Unicredit, sottolineando che il progetto, avviato 7 mesi fa insieme a Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confcommercio, ha raggiunto e superato l'obiettivo di traghettare in 6 mesi fuori dalla crisi almeno 10mila imprese sane a rischio chiusura.
Da un primo bilancio del progetto, emerge infatti che in 7 mesi circa 11.600 piccole imprese italiane sono riuscite a superare una fase di difficolta' dovuta alla crisi finanziaria grazie a nuovi finanziamenti, interventi di proroga delle scadenze o rimodulazione delle loro linee di credito, e oltre 15.000 aziende sono state assistite, nella loro regolarizzazione e nel rispetto dei pagamenti, grazie alla somma di oltre 2 miliardi messa a disposizione dalla banca.
L'iniziativa nasce da un lungo percorso di collaborazione tra Unicredit, le associazioni di categoria e i Confidi, rapporto che si e' consolidato nel tempo e ha consentito di continuare nel corso del 2009 a sostenere complessivamente piu' di 125.000 piccole aziende con oltre 10 miliardi di nuovi finanziamenti. Nello scorso anno, circa un terzo dei nuovi finanziamenti (oltre 3 mld a oltre 30.000 aziende), sono stati fatti con Associazioni e Confidi, e anche nel 2010 continua il loro grande apporto, con oltre 1 mld di finanziamenti, mantenendo e anzi aumentando il tasso di accettazione delle domande, a testimonianza del supporto del gruppo alle Pmi (dal 76% al 79%).
"Sul totale delle imprese clienti di Unicredit negli ultimi 13 mesi il 21% ha avuto almeno un momento di tensione finanziaria - ha spiegato Nicastro - ma di queste solo il 3,2% (dato nettamente inferiore alla media italiana del 6,7%, in base ai dati Prometeia) non e' riuscito a superare le difficolta' ed e' sfociata in un default oppure ha avuto una richiesta di rientro sui finanziamenti" ha concluso il deputy Ceo.

I tassi di decadimento di Unicredit paiono sensibilmente più bassi della media italiana: a chi il merito?

Luca
Tue 8 Jun 2010, 09.55 - Stampa
Come riferisce Italia Oggi lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva sul credito al consumo, che dà attuazione alla legge comunitaria 2008 sarà esaminato nel prossimo Consiglio dei ministri. L'intervento normativo tocca anche il Titolo V del TUB sugli intermediari diversi dalle banche (confidi compresi), come è noto a tutti. Si aspettano tempi stretti per l'approvazione definitiva. Dopo la prima lettura, questa settimana, il testo sarà inviato alle commissioni parlamentari per i pareri. I decreti dovrebbero essere emanati entro settembre.
Si procede lungo il percorso avviato con la consultazione di cui ci siamo a lungo occupati sul blog e sul sito decretoconfidi. Rinnovo l'invito a tenere alta l'attenzione e vivo il dibattito sui molti punti della riforma che interessano i confidi.

Luca
PS: Sul sito del Governo nell'agenda del Consiglio dei ministri del 10 giugno figura il punto "- DECRETO LEGISLATIVO: Attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del Titolo VI del T.U. bancario (POLITICHE EUROPEE - ECONOMIA E FINANZE) - ESAME PRELIMINARE"; non si menziona esplicitamente il decreto sul Titolo V (quello che riguarda i confidi) che però (mi risulta) farà parte dell'intervento normativo con la stessa tempistica delle altre sezioni.
Mon 7 Jun 2010, 18.25 - Stampa
Dopo la Relazione del Governatore, la Banca d'Italia sta pubblicando gli interessantissimi rapporti sulle economie regionali, come questo sulla Campania, dove a pag. 34 si traccia un profilo dei confidi in quella regione:
In base ai dati della Centrale dei rischi, nell’ultimo biennio, il credito erogato alle imprese assistite da garanzia confidi è cresciuto in regione del 4,1 per cento, a fronte di un calo dello 0,8 per cento registrato nei confronti di quelle non garantite; inoltre, durante lo stesso periodo, il tasso di interesse applicato ai finanziamenti assistiti da garanzia è risultato in media di circa 50 punti base inferiore a quello rilevato sui prestiti non garantiti.
In Campania il sistema dei confidi si presenta nondimeno scarsamente sviluppato. Sotto il profilo dimensionale, in particolare, il sistema risulta ancora frammentato: in base ai dati di bilancio del 2008 il volume medio di garanzie è largamente inferiore a quello utile per la trasformazione in intermediario vigilato.
A fine 2009 la quota dei prestiti con garanzia confidi sul totale di quelli erogati alle imprese di minori dimensioni era pari al 3,3 per cento, contro il 10,2 per cento del Mezzogiorno e il 13,3 per cento rilevato a livello nazionale. In più, dei 360 milioni di euro di garanzie complessivamente erogate a favore delle imprese campane, il 40 per cento risultava concesso da confidi non locali. Solo un quarto del valore delle garanzie concesse dai confidi a imprese campane, è stato erogato a favore di quelle con meno di 20 addetti. Una proporzione praticamente identica si riscontra restringendo l’analisi ai soli confidi campani.
La qualità dei crediti erogati a imprese campane garantite dai confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle imprese regionali con meno di 20 addetti. Come nel resto del paese, al fenomeno potrebbero avere contribuito le agevoli modalità di accesso al fondo di garanzia mutualistica, attivabile in tempi molto ristretti da parte delle banche. In rapporto ai crediti che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, crediti scaduti), i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono risultati pari al 10,2 per cento per quelli garantiti dai confidi e all’1,7 per cento per quelli non garantiti; un divario sensibilmente più rilevante di quello registrato a livello nazionale, dove il tasso di ingresso in sofferenza per le due categorie di imprese è stato pari al 2,6 e all’ 1,3 per cento, rispettivamente.
Confidi sottodimensionati, cresciuti assorbendo esposizioni con rischiosità nettamente peggiore della media. Poco impegnati verso la piccola impresa (anche se qui potrebbe influire la soglia minima per la segnalazione in Centrale rischi). Meno male che c'è un effetto positivo sul costo del credito.
Quanto lavoro da fare! E quante trappole da evitare!

Luca
PS: La Banca d'Italia osserva i confidi attraverso la Centrale dei rischi, compresi i 106.
Mon 7 Jun 2010, 16.02 - Stampa
Il Fondo centrale di garanzia rimane ad oggi lo strumento di garanzia anti-crisi con dotazione più ampia, ponderazione zero per Basilea (sia pur condizionata), e costo competitivo (1% di commissione anticipata su una garanzia pluriennale è un affarone, non parliamo poi delle pratiche a costo zero). Quando è stato rilanciato, col DL 285 del dicembre 2008, molti potenziali utenti non lo conoscevano, o non lo usavano, o non vi erano ammessi. Oggi la popolazione delle banche e dei confidi che hanno accesso, e se ne avvalgono, cresce continuamente. Mi hanno parlato di banche che stanno spostando sul fondo posizioni per risparmiare capitale di vigilanza. Altre che lo stanno usando come leva per accaparrarsi nuova clientela: si procurano i bilanci, calcolano gli score MCC, e se l'azienda rientra nelle fascia 1 (che assicura la proposta positiva al Comitato) partono con la proposta di mutuo liquidità. Alcuni dei maggiori confidi veicolano contro-garanzie del Fondo in pacchetti attivamente collocati dalle banche convenzionate.
Alcuni dei nuovi potenziali richiedenti (specialmente confidi di minori dimensioni), per ridurre i costi procedurali e le attese, stanno valutando la possibilità di accedere indirettamente al Fondo chiedendo una contro-garanzia a un confidi di secondo livello, il quale si contro-garantirebbe sul Fondo; si attiverebbe in tal caso una catena di coperture piuttosto lunga: Stato (firma ultima istanza) => Fondo centrale => Confidi 2° livello => Confidi 1° livello => Banca. Si deve però verificare se la ponderazione zero si trasmette anche con due passaggi di contro-garanzia, in luogo dell'unico passaggio dello schema solito (Stato => Fondo centrale => Confidi => Banca). Non so se qualche visitatore ha affrontato il problema e può darci il suo parere.

Luca
PS: Se le voci che ho raccolto sono vere, c'è il rischio che il Fondo vada a sostenere i coefficienti di solvibilità delle banche, più che l'offerta di credito addizionale alle Pmi (senza dimenticare il rischio opposto di scarico di rischi problematici).
Mon 7 Jun 2010, 13.04 - Stampa
Il Google alert sui confidi mi ha segnalato ieri questa lettera aperta di Lorenzo Cancellario, del Direttore di FinMolise (finanziaria regionale), al presidente delle Giunta regionale del Molise Michele Iorio. Era la risposta alla lettera aperta di Matteo Russo Presidente di Fidi Molise, l'organismo unitario promosso nel marzo 2009 (vedi ns post) dal partenariato economico (Confartigianato, CNA, Casartigiani, URA, Assindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, CIA) e partecipato da tutti gli 8 Confidi attualmente operanti in Regione.
Non cerco di compendiarle perché mi mancano gli antefatti, se vi interessa il tema, leggetele integralmente. Ho capito che Fidi Molise lamenta di non essere adeguatamente valorizzato da FinMolise negli interventi regionali basati su garanzie. FinMolise constata che Fidi Molise non le ha ancora inviato richiesta di convenzionamento (del resto uno dei confidi ad esso partecipanti aveva fatto ricorso al TAR per impugnare le misure anti-crisi gestite dalla finanziaria regionale, aperte anche confidi extra-regionali).
Non è una storia nuova: finanziarie regionali e confidi che polemizzano sui rispettivi ruoli. Non giudico da Trento quello che succede a Campobasso. Però, amici molisani, cercate di far funzionare gli strumenti che avete e, dialogando con le imprese, raccogliete indicazioni per cambiarli o aggiungerne di nuovi, se serve. Mi giunge voce che dalle vostre parti, come del resto nel vicino Abruzzo, la situazione è pesante assai. Guardatela insieme, e poi valutate se ha senso litigare.

Luca
Trovate su questa pagina del sito di FinMolise la documentazione relativa al fondo unico anti-crisi di cui sopra.
Mon 7 Jun 2010, 12.19 - Stampa
Come saprete, ieri a Trento si è concluso il Festival dell'economia 2010. Come tutti gli anni, sono stati molti gli incontri interessanti. Per i temi di nostro interesse, segnalo la lezione tenuta da Nouriel Roubini su Crisi della finanza: passato, presente e futuro (video in inglese, dovrebbero mettere in rete anche la versione italiana). Roubini è legato al nostro paese: si è laureato in Bocconi, ed è rimasto amico di suoi ex compagni di studi, come Tito Boeri, che ha introdotto l'incontro. Come sempre, l'analisi di Roubini è stata lucida, serrata, ricca di fatti "visti" con una panoramica a 360° su paesi avanzati ed emergenti, economia reale e sistema finanziario, finanza pubblica e privata. Il suo ultimo libro (scritto con lo storico Stephen Mihm), Crisis economics, è stato tradotto in italiano come La crisi non è finita. Non è un'ovvietà. Nell'intervento al Festival, mi sono piaciute le considerazioni conclusive su dove stiamo andando, non allarmistiche ma realistiche. Il deprezzamento dell'euro che si sta verificando può essere la traccia da seguire per tirarsi fuori dal cocktail micidiale di recessione e crisi della finanza pubblica, non potendosi in Eurolandia monetizzare i debiti pubblici. La crisi greca è la punta di un iceberg di finanze pubbliche dissestate che gravano su molti paesi (e in prospettiva su tutte le maggiori economie, con pochissime eccezioni). Le situazioni critiche saranno più d'una, e nell'immediato non ci saranno alternative a ordinate ristrutturazioni del debito degli stati in crisi di solvibilità, se si vogliono evitare default incontrollati.
Mi è servito molto seguire i ragionamenti di Nouriel Roubini: studiare la crisi non è un vezzo, né un'autoflagellazione, ma è un lavoro indispensabile per capire e pesare quello che sta succedendo; aiuta a muoversi responsabilmente, senza illusorie certezze, ma liberi dalla paura del prossimo lancio di agenzia.

Luca
Fri 4 Jun 2010, 11.59 - Stampa
Ieri su questa pagina del sito web del Ministero dell'economia sono stati resi disponibili i documenti inviati in risposta al processo di consultazione sulla direttiva 2008/48/CE. Ci trovate anche il nostro position paper, presentato a nome del Gruppo di lavoro Smefin.
La maggior parte delle risposte (che qui non riprendo) riguardano la disciplina dei mediatori creditizi e del microcredito.
Ho invece allegato a questo post sul sito decretoconfidi i documenti relativi al Titolo V, che trattano della materia confidi. Sono stati rispettivamente inviati da ABI, Assofin e AssoConfidi.
ABI segnala che qualora si costituisca un unico Organismo gestore (ex art. 111) degli elenchi del microcredito e dei confidi, lo stesso dovrebbe svolgere meramente attività di detenzione/gestione dell’elenco e non di vigilanza dell’attività dei confidi che invece dovrebbe essere svolta dall’Autorità di Vigilanza competente. Inoltre auspica che ai confidi – in considerazione dell’importanza nelle relazioni tra banca e piccole e medie imprese - sia consentita anche la promozione ed il collocamento di servizi e prodotti bancari. Assofin fornisce commenti convergenti con quelli dell'ABI.
I commenti di AssoConfidi sono in linea con le anticipazioni che riportavo qui. Dagli emendamenti proposti, noterete che non si entra nello specifico delle proposte che dovrebbero attuare i principi di "specificità, proporzionalità, sostenibilità organizzativa ed economica" che dovrebbero, negli intenti di AssoConfidi, ispirare la disciplina e le prassi di controllo sui confidi, 106 e 107.
Onestamente mi sarei aspettato qualcosa di più dalle associazioni di settore. Forse i tempi di risposta erano stretti, non lo so. Si deve tenere aperto il dibattito, e penso che sia il Ministero dell'Economia, sia la Banca d'Italia siano disponibili a interloquire sulle molte cose che devono essere ancora specificate, nel Decreto e soprattutto nelle successive norme di attuazione.

Luca
Fri 4 Jun 2010, 10.45 - Stampa
Oracolo mi segnala la pubblicazione sul sito di Neafidi del Bilancio 2009, facendomi notare che rispetto al 2008 i ricavi per commissioni passano dal 24% al 28% del totale ricavi; sono presenti contributi pubblici per il 40% del totale ricavi contro il 47 % del 2008; le perdite ammontano a 2 milioni dopo accantonamenti di 10 milioni a fondi.
Considero Neafidi una delle realtà più equilibrate e coerenti rispetto alla mission dei confidi, e nel settore industria una delle più attente agli equilibri di bilancio.
Analizzerò questo bilancio per capire meglio l'evoluzione del loro modello gestionale nello scenario post crisi.

Luca
Fri 4 Jun 2010, 10.34 - Stampa
Mi è piaciuto questo passaggio da un articolo del Sole 24 ore Ora Detroit è salita tutta sull'auto di Marchionne:
Chi non scherza tanto è Marchionne. Su cui, a Detroit, circolano già leggende metropolitane. «Ehi, mi hanno detto che ha buttato fuori uno che non sapeva rispondere a delle domande su un cambio e l'ha sostituito su due piedi con il suo collaboratore che invece era preparato», racconta Kenneth il tassista.
Se il Governo nominasse un commissario straordinario per i confidi, e questi cominciasse a girare facendo domande su normative e progetti, motori e carrozzeria, temo che molti personaggi chiave sarebbero a rischio rimozione. Ma ci sono i collaboratori preparati in grado di sostituirli?

Luca
Fri 4 Jun 2010, 10.12 - Stampa
Paola Fumiani, di Infocamere, nostra compagna di avventura fin dai primi passi con XBRL in Italia, ci ha aggiornato sui numeri della campagna bilanci in corso: in tutto i bilanci elaborati sono 437.355, di cui 429.152 con allegata l'istanza xbrl; tra questi i bilanci con doppia presentazione delle tabelle di sintesi (xbrl+ pdf) sono 125.250. La stragrande maggioranza dei documenti XBRL è sintatticamente corretta.
E' un grande passo per la comunicazione finanziaria aziendale. Se il nostro lavoro ha dato un piccolo contributo a far accettare il deposito del bilancio XBRL come un adempimento non gravoso e potenzialmente utile, per la singola società e per il sistema, non abbiamo lavorato invano.

Luca
Thu 3 Jun 2010, 15.48 - Stampa
In questo articolo di Italia oggi si commentano le novità della "manovra correttiva" in materia di fallimenti. I curatori hanno 15 giorni di tempo per comunicare l'accettazione dell'incarico utilizzando il modulo elettronico di "Comunicazione unica". I finanziamenti concessi nell'ambito di concordati preventivi e accordi di ristruttuazione dei debiti possono essere ammessi in prededuzione in caso di successivo fallimento, così come i crediti dei professionisti per compensi su perizie e i prestiti da soci (sotto alcune condizioni).

Luca
Thu 3 Jun 2010, 12.57 - Stampa
Segnalo questa news apparsa anche sul Sole 24 ore Nord-Ovest:
(AGI) - Torino, 2 giu. - Eurofidi, consorzio di cui la Regione Piemonte e' socio di maggioranza, ha presentato due ricorsi, uno al presidente della Repubblica e uno al Tar della Lombardia, contro l'esclusione dai fondi stanziati dalla Giunta regionale lombarda per il rafforzamento patrimoniale dei confidi. A riferirlo e' il Sole 24 Ore NordOvest, in edicola oggi. Il primo ricorso, quello al Capo dello Stato, riguarda il bando dello scorso novembre: secondo il settimanale, Eurofidi aveva domandato di poter accedere ai benefici, ma da Milano e' arrivata una risposta negativa motivata dal fatto che il richiedente deve avere almeno i due terzi delle imprese socie in Lombardia. Nel secondo caso, si tratta di un ricorso diretto al Tar della Lombardia contro il secondo bando del 12 aprile scorso. (AGI) Cli/To
Luca
Thu 3 Jun 2010, 11.15 - Stampa
Ricevo da Scicli questo messaggio ...
Caro Luca,
Piero Giarratana (che Ti saluta) ha provveduto a inserire il bilancio sul nostro sito a questo link; potresti per favore darne notizia sul blog?
Inoltre su quest'altro link ci sono da qualche settimana i documenti trasparenza. Anche in questo caso chi è interessato può scaricare il contenuto. Ci sono sia un piccolo manualetto con la procedura ed i relativi principali diritti del cliente ed il foglio informativo. In merito a quest'ultimo si può notare che vi coesistono due pricing: quello impresa italia con garanzia personale e quello monetario a valere sui fondi rischi. Penso sia sufficiente a scatenare i commenti nel tuo blog...
Non deludiamo Bartolo Mililli ...

Luca
Tue 1 Jun 2010, 10.55 - Stampa
Ieri ho seguito in diretta la lettura delle Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia mentre ero in viaggio. Cito alcuni passaggi:
L’industria finanziaria sostiene che la riforma regolamentare potrebbe ostacolare la ripresa. Ma l’applicazione delle nuove regole sarà graduale; non comincerà prima che la ripresa si sia consolidata. Il passaggio verso la nuova definizione del capitale delle banche sarà lungo abbastanza da renderne trascurabili, durante la transizione, gli effetti sul valore di mercato delle banche e sul credito. È importante che le difficoltà del presente non portino a una diluizione degli obiettivi di lungo periodo, che devono rimanere fermi.[...]
Il credito alle imprese era sceso del 3,7 per cento a dicembre 2009 rispetto a settembre, in ragione d’anno. La contrazione si è fatta meno intensa dall’inizio di quest’anno: nei tre mesi terminanti in aprile è stata pari all’1,0 per cento. La flessione è più forte nelle regioni del Nord, in cui più intensa è l’attività industriale; i prestiti alle imprese del Mezzogiorno sono tornati a crescere. Il credito alle famiglie continua a espandersi, sebbene a ritmi moderati.[...]
Le grandi banche si giudicano anche da come organizzano l’attività sul territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con l’economia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso di anni, ben più accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere l’impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore; significa saper fare il banchiere.[...]
L’area dell’euro è nel suo complesso più solida di altre aree valutarie: il suo bilancio pubblico, i suoi conti con l’estero sono più equilibrati. Ma l’attacco che la colpisce oggi non guarda al suo insieme; sfruttando l’opportunità offerta dall’incompiutezza del progetto, si dirige verso i suoi membri più deboli. Non c’è che una risposta: l’euro vive con tutti i suoi membri, grandi e piccoli, forti e deboli. Se è stato illusorio pensare che la moneta da sola potesse “fare” l’Europa, oggi l’unica via è quella di rafforzare la costruzione europea nella politica, con un governo dell’Unione più attivo, nella disciplina dei bilanci pubblici e nel progresso delle riforme strutturali, con un nuovo patto di stabilità e crescita al tempo stesso più vincolante e più esteso.
Siamo nel mezzo di una traversata, e possono far bene le parole rassicuranti del Governatore, mentre si cammina e si lavora.

Luca