Fri 28 Jul 2006, 19.32 - Stampa
Domani finisce la mia settimana di vacanza a Madonna di Campiglio. Da lunedì ritorno in attività a Trento, e dovrei fare un giro in Italia centrale per i nostri progetti. Penso ci sarà qualche novità da bloggare.

Luca
Fri 21 Jul 2006, 06.27 - Stampa
Vi ho detto già dei vari progetti che stiamo seguendo in cui il committente è, direttamente o indirettamente, una regione o una provincia autonoma. Siamo molto contenti di essere stati chiamati. E' stata l'occasione per proporre alcune idee del progetto smefin, e abbiamo imparato molto.
Abbiamo collaborato con persone competenti, sveglie, e molto cordiali. Negli ultimi anni le amministrazioni pubbliche hanno fatto una campagna acquisti imponente di professionalità finanziarie e in genere manageriali per le loro agenzie di sviluppo e società finanziarie. Disponendo di risorse importanti, hanno spesso investito di più di quanto abbiano fatto, negli stessi territori, i confidi e le associazioni datoriali. Lo stesso discorso vale per i livelli dirigenziali dei Servizi che seguono le attività produttive e il credito.
Mi permetto di osservare garbatamente alcune peculiarità del modo di lavorare in questi progetti:
- l'ente pubblico risponde a driver di natura politica, annunci, provvedimenti di legge e amministrativi; questo imprime ai progetti delle improvvise accelerazioni, e non solo per i cicli elettorali; si deve arrivare al risultato in poche settimane, e ci si riesce! Ci sono come contraltare delle fasi interlocutorie in cui sembra che tutto si fermi, ma è solo un'impressione; il ruolo dei consulenti è importante per dare continuità al piano di lavoro;
- infine, la gestione delle agende: bisogna essere molto flessibili, specialmente quando le attività coinvolgono i livelli istituzionali o politici; appuntamenti, incontri di presentazione riservati, momenti di lavoro, si materializzano improvvisamente e talora si dissolvono; questo riflette la non programmabilità del lavoro di chi interloquisce con il livello delle decisioni politiche e delle determinazioni amministrative; tuttavia, si può migliorare, i consulenti lo apprezzeranno e lavoreranno con impegno ancora maggiore.

Luca
Fri 21 Jul 2006, 06.20 - Stampa
Il 18 luglio il Sole 24 ore racconta dell'imminente costituzione della giurisdizione XBRL italiana, e del "nostro" progetto di tassonomia GAAP Italia, a cui il mio dipartimento collabora con Infocamere e ordini professionali. L'articolo lo potete leggere sul sito analisiaziendale.it, dove lo ha ripreso l'amico Paolo Camanzi, sempre attento alle novità sui temi che ci interessano.

Luca
Wed 19 Jul 2006, 08.46 - Stampa
Unionfidi Lazio è un ente di garanzia in forma di spa promosso dalla Regione Lazio a cui partecipano le principali associazioni di categoria. Unionfidi eroga principalmente garanzie dirette, non controgaranzie, avvalendosi di fondi regionali ottenuti in gestione. In vista di Basilea 2, ha costruito un nuovo veicolo che, nelle sue intenzioni, dovrebbe fornire garanzie efficaci anche nei confronti di banche che adottano l'approccio standard. Il meccanismo è il seguente: Unionfidi ha definito una convenzione per il rilascio di garanzie a fronte di pool di prestiti a imprese che superano una soglia di rating minimo più elevata rispetto agli altri programmi posti in essere. Ha chiesto ad un'agenzia di rating (Fitch) di sottoporre a rating il suddetto meccanismo di garanzia a livello di portafoglio convenzionato multibanca, dato un moltiplicatore esposizioni garantite / fondi pubblici. In realtà, il moltiplicatore massimo sostenibile è calibrato nel processo di rating: dato un livello di rating target, la qualità media del portafoglio e la sua granularità e diversificazione, si fissa l'importo massimo delle esposizioni garantite in modo che i fondi pubblici siano sufficienti a coprire le perdite potenziali massime con un grado di confidenza corrispondente alla probabilità di default di tale rating. Nello specifico, dato un target rating di A, ne è risultato un moltiplicatore massimo di poco superiore a 2. Secondo gli ideatori, questo meccanismo supporta garanzia eleggibili per Basilea 2. Penso che il ragionamento faccia leva sulla presenza di un rating esterno di rango A, quindi sufficiente rispetto ai requisiti soggettivi di una garanzia di tipo personale con l'approccio standard. In realtà faccio fatica a ricondurre questo schema ad una delle fattispecie valide per la nuova normativa sul rischio di credito: il modello Unionfidi non è una garanzia personale (la copertura è assicurata dai fondi pubblici, sui quali si basa il rating, che non è il corporate rating di Unionfidi), non è una forma di cartolarizzazione (non ci sono limitazioni per fasce di first loss), è di fatto un programma assistito dalla garanzia dei fondi pubblici entro un massimale non automaticamente adeguato in caso di perdite eccedenti.
Teniamo conto che un moltiplicatore di 2 a 1 non è particolarmente efficiente. Tra l'altro, un rating di rango A, corrisponde a un risk weight del 50% con l'approccio standard, più del doppio del peso (20%) di un garante bancario o 107. Data la natura chiusa del veicolo, il rating del fondo è destinato a peggiorare all'accumularsi delle insolvenze, a meno che in fondi pubblici vengano rabboccati,
Forse mi sfugge qualche fattispecie tra le righe della normativa, che invece gli ideatori hanno ben presente. Sarebbe interessante discuterne.

Luca
Wed 19 Jul 2006, 08.11 - Stampa
Stiamo collaborando con Iside, società di IT del Credito cooperativo, nel progetto Banca Impresa Lazio: loro forniscono in outsourcing il sistema gestionale banca, Flavio Aldrighetti ed io siamo parte del team di consulenti. Il nostro referente in Iside, Davide Iannis, è una persona molto capace e disponibile, e stiamo lavorando bene. L'ho sentito l'altro ieri per il progetto BIL, e con l'occasione mi sono fatto raccontare del loro impegno sul fronte confidi. Allora, le cose si stanno muovendo. Iside ha in corso un progetto con Centro Fidi Terziario, l'intermediario di garanzia 107 spa della rete Confcommercio Toscana. Sempre in Toscana, stanno partendo con il confidi di secondo grado del settore artigianato, e hanno in corso diverse trattative in altre regioni. So che anche altri provider bancari sono al lavoro su progetti confidi: Phoenix, società di IT delle casse rurali trentine, fornisce i moduli per le segnalazioni di Vigilanza nel progetto Interconfidi Nordest, il confidi industriale di Padova che sta trasformandosi in banca popolare. Altri attori che si muovono su questo mercato sono Finetwork, divisione del gruppo Inform di Padova dedicata al mondo confidi, Cabel, società di IT bancario di Empoli, e Liscor, che ha referenze soprattutto tra le società di leasing e le finanziarie regionali. Altri soggetti, come Itaca Service,offrono servizi di consulenza e outsourcing su piattaforme IT bancarie di altri fornitori. Spero di non aver dimenticato nessuno.
L'introduzione in un ente di garanzia di un sistema informatico di tipo bancario è un vero e proprio shock organizzativo.
L'organizzazione informale dei confidi è messa a dura prova dalla richiesta di procedure definite, ruoli organizzativi distinti, tracce documentali rigorose. I progetti informatici sono un banco di prova della coerenza e della solidità dei progetti di business che stanno dietro la scelta di trasformarsi in intermediari vigilati. Prendere in outsourcing un sistema gestionale banca non è come noleggiare una Mercedes

Luca
Tue 18 Jul 2006, 21.29 - Stampa
Nell'articolo di Lorenzo Gai di cui ho scritto in un blog recente ho letto che il periodo transitorio di tre anni, che scadeva nel 2006, nel quale i confidi 106 possono gestire fondi pubblici in deroga alla riserva prevista dalla legge quadro (L 326/2003 art. 13) è stato prorogato al 2008. E' un punto inserito nella legge finanziaria 2006. Mi era sfuggito.

Luca
Fri 14 Jul 2006, 19.00 - Stampa
Enterprise Europe, il portale della Commissione Europea sulle politiche verso le imprese, ha pubblicato oggi un breve articolo Powering business through better access to finance. Le priorità sono tre: più credito bancario all'innovazione, più capitale di rischio per il finanziamento della crescita e un miglior funzionamento dei sistemi di finanziamento.
Nella pagina si trovano link interessanti a documenti della Commissione sulle politiche finanziarie a favore delle PMI. Ho saputo in tal modo del programma JEREMIE, gestito dal Fondo europeo per gli investimenti, che prevede azioni integrate a favore delle regioni meno sviluppate con programmi di garanzia su prestiti, capitale di rischio e assistenza tecnica.
Lavorando con diverse amministrazioni regionali italiane, mi sono reso conto dell'impatto che hanno questi programmi europei. Chi si dà fare ottiene risorse che altrimenti non avrebbe. Le azioni pubbliche sono ben disegnate, hanno obiettivi chiari e indicano un menu di strumenti ricco e variegato. C'è però molto lavoro da fare per tradurre le politiche in azioni efficaci. Bisogna riempire gli spazi tra i soggetti pubblici e le imprese beneficiarie, creando un'infrastruttura che metta in circolo le risorse e le idee con un effetto moltiplicativo. Il rischio è quello di tante azioni isolate. Servono dei validi project manager per sfruttare al massimo questo volano.

Luca
Fri 14 Jul 2006, 18.33 - Stampa
Il collega Lorenzo Gai, dell'Università di Firenze, mi ha gentilmente inviato il suo ultimo articolo sulla trasformazione dei confidi in intermediari vigilati ex art. 107 TUB, di prossima pubblicazione su Banche e banchieri, che potete scaricare qui. Con l'occasione mi ha inviato la copia elettronica di un altro suo lavoro sui confidi uscito nel 2005 su Rivista bancaria, che trovate qui.
Negli ultimi tempi avrete notato un certo scetticismo da parte mia sui vantaggi del passaggio a "107". Gai frequenta l'ambiente toscano, dove sono diverse le realtà che stanno preparandosi al grande passo. Per lui il passaggio a 107 è pressoché necessario per un confidi che voglia svolgere un ruolo nel mercato della garanzia, però la sua analisi non tralascia le criticità e le molte incognite che la trasformazione comporta.
Grazie, Lorenzo, per la possibilità di far conoscere questi saggi attraverso aleablog.

Luca
Wed 12 Jul 2006, 11.48 - Stampa
Il software domblog, usato per aleablog, ha qualche limite quanto alla gestione dei commenti: non consente le modifiche dopo l'inserimento e non gestisce le lettere accentate e altri caratteri. Ho cercato almeno di ovviare al secondo problema con una funzione javascript. Con l'occasione rinnovo l'invito ai visitatori a unirsi al dibattito: per farlo, cliccate su "Aggiungi" sotto il riquadro del blog che volete commentare.

Luca
Thu 6 Jul 2006, 08.06 - Stampa
Ieri ho corretto qualche decina di elaborati con la Commissione Esami di Stato per dottori commercialisti. Quest'anno l'onore di presiederla è toccato a me. Fa parte dei doveri di un professore di materie aziendali. Ho avuto modo di constatare il livello di preparazione di un campione di laureati in economia che hanno svolto un praticantato di tre anni e intendono svolgere la libera professione.
Nota curiosa: all'università di Trento, i candidati nostri laureati sono pochissimi. Mi raccontano di fenomeni migratori verso altre sedi dove le statistiche delle probabilità di default sono più rassicuranti. E' assurdo. L'ordine provinciale ha una politica della formazione, investe su iniziative comuni con l'Università e i suoi praticanti vanno altrove a farsi valutare.

Il quadro non è esaltante. La preparazione della maggioranza dei candidati è lacunosa, sia sulle materie aziendali, sia su quelle giuridiche. I colleghi commercialisti hanno spiegato che in molti studi il praticante fa lavori di routine: non ha tempo, stimoli, riferimenti autorevoli per studiare e apprendere a 360°. Il problema è la piccola dimensione di molti studi, e anche certe tradizioni di gavetta (diffuse ad esempio anche in ambiente medico) per le quali questa professione esige nei primi anni il sacrificio di lavorare per pochi soldi.
Non è un sistema molto efficace. Una professione ha un futuro se è capace di attrarre persone capaci e di formarle. Mi sono convinto che nell'attuale sistema non ci sono risorse, né incentivi affinché si lavori così. I commercialisti sono in media molto competenti, e ci sono studi associati gestiti in modo manageriale, nei quali i giovani vengono messi a fare cose nuove e interessanti (business plan, operazioni straordinarie). Non è però la norma. In molte città dove non ci sono problemi di disoccupazione intellettuale si fa fatica a trovare giovani bravi, parenti e affini a parte.
Se vogliamo fare un salto di qualità nell'assistenza amministrativa e finanziaria alle imprese, bisogna fare qualcosa. Nel decreto Bersani, di cui si discute animosamente in questi giorni, si tocca anche il tema delle professioni. Si parla di abolizione delle tariffe minime, di incoraggiamento delle società di servizi professionali, di pubblicità. Più mercato. Il disegno di liberalizzazione risponde a una situazione che non è ottimale, questo è fuori di dubbio. Attenzione però a non vedere nelle liberalizzazioni (che poi vanno attuate, e "il diavolo si nasconde nei dettagli") una panacea. Sbloccare qualche privativa non attiva automaticamente maggiore concorrenza sui prezzi e, soprattutto, sulla qualità dei servizi.
Per gli ordini, si tratta di un'occasione per rilanciare la loro mission. Bisogna investire risorse, ripensare i percorsi di formazione, l'uso dell'informatica, l'organizzazione degli studi. Occorrono soluzioni diverse per realtà piccole e grandi, generaliste e specializzate. Occorre mettere al centro i bisogni delle aziende, che stanno cambiando.
L'attuale governo sta provando a dare una scossa a diversi settori. Discutiamo seriamente, con realismo, degli effetti, di quelli dannosi, ma anche di quelli positivi, che possono venirne fuori per gli operatori "colpiti". Che il dibattito non si riduca alla contrapposizione tra interessi particolari da difendere e ricette astratte.

Luca
Tue 4 Jul 2006, 06.34 - Stampa
Sul sito IASB, è apparsa una pagina che riassume i concetti base di XBRL in maniera chiara, con definizioni essenziali e, soprattutto, esempi. Se vi siete smarriti fra le pagine dei documenti ufficiali che con un linguaggio burocratico sciorinavano concetti come item, tuple, substitution group, linkbase, arc, ecc., avete una seconda chance. C'è anche un glossario molto curato.

Luca