Fri 29 Apr 2005, 11.48 - Stampa
Ieri, 28/4, ho fatto un breve intervento all'assemblea del Confidi Milano, anticipando alcuni spunti dell'articolo che sto finendo di scrivere per il rapporto annuale di Federconfidi. Non è facile oggi parlare sulle prospettive dei confidi in Italia. Nel settore c’è il rischio di uno stallo: molti enti non si sentono pronti a compiere il passaggio verso il ruolo di intermediari vigilati, i regulator se ne sono resi conto, e si guardano bene dal costringerli a farlo ope legis, e forse questo spiega il ritardo nell’emanazione delle norme di attuazione della riforma. approvata nel novembre 2003.
Ho evidenziato che più del “che fare?” importa il “come partire”. Servono dei punti di riferimento, che aiutino a trovare l’atteggiamento e la direzione di marcia giusti. Il quadro normativo è ancora fluido, ma si possono fare subito tre cose comunque utili, a prescindere dalle dimensioni, dai progetti di riassetto, dalle alleanze, dai rapporti con gli enti pubblici:
- far evolvere i processi di valutazione del credito;
- intervenire sui sistemi informativi, per avvicinarli a standard di tipo bancario;
- sviluppare la consulenza alla gestione finanziaria d’impresa, secondo il modello del business office.
L'assemblea, nella parte straordinaria, ha approvato la trasformazione del confidi da consorzio in cooperativa per azioni, primo passo verso lo status di intermediario ex art. 107 TUB. Confidi Milano intende, a quanto ho capito, avvalersi della forma cooperativa prevista dalla legge quadro sui confidi n.326/2003. La trasformazione approvata ieri è servita anche per mettere ordine nella governance: sono stati ridefiniti i rapporti con gli enti sostenitori (associazioni di categoria ed enti pubblici, in particolare la CCIAA di Milano), in proposito lo statuto prevede una rappresentanza in Consiglio di amministrazione che prescinde dallo status di socio della cooperativa (che tali enti non possiedono), e che invece tiene conto dell'entità degli apporti finanziari nel triennio precedente la nomina.
La situazione dei confidi industriali in Lombardia non è facile da inquadrare. Confidi Milano è il confidi di primo livello di maggiori dimensioni. Esistono gli altri confidi provinciali, e inoltre Federfidi Lombarda, confidi di secondo grado in forma cooperativa. Si parla di progetti di aggregazione, ma esistono diversi poli: Confidi Milano ha avviato un'ipotesi di fusione con Confidi Pavia (altri sarebbero disponibili ad aggiungersi); ci sono però altri tavoli di lavoro che coinvolgono per lo più confidi delle provincie orientali. La Regione Lombardia ha un approccio meno interventista rispetto ad altri casi (vedi Piemonte, Toscana) nei quali le Amministrazioni hanno spinto con maggior energia sulle concentrazioni, e hanno inoltre sostenuto finanziariamente nuove strutture (rispettivamente Eurofidi e Fidi Toscana).
Ringrazio il presidente uscente, Lino Marangoni, che ha avuto la cortesia di invitarmi per il secondo anno, e auguro buon lavoro al nuovo presidente Massimo Perini, che dovrà affrontare, con la struttura guidata dal Direttore Abele Alloni, il completamento del processo di trasformazione.
Wed 27 Apr 2005, 11.37 - Stampa
Oggi 27/4 a Modena, presso il Dipartimento di economia aziendale, abbiamo tenuto la riunione di avvio del nostro progetto Smefin.
Erano presenti i responsabili delle sei unità coinvolte, ovvero Trento, Modena, Padova, Parma, Urbino e Verona. Siamo un gruppo composto in prevalenza di economisti aziendali, con competenze di economia dei distretti, finanza delle Pmi, credit risk management, con apporti di competenze giuridiche e informatiche.
Ho presentato le linee guida del progetto, sintetizzate in queste slide.
Ottimo clima, voglia di collaborare: l'impresa parte sotto i migliori auspici.
Sat 23 Apr 2005, 15.42 - Stampa
Mentre in Italia discutiamo dell’evoluzione del nostro sistema di garanzia collettiva, in molti paesi dell’Europa dell’est e dei Balcani, di recente o prossimo ingresso nell’Unione Europea, il sistema di finanziamento e garanzia delle PMI sta prendendo forma e cercando un proprio assetto. Cinquant’anni di economia pianificata hanno sostanzialmente cancellato, laddove esistevano, le tradizioni dell’associazionismo tra imprese, lasciando una tabula rasa su cui c’è da costruire tutto o quasi. Per attivare sollecitamente un sistema di garanzia sul credito alle PMI si è forzatamente scelto di privilegiare istituti e veicoli pubblici, piuttosto che schemi di garanzia mutualistica. Quello che manca nelle economie della nuova Europa è quindi la componente mutualistica, o associativa, ovvero la caratteristica saliente del sistema confidi – Italia. Nel ridisegno del nostro sistema abbiamo a disposizione un criterio per saggiare la validità del nuovo modello proposto: la sua esportabilità.
A livello internazionale, il movimento dei confidi italiani ha una buona visibilità. I nostri enti sono ben rappresentati nell’Associazione Europea di Mutua Garanzia. Fedart, la Federazione dei confidi artigiani, ha curato per conto dell’International Labour Office una guida alla costituzione di un confidi, basata sull’esperienza italiana. Sulla base di queste esperienze, significative e incoraggianti, si può compiere un ulteriore passo in avanti, e pensare direttamente al sistema di garanzia fidi del futuro in un’ottica di diffusione internazionale.
Nell’ambito dei distretti industriali, la collaborazione a livello produttivo e commerciale tra imprese è stata la chiave per competere nei mercati internazionali. Perché escludere che questo possa accadere anche nel campo dei servizi finanziari? Ad esempio, si potrebbe collegare allo sviluppo dei nuovi soggetti istituzionali di cui parliamo spesso, banche di garanzia e business office, un progetto gemello in un paese della nuova Europa, promosso e coordinato dall’Italia. Questa strada all’apparenza complica un progetto già di per sé ambizioso, ma in realtà potrebbe essere la strada vincente per attrarre risorse finanziarie e partire con lo spirito giusto: si avrebbe un motivo di interesse in più per le banche italiane, che hanno una presenza importante nei paesi dell’Est Europa; si otterrebbero finanziamenti dell’Unione Europea per le attività di ricerca e trasferimento di conoscenze; si porterebbero all’estero attività di sviluppo informatico a costi più vantaggiosi; si realizzerebbero sistemi e strumenti di formazione nativamente pensati per la distribuzione in lingue diverse; le soluzioni sarebbero utilizzabili da parte delle nostre “multinazionali tascabili” che hanno l’esigenza di coordinare finanziariamente le società collegate che operano in quei paesi; l’esperienza, con un’opportuna rete di partnership potrebbe crescere e diffondersi in altri paesi. Affrontando con un respiro internazionale le problematiche del nostro sistema di garanzia fidi si potrebbe infondere nuova linfa in un dibattito imbrigliato in una miriade di questioni idiosincratiche, che rischia di apparire provinciale agli occhi di un osservatore esterno e, alla lunga, diventare noioso. Per fare questo bisogna però allargare la prospettiva di studio dal solo sistema di garanzia fidi al complesso dell’infrastruttura finanziaria per le PMI, come personalmente auspico.
Fri 22 Apr 2005, 14.31 - Stampa
A conferma del fermento nel settore della consulenza in materia di finanza delle Pmi, vorrei parlarvi di Phedro e Iniziative srl, una rete di professionisti, docenti universitari, società di formazione (Etr), consulenza e rating (Eu-Ra) e centri servizi (Cgn) che si propone come partner dei consulenti aziendali e delle imprese. L'iniziativa è in molti aspetti simile a B24B, di cui abbiamo già riferito nel blog. Anche qui abbiamo una "federazione" di iniziative complementari nate su diverse piazze. Qui è più forte la presenza di accademici tra i promotori, e l'ambito geografico è orientato verso le regioni settentrionali. Non ho avuto modo di leggere materiale specifico sulle metodologie di analisi, ma non dubito, vista la lunga esperienza di ricerca e formazione dei colleghi coinvolti, che si tratti di un'iniziativa solida.
Questo network offre il software di autodiagnosi finanziaria on-line ADI.COM-Basilea2, sviluppato dal collega Roberto Cappelletto dell'Università di Udine, che dovrebbe essere presto disponibile come applicazione web.
Phedro sta facendo una promozione capillare nei confronti degli ordini professionali, anche in Trentino. Nel materiale di presentazione che ho avuto modo di leggere, si afferma che "ADI.COM è l'unico sistema di analisi conforme ai principi teorici della finanza d'impresa", un'affermazione davvero curiosa. Non dubito che ci siano in giro in Italia molti modelli di analisi di bilancio di impianto obsoleto, però penso che non sia un'impresa eroica costruirne uno conforme ai principi della corporate finance, che sono di dominio pubblico, cosa che penso abbiano già fatto molte banche e consulenti. Comunque capisco che per farsi sentire sulla piazza del mercato di Basilea 2, sempre più affollata, si debba usare qualche iperbole.
Un'altro progetto da seguire con interesse sulla via che porta al business office.
Thu 21 Apr 2005, 20.51 - Stampa
Il nostro web server è rimasto fuori servizio tra le 13.00 di ieri e le 12.30 di oggi. Ci scusiamo per l'interruzione. - Stampa
Wed 20 Apr 2005, 09.45 - Stampa
Sulla rivista del Sole 24 ore Contabilità, finanza e controllo, nr.4/2005, è uscito un articolo di Lorenzo Sartor, dottorando in economia aziendale a Venezia, su "Covenant sul debito e loro tollerabilità". Il lavoro riprende l'analisi di due rapporti di Banca Mediocredito e Centrale dei bilanci sull'argomento usciti nel 2003 e 2004.
Il covenant, cioé l'impegno del debitore a rispettare parametri soglia di equilibrio finanziario e patrimoniale, pena la rinegoziazione delle condizioni, intende prevenire comportamenti opportunistici ai danni del creditore, che portano all'innalzamento dei livelli di rischio operativo (nuovi progetti ad alto rischio) e finanziario (crescita del leverage) dell'impresa. Nel lavoro si valuta l'efficacia di queste clausole a tutela dei creditori a medio-lungo termine. Si conclude che le clausole sono tanto più utili quanto minore la probabilità che le stesse siano violate nel corso del rapporto. Gli studi citati mostrano evidenze interessanti basate sulle distribuzioni storiche dei ratio di bilancio: la probabilità di violazione del covenant è molto elevata se la soglia è fissata in maniera rigida (ad esempio, come dato mediano delle imprese del settore), e non viene adeguata alle variazioni medie di sistema. Sartor esamina il caso di covenant basati sulle migrazioni del rating (interno) del debitore: in questo modo il rischio viene apprezzato in maniera più articolata, e la probabilità di violazione si riduce sensibilmente, specie se le classi di rating "ammesse" sono definite con ampiezza (ad esempio, tutte le classi investment grade).
Penso che lo strumento del covenant valga se applicato su misura della singola azienda, tenendo conto del suo business plan e del connesso piano finanziario, entrambi da sottoporre ad analisi di sensibilità. E' cruciale distinguere tra violazioni inevitabili, dovute a fattori esogeni, e violazioni evitabili, o tamponabili, con interventi alla portata dell'azienda. Solo in questo modo il patto risulta efficace in quanto contribuisce a ripartire in maniera più trasparente i rischi tra creditore e debitore, addossandone la varie componenti sulla parte che è meglio in grado di gestirli, nel comune intento di preservare l'azienda e il suo valore.
Mon 18 Apr 2005, 12.45 - Stampa
I saw a beggar leaning on his wooden crutch,
he said to me, "You must not ask for so much."
And a pretty woman leaning in her darkened door,
she cried to me, "Hey, why not ask for more?"

Oh like a bird on the wire,
like a drunk in a midnight choir
I have tried in my way to be free.


Leonard Cohen, Bird on the wire (from Songs from a Room, 1969).
Mon 18 Apr 2005, 12.22 - Stampa
Il 15/4 ho tenuto un seminario su Basilea 2 per gli amici della Compagnia delle opere Marche sud. E' stata l'occasione per conoscere meglio l'attività di Cosvim, un confidi collegato alla stessa CDO attivo nelle Marche e nelle regioni limitrofe.
Cosvim affianca le imprese nell'accesso al credito. Interviene in maniera leggera come garante (copre non più del 25% dell'esposizione), privilegiando la funzione di preistruttoria, che svolge con rigore e a stretto contatto con le aziende interessate. Il tasso di default sulle pratiche intermediate è lo 0,00%: ha costruito quindi un'eccellente reputazione con diverse banche presenti nel suo territorio.
Cosvim opera anche nella consulenza aziendale tramite la società collegata Cosvim consulting, nata da una joint venture con Studio Impresa, società di professionisti attiva in regione. Gli interventi riguardano soprattutto check-up aziendali e controllo di gestione.
L'esperienza di Cosvim dimostra che anche in periferia ci sono spirito innovativo e voglia di fare, anzi sono più copiose che nelle piazze maggiori. In attività basate sull'analisi di impresa e sulla consulenza anche un operatore piccolo può svolgere un lavoro efficace. Ci sono naturalmente margini di miglioramento: nella convergenza verso metodologie standard, nell'automazione dei processi di trattamento dei dati, nell'affinamento delle competenze. Però, quello che si fa oggi è già di grande valore.
Abbiamo deciso di coinvolgere Cosvim come realtà pilota del nostro progetto smefin, per uno studio di caso sul distretto calzaturiero del fermano-maceratese, investito dalla delocalizzazione e dalla concorrenza delle produzioni cinesi. Seguire le imprese in questa fase di passaggio è un compito delicato, ma può essere di grande aiuto per salvaguardare il valore dei business, ove possibile, e gestire i disinvestimenti in maniera ordinata.
Wed 13 Apr 2005, 10.38 - Stampa
Sono a Trento dopo due giorni a Roma per il convegno dell'ABI su XBRL. Massiccia e qualificata partecipazione (sala di palazzo Altieri sempre piena in tutte le sessioni). L'intervento di apertura di Giuseppe Zadra ha espresso un forte commitment dell'ABI per la diffusione di questo standard, quale facilitatore dei processi di comunicazione finanziaria. Molti i contributi interessanti, con una copertura equilibrata della presentazione del consorzio XBRL international, delle esperienze internazionali, delle esperienze italiane e delle posizioni dei principali stakeholder.
L'ABI darà adeguata pubblicità ai risultati dei lavori. Qui mi limito a qualche prima impressione personale. Innanzitutto ho potuto ricostruire gli antefatti del convegno, e il ruolo svolto dal collega Stefano Zambon dell'Università di Ferrara nell'allacciare rapporti con XBRL-International: Stefano ha svolto un eccellente lavoro diplomatico e ha inoltre seguito il progetto di traduzione in italiano della tassonomia IAS-IFRS. Sono stato contento di incontrarlo: è emersa un'immediata sintonia; il lavoro pioneristico promosso in questi due anni da me a Trento (più orientato verso la divulgazione tecnica) è assolutamente complementare con quanto fatto da lui a Ferrara.
Dal convegno dovrebbero originarsi due linee di lavoro: una linea istituzionale, mirante al coinvolgimento formale degli stakeholder interessati al progetto di jurisdiction XBRL-Italia (cioè a far nascere la sezione italiana del consorzio XBRL-International); una linea "bottom-up" che potrebbe far presto nascere uno user group nel quale favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze.
Al convegno ho presentato un intervento su Il contributo di XBRL a nuove soluzioni di rete per la finanza delle Pmi, potete scaricare le slide.
Wed 13 Apr 2005, 09.27 - Stampa
Il 6/5/03 la Commissione europea ha adottato una nuova raccomandazione sui criteri di definizione delle piccole e medie imprese ai fini dell'ammissibilità ai programmi comunitari e agli aiuti di stato. I nuovi criteri, in vigore dall'1/1/05, tengono conto degli incrementi della produttività, dei prezzi e delle dimensioni medie aziendali registrati negli ultimi anni.
I nuovi limiti sono elencati nella tabella seguente:


Sul sito Enterprise Europe è pubblicata una serie di guide all'applicazione dei nuovi criteri, con una procedura passo-passo,che chiarisce aspetti specifici (trattamento dei contratti di apprendistato, nozione di indipendenza, ecc.).

Fri 8 Apr 2005, 19.12 - Stampa
Oggi ho ricevuto il programma definitivo del convegno ABI su XBRL dell'11-12/4. Ho visto con piacere che il mio intervento su XBRL e soluzioni di rete per la finanza delle PMI sarà seguito da quello di Elisabetta Pozzi di MPSnet (Gruppo Monte Paschi) dal titolo "XBRL per lo sviluppo del dialogo banca-impresa". Incuriosito, ho fatto qualche ricerca in rete, e ho trovato il sito del progetto WINS, Web-based intelligence for common-interested fiscal Networked Services, del quale MPSnet è partner. Si tratta di un'iniziativa in parte finanziata dall'Unione Europea (Programma eTEN), e coordinata da European Business Register, network europeo dei Registri imprese (con sede a Bruxelles, per l'Italia aderisce InfoCamere). Tra i partner abbiamo IT vendors (Metaware spa, DFKI Gmbh), un credit bureau tedesco (Creditreform), la stessa Infocamere, la Sogei, il nostro Ministero dell'economia e delle finanze, oltre alla citata MPSnet.
Il progetto ha un obiettivo vasto che si può riassumere nella creazione di una rete di comunicazione di informazioni per la business intelligence e l'analisi finanziaria tra imprese, banche, società di rating e credit bureau, registri delle imprese pubblici, amministrazione finanziaria.
XBRL è indicato come standard per la trasmissione dei dati finanziari aziendali.
Devo confessare che quando ho visto questo dispiegamento di pesi massimi ho avvertito un senso di inadeguatezza, e mi sono chiesto: c'è ancora spazio per dare un nostro contributo originale allo sviluppo di reti per la finanza delle Pmi?
Sì, ci sono ancora ottimi motivi per impegnarsi: il lavoro da fare è enorme, e noi possiamo godere di una libertà nell'analisi dei problemi e nella ricerca di soluzioni che gli attori istituzionali e i soggetti commerciali non possono permettersi. Mi auguro che si possa comunque collaborare, e convergere su strategie condivise.
Fri 8 Apr 2005, 10.46 - Stampa
Eppure lei, Mister President, non è neppure cattolico.
"No, e non condivido alcune delle cose che Giovanni Paolo predicava e insegnava. Ma sono un essere umano e lui è riuscito a parlare anche a me, come se fossi il solo uomo al mondo. Quando parlava, tutti avevano la sensazione che parlasse a loro, che fossero soli sul mondo con lui. Non ho mai visto, anche nella mia vita di Presidente, quello che sto vedendo qui a Roma".

Perché, Mister President, tanta gente a Roma, tanta commozione?
"Perché parlava come qualcuno che aveva a cuore il destino e la vita di ogni singolo essere umano, senza retorica, senza demagogia, senza violenza, con sincerità assoluta".

dall'intervista di Vittorio Zucconi a Bill Clinton, Repubblica, 8/4/2005
Fri 1 Apr 2005, 19.18 - Stampa
Il 31 marzo il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato l'elenco dei vincitori del bando FIRB 2003: ci siamo anche noi, con il progetto "Smefin - Ridisegno dell'infrastruttura finanziaria delle reti di imprese", da me promosso un anno fa, con colleghi di altre 5 sedi universitarie, e dal quale sono nate molte delle idee di cui si discute in aleablog. Non ci hanno dato l'intero importo richiesto, ma i 370.000 euro assegnati dal Ministero ci consentiranno di fare massa critica per investire nell'analisi e nella progettazione delle soluzioni (business office, banche di garanzia, sistemi informativi per la comunicazione finanziaria) che potranno far compiere un salto di qualità alla finanza delle reti di Pmi in Italia.
Spero di riuscire a mobilitare anche risorse private (in parte sta già accadendo) per massimizzare la ricaduta del nostro lavoro di ricerca, che ha carattere fortemente orientato all'applicazione sul campo.
Cercheremo di dare al contribuente italiano, che ci finanzia, un ottimo value for money.
Se vi interessano i contenuti del progetto di ricerca, trovate i documenti sul sito smefin - Basilea4x4.