La crisi suscita un’economia di relazione anche perché è cominciata e radicata nei mercati finanziari. Infatti la finanza ha fallito proprio nella sua configurazione anonima e globale. Hanno deluso i contratti finanziari scritti, diffusi, prezzati con i computer, con formule e schermi accessibili contemporaneamente da Hong Kong e Reykjavik. Ha deluso e spaventato l’astrattezza e la virtualità di titoli, apolidi e sofisticati al punto che è difficile capire i rapporti di produzione e scambio sottostanti e «sentirne l’odore». La crisi ha dunque rivalutato quella che gli economisti chiamano proprio «finanza di relazione», il credito bancario fornito in forme semplici a imprenditori conosciuti, la gestione del risparmio con prodotti standardizzati, scelti «allo sportello» fra interlocutori che si conoscono e vogliono mantenersi in relazione. È vero che ci sono anche le relazioni truffate di Madoff: ma sono stranezze per milionari cosmopoliti: un’irrilevante eccezione.
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