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I TruPS fanno ostruzione sulla strada di Basilea 3. Insegnamenti per noi

Fri 11 Jun 2010, 06.48

Sfogliando le news di Bloomberg, mi sono imbattuto nei TruPS. TruPS sta per Trust Preferred Security. Sono obbligazioni bancarie subordinate con facoltà di sospensione degli interessi, emesse con l'interposizione di un trust (veicolo fuori bilancio) tra la banca e gli investitori. Questa news ne traccia la storia. Furono lanciate e ampiamente utilizzate dalle maggiori banche USA, e poi dal 2000 propagate a macchia d'olio tra le piccole community banks. Per dare più mercato alle piccole emissioni, le TruPS sono state confezionate in CDO, come gli ABS subprime. Un titolo a maggior rischio default è così diventato la materia prima per fabbricare senior CDO tripla A.
La vigente normativa sul capitale ammette le TruPS nel tier 1, come strumento innovativo di capitale. In questo, sono un capolavoro di elusione regolamentare: con titoli di debito, produttivi di interessi fiscalmente deducibili, le banche hanno alimentato il patrimonio di base. Ma non è finita qui. Con l'ingegnoso repackaging nelle CDO, si è riusciti per qualche anno a mascherarne la natura di strumenti di capitale, e così le stesse banche che emettevano TruPS investivano in TruPS-CDO, senza dedurle dal capitale di vigilanza. Una riproposizione delle partecipazioni incrociate (dove il supporto patrimoniale è fragile come un castello di carte). Solo dal giugno 2009 le banche USA devono segnalare le TruPS distintamente dal loro portafoglio investment grade
Avete capito perché Basilea 3 pone tanta enfasi sulla qualità del capitale? Per fare piazza pulita di roba del genere, che non protegge la solvibilità su base "going concern" perché la banca non si avvarrà mai della facoltà di sospendere gli interessi, in quanto confesserebbe la propria fragilità subirebbe, di questi tempi, una corsa agli sportelli.
Facile a dirsi. Di questo materiale ce n'è in giro una gran quantità. Citigroup ne ha emessi 2 miliardi di dollari nel marzo di quest'anno per rimborsare il Tesoro di una parte degli apporti ricevuti (sì, marzo 2010, non 2006). Ma non solo i big, anche le piccole banche stanno facendo lobbying accanito per bloccare l'operazione pulizia di Basilea 3, o almeno per assicurare una gradualità che non tocchi l'eleggibilità delle TruPS già emesse.
Il sistema bancario USA è catturato nel meccanismo creato dai suoi maggiori player, e ricatta i governi e le autorità monetarie e di controllo per essere aiutato a sopravvivere, anzi a prosperare ancora, senza mettere in discussione i modelli operativi e il comando dei soci privati.
Quando ci confortiamo dell'integrità delle banche italiane, ne abbiamo motivo. La finanza sofisticata che fabbricava macchine da soldi ha soltanto sfiorato i nostri maggiori player. Le banche locali ne sono rimaste immuni. Altri sono i peccati commessi, specie a danno dei clienti. Ma nel complesso stiamo meglio.
Così come siamo messi, però, non ne veniamo fuori nemmeno noi. Il modello tradizionale di banca arranca sotto il peso dei crediti difficili. Ma c'è una più preoccupante debolezza culturale, mancanza di visione, che scade talora in passività se non in opportunismo (senza andar lontano, pensiamo all'uso delle garanzie confidi).
Le banche italiane devono creare qualcosa di nuovo per difendere la stabilità preservata, senza far mancare il sostegno all'economia, proteggendo il risparmio e dando spazio a canali di finanziamento nuovi, non basati sul debito. Un lavoro da poeti, santi e navigatori. La responsabilità è nostra.

Luca

Commenti precedenti:

Sapio (11/06/2010 08.23) n/a

Certo ed allorché studieremo cosa creare dovremo sempre tenere a mente il primo principio dell'economia :

"Il formaggio gratis sta solo nelle trappole per i topi!"

Gigi (11/06/2010 08.42) n/a

Visto che le banche, la partita doppia, l'accomandita, in pratica il capitalismo moderno l'abbiamo inventato noi, non vedo perché non dovremmo essere in grado di riformarlo.

Dobbiamo passare dal medio evo dei feudi tecnofinanziari (grandi banche, socità di rating, società di consulenza, etc.) dove vige il pensiero unico, spesso dogmatico, del turbocapitalismo ad un rinascimento che metta l'uomo al centro di ogni valore.

Per prima cosa bisogna de-reganizzare l'economia. Il comunismo è morto: la reaganomics non serve più.

Sapio (11/06/2010 09.05) n/a

Approvo!

Luca (11/06/2010 10.21)

@Gigi: d'accordo sulla necessità di un rinascimento, senza dimenticare che la nostra ricchezza è anche il medioevo di San Francesco, Dante, Giotto, San Tommaso, le università & C.

Senza quello il Rinascimento e tutto il resto non ci sarebbero mai stati.

Non dimentichiamo poi che dal Rinascimento in poi sono nate le Goldman Sachs ante litteram (i Medici, i Fugger, i Rotschild, etc etc). Quindi scegliamo con cura i tesori dall'eredità nazionale.

Ma forse stiamo andando off topic.

Tom (11/06/2010 10.25) n/a

Noi Italiani parliamo troppo del passato...occupiamoci del futuro..

Luca (11/06/2010 12.19)

Giusto, Tom, non facciamo come il papà della protagonista del "Mio grosso grasso matrimonio greco".

Oracolo (11/06/2010 14.30) n/a

Luca,

il film l'ho visto, ma non capisco che cosa volevi dire con il tuo ultimo intervento

Luca (11/06/2010 14.56) n/a

"Democrazia, filosofia, sono parole greche. Dimmi una parola, qualsiasi parola, e ti dimostrerò che ha una radice greca." Riprendevo il riferimento di Tom ai popoli (come spesso il nostro) che si gloriano di un passato ahimè lontano.

Comunque il film mi è piaciuto per la sua vena scherzosa, e affettuosa.

Gigi (13/06/2010 00.46) n/a

Sempre OT:

Certo che le banche del primo capitalismo però non avevano la potenza di fuoco di quelle odierne. Ormai con la velocità dell'informazione, con il monopolio dell'opinione delle società di rating e con le montagne di liquidità che si muovono è facile che il sistema vada fuori controllo. E chi dice "è il capitalismo bellezza" non ha ancora capito che del capitalismo di un secolo fa, che ha dato origine al paradigma neoclassico ed ai suoi successori, non ne sono rimaste che le vestigia esteriori, in realtà tutto funziona in un altro modo (e Soros questo lo sa da almeno trent'anni) e non abbiamo ancora una decente ed organica teoria interpretativa.