Commenti precedenti:
Dario Boilini (27/06/2010 19.22)
Il rapporto di Banca D■Italia sulla economia dell■Abruzzo ed in particolare l■analisi dell■attività dei Confidi mi ha fatto ripensare alle certezze che avevo e le ha demolite.
I Confidi in Abruzzo sembrano aver fallito, almeno nel 2009, tutti gli obiettivi:
1) Scarso impatto sull■acceso al credito: il differenziale tra le imprese assistite da Confidi e le non assistite è solo dello 0,9%;
2) Nessun impatto sul costo del credito: il risparmio di un decimo di punto sicuramente non copre i costi della garanzia Confidi;
3) Addirittura maggiori sofferenze (2,1% contro 1,6%) per le imprese assistite dai Confidi.
Questi dati di sistema sono solo parzialmente mitigati da due considerazioni:
■ Quella formulata dalla stessa Banca D■Italia che ipotizza la riconducibilità delle maggiori sofferenze alle più agevoli modalità di escussione della garanzia mutualistica;
■ I tassi di interesse (desumibili dalla tabella a21) che pagano le imprese assistite dai Confidi (valori tra l■8% ed il 9,6% nel terzo trimestre 2009) sono di molto superiori (più che doppi) rispetto a quelli della mia, oramai passata, esperienza di presidente http://www.confidiabruzzo.it/tassi_pdf/tassi_confidi_8_settembre_2009.pdf
Queste considerazioni, anzi, rendono ancora più amara la sensazione. Significano sia che il sistema bancario ■usa■ i Confidi a proprio piacimento: come oggetti di sviluppo commerciale nei momenti di espansione, come bancomat nei momenti di crisi, sia che , evidentemente, la maggior parte dei Confidi non ha la forza, la capacità, la volontà di trattare condizioni effettivamente competitive per le imprese socie.
Altro dato interessante, ancora in negativo purtroppo, desumo dalla tabella che evidenzia le quote di mercato delle banche locali: le quattordici banche con sede in regione gestiscono poco meno del 50% degli sportelli, raccolgono e gestiscono circa il 55% del risparmio, ma sviluppano meno del 40% dei prestiti.
Vien da pensare che la classe imprenditoriale finanziaria abruzzese non si fida a sufficienza dei colleghi non finanziari. Forse è anche questo il motivo di una recessione regionale che arriva da lontano e che sembra non finire mai.
Gigi (27/06/2010 23.08) n/a
Un confidi (ovvero un presidente, un consiglio di amministrazione, un po' di deliberanti, qualche impiegato, insomma spese fisse....) ogni 23 mila abitanti: complimenti confidi abruzzesi, complimenti.
Sapio (28/06/2010 08.31) n/a
@ Boilini: i tassi da lei ricordati non sono ancora comprensivi delle commissioni applicate dai Confidi. Quindi l'onere per le imprese è ancora maggiore.
Poi come possono i Confidi trattare con le banche condizioni favorevoli per le imprese se le garanzie offerte non sono eligibili? E nel 2009 non erano certamente eligibili!