Confiducia, la fiducia sta scadendo La Camera di Commercio varesina pronta a ritirare le somme che ha versato a favore del fondo che doveva garantire la liquidità alle piccole imprese: 51 milioni di euro, formalmente operativo da febbraio mai mai messo in pratica. L'ultima, definitiva firma è stata messa dalla Regione a fine febbraio: quella che siglava la sua partecipazione al bando Confiducia, realizzato in collaborazione proprio tra regione Lombardia e camere di Commercio lombarde a sostegno delle PMI. 31 milioni di euro da parte delle camere di commercio ( e varese ne mise, cash, 3 milioni solo lei)e 20 da parte della Regione lombardia a disposizione dei Confidi, affinchè potessero garantire i crediti per liquidità che le Pmi richiedevano alle banche e che le banche avevano difficoltà a concedere. Ma, da allora, non un soldo è stato possibile erogare con questo progetto di sostegno al credito dalle caratteristiche evidentemente straordinarie.[...] Le “questioni di tipo tecnico” sono molto concrete, stando alle prime sommarie spiegazioni: «Il bando di Confiducia è sulla falsariga di progetti che abbiamo già conosciuto, e sui quali ci siamo già scottati i polpastrelli – spiega Alberto Pedroli [Ubi Banca]– In particolare per questa operazione è previsto un cap, cioè un massimale di sofferenze, cioè un tasso massimo di crediti non riscossi, del 7%: il doppio del solito. E fino ad ora tutti i cap sono stati superati. Forse sarebbe più tranquillizzante per tutti mettere in conto, a protezione dell'operazione, delle manovre cuscinetto». Una obiezione coerente. Nel frattempo però, sono passati ancora tre mesi: un enormità per uno strumento che avrebbe dovuto tamponare le esigenze di liquidità delle aziende. In tre mesi, di questi tempi, si può persino fallire. Per questo le camere di Commercio stanno meditando di riprendersi i loro soldi «Per poterli usare più efficacemente» e hanno già previsto il “piano B”: «Il nuovo bando si chiama Confiducia 2, da molti denominato con un po'di ironia"La vendetta" – spiega il rappresentante di Unioncamere Lombardia – Ed è un prodotto esclusivamente camerale, gestito con accordi diretti tra confidi e camera di commercio. Per questo prodotto sono già disponibili 6 milioni di euro».
Commenti precedenti:
sapio (13/05/2009 07.02) n/a
Si voleva essere ottimisti per decreto a scapito delle banche! Un cap del 7% è poco per esposizioni pluriennali. Ci vuole il doppio e forse più. Chi è cattivo? Le banche che difendono i depositanti o gli enti pubblici che pretendono di fare le nozze (le agevolazioni) coi fichi secchi? Ritirando i soldi e giocandoli in proprio cosa pensano di fare le camere di commercio? Un altro buco nell'acqua, con le banche che firmano, obtorto collo, convenzioni che poi con varie scuse non onorano. Servono soldi veri che danno vere garanzie ad una platea di imprese ragionevolmente piccola.
Sapio (20/05/2009 15.47) n/a
Ho sviluppato dei conteggi sull'importo del Cap necessario a garantire un portafoglio di prestiti pluriennali:
PD=2,65% cui corrisponde una Ponderazione 100.
LGD=0,45 (ottimistica perché in realtà si avvicina allo 0,7 alias 70%), durata 5 anni o media di 3,3 anni. Risultati PA=4%, K a presidio della PI, con formula individuale (non pool), =10%. Quindi per rendere quasi Risk Free un portafoglio numeroso di esposizioni pluriennali occorre un Cap del 14% il 4% di cui destinato inevitabilmente a perdersi ed il 10% che potrebbe, in parte, tornare al garante per essere, magari, reinvestito in qualche altra garanzia.
Luca (21/05/2009 05.15)
Molto interessante, Sapio. Come calcoli la perdita inattesa, con un modello di portafoglio o con la formula del coefficiente di capitale del metodo IRB?
Sapio (21/05/2009 08.45) n/a
Formula classica K del metodo IRB. E' inutile inseguire le fantasie, tavole di trasmigrazione, PD forward ed altre diavolerie incerte. Il CAP ha comunque un vantaggio per il garante: se è eccessivo alla fine se lo riprende. Ma ha uno svantaggio esiziale per la banca: se è insufficiente sono perdite vere.