[...] Ci sarebbero inoltre i fondi interprofessionali per la formazione continua costituiti dalle parti sociali con la trattenuta dello 0,30%. Una "dote" di 1,5 miliardi in parte riutilizzabili. Spero che su questo si possa arrivare quanto prima a un accordo con Regioni e parti sociali in modo da concentrare queste risorse sul sostegno al reddito unito ad attività di utile formazione in maniera che il tempo di non lavoro sia impiegato per incrementare le competenze. Lei ha detto spesso che per i formatori la festa è finita. Conferma? Certo. Troppe risorse sono state impiegate troppo spesso e troppo a lungo per ingrassare i formatori e non per dare conoscenze ai lavoratori. Ora basta. La crisi impone un cambio di rotta. Va superata l'idea che la formazione debba essere esterna all'impresa, come è stato finora. Bisogna passare a considerare l'impresa come il luogo più idoneo all'apprendimento anche attraverso tirocini dei disoccupati. Le stesse certificazioni formalistiche sulla formazione devono essere sostituite da valutazioni sulle effettive competenze dei lavoratori.
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