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Con Obama, le menti migliori a servizio del paese

Mon 24 Nov 2008, 22.33

Barack Obama ha presentato oggi il team che governerà l'economia degli USA nel corso del suo mandato: Timothy Geithner sarà segretario al Tesoro, Lawrence Summers sarà il direttore economico della Casa Bianca, Peter Orszag sarà a capo dell'ufficio Budget del Congresso, con un posto di responsabilità nella gestione dei fondi a sostegno dell'economia e Christina Romer guiderà il Council of Economic Advisers (Cea). Tutti collaboreranno con il Presidente della Fed Ben Bernanke, in carica fino al 2010.
C'è una continuità tra il prima, il durante e il dopo nella gestione della crisi. Come commenta Bloomberg, Timothy Geithner, attuale presidente della Federal Reserve Bank of New York, è tra gli ispiratori degli interventi (Fannie e Freddie, AIG, WaMu, Wachovia) e dei non interventi (Lehman Brothers) di settembre e ottobre. La continuità ha radici più lontane, nelle politiche dell'amministrazione Clinton (in cui hanno servito Summers e lo stesso Geithner) quando ha aperto la fabbrica del credito abbondante per finalità sociali (casa, consumi). Oggi sono cambiati i ruoli tra attori pubblici e mercati, ma gli azionisti di controllo (e l'intellighenzia) sono rimasti gli stessi: il sistema della Federal Reserve, la comunità finanziaria di Wall Street, i grandi asset manager (sì, anche quelli degli alternative investments), i grandi economisti ortodossi, le istituzioni finanziarie internazionali, le agenzie di rating. La fabbrica lavora a pieno ritmo per ricollocare i suoi prodotti meno fortunati. Le strutture utilizzate per farlo non sono meno complicate di prima, pochi riescono a conteggiarne i costi. Il cliente questa volta è il Governo, e giurano che i nuovi prodotti bloccheranno la crisi, faranno ripartire l'economia e in più il contribuente ci guadagnerà.
C'è da fidarsi di queste persone? Non giudico la sincerità delle intenzioni, penso soltanto che continueranno ad aggredire un male grave con cure da cavallo sofisticate e mai testate sul campo, e produrranno complicanze anche gravi. Ingenuamente mi viene di sperare che noi, in Italia, siamo vaccinati, ma in realtà non saremo immuni dai danni collaterali. Anche noi abbiamo e avremo bisogno di cure. Spero che siano più semplici, più dirette.
Magari tra qualche mese gli Stati Uniti copieranno i nostri aiuti alle imprese e, loro tramite, alle banche. Il President-elect ha già copiato la promessa dei milioni di posti di lavoro.

Luca

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