Commenti precedenti:
Gigi (14/09/2010 15.48) n/a
Scaricato e letto. Dopo averlo analizzato, di seguito alcune considerazioni (che come al solito, nel mio stile, non possono non essere provocatorie, per cui se qualcuno è particolarmente sensibile se ne sconsiglia la lettura).
Il rapporto dice in buona sostanza che le imprese più bisognose (quelle piccole) sono quelle che pagano un costo del danaro più elevato e che non godono di una corretta trasmissione della politica monetaria messa in atto per attenuare gli effetti della crisi. Addirittura viene sottolineato come, a fronte di questo elevato prezzo pagato dalle piccole, le medio-grandi imprese invece siano eccessivamente favorite, esplicitamente scrivendo che "....emerge [...] una palese difformità nei comportamenti del mercato [...] e finisce inevitabilmente per originare eccessi opposti, dove una parte risulta favorita e l'altra troppo penalizzata." (p.3)
Su questo punto vengono riportate precise statistiche, che però, a mio avviso hanno la pecca di analizzare solamente un lato della medaglia, ovvero quella del costo del denaro da parte delle imprese. Nulla viene detto relativamente a quello che è l'aspetto rischio e che mi sarei aspettato, visto che lo studio ha preso in considerazione anche il bilancio delle imprese intervistate: più avanti infatti viene fatto un confronto fra il ROI ed il costo del capitale di terzi (che gli estensori dello studio chiamano arditamente costo del credito - i mutui sono crediti o debiti? mah - e ROD, return on debt - ecco la risposta-; se qualcuno mi spiega come fa un debt a provocare un return, almeno per il detentore del debt, mi faccia sapere a che banca mi devo rivolgere...., ai miei tempi, nella mia università si chiamava semplicemnte i, onerosità del capitale di terzi, ma in tanti anni le cose cambiano, Luca, se mi sbaglio, fammi sapere....). Comunque, a parte queste quisquilie, salta all'occhio, da questa analisi che ROI meno ROD è quasi una tragedia greca per le imprese del campione. Infatti il 68% delle imprese è in territorio negativo. A questo punto il dato mi dice poco se non so a quale sia il leverage delle aziende (e se c'erano i bilanci, perché non farlo?)
Infine una chicca (p.12) "L'intervento dei Confidi si conferma molto incisivo ai fini del controllo dei costi bancari. Secondo i dati comunicati dalle imprese, il 68% di coloro che utilizzano i Confidi (lo stesso numero di prima??? stasera lo gioco....) ottiene un effettivo risparmio sugli oneri finanziari..." evviva, evviva. Se non sbaglio 100-68=32: poco, pochissimo meno di un terzo delle imprese che si fa garantire da un confidi non lo fa per interesse. Che lo faccia per amore?
Luca (14/09/2010 18.29)
@Gigi: ROD è un termine che ricorre spesso in molti testi (anche accademici) sull'analisi di bilancio. Il rendimento è del creditore, ovviamente, e l'espressione è contraddittoria, ma si usa per ragioni di simmetria linguistica con gli altri indicatori di redditività o costo che spiegano il ROE.
Gigi (14/09/2010 21.27) n/a
Grazie.
Io sono fermo all'insuperato "Indici di bilancio e flussi finanziari" di V. Coda, G. Brunetti, e Barbato Bergamin che conservo in teca ignifuga e ti assicuro che lì il ROD non c'era. Ma erano altri tempi....