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Limite di granularità e piccole banche: rettifica

Fri 15 Feb 2008, 15.11

In un precedente blog (al quale rinvio per gli antefatti) concludevo che il limite di granularità dell'1% previsto da Basilea 2 per i portafogli al dettaglio (nell'ambito del metodo standardizzato per il rischio di credito) doveva essere applicato "ricorsivamente", e questo poteva scatenare nelle piccole banche il progressivo svuotamento di tale portafoglio.
Oggi ha raccolto elementi e riflessioni nuove che mi inducono ad una rettifica. Provo qui di seguito a ridefinire sulla base di tali elementi la procedura per calcolare il portafoglio retail:
  1. si individuano le esposizioni che rispettano i criteri soggettivi (prestiti verso privati e piccole imprese sotto i 5 milioni di fatturato); indichiamo questo aggregato con A;
  2. da questo aggregato togliamo le esposizioni che non rispettano il criterio dell'importo unitario inferiore a un milione di euro; indichiamo l'aggregato che rimane con B;
  3. da B togliamo le esposizioni che pesano, sempre su B, più dell'1%; otteniamo l'aggregato C.
Il portafoglio retail ponderato al 75% dovrebbe coincidere con C. Pertanto il requisito di granularità non sarebbe verificato sul portafoglio retail "finale", ma sul portofoglio retail lordo, comprendente le esposizioni che rispettano i criteri soggettivi e di importo unitario, prima di applicare il filtro per la granularità. Se, come ipotizzavo fino a ieri, il requisito dell'1% andasse verificato rispetto a C, si dovrebbe ripetere la fase 3 su un portafoglio che viene eroso progressivamente. Sarebbe assai problematico implementare tale modalità di calcolo ricorsiva in una procedura di vigilanza. E' quindi sensato ammettere la procedura non ricorsiva qui sopra illustrata.
Tengo a precisare che sull'argomento, a quanto mi consta, non c'è un parere ufficiale della Banca d'Italia, quindi prendete queste mie note (come già le precedenti che qui rettifico) con cautela.
Peraltro, l'interpretazione qui riportata ha anche una giustificazione teorica: al retail Basilea 2 applica requisiti più bassi per la maggior granularità (minor rischio di concentrazione) e la minor dipendenza del tasso di default dal ciclo economico (minor rischio di correlazione). Le esposizioni di importo unitario sotto il milione verso privati e PMI hanno comunque un minor rischio di correlazione, a prescindere dal loro peso sul totale esposizioni. Al loro interno si ammettono al trattamento retail soltanto quelle che rispettano, in aggiunta, il requisito di granularità. Non è la soluzione perfetta, ma può funzionare.
Non dimentichiamo poi che tutte le banche, comprese le piccole, devono calcolare un indice di rischio di concentrazione ai fini del Secondo pilastro. Se la griglia dei requisiti retail lasciasse passare un'eccessiva concentrazione, questa sarebbe catturata nel secondo pilastro.
Per altre "varie ed eventuali" sull'applicazione di Basilea 2, vi do appuntamento ai prossimi giorni.

Luca

Commenti precedenti:

Claudio D'Auria (20/02/2008 17.36)

Caro Luca, grazie per questa importante precisazione. Devo dire che anche io pensavo che il requisito di granularità andasse rispettato in maniera "rotativa". Da cosa deduci che invece occorre verificare il requisito sul portafoglio lordo? Solo dalla logica del tuo ragionamento o hai avuto un informale conferma di tale interpretazione ?

Luca (21/02/2008 15.51)

Ciao Claudio.

Si tratta di indicazioni informali raccolte presso strutture associative di banche. L'interpretazione non rotativa mi sembra ragionevole in un'ottica di certezza del procedimento di applicazione della regola.

Claudio D'Auria (22/02/2008 15.36)

Caro Luca,

ripensandoci, qualche dubbio mi rimane. Il pocedimento rotativo (tolgo dal portafoglio tutte le posizioni > 1% e itero il processo fino a quando ho un portafoglio perfettamente granulare) rispetta in pieno la normativa e mi consente di avere un insieme di posizioni non concentrate.

Se invece, come suggerisci tu, parto da un portafoglio che rispetta gli altri requisiti (ad es. esposizione < 1 milione) e tolgo solo una volta le posizioni > 1% , il risultato è un portafoglio con posizioni che possono essere, in linea teorica, ben al di sopra dell'1%. Il che non è proprio compliant con lo spirito della norma.

Inoltre, il portafoglio retail rotativo andrebbe rivisto periodicamente (all'atto delle segnalazioni) e non nel continuo. Quindi, forse il problema è meno grave di quel che sembra.

Comunque, teniamoci aggiornati perchè è molto importante, anche per i Confidi, sapere come va effettivamente costruito il portafoglio retail.

Luca (23/02/2008 18.03)

Sì, il tuo dubbio è legittimo, e non abbiamo ancora un'interpretazione autentica dalla Vigilanza che possa scioglierlo. L'approccio di cui ho riferito è un compromesso che potrebbe salvare capra e cavoli, e che risulterebbe di più facile applicazione. Teniamoci senz'altro in contatto per seguire gli sviluppi.