L’adozione del provvedimento, che comporta la revoca dell’autorizzazione all’attività bancaria, è stata proposta dalla Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 80, commi 1 e 2, del Testo Unico Bancario, per gravissime irregolarità e gravissime perdite patrimoniali; la liquidazione coatta è stata richiesta dagli organi della procedura di amministrazione straordinaria a cui la Popolare era sottoposta dal maggio scorso. Durante la gestione straordinaria, sono stati effettuati numerosi tentativi per realizzare il risanamento aziendale; nessuna ipotesi è risultata praticabile rendendo inevitabile il ricorso alla procedura liquidatoria. La Popolare, derivante dalla trasformazione di un Confidi e operante esclusivamente nel rilascio di garanzie, non raccoglie fondi presso i depositanti e non eroga credito in via diretta. Gli organi liquidatori provvederanno a valutare la possibilità di realizzare operazioni di cessione in blocco di beni e rapporti giuridici. Verranno seguiti con particolare attenzione gli effetti della procedura liquidatoria sulle garanzie rilasciate dalla Popolare alle altre banche, a copertura dei finanziamenti alle imprese; ciò al fine di favorire il mantenimento del sostegno creditizio all’economia locale.
Commenti precedenti:
Gigi (18/12/2009 15.30) n/a
Riporto dal sito della Banca Popolare di Garanzia:
Banca Popolare di Garanzia scpa in Liquidazione Coatta Amministrativa
COMUNICATO STAMPA
(Padova, 18 dicembre 2009) Si comunica che, con decreto del 16 dicembre 2009, il Ministro dell■Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d■Italia, ha disposto la revoca dell■autorizzazione all■esercizio dell■attività bancaria nei confronti della Banca Popolare di Garanzia Società cooperativa per azioni, con sede in Padova, già in amministrazione straordinaria, e la sottoposizione della stessa a liquidazione coatta amministrativa, ai sensi dell■art. 80, commi 1 e 2, del Testo Unico Bancario.
Con Provvedimento assunto in pari data, la Banca d'Italia ha nominato gli Organi liquidatori nelle persone dei sigg. avv. Stefano Coen e avv. Diego Manente, quali Commissari liquidatori, prof. Claudio Cacciamani, dott. Renzo Sartori e prof. avv. Giorgio Maria Zamperetti, quali componenti del Comitato di Sorveglianza.
Gli organi liquidatori si sono insediati in data 17 dicembre 2009.
a (12/18/2009 03:55 PM)
http://www.bancaditalia.it/media/comsta/2009/cs_181209.pdf
Dipendente (18/12/2009 20.05) n/a
Banca d'Italia dice che la Pop. Garanzia non eroga credito in via diretta ma i crediti di firma rilasciati direttamente ad aziende a fronte di operazioni commerciali non sono forse equivalenti?
Articolo (20/12/2009 08.51) n/a
MATTINO di Padova del 19/12/2009
La Banca Popolare di Garanzia è in liquidazione
Il botto è esploso con una nota stringata del ministro delle Finanze che, su proposta della Banca d■Italia, ha disposto ■La revoca dell■autorizzazione all■esercizio dell■attività bancaria nei confronti della Banca Popolare di Garanzia Società Cooperativa per Azioni, in amministrazione straordinaria dal 22 maggio■. Ora l■istituto (capitale sociale 16 milioni) è in liquidazione coatta. Pesanti le cifre, con 17 milioni di deficit e un fabbisogno reale stimato intorno ai 30 milioni. Stefano Coen e Diego Manente sono i liquidatori incaricati della banca di via Masini, fondata nel 1974 con il nome di Confidi Padova e diretta emanazione dell■associazione industriali. Presidente del consiglio di amministrazione è Ernesto Paolillo, tra i consiglieri figurano Francesco Peghin (presidente di Confindustria), Luca Bonaiti, Regina Bertipaglia (moglie di Luigi Rossi Luciani) e Anna Lisa Isoli. Prospettive nere per i 50 dipendenti, senza stipendio da tre mesi e ora privi di lavoro. Seri contraccolpi anche per i 3 mila soci della banca che, in tempi di crisi, non hanno più un punto di riferimento certo a garanzia dei finanziamenti richiesti. Il personale, venuto a conoscenza della messa in liquidazione coatta, si è rivolto alla Cgil, e in mattinata, nella Camera del Lavoro, si è svolta un■assemblea coordinata da Egidio Zanovello, segretario della Filcams. Hanno preso la parola numerosi dipendenti, comprensibilmente arrabbiati perché dovranno trascorrere un Natale amaro. Molte critiche alla Banca d■Italia, accusata di non aver fatto nulla per salvare l■istituto, a Confindustria Padova e al management. Contestata anche Antoniana/Mps, rea di aver rifiutato il piano di salvataggio ideato nel periodo dell■amministrazione controllata. Tant■è. Ora il sindacato mira a garantire gli arretrati ai dipendenti il prima possibile e la loro ricollocazione nel circuito del credito. ■Ho contattato il prefetto Sodano e l■assessore provinciale Barison■, afferma Zanovello ■credo ci siano tutti i presupposti per concedere la cassa integrazione al personale■.
Articolo (20/12/2009 08.58) n/a
Peghin: ora la priorità a lavoratori e imprese
■Apprendo con sorpresa e amarezza la notizia della messa in liquidazione di Banca Popolare di Garanzia■, dichiara il presidente di Confindustria Francesco Peghin ■la nostra associazione si era fatta promotrice di una cordata di imprenditori che potessero collaborare al piano di salvataggio. La stessa procedura di amministrazione straordinaria era stata richiesta per dare al piano i tempi necessari a compiersi. Così non è stato. Dal maggio scorso, non siamo stati mai interpellati né coinvolti e, anzi, è diventato estremamente complesso anche avere notizie sul reale andamento del piano. Amareggia anche e soprattutto, che il sistema bancario locale, con poche eccezioni, non si sia mostrato più disponibile■. ■In un momento di crisi acuta come questo■, prosegue Peghin ■ci saremmo aspettati un diverso atteggiamento, più coerente con le dichiarazioni di vicinanza al sistema delle piccole e medie imprese. Ora la priorità sono i dipendenti e le aziende coinvolte. Occorre uno sforzo congiunto del mondo bancario e delle istituzioni, da parte di Confindustria Padova c■è piena disponibilità a collaborare■.
Articolo (20/12/2009 09.15) n/a
IL GAZZETTINO del 19/12/2009
■ finita, e peggio non poteva. Con decreto del ministero dell■Economia, firmato mercoledì scorso, la Banca Popolare di Garanzia è stata sottoposta alla liquidazione coatta amministrativa. Qualche ora dopo la Banca d■Italia nominava Stefano Coen e Diego Manente commissari liquidatori; Claudio Cacciamani, Renzo Sartori e Giorgio Maria Zamperetti componenti del Comitato di sorveglianza.
L'adozione del provvedimento, che comporta la revoca dell'autorizzazione all'attività bancaria, è stata proposta dalla Banca d'Italia, ■per gravissime irregolarità e gravissime perdite patrimoniali. (...) Durante la gestione straordinaria, sono stati effettuati numerosi tentativi per realizzare il risanamento aziendale; nessuna ipotesi è risultata praticabile rendendo inevitabile il ricorso alla procedura liquidatoria■.
Fin qui l■ufficialità: la gestione straordinaria ■ si sostiene - ha fatto il possibile, e nonostante i vari tentativi, ■nessuna ipotesi è risultata praticabile■. Sarà un caso, ma le poche ed autorevolissime indiscrezioni filtrate in questi mesi dalla Bpg e puntualmente riferite dal Gazzettino raccontano una storia diversa.
Di proposte di interessamento ne risultano almeno tre: della Conafi Prestitò, società finanziaria quotata in Borsa ed attiva nella cessione del quinto; della Centrale Finanziaria, società presieduta da Giancarlo Elia Valori, ex amministratore delegato di Autostrade Spa; di Confidimpresa Trentino, consorzio di imprese attivo proprio nell■erogazione di fidi. Conafi e La Centrale Finanziaria sembra abbiano subito desistito di fronte alla richiesta del commissario di formalizzare una proposta senza poter visionare i conti e le carte della società; Confidimpresa Trentino ha atteso per settimane una convocazione. Un ritardo che aveva allarmato i soci, alcuni dei quali decisero di sondare discretamente le intenzioni dell■istituto di via Nazionale. L■iniziativa, maturata all■inizio di settembre, sembrò dare risultati tranquillizzanti: la Banca d■Italia apprezzava l■originalità del progetto padovano, e credeva nel suo salvataggio.
L■incontro tra il commissario straordinario Isacco Marchesini e i rappresentanti di Confidimpresa Trentina, sembra una buona notizia. Marchesini, a nome e per conto della Banca d■Italia, pone ai trentini un■unica pregiudiziale: che all■operazione partecipino due istituti di credito. Una condizione che richiamava per certi versi il piano di ristrutturazione e salvataggio messo a punto nella primavera scorsa dal professor Rosario Bonavoglia, il quale aveva incassato la disponibilità della Cassa di Risparmio del Veneto e di Antoveneta ad accompagnare e sostenere una cordata composta da vecchi e nuovi soci, con l■immissione di circa trenta milioni di euro, sufficienti a ripianare le perdite e a ■riavviare■ la macchina.
Ma le prime verifiche tecniche con le due banche hanno avuto un esito contrastante: positiva quella della Cassa di Risparmio del Veneto, più tiepida e prudente quella di Antoveneta, nonostante l■istituto risulti esposto con la Banca Popolare di Garanzia con un prestito garantito di oltre sei milioni di euro; denaro, si osserva, che rischierebbe di perdere se questa operazione, ritenuta da ultima spiaggia, naufragasse. Con questo epilogo, chi perde sicuramente sono i cinquanta dipendenti che da mesi trattengono il respiro per un posto di lavoro sempre più a rischio.
La crisi della Banca Popolare di Garanzia era precipitata nel maggio scorso, quando si decise di non portare all■esame dell■assemblea l■approvazione del bilancio 2008: adempimento che avrebbe certificato un buco di circa 18 milioni di euro e l■automatica richiesta di messa in liquidazione della società. Il rinvio di quell■assemblea, viceversa, permise alla Banca d■Italia e al ministero dell■Economia e delle Finanze di poter ammettere BPG alla procedura di amministrazione straordinaria. Il commissariamento, in altri termini, avrebbe permesso alla Banca di completare un piano di ristrutturazione e salvataggio messo a punto dal professor Isacco Bonavoglia, e che prevedeva un■immissione di circa 30 milioni, sufficienti a ripianare le perdite e ■riavviare■ la macchina. Una ■cordata■ che con vecchi e nuovi soci, sarebbe stata accompagnata da Cassa di Risparmio del Veneto e Antonveneta e probabilmente da Veneto Sviluppo.