Commenti precedenti:
Sapio (04/11/2009 13.47) n/a
Mi sembra che i vari casi non siamo perfettamente equivalenti perché nel caso 1) non c■è nessuno che paga la PA, mentre nel caso 4) tranched cover è compressa nel Kirb.
Sapio (04/11/2009 14.15) n/a
Se accettiamo una perdita pari al 5% dell'erogato allora quel 44,4 scende a 13,8 (il più basso di tutti).
Come ho fatto ? così (1-Erx0,05)x44,4=Er . Risolvendo Er=13,8
Sapio (04/11/2009 14.20) n/a
Se poi la garanzia copre il 50% allora Er sale a 21,1. Cioè 1 a capitale (o subordinato) dei Confidi provoca 21,1 di erogato.
Luca (04/11/2009 14.21)
Sulla tranched aggiungo che l'assorbimento cambia nel corso della vita del pool, se il tasso di default/lgd superano il livello atteso, la qualità della tranche senior si deteriora a meno che il cash collateral venga reintegrato.
Claudio D'Auria (04/11/2009 14.50)
Luca, l'esempio sulle tranche di Lorenzo è solo nel caso di applicazione di rating esterno. In tale caso l'assorbimento di capitale non cambia, a meno che le perdite del portafoglio siano tali da prevedere un tranching diverso.
Quello che dici tu è corretto nel caso di SF. Ma nel caso di SF (che Lorenzo non cita nel suo paper) porta ad assorbimenti ben più bassi, con effetto leva anche più elevato del caso 1.
Sapio, non ho capito il tuo ragionamento. Se il PV del confidi aumenta di 1, la leva regolamentare è 16,67. Lorenzo fa salire la leva fino a 22,2 ipotizzando che siano tutti retail. La perdita in questo caso non c'entra. Ovviamente se sui nuovi prestiti ho delle perdite dovrò fare più accantonamenti e la leva mi si riduce, ma la potenzialità di nuovi prestiti è quella.
Piuttosto, non capisco perchè Lorenzo raddoppi la leva (da 22,2 a 44,4). In realtà in tutti i casi, l'aumento di capitale libero consente di aumentare l'assunzioni di rischio (cioè, le garanzie) di 16,67 e quindi i prestiti di 33,3 (oppure di 22,2 e 44,4 rispettivamente nel caso di retail).
Claudio D'Auria (04/11/2009 14.51) n/a
scusate, è saltato un pezzo.
Piuttosto, non capisco perchè Lorenzo raddoppi la leva (da 22,2 a 44,4) solo nel caso 1. In realtà in tutti i casi, l'aumento di capitale libero consente di aumentare l'assunzioni di rischio (cioè, le garanzie) di 16,67 e quindi i prestiti di 33,3 (oppure di 22,2 e 44,4 rispettivamente nel caso di retail).
Sapio (04/11/2009 15.11) n/a
Nel caso 1) sale da 22,2 a 44,4 perché la garanzia copre il 50% dell'erogato.
Sapio (04/11/2009 15.15) n/a
Claudio, chi li paga gli accantonamenti? Un ricapitalizzazione di 1 sarà in parte utilizzata per coprire le PA e l'altra per fronteggiare eventuali inattese.
Claudio D'Auria (04/11/2009 15.28) n/a
Sì certo, non nego quello che dici. Solo che il paper si sofferma sul potenziale teorico massimo di crescita e, quindi, non può prevedere tutti i casi di perdita (il 5, il 7 o il 60 per cento).
Sull'altro punto, continuo a non capire. Negli altri 3 casi la garanzia non copre sempre il 50% dell'erogato?
Sapio (04/11/2009 15.42) n/a
Claudio, Gai ipotizza perdite attese cumulate pari al 5% dell'erogato (sono prestiti pluriennali). Anche negli altri casi ipotizza garanzie pari al 50% dell'erogato. Nel caso 2a), una volta tolta di mezzo la quota totalmente garantita dal Fondo PMI il ragionamento si incanala nel caso 1) solo che 5 di rischio che rimangono a carico del Confidi rendono possibile i 30 di cui 5 , come detto a carico, e 25 non garantiti.
Sapio (04/11/2009 15.45) n/a
Scusate ancora. Comunque non è corretto fare i conti con la mosca cocchiera, ipotizzare cioè che una garanzia di x genera erogazioni di 2x. Il fattore moltiplicativo non dovrebbe entrarci e bisognerebbe fare i conti come se la garanzia coprisse totalmente l'erogato.
Luca (04/11/2009 16.02)
Claudio, anche i rating esterni sono rivisti in funzione della performance del pool. Ammetto che anche la garanzia del confidi può degradare, ma nella TC l'impatto sull'efficacia e' più diretto.
Claudio D'Auria (04/11/2009 16.42) n/a
Sapio, sono d'accordo con quanto hai detto nell'ultimo post
Dario Boilini (04/11/2009 17.12)
Sapio e Claudio D'Auria, potreste illustrare con semplicità (per noi ignorantelli!) il ragionamento per il quale "bisognerebbe fare i conti come se la garanzia coprisse totalmente l'erogato".
Grazie
andrea bianchi (04/11/2009 17.24) n/a
mi pare invece che, per il finanziatore pubblico, sia fondamentale calcolare la leva in termini di impatto sulla somma messa effettivamente a disposizione del sistema.
terrei inoltre in considerazione il fatto che, se il canale è il confidi, tale leva debba tenere dell'effetto addizionale delle risorse pubbliche.
pv 1 (esempio 0,5 pubblico e 0,5 privato)
garanzie retail 22
finanziamenti retail 44
per il pubblico la leva potenziale è 0,5 a 44
le risorse per la gestione, la copertura della perdita attesa e inattesa e la remunerazione del capitale (per finanziare con risorse private nuova crescita) devono essere frutto della capacità di efficienza e di efficacia del confidi.
excelsus (04/11/2009 17.34) n/a
10 e lode ai redattori dell'articolo, finalmente un'analisi corrispondente alla realtà operativa del mercato delle garanzie.
Le soluzioni ottimali che emergono sono due:
a) un rafforzamento patrimoniale del FCG previa revisione delle Disposizioni Operative che ad oggi lo normano.
b) CONCESSIONE DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI LUNGO PERIODO AI CONFIDI IMPUTABILI A PV.
Ottimo!!!
Sapio (04/11/2009 18.19) n/a
Excelsus, hai capito che c'è un errore?
Sapio (04/11/2009 18.24) n/a
Sul moltiplicatore: potrebbe accadere che una operazione venga finanziata anche con una garanzia dll'1%. Naturalmente però il tasso sarebbe quello di un'operazione non garantita. Sarebbe allora giusto dire che quell'operazione è stata finanziata perché garantita?
Per evitare questi errori, nel calcolo del moltiplicatore, bisogna, in prima battuta,ragionare come se la garanzia coprisse tutto il finanziamento. Soddisfatti?
andrea bianchi (04/11/2009 18.29) n/a
Sapio, tenderei a tenere conto, per il calcolo del moltiplicatore, dell'ipotesi più ragionevolmente realizzabile, ovvero della garanzia 50%.
si può garantire da 1% a infinito, ciò non toglie che sia prassi consolidata che il grosso del portafoglio garantito da strumenti confidi o equiparabili sia del 50%.
ciò detto, sul piano del confronto che si prenda 50% o 100% in effetti le proporzioni si mantegono intatte tra le diverse ipotesi.
teniamo però conto della possibilità che le risorse pubbliche siano addizionali a quelle private.
Sapio (04/11/2009 18.44) n/a
D'accordo. Anche circa la possibilità che le risorse pubbliche siano addizionali. Non bisogna però dimenticare che le risorse devono pagare anche la perdita attesa (l'errore di cui sopra), altrimenti sono paragoni fra pere e mele. Indi per cui è vero che il metodo migliore è quello di rafforzare il centrale ma il metodo di rafforzare il patrimonio dei Confidi non segue a ruota bensì è ben distaccato.
Purtroppo non è stato esaminato il mio metodo 2 (vedi altri thread) in cui la Regione da garanzia (ponderazione 20%) ma contemporaneamente stanzia un fondo a protezione della PA affidandolo in gestione ad uno o più Confidi. Sarebbe una trasposizione su scala locale del Fondo centrale di Garanzia.
Marco (04/11/2009 19.15)
Egregi signori scriventi,
ho letto anch'io l'articolo del Professor Gai e l'ho trovato assolutamente interessante e comprensibile, leggendo invece alcuni dei vostri interventi tutto si è complicato e mi è sembrato che ognuno abbia una propria idea sul come utilizzare dei fondi pubblici a favore delle PMI.
Vorrei quindi, se mi consentite e se lo ritenete opportuno, mettervi di fronte ad un fatto concreto per avere da voi una valutazione di merito.
Una società finanziaria regionale( completamente in house ) sta per essere dotata di un fondo di svariati milioni di euro da utilizzare per garantire crediti delle PMI tramite i Confidi locali. Quale potrebbe essere la forma migliore di utilizzo per, cosi come dice Gai, indirizzare le risorse disponibili in maniera razionale, economicamente efficente e nell'ottica della massimizzazione dei benefici per le PMI? Grazie
andrea bianchi (04/11/2009 19.16) n/a
credo si debba perseguire un modello strategico che abbia il pregio di coniugare massa (FGC) e territorio (distribuzione / rete confidi).
è il progetto sul quale mi piacerebbe cominciare a lavorare a breve.
Sapio (04/11/2009 19.20) n/a
Marco, credo di avere già risposto.
Sapio (04/11/2009 19.26) n/a
Andrea, il FCG e gli enti locali hanno risorse limitate. Se, come definitivamente assodato, nel futuro dei Confidi c'è solo la distribuzione di aiuti in forma di garanzia, allora essi sono troppi. Ergo ....
Marco (04/11/2009 19.28) n/a
Intendi la trasposizione su scala locale del fondo centrale di garanzia?
Sapio (04/11/2009 19.29) n/a
SI
Marco (04/11/2009 19.32) n/a
Sapio. In effetti non sarebbe male in un ottica di efficenza economica purtroppo in chiave politica lo vedo meno spendibile. Credo mi abbia capito.
Invece sul discorso tranched cover cosa ne pensi?
andrea bianchi (04/11/2009 19.39) n/a
sapio i confidi resisteranno nel numero che il mercato tollererà.
credo che ce saranno meno e di dimensioni maggiori.
è anche importante che ci sia un sforzo costante (dei confidi e di tutto il sistema del credito) verso il miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia.
come sai li vedo non in qualità di meri distributori di garanzie sotto forma di aiuti ma come assuntori diretti di rischi (magari in parte), consulenti e misuratori di rischi.
il fatto che le risorse siano limitate potrebbe non rappresentare un limite se il sistema saprà posizionarsi su standard qualitativi elevati.
Sapio (04/11/2009 19.50) n/a
Marco, le tranched cover le vedo malissimo. Ne parlo per averci lavorato. Sono una trasposizione ai Confidi delle cartolarizzazioni. Servono a recuperare il ruolo dei fondi monetari. In fase di progettazione, per stabilire il tasso di offerta sono complicate. In fase di ramp-up , cioè di formazione del portafoglio che deve comporre il profilo di rischio ipotizzato (PD, LGD,maturity, granularità, settore, area geografica) sono un incubo (non ci si riesce mai) col risultato di un rendimento di gran lunga diverso dallo sperato. In fase di gestione e segnalazione un dramma. Ho chiesto in passato chi sapesse calcolare il Kirb. Nessuno ha risposto, anzi no un gentile blogghista mi ha mandato un esempio. Era il mio, quello che avevo contribuito a far girare io.
mariolino (04/11/2009 20.28) n/a
Proviamo a partire da lontano :
Tanti anni fà il sistema delle banche stipulo' accordi con il sistema dei confidi, ancora privo di una legge quadro e totalmente schiacciato dall'associazione di appartenenza . (i dipendenti dell'uno coincidevano con quelli dell'altra ). Quegli accordi prevedevano in un momento positivo per l'economia la garanzia al 100%. In quel periodo, dove la rappresentanza era ideologica ma era efficiente il grado di penetrazione nazionale dei confidi non superava il 5/6 %. Dal 1998 ad oggi con la legge quadro, basilea 2 e la crisi economica, il grado di penetrazione nazionale comunque non supera il 10/12 %. Di recente una Banca, nel presentare l'ennesimo carnet di prodotti innovativi con tanto di pedissequo utilizzo di nomignoli che poi identificano sempre e solo gli stessi strumenti, ormai presenti da anni sul mercato,ha fornito dei dati che, in sintesi, mettevano in chiaro che su 10 imprese, 8 reclamavano consigli aiuto e orientamento. La missione di agevolare l'accesso al credito è ancora valida ? Oppure le rete dei confidi deve per forza trasformarsi in una rete-business-vigilata e quindi fisiologicamente strozza-imprese ? Ora per arrivare alla giungla di strumenti che, con spirito positivo ma poco efficace, ogni regione, ogni provincia e ogni comune, stà disordinatamente mettendo in campo, non è forse necessario intercettare realtà come la "Conferenza delle Regioni e delle Province autonome" , l'Anci e le rappresentanze dei Confidi nazionali ? Questo affinchè con l'aiuto di alcuni di voi, esperti e studiosi, si possa, nel brevissimo periodo, fabbricare la migliore leva di aiuto per le imprese ? E insisto per le imprese ! E sè il grado di penetrazione è cosi basso da intercettare solo 10 12 imprese su 100 non è forse il caso di analizzare quale conseguenza possa creare, sopratutto in regioni meridionali, questa politica eccessiva e paranoica dell'aggregazione a tutti i costi ?
Abbiamo bisogno di aiuto.
excelsus (04/11/2009 20.40) n/a
La tua osservazione Sapio non regge di fronte alla realtà di un mercato, quello delle garanzie, che mediamente presta garanzie sempre al 50%. Conosco bene il Prof. Gai e non credo abbia commesso un così grossolano errore, ha soltanto preso atto della realtà. Bisogna confrontarsi con il mondo che esiste non con quello che vorremmo che fosse.
Sapio (04/11/2009 20.43) n/a
L'errore non è quello del 50% ma quello di non aver tenuto conto che l'aumento di capitale deve fronteggiare in parte la Perdita Attesa per cui il moltiplicatore è ben più basso di quello enunciato.
excelsus (04/11/2009 20.49) n/a
In quanto ai Confidi quali meri gestori di fondi pubblici, nessuno ha risposto ad una mia precedente osservazione. Credo, e farò prossimamente un adeguato approfondimento, che la Commissione Europea abbia dato una precisa indicazione agli Enti Pubblici di gestire i fondi pubblici con società cosidette "in house" (controllate cioè dal medesimo Ente). Ad oggi nessun Confidi mi risulta sia controllato da Enti Pubblici e quindi di quale possibile gestione di Fondi si parla? E se anche fosse normativamente possibile, la ripartizione dei pani e dei pesci tra 30/40 futuri Confidi 107 come pensate sia realizzabile?
excelsus (04/11/2009 20.53) n/a
Mi sfugge un aspetto. Sapio stai facendo il tuo ragionamento su una garanzia prestata a costo zero? Se è così non credo che Gai, espertissimo del mondo dei confidi, possa aver effettuato quelle proiezioni senza aver tenuto conto di un adeguata prezzatura della medesima.
Sapio (04/11/2009 20.54) n/a
Parlo di controllo normativo, non giuridico. Il mio metodo (concessione di un fondo in gestione) è applicabile a qualunque confidi di quale dimensione. Meglio però sia un confidi capace di valutare il merito di credito con un sistema oggettivo, verificabile, misurabile. Il fondo è suddivisibile mentre non lo è il Cap delle tranched.
Sapio (04/11/2009 20.57) n/a
Nello studio non si ipotizzano prezzi. Non c'è scritto nulla al riguardo. Nel metodo 4) delle Tranched Cover il Kirb copre anche le Perdite Attese. Nel metodo 1) il Fondo del Centrale fa lo stesso e copre anche un po' di Inattesa.
Luca (04/11/2009 23.07)
Apprezzo il fervore di questo dibattito. Ribadisco l'apprezzamento per l'analisi di Gai e Rossi, riservandomi di tornare sui punti tecnici sollevati da Sapio, appena troverò uno spiraglio tra didattica e confidi trentini.
Ribadisco anche che la graduatoria dei moltiplicatori messa a punto dagli autori non si traduce meccanicamente in una graduatoria di convenienza a fini di politica industriale. E' però una chiave di lettura importante.
Marco (05/11/2009 06.35) n/a
Un dubbio caro prof dal suo post delle 14:21 di ieri. Il fondo cappato di una tranched cover puo' essere reintegrato dal confidi laddove si modificasse il profilo di rischio del ptf? Questo infAtti e' molto chiaro lato Banca; molto meno lato confidi: non mi sembra che il reintegro, seppure a certe condizioni , consenta quella limitazione di responsabilita' richiest dalla normativa con i benefici connessi. Al proposito naturalmente chiedo lumi anche Claudio D'Auria...
excelsus (05/11/2009 09.35) n/a
...ma le garanzie dei confidi sono e saranno prezzate ed il loro pricing prevederà ovviamente la copertura delle perdita attesa...il FCG con un accantonamento medio tra l'8% ed il 12% persegue un abbondantissima copertura tanto, come tutti sappiamo, alla fine "paga Pantalone"...ed alle Banche piace tanto un "patrimonio supplementare pubblico" da utilizzare il quale, però, non deve provocare indesiderati "riflessi" sulla governance delle medesime come, a detta dei Dirigenti di molti Istituti, avrebbero provocato i Tremonti Bond...
Claudio D'Auria (05/11/2009 11.07) n/a
Marco, se il confidi fosse tenuto - anche in via teorica - a reintegrare la tranche junior di un'operazione tranched in caso di svalutazione del portafoglio temo che perderebbe i benefici previsti dalla normativa per tale operatività (di fatto, requisito nullo in presenza di fondi rettificativi del passivo).
Sapio, le tranched saranno complicate, ma continuo a ritenere siano il mezzo più efficace per convogliare risorse pubbliche, ad esempio mediante sottoscrizione di una tranche mezzanine (la junior è rappresentata dalla garanzia monetaria del confidi). Tra l'altro la tranched ha il vantaggio (unico, rispetto agli altri metodi) di poter essere utilizzata per qualunque confidi, anche non 107. Ne ho parlato recentemente anche con il FEI che si è detto completamente d'accordo.
Per gli altri commentatori che hanno tessuto le lodi del lavoro e attaccato i commentatori di questo post: nessuno ha risposto alla mia banale domanda. Perchè gli autori moltiplicano per 2 l'effetto del caso 1, mentre non lo fanno negli altri casi? Questo distorce tutte le conclusioni. Un lavoro chiaro è lodevole, ma se per essere chiari, si commettono errori, la cosa è dannosa. Se poi c'è una spiegazione a questa disomogeneità, sono pronto ad ammettere il mio di errore.
Sapio (05/11/2009 11.12) n/a
Claudio, se si potessero risolvere facilmente le complicazioni che ho raccontato, allora sarei completamente d'accordo con te. In particolare sull'idea della mezzanine.
Sapio (05/11/2009 14.20) n/a
Ho provato a dare una risposta a questa domanda: come avrei fatto io i calcoli. Ecco la domanda e risposta.
Un ente locale ha un 1 ME e deve decidere se conferirlo a protezione della prima perdita di una tranched (1■ caso) o conferirlo come ibrido, ad interesse zero, ad una banca retail (2■ caso). La prima perdita è appunto 1ME pari al 5% dell■erogato La banca retail può erogare 16,6 E per ogni E di capitale (100/75)x(100/8).
Perdita attesa 1.000.000 pari al 5% dell'imp.
garantito Costo annuo
Importo Pond.% RWA K PDV ROEol PDV Perdita
19.000.000 20 3.800.000 8,00 304.000 12,00 36.480
1.000.000 0
20.000.000 1.000.000
9.090.989 75 6.818.242 8 545.459 0 0 0 454.549
Quindi nel 1■ caso 1ME provoca una erogazione di 20ME ma una parte del rischio (304.000 E) ricade sulla banca
Nel 2■ caso 1 ME provoca una erogazione di 9,09 ME ed una perdita del 5% pari a 454.549, la differenza di 545.459 tornerà all■ente locale. La banca non deve remunerare il ME, perché le viene regalato, né subirà perdite.
Poiché la risorsa limitata è 1ME, dal punto di vista dell■ente agevolatore, è meglio conferirlo alla tranched cover perché ottiene maggiori investimenti (20 Me anziché 9,09 ME) ma la banca deve remunerare un PDV di 304.000 e quindi deve farseli pagare dai mutuatari.
Come ho ottenuto l■importo da erogare nel 2■ caso. E■ un segreto che rivelerò solo ai più attenti.
Ultima cosa. La prospettiva cambia a seconda se questa cosa viene guardata dal lato Ente agevolatore o Confidi o Banca o Cliente.
NB. Purtroppo non sono infallibile. Aiutatemi a migliorarmi nel ragionamento e nei calcoli. A voi la parola.
Luca (05/11/2009 14.21)
Marco: concordo con Claudio sul fatto che il reintegro dell'equity consumato non può gravare sul confidi altrimenti addio cap. Il concetto che volevo evidenziare e'che il consumo dell'equity riduce l'attenuazione del rischio per la banca, così come il peggioramento del rating medio del pool sottostante.
Sapio (05/11/2009 14.22) n/a
la tabellina Excel non si è incolonnata e non si capisce niente. C'è rimedio?
Sapio (05/11/2009 14.23) n/a
provo ad incollare direttamente da Excel senza passare da Word
Perdita attesa 1.000.000 pari al 5% dell'imp. garantito Costo annuo
Claudio D'Auria (05/11/2009 15.30) n/a
Sapio, ho provato, ma sinceramente ci capisco poco.
Le prime 2 righe sono facili, le altre praticamente incomprensibili.
Sapio (05/11/2009 16.03) n/a
Ti mando una mail con la tabellina formattata
marcello (06/11/2009 01.41)
Gentilissimi,
mi scuso in premessa per non doverlo fare al termine del post se il mio intervento potrà sembrare inadeguato all'elevato profilo dei partecipanti al dibattito. Il tema trattato è di grandissima attualità e voi scriventi, giustamente da esperti, avete portato il dibattito ad un livello di tale complessità da non consentire alla maggior parte degli utenti "addetti ai lavori confidi" di capire in modo easy quale delle soluzioni possibili ha il miglior rapporto efficacia/fattibilità.
Negli ultimi anni le politiche pubbliche di sostegno alle PMI in ambito di accesso al credito hanno portato Comuni, Province e Regioni alla creazione di fondi di garanzia veri e propri "mostri" di inefficacia, costituiti di solito con scarse risorse e con strutture operative di gestione inadeguate e frutto spesso di elucubrazioni sconsiderate di soggetti ignoranti sull'argomento.
Il lavoro del prof. Gai, di indubbia competenza, è certamente molto interessante ... ma, a mio parere, incompleto. Vorrei provare a semplificare il taglio del dibattito formulando un esempio che riferisce ad un fatto reale per avere da parte vostra un parere.
Mi riferisco alle intenzioni di una Regione di conferire alla propria finanziaria in house risorse da utilizzare per la concessione di garanzie per migliorare l'accesso al credito delle imprese. Si dibatte nei diversi tavoli su quale strumento sia il più efficace per massimizzare il dichiarato obbiettivo. Alcune linee di pensiero propendono per la garanzia diretta, altre per la contro garanzia a favore dei confidi e altri ancora per la cogaranzia confidi/finanziaria in house .... non mancano anche quelli che, per non sbagliare, vorrebbero un mix dei tre. Alla richiesta se le garanzie saranno di tipo patrimoniale o limitate allo stanziamento, si sottolinea che sarà a 1 richiesta ma limitata alle disponibilità del fondo. Altro tema fondamentale è se la garanzia, in qualsiasi forma venga espressa, costituisce aiuto di stato e con quale "premio" è possibile annularlo. Anche su questo tema è in corso un vivace dibattito. Alcuni sostengono che non rappresenta aiuto di stato, altri che per annullare l'aiuto di stato il fruitore deve pagare un "premio" da dimensionare nei modi più stravaganti, o con scaglioni in base al rating, o con un premio unico da trovare nel costo medio di mercato delle garanzie.
Posso avere un vostro parere?
Sapio (06/11/2009 06.21) n/a
Marcello, qualche risposta posso darla io in attesa di Luca. Garanzie a prima richiesta ma limitate alla disponibilità di un fondo: non sono eligibili se fidejussorie (lo dice anche Gai, è il metodo 3) che infatti non sviluppa. Il fondo potrebbe però essere utilizzato a copertura della prima perdita in una operazione tranched cover (è il 4) caso di Gai). Purtroppo è complicato da gestire per le banche, quest'ultime non sono ancora attrezzate.
Sapio (06/11/2009 06.35) n/a
Gli aiuti in forma di garanzia costituiscono aiuti di stato erogabili in regime de minimis o su autorizzazione europea dopo notifica. Qui il maestro è Luca cui passo la parola. In generale vale il principio che se il tasso scende al di sotto di una certo valore (safe harbour) variabile col rating c'è aiuto. Qui sul blog, mi sembra, ne abbiamo già discusso.
Un principio che mi preme far passare. Questi bandi NON devono contenere prescrizioni di tasso perché rischiano di favorire solo le aziende sane (finanziabili a basso tasso) a scapito di quelle in difficoltà. Sono sbagliati i bandi che premiano chi sviluppa maggiori volumi di attività a parità di fondo perché favoriscono solo le imprese grandi e sane. Ultimo : l'ente agevolatore deve chiarirsi se vuole stimolare investimenti di imprese sane o aiutare quelle in difficoltà perché gli strumenti sono diversi.
Qual'è lo strumento migliore ? Quello a sportello e semi-gratuito, cioè il Fondo PMI dell 'MCC. Subito dopo la sua trasposizione su base locale o metodo 2) che espone l'ente agevolatore ad un rischio molto simile a quello del fondo limitato, purché il fondo stesso sia adeguatamente capiente o l'assorbimento non inferiore al 12% (al 30% per le start up).
excelsus (06/11/2009 08.59) n/a
Apprezzo lo sforzo scientifico che viene fatto da chi scrive su questo blog. Mi pare però che si parli del sesso degli angeli in quanto in confidi "evoluti" non possono che contare di sopravvivere sulle loro gambe e non su improbabili ed inesistenti fondi pubblici dati in gestione. Buondì
Sapio (06/11/2009 09.02) n/a
Luca, facciamo un referendum fra i lettori: chi sostiene che i Confidi si possano reggere con le proprie gambe e chi no. Chi sostiene che si possono reggere con le proprie gambe deve giurare di aver letto il libro di GD. Piatti I Confidi ... Bancaria Editrice 2008
Luca (06/11/2009 09.54)
Sul referendum: proponiamolo a Radio24 nella rubrica mattutina Bianco o Nero. Scherzo. I confidi, come in passato gli istituti di credito speciale, sono intermediari con missione focalizzata. Non operano in base ad una logica orientata al profitto. Operano in un mercato, quello del credito e dei servizi finanziari e professionali alle imprese. Sono uno strumento di politica industriale. L'aiuto pubblico, nelle varie forme, è una risorsa in più. Anche i confidi mega (quelli in apparenza più "commerciali") li utilizzano, a supporto di servizi certo non regalati. I fondi pubblici sono una risorsa, oggi più che mai limitata. Guai se diventano il tema dominante: siamo buoni, operiamo in perdita, dateci soldi pubblici altrimenti non possiamo fare nulla. Si possono fare molte cose utili. La governance di molti confidi è in mano a persone capaci di battere i pugni sul tavolo, ma incapaci di ripensare le strategie di offerta.
Una preghiera ai visitatori (senza offesa per nessuno): abbandoniamo questa abitudine italica di discutere su problemi concreti tirando subito in ballo questioni di schieramento, 106 contro 107, fondi pubblici contro prezzi di mercato, e anche sulle questioni tecniche (titoli subordinati contro fondi di garanzia contro tranched cover). Gli strumenti non sono la soluzione, se ce li scambiamo come figurine Panini non capiremo mai come usarli bene.
Luca (06/11/2009 10.24)
Marcello: è bello vedere sempre ripartire da Adamo ed Eva la discussione sulle azioni pubbliche più opportune, in tutti i loro snodi: compliance a Basilea 2, moltiplicatore, aiuti di Stato, in house vs confidi, ecc. ecc. Siccome non siamo un paese di fessi, penso che la spiegazione di tutto ciò stia nel fatto che ogni volta si torna a negoziare, e per lasciare aperta la trattativa (e non chiudere la porta in faccia a nessuno) si fa finta di non sapere che cosa funziona e cosa no. E questa farraginosità si autoalimenta, nel senso che non si sperimenta mai seriamente, sul campo, quello che funziona meglio.
Marcello mi scuserà, quindi, se non entro nella suddetta riproposizione del dibattito con un pistolotto omnibus. Solo un commento veloce sugli aiuti di Stato. Ci ho lavorato molto, ma continuo a non avere le idee chiare. E' molto difficile oggi eludere i paletti dell'UE. Se il confidi riceve fondi pubblici si presume aiuto, e il beneficiario consuma di solito il suo plafond de minimis per una somma pari al 13,33% del garantito. So che recentemente alcuni confidi hanno avviato un'operatività "di mercato" a commissioni eque di mercato (safe harbour) differenziate per rating, come stabilisce la Commissione europea. Se la commissione annua è almeno pari a quelle soglie, si presume assenza di aiuto.
L'idea di un regime di aiuto più duttile, basato sul rating o sui tassi medi di perdita degli "schemi di garanzia", da notificare a Bruxelles, condivisa a livello nazionale e regionale, l'ho lanciata da qualche anno, ma il lavoro per progettarla e discuterla è lungo, e non ho capito quale sia la sede naturale in cui svolgerlo.
Oracolo (06/11/2009 14.45) n/a
Scusate l'ignoranza, ma le soglie ritenute "safe harbour" citate da Luca, e che quindi non costituiscono aiuto, dove si possono reperire?
Sapio (06/11/2009 14.58) n/a
Qui c'era. Cerca questa o seguenti sul sito della UE:
Comunicazione della Commissione sull'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di
Stato concessi sotto forma di garanzie
(2008/C 155/02)
La presente comunicazione sostituisce la comunicazione della Commissione sull'applicazione degli articoli 87
e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie (GU C 71 dell'11.3.2000, pag. 14).
Luca (06/11/2009 15.18)
Giusto, Sapio. Tali soglie sono state abbassate dal piano Barroso (anti-crisi) del novembre 2008:guarda questo post di Eleonora:
http://aleasrv.cs.unitn.it/aleablog.nsf/archive/20090309-1846?OpenDocument
Cristiano (06/11/2009 15.36) n/a
Qualcuno è a conoscenza se qualche Regione ("lo stato membro") ha un database in cui siano registrati i contributi ricevuti in de minimis da ogni singola azienda per verificare in maniera puntuale che non siano superati i limiti?
peppex (06/11/2009 15.37)
Cari tutti
leggo con molto piacere il vostro blog ed in particolare colgo l'occasione per esprimere il mio parere.
Tranche Covered: strumento molto efficace se congeganto bene e la banca è dotata dello strumento Supervisory Formula Approach.
Con la SFA la banca riesce a strutturare operazioni tranched calcolando lo spessore della junior tale per cui la parte più senior ha RW del 7%.
Una banca dotata di SFA (in Italia ancora nessuno) si suppone abbia gli strumenti corretti per riuscire a calcolare lo sviluppo di Perdite Attese, Inattese, quindi Kirb in maniera multiperiodale.
Se ciò è vero (Dotazione SFA e Metodologia di Pricing Risk adjusted multiperiodale) la Tranche Covered può essere struttura via SFA calcolando il fondo ottimo che garantisce efficienza ai fini prudeziali per tutta la durata dell'operazione.
peppex (06/11/2009 15.53)
Continuo il post di prima.
Se poi si aggiunge una tranche mezzanine alla struttura (come scrive Claudio) l'efficienza migliora, lato Confidi.
La banca grazie all'intervento dell'investitore (Stato/regioni) può ridurre il fondo richiesto al Confidi.
Va detto che oggi in Italia non credo esisteno strumenti "statali" di intervento su Tranche,
Il fondo PMI non può garantire Tranche ma solo Loan by loan.
Peccato perchè il moltiplicatrore di un fondo che agisce su tranche è doppio di quello attuale del fondo PMI, ma questo è un altro argomento.
Buon w-e
Luca (06/11/2009 16.25)
Peppex: in Italia ci sono due banche IRB advanced che potrebbero applicare SFA (e una delle due mi pare che ci stia pensando). Mi piace però invitare sempre a cautela rispetto ai benefici di questa formula più sofisticata, che è ancora da provare sul campo.
Dodona (06/11/2009 17.16) n/a
Peppex, ora è chiaro che l'attuale configurazione regolamentare del fondo centrale ha dei limiti (non può agire per ptf ec), ma la lungimiranza e la visione "politica" di chi si occupa della res publica dovrebbe far prendere coscienza delle opportunità che esistono e volgerle al bene comune.
Suggerireri, in primis, di mandare a memoria i paper dei proff. Erzegovesi e Gai e di tutti coloro che a vario titolo intervengono in questa blogosfera e poi di cominciare ad applicarli.
Il problema è che studio, bene comune e fatica/impegno non sono termini che vanno di moda in questo periodo...
peppex (06/11/2009 17.37)
Ciao Luca
condivido assolutamente quando inviti alla prudenza.
L'implementazione della SFA è molto complicata:
1) Da un punto di vista IT, in quanto implica una logica di segnalazione in Bankit per portafoglio;
2) Lato work out, in quanto spesso il fondo risulta stimato male (o il Confidi si rifiuta di mettere il giusto fondo)e gestito peggio e quindi non in grado di ottimizzare la struttura.
3) Lato Confidi, perchè per funzionare bene anche il Confidi dovrebbe a sua volta ragionare in termini di tranching quando stima la commissione di rilascio garanzia...evitando l'Effetto Robin Hood...I buoni pagano più del dovuto e i cattivi meno.
4) lato pricing banca-inmpresa, se tutto è fatto a regola d'arte, parte del risparmio in termini di RWA e di provions che la banca ottiene dovrebbe essere ribaltato sull'azienda, così che la richiesta del Confidi di una garanzia risk adjusted all'impresa associata venga in parte ritornata all'impresa attraverso uno sconto sul pricing praticato dalla banca.
In conclusione hai ragione...Il processo è molto difficile ed anche per gli addetti ai lavori (Risk Management delle Banche)non direttamente coinvolti nella gestione delle Synthetic Securitisation non sempre di facile comprensione...
Ciao
Sapio (06/11/2009 18.24) n/a
D'accordissimo ! La Tranched adattata ai fondi monetari dei Confidi l'ha inventata un perfidone che pensava "Cari Confidi, avete voluto la bicicletta? E adesso trovate chi sa pedalarla!" :-)
excelsus (06/11/2009 20.50) n/a
...bè Sapio se dovessimo noi confidi basarci sul testo di Piatti faremmo meglio a presentare subito i libri in Tribunale...e a cercarci tutti un altro impiego...io ritengo che un confidi strutturato e quindi dotato di un organigramma adeguato, possa e debba stare sul mercato sulle proprie gambe senza far troppo conto su miracolosi e poco probabili interventi pubblici. Una possibile soluzione è quella che ho più volte illustrato: la stipula di convenzioni ad operatività binaria che garantiscano un effettivo governo del PV del Confidi tramite la prestazione sia di garanzie Basilea 2 compliance, magari controgarantite dal FCG, e sia di garanzie segregate su fondi rischi monetari che non producano assorbimenti di PV al Confidi nè una sua responsabilità soggettiva. Una sorta di tranched cover a portafoglio aperto.
Sapio (06/11/2009 21.01) n/a
Caro Excelsus, ma come può esistere una garanzia eligibile che però non assorbe capitale? Se non assorbe capitale è una finta garanzia. Le tranched cover, finora, sono solo a portafoglio chiuso (e questa è un'altra delle loro scomodità).
excelsus (07/11/2009 09.49) n/a
Giuridicamente non è eligibile ma ha sicuramente un impatto positivo sulla LGD della Banca se gli accantonamenti monetari a fondo rischi sono condivisi dal Confidi con l'Istituto sulla base di un'attenta analisi del portafoglio impieghi condiviso. Un'analisi su un arco temporale di almeno 7/8 anni su portafogli rilevanti...
Ci vogliono due risk manager, uno della Banca e uno del Confidi, che lavorino assieme al suddetto obiettivo. Noi l'abbiamo già fatto con un primario Istituto e con una totale e soddisfacente condivisione delle scelte.
A questa garanzia abbiamo poi affiancato la garanzia eligibile per rientrare nel concetto di operatività a doppio binario e quindi, con tale soluzione, dare un governo più efficiente del PV. L'eligibile su grandi volumi di impieghi, ad oggi e senza il ricorso al FCG, non la può "garantire" nessuno. Chi conosce bene e dall'interno il mercato delle garanzie lo sa.
Sapio (07/11/2009 13.20) n/a
Sono anch'io convinto che l'eligibile senza ricorso al FCG non la può più garantire nessuno. Ma questa cosa che volete voi, una garanzia che non garantisce, ma poi si vedrà ..., è una cosa che non esiste e non verrà accettata da alcuna autorità di vigilanza. Quanto alle banche che l'accettano .. in giro l'ignoranza è tanta e i banchieri(ni) sono ipnotizzati dal potere commerciale dei Confidi. Piano piano ci stanno arrivando a dire ai Confidi, no .. grazie!
Voi, finché siete in tempo, pensate a trasformarvi in business offices.
Sapio (07/11/2009 13.55) n/a
Excelsus, comunque quello che avete in testa voi si risolve non dando garanzie fittizie ma pretendendo che la banca stimi il rischio da voi intermediato con la tecnica dei pool. La banca deve stimare il vero rischio analizzando solamente il gruppo dei vs clienti-soci. Si può fare, siete abbastanza grandi (dimensionalmente) da richiederlo ed ottenerlo.
PS Quanto sopra merito almeno un pocket coffee. Segnatevelo e mettelo da parte. Prima o poi passerò a chiedervelo.
Eusebio (07/11/2009 14.47) n/a
La solita confusione: cosa vuol dire "giuridicamente eligible con impatto positivo su Lgd"? Un conto e' il beneficio in termini creditizi (e qui il giuridicamente rilevante) Un conto l'assorbimento di capitale (riso MGM). E poi chi sa dire quNt'e il benefico impattto Dell lgd? chi l'ha calcolata in modo validato da bankitalia ? Tanto meno lato confidi...
Luca (07/11/2009 17.24)
Dalla testimonianza di Excelsus si desume che le forme di garanzia con cap su portafogli segregati hanno un presente e un futuro. Come osserva Sapio, per costruirle su basi solide occorrono dimensioni adeguate del confidi, in modo che si possa costruire con ogni banca convenzionata un pool di esposizioni con distribuzione delle perdite valutabile consensualmente dalla banca e dal garante (questa osservazione mi sembra fondamentale).
Quanto all'eleggiblità per Basilea 2, perdonate l'ovvietà se ricordo che cadono nella giurisdizione delle tranched cover, quindi sono efficaci se soggette a rating esterno (sia per banche standard che IRB) oppure se trattate con la mitica supervisory formula (solo banche IRB advanced).
Mi avete convinto: tornerò a lavorare sui modelli di portafoglio per le tranched cover, con un occhio particolare per la fase di manutenzione del portafoglio tranched (come funziona la copertura per la banca al variare del tasso di perdita consuntivato nei periodi in cui si svolge l'operazione).
Ma c'è un punto che mi incuriosisce: come costruire piattaforme di tranched cover multi-confidi? Cioè una stessa banca costruisce un pool di rischio garantito da più confidi, che apportano cash collateral messo in comune. Pensate che si possa fare?
PS: l'identità di Sapio rimane un mistero, ma ora sappiamo che è goloso di Pocket Coffee.
peppex (07/11/2009 18.04)
Tranche Covered multiconfidi...l'idea è interessante soprattutto poichè si potrebbero riuscire a creare pool di dimensione ragguardevoli, tali da giustificare da parte della banca un investimento non indifferente lato implementazione, monitoraggio della tranche covered via SFA (con rating pubblici lo vedo difficile, essendo operazioni tipicamente private, anche se in passato c'erano stati dei casi tipo Pm1 e Pm2).
Vedo però un pò complicato (avendo visto securitisation multioriginator) riuscire a mettere d'accordo più Confidi (immagino già le discussioni su quali consociati sono più rischiosi e quindi su come addebbitare il fondo).
Discorso interessante sarebbe riuscire a ricreare un qualcosa di simile a quanto fatto in germania tramite il fondo KFW (mi pare si chiamasse così).
Dodona (07/11/2009 18.45) n/a
Più che tc multiconfidi vedrei bene tc a più tranche con interventi modulari da parte di diversi attori, tra cui i confidi. naturalmente penso come prima alternativa ai soggetti pubblici, ma non esclusivamente. ricordiamo che le tc sono forse l'unica forma di operatività dei 106 (vs banche airb). le tc consentirebbero una forma potente di collaborazione tra confidi ( una nuova forma di mutualità )
Luca (07/11/2009 19.12)
Dodona: la crisi delle CDO subprime insegna che la complessità della struttura multi tranche non crea valore né tantomeno elimina rischio. Visto che è una tecnica nuova la applicherei nella versione pi■ semplice a 2 tranche.
Se i 106 piccoli non vogliono mettere in comune il rischio di first loss in strutture multi-garante (in larga parte finanziate da fondi pubblici) si scordino di fare tranched cover.
Dodona (07/11/2009 19.24) n/a
condivido l'approccio cauto alla tecnica tc.
ma la formula multigarante (cmq molto interessante) sono altrettanto problematiche, proprio perchè i 106 sono in larga parte finanziati da fdi pubblici.
Potrebbe essere un'idea testare l'approccio all'intuizione da parte di una qualche associazione di categoria in grado di portare al progetto confidi maturi e omogenei e accompagnarli nella costruzione dei ptf con la Banca (o le Banche).
excelsus (08/11/2009 13.34) n/a
Si Sapio è ovvio che la tecnica che indicavo può coinvolgere solo i confidi con uno stock "storico" di impieghi garantiti per Banca molto sostanzioso e differenziato per area geografica su un territorio vasto: nazionale o almeno interregionale. Di fatto i Confidi beneficiari sono due.
Per il Pocket quando vuoi, noi da tempo sosteniamo che dovremmo organizzare una tavola, rotonda o quadrata fate voi che riunisca i tecnici dei Confidi di grande dimensione, i tecnici delle Banche e docenti universitari esperti del settore come Luca e Lorenzo, i quali, senza steccati "ideologici", condividano una possibile exit strategy per il mondo delle garanzie.
Oracolo (09/11/2009 11.31) n/a
Un grazie, in ritardo, a Luca e Sapio per i riferimenti bibliografici