Commenti precedenti:
Elisabetta Linares (07/06/2010 17.40)
Per spirito iconoclasta, non posso fare a meno di segnalare il seguente articolo:
http://seekingalpha.com/article/191984-the-great-roubini-wrong-again-and-again
Concordo sul fatto che studiare la crisi sia un lavoro indispensabile. Vagliare con un certo spirito critico le affermazioni dei guru dell'economia lo è altrettanto, specie in tempo di crisi...
Luca (07/06/2010 18.20)
@Elisabetta: di Roubini mi è sempre interessato il quadro di sistema (cosa potrebbe succedere di qui a tre anni), non le previsioni sul timing dei mercati (cosa farà Wall Street nel prossimo trimestre). Non lo considero un guru, nel dicembre 2006 ha semplicemente ragionato sulle statistiche macro-finanziarie e sull'esperienza storica, anticipando lo scoppio della bolla immobiliare e la crisi dei mutui.
Le crisi sono qualcosa con cui i sistemi finanziari devono fare i conti, sempre,e specialmente in periodi come gli attuali. Questa la sua tesi di fondo. Che non vuol dire che le crisi si possano prevedere, né tanto meno augurarsi che scoppino a ripetizione. I governi hanno tamponato quella scoppiata nel settembre 2008, ma non è bastato un sorriso o una pacca sulla spalla. Per fortuna si è evitato il disastro, ma gli squilibri sono rimasti.
Secondo il gestore di hedge fund Tom Brown, citato nel commento, Roubini è un perma-bear che non capisce che il sistema finanziario è tornato o sta tornando a posto dopo l'aiutino ricevuto dai governi, e basta lasciarlo lavorare. Io non gli credo. Se poi il tempo darà ragione a Brown, rimetterò in discussione la mia visione della crisi di oggi.