Thu 24 Mar 2005, 14.03 - Stampa
Due nuove segnalazioni:
- Finmediary, portale di incontro tra la domanda di prestiti bancari e l'offerta di banche aderenti, che pubblicano in rete i loro "cataloghi"; le imprese registrate possono consultare le proposte pubbliche, inviare telematicamente domande di concessione e ottenere risposta per e-mail; il portale consente di seguire l'avanzamento dell'istruttoria; è stato sviluppato nell'ambito di una ricerca finanziata dall'Unione Europea (partner Datamat e BCC di Roma), e messo in produzione nell'ambito di un progetto per conto del Comune e della Provincia di Roma,; come si dice nel sito, "Grazie a FinMediary ogni Azienda: esplora tutte le numerose opportunità di finanziamento a sua disposizione; conosce in modo tempestivo lo stato della sua richiesta, annulla i tempi ed i costi di ricerca delle informazioni e beneficia di un insieme di servizi completo, veloce e personalizzato. Il servizio consente di accedere ai prodotti di credito più diffusi, sia di medio/lungo termine, come Mutuo Chirografario, Mutuo ipotecario, che di breve termine, come Scoperto di Conto Corrente, Anticipi su fattura etc."
- ConfidiOnLine, una piattaforma in modalità ASP (a quanto ho capito) rivolta ai confidi, ai loro associati e alle banche convenzionate; dicono di sé "ConfidiOnline è un sistema informatizzato per la compilazione, l’invio e la gestione delle domande di garanzia che mette in comunicazione diretta Impresa, Banca e Consorzio mantenendo costantemente aggiornato lo stato di gestione della domanda. Si tratta di uno strumento messo a disposizione dei Consorzi per gestire al meglio i flussi di comunicazione [in formato XML e mediante documenti allegati in formato word, pdf, o grafico]limitando gli errori di manipolazione del cartaceo".
Sono due esperienze interessanti: segno di vitalità da parte degli IT vendor, a quanto pare accolti con interesse da qualche intermediario (le esperienze in atto sono però limitate). Il problema è ora far affluire su queste piattaforme i volumi operativi, ma per farlo occorre un lavoro di interfacciamento con i sistemi informativi gestionali delle imprese e con le procedure fidi delle banche (e dei confidi). C'è poi un enorme bisogno di standard dei formati di documento destinati alla cattura dei dati qualitativi e quantitativi e alla successiva elaborazione automatica: è lì che si possono realizzare le maggiori economie. Su questi temi sto elaborando qualche idea che presenterò al nostro seminario Basilea 4x4 del 7/4 e al convegno su XBRL in ABI dell'11-12/4.
Thu 24 Mar 2005, 09.50 - Stampa
"A person's heart is in his feet"

Proverbio popolare irlandese, citato da Michael Bloomberg:


"In accordo con il proverbio irlandese “il cuore di una persona è nei suoi piedi” tutti coloro i quali hanno scelto di seguire la Via Crucis stanno mettendo la loro fede in azione in un modo tangibile e pieno di significato. La città di New York li loda per la loro dedizione. Per questo, io, Michael R. Bloomberg, sindaco della città di New York, come riconoscimento del decimo anniversario di questa solenne ricorrenza, con il presente atto proclamo venerdì, 25 marzo 2005, per la città di New York
“Giorno della Via Crucis attraverso il Ponte di Brooklyn”.
Thu 24 Mar 2005, 09.08 - Stampa
Mi capita di sentire questa frase da amici commercialisti, che la riportano da conversazioni avute con i loro clienti.
E' il segnale più evidente del cambiamento innescato da Basilea 2. In Italia, la "pianificazione fiscale" è stato il criterio dominante, se non l'unico, nella scelta del grado di indebitamento. Questo ha portato a considerare accettabile una situazione nella quale i debiti stanno al patrimonio in un rapporto di 4 a 1 (tale è il limite fino al quale l'azienda può indebitarsi verso i soci qualificati senza incappare nel vincolo di indeducibilità posto dalle regole sulla thin capitalization, senza contare i debiti verso banche o altri soggetti). Naturalmente, non è quello il vero leverage dell'impresa, che supporta il suo rischio con garanzie esterne di tipo reale e personale.
Nei modelli di rating che le banche stanno affinando, la solvibilità è riconosciuta se si vede anche dal bilancio dell'azienda. Da qui nasce la richiesta di rafforzare la dotazione di capitale. Le imprese si stanno interrogando se convenga assecondare questa istanza, oppure continuare come prima a sfruttare al massimo lo scudo fiscale. Un bel problema, non c'è dubbio: in finanza aziendale è il problema cardine delle politiche di finanziamento, ovvero la scelta della struttura finanziaria ottimale.
Ecco una microlezione di finanza che dà alcuni elementi utili ad affrontare il problema. Con l'aumento della leva finanziaria:
- aumenta, con gi interessi, la parte del reddito operativo che viene corrisposta ai finanziatori (ai creditori) prima di essere tassata (soltanto l'IRAP la colpisce), quindi c'è un maggior cash flow distribuito, ai danni dell'erario;
- aumenta però anche l'incidenza degli oneri finanziari sul reddito operativo, e di conseguenza la variabilità del reddito netto e del ROE; peggiora il rating e quindi aumenta il costo del debito nella componente di credit spread, che oggi pesa parecchio (anche il 4-6%) sulla base di tasso risk free (come l'EURIBOR);
- l'imprenditore è chiamato a impegnare il suo patrimonio personale a copertura dei rischi dei debitori; questo patrimonio, se investito in titoli di debito, o fondi comuni, frutta un reddito assoggettato al 12,5% di imposta sostitutiva, quindi molto meno dell'aliquota sui redditi di impresa; però non dimentichiamo che questo patrimonio è aggredibile in caso di insolvenza, quindi è come se il proprietario concedesse una garanzia alla banca a costo zero (in realtà ha un beneficio di minor tasso pagato dall'impresa sul debito).
In conclusione, il risparmio d'imposta sul debito non è un free lunch per tre motivi:
a) l'impresa paga un costo del debito maggiore (l'aggravio dipende dal peso che l'analisi di bilancio ha nel sistema di rating, e dalla griglia di pricing associata);
b) il ROE, ovvero la redditività del capitale netto investito esplicitamente nell'impresa è più variabile, più rischiosa; un ROE mediamente più basso, unito a una minor instabilità potrebbe essere meglio di un ROE mediamente più alto, ma più rischioso;
c) il capitale personale dato a garanzia diventa un investimento esposto a rischio di default, quindi il suo rendimento non è più il tasso risk free sicuro.
Aggiungiamo poi le turbative che un debito eccessivo crea nel clima di fiducia tra manager, proprietari, creditori, clienti, fornitori, ecc.
Mica semplice, il problema. Fino ad oggi non è stato affrontato in maniera adeguata alla sua complessità: ci vuole un modello di pianificazione integrata finanziaria + fiscale per stabilire il punto ottimo nel quale i benefici del debito sono superiori ai suoi effetti negativi. C'è da pensare che in molti casi la richiesta della banche sia degna di attenzione: potrebbero essere i soci i primi a guadagnare dall'incremento del capitale netto messo in azienda.
Thu 24 Mar 2005, 09.02 - Stampa
Ho ricevuto il Bollettino Vigilanza della Banca d'Italia di dicembre 2004, nel quale si riporta il 16° aggiornamento al manuale per la compilazione della matrice dei conti: la rilevazione dei crediti anomali viene adeguata per renderla coerente con la nozione di default prevista da Basilea 2. In particolare:
a) vengono introdotte nuove voci relative alle esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, distinguendo quelle "tra 90 e 180 giorni" da quelle "oltre 180 giorni";
b) viene modificata la nozione di esposizioni ristrutturate, con dettaglio ei relativi dati di flusso;
c) sono abrogate le voci relative ai crediti in corso di ristrutturazione.
La marcia verso Basilea 2 continua.
Wed 16 Mar 2005, 19.05 - Stampa
«Non esiste la possibilità di costruire sul domani. Esiste solo la possibilità di costruire sul desiderio presente, il quale soltanto mi rende capace di stare attentissimo: un padre o una madre che hanno il bambino malato sono attenti a prestargli tutte le cure di cui ha bisogno, fino nei più piccoli particolari; il desiderio è anche analitico nel guardarsi attorno: non mi scappa un capello; come energia di costruzione, non si stanca mai».

Luigi Giusssani, L'io, il potere, le opere, Marietti, 2000.
Wed 16 Mar 2005, 06:46 PM - Stampa
"Enterprise risk management contains the seeds for an essentially amoral, inward-looking and self-referential set of practices. It creates and supports a (distracting) consciousness of the organisation as being at risk in the face of the rights and claims of others. This reinforces an individualised identity for which private secondary risk management is considered as the key to survival.
In this way, Enterprise risk management creates a 'morally thin' atmosphere which overrides any civic vitality that may have existed."

Michael Power, The risk management of everything, Demos, 2004, pp.56-57.
Wed 16 Mar 2005, 17.02 - Stampa
Nel consiglio di amministrazione di Interconfidi nordest del 9/3 (confidi industriale di Padova) è stata decisa la riorganizzazione dei vertici in vista della trasformazione in banca di garanzia. Non sono noti i dettagli tecnici di questo progetto, ma pare si vada verso la costituzione di una banca popolare specializzata nella concessione di crediti di firma. Parliamo quindi di una soluzione che si colloca fuori della cornice della legge quadro sui confidi (art. 13 L.326 24/11/2003), che al c.29 prevede una banca di garanzia vicina al modello di banca di credito cooperativo (senza peraltro dire molto sulle sue specificità, che saranno chiarite nelle istruzioni applicative della Banca d'Italia).
La legge quadro, frutto di un lungo dibattito parlamentare e interassociativo, non sembra produrre effetti visibili: domina la cautela, sia tra gli enti di garanzia, molti dei quali non si sentono pronti, o interessati, alla trasformazione in intermediari vigilati, sia da parte della Banca d'Italia, che ha ben chiari rischi di un intervento regolamentare troppo energico. I nuovi veicoli societari introdotti (intermediari ex art. 107 TUB e banche cooperative di garanzia) faticano a prendere forma. Federconfidi (raggruppamento nazionale dei confidi industriali) mi ha invitato a scrivere un articolo per il Rapporto annuale dell'associazione, che dovrebbe uscire tra qualche settimana. Una buona occasione per riflettere sul "che fare?" per uscire da questa apparente situazione di impasse.
Wed 16 Mar 2005, 13.19 - Stampa
Nel Sole 24 ore dell'8/3 si riferisce della prossima apertura di una sede a Bari di Eu.Ra., società di ricerca finanziaria e rating promossa dal collega Maurizio Fanni e da un gruppo di giovani studiosi di finanza cresciuti nel dottorato di ricerca dell'Università di Trieste. L'espansione di Eu.Ra. nel centro sud è collegata alla presenza nella società di Stefano Dell'Atti, dell'Università di Bari.
Basilea 2 fissa una serie di requisiti stringenti per riconoscere i rating emessi dalle external credit assessment institutions. La scommessa di Eu.Ra. è quella di creare un'agenzia di rating a vocazione interregionale, specializzata nell'equity investment e negli affidamenti creditizi, capace di emettere rating validi ai fini di vigilanza. Uno studio del 2000 della Banca dei regolamenti internazionali tratta delle agenzie di rating regionali, presenti in Germania e in Svezia. In realtà parliamo di soggetti che svolgono funzioni intrecciate con quelle dei credit bureau, ovvero sono banche dati che coprono una popolazione molto numerosa di imprese medio piccole, delle quali censiscono, oltre ai bilanci, dati anagrafici e "pregiudizievoli".
Le aziende target di Eu.Ra. sono le società di capitali italiane di dimensioni medie interessate a migliorare il merito di credito sui mercati creditizi e ad accedere a canali di private equity. Punto di forza della società è un modello basato sull'analisi dei flussi di cassa, che ben figura vicino alle metodologie delle agenzie di rating primarie, ed è più evoluto rispetto agli approcci seguti da molte banche italiane.
Eu.Ra. ha pubblicato uno studio sul rating tecnico di un campio di circa 200.000 società italiane, per lo più di capitali. Ne emerge un quadro sconsolante, con più dell’80% di imprese che di colloca al di sotto della soglia investment grade (BBB) di cui il 30% altamente vulnerabili (da CCC a D). Se l’esercizio avesse considerato anche le piccole e micro imprese di natura individuale, nelle quali il patrimonio netto aziendale è spesso inconsistente, quando non negativo, sarebbe emerso un quadro ancora peggiore.
Il progetto di Eu.Ra. dovrà rispondere a due ordini di problemi: il primo sarà conquistare una base di utenti del servizio (le banche? le stese imprese?) che assicuri l'economicità del business; il secondo, strettamente collegato, è trovare il giusto posizionamento che assicuri alla sua offerta un valore aggiunto. Il campione attualmente coperto è quello, ben noto, delle società tenute al deposito del bilancio in contabilità ordinaria. Il valore aggiunto lo si avrebbe includendo società di persone e ditte individuali: pur facendo la tara alla qualità dei bilanci che queste producono, si avrebbero informazioni utili per il benchmarking dei sistemi di valutazione applicati alla clientela small business. Col tempo si chiarirà qual è la competenza premiante, se la gestione di una banca dati oppure il modello quantitativo, o ancora il valore dell'expertise degli analisti finanziari.
I colleghi che si sono lanciati questa avventura hanno dato prova di grande coraggio, se pensiamo ai colossi che si trovano ad affrontare come concorrenti. Auguro loro di cuore che questo coraggio sia premiato. Per parte mia, preferisco restare nel territorio più tranquillo della ricerca e della formazione, con qualche esperienza consulenziale per non perdere il contatto con l'operatività. Penso che si possa fare molto per la crescita della cultura finanziaria nel nostro paese anche con i canali tradizionali di diffusione delle conoscenze.
Thu 10 Mar 2005, 12.54 - Stampa
Annoto velocemente due informazioni su progetti di reti a valore aggiunto per la finanza delle PMI di cui sono a conoscenza. Si tratta di infrastrutture essenziali per lo sviluppo dei business office, i consulenti alla finanza delle PMI dei quali siamo ferfventi sostenitori.
La prima iniziativa va sotto il titolo Marchio di qualità Basilea 2, più brevemente B24B (Basel 2 for business). E' stata presentata in un convegno allo SMAU lo scorso ottobre. A quanto ho capito, l'iniziativa è promossa da un gruppo di partner professionali e tecnologici che intende offrire consulenza, formazione e software per la pianificazione finanziaria, il rating e l'accesso a forme di finanziamento per lo sviluppo aziendale. I servizi sono erogati direttamente e anche attraverso studi professionali convenzionati. L'extranet di supporto WIF-B24B, fornita da Officine CST, dovrebbe veicolare l'accesso a software di financial planning e autodiagnosi per il rating e a pacchetti di e-learning. Inoltre, la rete dovrebbe gestire la comunicazione impresa - consulente - banca (domande di affidamento e informative periodiche trimestrali) e lo svolgimento della preistruttoria, con eventuale integrazione con le procedure di fido delle banche aderenti al sistema. I dati trasmessi alle banche sono convalidati da enti certificatori (in un articolo apparso sulla stampa si fa riferimento a Europrogetti e finanza). Si tratta di un progetto articolato e ambizioso, che penso punti a raggiungere una massa critica di tutto rispetto.
Un progetto analogo è FSP - Network territoriale di servizi finanziari promosso da Interconfidi Nordest, e finanziato dalla legge 388/2000, Agevolazioni per progetti di e-commerce. "Interconfidi Nordest [cito] attraverso la propria controllata SE.I., ha progettato la creazione di un portale tematico di natura finanziaria per soddisfare le necessità di finanza aziendale delle aziende aderenti al Consorzio e per facilitare l’utilizzo di strumenti finanziari innovativi. L’obiettivo è quello di creare un network territoriale di imprese, tra loro fortemente coese e in grado di relazionarsi con Banche e Istituti direttamente on line, ma utilizzando convenzioni e condizioni di accesso al credito pre-negoziate. Tale servizio verrà quindi integrato con quelli già erogati dal Consorzio e dalla società di servizi controllata (garanzie, credito ordinario e agevolato), che quindi potrà affiancare le aziende in maniera ancora più rapida ed efficace nella gestione finanziaria e nella diffusione di processi di innovazione. Grazie alla tecnologia sviluppata sarà infatti possibile produrre l’aggregazione di alcune attività finanziarie e amministrative tradizionalmente esterne al core business delle aziende, che potranno scegliere di esternalizzare del tutto o in parte la gestione della tesoreria, la pianificazione e provvista sul breve e sul medio periodo.". Il progetto dovrebbe essere prossimo al rilascio della piattaforma applicativa. Tra i partner del progetto abbiamo altri confidi industriali (come Confidi Milano) e un gruppo di PMI venete. Il partner informatico è Infracom.
Accanto alle iniziative descritte ce ne sono sicuramente altre (invito chi fosse al corrente a segnalarmi altri progetti). E' importante che in questa fase di sviluppo ci siano più centri di innovazione in questo campo. Non è escluso che possano svilupparsi, accanto ad iniziative commerciali e/o vicine al mondo delle associazioni, anche iniziative non profit, rivolte ad esempio alle micro-imprese. Siamo tutti ansiosi, penso, di seguire gli sviluppi.
Tue 8 Mar 2005, 13.42 - Stampa
Con piacere ricevo dall'Italia nuove segnalazioni di progetti xbrl. Massimo Coletti, del coordinamento ICT di Banca Finnat Euramerica, ha sviluppato il tool taxogen, che presenta con queste parole: "Il progetto ha lo scopo di realizzare dei tool per il disegno di tassonomie XBRL. Lo standard definisce infatti una tassonomia come semplice sequenza di elementi; tuttavia, uno schema contabile prevede generalmente una certa articolazione: ad esempio i ricavi possono essere esplosi per aree geografiche, canali di vendita e linee di prodotto. Questo significa che, in fase di disegno, il progettista dovrà definire molti elementi simili, ed ogni volta che una delle dimensioni di analisi varia per l'aggiunta di un elemento, dovrà codificare un elevato numero di nuovi elementi. Mi sono quindi posto l'obiettivo di creare qualche semplice strumento che permetta di definire una sezione di tassonomia come esplosione di un numero variabile di dimensioni, fornendo al tempo stesso un'interfaccia user friendly per l'immissione dei dati, e generando delle tassonomie complete e sintatticamente corrette."
Potete scaricare la versione corrente e la relativa documentazione dal sito http://taxogen.sourceforge.net.
Fri 4 Mar 2005, 13.15 - Stampa
Al seminario di ieri hanno assistito Paolo Bagli, commercialista in Verona, e Michele Menghini, mio laureato che fa pratica presso il suo studio. Abbiamo proseguito il discorso a cena, e sono venute fuori diverse cose interessanti. Paolo è socio con tre partner, tutti giovani e dinamici, in uno studio dove lavorano 25 persone. La clientela è fatta di imprese medio piccole, e la gamma di servizi coperti è quella tradizionale, con in più una componente di consulenza direzionale su tematiche non amministrative. A suo parere, esiste, eccome, una domanda di consulenza finanziaria da parte dei sui clienti. Ci siamo chiesti, che passi fare per rispondere? Abbiamo parlato molto di sistemi informativi: l'idea di xbrl e di una rete di trasmissione elettronica dell'informazione contabile gli è parsa molto promettente. Il suo studio ha un buon rapporto con il fornitore di software contabile (utilizzano un pacchetto mirato per la contabilità in outsourcing del quale si è detto soddisfatto), e non dovrebbe essere difficile chiedere un upgrade per produrre un flusso dati in formato xbrl: serve poco più della mappatura del piano dei conti (almeno, spero). Il problema è lo sviluppo di manuali e componenti software che agevolino i vendor di pacchetti gestionali in questo intervento evolutivo. Il problema vero è che xbrl decolli (i presupposti ci sono, basta immaginare e realizzare un xbrl leggero per le PMI).
La tecnologia conta molto quando si lavora con tanti clienti piccoli. Per assisterli bene nelle scelte finanziarie, contano ancora di più le competenze, su questo la nostra sintonia era totale. Benissimo: teniamoci in contatto, e magari facciamo partire la formazione di qualche giovane praticante (Michele, te la senti di fare un periodo di tesi supplementare?). Sui temi di analisi e pianificazione finanziaria c'è in giro fin troppo materiale. Cerchiamo di distillare il meglio. Se poi curiamo l'integrazione informatica con i sistemi contabili e le procedure fidi delle banche, ci mettiamo a tutti gli effetti sulla strada che conduce al paese dei business office.
Fri 4 Mar 2005, 12.24 - Stampa
Ieri 3/3 il nostro Michele Bertoni ha presentato il suo lavoro su L’evoluzione della normativa in materia di bilancio e le prospettive di applicazione dei principi contabili internazionali alle PMI.
Potete scaricare il paper.
La normativa civilistica sul bilancio cambia in risposta a due fonti normative dell'Unione europea: (a) il regolamento n. 1606/2002 che riconosce valore prescrittivo ai principi IAS per i bilanci consolidati delle società quotate, delle banche e delle assicurazioni; (b) le direttive in materia di bilancio (2001/65/CE e 2003/51/CE) che hanno un'area d'impatto più vasta. Vi consiglio la lettura del paper per una mappa del perimetro di applicazione delle vecchie e nuove norme. Grande è la confusione sotto il cielo, potremmo dire citando Mao Zedong, ma la situazione è tutt'altro che eccellente. In Italia si è assunta una posizione ambivalente. Mentre siamo tra i paesi più zelanti nell'applicazione del regolamento 1606/2002 (IAS obbligatori anche per i bilanci di esercizio delle quotate, e facoltà di adottarli per le altre imprese in contabilità ordinaria), siamo stati invece molto cauti nell'applicazione delle direttive, che interessa soltanto la nota integrativa e la relazione sulla gestione (con la disclosure del fair value degli strumenti finanziari e delle partecipazioni, nonché delle informazioni sul controllo dei rischi). Abbiamo poi altri impatti ex riforma del diritto societario, in applicazione del principio di prevalenza della sostanza (vedi disclosure in nota integrativa del leasing con il metodo finanziario).
Ne deriverà sicuramente, per un periodo transitorio che si preannuncia lungo, un crescente disallineamento tra i criteri contabili applicati da imprese di diversa dimensione e status (quotate, partecipate da quotate o gruppi esteri, altre in contabilità ordinaria, altre in contabilità abbreviata). Crescerà anche il gap tra criteri civilistici e fiscali.
Dal seminario ho tratto un'impressione: non illudiamoci che non cambi nulla per le PMI. Prepariamoci a gestire una transizione dai tempi incerti che richiederà sistemi informativi contabili più duttili e potenti, con doppi e tripli binari per la valorizzazione di poste come magazzino, immobilizzazioni, strumenti finanziari, leasing. Il know-how contabile (che negli IAS è intriso di know how finanziario) dovrà essere rapidamente arricchito.
Molto dipenderà anche dall'atteggiamento delle banche: favoriranno le società che adottano IAS? Applicheranno modelli differenziati? Le imprese in contabilità abbreviata rischiano di retrocedere in serie C?
Anch'io ho un problema: l'anno prossimo, quando dovrò illustrare i principi contabili "comunemente accettati" nel corso di Economia aziendale 1, che cosa dirò ai miei studenti?
Thu 3 Mar 2005, 16.52 - Stampa
Rispondendo all'invito di un mio recente blog, Norberto Rossi di Alfa Layer srl mi ha segnalato il sito xbrl.it, da loro creato(cito il suo messaggio) "con l'intento di farlo diventare un punto di raccolta di idee, progetti, links, materiale che potesse aiutare a portare avanti il discorso XBRL in Italia il più velocemente possibile, in modo da recuperare il gap con Inghilterra e Germania e diventare punto di riferimento a livello europeo."
I progetti di Alfa Layer riguardano una tassonomia IAS in italiano e applicazioni di xbrl alle procedure di analisi finanziaria per il rating e al mondo del risparmio gestito. Ringrazio per questa segnalazione, e invito anche altri gruppi a segnalare progetti su xbrl.
Penso che in questa fase sia nell'interesse di tutti che si crei una rete di contatti e potenziali collaborazioni tra quanti credono nell'innovazione tecnologica applicata alla comunicazione finanziaria. Piccolo problema: convincere gli utenti finali a provare sul campo queste nuove tecnologie.
Thu 3 Mar 2005, 09.38 - Stampa
Totokamen
"LO SAPETE VOI, CHE LA GUERRA COMPORTA SACRIFICI,
E OGNI GENERE DI PRIVATIVE?"
Tarantankamen
"..., è arrivato il tabaccaio ..."
Totokamen
"E' ARRIVATO ... IL TABACCAIO?
..., no, non è arrivato"

da Totò contro Maciste
(anche altri preferiscono le privative alle privazioni)
Thu 3 Mar 2005, 08.56 - Stampa
But I would walk five hundred miles
And I would walk five hundred more
Just to be the man who walked a thousand miles
To fall down at your door

The proclaimers, 500 miles (Peccato che non ci sia il sonoro ...)
Thu 3 Mar 2005, 08.49 - Stampa
"Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione"
Leo Longanesi
Wed 2 Mar 2005, 15.39 - Stampa
Vi voglio raccontare di un'iniziativa interessante organizzata dal mio gruppo su sollecitazione di una banca trentina, la Cassa Rurale della Valle dei Laghi (un bel posto sulla strada tra Trento e il lago di Garda).
Tutto è nato da un progetto di tesi/tirocinio svolto da una nostra studentessa, Elena Bonetti. Ne è nato un incontro con il direttore, Giovanni Nicolussi, e Marco Arcari, che si occupa di modelli di valutazione dei fidi. Ho così avuto modo di vedere il modello examiner, che la Cassa ha sviluppato al suo interno, e che utilizza per l'analisi economico-finanziaria di tipo quantitativo: examiner acquisisce e archivia i dati di bilancio delle imprese in contabilità ordinaria, e li elabora secondo un modello di riclassificazione e analisi di indici e flussi che produce uno score tecnico sulla pratica, visualizzato graficamente in maniera molto efficace. La Cassa ha una clientela di imprese familiari, che cerca di indirizzare verso buone prassi di gestione finanziaria. A questo scopo ha preso l'iniziativa di organizzare un ciclo di seminari per imprenditori La gestione economico-finanziaria delle Pmi: decisioni imprenditoriali e scelte di finanziamento. Il programma è un corso intensivo di finanza per operatori (separazione tra capitale familiare e aziendale, riclassificazione per aree gestionali, ROI, ROE e analisi dei flussi di cassa e sostenibilità del debito, comunicazione finanziaria e rapporti banca-impresa nella prospettiva di Basilea 2). La docenza è fatta a quattro mani da accademici (Flavio Bazzana oltre a me) e da esperti della banca.
Il seminario (a pagamento, sia pur a prezzi modici) ha raccolto trenta adesioni in due giorni. Sono rimasto stupefatto di questo successo: non è scontato che un imprenditore sia disposto a sacrificare cinque mezze giornate di lavoro in un mese (come da programma) per discutere di finanza. Questo dà un'idea dell'effetto Basilea 2: le nostre imprese sono consapevoli dell'importanza del problema, e stanno dandosi da fare.
Questa iniziativa è interessante anche perché dimostra che esiste una capacità di inizativa capillarmente diffusa nei territori locali. Anche l'amico Alessandro Berti, professore a Urbino e autore di un agile e chiaro volume su questi temi, mi raccontava di progetti simili nati per iniziativa di Banche di credito cooperativo marchigiane e romagnole: anche lì la risposta delle imprese (e dei loro consulenti), è stata entusiastica.
Ci sono persone appassionate di questi temi (direttori di banca, consulenti, imprenditori) che prendono il rischio di lanciare idee e progetti, spesso anticipando le azioni dei soggetti istituzionali. Se si riuscissero a convogliare queste energie in un movimento più vasto, appoggiato dalle associazioni di rappresentanza, partirebbe un processo di cambiamento poderoso. Io lo spero.
Tue 1 Mar 2005, 16.31 - Stampa
In un intervento al convegno del 3/2 Oltre il declino della Fondazione Rodolfo De Benedetti, Luigi Zingales e Luigi Guiso hanno presentato diverse proposte per migliorare l'efficienza dei mercati finanziari in Italia.
Una di queste è stata rilanciata da Zingales sul Sole 24 ore del 23/2: "Meno tasse in cambio di maggiore trasparenza". L'evasione fiscale rende i bilanci aziendali più opachi, il credito bancario più inefficiente e più costoso (specialmente con Basilea 2). Non e’ solo un problema fiscale, ma un freno alla crescita. Come porvi rimedio? Zingales propone: riduciamo l’aliquota fiscale alle imprese disposte a presentare bilanci più trasparenti e a rinunciare al segreto bancario su tutte le transazioni, nonché a sottoporsi ad un regime di controlli più frequenti. Riducendo in questo modo l'area di evasione si potrebbe ridurre anche il livello dell'aliquota senza sacrifici di gettito e con inestimabili benefici per la legalità e l'efficienza informativa delle istituzioni dell'economia di mercato.
Apprezzo molto i lavori di Zingales sulle interconnessioni tra istituzioni, aspetti socio-culturali, governance, finanza aziendale e mercati finanziari. Proprio in queste settimane riflettevo su questi temi riprendendo il modello di business office (figura di consulente finanziario integrato alle PMI) su cui sto da tempo lavorando. In una situazione come quella italiana, nella quale l’amministrazione e la finanza d’impresa sono da sempre subordinate alla “pianificazione” fiscale, il business office non potrebbe ignorare tale problematica, in stretto coordinamento con il tributarista. Gli studi professionali di adeguata dimensione e i centri servizi contabili delle associazioni d’impresa troverebbero quindi nell’offerta di consulenza integrata - contabile, fiscale e finanziaria - uno sbocco naturale della loro attività. Per farlo, devono recuperare un gap di competenze, peraltro non insuperabile.
Una simile evoluzione avrebbe ricadute positive a livello di sistema, e potrebbe innescare un processo virtuoso nel quale la tensione alla trasparenza nel controllo interno e nella comunicazione finanziaria agiscono da freno all’elusione fiscale, in questo modo ampliando la base imponibile e rendendo praticabile la riduzione delle aliquote d’imposta, come si dice nell'intervento citato sopra. Il business office potrebbe in questo processo essere un interlocutore ideale dell’Amministrazione Finanziaria per l’attuazione di una “pianificazione fiscale concordata” più equa di quella sinora attuata con provvedimenti a carattere per lo più contingente. In tale disegno, possono giocare un ruolo importante gli incentivi fiscali alla trasparenza contabile, ad esempio l’adozione volontaria della contabilità ordinaria unita al ricorso alla consulenza dei business office. In aggiunta, nella numerosissima popolazione delle piccole e micro imprese in contabilità semplificata, interessate dagli studi di settore, si può costruire qualcosa di più adeguato partendo dall’esperienza sin qui accumulata, che pure offre elementi conoscitivi di estrema utilità.
Zingales e Guiso auspicano un apparato giuridico di enforcement di premi e sanzioni che stimoli la singola impresa a comportamenti virtuosi. La mia visione, potete giudicarla ingenua, vede nei gruppi di imprese il soggetto che può innescare un'evoluzione positiva. Parlo non soltanto delle associazioni di rappresentanza, ma in generale di gruppi di imprese che si mettono insieme per rispondere ad esigenze comuni nel rispetto di scelte di valore condivise. La validità di questa posizione non è dimostrabile sul piano teorico in via generale, l'unica prova può essere data sul campo, facendo nascere delle esperienze di questo tipo. La sfida è aperta.