(AGI) - Roma, 9 giu. - Servono banche piu' vicine alla imprese, alla realta' produttiva del paese. Lo ha detto il Presidente della Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella relazione all'Assemblea nazionale delLa sua organizzazione, toccando il tema del credito. "E' un tema centrale - ha spiegato Guerrini - non vogliamo disperdere la ritrovata capacita' di interlocuzione, realizzata anche attraverso i Confidi, vogliamo tenere in vita l'attenzione cresciuta nel corso del 2009 e a tale proposito proponiamo la proroga della moratoria dei debiti, che potra' servire anche alle banche, consentendo loro la riqualificazione delle sofferenze.
Commenti precedenti:
Roberto Cappelloni (10/06/2010 09.52)
Non ho ancora avuto modo di leggere relativamente all'Assemblea Nazionale Confartigianato ma dal tenore dell'agenzia "AGI" capisco che il Presidente Guerrini auspichi "banche più vicine alle imprese" (e chi non lo auspica); dal titolo del post si capirebbe invece che quella di Guerrini è una constatazione e non un auspicio. Personalmente, auspico: banche, sempre più vicine alle imprese, perché mi sembra ancora un obiettivo, non semplice, da perseguire.
Luca (10/06/2010 10.30) n/a
Osservazione corretta, correggo il titolo
Gigi (12/06/2010 17.54) n/a
E' corretto sia constatarlo che auspicarlo. Può essere solo una buona intenzione se non si è consapevoli che banche ed imprese hanno sì l'una bisogno dell'altra ma che sono anche in contrapposizione di interessi sia per i prezzi praticati che per il rischio, come in ogni rapporto cliente-fornitore. Ma essere vicini cosa vuol dire? Fare bene il credito e massimizzare il reddito per le banche vuol dire strappare i migliori prezzi sulla merce venduta ovvero il tempo-danaro e rientrare delle esposizioni. Ma lo stesso dicasi per le imprese. Non è che l'artigiano che mi fa il lavoro è "vicino a me" perché mia moglie ha perso il lavoro, o non ho un aumento di stipendio da 4 anni. L'elettricista che viene ad aggiustarmi il guasto mi chiede sempre 100 euro (con fattura, opzionale, 120) sia che mia moglie lavori sia che non lavori, stipendio invariato o stipendio aumentato. In tutto questo dovrebbe esserci un meccanismo regolatore dei prezzi ovvero il mercato, la concorrenza etc., etc. altro che la "vicinanza".
Essere più vicini cosa vuol dire? Fregarsene del mercato? Della concorrenza? Non portare le banche a reddito? Penalizzare gli azionisti? Portare a casa più rischio gratis? Le metafore sono belle perché passano delle immagini mentali a volte piacevoli ma sono solo favole. Cosa vuol dire essere più vicini? Forse non siamo più abituati ai cambiamenti e pensiamo che si debba sempre fare la stessa cosa e continuare per la vecchia strada. Ma le crisi servono a questo. A mettere idee nuove dentro al nostro cervello, anche a forza, quando il nostro cervello s'è ormai impigrito nell'abbondanza delle vacche grasse. Forse l'elettricista serve ancora, ma l'artigiano manifatturiero di qualità medio-bassa è giunto al capolinea in Italia (e in Europa). A meno che non paracadutiamo un bel po' di sindacalisti in Cina.
Magari servono altri lavori artigianali che non sono ancora stati inventati (trovare un elettricista o un idraulico che ne sappia qualcosa di domotica è come cercare un ago in un pagliaio).
Vedere le imprese piangersi sempre addosso e chiedere banche più vicine (accondiscendenti?, larghe di manica?...) un po' mi fa arrabbiare. Soprattutto quando cerco un artigiano vero e trovo solo degli incapaci.