Palazzo dell'Acquedotto pugliese
Sono arrivato a Bari ieri alle 15.00, con un volo da Verona. Mi aspettava all'aeroporto Vito Lozito, direttore della Cooperativa artigiana di garanzia di Bari. Alle 15.30 cominciava l'assemblea straordinaria della Cooperativa artigiana, seguita alle 17.00 dal convegno per festeggiarne i cinquant'anni. Nell'attesa ho fatto due passi nella Bari murattiana, un reticolo di vie perfettamente perpendicolari con bei palazzi storici (come quello dell'Acquedotto pugliese, ancora più bello la sera). Il convegno si teneva presso la Camera di commercio. Ha introdotto i lavori l'onorevole Antonio Laforgia, un protagonista della storia dell'associazionismo artigiano in Puglia. Non sapevo che le coop-art di Bari e Lecce, nate nel 1958, sono state le prime in Italia. Il credito all'artigianato si è sviluppato negli anni cinquanta sui programmi di rifinanziamento dell'Artigiancassa, e ha trovato nelle cooperative di garanzia dei punti di radicamento locale. In Puglia ne esistono 43, più che in Lombardia. Alcune sono piccole, e faticano ad essere sostenute dalle strutture associative locali. La Cooperativa di Bari si propone come polo di aggregazione di queste realtà, per non disperderne il patrimonio di relazioni. Per Laforgia le coop-art vanno incontro ad un rischio ancora maggiore se si trasformano in 107 senza ragioni adeguate, potrebbero snaturarsi o scomparire nel buco nero dei costi di adeguamento.