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sapio (07/03/2009 21.45) n/a
Nel documento di Confindustria leggo a pag. 4.sotto il titolo ■Fondo di garanzia per le PMI, proposte per lo sviluppo dell■attività■ al punto Riduzione dell■accantonamento a fronte del rischio ■ oggi pari in media a 11,7% e nettamente superiore al tasso di sofferenza registrato dal Fondo ■ e delle percentuali di copertura delle garanzie dirette e delle controgaranzie. Simili interventi consentirebbero di aumentare l■effetto leva■.
Poche righe sopra si legge ■Considerato che l■attuale effetto leva del Fondo (rapporto fra affidamenti garantiti in essere e fondi disponibili) è pari a 16,2, un rifinanziamento di 5 miliardi genererebbe nuovi crediti per circa 80 miliardi.■
La proposta di cui sopra non mi trova d■accordo per queste ragioni:
Va premesso che le esposizioni garantite sono pluriennali (mutui) e che le esposizioni pluriennali hanno tante Perdite Attese quanti sono gli anni di durata più una Perdita Inattesa funzione della durata (maturity). Un fondo di garanzia deve fronteggiare queste (plurale) Perdite Attese e la Perdita Inattesa. L■accantonamento attuale deriva dalla prescrizione del decreto MAP del 23/09/2005 che all■art 2, comma 2 dice ■Per ogni operazione finanziaria ammessa all■intervento del Fondo di garanzia, viene accantonato, a titolo di coefficiente di rischio, un importo non inferiore all■8% dell■importo garantito dal Fondo■. L■intento era lodevole, voleva replicare la prescrizione vigente per le banche, ma nel 2005 Basilea 2 non era pienamente compresa e dimenticava che il Fondo, al netto delle rettifiche, deve fronteggiare non solo la Perdita Inattesa ma anche le Perdite Attese. Come è stato fatto notare su questo blog il testo avrebbe dovuto essere pressappoco così ■I responsabili curano che il valore del Fondo al netto delle perdite contabilizzate e di quelle future attese non scenda mai al di sotto dell■8% degli importi garantiti■. In questo modo l■obiettivo sarebbe stato raggiunto. Ma c■è un ma■ il Fondo non sa calcolare le Perdite Attese Future e la Perdita Inattesa! In conclusione : paragonare l■accantonamento con il tasso di sofferenza (passato) non c■entra niente e si volesse giudicare l■ adeguatezza del fondo attuale a coprire i rischi in essere occorrerebbe un ben altro calcolo. Per proporre infine di diminuire l■accantonamento futuro bisogna prima promuovere la trasformazione del fondo in un ente capace di valutare le citate variabili PA e PI tramite le solite PD, LGD EAD, Maturity. E cos■è questo se non un super 107, cioè una struttura valutativa del tutto diversa dall■attuale Fondo che è una struttura amministrativa? Solo a queste condizioni lo stato dovrebbe concedere la ponderazione zero. Ripeto: la ponderazione zero può essere concessa sola ad una struttura capace di misurare e gestire il rischio coperto, non ad un organo amministrativo, perché altrimenti si aprirebbe nel bilancio dello stato un buco incalcolabile.
Più avanti nel citato documento si chiede di semplificare i sistemi di scoring e potenziare le procedure automatiche di accesso al fondo. Innanzi tutto grazie per non aver usato il termine rating visto che il sistema di scoring usato per giudicare l■ammissibilità tramite un punteggio elementare è quanto di più lontano da un sistema di rating possa esistere. Ma poi potenziare le procedure automatiche ? Ma veramente ? Si vuole trasformare il fondo in un erogatore di incentivi automatici? E con la ponderazione zero? Ma si ha idea del buco che questo aprirebbe nel bilancio dello stato? Sembra l■equivalente italiano della proposta americana (scherzosa però) di stimolare l■economia gettando denaro dagli elicotteri.
Si parla anche dell■adeguamento della struttura preposta alla gestione delle domande nonché dell■annoso problema del gestore. E■ noto che si ipotizza di attribuire il compito di gestore ad Invitalia e si teme, giustamente secondo me, un rallentamento dell■attività durante il passaggio di consegne.
Ma se passaggio ci deve essere non si può ipotizzare di passare anche il personale (esperienza amministrativa) e le strutture? E poi perché ad Invitalia quando c■è una struttura pronta e preparata a far questo che è la Sace? Hanno uomini, mezzi ed esperienza per affrontare una problematica valutativa simile a quella che affrontano già istituzionalmente ogni giorno.
Infine si chiede l■adozione di disposizioni che impegnino le banche a trasferire alle imprese il vantaggio derivante dalla presenza di una garanzia dello stato. Certo. Ma anche i Confidi si devono impegnare a non chiedere commissioni a fronte di una garanzia che graverebbe sullo Stato e non sui propri fondi. E le imprese garantite si devono impegnare a pagare i propri fornitori ripristinando il circuito della liquidità.
Luca (03/08/2009 02:00 AM)
Grazie di questa analisi molto ricca, di cui condivido molti passaggi. Chiarissimo e opportuno il richiamo a non dimenticare le perdite pregresse e quelle attese. Per tornare a fidarmi dei modelli di perdita inattesa devo superare ancora lo shock post crisi, però anche lì un parametro bisogna mettercelo. Anche i confidi aspiranti 107 devono fare lo stesso tipo di due diligence.
Garanzia statale? Ormai negli USA e in UK lo Stato si è preso una montagna di rischi bancari di ultima istanza su asset difficili: è l'unica via per sbloccare il credito? o stanno andando verso il baratro? Non dimentichiamo che facendo diverso dagli anglofoni ci siamo salvati le banche, finora, forse non è il momento di cambiare filosofia.
La scelta del gestore è importante, però la governance del Fondo è comunque aperta ai soggetti pubblici e agli intermediari che fruiscono. C'è da fare un progetto, l'importante è che sia un buon progetto, e non sia pro domo di qualcheduno. Il gestore deve avere le capacità per attuare il progetto, e migliorarlo.