Per la grande finanza araba l'Italia è tra i paesi che possono contare su fondamentali economici solidi, e anche grazie alle tempestive contromisure messe in piedi è riuscita a chiamarsi fuori dalla crisi globale della finanza. Lo hanno riconosciuto alcuni dei più autorevoli esponenti della finanza dei paesi del Golfo, giunti oggi a Roma per partecipare a un forum organizzazione dall'Abi sui rapporti commerciali finanziari tra la penisola e gli stati arabi. Paesi che guardano con interesse alle possibilità di investimento in Italia, e contemporaneamente incoraggiano le imprese della penisola a investire a loro volta nelle economie del Golfo, che promettono forti tassi di sviluppo. «I fondamentali economici dell'Italia sono solidi, come quelli dei paesi arabi» ha affermato Nasser Al Shaali, amministratore delegato della Dubai International Financial Centre (Difc) Authority, incontrando i giornalisti a margine della due giorni di lavori lavori. L'ente che dirige è sia una autorità pubblica, sia un centro che raggruppa tutte le istituzioni finanziarie che operano nell'area, tra cui il gigantesco fondo sovrano di Dubai. «Le banche arabe come le banche italiane si considerano fuori da questa crisi. Riteniamo che il mercato italiano sia molto vicino agli investimenti arabi. Sono molto elevati gli investimenti di banche arabe in Italia - ha osservato - e il sistema bancario italiano ha dimostrato la sua capacità di allontanarsi dalla crisi». Il presidente dell'Unione delle banche arabe ha infine espresso l'auspicio di un maggior numero di accordi tra l'Italia e i Paesi arabi sul commercio internazionale e sulla cooperazione nel settore finanziario.
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